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PREFAZIONE<br />
di Marco Magrini<br />
Ci sarà pure un motivo, se agli architetti chiamati a disegnare le facciate<br />
delle borse valori di mezzo mondo – dalla vicina Milano fino alla leggendaria<br />
Wall Street – fu affidata la progettazione di un specie di tempio, carico<br />
di richiami neoclassici. Palazzo Mezzanotte, in Piazza degli Affari 6 a Milano,<br />
porta il nome dell’architetto Paolo Mezzanotte che lo progettò nel<br />
1928, con le immancabili statue allegoriche palesemente ispirate alla retorica<br />
del Ventennio. Sulla facciata del New York Stock Exchange campeggia<br />
una pomposa allegoria firmata nel 1903 dallo scultore Quincy Adam Ward<br />
e intitolata “L’integrità protegge il lavoro dell’uomo”: la statua dell’Integrità,<br />
dal volto femminile, sta al centro ed è circondata dalla Scienza, dall’Agricoltura,<br />
dall’Industria e dall’Invenzione. Forse il motivo è semplice.<br />
Anche il capitalismo degli albori aveva bisogno della sua brava retorica: lo<br />
scambio azionario andava inscenato con una specie di rito davanti a una<br />
specie di altare.<br />
Nel frattempo, giusto al termine di quello che lo storico inglese Eric Hobsbawm<br />
ha battezzato il “secolo breve” – anche per il suo carico di drammi<br />
e sconvolgimenti fulminei – tutto è cambiato.<br />
Alle soglie del nuovo secolo e del nuovo millennio la borsa non ha più le<br />
sembianze di un tempo. Si sono estinte (o sono in via d’estinzione) le figure<br />
degli agenti di cambio e degli specialist, che per lunghi anni hanno vissuto<br />
come sacerdoti nella riservatezza dei loro templi, salvo poi meravigliare<br />
il pubblico – dopo l’avvento della televisione – con quel loro gesticolare<br />
astruso ed esoterico. Al loro posto, sono arrivati i computer in rete, più<br />
consoni all’immaginario collettivo del nuovo secolo. Le “guerre” borsistiche<br />
del Novecento – il crack del ’29 a cavallo fra due conflitti mondiali, il<br />
tracollo dei mercati dell’ottobre ’87 al culmine della guerra fredda – sono<br />
finite anche quelle nei libri di storia. Lo spettro di un’implosione dei corsi<br />
di borsa, in mercati azionari sempre più globali e interconnessi, fa meno<br />
paura di un tempo, ora che l’inflazione è ovunque bassa e che le banche<br />
centrali hanno dimostrato di aver imparato molte lezioni del passato. Ma<br />
questo non vuol dire che lo spettro sia stato definitivamente esorcizzato.