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VIVISEZIONE nei laboratori di MILANO - Un <strong>dossier</strong> di Nemesi Animale<br />
cellule staminali del cervello) geneticamente modifi cate per produrre l’enzima che manca nella leucodistrofi a globoide.<br />
I topi hanno vissuto leggermente di più di quanto ci si aspettasse.<br />
Sclerosi multipla curata nei topi<br />
IL4 gene delivery to the CNS recruits regulatory T cells and induces clinical recovery in mouse models of multiple sclerosis.<br />
Gene Ther. 2008 Apr;15(7):504-15.<br />
Butti E, Bergami A, Recchia A, Brambilla E, Del Carro U, Amadio S, Cattalini A, Esposito M, Stornaiuolo A, Comi G, Pluchino S, Mavilio<br />
F, Martino G, Furlan R.<br />
Il modello animale che si utilizza per studiare la sclerosi multipla è chiamato encefalopatia autoimmune sperimentale.<br />
Ciò induce una demielizzazione (quindi ha gli stessi effetti della sclerosi multipla) delle cellule nervose della vittima<br />
dell’esperimento, ma non ha le stesse cause della sclerosi multipla. Sono state sviluppate diverse tecniche per curare<br />
questa malattia sperimentale.<br />
In questo caso ha avuto successo l’iniezione nel fl uido cerebrospinale di un vettore virale che permettesse la formazione<br />
di interleuchina-4 (coinvolta nella risposta infi ammatoria), con la conseguente ripresa neurofi siologica dei topi.<br />
Precedentemente, in un altro esperimento della stessa equipe, è stato utilizzato analogamente un altro virus come vettore<br />
sia nei topi che nei primati.<br />
Iniezioni spinali ed infezioni per i macachi del San Raffaele<br />
Gene Ther. 2008 Feb;15(3):233-8.<br />
Absence of an intrathecal immune reaction to a helper-dependent adenoviral vector delivered into the cerebrospinal fl uid of nonhuman<br />
primates.<br />
Butti E, Bergami A, Recchia A, Brambilla E, Franciotta D, Cattalini A, Stornaiuolo A, Lachapelle F, Comi G, Mavilio F, Martino G,<br />
Furlan R.<br />
Laboratorio: Unità di Neuroimmunologia, Milano.<br />
Primati non-umani sono stati utilizzati per valutare l’abbassamento di difese immunitarie in seguito ad iniezioni lombari<br />
nel fl uido cerebrospinale di un vettore adenovirale. Per tre mesi le scimmie in questione hanno avuto infezioni alle cellule<br />
neuroepiteliali.<br />
Macachi come modello di sclerosi multipla<br />
Ann Neurol. 2009 Sep;66(3):343-54.<br />
Human neural stem cells ameliorate autoimmune encephalomyelitis in non-human primates.<br />
Pluchino S, Gritti A, Blezer E, Amadio S, Brambilla E, Borsellino G, Cossetti C, Del Carro U, Comi G, ‘t Hart B, Vescovi A, Martino G.<br />
Laboratorio: Unità di Neuroimmunologia,Istituto Scientifi co San Raffaele, Milano.<br />
Mail: pluchino.stefano@hsr.it<br />
Studio sull’effetto di cellule staminali neurali umane per il trattamento della sclerosi multipla, anzi no, sulla encefalomielite<br />
sperimentale autoimmune (EAE) delle scimmie marmosets, che secondo i ricercatori “si avvicina approssimativamente<br />
alla complessa situazione neuropatologica della sclerosi multipla umana più della EAE nel roditore standard da<br />
laboratorio”.<br />
In tutti i mammiferi può essere indotta l’enecefalomielite autoimmune, ma i primati sono considerati il modello<br />
sperimentale d’eccellenza per la Sclerosi Multipla. Altri ricercatori del San Raffaele (Cuomo, Furlan e Martino) hanno<br />
fatto una analisi di 30 anni di studio di EAE, descrivendo i primati creati in laboratorio come un “affascinante modello<br />
sperimentale”. Queste parole così macabre non hanno bisogno di ulteriore commento.<br />
Ai primati sono state somministrate cellule staminali per via intravenosa e intratecale<br />
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