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30.01.2013 Views

candidata per l'iniziazione alla Fratellanza. Ma la decisione non era così facile! Mary l'aveva appena formulata che subito incominciò a chiedersi se Ratnadatta, deluso e contrariato nel veder annullati i propri sforzi, se la sarebbe presa sino al punto di vendicarsi in qualche maniera... Poi un nuovo pensiero le s'affacciò, improvviso, alla mente: alle serate in casa della signora Wardeel avrebbe ritrovato anche Barney... Come aveva fatto a non pensarci prima? Eccola l'occasione per riallacciare i rapporti con lui! Lo avrebbe indotto a riaccompagnarla dopo la seduta; gli avrebbe detto che, per farsi perdonare d'avergli rovinato la serata, aveva preparato una cenetta a due e l'avrebbe convinto a seguirla a casa sua. Più rifletteva, più quel progetto le piaceva. L'ansia di metterlo in pratica le fece dimenticare le blande paure che scaturivano dalla certezza d'incontrare Ratnadatta. Il pomeriggio si recò nel West End per presentare una serie di costumi da bagno per la prossima estate e la sera si godette un film. Per martedì non aveva alcun impegno, così trascorse la mattinata a ordinare da cima a fondo il salotto; il pomeriggio andò a far spesa da Harrods, dove comprò prosciutto affumicato della Vestfalia, salmone freddo, il necessario per un'insalata di contorno, formaggio e frutta. Tornata a casa, mentre apparecchiava rimpiangeva le comodità della sua casa di Wimbledon. Comunque, aveva comprato abbastanza fiori da rendere allegro il salottino e il negoziante che le aveva venduto la bottiglia di Hock l'aveva rassicurata dicendole che il vino era ottimo. Lieta della prospettiva che le si offriva, Mary uscì per recarsi alla riunione e giunse a casa della signora Wardeel un po' prima delle venti. Quando entrò nella sala delle conferenze, Barney e Ratnadatta non erano ancora arrivati. L'indiano giunse prima che la conferenza iniziasse, ma Barney non si era ancora fatto vivo. Tema della conferenza di quella sera era la religione degli antichi Maya, le relazioni esistenti fra il loro antico credo e la Teosofia, ma Mary quasi non ascoltava. Ogni tanto si voltava a guardare verso l'entrata con la speranza di veder finalmente apparire Barney e silenziosamente prendere posto in una sedia delle ultime file, ma la sua speranza continuava ad essere delusa. Mary tentava di persuadersi che, avendo saputo in anticipo il tema della conferenza, Barney avesse deciso di non assistere alle esibizioni di un nuovo medium. Ma la conferenza terminò, le sedie vennero disposte in

cerchio, e Barney non si era ancora fatto vivo. Il medium di quella sera era un uomo alto e magro. Sedutosi al centro del cerchio, la signora Wardeel lo avvolse sino al mento in un ampio lenzuolo, poi due fra i presenti, scelti a caso, furono invitati ad accertarsi che non c'erano fili elettrici né altri collegamenti nascosti. Tutte le luci, tranne una minuscola lampadina, vennero spente e ogni partecipante afferrò la mano del vicino. Seguì un lungo silenzio durante il quale non accadde nulla, poi attorno alla bocca del medium incominciò ad apparire una debole luminescenza. Il bagliore s'intensificò a mano a mano, sino a rivelare tutto il volto del medium che, spalancata la bocca, incominciò a respirare con un gorgoglìo tracheale, come se rantolasse; sull'orlo delle labbra prese a formarsi una leggera schiuma giallastra che aumentò sino a diventare una bolla solida che nascose i denti, le gengive e la lingua. Per qualche minuto la bolla rimase a sballonzolare sulla bocca del medium, gonfiandosi e sgonfiandosi col respiro. Mentre il medium si sforzava per espellerla, il bagliore la illuminava e illuminava anche la faccia, grondante di sudore. Alla fine la bolla si staccò, scese sul mento e, simile ad una pagnotta di lievito, rotolò giù per il lenzuolo e andò a fermarsi all'altezza dello stomaco mentre altra e altra ancora di quella roba continuava ad uscire dalla bocca sino a formare una massa grossa quanto un'anguria media, che s'appiattì lentamente. Da quel viluppo pastoso incominciarono ad emergere cinque protuberanze arrotondate, che s'allungarono via via sino a quando l'insieme incominciò a prendere la forma d'una mano rudimentale attaccata mediante un braccio ricurvo alla bocca spalancata. Prima di quella sera Mary non aveva mai visto un occultista proiettare ectoplasma, né sapeva che si potesse dargli forma d'arto umano o di corpo fosse pure rudimentale. Quella vista l'avrebbe impressionata se appena tre sere prima non fosse stata testimone di uno spettacolo da far rizzare i capelli in testa ai più coraggiosi, quando il Grande Ariete aveva prodotto una nube di fumo dalla quale era scaturito addirittura un pupazzo completamente formato, capace di movimento autonomo e completamente distaccato da chi l'aveva generato. Conseguentemente, trovava piuttosto noiosa quella manifestazione, e come se non bastasse, l'assenza di Barney la innervosiva e la distraeva. Cenando assieme, Barney aveva espresso francamente la propria incredulità per quel che riguardava l'esibizione della medium che avevano visto all'opera la settimana precedente. Mary pensava che, scettico sulla credibi-

cerchio, e Barney non si era ancora fatto vivo.<br />

Il medium di quella sera era un uomo alto e magro. Sedutosi al centro<br />

del cerchio, la signora Wardeel lo avvolse sino al mento in un ampio lenzuolo,<br />

poi due fra i presenti, scelti a caso, furono invitati ad accertarsi che<br />

non c'erano fili elettrici né altri collegamenti nascosti. Tutte le luci, tranne<br />

una minuscola lampadina, vennero spente e ogni partecipante afferrò la<br />

mano del vicino. Seguì un lungo silenzio durante il quale non accadde nulla,<br />

poi attorno alla bocca del medium incominciò ad apparire una debole<br />

luminescenza.<br />

Il bagliore s'intensificò a mano a mano, sino a rivelare tutto il volto del<br />

medium che, spalancata la bocca, incominciò a respirare con un gorgoglìo<br />

tracheale, come se rantolasse; sull'orlo delle labbra prese a formarsi una<br />

leggera schiuma giallastra che aumentò sino a diventare una bolla solida<br />

che nascose i denti, le gengive e la lingua. Per qualche minuto la bolla rimase<br />

a sballonzolare sulla bocca del medium, gonfiandosi e sgonfiandosi<br />

col respiro. Mentre il medium si sforzava per espellerla, il bagliore la illuminava<br />

e illuminava anche la faccia, grondante di sudore. Alla fine la bolla<br />

si staccò, scese sul mento e, simile ad una pagnotta di lievito, rotolò giù<br />

per il lenzuolo e andò a fermarsi all'altezza dello stomaco mentre altra e altra<br />

ancora di quella roba continuava ad uscire dalla bocca sino a formare<br />

una massa grossa quanto un'anguria media, che s'appiattì lentamente. Da<br />

quel viluppo pastoso incominciarono ad emergere cinque protuberanze arrotondate,<br />

che s'allungarono via via sino a quando l'insieme incominciò a<br />

prendere la forma d'una mano rudimentale attaccata mediante un braccio<br />

ricurvo alla bocca spalancata.<br />

Prima di quella sera Mary non aveva mai visto un occultista proiettare<br />

ectoplasma, né sapeva che si potesse dargli forma d'arto umano o di corpo<br />

fosse pure rudimentale. Quella vista l'avrebbe impressionata se appena tre<br />

sere prima non fosse stata testimone di uno spettacolo da far rizzare i capelli<br />

in testa ai più coraggiosi, quando il Grande Ariete aveva prodotto una<br />

nube di fumo dalla quale era scaturito addirittura un pupazzo completamente<br />

formato, capace di movimento autonomo e completamente distaccato<br />

da chi l'aveva generato. Conseguentemente, trovava piuttosto noiosa<br />

quella manifestazione, e come se non bastasse, l'assenza di Barney la innervosiva<br />

e la distraeva.<br />

Cenando assieme, Barney aveva espresso francamente la propria incredulità<br />

per quel che riguardava l'esibizione della medium che avevano visto<br />

all'opera la settimana precedente. Mary pensava che, scettico sulla credibi-

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