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Via Faentina, il sottopasso ritarda ancora - Il Reporter

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<strong>il</strong> giornale del tuo quartiere<br />

CURE. Lavori interrotti in autunno a causa del ritrovamento della vecchia rete fognaria<br />

<strong>Via</strong> <strong>Faentina</strong> spezzata fino a primavera<br />

<strong>Il</strong> cantiere interrotto sulla linea ferroviaria<br />

<strong>Il</strong> <strong>sottopasso</strong> pedonale sarà aperto ad apr<strong>il</strong>e/maggio,<br />

dopo più di un anno di cantieri. Residenti costretti a lunghi giri<br />

per scavalcare la ferrovia <strong>ancora</strong> per qualche mese. Continuano<br />

i disagi in seguito alla soppressione del passaggio a livello<br />

Paola Ferri<br />

<strong>Via</strong> <strong>Faentina</strong> rimarrà spezzata in due <strong>ancora</strong><br />

per qualche mese. <strong>Il</strong> cantiere di apertura del<br />

<strong>sottopasso</strong> pedonale, aperto <strong>il</strong> 28 febbraio<br />

2009, farà in tempo a compiere un anno e oltre,<br />

nonostante <strong>il</strong> cartello che <strong>ancora</strong> porta come “data di<br />

scadenza” <strong>il</strong> 21 dicembre, apposta sopra l’iniziale 30 ottobre.<br />

“A primavera <strong>il</strong> <strong>sottopasso</strong> sarà aperto” promettono<br />

le Ferrovie, ma i cittadini sono già sul piede di guerra.<br />

Facciamo un passo indietro. <strong>Il</strong> <strong>sottopasso</strong> in questione si<br />

è reso necessario nel momento in cui le Ferrovie hanno<br />

deciso di chiudere al transito di auto e pedoni <strong>il</strong> passaggio<br />

a livello di via <strong>Faentina</strong>, sulla linea Firenze-Roma.<br />

Una scelta mossa da una politica aziendale ben precisa,<br />

che mira a mettere in sicurezza una serie di situazioni al<br />

limite. La stessa cosa è successa più avanti sulla stessa<br />

linea, in via Vittorio Emanuele II. La chiusura del passaggio<br />

a livello è stata a lungo osteggiata dai residenti<br />

e dallo stesso Quartiere 2, che si è espresso in maniera<br />

sfavorevole in occasione del Consiglio comunale dedicato<br />

alla faccenda. Ma non è bastato. <strong>Il</strong> passaggio è stato<br />

chiuso, costringendo pedoni, biciclette e auto a fare <strong>il</strong><br />

giro da piazza delle Cure, per “sfondare” verso ponte<br />

Rosso e piazza della Libertà. Con le relative conseguenze<br />

riguardo al traffico, ingolfato nelle ore di punta dai<br />

veicoli che scendono a valle ogni giorno da via <strong>Faentina</strong><br />

verso <strong>il</strong> centro della città. E le non meno fastidiose<br />

conseguenze su chi in queste stradine delle Cure alte ci<br />

abita. Ed è anch’egli costretto, a piedi o in bici che sia,<br />

a passare dall’omonima piazza anche semplicemente<br />

per raggiungere <strong>il</strong> proseguimento di via <strong>Faentina</strong> al di là<br />

della strada ferrata. All’epoca della “contrattazione” tra<br />

Palazzo Vecchio e Fs per la soppressione dei passaggi a<br />

livello, <strong>il</strong> Q2 aveva addirittura avanzato l’ipotesi di una<br />

galleria percorrib<strong>il</strong>e dalle auto, per mantenere una via<br />

di sfogo al traffico di pendolari proveniente dalle zone<br />

collinari. Niente da fare, <strong>il</strong> massimo che l’amministra-<br />

zione era riuscita a strappare è stato un <strong>sottopasso</strong> per<br />

i pedoni. Così che si è aperto <strong>il</strong> cantiere e <strong>il</strong> tunnel è<br />

stato scavato in quattro e quattr’otto, come raccontano i<br />

residenti stessi. “Lavoravano a pieno ritmo, ci hanno tenuti<br />

svegli anche la notte quest’estate” raccontano. Già,<br />

perché qui i cantieri non si sono fermati neanche al calar<br />

del sole. Almeno fino allo scorso autunno, quando gli<br />

operai si sono imbattuti in una vecchia fognatura. Galleria,<br />

scalette, discesina per i disab<strong>il</strong>i, tutto già pronto e<br />

tutto finito ricoperto di terra, come non fosse mai stato.<br />

“Da settimane non vediamo più nessuno a lavorare e ci<br />

chiediamo che fine farà <strong>il</strong> sottopassaggio – racconta una<br />

residente – ci sentiamo isolati”. <strong>Il</strong> problema è avvertito<br />

soprattutto dagli anziani, costretti a fare un giro piuttosto<br />

lungo per poter giungere dall’altra parte. Le alternative<br />

sono due: passare da piazza delle Cure oppure svolta-<br />

<strong>Il</strong> problema è avvertito<br />

soprattutto dagli anziani, costretti<br />

ad allungare molto <strong>il</strong> percorso<br />

re in via Settembrini e scendere poi direttamente nella<br />

galleria sotterranea che collega la piazza con viale Don<br />

Minzoni. Più breve sì, peccato che la discesa non sia<br />

molto fac<strong>il</strong>e per chi è in bici e risulti impossib<strong>il</strong>e per chi<br />

è in carrozzina o ha un passeggino al seguito, visto che<br />

qui ci sono soltanto le scale. “I lavori hanno subito uno<br />

stop a causa del ritrovamento della vecchia rete fognaria<br />

e dei necessari controlli – rassicurano dalle Ferrovie<br />

– ma <strong>il</strong> problema è già stato risolto”. La prossima data<br />

di scadenza è fissata per apr<strong>il</strong>e-maggio. Sperando che<br />

nel frattempo l’umore dei residenti non sia già andato<br />

a male.<br />

PONTE A MENsOLA. <strong>Il</strong> bar è gestito dai residenti<br />

E gli abitanti del paese<br />

si “presero” <strong>il</strong> Circolo<br />

Ne è passato di tempo da quando<br />

<strong>il</strong> parroco attraversava la strada<br />

per non passare davanti alla porta<br />

della Casa del popolo. Eppure c’è<br />

chi, sorridendo, lo ricorda <strong>ancora</strong>.<br />

Non si tratta di Brescello, <strong>il</strong> paesino<br />

di Don Cam<strong>il</strong>lo e Peppone, ma<br />

di Ponte a Mensola, alla periferia<br />

di Firenze. Qui, come in tante altre<br />

piccole realtà dove sono presenti<br />

sia la chiesa che la casa del popolo,<br />

fino a qualche anno fa gli abitanti<br />

erano divisi in fazioni, e gli uni non<br />

frequentavano i luoghi degli altri.<br />

Alla Casa del popolo si organizzava<br />

la festa de l’Unità, in parrocchia la<br />

festa della Befana per gli anziani. E<br />

<strong>il</strong> prete e <strong>il</strong> presidente della casa del<br />

popolo si salutavano, ma dandosi rigorosamente<br />

del lei. Poi i tempi sono<br />

cambiati, e senza andare a scomodare<br />

la fine della guerra fredda e la caduta<br />

del muro di Berlino, i rapporti si<br />

sono distesi, gli animi si sono calmati,<br />

i parrocchiani (quasi tutti) hanno<br />

iniziato ad andare a prendere <strong>il</strong> caffè<br />

al bar e gli altri (quasi tutti) hanno<br />

iniziato a frequentare la messa non<br />

soltanto a Natale. “Non solo – racconta<br />

Pietro, una delle persone più<br />

attive su entrambi i ‘fronti’ – quando<br />

la chiesa ha avuto bisogno di raccogliere<br />

fondi per i lavori di restauro,<br />

tutti hanno partecipato, anche quelli<br />

che la parrocchia non la frequentano<br />

mai. E quando <strong>il</strong> circolo rischiava<br />

di chiudere perché non si trovava<br />

nessuno che volesse prendere in<br />

gestione <strong>il</strong> bar, tutti quanti ci siamo<br />

rimboccati le maniche e abbiamo<br />

3<br />

iniziato a fare i turni perché questi<br />

locali, riscattati dalla gente del paese<br />

dopo <strong>il</strong> fascismo, erano e restano un<br />

importante punto di aggregazione a<br />

disposizione di tutti gli abitanti, laici<br />

o credenti”. “Qualche anno fa la<br />

sala dove si trova <strong>il</strong> teatro era stata<br />

trasformata in un pub da alcuni ragazzi<br />

- prosegue - e nel fine settimana<br />

c’era sempre <strong>il</strong> pienone. Pagavano<br />

regolarmente l’affitto, ma si era un<br />

po’ persa l’anima del circolo, e i paesani<br />

non venivano quasi più. Allora<br />

ci siamo riuniti e abbiamo deciso di<br />

non rinnovargli <strong>il</strong> contratto, e abbiamo<br />

preso noi in gestione <strong>il</strong> bar. <strong>Il</strong> pub<br />

è stato smontato ed è tornato <strong>il</strong> teatro<br />

in vernacolo. Si incassa meno, ma<br />

gli anziani e gli abitanti sono tornati,<br />

e a noi va bene così”. Nei mesi di<br />

Quando rischiava<br />

di chiudere, tutti<br />

ci siamo rimboccati<br />

le maniche<br />

febbraio e marzo, al teatro di Ponte<br />

a Mensola (via D’annunzio 182) si<br />

svolgerà la seconda rassegna di vernacolo<br />

fiorentino e non solo. Ecco<br />

gli appuntamenti: sabato 20 febbraio<br />

“Sogno di una notte di mezza estate”,<br />

sabato 27 “L’Agonia di Schizzo”,<br />

venerdì 5 marzo “Io m’arrangio,<br />

tu t’arrangi, voialtri arrangiatevi”,<br />

giovedì 11 marzo “La v<strong>il</strong>lana di<br />

Lamporecchio”.<br />

/A.O.

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