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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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36<br />

LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />

forma diversa, tipi 1, 2, 5, alcuni dei quali utilizzati<br />

probabilmente come mortaria (tipo 8).<br />

Per il bacino tipo 1 le analisi hanno permesso di<br />

stabilire che circolavano recipienti realizzati con<br />

argille diverse, probabilmente legate ad aree geografiche<br />

differenti (area dei Monti Sabatini, area<br />

dei Colli Albani). Diffusa è anche la brocca tipo 1.<br />

Tarda età repubblicana<br />

Nell’ambito delle <strong>ceramiche</strong> per la preparazione,<br />

ai tipi molto massicci e realizzati con argille ricche<br />

di inclusioni vulcaniche, si sostituiscono dall’epoca<br />

tardo repubblicana e dall’età augustea forme simili,<br />

meno massicce, realizzate con argille calcaree cotte<br />

a temperature elevate (fig. 27 e catalogo).<br />

Alcuni tipi (bacini a fascia, tipo 3a) sono la continuazione<br />

di tipi documentati anche in epoca precedente<br />

(bacini tipo 1) e definiti dagli etruscologi<br />

con il nome di bacini con “impasti chiari e sabbiosi”.<br />

Documentati sono i mortaria, la cui tipologia è<br />

conosciuta anche al di fuori della regione. Si tratta<br />

infatti di <strong>ceramiche</strong> esportate insieme a quelle fini<br />

o a derrate alimentari lungo le coste liguri, galliche<br />

e in Spagna, oltre che in Europa continentale<br />

(si veda il catalogo).<br />

Per i mortaria, in modo particolare, si ipotizza<br />

una produzione laziale (forse urbana), anche gra-<br />

142 Il termine “brocca” viene mantenuto per comodità anche se<br />

non è forse il più indicato per definire i contenitori che recenti<br />

ricerche archeologiche sembrano destinare al trasporto di una<br />

salsa di pesce (?).<br />

zie ai bolli delle officine doliari urbane. La loro<br />

ampia diffusione nel Mediterraneo - si pensi al<br />

relitto del Dramont D che ne trasportava alcune<br />

migliaia - dà un’idea delle esportazioni su larga<br />

scala di questi recipienti.<br />

Età augustea/I secolo d.C.<br />

Tra la ceramica da mensa sono stati isolati<br />

alcuni tipi (brocche) di età augustea e flavia che<br />

costituiscono la ceramica da mensa prodotta in<br />

area romana: la brocca tipo 2, la brocca tipo 3, la<br />

“brocca” tipo 4 (documentata abbondantemente in<br />

età flavia, talora anche in ceramica invetriata) 142,<br />

la brocca tipo 7, inoltre l’olpe tipo 1 e l’olpe tipo 2<br />

(dall’epoca tardo repubblicana all’età flavia). Alcune<br />

di esse sono documentate anche al di fuori della<br />

regione.<br />

La brocca tipo 4 sembra essere stata oggetto di<br />

esportazione, forse per l’alimento in essa contenuto<br />

(una sorta di garum?). Tipi analoghi sono stati<br />

rinvenuti nel sud della Francia, a Arles e a Narbonne,<br />

nel corso del I secolo d.C. 143.<br />

Tra i materiali genericamente documentati nel<br />

I e II secolo d.C. c’è anche l’olla tipo 1.<br />

Per ciò che concerne le analisi di laboratorio, la<br />

ceramica calcarea da mensa è stata considerata<br />

con le altre <strong>ceramiche</strong> calcaree - quelle fini - le cui<br />

composizioni sono in qualche caso simili.<br />

143 C. Sanchez, <strong>comuni</strong>cazione personale a proposito del materiale<br />

di Narbonne.

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