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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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La ceramica da cucina dell’area<br />

di <strong>Roma</strong> è spesso di buona qualità,<br />

fatto che potrebbe forse spiegare l’esportazione<br />

di alcuni dei recipienti<br />

da cucina di produzione romanolaziale<br />

al di fuori della zona di origine.<br />

Accanto ad alcune produzioni di<br />

qualità ottima (area di Vasanello,<br />

per diversi secoli) o medio-buona<br />

(come quelle della Celsa nel I-II<br />

secolo d.C.), destinate probabilmente<br />

al mercato urbano, ne esistono<br />

altre di qualità media e mediobassa,<br />

prodotte di solito in officine di<br />

piccole-medie dimensioni (come ad<br />

esempio quella di Macchia di Freddara<br />

e Sutri), in aree più o meno<br />

periferiche e destinate forse ad un<br />

consumo locale.<br />

IV.2. FORME E TIPI<br />

In base allo studio effettuato -<br />

sfociato nella redazione del catalogo<br />

- è possibile tentare di individuare<br />

forme/tipi più documentati, che costituiscono i<br />

“marcatori” della produzione centro-italica nelle<br />

diverse fasi cronologiche.<br />

Questo breve schema riassuntivo non ha la pretesa<br />

di essere completo; corrisponde a quelle che<br />

sono le intenzioni di questo lavoro, isolare i principali<br />

“tipi - guida” di alcune fasi nella zona considerata,<br />

più che censire tutti i tipi presenti.<br />

In generale la ricerca effettuata ha permesso di<br />

evidenziare ancora una volta come archeologi di<br />

diversa formazione e specialisti di periodi diversi<br />

si occupino in realtà spesso degli stessi materiali,<br />

definendoli però in modo diverso e collegandoli al<br />

periodo di studio che li coinvolge direttamente.<br />

Come già sottolineato in precedenza 102, lo studio<br />

della produzione e della circolazione delle <strong>ceramiche</strong><br />

risulta molto più proficuo se non si alzano barriere<br />

cronologiche o di definizione, che limitano la<br />

comprensione di fenomeni produttivi e delle loro<br />

trasformazioni.<br />

In questo senso sarebbe utile un riesame delle<br />

produzioni <strong>ceramiche</strong> di epoca romana in diretto<br />

collegamento con quelle di epoca precedente (ad<br />

esempio quelle etrusche o magnogreche), dando<br />

spazio anche a dati geologici (utili per lo studio<br />

delle <strong>ceramiche</strong> di più periodi) e tecnologici.<br />

Alcune forme/tipi della ceramica da cucina<br />

utilizzata a <strong>Roma</strong> e nel Lazio, ad esempio, si ricollegano<br />

direttamente alla ceramica comune etrusca:<br />

si vedano ad esempio le olle con bordo svasato<br />

e ingrossato documentate già dall’ VIII secolo e poi<br />

102 Olcese 1996b.<br />

Gloria Olcese 25<br />

Fig. 20) Alcuni dei principali tipi di ceramica da cucina e per la preparazione<br />

di epoca repubblicana (olla tipo 2, tegami tipo 1,<br />

clibanus tipo 1, bacino tipo 1; i numeri rimandano alle tavole<br />

del catalogo)<br />

nel IV e III secolo a.C., tanto diffuse da poter essere<br />

considerate una delle forme caratteristiche<br />

della cultura materiale del Latium vetus, documentate<br />

ad esempio a Casale Pian Roseto, Veio,<br />

Ostia, Cerveteri, Pyrgi e <strong>Roma</strong> stessa (si veda l’olla<br />

tipo 2 del catalogo).<br />

Di seguito vengono elencati alcuni tipi in ceramica<br />

comune di diverse fasi cronologiche. Per evitare<br />

inutili ripetizioni non viene riportata la<br />

bibliografia già inserita nel catalogo, a cui si<br />

rimanda per i dati completi. Per ulteriori informazioni<br />

sulle forme <strong>ceramiche</strong> più documentate si<br />

rinvia anche al capitolo VI.<br />

III secolo a.C. (fig. 20)<br />

Prevalgono alcuni tipi di tradizione etrusca,<br />

come le olle ad orlo svasato e ingrossato, che sono<br />

documentate un po’ ovunque nei contesti mediorepubblicani,<br />

come continuazione di <strong>ceramiche</strong><br />

dell’età del ferro.<br />

Prendendo in considerazione le <strong>ceramiche</strong> dell’area<br />

laziale dall’età orientalizzante viene spontaneo<br />

vedere nelle olle ad impasto rosso e nell’internal<br />

slip ware di Cerveteri, Veio e <strong>Roma</strong> i recipienti<br />

precursori delle olle ad orlo svasato e ingrossato<br />

(tipi 1 e 2) e delle olle con orlo a mandorla di epoca<br />

tardo repubblicana (tipo 3).<br />

Contemporaneamente all’olla tipo 2 è ampiamente<br />

diffuso il tegame tipo 1, ad orlo incavato, a<br />

<strong>Roma</strong>, ad esempio nell’area dei Templi Gemelli, in<br />

quella del Tempio della Magna Mater, tra i materia-

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