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OLCESE G. (2003). Le ceramiche comuni a Roma - Immensa Aequora

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LE CERAMICHE COMUNI A ROMA E IN AREA ROMANA (TARDA ETÀ REPUBBLICANA - PRIMA ETÀ IMPERIALE)<br />

zione ha caratteri <strong>comuni</strong>: un impasto abbastanza<br />

fine e compatto di colore rosso mattone chiaro<br />

(Munsell 2.5 YR 5/6), poche inclusioni a vista tra cui<br />

qualche rara scaglia di mica.<br />

Analisi mineralogica<br />

I caratteri dell’olla con orlo a mandorla sembrano<br />

diversi da quelli delle olle a mandorla da Gabii,<br />

fatto che fa propendere per la produzione di questa<br />

forma in entrambi i siti. L’esemplare di Tivoli contiene<br />

inclusioni non vulcaniche (rocce silicatiche e<br />

quarzo) non riscontrati nelle olle di Gabii.<br />

Tutte le <strong>ceramiche</strong> analizzate con l’analisi mineralogica<br />

provenienti da Tivoli contengono inclusioni<br />

non vulcaniche (quarzo e frammenti di rocce silicatiche)<br />

ad eccezione della pentola a tesa R290 che si<br />

distingue dal resto del materiale di Tivoli.<br />

Vasanello (fornace)<br />

(R252 -R253)<br />

Analisi macroscopica<br />

La ceramica da cucina di questo sito presenta caratteri<br />

abbastanza uniformi.<br />

La lavorazione è piuttosto accurata e in qualche<br />

caso restano tracce di semplice decorazione, come<br />

una linea leggermente incisa ad onda sulla parete<br />

esterna.<br />

Il colore prevalente è rosso - rosso/mattone (Munsell<br />

10 R6/6- 2.5 YR 6/2,5/6,5/8).<br />

Tra gli inclusi visibili ad occhio nudo ci sono scaglie<br />

di mica abbondante, inclusioni vulcaniche di colore<br />

nero, talora granuli di quarzo.<br />

Analisi mineralogica<br />

L’analisi ha confermato l’uniformità della composizioni.<br />

Prevalgono inclusioni vulcaniche (sanidino,<br />

clinopirosseni, plagioclasi e biotite).<br />

B. CERAMICA DA MENSA E PER LA PREPARAZIONE<br />

Più difficoltosa risulta la distinzione macroscopica<br />

tra gli impasti da mensa (<strong>ceramiche</strong> calcaree) che<br />

hanno spesso un aspetto simile, senza che si possa<br />

contare su inclusioni ben visibili, trattandosi nella<br />

maggior parte dei casi di argille depurate.<br />

<strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong> da mensa di <strong>Roma</strong> hanno caratteristiche<br />

che sembrano differenziarsi a seconda del periodo<br />

cronologico.<br />

<strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong> delle pendici del Palatino e del Tempio<br />

della Concordia (contesti di età augustea e flavia),<br />

ad esempio, sono molto più compatte con colorazioni<br />

beige arancio rosato e non si sfarinano al tatto<br />

(Tav. XLII). Sono risultati simili anche sulla base<br />

delle analisi di laboratorio.<br />

<strong>Le</strong> <strong>ceramiche</strong> da mensa e dispensa recuperate<br />

durante la ricognizione della Villa dei Quintili, invece,<br />

hanno un aspetto particolare, che si differenzia<br />

da quelle di epoca precedente (si tratta di impasti di<br />

colore beige molto chiaro che si sfarina al tatto).<br />

Particolari e facilmente distinguibili sono gli impasti<br />

dei bacini/mortaria (bacini tipo 1; mortaria 11 e 12).<br />

<strong>Roma</strong> Gianicolo (scarico fornaci)<br />

(R482)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto depurato di colore beige chiaro.<br />

Analisi mineralogica<br />

I campioni analizzati contengono carbonato fine,<br />

quarzo e mica, in qualche caso microfossili (R482)<br />

che si ritrovano in argille marine o vicine al mare.<br />

<strong>Roma</strong> La Celsa (fornace)<br />

(R5380, R5382, R5383)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto depurato di colore beige rosato 5YR 7/3-<br />

7/4.<br />

<strong>Roma</strong> Pendici del Palatino<br />

(R364, R366)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto depurato e compatto di colore beige arancio<br />

tra 7.5 YR 7/6 e 5 YR7/4. Inclusi di calcite.<br />

Analisi mineralogica<br />

I due campioni R364 e R366 si distinguono dagli<br />

altri campioni di ceramica da cucina del Palatino<br />

per la presenza di carbonato nella matrix e di molta<br />

molta mica (R366).<br />

Sono molto simili alle <strong>ceramiche</strong> da mensa del Tempio<br />

della Concordia, ma hanno quantità diverse di mica.<br />

<strong>Roma</strong> Villa dei Quintili<br />

(R482, R42)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto di colore beige-chiaro/nocciola 10 YR 8/3-<br />

8/4, depurato che si sfarina al tatto. In alcuni casi è<br />

ricoperto da una “ingubbiatura” di colore rosso/marrone.<br />

Analisi mineralogica<br />

I campioni analizzati - come quelli del Gianicolo -<br />

contengono carbonato fine, quarzo e mica, in qualche<br />

caso microfossili (R482), che depongono a favore di<br />

un’origine marina - o vicina al mare - delle argille.<br />

Gabii<br />

(R463-R464)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto di colore chiaro in superficie (10 YR 8/3),<br />

beige rosato in frattura (5YR 7/4) ricchissimo di<br />

inclusi ben visibili a occhio nudo (pirosseni in grande<br />

quantità, poche grosse scaglie di mica).<br />

Analisi mineralogica<br />

Contiene più inclusioni vulcaniche di quelle non<br />

vulcaniche e frammenti di roccia leucitica.<br />

Ostia<br />

(R167-R170)<br />

Analisi macroscopica<br />

Impasto di colore beige rosato 5YR7/4 con inclusioni<br />

di quarzo<br />

Analisi mineralogica<br />

I campioni hanno una matrix di fondo carbonatica e<br />

contengono resti di microfossili, oltre che grosse<br />

inclusioni vulcaniche.

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