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club satanista - Thule-italia.net

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«E lei?» Mary capiva di non dover sprecare l'occasione che le si presentava<br />

di far parlare le due donne, e adesso si rivolgeva alla cinesina. «Purtroppo,<br />

come avviene nelle presentazioni, non ho afferrato bene il suo nome.<br />

Comunque, mi piacerebbe tanto conoscerne le implicazioni.»<br />

La ragazza sorrise amabilmente. «lo sono Tung-fang Shuo e ho assunto<br />

il nome del grande mago cinese vissuto nel secondo secolo prima di Cristo.<br />

Ma adesso ci dica, cosa la spinge a diventare una Sorella dell'Ariete?»<br />

«Il desiderio del potere» replicò prontamente Mary.<br />

«Che specie di potere?» domandò la contessa.<br />

Mary esitò un istante appena, poi rispose decisa: «IL potere sugli uomini».<br />

Una specie di naso a becco scaturì dalla maschera e la contessa lo arricciò<br />

in segno di disprezzo. «Allora lei dev'essere stupida, secondo me. È già<br />

abbastanza bella per far innamorare di sé tutti gli uomini che vuole. Il potere<br />

può essere usato per scopi molto più interessanti. Quindici anni fa,<br />

mio marito era nient'altro che un medio industriale discretamente ricco,<br />

senza relazioni sociali degne del suo rango. Ora, se mi togliessi la maschera,<br />

sono sicura che lei mi riconoscerebbe. Non trascorre quasi settimana<br />

senza che la mia foto appaia sul Tatler o su altri giornali, il mio salotto è<br />

uno dei più frequentati dalla buona società. È una soddisfazione ben diversa<br />

da quella che si può provare portandosi a letto tutti gli uomini che si desiderano.»<br />

«lo non sono d'accordo» dichiarò Tung-fang Shuo. «La tua vita fatta di<br />

ricevimenti, del desiderio di frequentare persone importanti, dev'essere un<br />

continuo d'ansietà e di timori. Guarda me, invece. Tre anni fa sono venuta<br />

a Londra come dattilografa addetta all'Ambasciata cinese. Guardami adesso.<br />

Non fatico, non mi do da fare. Sono semplicemente l'amante d'un milionario<br />

che deve baciarmi la punta dei piedi prima di poter fare l'amore<br />

con me. Se fossi pazza, potrei indurlo a sperperare tutte le sue fortune pur<br />

di soddisfare i miei capricci. Invece, guarda» disse ancora, alzando la mano<br />

col grosso diamante che aveva al dito: «Sono saggia e m'accontento di<br />

quei regali che lui mi offre spontaneamente».<br />

Mentre loro parlavano, Mary aveva finito di spogliarsi. Preso il saio posato<br />

sulla sedia, la contessa glielo porse. Mary s'accorse con sgomento che<br />

era formato da un due pezzi di tela grezza, dei quali la specie di giubbotto<br />

era semplicemente un sacco coi buchi per passarci il collo e le braccia, la<br />

gonna un altro sacco aperto su un fianco e in fondo, stretto da una cordicella<br />

in vita per non farlo cadere.

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