Tesi - Alp Cub

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26.01.2013 Views

Germanasca, dove il mestiere di agricoltore catalizzava ancora più persone, e cioè circa l' 80 % dei residenti. Tuttavia la situazione emersa dai censimenti ottocenteschi non è affatto tipica solo di queste vallate ma omogenea a quella della maggior parte delle comunità di montagna. xlviii In particolare questa condizione era condivisa da altre vallate piemontesi, nella zona sud- occidentale della regione ed anche nella stessa provincia di Torino. xlviii Infatti una ricerca condotta alcuni anni fa su alcuni centri del Basso Canavese, come San Carlo e Vauda di Front, che pur facendo sempre parte della provincia di Torino si trovano in tutta altra posizione rispetto alle tre comunità qui analizzate, ha mostrato inequivocabilmente per il secolo scorso il carattere esclusivamente agricolo così come la scarsa presenza della categoria dei commercianti e degli artigiani : a San Carlo ad esempio nel 1848 il 94,4% dei capifamiglia si dedicava ad attività agro-pastorali. xlviii Inoltre il documento ottocentesco ci fornisce un' altra serie di informazioni interessanti sulla composizione lavorativa di Perosa in quell' epoca,rappresentata dalla percentuale degli abitanti occupati nell' industria e quella degli occupati nel terziario.Come apprendiamo dalla tabella VI bis, nel 1858 il 6,1 % dei residenti svolgeva il mestiere di operaio e non bisogna infatti dimenticare che già nel 1835 aveva fatto la sua comparsa il primo opificio 92

della zona , il setificio dei fratelli Bolmida xlviii . Sebbene vi fosse occupata solo un' esigua parte della popolazione, esso finiva con l' incidere in modo significativo su di un quadro occupazionale largamente dominato dalle attività agricole. Sommando la categoria dei commercianti e quella degli artigiani infatti, si può notare come solamente il 11,6 % degli abitanti praticasse queste attività,dato che conferma la tesi della scarsa tradizione di scambi e di lavori manuali presente in queste comunità xlviii .Per quanto concerne poi i lavoratori occupati nelle attività estrattive , è stato rilevato che a metà dell' Ottocento, conteggiando insieme minatori e scalpellini, essi ammontavano al 1,8 %, risultato non irrilevante, considerando il fatto che lo sfruttamento dei giacimenti di minerali di quest'area alpina era solamente agli inizi. xlviii In ultimo vanno rilevate due particolarità di questo censimento, l'una costituita da un unico abitante che si definiva contadina/operaia, xlviii che ben esprime la difficoltà di spogliarsi definitivamente dell' appellativo di agricoltore per assumere quello nuovo e ancora poco familiare di operaio e che materialmente si configurava nella resistenza ad abbandonare la terra che continuava a fornire un' integrazione al bilancio domestico. L' altra ci è fornita dai quattro calderai presenti a Perosa nel 1858, tutti appartenenti alla stessa famiglia xlviii e tutti provenienti da Locana, il che induce a pensare che 93

Germanasca, dove il mestiere di agricoltore catalizzava ancora più persone,<br />

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Tuttavia la situazione emersa dai censimenti ottocenteschi non è affatto tipica<br />

solo di queste vallate ma omogenea a quella della maggior parte delle<br />

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altre vallate piemontesi, nella zona sud- occidentale della regione ed anche<br />

nella stessa provincia di Torino. xlviii<br />

Infatti una ricerca condotta alcuni anni fa su alcuni centri del Basso<br />

Canavese, come San Carlo e Vauda di Front, che pur facendo sempre parte<br />

della provincia di Torino si trovano in tutta altra posizione rispetto alle tre<br />

comunità qui analizzate, ha mostrato inequivocabilmente per il secolo scorso<br />

il carattere esclusivamente agricolo così come la scarsa presenza della<br />

categoria dei commercianti e degli artigiani : a San Carlo ad esempio nel 1848<br />

il 94,4% dei capifamiglia si dedicava ad attività agro-pastorali. xlviii Inoltre il<br />

documento ottocentesco ci fornisce un' altra serie di informazioni<br />

interessanti sulla composizione lavorativa di Perosa in quell'<br />

epoca,rappresentata dalla percentuale degli abitanti occupati nell' industria e<br />

quella degli occupati nel terziario.Come apprendiamo dalla tabella VI bis, nel<br />

1858 il 6,1 % dei residenti svolgeva il mestiere di operaio e non bisogna infatti<br />

dimenticare che già nel 1835 aveva fatto la sua comparsa il primo opificio<br />

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