OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
62<br />
LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />
Fig. 37) L’area romana con la localizzazione dei distretti vulcanici<br />
sabatino e albano: 1. Depositi alluvionali recenti e attuali 2.<br />
Travertini 3. Unità idromagmatiche 4. Depositi piroclastici<br />
di ricaduta 5. Colate di lava 6. Unità ignimbritiche dei Colli<br />
Albani 7.Unità ignimbritiche sabatine 8. Unità sedimentarie<br />
plio-pleistoceniche 9. Orlo di caldera 10. Orlo di cratere 11.<br />
Unità sedimentarie pelagiche meso-cenozoiche 12. Unità<br />
sedimentarie meso-cenozoiche di piattaforma carbonatica<br />
(da “La geologia di <strong>Roma</strong>” 1995, p. 88, fig. 42).<br />
diversificare le considerazioni sui quartieri artigianali<br />
per epoca. Emerge comunque con chiarezza<br />
nella zona indagata la presenza di strutture<br />
artigianali diverse per ampiezza e area di rifornimento.<br />
La struttura maggiormente presente (o per<br />
lo meno quella che è stata censita più frequentemente)<br />
è la piccola officina, spesso annessa alla<br />
villa, destinata alla produzione della ceramica per<br />
il fabbisogno della villa stessa o, al massimo, per il<br />
mercato locale.<br />
Nella zona considerata, e soprattutto nell’area<br />
a nord di <strong>Roma</strong>, esistono una serie di officine in<br />
contesti rurali, legate a ville rustiche, la cui produzione<br />
dipendeva dal consumo e dal fabbisogno<br />
locale. Il survey della British School di <strong>Roma</strong> ha<br />
messo in evidenza tale schema produttivo, diffuso<br />
nella prima e media età imperiale, anche se il<br />
numero dei siti di produzione evidenziati risulta<br />
inaspettatamente basso 256. La produzione di queste<br />
piccole officine, spesso annesse alle ville e attive<br />
nella prima e media età imperiale, è piuttosto<br />
256 Potter 1985; Peña 1992.<br />
257 Peña 1994.<br />
258 Per i dati di laboratorio si veda il capitolo precedente. Probabilmente<br />
i ceramisti di Sutri si sono approvvigionati alle formazioni<br />
degli Appennini.<br />
varia e provvede al fabbisogno domestico<br />
di un mercato principalmente<br />
locale 257.<br />
Anche in questo ambito, per la<br />
realizzazione delle <strong>ceramiche</strong> vengono<br />
comunque utilizzate argille differenti<br />
a seconda della funzione dei<br />
recipienti.<br />
Tra le officine individuate nel<br />
corso dei surveys, un numero ridotto,<br />
tra cui quella di Sutri, del terzo quarto<br />
del I secolo d.C., è stata scavata e<br />
studiata integralmente. A Sutri la<br />
produzione comprendeva <strong>ceramiche</strong><br />
<strong>comuni</strong> e <strong>ceramiche</strong> a pareti sottili,<br />
con tipi caratteristici dell’epoca; gli<br />
impasti sono legati ad un contesto<br />
locale e sono ben distinguibili in laboratorio<br />
da quelli delle grandi produzioni<br />
<strong>ceramiche</strong> della zona di <strong>Roma</strong> e<br />
della Valle del Tevere, destinate ad<br />
una circolazione a lungo raggio 258.<br />
Se il modello riscontrato per le<br />
officine laterizie della zona di Tolfa è<br />
valido anche per altre aree della<br />
regione, sembra che il popolamento e<br />
la struttura della produzione di età<br />
repubblicana abbia subito sensibili<br />
modifiche nel giro di pochi decenni<br />
259. Proprio in questa zona, nel<br />
primo impero, i segni di ristrutturazione<br />
diffusa sono piuttosto evidenti,<br />
così come è visibile il passaggio da una “struttura<br />
indifferenziata ad una gerarchizzata” 260. Si tratta<br />
di piccole fornaci rustiche, situate sempre presso<br />
banchi d’argilla e spesso rinvenute in connessione<br />
con concentrazioni di bolli laterizi. L’età augustea<br />
segna il passaggio dalla diffusione di piccole fattorie<br />
di età repubblicana, modeste nelle dimensioni,<br />
alle grandi proprietà.<br />
Altra è la situazione di officine - urbane o rurali<br />
- come quella di Vasanello 261, nella zona di Orte,<br />
datata ad epoca augustea o quella della Celsa,<br />
sulla via Flaminia a nord di <strong>Roma</strong>, la cui produzione<br />
sembra avvenire soprattutto nel I/II secolo d.C.<br />
Si tratta di officine - o nuclei di officine - autonome,<br />
con produzioni massicce e diversificate, talora specializzate.<br />
La loro posizione in luoghi anche fuori<br />
mano, è comunque in prossimità di formazioni<br />
argillose, di vie d’acqua e di terra, talora in zone<br />
boschive ricche di legname.<br />
<strong>Le</strong> officine di Vasanello o quelle di Scoppieto, in<br />
259 Benelli 1995.<br />
260 Benelli 1995, p. 284.<br />
261 Sforzini 1990; Peña 1987; Peña 1992; Peña 1994.