OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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44 LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE) Tabella 3: Dati chimici di alcuni tipi ceramici di Roma e area romana (Olcese, Habilitation 1997) (Elementi maggiori espressi in percentuali degli ossidi - Elementi in traccia espressi in ppm)

VII. LE ANALISI DI LABORATORIO VII.1. CERAMICA E ARCHEOMETRIA Numerosi contributi pubblicati negli ultimi anni hanno dimostrato che le indagini di laboratorio applicate alle ricerche su ceramica archeologica danno un contributo determinante allo studio di fenomeni produttivi, alla ricostruzione del livello tecnologico di una società e alla definizione dei commerci, attraverso la ricostruzione della circolazione dei recipienti (fig. 29, che riunisce le potenzialità dell’approccio archeometrico). Si tratta in effetti di uno dei campi in cui esistono diversi studi, anche teorici. Molto è già stato scritto sui metodi e sulle modalità analitiche, sui criteri e sui problemi che riguardano l’utilizzo di metodi di laboratorio sulle ceramiche archeologiche 221. In linea generale, lo studio archeometrico accompagna - spesso segue - uno studio archeologico e contribuisce con i metodi scientifici a fare luce su aspetti che i metodi tradizionali della ricerca archeologica possono affrontare solo in parte, come nel caso delle datazioni o delle determinazioni di origine. La ricerca archeometrica sulle ceramiche archeologiche si è concentrata in Italia su aspetti diversi e, tranne alcune eccezioni, mancano studi di insieme, essendo la maggior parte degli interventi destinata allo studio e all’approfondimento di una classe ceramica in un sito o allo studio di pochi cocci di un solo sito, nell’ambito di verifiche circoscritte, mentre scarseggiano contributi che affrontino problematiche archeologiche su scala geografica e cronologica 221 A titolo di esempio si vedano Picon 1995b; Picon, Olcese 1995. Gloria Olcese 45 Fig. 29) Le potenzialità dell’approccio archeometrico allo studio della ceramica ampia 222. Molte difficoltà negli studi di determinazione di origine, ad esempio, derivano proprio dalla mancanza di studi archeometrici su aree geografiche ampie, tesi a fornire dati di base e di riferimento 223. Le finalità della ricerca archeometrica intrapresa in area romano - laziale, nell’ambito di questo progetto, erano proprio quelle di creare una 222 Sull’argomento, Olcese 2000. 223 Picon, Olcese 1995.

VII. LE ANALISI DI LABORATORIO<br />

VII.1. CERAMICA E ARCHEOMETRIA<br />

Numerosi contributi pubblicati<br />

negli ultimi anni hanno dimostrato<br />

che le indagini di laboratorio applicate<br />

alle ricerche su ceramica<br />

archeologica danno un contributo<br />

determinante allo studio di fenomeni<br />

produttivi, alla ricostruzione del<br />

livello tecnologico di una società e<br />

alla definizione dei commerci, attraverso<br />

la ricostruzione della circolazione<br />

dei recipienti (fig. 29, che<br />

riunisce le potenzialità dell’approccio<br />

archeometrico).<br />

Si tratta in effetti di uno dei<br />

campi in cui esistono diversi studi,<br />

anche teorici. Molto è già stato scritto<br />

sui metodi e sulle modalità analitiche,<br />

sui criteri e sui problemi che<br />

riguardano l’utilizzo di metodi di<br />

laboratorio sulle <strong>ceramiche</strong> archeologiche<br />

221. In linea generale, lo studio<br />

archeometrico accompagna -<br />

spesso segue - uno studio archeologico<br />

e contribuisce con i metodi<br />

scientifici a fare luce su aspetti che i<br />

metodi tradizionali della ricerca<br />

archeologica possono affrontare<br />

solo in parte, come nel caso delle<br />

datazioni o delle determinazioni di<br />

origine.<br />

La ricerca archeometrica sulle<br />

<strong>ceramiche</strong> archeologiche si è concentrata in Italia<br />

su aspetti diversi e, tranne alcune eccezioni,<br />

mancano studi di insieme, essendo la maggior<br />

parte degli interventi destinata allo studio e<br />

all’approfondimento di una classe ceramica in un<br />

sito o allo studio di pochi cocci di un solo sito, nell’ambito<br />

di verifiche circoscritte, mentre scarseggiano<br />

contributi che affrontino problematiche<br />

archeologiche su scala geografica e cronologica<br />

221 A titolo di esempio si vedano Picon 1995b; Picon, Olcese<br />

1995.<br />

Gloria Olcese 45<br />

Fig. 29) <strong>Le</strong> potenzialità dell’approccio archeometrico allo studio della<br />

ceramica<br />

ampia 222. Molte difficoltà negli studi di determinazione<br />

di origine, ad esempio, derivano proprio<br />

dalla mancanza di studi archeometrici su aree<br />

geografiche ampie, tesi a fornire dati di base e di<br />

riferimento 223.<br />

<strong>Le</strong> finalità della ricerca archeometrica intrapresa<br />

in area romano - laziale, nell’ambito di questo<br />

progetto, erano proprio quelle di creare una<br />

222 Sull’argomento, Olcese 2000.<br />

223 Picon, Olcese 1995.

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