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club satanista - Thule-italia.net

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Dinah si comportò egregiamente, ma io capivo che non l'aveva bevuta.<br />

Si prese una notte per riflettere e la mattina dopo disse che la sua condotta<br />

sarebbe dipesa dall'esito del processo. Se fossi riuscito a dimostrare la<br />

mia innocenza, m'avrebbe chiesto umilmente perdono per aver dubitato di<br />

me. Se mi ero lasciato andare e se quel tradimento non avesse avuto altro<br />

seguito, m'avrebbe perdonato. Ma se dal processo fosse emerso che avevo<br />

avuto una relazione regolare con quella donna, allora avrebbe dovuto<br />

prendere una decisione diversa. In attesa del risultato del processo, sarebbe<br />

tornata a vivere in casa dei suoi genitori.<br />

Il processo era stato fissato per la tornata autunnale e io trascorsi un 'estate<br />

d'inferno. Poi ci ritrovammo in tribunale e fu lì che vidi la signora<br />

per la prima volta. Era un tipo di bellezza spagnola, con capelli neri, scura<br />

di pelle e attraente. Avrei dovuto aspettarmelo, e invece mi prese del<br />

tutto alla sprovvista quando mi salutò come una vecchia conoscenza e con<br />

un sorriso carico di rimprovero mi disse: «Otto, ti sei comportato malissimo<br />

con me. Non mi hai scritto nemmeno una riga in tutti questi mesi,<br />

senza pensare che quello che è fatto è fatto. Se anche ti facevi vivo, peggio<br />

di così non poteva andare».<br />

Cosa potevo fare? Tacqui e mi limitai a fissarla freddamente.<br />

Il dibattito non durò a lungo, anche perché la mia unica testimone mi<br />

deluse completamente. Il mio avvocato me l'aveva detto che la padrona di<br />

casa di Lothar gli era parsa infida, che aveva rifiutato di firmare una deposizione.<br />

Lì in tribunale, dichiarò, sotto giuramento, che era la prima<br />

volta che mi vedeva.<br />

Il motivo era chiaro, ma lo capivo soltanto in quel momento: la donna<br />

doveva essere al servizio dei russi, che la pagavano perché desse alloggio<br />

ai loro agenti segreti e tenesse la bocca chiusa. Nessun dubbio che mi credesse<br />

una spia russa e, pur di cavarsi dai pasticci, aveva negato d'avermi<br />

conosciuto per non andarci di mezzo se m'avessero arrestato.<br />

Ovvio che la sentenza mi fu contraria. Ma subito dopo il dibattito prese<br />

una piega più favorevole. Interrogata dall'accusa e dalla difesa, la domestica<br />

dei Wilberforce ammise che la sua padrona intratteneva spesso uomini<br />

diversi quando il marito era assente. Questa confessione riduceva il<br />

danno che potevo aver causato, e riduceva anche il risarcimento pecuniario<br />

che avrei dovuto pagare. La Wilberforce appariva sotto una luce ben<br />

diversa, non certo come il tipo di donna con la quale avrei potuto intrattenere<br />

una relazione prolungata. Potevo sperare che Dinah comprendesse,<br />

che tornasse da me.

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