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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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Fig. 13) Sutri: ceramica da cucina (da Duncan 1964; i<br />

numeri rimandano alle tavole del catalogo)<br />

negli anni ‘60, nell’ambito di una serie di prospezioni<br />

compiute dalla Scuola Britannica di <strong>Roma</strong> 64.<br />

I materiali di Sutri offrono lo spaccato della produzione<br />

di una fornace attiva tra il 60 e il 70 d.C. in<br />

un’area sita a nord di <strong>Roma</strong>; connessa alle fornaci<br />

era una modesta bottega.<br />

I materiali prodotti, per lo più ceramica comune<br />

e ceramica a pareti sottili, di qualità piuttosto<br />

mediocre 65, erano probabilmente destinati al mercato<br />

locale.<br />

Tra i tipi in ceramica comune da cucina sono<br />

documentate le pentole a tesa, le olle ad orlo triangolare<br />

tipo 4 - attestate anche a <strong>Roma</strong> Aqua Marcia<br />

- le olle a collarino tipo 8, i tegami. Tra le <strong>ceramiche</strong><br />

da mensa numerose le brocche. Documentato<br />

è anche il bacino tipo 1 (Figg. 13-14).<br />

A San Biagio, sul pianoro a SE di Nepi, è stata<br />

localizzata un’area produttiva, con numerosi scarti<br />

di fornace 66.<br />

La situazione del popolamento e della produttività<br />

dei Monti della Tolfa, una zona piuttosto isolata<br />

dalle correnti commerciali, è stata oggetto<br />

64 Duncan 1964; Id. 1965.<br />

65 Tale giudizio, che differisce da quello del Duncan o del Potter<br />

(Duncan 1964; Potter 1985, p. 149) tiene conto del panorama<br />

generale delle <strong>ceramiche</strong> prodotte nel Lazio ed è basato non<br />

solo sulle caratteristiche estetiche delle <strong>ceramiche</strong> ma anche su<br />

Gloria Olcese 17<br />

Fig. 14) Sutri: ceramica da mensa / dispensa e per la<br />

preparazione (da Duncan 1964; i numeri rimandano<br />

alle tavole del catalogo)<br />

recentemente di diverse ricerche 67. Tali lavori evidenziano,<br />

all’inizio dell’età imperiale, un’alterazione<br />

sensibile della struttura del popolamento di età<br />

repubblicana. L’innovazione è data dalla creazione<br />

di numerosi edifici rustici e da piccole fornaci<br />

rustiche destinate alla produzione di laterizi bollati<br />

68. La produzione di ceramica comune, di ceramica<br />

a pareti sottili, laterizi e opus doliare è documentata<br />

all’interno della villa rustica di Freddara<br />

(Allumiere, <strong>Roma</strong>), datata tra il III secolo a.C. e<br />

la prima età imperiale. La fornace rettangolare<br />

portata alla luce è stata realizzata intorno alla<br />

prima metà del II secolo a.C. 69.<br />

Tra le <strong>ceramiche</strong> sono documentati alcuni tipi<br />

conosciuti a <strong>Roma</strong> e in area laziale in età repubblicana,<br />

ad esempio l’olla tipo 1. Caratteristici gli<br />

impasti che si distinguono da quelli utilizzati a<br />

<strong>Roma</strong> e nell’area della Valle del Tevere (si veda il<br />

catalogo degli impasti).<br />

Sempre nella zona dei monti della Tolfa, è<br />

stata individuata la villa della Fontanaccia,<br />

abbandonata entro la prima metà del II secolo<br />

d.C., all’interno della quale era attiva una fornace<br />

alcuni parametri tecnici (lavorazione, cottura).<br />

66 Potter 1985, p. 149.<br />

67 Gazzetti, Zifferero 1990; Zifferero 2000, per l’epoca etrusca.<br />

68 Benelli 1995.<br />

69 Camilli 1990a; Camilli 1992.

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