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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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VII.4. I METODI UTILIZZATI<br />

LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />

Fig. 31) Cluster della ceramica comune da mensa / dispensa e preparazione di <strong>Roma</strong> ed area romana (elementi utilizzati:<br />

Ca, Fe, Ti, K, Si Al, Mg, Mn, Na, Zr, Sr, Rb, Zn, Cr, Ni, V, Ce) (cluster M. Vichy, V. Thirion-Merle)<br />

I metodi utilizzati sono due: la fluorescenza a<br />

raggi x per dispersione di lunghezza d’onda e le<br />

analisi al microscopio a luce polarizzata su sezione<br />

sottile. Per quanto riguarda la descrizione del<br />

metodo e le procedure adottate si rimanda ad Olcese<br />

1993, p. 70 e seguenti, poiché le analisi sono<br />

state eseguite sempre nel laboratorio dell’Arbeitsgruppe<br />

Archäometrie della Freie Universität Berlin<br />

e la metodica è rimasta invariata.<br />

Per l’elaborazione dei dati sono stati utilizzati i<br />

programmi di statistica multivariata elaborati nel<br />

Laboratoire de Céramologie (CNRS) di Lione, in<br />

parte già utilizzati per lo studio delle <strong>ceramiche</strong> di<br />

Albintimilium 234.<br />

Nonostante l’alto numero di campioni sottoposti<br />

ad analisi si sono incontrate numerose difficoltà<br />

nella formazione dei gruppi, e per l’esiguità di<br />

campioni che formano alcuni dei gruppi stessi, e<br />

per le caratteristiche di composizione analoghe<br />

riscontrate, come era prevedibile, in molti siti della<br />

regione.<br />

Un dato di partenza che va ulteriormente ribadito<br />

- importante soprattutto per le analisi chimiche<br />

- è che non esistevano dati di riferimento sulle<br />

argille quando è incominciata la ricerca.<br />

VII.5. ALCUNI RISULTATI SULLE CERAMICHE<br />

COMUNI: LE ANALISI CHIMICHE (G. <strong>OLCESE</strong>,<br />

M. PICON)<br />

Quando si lavora con una quantità imponente<br />

di dati analitici, come in questo caso, è necessario<br />

procedere per gradi, affrontando i problemi singolarmente.<br />

L’elaborazione dei dati ha preso le mosse dalle<br />

234 Per l’esecuzione delle prime clusters è stato utilizzato il<br />

pacchetto messo a disposizione da E. Sayre per l’Arbeitsgruppe<br />

Archäometrie della Freie Universität Berlin. In seguito tutte le<br />

clusters sono state rifatte a Lione con i programmi messi a<br />

analisi chimiche, più numerose. Il primo passo è<br />

stata la distinzione tra <strong>ceramiche</strong> calcaree e <strong>ceramiche</strong><br />

non calcaree. Per ciascuno di questi gruppi<br />

generali si è proceduto all’elaborazione statistica<br />

dei dati chimici ottenuti, tramite l’esecuzione di<br />

alcune clusters o diagrammi ad albero, per avere<br />

una prima idea dei raggruppamenti.<br />

Il passo successivo ha contemplato l’elaborazione<br />

dei dati suddivisi per classe ceramica (<strong>ceramiche</strong><br />

a vernice nera; <strong>ceramiche</strong> a vernice nera più<br />

<strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> da mensa e da dispensa; terra<br />

sigillata; <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> da cucina), sempre<br />

all’interno della divisione principale che riguarda<br />

le <strong>ceramiche</strong> calcaree e quelle silicee.<br />

Nonostante il numero piuttosto alto di campioni<br />

sottoposti ad analisi, esistono alcune difficoltà<br />

nella formazione dei gruppi, sia chimici che minero-petrografici,<br />

difficoltà dovute alle caratteristiche<br />

di composizione, spesso simili (si veda Picon,<br />

infra e la tabella n. 7).<br />

<strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> da mensa e per la<br />

preparazione, quelle calcaree, sono state trattate<br />

in un primo tempo insieme alle <strong>ceramiche</strong> fini calcaree;<br />

in un secondo momento sono state invece<br />

separate e considerate a parte (cluster fig. 31). Per<br />

l’interpretazione di questa cluster hanno fatto da<br />

guida, nel tentativo di distinzione dei gruppi, i dati<br />

chimici degli scarti di fornace delle <strong>ceramiche</strong> da<br />

mensa rinvenute al Gianicolo, che costituiscono un<br />

importante gruppo di riferimento per la città di<br />

<strong>Roma</strong>. <strong>Le</strong> composizioni delle <strong>ceramiche</strong> prodotte<br />

dalle officine del Gianicolo sono piuttosto omogenee;<br />

si tratta di argille sedimentarie calcaree 235<br />

(tabella n. 7). Purtroppo peró un unico gruppo di<br />

riferimento è insufficiente, tanto più che le composizioni<br />

del gruppo in questione non differiscono<br />

sostanzialmente da quelle delle <strong>ceramiche</strong> da<br />

punto nell’ambito del Laboratoire de Céramologie del CNRS, in<br />

particolare con l’aiuto indispensabile di V. Thirion Merle e M.<br />

Vichy.<br />

235 Si veda la tabella delle analisi chimiche per località.

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