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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />

Fig. 2) Gianicolo: area dello scarico di <strong>ceramiche</strong> (da<br />

Mele, Mocchegiani Carpano 1982)<br />

da F. Zevi e I. Pohl; scavi Università di <strong>Roma</strong> La<br />

Sapienza, C. Panella; materiali studiati da C.<br />

Coletti) 33<br />

• Palestrina (materiali dell’area sacra del Santuario<br />

detto di Ercole, responsabile S. Gatti)<br />

• Paliano (scavi Soprintendenza archeologica<br />

Etruria Meridionale, responsabile G. Ghini)<br />

• Segni (materiali pubblicati da E. Stanco) 34<br />

• Sutri (scavi Scuola Britannica, materiale pubblicato<br />

da G.C. Duncan) 35<br />

• Tivoli (recuperi Soprintendenza archeologica del<br />

Lazio, C. <strong>Le</strong>otta) 36<br />

• Vasanello (materiali inediti dallo scavo della<br />

Soprintendenza condotto da C. Sforzini) 37<br />

Non si è trattato di un esame analitico di tutti i<br />

materiali, che in alcuni casi attendono ancora uno<br />

studio dettagliato, bensì di una prima indagine<br />

mirata a fornire una base di lavoro per orientare le<br />

ricerche e per stabilire quali fossero i reperti da<br />

campionare per le indagini di laboratorio.<br />

<strong>Le</strong> osservazioni dirette sulle <strong>ceramiche</strong> sono<br />

state completate dallo spoglio delle pubblicazioni<br />

esistenti relative a molti più siti di quelli appena<br />

33 Per le <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> da Ostia si veda il testo di C. Coletti<br />

in questo volume; inoltre Mannoni 1994.<br />

34 Stanco 1988.<br />

35 Duncan 1964; Duncan 1965.<br />

36 Per i ritrovamenti di Tivoli (la ceramica comune è però inedita),<br />

<strong>Le</strong>otta 1993; Ead. 1995; Ead. 1997; Ead. 1998. Per le analisi<br />

di laboratorio Olcese 1997.<br />

37 Per il sito di Vasanello e i ritrovamenti di terra sigillata,<br />

Sforzini 1990; per lo studio in laboratorio delle terre sigillate di<br />

Vasanello, Olcese, c.s.<br />

38 Per dare un panorama il più completo possibile, nonostante<br />

siano state considerate in questo studio solo le <strong>ceramiche</strong> dei<br />

elencati 38 e le informazioni riunite hanno consentito<br />

la realizzazione del catalogo e di proporre alcune<br />

chiavi di lettura delle <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong>, connesse<br />

agli aspetti tecnologici e di fabbricazione.<br />

II.5. LE AREE PRODUTTIVE CONSIDERATE 39<br />

Da tempo si sottolinea la scarsità di dati esistenti<br />

sulle fornaci e sui siti produttori di ceramica<br />

in Italia in epoca romana (tale osservazione<br />

riguarda in realtà anche altre epoche).<br />

A sostegno di tale affermazione è sufficiente<br />

confrontare i dati che ci vengono invece dall’Inghilterra,<br />

dove le fornaci di epoca romana individuate<br />

e scavate sono molto abbondanti 40. Sulla<br />

base di tale confronto, lo Hayes ha recentemente<br />

ipotizzato che la maggior parte delle 500/600 civitates<br />

o poleis del Mediterraneo romano avessero<br />

fornaci <strong>ceramiche</strong> nel loro territorio 41. Se questi<br />

calcoli si avvicinano alla realtà, il quadro che possediamo<br />

attualmente per la zona di <strong>Roma</strong>, come<br />

per altre zone, è molto lacunoso. Pochi sono infatti<br />

i dati relativi a fornaci o a centri produttori identificati<br />

con sicurezza 42. Per di più tali dati si riferiscono<br />

a periodi cronologici diversi, fatto che rende<br />

difficoltoso il tentativo di ricostruzione delle modalità<br />

produttive e ancor di più quello di una sintesi<br />

preliminare sull’organizzazione della produzione<br />

nelle differenti epoche.<br />

I risultati emersi dallo studio in laboratorio<br />

delle <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> riflettono comunque il<br />

quadro di una produzione molto articolata e localizzata<br />

in più centri.<br />

Per quanto riguarda <strong>Roma</strong>, la documentazione<br />

di <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong> da aree di fornace riguarda<br />

principalmente la prima età imperiale, in particolare<br />

il I e il II secolo d.C.<br />

I nostri punti di riferimento per questo periodo<br />

sono le <strong>ceramiche</strong> prodotte dalle fornaci del Gianicolo<br />

43 e dalle fornaci della Celsa sulla via Flaminia<br />

44, i cui reperti sono genericamente circoscrivibili<br />

al I - II secolo d.C.<br />

I materiali recuperati nel corso di scavi di<br />

emergenza sul versante orientale del Gianicolo,<br />

comprendono scarti di fornace di ceramica comune<br />

e lucerne e costituivano probabilmente uno scarico<br />

(fig. 2). Non esistono invece resti di fornaci vere e<br />

proprie 45; le fornaci del Gianicolo produssero sicu-<br />

siti elencati, sono state consultate anche le pubblicazioni di<br />

alcuni siti dell’Italia centrale, anche più lontani da <strong>Roma</strong> (a<br />

titolo di esempio Bolsena, Cosa e Tarquinia), per cui esistevano<br />

studi aventi oggetto <strong>ceramiche</strong> <strong>comuni</strong>, in qualche caso precedenti<br />

l’epoca oggetto di questa ricerca.<br />

39 Per la localizzazione dei siti citati si veda la fig. 1.<br />

40 Swan 1984.<br />

41 Hayes 2000, p. 289.<br />

42 Per i dati completi sulle fornaci attive in area romana, si<br />

rimanda al volume successivo.<br />

43 Mocchegiani Carpano 1971-72.<br />

44 Carbonara, Messineo 1991; Carbonara, Messineo 1991-92.

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