OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
senze di forme e tipi, sfruttando solo in parte e solo<br />
in alcuni casi le potenzialità della ceramica, ad<br />
esempio nelle questioni di storia economica.<br />
Ritengo che la causa dell’ “inaridimento” di<br />
questo ramo dell’archeologia sia dovuto alla trascuratezza<br />
nei confronti di tematiche di primo<br />
piano - ad esempio quelle relative alla sfera della<br />
produzione e della circolazione - e al mancato sviluppo<br />
nelle direzioni più promettenti e fruttuose<br />
della ricerca che pur si sono configurate negli ultimi<br />
decenni del secolo scorso; inoltre ad una certa<br />
inadeguatezza dimostrata dagli archeologi nel<br />
gestire nuovi approcci metodologici, come ad esempio<br />
quello archeometrico, dalla fase della programmazione<br />
della ricerca a quella della interpretazione<br />
dei dati ottenuti 329.<br />
Proprio la ricerca archeometrica sulle <strong>ceramiche</strong><br />
ha suscitato grande interesse negli ultimi<br />
decenni, per le sue enormi potenzialità. Purtroppo<br />
si è trattato spesso di un interesse effimero, che non<br />
sempre si è tradotto in un impegno costante che<br />
comporterebbe una revisione complessiva delle<br />
procedure adottate e un grande impiego di tempo e<br />
energia, anche per rinnovare saperi e professionalità<br />
dell’archeologo. In questo modo, anche la mag-<br />
329 Responsabilità altrettanto importanti hanno avuto gli<br />
“scienziati” che spesso non hanno fatto molti sforzi per dialogare<br />
con gli archeologi, ma ritengo opportuno in questa sede<br />
Gloria Olcese 71<br />
gior parte dei dati che la ricerca archeometrica ha<br />
prodotto nel campo della ceramica, se pur in mezzo<br />
a difficoltà di ogni genere, e che effettivamente<br />
potrebbero apportare un contributo determinante -<br />
a saperli leggere - non sono stati tuttora interpretati<br />
appieno e non hanno avuto sensibili ricadute in<br />
campo storico - archeologico.<br />
In conclusione, se si ritiene che la ricerca ceramologica<br />
costituisca parte fondamentale della<br />
ricerca archeologica, è necessario rivedere e completare<br />
modalità di approccio e di studio, ripensando<br />
anche tutta la fase di formazione degli studenti<br />
che si confrontano con questi temi, dando loro<br />
maggiore dimestichezza con tutti i metodi in<br />
nostro possesso per l’interpretazione dei dati.<br />
Ma soprattutto è auspicabile che l’archeologo -<br />
e penso soprattutto a chi lavora in Italia e si occupa<br />
di economia antica - riconsideri tutta una serie<br />
di domande fondamentali relative alla sfera dell’archeologia<br />
della produzione e del commercio.<br />
Tali domande rimangono in buona parte senza<br />
risposta mentre spesso potrebbero trovarla proprio<br />
nello studio della ceramica.<br />
segnalare soprattutto i problemi degli archeologi che spesso<br />
hanno ribadito la centralità della loro figura nella gestione<br />
della ricerca archeometrica. Per questi temi, Olcese 2000.