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30.01.2013 Views

simili dubbi non sono infrequenti in persone della sua età. Per i giovani l'ignoto è sempre più pauroso che per gli anziani, e alla nostra giovane amica non è stato concesso il tempo necessario per liberarsi completamente dalle idee acquisite mediante un'educazione convenzionale. Comunque, nel suo caso nessuno di questi impedimenti che si frappongono al conseguimento di un felice stato mentale sono talmente gravi da non poter essere superati in breve tempo, ora che è diventata una di noi. Questa sera la nostra Alta Sacerdotessa non sarà con noi, ma ogni Sorella dell'Ariete è in grado di prepararla. Sàsìn, va', e conduci qui due delle nostre sorelle scelte fra le più anziane». Ratnadatta uscì. Tolta da un cassetto una maschera di satin nero, Abaddon gliela diede. «Si tolga il fazzoletto e metta questa» le disse. «L'identità di tutti i fratelli e di tutte le sorelle è nota soltanto al Sommo Sacerdote e alla Suprema Sacerdotessa, ma non è affatto necessario che sia rivelata ad altri. Alcuni la rivelano a qualche Confratello a qualche Sorella per poter sviluppare un'amicizia fuori dal Tempio, altri preferiscono mantenere l'incognito. È per questo motivo che tutti quanti, tranne me e la Suprema Sacerdotessa, portano la maschera dall'inizio alla fine delle nostre cerimonie.» Dopo che Mary si fu messa la maschera, Abaddon continuò: «Per lo stesso motivo, nessuno, finché è qui, viene mai chiamato col suo nome né col suo cognome. La cerimonia dell'iniziazione comprende il battesimo che consente di essere iniziati nella nostra fede. Ciascun iniziato riceve un nome satanico col quale, in seguito, sarà conosciuto da tutti gli altri in seno alla Fratellanza. Dev'essere un nome allusivo del servizio che prestiamo a Satana Signore Nostro. I nomi che esprimono la sua più sublime Nobiltà, come quello dei Serafini che circondano il Suo Trono e ricevono ordini da Lui direttamente come Asmodeo, Uriel, Zabulon, Nebros e così via, non possono essere assunti dagli iniziati. Come il mio, che è Abaddon, essi sono riservati come titoli per designare i Sommi Sacerdoti delle diverse Logge. Lei, comunque, può scegliere il nome che preferisce fra quelli di tutte le streghe e di tutti gli stregoni vissuti in passato in questo o in qualunque altro paese. E siccome ognuno di noi ha dimorato, durante le incarnazioni precedenti, tanto in corpi maschili che femminili, un uomo può scegliere, se lo preferisce, un nome femminile e una donna può scegliere un nome maschile». Avendo fornito tutte le informazioni del caso, Abaddon tacque e parve che si sentisse a tutto suo agio standosene seduto con le lunghe dita intrec-

ciate sulla scrivania, gli occhi fissi su Mary e un sorriso appena percettibile sulle labbra. Mary trovava quel silenzio prolungato, quel sorrisetto indecifrabile piuttosto inquietanti e cercava qualche argomento plausibile per uscire dall'imbarazzo. «Circe era una famosa maga, se non m'inganno» disse, alla fine. «È un bel nome, e a me non dispiacerebbe.» «Ma è più che giusto, cara» rispose Abaddon, accentuando il sorriso. «Il nome dell'incarnatrice della mitologia greca si adatta perfettamente alla sua bruna bellezza, ma ci rifletta ancora. Ha tempo in abbondanza, prima dell'iniziazione. Prima d'allora lei potrebbe scegliere un altro nome.» Ratnadatta rientrò in quel momento. Aveva il volto coperto da una maschera e due donne, ugualmente mascherate, lo seguivano. Indossavano tutt'e due abiti che sarebbero stati adatti per andare a passeggio in Bond Street o per partecipare a un pranzo di una qualche importanza. La più anziana era una donna coi capelli grigi, minuta, ma dal portamento eretto, con una figura armoniosa e una gran sicurezza di sé. Gli abiti erano buoni, ma piuttosto trasandati, come se non si preoccupasse molto di quelle frivolezze. Al collo portava una collana di perle di buona caratura, al dito aveva la fede nuziale e un diamante che, così a occhio e croce, non pareva di molto valore. L'altra era la ragazza cinese. A Mary bastò un'occhiata per convincersi che l'abito che indossava doveva essere costato almeno sessanta sterline, il cappellino circa una ventina e altrettante le scarpe fatte a mano. Sul bavero della giacca aveva una spilla di platino con diamanti che poteva uscire soltanto dalla vetrina di un gioielliere di prima classe. Non aveva fede matrimoniale, ma all'indice sinistro brillava uno dei più grossi diamanti solitari che Mary avesse mai visto. Alzatosi, Abaddon s'inchinò alle due donne e le salutò: «Salute a voi, figliole». Poi, indicando Mary: «Ecco una che aspira a far parte della nostra Fratellanza nel servizio di Satana Nostro Signore, sul conto della quale nutro buone speranze e penso che si rivelerà degna di diventare una nostra Sorella. Per ora, noi potremo riferirci a lei chiamandola col nome di Circe». Tacque un istante, poi, rivolgendosi a Mary, indicò una alla volta le due donne e le presentò: «La Contessa di Salisbury e Tung-fang Shuo, onorate Sorelle dell'Ariete». Poi, alle due sacerdotesse: «Nella cella numero dieci troverete tutto il necessario per preparare Circe in modo degno per la sua prima cerimonia. Vi prego di accompagnarla e di aiutarla a fare quant'è

simili dubbi non sono infrequenti in persone della sua età. Per i giovani l'ignoto<br />

è sempre più pauroso che per gli anziani, e alla nostra giovane amica<br />

non è stato concesso il tempo necessario per liberarsi completamente dalle<br />

idee acquisite mediante un'educazione convenzionale. Comunque, nel suo<br />

caso nessuno di questi impedimenti che si frappongono al conseguimento<br />

di un felice stato mentale sono talmente gravi da non poter essere superati<br />

in breve tempo, ora che è diventata una di noi. Questa sera la nostra Alta<br />

Sacerdotessa non sarà con noi, ma ogni Sorella dell'Ariete è in grado di<br />

prepararla. Sàsìn, va', e conduci qui due delle nostre sorelle scelte fra le più<br />

anziane».<br />

Ratnadatta uscì. Tolta da un cassetto una maschera di satin nero, Abaddon<br />

gliela diede. «Si tolga il fazzoletto e metta questa» le disse. «L'identità<br />

di tutti i fratelli e di tutte le sorelle è nota soltanto al Sommo Sacerdote e<br />

alla Suprema Sacerdotessa, ma non è affatto necessario che sia rivelata ad<br />

altri. Alcuni la rivelano a qualche Confratello a qualche Sorella per poter<br />

sviluppare un'amicizia fuori dal Tempio, altri preferiscono mantenere l'incognito.<br />

È per questo motivo che tutti quanti, tranne me e la Suprema Sacerdotessa,<br />

portano la maschera dall'inizio alla fine delle nostre cerimonie.»<br />

Dopo che Mary si fu messa la maschera, Abaddon continuò: «Per lo<br />

stesso motivo, nessuno, finché è qui, viene mai chiamato col suo nome né<br />

col suo cognome. La cerimonia dell'iniziazione comprende il battesimo<br />

che consente di essere iniziati nella nostra fede. Ciascun iniziato riceve un<br />

nome satanico col quale, in seguito, sarà conosciuto da tutti gli altri in seno<br />

alla Fratellanza. Dev'essere un nome allusivo del servizio che prestiamo a<br />

Satana Signore Nostro. I nomi che esprimono la sua più sublime Nobiltà,<br />

come quello dei Serafini che circondano il Suo Trono e ricevono ordini da<br />

Lui direttamente come Asmodeo, Uriel, Zabulon, Nebros e così via, non<br />

possono essere assunti dagli iniziati. Come il mio, che è Abaddon, essi sono<br />

riservati come titoli per designare i Sommi Sacerdoti delle diverse Logge.<br />

Lei, comunque, può scegliere il nome che preferisce fra quelli di tutte<br />

le streghe e di tutti gli stregoni vissuti in passato in questo o in qualunque<br />

altro paese. E siccome ognuno di noi ha dimorato, durante le incarnazioni<br />

precedenti, tanto in corpi maschili che femminili, un uomo può scegliere,<br />

se lo preferisce, un nome femminile e una donna può scegliere un nome<br />

maschile».<br />

Avendo fornito tutte le informazioni del caso, Abaddon tacque e parve<br />

che si sentisse a tutto suo agio standosene seduto con le lunghe dita intrec-

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