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Daniele Lombardi
DALLA DOGANA ALLA TAVERNA.
IL MERCATO DEL VINO A ROMA ALLA FINE DEL MEDIOEVO
Tema e obiettivi di ricerca.
La presente ricerca sul mercato del vino a Roma nasce dall’interesse, più che mai vivo, che
questo argomento, soprattutto nell’ultimo trentennio, ha suscitato. Gli studi sulla vite e il vino,
infatti, hanno conosciuto in questi ultimi anni una profonda attenzione, non solo in ambito di storia
agraria ma anche da parte di coloro la cui analisi si accentra sugli aspetti sociali ed ecomici della
città.
Particolarmente significative sono le questioni emerse dall’analisi della situazione e dallo studio
del settore ricettivo (alberghi, osterie, taverne, ecc.), indissolubilmente legate alla
commercializzazione del vino. La città, come è ben noto, a seguito del ritorno della sede pontificia
dopo Avignone, diventa un centro d’attrazione per una consistente ed eterogenea moltitudine di
persone. A partire da Martino V la politica dei papi, tesa a configurare la capitale dello Stato della
Chiesa, diventa un formidabile volano per l’economia urbana. All’interno dei settori che ebbero un
ulteriore impulso dal nuovo ruolo assunto da Roma, un posto di rilievo ebbero le locande. A tal
proposito va ricordato come il terziario si inserisca in modo strategico nelle dinamiche economiche
cittadine. In particolare per far fronte all’aumento della domanda di alloggio e vitto, quale si segue
nel corso del XV secolo, si registra la crescente disponibilità di locali adibiti a struttura ricettiva. Si
inserisce in questo contesto l’attenzione rivolta alle dinamiche imprenditoriali di un gruppo di
mercanti e ricchi cittadini dell’élite municipale coinvolto nella commercializzazione del vino a
livello internazionale.
L’indagine che in questa sede si propone parte da un’analisi preliminare da me svolta su fonti
fiscali conservate presso l’Archivio di Stato di Roma, che ha evidenziato la necessità di ricorrere a
più tipologie di fonti per ricostruire in modo analitico sia il processo delle importazioni di vino sia
lo stato dei consumi nelle osterie romane e la politica adottata in questo contesto dall’autorità
pontificia. Per raggiungere tali risultati il corpus documentario più importante è costituito dai
registri della dogana di Ripa. Al maggior porto fluviale dell’Urbe, quello di Ripa Romea, affluivano
le merci provenienti dal mare; fra i vari prodotti, il vino aveva un ruolo quantitativamente e
qualitativamente predominante. Grazie all’analisi di uno dei più importanti gettiti fiscali della
Chiesa si può arrivare a conoscere il valore commerciale e la provenienza dei vini nonché i profitti
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derivanti. Un’altra fonte utile ad approfondire nel dettaglio le locande operanti all’interno della città
– legate a quelle che erano le zone di traffico e di passaggio dei mercanti e viaggiatori – oltre che a
quantificare i consumi sia durante periodi “normali” sia negli anni considerati “straordinari”, come
ad esempio le ricorrenze giubilari, è la dogana del vino forensis ad minutum, struttura connessa al
controllo della vendita della bevande nelle taverne romane.
A corollario di quanto fin qui proposto c’è la ricostruzione della nascita e sviluppo della gabella
e della dogana dello Studio ovvero dell’introduzione di “composizioni” per osti e albergatori, una
nuova modalità di pagamento dell’imposta diretta. Queste si vennero a configurare a complemento
del sistema di imposte fra le quali si annovera la gabella del vino forensis ad minutum alias studii,
tassa così definita poiché grazie agli introiti derivanti dalla sua riscossione si procedeva al
pagamento degli stipendi dei professori e maestri universitari, e che fu istituita nel 1431 da papa
Eugenio IV con la Bolla In Supremae. Attraverso l’analisi di una corposa documentazione che
riguarda essenzialmente tutti gli apparati quattrocenteschi che si occuparono della gestione dei
traffici commerciali legati al mercato vinicolo romano, fra i quali anche la dogan minuta, preposta
al controllo di merci di piccolo taglio transitanti dalle porte cittadine, passando per la gabella di
Borgo San Pietro, fino ad arrivare all’analisi della Gabella vini romani et forensis ad minutum, si
vuole seguire il processo di cambiamenti che sancirà a partire dalla seconda metà del secolo XV la
stabilizzazione di un organo burocratico e ben strutturato che rimarrà in piedi fino all’Età Moderna.
A questi primi importanti aspetti vanno ad aggiungersi tutta una serie di ulteriori quesiti ai quali,
allo stato attuale delle ricerche, non è possibile dare per ora risposta ma che in corso d’opera sarà
probabilmente più facile dirimere. Innanzitutto, capire il fenomeno che ha portato a coinvolgere una
lunga lista di personaggi dell’élite cittadina che, in modo più o meno incisivo, hanno preso parte
attiva non solo come gestori delle attività ricettive ma anche come interlocutori diretti nel controllo
degli organi e delle strutture doganali. Il tutto grazie all’inserimento di persone chiave di loro
fiducia o, come spesso succedeva, inserendosi in prima persona nelle trattative che riguardavano la
concessione di appalti relativi alla gestione degli uffici amministrativi dello Stato della Chiesa.
A completamento del quadro sin qui tracciato, un contributo importante verrà, infine, offerto
dall’analisi degli inediti Statuti degli albergatori del 1481 – dei quali si vorrebbe fare l’edizione –
utili a contestualizzare la presenza dell’arte dei tavernieri nell’ambito cittadino romano e, al tempo
stesso, a stimolare un confronto con altre realtà urbane italiane, sull’esempio di città quali Siena e
Firenze.
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Metodologia e tempi di realizzazione della ricerca.
1^ Fase
Lettura e schedatura di bibliografia al fine di determinare uno schema di riferimento che
contribuisca, non solo all’inquadramento del mio studio in un contesto più ampio di saggi prodotti
nell’ultimo secolo ma, soprattutto, nell’individuazione di linee guida e suggerimenti che forniscano,
laddove occorra, le utili informazioni per il raggiungimento degli scopi prefissi.
2^ Fase
Raccolta, catalogazione e trascrizione delle fonti archivistiche, conservate essenzialmente presso
l’Archivio di Stato di Roma, l’Archivio Segreto Vaticano e la Biblioteca Casanatense di Roma.
L’analisi dei dati elaborati consentirà di avere elementi di grande interesse per definire i processi di
crescita economica legati al settore vinicolo.
3^ Fase
Redazione della tesi attraverso la riflessione scaturita dallo studio del materiale edito ed inedito. Il
lavoro di ricerca qui presentato potrà essere corredato da un insieme di supporti grafici che
permettano, ove sia possibile, di rendere più immediata la lettura di alcuni dati – in particolare
quelli di carattere economico e statistico – e al contempo di sintetizzare alcune situazioni che
ritraggano la società e le strutture organizzative esaminate.
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Fonti:
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di ricerca saranno prese in considerazione diverse fonti
documentarie. In particolare: presso l’Archivio di Stato di Roma si vaglieranno quei registri in
grado di supportare tesi, fiscali e statistiche legate allo studio delle strutture doganali che si
occupavano della raccolta e del commercio al minuto del vino, presso la Biblioteca Casanatense, si
effettuerà la trascrizione e l’analisi attenta degli statuti dell’arte dei tavernieri di Roma del 1481.
Qui di seguito vengono riportati in linea generale i documenti che verranno presi in esame e il
fondo archivistico nel quale sono conservati, mancano i riferimenti ai volumi dei Diversa Cameralia
dell’Archivio Segreto Vaticano che saranno selezionati in un secondo momento per raccogliere la
documentazione necessaria per studiare in relazione ad alcuni periodi significativi l’andamento
degli appalti delle dogane e i relativi gettiti.
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
Dohana Ripe et Ripecte 1^ Serie – Introitus
ANNI REGISTRO N.
1428
1445
1445
1455
1462-63
1463
1464
1464-65
1465-66
1492-93
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
4

• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
Dohana Ripe et Ripecte 2^ Serie – Introitus/Exitus
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
ANNI REGISTRO N.
1444-45
1445-46
1452
1455-56
1456-57
1459-60
1463
1464
1465-66
1466-67
1467-68
1469-70
1470-71
1472-73
1474-75
1478-79
1479-80
1480-81
1482-84
Dohana Ripe et Ripecte Computa dohaneri Ripe et Ripecte
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
145
146
147
148
ANNI REGISTRO N.
1462-63 149
5

• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camerale III, Ostia
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
Castellano di Ostia
ANNI BUSTA N.
1455
1462-63
Dohana minuta Urbis - Introitus
ANNI REGISTRO N.
1422
1423
1444-45
17
18
19
Liber Introitus Tertii vini
ANNI REGISTRO N.
1422
1423
1424
20
21
22
Libri Gabellarum
ANNI REGISTRO N.
1449
1449
1449-50
1585
23
24
25
6

• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
Gabella di Borgo San Pietro
ANNI REGISTRO N.
1455 78
Gabella vini romani et forensis ad minutum
ANNI REGISTRO N.
1442-43 65
Gabella vini forensis ad minutum
Introitus
ANNI REGISTRO N.
1466
1467
1468
1469
1469
1470-71
1472
1475
1479-80
1480-81
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
7

• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Archivio di Stato di Roma – Fondo: Camera Urbis
• Biblioteca Casanatense di Roma
Gabella vini forensis ad minutum
Introitus - Exitus
ANNI REGISTRO N.
1474-75 101
Depositaria Gabelle Studii
ANNI REGISTRO N.
1473-74
1481-82
1482-84
1494-96
1496-97
277
278
279
280
281
Statuti degli albergatori
ANNI MANOSCRITTO
1481 615
8

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