OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora
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LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />
Fig. 32) Cluster della ceramica comune da cucina di <strong>Roma</strong> ed area romana (elementi utilizzati: Ca, Fe, Ti, K, Si Al,<br />
Mg, Mn, Na, Zr, Sr, Rb, Zn, Cr, Ni, V, Ce) (cluster M. Vichy, V. Thirion-Merle)<br />
Il sottogruppo chimico 3 riunisce tutte le <strong>ceramiche</strong><br />
da cucina prodotte nelle officine della Celsa,<br />
sulla via Flaminia e alcune rinvenute a <strong>Roma</strong>, probabilmente<br />
prodotte in quelle officine. <strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong><br />
da cucina prodotte nelle officine della Celsa si<br />
distinguono da quelle prodotte a <strong>Roma</strong>, per la presenza<br />
di alcuni elementi, La, MnO e Sr in quantità<br />
più elevate.<br />
Il sottogruppo chimico 4, articolato a sua volta<br />
in diversi sottogruppi per ora difficilmente individuabili,<br />
comprende la maggior parte delle <strong>ceramiche</strong><br />
da cucina e delle argille rinvenute nella zona<br />
di Vasanello e da altre località, tra cui anche Ostia<br />
e Paliano. Si potrebbe pensare che questo grosso<br />
sottogruppo rappresenti le produzioni <strong>ceramiche</strong><br />
della zona a nord di <strong>Roma</strong>.<br />
<strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong> da cucina di Macchia di Freddara<br />
costituiscono il sottogruppo chimico 5, piuttosto<br />
omogeneo (è formato solo da <strong>ceramiche</strong> di Macchia<br />
di Freddara) e ben distinto dagli altri. I valori di<br />
MgO e CaO sono deboli, così come quelli di Al 2O 3.<br />
Si tratta di argille con valori simili a quelli dei caolini,<br />
ma non di argille caolinitiche vere e proprie,<br />
piuttosto di argille caolinitiche “impure”.<br />
Nella parte finale della cluster si riuniscono in<br />
un insieme molte delle <strong>ceramiche</strong> di alcuni centri<br />
siti a sud- sud/est di <strong>Roma</strong> (Paliano, Olevano, Palestrina)<br />
e alcune <strong>ceramiche</strong> marginali alla classificazione.<br />
L’incrocio dei dati chimici con quelli archeologici<br />
e mineralogici consente di ipotizzare che tutto<br />
l’insieme considerato a sinistra della cluster (evidenziato<br />
dalla sottolineatura) corrisponda alla<br />
produzione della ceramica comune di <strong>Roma</strong> e della<br />
Valle del Tevere; inoltre che i sottogruppi 1, 2 e 3<br />
siano di probabile origine urbana/periurbana.<br />
La presenza all’interno di questo insieme di<br />
<strong>ceramiche</strong> rinvenute in altre località al di fuori di<br />
<strong>Roma</strong> (ad esempio a Ostia o a Sutri) potrebbe<br />
significare che si tratta di <strong>ceramiche</strong> importate in<br />
quei siti (potrebbe essere il caso delle <strong>ceramiche</strong> da<br />
cucina di Ostia) oppure provenienti da zone coperte<br />
dalle ignimbriti e con una situazione geologica<br />
analoga a quella di <strong>Roma</strong>.<br />
Il sottogruppo 3 corrisponde alle <strong>ceramiche</strong><br />
delle fornaci della via Flaminia le cui composizioni<br />
chimiche e mineralogiche si discostano da quelle<br />
degli altri gruppi “romani”. Il sottogruppo 4 proviene<br />
probabilmente dall’area a nord di <strong>Roma</strong><br />
(comprende molti campioni di <strong>ceramiche</strong> e argille<br />
della zona di Vasanello), il sottogruppo 5 comprende<br />
<strong>ceramiche</strong> limitate ad una zona circoscritta<br />
(Macchia di Freddara, nell’area di Tolfa). <strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong><br />
da cucina delle località dell’area a sud-est di<br />
<strong>Roma</strong> sembrano riunirsi nell’insieme situato all’estremità<br />
destra della cluster.<br />
Se si introducono nella cluster i dati chimici<br />
relativi alle <strong>ceramiche</strong> da cucina rinvenute in<br />
alcuni siti della Campania, tali <strong>ceramiche</strong> vengono<br />
a cadere nell’insieme situato nella parte destra<br />
della cluster, dove si trovano le <strong>ceramiche</strong> dei siti a<br />
sud/sud-est di <strong>Roma</strong>.<br />
Dalle analisi chimiche su <strong>ceramiche</strong> da cucina<br />
sembra quindi emergere la possibilità di distinguere<br />
le <strong>ceramiche</strong> da cucina del Lazio da quelle<br />
della Campania (quelle della zona di <strong>Roma</strong> e a<br />
nord di <strong>Roma</strong>, da quelle provenienti dai siti a sud e<br />
sud-est della città). Si tratta ovviamente di una