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30.01.2013 Views

chiere colmo di vino. Dopo il risveglio tranquillo, riflettendo sull'incidente della sera prima, Mary dunque si convinse che si era lasciata spaventare senza motivo. Perché i satanisti potessero tenerla d'occhio ventiquattr'ore su ventiquattro avrebbero dovuto impiegare un esercito di chiaroveggenti, e certo lei non era una pedina tanto importante, per la sua sorveglianza non valeva la pena organizzare un simile sforzo. Che esistesse una specie di preallarme che li avvertisse quando uno qualunque dei loro affiliati stava per tradire, era cosa assolutamente incredibile. Se poi avessero avuto davvero a disposizione un simile controllo telepatico, perché mai avrebbero dovuto permetterle di continuare per una mezz'ora buona a raccontare quel che aveva visto nel tempio, prima di costringerla a smettere? Come se non bastasse, l'idea che potessero paralizzarle le dita operando a distanza era troppo fantastica perché la si potesse accettare. La verità era molto più semplice: quando aveva accettato il bicchiere che Barney le porgeva, era distratta e si era comportata sbadatamente. Il fatto, poi, che avesse rovesciato il vino nell'istante in cui stava raccontando a Barney del diavoletto nero, era stato puramente accidentale. Molto confortata da quella logica che cacciava dalla sua mente le paure della notte, mentre stava nel bagno meditava su qualcosa d'interessante, capace di distrarla ora che aveva deciso di troncare la crociata appena intrapresa per assicurare alla giustizia gli assassini di Teddy. Comunque avrebbe dovuto attendere almeno alcune settimane prima di ritornare esteriormente com'era stata prima di trasformarsi in Margot Mauriac e poter affrontare senza eccessivo imbarazzo le persone che conosceva da vecchia data. Il lavoro recente di modella le aveva già procurato alcune conoscenze, e senza dubbio altre gliene avrebbe procurate col tempo. Ma gli uomini che si dedicavano a quello che in Inghilterra chiamano il "commercio degli stracci" consideravano le modelle come manichini e niente più e poco si curavano di loro; le colleghe in genere, favorite dalla bellezza e dall'eleganza, e tutte molto sofisticate, o erano sposate o avevano numerosi amici che le tenevano occupatissime. La sera, prima d'addormentarsi, si era rassegnata all'idea d'aver perso Barney, ma non avrebbe saputo dire se la constatazione le faceva piacere o se la rattristava. Malgrado il lungo rancore covato contro il giovanotto, in quelle poche sere trascorse assieme la sua allegria spontanea, la sua conversazione intelligente le avevano procurato un certo piacere. Fosse pure a

livello di subconscio, lo trovava sempre un uomo molto attraente. Dover constatare che non aveva più alcuna speranza di farlo innamorare, dover ammettere d'essersi comportata da stupida con lui, le procurava una delusione cocente, ma cercava di consolarsi ripetendosi il proverbio secondo il quale "due torti non fanno una ragione". E forse era meglio così, meglio se il suo progetto di vendetta si era appassito prima ancora di germogliare. Ma il ricordo era come il mal di denti, che non si può dimenticare con uno sforzo di volontà né a furor di logica. Immersa nella vasca da bagno, Mary meditava una qualche scusa, un pretesto qualunque per rimettersi in contatto con lui. Se le avesse dato il suo indirizzo, gli avrebbe scritto un biglietto per chiedergli scusa e forse sarebbe riuscita a riannodare il filo strappato della loro recente amicizia. Ma il suo indirizzo non l'aveva... Mary pensò che doveva pur avere un recapito telefonico e, uscita dal bagno e asciugatasi, andò a consultare l'elenco... Ma fra gli abbonati non c'era nessun Lord Lame. Buttato l'elenco con un gesto stizzito, si diede dell'imbecille per aver tentato, ripetendosi che, essendo il titolo nobiliare falso, non aveva avuto il coraggio di usarlo pubblicamente. Quella constatazione metteva una pietra sul caso Barney. Doveva accettare il fatto compiuto: Barney Sullivan era uscito ancora una volta dalla sua vita, e forse definitivamente. Le sole altre conoscenze fatte dopo essersi trasformata nella signora Margot Mauriac erano quelle che aveva incontrato in casa della Wardeel. Erano parecchie, e le conosceva abbastanza bene, tanto da poter coltivare una qualche amicizia, almeno con alcune di esse, ma siccome erano in genere più anziani di lei, e per giunta ricercatori fanatici della Verità, la loro compagnia non prometteva le distrazioni, lo svago che cercava. Poi il pensiero delle giornate vuote, quando non sarebbe stata impegnata come modella, spese a guardar fuori dalla finestra senza avere alcuna prospettiva per la sera, tranne uno spettacolo cinematografico al quale recarsi sola soletta, la convinse che almeno quei contatti umani sarebbero stati meglio che nulla. Mary si era proposta di non andare più in casa della Wardeel, perché se ci fosse tornata avrebbe incontrato ancora Ratnadatta. Ma se l'aver rovesciato il vino era stato un fatto puramente casuale, e adesso ne era convinta, non aveva nulla da temere da lui! Sarebbe andata dalla Wardeel martedì sera e gli avrebbe detto che, dopo aver riflettuto ben bene, si sentiva ancora troppo legata alle convenzioni, alle tradizioni inculcate in lei dall'educazione ricevuta, che la sua mentalità ristretta la escludeva come possibile

chiere colmo di vino.<br />

Dopo il risveglio tranquillo, riflettendo sull'incidente della sera prima,<br />

Mary dunque si convinse che si era lasciata spaventare senza motivo. Perché<br />

i satanisti potessero tenerla d'occhio ventiquattr'ore su ventiquattro avrebbero<br />

dovuto impiegare un esercito di chiaroveggenti, e certo lei non<br />

era una pedina tanto importante, per la sua sorveglianza non valeva la pena<br />

organizzare un simile sforzo. Che esistesse una specie di preallarme che li<br />

avvertisse quando uno qualunque dei loro affiliati stava per tradire, era cosa<br />

assolutamente incredibile. Se poi avessero avuto davvero a disposizione<br />

un simile controllo telepatico, perché mai avrebbero dovuto permetterle di<br />

continuare per una mezz'ora buona a raccontare quel che aveva visto nel<br />

tempio, prima di costringerla a smettere? Come se non bastasse, l'idea che<br />

potessero paralizzarle le dita operando a distanza era troppo fantastica perché<br />

la si potesse accettare. La verità era molto più semplice: quando aveva<br />

accettato il bicchiere che Barney le porgeva, era distratta e si era comportata<br />

sbadatamente. Il fatto, poi, che avesse rovesciato il vino nell'istante in<br />

cui stava raccontando a Barney del diavoletto nero, era stato puramente<br />

accidentale.<br />

Molto confortata da quella logica che cacciava dalla sua mente le paure<br />

della notte, mentre stava nel bagno meditava su qualcosa d'interessante,<br />

capace di distrarla ora che aveva deciso di troncare la crociata appena intrapresa<br />

per assicurare alla giustizia gli assassini di Teddy. Comunque avrebbe<br />

dovuto attendere almeno alcune settimane prima di ritornare esteriormente<br />

com'era stata prima di trasformarsi in Margot Mauriac e poter<br />

affrontare senza eccessivo imbarazzo le persone che conosceva da vecchia<br />

data.<br />

Il lavoro recente di modella le aveva già procurato alcune conoscenze, e<br />

senza dubbio altre gliene avrebbe procurate col tempo. Ma gli uomini che<br />

si dedicavano a quello che in Inghilterra chiamano il "commercio degli<br />

stracci" consideravano le modelle come manichini e niente più e poco si<br />

curavano di loro; le colleghe in genere, favorite dalla bellezza e dall'eleganza,<br />

e tutte molto sofisticate, o erano sposate o avevano numerosi amici<br />

che le tenevano occupatissime.<br />

La sera, prima d'addormentarsi, si era rassegnata all'idea d'aver perso<br />

Barney, ma non avrebbe saputo dire se la constatazione le faceva piacere o<br />

se la rattristava. Malgrado il lungo rancore covato contro il giovanotto, in<br />

quelle poche sere trascorse assieme la sua allegria spontanea, la sua conversazione<br />

intelligente le avevano procurato un certo piacere. Fosse pure a

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