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30.01.2013 Views

qualcosa sulla morte di Teddy...". Comunque, la prudenza la spingeva a cercar di scoprire qualche cosa di più, prima d'impegnarsi, perciò ruppe il silenzio per chiedere: «E cosa esattamente dovrei fare per essere accettata come neofita?». «Gliel'ho già spiegato» replicò Ratnadatta, incapace di dissimulare una certa dose d'impazienza. «Lei deve promettere obbedienza al nostro Sommo Sacerdote e giurare di mantenere il segreto su tutto quello che riguarda la Fratellanza. Dopo, riceverà il benvenuto, l'abbraccio di tutti i presenti e la cerimonia è conclusa. Il rito dura soltanto un quarto d'ora... Forse venti minuti.» «E dopo?» insistette Mary. «Dopo, siccome lei non è ancora una iniziata, può tornarsene a casa, naturalmente. Io stesso la riaccompagnerò sino a Hyde Park Corner. Poi attenderà due, tre, forse quattro settimane, sino a quando Abaddon avrà bisogno di lei, e le chiederà di fare qualcosa per provare la sua buona volontà di servire per il bene del Tempio.» «E cosa accadrebbe se non riuscissi a superare la prova?» «Perderebbe l'occasione per diventare iniziata. Sarebbe molto spiacevole, perché non importa cosa pensa lei di se stessa, io so che è pronta per avanzare speditamente sul Giusto Sentiero! Ma non c'è nessun motivo perché debba temere di non riuscire. I compiti assegnati sono sempre tali che il neofita è in grado di assolverli.» Dopo che Ratnadatta le aveva spiegato chiaramente che doveva passare ancora attraverso due stadi preliminari prima d'impegnarsi senza più via di scampo, Mary si sentiva più tranquilla e considerava sotto una luce completamente diversa l'intera faccenda, anche sulla base del ricordo di quanto era accaduto il sabato precedente. Il pensiero dei lunghi giorni vuoti, delle serate da trascorrere nella solitudine influivano, senza che se ne rendesse conto, sulla sua scelta, forse più ancora del desiderio di vendicare la morte di Teddy. «E allora siamo d'accordo» rispose impulsivamente. «Se devo essere sincera, ero un poco spaventata e avevo deciso di rinunciare. Comunque, ora non vedo perché dovrei sottrarmi alla breve cerimonia che lei ha prospettato, purché mi si dia tutto il tempo necessario per abituarmi all'idea dell'altra cerimonia più impegnativa. Resta deciso che ci rivediamo sabato prossimo, come eravamo rimasti d'accordo.» «Bene. Molto bene!» replicò Ratnadatta.

9 Complotto diabolico Mentre Mary faceva sconsolatamente colazione col prosciutto tedesco comperato per festeggiare la riconciliazione con Barney, il colonnello Verney era già in ufficio, intento a spulciare la posta in arrivo. Il venerdì precedente aveva preso l'aereo per Nizza deciso a trascorrere il fine settimana con sua moglie. Da Nizza era partito il lunedì per Napoli, dove aveva partecipato a una riunione della N.A.T.O. ed era tornato a Londra soltanto la sera precedente. Aveva trovato Molly in ottima forma e si era riposato fra gli aranci e gli oleandri della loro villa, profittando di quella parentesi di pace per ritemprarsi un poco, sapendo che, comunque, avrebbe dovuto scontarla al ritorno con l'accumulo di pratiche che attendevano di essere risolte. Mettendo in disparte quei documenti che esigevano decisioni complesse, Verney sceglieva gli altri che richiedevano risposte sollecite. Incaricata la segretaria di rispondere alla corrispondenza più urgente, si concesse un'ora di tempo per leggere i rapporti che si erano accumulati sul suo tavolo. Fra gli altri, ce n'era uno di Forsby, che si limitava a comunicargli notizie sulla condotta di Otto Khune. Negli ultimi tempi lo scienziato non aveva smesso con le sue stranezze, ma non aveva dato nemmeno spunti per sospettare di lui e nulla induceva a credere che fosse in contatto con persone sospette. Comunque, durante quella settimana aveva completato quella specie di diario che concerneva il suo passato. Forsby allegava una fotocopia dell'ultima parte, presa la domenica precedente, quando Khune si era assentato dalla base. Verney incominciò a leggere: Nel maggio del 1950, dopo otto anni di separazione, ho rivisto mio fratello Lothar. In quel periodo vivevo a Farnborough assieme a mia moglie Dinah e per conto del Ministero dei Rifornimenti mi occupavo delle statistiche sull'impiego dei nuovi carburanti che venivano collaudati qui, nel centro Sperimentale del Volo. Io e mia moglie abitavamo in una casetta confortevole alla periferia della città e nel vicinato ci eravamo fatti parecchi amici. La nostra vita era trascorsa felice sino a quando, verso i primi di maggio, incominciai ad essere assalito da tutta una serie di preoccupazioni sul conto di Lothar. Era da molto tempo che pensavo a lui soltanto saltuariamente. Sapevo

9<br />

Complotto diabolico<br />

Mentre Mary faceva sconsolatamente colazione col prosciutto tedesco<br />

comperato per festeggiare la riconciliazione con Barney, il colonnello<br />

Verney era già in ufficio, intento a spulciare la posta in arrivo. Il venerdì<br />

precedente aveva preso l'aereo per Nizza deciso a trascorrere il fine settimana<br />

con sua moglie. Da Nizza era partito il lunedì per Napoli, dove aveva<br />

partecipato a una riunione della N.A.T.O. ed era tornato a Londra soltanto<br />

la sera precedente. Aveva trovato Molly in ottima forma e si era riposato<br />

fra gli aranci e gli oleandri della loro villa, profittando di quella parentesi<br />

di pace per ritemprarsi un poco, sapendo che, comunque, avrebbe dovuto<br />

scontarla al ritorno con l'accumulo di pratiche che attendevano di essere risolte.<br />

Mettendo in disparte quei documenti che esigevano decisioni complesse,<br />

Verney sceglieva gli altri che richiedevano risposte sollecite. Incaricata la<br />

segretaria di rispondere alla corrispondenza più urgente, si concesse un'ora<br />

di tempo per leggere i rapporti che si erano accumulati sul suo tavolo. Fra<br />

gli altri, ce n'era uno di Forsby, che si limitava a comunicargli notizie sulla<br />

condotta di Otto Khune. Negli ultimi tempi lo scienziato non aveva smesso<br />

con le sue stranezze, ma non aveva dato nemmeno spunti per sospettare di<br />

lui e nulla induceva a credere che fosse in contatto con persone sospette.<br />

Comunque, durante quella settimana aveva completato quella specie di<br />

diario che concerneva il suo passato. Forsby allegava una fotocopia dell'ultima<br />

parte, presa la domenica precedente, quando Khune si era assentato<br />

dalla base.<br />

Verney incominciò a leggere:<br />

Nel maggio del 1950, dopo otto anni di separazione, ho rivisto mio fratello<br />

Lothar. In quel periodo vivevo a Farnborough assieme a mia moglie<br />

Dinah e per conto del Ministero dei Rifornimenti mi occupavo delle statistiche<br />

sull'impiego dei nuovi carburanti che venivano collaudati qui, nel<br />

centro Sperimentale del Volo.<br />

Io e mia moglie abitavamo in una casetta confortevole alla periferia della<br />

città e nel vicinato ci eravamo fatti parecchi amici. La nostra vita era<br />

trascorsa felice sino a quando, verso i primi di maggio, incominciai ad essere<br />

assalito da tutta una serie di preoccupazioni sul conto di Lothar.<br />

Era da molto tempo che pensavo a lui soltanto saltuariamente. Sapevo

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