Via Faentina, il sottopasso ritarda ancora - Il Reporter
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<strong>Il</strong> Giornale del tuo Quartiere Q2<br />
L’InTERVISTa<br />
I dUBBI sUL “MOsTRO”<br />
Pier Luigi Vigna racconta gli anni<br />
delle indagini su Pacciani e compagni.<br />
E solleva due questioni PAG.22<br />
sTRANIERI NEL QUARTIERE<br />
Ecco chi (e quanti) sono<br />
e da dove vengono gli immigrati<br />
“della porta accanto” PAGG.4-5<br />
SPORT<br />
LA MEGLIO GIOVENTÙ<br />
Da Ljajic a Keirrison e Seferovic,<br />
Corvino punta sui giovani: “Pensiamo<br />
a presente e futuro” PAGG.36-37<br />
sKATEBOARd E dINTORNI<br />
A tu per tu con David Mars<strong>il</strong>i, per<br />
conoscere discipline come downh<strong>il</strong>l<br />
e aggressive inline PAG.38<br />
MOBILITà. Dalla stazione a Scandicci in 20 minuti. E ora tocca alle linee 2 e 3<br />
A Firenze è (ri)partita l’era del tram<br />
Cinque anni di cantieri e 255<br />
m<strong>il</strong>ioni di euro di investimenti<br />
dopo, polemiche e barricate sono<br />
giunte al capolinea e la tramvia numero<br />
uno è partita. Dal 14 febbraio<br />
Santa Maria Novella e Scandicci<br />
sono più vicine, circa 20 minuti<br />
f<strong>il</strong>ati sui binari. Sette ch<strong>il</strong>ometri e<br />
mezzo in 14 fermate, tutte munite di<br />
distributori automatici di biglietti,<br />
al costo di 1,20 euro, esattamente<br />
come quelli dell’autobus. Per <strong>il</strong> pri-<br />
Periodico d’informazione locale. Anno IV n.9 del 8 febbraio 2010.<br />
N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10<br />
PRIMO PIANO<br />
<strong>Via</strong> <strong>Faentina</strong>, <strong>il</strong> <strong>sottopasso</strong><br />
<strong>ritarda</strong> <strong>ancora</strong><br />
La città che vive di rendita<br />
Un tempo la potenza delle grandi<br />
famiglie e dei grandi casati si<br />
intuiva dalla sontuosità dei loro palazzi<br />
e dall’altezza delle loro torri.<br />
Oggi le cose stanno in un’altra maniera<br />
e ostentare <strong>il</strong> proprio patrimonio<br />
immob<strong>il</strong>iare pare non vada più<br />
di moda. Anzi. Chi possiede palazzi<br />
interi, e sull’affitto dei fondi basa<br />
mo mese la frequenza sarà ridotta,<br />
una corsa ogni 8 minuti in entrambe<br />
le direzioni, mentre da apr<strong>il</strong>e l’attesa<br />
sarà tra i tre minuti e mezzo della<br />
fascia di punta e i sei durante <strong>il</strong> resto<br />
della giornata. Ancora da sciogliere<br />
alcuni nodi legati alle zone a rischio<br />
ingorgo, come le rotonde distribuite<br />
lungo <strong>il</strong> tragitto viale Talenti-via del<br />
Sansovino, fino ad arrivare a Porta<br />
al Prato, punto nevralgico per <strong>il</strong> traffico<br />
cittadino. Ma ci sarà tempo nei<br />
di Salusest - Biondi<br />
la propria fortuna, tende a farlo in<br />
s<strong>il</strong>enzio, senza troppe chiacchiere.<br />
Eppure interi rioni di Firenze sono<br />
nelle mani della stessa famiglia, oppure<br />
di istituti assicurativi o banche.<br />
E mentre una fetta di città vive di<br />
rendita, qualcuno - come certe maison<br />
di moda - stanco del caro affitti<br />
migra altrove. PAGG.16-17<br />
prossimi mesi per limare le imperfezioni,<br />
in attesa che venga sciolta<br />
anche l’ultima riserva: quella su<br />
come bypassare piazza Duomo pedonalizzata.<br />
<strong>Il</strong> progetto in questione<br />
approderà a primavera sulla scrivania<br />
di sindaco, ministro e altre istituzioni<br />
competenti. E mentre Firenze<br />
affronta la prima vera rivoluzione<br />
della mob<strong>il</strong>ità, sono pronti a partire<br />
anche i lavori per la realizzazione<br />
delle altre due linee. PAGG.10-11<br />
EDIZIONE DEL QUARTIERE 2 • 43.139 COPIE DISTRIBUITE DA<br />
PAG.3<br />
tendenze<br />
Quelli che l’amore<br />
lo trovano in chat<br />
PAGG.30-31<br />
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Aff<strong>il</strong>iato<br />
FEBBRAIO 2010<br />
Haiti ci guarda, non<br />
chiudiamo gli occhi<br />
Matteo Francini<br />
Era <strong>il</strong> 12 gennaio quando l’intero mondo<br />
è rimasto sconvolto dal terremoto<br />
che ha devastato Haiti. Quel giorno, e<br />
quelli successivi, televisioni e giornali<br />
di tutto <strong>il</strong> pianeta non hanno fatto altro<br />
che mostrare le immagini di uno spaventoso<br />
incubo diventato realtà sotto <strong>il</strong> sole<br />
dei Caraibi. Poi, lentamente, è successo<br />
quello che succede sempre in questi casi:<br />
Haiti è tornato a essere un Paese lontano,<br />
conosciuto soprattutto perché situato in<br />
una delle zone turistiche più ambite del<br />
mondo, e giornali e tv hanno ricominciato<br />
ad occuparsi d’altro. Ma laggiù,<br />
intanto, si continua a dover fare i conti<br />
con quel (poco) che resta dopo <strong>il</strong> terremoto.<br />
Per questo, semplicemente per non<br />
dimenticare un dramma che non deve essere<br />
dimenticato, a partire da questo mese<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> continuerà a ricordare che ad<br />
Haiti la gente ha <strong>ancora</strong> bisogno d’aiuto.<br />
Lo farà con alcuni spazi, all’interno del<br />
giornale, dedicati a questo argomento, insieme<br />
a un interlocutore importante come<br />
la Fondazione Francesca Rava – N.P.H.<br />
Italia Onlus, operativa sull’isola caraibica<br />
da 22 anni. E lo farà – ben contento<br />
di poter essere d’aiuto – perché, in casi<br />
come questo, <strong>il</strong> non dover per forza vendere<br />
una copia in più permette di potersi<br />
fermare un attimo davanti a una tragedia<br />
che ha impressionato ognuno di noi, e<br />
che nella sua paurosa violenza è arrivata<br />
anche a colpire la nostra città da molto<br />
vicino, con la morte del 45enne Guido<br />
Galli, fiorentino, funzionario dell’Onu. E<br />
allora, anche da qui, da migliaia di ch<strong>il</strong>ometri<br />
di distanza, quello che - nel nostro<br />
piccolo - vogliamo fare è ricordare che ad<br />
Haiti l’emergenza continua, e continuerà<br />
<strong>ancora</strong> per molto tempo. Che ad Haiti<br />
continua ad esserci bisogno di noi.<br />
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2 Febbraio 2010 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
COVERCIANO. L’ex manicomio, attualmente in ristrutturazione, potrebbe essere ceduto dalla Asl<br />
San Salvi in vendita, lo vuole <strong>il</strong> Comune<br />
Abitazioni e servizi<br />
pubblici nel futuro<br />
dell’area. L’azienda<br />
sanitaria sta vagliando<br />
altri immob<strong>il</strong>i dove<br />
stab<strong>il</strong>ire la propria sede,<br />
tra cui l’ex Telecom<br />
di via Masaccio<br />
Francesca Puliti<br />
I<br />
lavori fervono all’interno del parco di<br />
San Salvi, eppure <strong>il</strong> destino del complesso<br />
è <strong>ancora</strong> tutto da decidere, appeso<br />
al f<strong>il</strong>o della contrattazione tra<br />
Asl (proprietaria di quasi tutti gli immob<strong>il</strong>i<br />
dell’area) e Palazzo Vecchio, che ha mostrato<br />
l’intenzione di comprarlo. Solo una delle<br />
contraddizioni in cui continua a galleggiare<br />
l’ex manicomio. Da un lato padiglioni riverniciati<br />
di fresco e pronti a tornare a nuova<br />
(come minimo terza) vita, dall’altro occupazioni<br />
abusive ormai storiche, come quelle<br />
che regnano all’estremità est (la cosiddetta<br />
V<strong>il</strong>la Panico). E <strong>ancora</strong>, uffici, auto parcheggiate<br />
ovunque, bar e grande fermento<br />
di lavoratori e studenti di giorno, abbandono<br />
e buio pesto nottetempo, nelle serate di<br />
pausa dei Ch<strong>il</strong>le de la balanza, la compagnia<br />
teatrale che ha sede al centro del parco. Di<br />
contraddizione in contraddizione, dal piano<br />
di riqualificazione ereditato dalla giunta<br />
Primicerio in poi, si arriva alla situazione<br />
attuale. Che <strong>il</strong> Comune abbia messo gli occhi<br />
sulla “città nella città” è ormai un fatto<br />
noto. L’area gioca un ruolo strategico non<br />
solo nella prospettiva del quartiere 2 e di<br />
Coverciano in particolare, ma nel più ampio<br />
quadro delle politiche della casa e del Piano<br />
strutturale, fermo al palo dalla scorsa legislatura.<br />
E’ stato lo stesso sindaco Matteo Renzi<br />
a chiedere all’Asl di “ripensare le strutture<br />
non ut<strong>il</strong>izzate ai fini sanitari e di r<strong>il</strong>evante<br />
peso urbanistico”, facendo intravedere un<br />
nuovo futuro per l’ex manicomio. Qui l’amministrazione<br />
potrebbe trovare spazi in abbondanza<br />
per abitazioni e servizi. Se e solo<br />
se sarà in grado di trovare un centinaio di<br />
m<strong>il</strong>ioni da girare all’Azienda sanitaria, passando<br />
per la Regione. D’altra parte è altrettanto<br />
nota la strategia dell’Asl, impegnata da<br />
tempo in un processo di razionalizzazione. <strong>Il</strong><br />
piano aziendale prevede di ricavare circa 300<br />
m<strong>il</strong>ioni di euro dalle alienazioni di immob<strong>il</strong>i<br />
dismessi o sottout<strong>il</strong>izzati. San Salvi potrebbe<br />
portare 100-120 m<strong>il</strong>ioni al mulino. Anche se<br />
lo stesso piano prevede la realizzazione della<br />
sede principale proprio qui, in un’area capa-<br />
Copia in abbonamento postale<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong><br />
è un periodico di 8 edizioni<br />
che mens<strong>il</strong>mente<br />
viene distribuito da<br />
in 198.200 copie<br />
L’ex cinema di San Salvi<br />
ce di accogliere circa 2000 dipendenti. Sarebbe<br />
dunque un bel cambio di programma<br />
per i vertici sanitari. Eppure sono già cominciate<br />
le valutazioni di altri immob<strong>il</strong>i papab<strong>il</strong>i.<br />
Per rimanere in zona, si è parlato dell’ex palazzone<br />
della Telecom, in via Masaccio, ma<br />
anche dell’edificio delle Ferrovie all’angolo<br />
tra viale Lavagnini e viale Strozzi. E <strong>ancora</strong>,<br />
sono stati inseriti nel “risiko” la sede storica<br />
della Nazione, in viale Giovine Italia e un<br />
altro edificio a Firenze Nova. Nel mentre,<br />
EMERGENZA INVERNO<br />
<strong>Il</strong> quartiere 2, a detta di coloro che lavorano<br />
nel campo dell’assistenza, è sicuramente<br />
uno dei più popolati dai senzatetto, poiché<br />
presenta diversi punti abitati da piccole comunità<br />
o soggetti singoli ormai ben noti. La<br />
stazione di Campo di Marte, l’edificio Ex-<br />
Telecom, la zona di piazza Libertà e la struttura<br />
del vecchio Meyer, per esempio, hanno<br />
ospitato in passato o continuano ad ospitare<br />
persone in cerca di riparo. L’accoglienza dei<br />
senza fissa dimora, a dispetto di un inverno<br />
eccezionalmente rigido, è stata - secondo<br />
l’amministrazione comunale - all’altezza<br />
delle necessità, grazie al potenziamento del-<br />
Editore e Concessionaria Pubblicitaria:<br />
Web&Press Edizioni s.r.l.<br />
Direzione ed amministrazione:<br />
via Kassel 17- 50126 Firenze<br />
tel. 848.80.88.68<br />
Direttore Responsab<strong>il</strong>e: Matteo Francini<br />
Service editoriale e grafi co:<br />
Tabloid soc.coop., Firenze (FI)<br />
scrivimi@<strong>il</strong>reporter.it<br />
però, i cantieri nell’ex manicomio si aprono<br />
e si chiudono, affiancando ai padiglioni scortecciati<br />
palazzine ritrovate e rinnovate. Già<br />
terminati da tempo i lavori che hanno portato<br />
in dote alla facoltà di Psicologia una biblioteca<br />
nuova, così com’è in dirittura d’arrivo,<br />
a primavera, la nuova residenza studentesca.<br />
Altre situazioni sono rimaste ingarbugliate<br />
nella burocrazia. Come quella degli stessi<br />
Ch<strong>il</strong>le de la balanza, a cui è stata promessa<br />
una nuova sede nell’ex cinema che si tro-<br />
le strutture e ad una riorganizzazione delle<br />
risorse. La Croce Rossa di Firenze riferisce<br />
che durante gli ultimi interventi con l’Unità<br />
di Strada è stata riscontrata una riduzione<br />
delle presenze per la notte, ma una sostanziale<br />
continuità per quanto riguarda la richiesta<br />
di abiti o di cibo; nei punti solitamente più<br />
frequentati si trova all’incirca la metà delle<br />
persone. Le notizie che arrivano dall’assessorato<br />
alle politiche socio-sanitarie informano<br />
che la risposta all’emergenza freddo, con<br />
un potenziamento del 30% delle strutture di<br />
accoglienza, vede oggi un totale di circa 600<br />
posti letto che, sempre secondo <strong>il</strong> Comune,<br />
Stampato da Rotopress International, Loreto (AN)<br />
Periodico d’informazione locale<br />
N°reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di Firenze.<br />
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Associato alla Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
va all’interno del parco. Sono passati quasi<br />
5 anni dal protocollo di intesa e l’edificio<br />
è <strong>ancora</strong> là ricoperto di rampicanti. “Qualche<br />
passo in avanti è stato fatto – racconta<br />
Claudio Ascoli, anima della compagnia teatrale<br />
– poco tempo fa è stato completamente<br />
svuotato. Ma prima che sia firmato <strong>il</strong> necessario<br />
passaggio di proprietà tra Asl e Comune,<br />
vengano affidati i lavori e infine redatto<br />
<strong>il</strong> bando di assegnazione, dovranno passare<br />
<strong>ancora</strong> alcuni anni”.<br />
Tanti i punti di “ritrovo” per chi non ha una casa. Ma quest’anno presenze ridotte<br />
Notti al freddo, meno senzatetto nelle strade del quartiere<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> di Campo di Marte, Cure, Coverciano<br />
raggiunge 43139 famiglie nel quartiere 2 di Firenze.<br />
Anno IV n.9 del 8 gennaio 2010<br />
sChEdA<br />
Un complesso<br />
da 120 m<strong>il</strong>ioni<br />
Cento-centoventi m<strong>il</strong>ioni di euro. Ecco<br />
<strong>il</strong> prezzo di un pezzo di storia di Firenze<br />
chiamato San Salvi. <strong>Il</strong> complesso,<br />
protagonista da un paio d’anni di un<br />
progetto di riqualificazione, potrebbe<br />
passare dalla Asl, attuale proprietaria,<br />
nelle mani del Comune. Così almeno<br />
ha lasciato intendere <strong>il</strong> sindaco. Se al<br />
momento <strong>il</strong> piano dei lavori prevede<br />
la realizzazione di alcune abitazioni,<br />
ma soprattutto di uffici e della sede<br />
principale dell’azienda sanitaria, l’acquisizione<br />
da parte di Palazzo Vecchio<br />
potrebbe cambiare di nuovo le carte<br />
in tavola. E aprire la “città nascosta” (in<br />
cui già trovano spazio due scuole e la<br />
biblioteca di Psicologia) ad appartamenti<br />
e servizi per i cittadini. A rigor di<br />
logica <strong>il</strong> mantra è sempre quello, ripetuto<br />
da Renzi per l’ex Meccanotess<strong>il</strong>e, <strong>il</strong><br />
Panificio m<strong>il</strong>itare e altri edifici dismessi<br />
in via di rinnovamento: non un metro<br />
cubo in più. All’interno di uno scenario<br />
tutt’altro che deciso, una certezza<br />
rimane.<br />
appaiono sufficienti al bisogno data l’assenza<br />
di liste d’attesa troppo lunghe. E’ poi grazie<br />
alla collaborazione di molte associazioni<br />
tra cui la Caritas, la Ronda della Carità, la<br />
Croce Rossa Italiana, gli Angeli della città<br />
e la comunità di Sant’Egidio che è stata garantita<br />
un’assistenza costante durante tutto<br />
l’inverno. L’emergenza freddo, però, non<br />
è <strong>ancora</strong> finita: sarà ufficialmente conclusa<br />
ai primi di apr<strong>il</strong>e, e “quasi ogni giorno – a<br />
quanto riferiscono gli operatori di strada -<br />
c’è sempre qualcuno che, malgrado tutte le<br />
strutture, non riesce a trovare un posto caldo<br />
per dormire”.<br />
/A.D.<br />
Dati non raccolti presso l’interessato<br />
Si informa che, ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. C, del D.Lgs<br />
196/2003 (codice in materia di protezione dei dati personali), <strong>il</strong><br />
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<strong>il</strong> giornale del tuo quartiere<br />
CURE. Lavori interrotti in autunno a causa del ritrovamento della vecchia rete fognaria<br />
<strong>Via</strong> <strong>Faentina</strong> spezzata fino a primavera<br />
<strong>Il</strong> cantiere interrotto sulla linea ferroviaria<br />
<strong>Il</strong> <strong>sottopasso</strong> pedonale sarà aperto ad apr<strong>il</strong>e/maggio,<br />
dopo più di un anno di cantieri. Residenti costretti a lunghi giri<br />
per scavalcare la ferrovia <strong>ancora</strong> per qualche mese. Continuano<br />
i disagi in seguito alla soppressione del passaggio a livello<br />
Paola Ferri<br />
<strong>Via</strong> <strong>Faentina</strong> rimarrà spezzata in due <strong>ancora</strong><br />
per qualche mese. <strong>Il</strong> cantiere di apertura del<br />
<strong>sottopasso</strong> pedonale, aperto <strong>il</strong> 28 febbraio<br />
2009, farà in tempo a compiere un anno e oltre,<br />
nonostante <strong>il</strong> cartello che <strong>ancora</strong> porta come “data di<br />
scadenza” <strong>il</strong> 21 dicembre, apposta sopra l’iniziale 30 ottobre.<br />
“A primavera <strong>il</strong> <strong>sottopasso</strong> sarà aperto” promettono<br />
le Ferrovie, ma i cittadini sono già sul piede di guerra.<br />
Facciamo un passo indietro. <strong>Il</strong> <strong>sottopasso</strong> in questione si<br />
è reso necessario nel momento in cui le Ferrovie hanno<br />
deciso di chiudere al transito di auto e pedoni <strong>il</strong> passaggio<br />
a livello di via <strong>Faentina</strong>, sulla linea Firenze-Roma.<br />
Una scelta mossa da una politica aziendale ben precisa,<br />
che mira a mettere in sicurezza una serie di situazioni al<br />
limite. La stessa cosa è successa più avanti sulla stessa<br />
linea, in via Vittorio Emanuele II. La chiusura del passaggio<br />
a livello è stata a lungo osteggiata dai residenti<br />
e dallo stesso Quartiere 2, che si è espresso in maniera<br />
sfavorevole in occasione del Consiglio comunale dedicato<br />
alla faccenda. Ma non è bastato. <strong>Il</strong> passaggio è stato<br />
chiuso, costringendo pedoni, biciclette e auto a fare <strong>il</strong><br />
giro da piazza delle Cure, per “sfondare” verso ponte<br />
Rosso e piazza della Libertà. Con le relative conseguenze<br />
riguardo al traffico, ingolfato nelle ore di punta dai<br />
veicoli che scendono a valle ogni giorno da via <strong>Faentina</strong><br />
verso <strong>il</strong> centro della città. E le non meno fastidiose<br />
conseguenze su chi in queste stradine delle Cure alte ci<br />
abita. Ed è anch’egli costretto, a piedi o in bici che sia,<br />
a passare dall’omonima piazza anche semplicemente<br />
per raggiungere <strong>il</strong> proseguimento di via <strong>Faentina</strong> al di là<br />
della strada ferrata. All’epoca della “contrattazione” tra<br />
Palazzo Vecchio e Fs per la soppressione dei passaggi a<br />
livello, <strong>il</strong> Q2 aveva addirittura avanzato l’ipotesi di una<br />
galleria percorrib<strong>il</strong>e dalle auto, per mantenere una via<br />
di sfogo al traffico di pendolari proveniente dalle zone<br />
collinari. Niente da fare, <strong>il</strong> massimo che l’amministra-<br />
zione era riuscita a strappare è stato un <strong>sottopasso</strong> per<br />
i pedoni. Così che si è aperto <strong>il</strong> cantiere e <strong>il</strong> tunnel è<br />
stato scavato in quattro e quattr’otto, come raccontano i<br />
residenti stessi. “Lavoravano a pieno ritmo, ci hanno tenuti<br />
svegli anche la notte quest’estate” raccontano. Già,<br />
perché qui i cantieri non si sono fermati neanche al calar<br />
del sole. Almeno fino allo scorso autunno, quando gli<br />
operai si sono imbattuti in una vecchia fognatura. Galleria,<br />
scalette, discesina per i disab<strong>il</strong>i, tutto già pronto e<br />
tutto finito ricoperto di terra, come non fosse mai stato.<br />
“Da settimane non vediamo più nessuno a lavorare e ci<br />
chiediamo che fine farà <strong>il</strong> sottopassaggio – racconta una<br />
residente – ci sentiamo isolati”. <strong>Il</strong> problema è avvertito<br />
soprattutto dagli anziani, costretti a fare un giro piuttosto<br />
lungo per poter giungere dall’altra parte. Le alternative<br />
sono due: passare da piazza delle Cure oppure svolta-<br />
<strong>Il</strong> problema è avvertito<br />
soprattutto dagli anziani, costretti<br />
ad allungare molto <strong>il</strong> percorso<br />
re in via Settembrini e scendere poi direttamente nella<br />
galleria sotterranea che collega la piazza con viale Don<br />
Minzoni. Più breve sì, peccato che la discesa non sia<br />
molto fac<strong>il</strong>e per chi è in bici e risulti impossib<strong>il</strong>e per chi<br />
è in carrozzina o ha un passeggino al seguito, visto che<br />
qui ci sono soltanto le scale. “I lavori hanno subito uno<br />
stop a causa del ritrovamento della vecchia rete fognaria<br />
e dei necessari controlli – rassicurano dalle Ferrovie<br />
– ma <strong>il</strong> problema è già stato risolto”. La prossima data<br />
di scadenza è fissata per apr<strong>il</strong>e-maggio. Sperando che<br />
nel frattempo l’umore dei residenti non sia già andato<br />
a male.<br />
PONTE A MENsOLA. <strong>Il</strong> bar è gestito dai residenti<br />
E gli abitanti del paese<br />
si “presero” <strong>il</strong> Circolo<br />
Ne è passato di tempo da quando<br />
<strong>il</strong> parroco attraversava la strada<br />
per non passare davanti alla porta<br />
della Casa del popolo. Eppure c’è<br />
chi, sorridendo, lo ricorda <strong>ancora</strong>.<br />
Non si tratta di Brescello, <strong>il</strong> paesino<br />
di Don Cam<strong>il</strong>lo e Peppone, ma<br />
di Ponte a Mensola, alla periferia<br />
di Firenze. Qui, come in tante altre<br />
piccole realtà dove sono presenti<br />
sia la chiesa che la casa del popolo,<br />
fino a qualche anno fa gli abitanti<br />
erano divisi in fazioni, e gli uni non<br />
frequentavano i luoghi degli altri.<br />
Alla Casa del popolo si organizzava<br />
la festa de l’Unità, in parrocchia la<br />
festa della Befana per gli anziani. E<br />
<strong>il</strong> prete e <strong>il</strong> presidente della casa del<br />
popolo si salutavano, ma dandosi rigorosamente<br />
del lei. Poi i tempi sono<br />
cambiati, e senza andare a scomodare<br />
la fine della guerra fredda e la caduta<br />
del muro di Berlino, i rapporti si<br />
sono distesi, gli animi si sono calmati,<br />
i parrocchiani (quasi tutti) hanno<br />
iniziato ad andare a prendere <strong>il</strong> caffè<br />
al bar e gli altri (quasi tutti) hanno<br />
iniziato a frequentare la messa non<br />
soltanto a Natale. “Non solo – racconta<br />
Pietro, una delle persone più<br />
attive su entrambi i ‘fronti’ – quando<br />
la chiesa ha avuto bisogno di raccogliere<br />
fondi per i lavori di restauro,<br />
tutti hanno partecipato, anche quelli<br />
che la parrocchia non la frequentano<br />
mai. E quando <strong>il</strong> circolo rischiava<br />
di chiudere perché non si trovava<br />
nessuno che volesse prendere in<br />
gestione <strong>il</strong> bar, tutti quanti ci siamo<br />
rimboccati le maniche e abbiamo<br />
3<br />
iniziato a fare i turni perché questi<br />
locali, riscattati dalla gente del paese<br />
dopo <strong>il</strong> fascismo, erano e restano un<br />
importante punto di aggregazione a<br />
disposizione di tutti gli abitanti, laici<br />
o credenti”. “Qualche anno fa la<br />
sala dove si trova <strong>il</strong> teatro era stata<br />
trasformata in un pub da alcuni ragazzi<br />
- prosegue - e nel fine settimana<br />
c’era sempre <strong>il</strong> pienone. Pagavano<br />
regolarmente l’affitto, ma si era un<br />
po’ persa l’anima del circolo, e i paesani<br />
non venivano quasi più. Allora<br />
ci siamo riuniti e abbiamo deciso di<br />
non rinnovargli <strong>il</strong> contratto, e abbiamo<br />
preso noi in gestione <strong>il</strong> bar. <strong>Il</strong> pub<br />
è stato smontato ed è tornato <strong>il</strong> teatro<br />
in vernacolo. Si incassa meno, ma<br />
gli anziani e gli abitanti sono tornati,<br />
e a noi va bene così”. Nei mesi di<br />
Quando rischiava<br />
di chiudere, tutti<br />
ci siamo rimboccati<br />
le maniche<br />
febbraio e marzo, al teatro di Ponte<br />
a Mensola (via D’annunzio 182) si<br />
svolgerà la seconda rassegna di vernacolo<br />
fiorentino e non solo. Ecco<br />
gli appuntamenti: sabato 20 febbraio<br />
“Sogno di una notte di mezza estate”,<br />
sabato 27 “L’Agonia di Schizzo”,<br />
venerdì 5 marzo “Io m’arrangio,<br />
tu t’arrangi, voialtri arrangiatevi”,<br />
giovedì 11 marzo “La v<strong>il</strong>lana di<br />
Lamporecchio”.<br />
/A.O.
4 Febbraio 2010 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
L’INChIEsTA. Su una popolazione residente di quasi 90m<strong>il</strong>a persone gli stranieri sono circa <strong>il</strong> 10%<br />
Melting pot alla Campo di Marte<br />
Vita da immigrati nel quartiere 2<br />
Francesca Puliti ca 150 persone provenienti da Eritrea, Somalia, Marocco,<br />
Romania e altri paesi <strong>ancora</strong>. Ma <strong>il</strong> cammino<br />
Immigrati e integrati o dis-integrati e invisib<strong>il</strong>i.<br />
In entrambi i casi la convivenza scorre su binari<br />
(purtroppo e per fortuna) piuttosto tranqu<strong>il</strong>li.<br />
Cosa li distingue? Essenzialmente la data di approdo<br />
in città. Sono circa <strong>il</strong> 10% i cittadini stranieri<br />
residenti nel Quartiere 2, poco più di 8.800 persone (a<br />
cui bisogna aggiungere coloro che non risultano effettivamente<br />
residenti) su un totale di oltre 88m<strong>il</strong>a, perfettamente<br />
in linea con la media fiorentina. Un campione<br />
rappresentativo di una realtà a doppia faccia, un<br />
territorio segnato dagli alti e bassi di una stessa storia.<br />
Ad avere più fortuna sono stati quelli che sono arrivati<br />
una quindicina o una ventina d’anni fa, quando “sì,<br />
c’erano più pregiudizi perché i fiorentini conoscevano<br />
poco la nostra cultura – racconta Thierry Abdon Avi,<br />
originario della Costa d’Avorio, che ha una copisteria<br />
in via dell’Arcolaio – ma c’era più spazio per integrarsi”.<br />
Adesso gli arrivi si sono moltiplicati e gli spazi<br />
- abitativi, lavorativi, culturali - cominciano ad andare<br />
stretti. E allora capita che gli immigrati trovino sfogo<br />
in quei territori marginali, lasciati liberi dal quartiere<br />
che si trasforma, come la struttura dismessa dell’ex<br />
Meyer. Qui si sono mescolate sette etnie diverse, un<br />
piccolo melting pot alla fiorentina, che raccoglie cir-<br />
THIERRY<br />
Commerciante, 42 anni<br />
“Favorire<br />
l’incontro<br />
tra culture”<br />
“Andrebbe favorito l’incontro tra culture e religioni diverse.<br />
Credo che da questo punto di vista potrebbero essere le stesse<br />
comunità straniere ad aprirsi maggiormente agli italiani.<br />
Prendendo esempio dagli ivoriani, che organizzano feste<br />
inclusive, a cui tutti possono prendere parte indipendentemente<br />
dalla provenienza e dal colore della pelle”<br />
adRIana<br />
Chef, 45 anni<br />
“Firenze<br />
è troppo<br />
selettiva”<br />
“Firenze è molto chiusa nei confronti di chi è diverso, non<br />
solo degli stranieri. Bisognerebbe cambiare mentalità, a partire<br />
da una migliore informazione, da una conoscenza più<br />
approfondita e priva di pregiudizi nei confronti dell’Altro.<br />
La verità è che siamo tutti troppo individualisti, basta andare<br />
a fare l’aperitivo <strong>il</strong> venerdì sera e siamo tutti contenti”<br />
1069345<br />
✆ 055 686592<br />
<strong>Via</strong>le Europa 43 - 50126 Firenze<br />
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verso l’integrazione è <strong>ancora</strong> lungo. Eppure sono<br />
in tanti nel quartiere ad aver percorso con successo<br />
questa strada. C’è chi dell’amalgama, prima di tutto<br />
di piatti e parole, ha fatto un nome e una bandiera,<br />
come <strong>il</strong> ristorante Toscocina. C’è chi non ha bisogno<br />
di insegne, come tante altre attività disseminate nel<br />
E’ piazza Savonarola la più<br />
multietnica, crocevia di cittadini<br />
cinesi, africani e dell’Est Europa<br />
quartiere, gestite da anni e con buoni risultati da cittadini<br />
di terre lontane, ma ormai fiorentini d’adozione.<br />
E ci sono diverse teorie, tra di loro, su come e per chi<br />
risulti più fac<strong>il</strong>e diventare parte del tessuto urbano e<br />
sociale. Ma partiamo da qualche dato di fatto. La comunità<br />
più numerosa dalle Cure a Bellariva è quella<br />
rumena, con quasi 1500 residenti, <strong>il</strong> che non stupisce<br />
visti i numeri a livello cittadino e regionale. Seguono<br />
Perù e F<strong>il</strong>ippine, con un migliaio di rappresentanti a<br />
testa, e Albania a quota 730 circa. Poi alla spicciolata<br />
troviamo Sri Lanka, Marocco ed Egitto, mentre la<br />
JUan<br />
Artigiano, 32 anni<br />
“<strong>Il</strong> problema<br />
è trovare<br />
una casa”<br />
“Questo quartiere è tranqu<strong>il</strong>lo, si vive bene. Ma credo che<br />
se si lavora si stia bene dappertutto. E’ quella la difficoltà<br />
principale per chi arriva da un altro paese, trovare un impiego<br />
dignitoso. E trovare casa. In questo campo servirebbe<br />
un aiuto, un ufficio a cui rivolgersi, perché diffic<strong>il</strong>mente le<br />
persone affittano volentieri agli stranieri”<br />
1037632
<strong>il</strong> giornale del tuo quartiere<br />
La comunità più numerosa è quella<br />
rumena, seguono peruviani e fi lippini.<br />
Tra negozi, ristoranti e assistenza<br />
domic<strong>il</strong>iare sono in molti ad aver<br />
trovato lavoro e casa tra le Cure<br />
e Bellariva, ma anche coloro che sulla<br />
testa hanno solo un tetto di fortuna.<br />
Luci e ombre di una stessa realtà<br />
Cina conta solo 143 residenti nel quartiere,<br />
nonostante trovi spazio qui anche<br />
<strong>il</strong> consolato, situato in zona piazza Savonarola.<br />
E’ questa la piazza più multietnica<br />
del circondario, eletta come luogo<br />
di ritrovo da alcuni gruppi originari del<br />
nord Africa che qui incrociano diverse<br />
ragazze e signore dell’Europa centrale<br />
e dell’Est, a spasso con gli anziani a cui<br />
fanno da badanti. “E’ più fac<strong>il</strong>e per le<br />
1019150<br />
donne integrarsi – spiega un ragazzo senegalese<br />
– sia perché c’è molta richiesta<br />
di aiuto in casa, sia perché soffrono meno<br />
rispetto agli uomini dell’associazione<br />
straniero-delinquente”. Ed è più fac<strong>il</strong>e<br />
se si svolge un’attività a contatto con <strong>il</strong><br />
pubblico “perché si è costretti a imparare<br />
la lingua e si fam<strong>il</strong>iarizza prima con<br />
abitudini e st<strong>il</strong>i di vita diversi” afferma<br />
la titolare di un famoso ristorante cinese<br />
dIEGO<br />
Educatore, 25 anni<br />
“Corsi di lingua<br />
per bambini<br />
e genitori”<br />
“Ci sono classi scolastiche dove la percentuale degli stranieri<br />
sfiora <strong>il</strong> 40%. E le difficoltà ci sono, soprattutto per<br />
quel che riguarda la lingua. Andrebbero istituiti più corsi<br />
in tal senso, rivolti ai genitori però, perché è in famiglia, tra<br />
le mura domestiche, che comincia <strong>il</strong> percorso verso l’integrazione”<br />
PROPOLI<br />
che quest’anno compie 20 anni di attività.<br />
“Per noi è stato più semplice anche<br />
perché viviamo in questo quartiere, in un<br />
condominio di italiani – continua Stefania,<br />
come si fa chiamare dai suoi amici<br />
italiani, visto che <strong>il</strong> suo vero nome risulta<br />
per loro impronunciab<strong>il</strong>e – mentre altrove<br />
gli stranieri tendono a fare gruppo tra<br />
di loro e diffic<strong>il</strong>mente si aprono agli italiani”.<br />
IL BENESSERE, DA SEMPRE<br />
...efficace alleato dell’organismo<br />
per combattere i fastidi delle prime<br />
vie aeree nei mesi invernali<br />
PER TE IL PRONTUARIO<br />
DEL BENESSERE<br />
OMAGGIO<br />
<strong>Via</strong> Gioberti, 52/r - Firenze tel. 055 6550810<br />
orario continuato dal lunedi al sabato 9.30 - 19.30<br />
visita <strong>il</strong> nostro sito www.erboristerianaturaverde.com<br />
FaBRIZIa<br />
Insegnante, 55 anni<br />
“Un aiuto<br />
prezioso<br />
dalle badanti”<br />
“La convivenza nel quartiere non presenta grandi difficoltà,<br />
nonostante ci siano molti stranieri nella zona. Ho avuto<br />
modo di conoscere diverse badanti somale e devo ammettere<br />
che hanno rappresentato un aiuto prezioso. Penso che non<br />
potremmo fare a meno di loro in questo settore dove gli italiani<br />
diffic<strong>il</strong>mente cercano lavoro”<br />
5<br />
Le temperature troppo rigide (che<br />
<strong>ancora</strong> caratterizzano Firenze) non sono<br />
compatib<strong>il</strong>i con la riasfaltatura delle strade,<br />
perché <strong>il</strong> bitume non riesce a compattarsi.<br />
Salvo interventi d’urgenza, d’urgenza, quindi, per gli gli<br />
automob<strong>il</strong>isti automob<strong>il</strong>isti febbraio sarà un mese con pochi<br />
nuovi cantieri con cui dover “fare “fare i i conti”:<br />
VIA DEL DEL GUARLONE GUARLONE<br />
A partire dall’8 febbraio, via del Guarlone<br />
resterà chiusa nel tratto compreso tra<br />
via della Loggetta e via Del Rondino per<br />
l’allaccio di un nuovo condotto fognario.<br />
1093381
6 Febbraio 2010 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
L’INTERVIsTA. Parla Marco Paladini, presidente della Mokarico, azienda tutta nostrana<br />
Quel caffè che da Borgo gira mezzo mondo<br />
Benedetta Strappi della qualità: Caffè Mokarico è l’unica torrefazione<br />
di caffè al mondo con triplice cer-<br />
La conoscono in mezzo mondo, ma<br />
forse qualche toscano non sa che<br />
la Mokarico è un’azienda nostrana,<br />
con sede a Borgo San Lorenzo.<br />
Marco Paladini, che ne è presidente, ne traccia<br />
un ritratto.<br />
Gli ultimi sono stati mesi diffic<strong>il</strong>i, con la<br />
crisi che ha colpito tanti settori dell’economia.<br />
Come li avete vissuti, la avete avvertita?<br />
In effetti negli ultimi mesi anche <strong>il</strong> nostro settore<br />
ha risentito della situazione economica<br />
generale non troppo favorevole. In particolare<br />
<strong>il</strong> rallentamento del flusso di denaro dovuto ad<br />
un irrigidimento del sistema bancario che ha<br />
interessato tutta la f<strong>il</strong>iera – fornitori, torrefattori,<br />
clienti – non ha favorito <strong>il</strong> mantenimento<br />
di un trend positivo di sv<strong>il</strong>uppo. La diminuzione<br />
dei consumi di caffè è stata avvertita<br />
soprattutto nel settore della ristorazione ed in<br />
quello alberghiero. Per quanto riguarda i bar<br />
invece la situazione è leggermente diversa: da<br />
un lato quelli più qualificati hanno mantenuto<br />
ed in certi casi anche incrementato le loro<br />
vendite di caffè, dall’altro i locali bisognosi di<br />
qualificazione non hanno saputo rispondere<br />
in maniera adeguata alla crisi.<br />
Qual è <strong>il</strong> punto di forza di una realtà commerciale<br />
come la vostra?<br />
L’export rappresenta attualmente uno dei<br />
punti di forza della nostra azienda. All’estero<br />
viene attribuito un valore molto più alto che<br />
in Italia ai prodotti “Espresso e Cappuccino<br />
Italiano” nei quali si identificano dei veri e<br />
propri st<strong>il</strong>i di vita e di consumo. Ma soprattutto<br />
viene riconosciuto <strong>il</strong> valore molto alto<br />
Marco Paladini, presidente della Mokarico<br />
1049497<br />
ZOOM<br />
tificazione di qualità (ISO 9001, ISO 14001<br />
Ambientale, SA8000 Etica). Nel nostro caso<br />
gli investimenti sostenuti negli ultimi anni per<br />
l’ottenimento delle certificazioni di qualità, la<br />
formazione rivolta ai baristi e ai consumatori<br />
(con un centro di formazione permanente), <strong>il</strong><br />
servizio ai clienti, l’etica applicata al lavoro e<br />
l’immagine hanno reso possib<strong>il</strong>e un posizionamento<br />
di mercato ad un alto livello ed un<br />
elevato grado di appeal per gli operatori esteri<br />
che ricercano un prodotto del made in Italy<br />
unico per qualità ed immagine.<br />
Come ci si reinventa, anno dopo anno,<br />
in un settore tutto sommato tradizionale<br />
come quello del caffè?<br />
Per garantire uno sv<strong>il</strong>uppo costante in un<br />
settore maturo come <strong>il</strong> nostro è necessario<br />
continuare ad investire costantemente sull’innovazione<br />
e sulla qualità a tutti i livelli. Questo<br />
significa da un lato mantenere gli elevati<br />
standard di qualità del prodotto che forniamo<br />
ai nostri clienti e dell’altro istruire/formare i<br />
baristi fornendo loro gli strumenti necessari<br />
per servire ai propri clienti un espresso che sia<br />
sempre perfetto.<br />
Qual è la vostra sfida per <strong>il</strong> futuro?<br />
La nostra sfida per <strong>il</strong> futuro è quella di creare i<br />
presupposti per cui i consumatori riconoscano<br />
la reale qualità di un espresso o un cappuccino<br />
preparati a regola d’arte. Che comprendano<br />
cioè lo straordinario valore di queste preparazioni<br />
rispetto ad altre (per esempio cialde<br />
o capsule).Naturalmente questo richiede tempo<br />
e impegno, ma siamo convinti che questa<br />
sia la strada da seguire per fare in modo che <strong>il</strong><br />
cliente diventi un “intenditore”, proprio come<br />
è accaduto per <strong>il</strong> vino.<br />
UNA LUNGA STORIA<br />
La Mokarico ha una storia lunga un secolo. Nacque in corso Tintori, a Firenze,<br />
per volere del commendator Barbieri, i primi anni del ‘900. I fratelli Igino<br />
e Corrado Paladini la hanno poi traghettata fino al 1984, quando alla guida<br />
dell’azienda è arrivato Marco Paladini, attualmente in carica come presidente.<br />
Oggi la Mokarico esporta in molti paesi, tra i quali Stati Uniti, Russia,<br />
Germania, Grecia, Danimarca, Olanda, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia,<br />
Bulgaria ed Ungheria.<br />
I NUMERI PER FARLO BUONO<br />
<strong>Il</strong> caffè perfetto? Ha questi numeri: 7 grammi la miscela macinata da grani<br />
tostati di diversa origine, senza additivi o aromatizzanti, macinati al momento<br />
della preparazione. 88 gradi: è la temperatura dell’acqua. 9 bar: la<br />
pressione. 25 secondi: <strong>il</strong> tempo di erogazione ideale. 25 ml: la quantità di<br />
caffè nella tazzina (crema compresa). 67 gradi: la temperatura che <strong>il</strong> caffè<br />
deve avere in tazza.<br />
L’ARTE DEL CAPPUCCINO<br />
L’ultima moda pare sia avvicinarsi al bancone e chiedere un “cappuccio”,<br />
ma <strong>il</strong> concetto, comunque lo si voglia chiamare, non cambia: <strong>il</strong> cappuccino<br />
resta <strong>il</strong> simbolo della colazione all’italiana. Ogni giorno in Italia vengono<br />
consumate 35 m<strong>il</strong>ioni di tazzine di espresso, e di queste un quinto viene<br />
impiegato proprio per preparare cappuccini. All’estero invece la quota destinata<br />
ai cappuccini sale a tre quarti degli espressi totali.<br />
A SCUOLA DI ESPRESSO<br />
Per ottenere un vero espresso la figura del barista riveste un ruolo fondamentale.<br />
Seguendo questa f<strong>il</strong>osofia, Mokarico nel suo centro di formazione<br />
organizza anche corsi sull’ intero universo della tazzina. Si spazia dal corso<br />
per assaggiatori di caffè, a quello Eis (Espresso Italiano Specialist), a quello<br />
sui “fondamentali del caffè: dalla pianta alla tazzina”, a quello su “la corretta<br />
preparazione dell’Espresso” a “le preparazioni a base di Espresso” al “servizio<br />
ed <strong>il</strong> rapporto con <strong>il</strong> cliente nel bar” a “la gestione delle risorse umane nel<br />
bar”.
<strong>il</strong> giornale del tuo quartiere<br />
PALEsTRE & CO. Tante le possib<strong>il</strong>ità per chi vuol restare in forma<br />
Sport in città, a ciascuno <strong>il</strong> suo<br />
Matteo Francini<br />
è che correre<br />
fa bene al cervello:<br />
a sostenerlo è uno<br />
L’ultima<br />
studio americano<br />
pubblicato di recente. Ma forse<br />
gli sportivi di casa nostra, e soprattutto<br />
quelli del “dopo-festività”<br />
(a maggior ragione quando,<br />
come a Natale, festività fa rima<br />
con grandi abbuffate), e cioè coloro<br />
che assaltano palestre, piscine<br />
o parchi con <strong>il</strong> preciso intento<br />
di perdere <strong>il</strong> peso messo su nelle<br />
ore trascorse a tavola, continuano<br />
a preferirne la virtù più classica:<br />
correre fa bene alla linea. E ogni<br />
anno, dopo <strong>il</strong> classico abbassamento<br />
della guardia del periodo<br />
che va da Natale all’Epifania, e<br />
in vista dell’arrivo della primavera,<br />
arriva anche <strong>il</strong> momento di<br />
tener fede alla promessa pronunciata,<br />
più o meno da tutti, tra un<br />
morso al cotechino e uno al panettone:<br />
“Dopo le feste mi metto<br />
a dieta”. Molti, però, oltre a ricorrere<br />
ai consigli di nutrizionisti<br />
e dietologi decidono che è giunto<br />
<strong>il</strong> momento di fare anche un po’<br />
di attività fisica. Già, ma dove?<br />
Tranqu<strong>il</strong>li, a Firenze l’offerta non<br />
manca. A venire incontro ai desideri<br />
dei “pentiti del pandoro” ci<br />
pensano palestre, piscine e strutture<br />
cittadine, pronte a proporre<br />
un’infinita varietà di corsi e attività<br />
per tutti i gusti (e le tasche):<br />
ogni impianto ha le sue ricette e<br />
proposte, come percorsi o circuiti<br />
pensati ad hoc per venire incontro<br />
ai desideri di clienti sempre<br />
più pretenziosi. La lista di piscine<br />
e palestre presenti in città<br />
è lunga, e per chi è in cerca di<br />
una linea migliore non c’è altro<br />
da fare che scegliere quella più<br />
adatta alle proprie esigenze. Ma,<br />
anche se i periodi che seguono le<br />
feste sono spesso quelli in cui le<br />
strutture di questo tipo registrano<br />
un boom di iscrizioni, c’è anche<br />
chi opta per una soluzione diversa:<br />
corsa e ginnastica all’aria<br />
aperta. Una scelta perfetta per<br />
chi, sfidando <strong>il</strong> freddo che ogni<br />
anno resiste (almeno) fino all’arrivo<br />
della primavera, vuol stare a<br />
contatto con la natura e magari<br />
tenersi in forma senza spendere<br />
un euro. Anche in questo caso,<br />
in città le possib<strong>il</strong>ità sono diverse:<br />
dalle Cascine all’Anconella,<br />
non mancano giardini e spazi tra<br />
cui scegliere. In alcune di queste<br />
aree, poi, sono presenti attrezzature<br />
ginniche, impianti e campi<br />
di ogni tipo (dal classico calcetto<br />
alle piste di pattinaggio e fino ai<br />
bocciodromi) o addirittura veri<br />
e propri percorsi di allenamento:<br />
dal giardino della Carraia all’area<br />
Pettini, passando per V<strong>il</strong>la Favard<br />
o <strong>il</strong> parco di Ugnano, la scelta è<br />
piuttosto vasta. Infine, per chi è<br />
proprio allergico allo sport, c’è<br />
anche un’ultima possib<strong>il</strong>ità: una<br />
bella passeggiata. Bastano un<br />
paio di scarpe comode e un po’ di<br />
tempo a disposizione: le giornate<br />
che si allungano e la bellezza di<br />
Firenze e dintorni, poi, fanno <strong>il</strong><br />
resto.<br />
IL PUNTO NEL QUARTIERE<br />
Non mancano giardini, percorsi e impianti<br />
È tempo di correre (ai ripari)<br />
Fa male ammetterlo ma, anche<br />
se ormai di tempo dalle<br />
vacanze natalizie ne è passato<br />
un bel po’, urge rimettersi in<br />
forma. Pare infatti che siano da<br />
due a cinque i ch<strong>il</strong>i accumulati<br />
nelle feste del 2009, e in previsione<br />
di Pasqua si rischia di<br />
aggiungerne almeno un altro<br />
paio. Allora cosa fare? Fac<strong>il</strong>e,<br />
correre ai ripari prima che sia<br />
già tempo di togliere i cappotti.<br />
E dato che <strong>il</strong> quartiere 2 è ben<br />
attrezzato tra percorsi verdi,<br />
palestre e piscine, anche per i<br />
più pigri non ci più sono scuse.<br />
Partiamo subito dalle regole<br />
più semplici: per riacquistare<br />
una forma perfetta non serve<br />
passare le giornate ad allenarsi,<br />
basta un po’ di costanza e un<br />
minimo di esercizio quotidiano.<br />
Quando le belle giornate lo permettono,<br />
<strong>il</strong> consiglio è quello di<br />
fare una camminata a passo veloce<br />
o una corsetta di non più<br />
di 20 minuti, meglio se immersi<br />
nel verde per evitare di respirare<br />
troppo smog. Percorsi vita e<br />
attrezzature sportive sono presenti<br />
ad esempio all’area Pettini<br />
e a v<strong>il</strong>la Favard, ma sono molto<br />
gettonati anche i tragitti del<br />
lungarno Aldo Moro e dell’area<br />
intorno allo stadio Franchi. Chi<br />
invece volesse puntare su un<br />
corso specifico, dallo spinning<br />
al p<strong>il</strong>ates, dall’aerobica fino<br />
alla ginnastica dolce, può contare<br />
poi su un buon numero di<br />
palestre che, in vista della pros-<br />
sima estate, già da ora iniziano<br />
a lanciare promozioni per tutti i<br />
tipi di tasche. E non è finita qui:<br />
in zona non mancano neanche<br />
impianti dedicati agli anziani,<br />
come per esempio la palestra<br />
di via Cocchi, senza però voler<br />
escludere molte altre strutture<br />
che offrono programmi di allenamento<br />
per tenere <strong>il</strong> peso e<br />
la salute sempre sotto controllo.<br />
Ma con l’arrivo della bella<br />
stagione, un’altra valida alleata<br />
contro i ch<strong>il</strong>i in più è senza dubbio<br />
la piscina, perfetta per i più<br />
piccoli così come per gli adulti:<br />
in acqua infatti ci si sente più<br />
allegri, e lo sforzo dell’allenamento<br />
passa in secondo piano.<br />
Le piscine comunali della zona<br />
sono tre: la Nannini di Bellariva<br />
sul lungarno Aldo Moro, la<br />
Costoli in viale Paoli e la pi-<br />
Basta un po’<br />
di costanza<br />
ed esercizio<br />
quotidiano<br />
7<br />
scina Artemio Franchi in viale<br />
Maratona. Infine, se siete già<br />
allenati ma avete bisogno di recuperare<br />
solo un po’ di tonicità<br />
muscolare, sono fatte per voi le<br />
escursioni di trekking verso le<br />
colline che circondano Firenze.<br />
Dopo cinque ore di cammino,<br />
la forma è assicurata... /S.K.
8 Febbraio 2010 Campo di Marte • Cure • Coverciano<br />
MEsTIERI dI OGGI E dI IERI. <strong>Il</strong> lavoro del contadino ha ricominciato ad attirare i giovani<br />
Una vita al ritmo (lento) della natura<br />
Antonio Banducci, 32 anni, è tra coloro che hanno scelto<br />
di “tornare alla campagna”. “Tante persone sentono l’esigenza<br />
di ‘rallentare’. E coltivare la terra mi fa sentire libero”<br />
Alberto Ottanelli<br />
Si dice che un contadino, uno<br />
di quelli che fino a pochi<br />
anni fa popolavano le campagne<br />
attorno alla città, sappia<br />
fare almeno duecento mestieri. E<br />
che tutti i giorni debba prendere decisioni<br />
dalle quali dipendono qualità<br />
e quantità del raccolto. Forse da qui<br />
I prodotti dell’azienda agricola<br />
MADDALENA 29enne libera, credevo di aver trovato l'amore ed invece era sono un<br />
abbaglio. Ti vorrei libero, piacevole, sincero, ed interessato ad una amicizia che possa<br />
sfociare in amore.<br />
EMMA 35 anni, nub<strong>il</strong>e, senza figli, impiegata, amo la vita, l'ottimismo, non mi manca<br />
niente. E' arrivato <strong>il</strong> momento di mettere l'amore in primo piano. Cerco uomo adulto,<br />
maturo e di livello per amarsi e formare una famiglia.<br />
SOFIA 39enne, impiegata. Cerco un uomo interessante ed affascinante, magari anche bello<br />
e benestante. Credo che se si vive bene ed in tranqu<strong>il</strong>lita', la vita sia bella e divertente.<br />
Voglio essere viziata e coccolata in tutti i sensi!<br />
NADIA 53 anni, buona presenza, separata, figli cresciuti, libera di scegliere l'uomo che<br />
sappia sorprendermi, romantico, intelligente, raffinato, intenzionato a conoscere una donna<br />
con líesigenza di un vero amore.<br />
GIULIA 58enne, divorziata, indipendente. Sono una donna molto attiva, adoro viaggiare e<br />
ballare. Cerco un signore 57/65enne, con buon carattere, alto, curato, br<strong>il</strong>lante per una<br />
intensa relazione fatta di dare e avere, di gioia e di spensieratezza.<br />
LOREDANA 63 anni, vedova. Sono una super-nonna, amo <strong>il</strong> teatro, ballare, tenermi<br />
sempre attiva. Cerco un compagno semplice, dolce ed accogliente.<br />
ELENA 63 anni, forte presenza, carattere deciso. Ho un lavoro impegnativo che pero' mi<br />
lascia molto tempo libero, tempo che vorrei dedicare ad un uomo speciale: romantico,<br />
determinato, con forte carisma.<br />
<strong>il</strong> detto “contadino, scarpe grosse e<br />
cervello fino”. Oggi non sono molte<br />
le persone che scelgono di svolgere<br />
a questa attività, che nell’immaginario<br />
collettivo resta un lavoro um<strong>il</strong>e,<br />
legato a un tempo ormai passato e<br />
comunque non in grado di assicurare<br />
grossi guadagni. Nello stesso tempo,<br />
però, da qualche anno si sta risvegliando<br />
l’interesse verso l’ambiente,<br />
la sostenib<strong>il</strong>ità, gli st<strong>il</strong>i di vita legati<br />
ai ritmi della natura, e un numero<br />
crescente di giovani sceglie di “tornare<br />
alla campagna”. Uno di questi è<br />
Antonio Banducci, 32 anni, da circa<br />
due titolare dell’azienda agricola “la<br />
Talea”, che si trova in via della Torre,<br />
a Firenze, a due passi dal centro tecnico<br />
di Coverciano.<br />
Come e perché ha iniziato?<br />
Io sono perito agrario e fino a qualche<br />
anno fa lavoravo in una ditta di giardinaggio.<br />
Quando ho deciso di aprire<br />
un’attività mia, pensavo ad un “garden”,<br />
con servizi e piante per <strong>il</strong> giardinaggio.<br />
Poi mi sono appassionato<br />
all’orto, alla possib<strong>il</strong>ità di seguire i<br />
ritmi lenti della natura, e si è risvegliato<br />
in me <strong>il</strong> sogno di un’azienda<br />
agricola.<br />
Cosa le piace di questa attività?<br />
Io dico sempre che da giardiniere si<br />
pianta e basta. Da contadino, invece,<br />
si assiste al miracolo della vita che<br />
nasce e cresce, seguendo i suoi tempi,<br />
e non quelli imposti dal mercato.<br />
Sono un po’ insofferente nei confronti<br />
dei ritmi dettati dal “sistema”. Col-<br />
ALDO 34 anni, molti interessi e progetti da realizzare, amici con cui parlare. Amo viaggiare,<br />
leggere, ascoltare musica, parlare, apprezzo la buona cucina, sono allegro, dinamico,<br />
positivo. Ti cerco dolce, comprensiva ed affettuosa, per creare <strong>il</strong> nostro mondo d'amore.<br />
CLAUDIO 36enne, impegnato in una azienda agricola, amo la campagna e le cose semplici.<br />
Cerco una ragazza sportiva, seria, educata, di sani principi, amante della campagna e degli<br />
animali per un amore di grande valore.<br />
AMEDEO 49enne, separato, sportivo. Ho sofferto per la fine del mio matrimonio ma ora <strong>il</strong><br />
mio spirito è rinnovato. Voglio al mio fianco una donna leale, sincera, per creare un<br />
rapporto genuino.<br />
GIACOMO 52enne, separato. Cerco una compagna con cui condividere la tranqu<strong>il</strong>lità della<br />
casa e della coppia, seria, semplice, che abbia voglia di vivere.<br />
ETTORE 56 anni, giovan<strong>il</strong>e, romantico, lavoro in proprio, amo la natura e gli animali, mi<br />
piace stare con le persone che hanno qualcosa da dire e da dare. Cerco signora con buoni<br />
valori, semplice ma di profonda interiorità, motivata a costruire qualcosa di meraviglioso.<br />
RENZO 58 anni, bella presenza, in pensione, ma con m<strong>il</strong>le interessi. Ti cerco complice e<br />
passionale, compagna per una vita <strong>ancora</strong> lunga e da passare insieme. Se anche te sei separata<br />
o divorziata, straniera, con figli, ma hai voglia di rimetterti in gioco, cercami!<br />
LIVIO 63 anni, socievole ed estroverso, so anche cavarmela da solo. Tuttavia mi manca<br />
molto una partner con cui confrontarmi, dialogare e condividere i diversi momenti della<br />
giornata. Cerco una donna che voglia vivere intensamente l'esperienza di coppia in un clima<br />
di comprensione e rispetto.<br />
Antonio Banducci<br />
tivare la terra mi fa sentire libero e più<br />
in armonia con <strong>il</strong> ciclo della natura.<br />
Pensa che questo sia compatib<strong>il</strong>e<br />
con la frenesia della vita moderna?<br />
In questi anni ho conosciuto tante<br />
persone che sentono l’esigenza di<br />
“rallentare”. Tanti giovani mi chiedono<br />
di poter venir qui a dare una mano<br />
nel lavoro dei campi. Semplicemente<br />
per staccare, per mandare via lo stress<br />
e liberarsi dai pensieri superflui.<br />
A chi vende i suoi prodotti?<br />
Tramite la vendita diretta, qui al<br />
campo, a chiunque. Poi anche a negozi<br />
e ristoranti. Da poco ho iniziato<br />
ad andare ai mercati. Ma quello che<br />
preferisco è <strong>il</strong> rapporto personale che<br />
si crea con chi viene direttamente qui<br />
all’orto. Con <strong>il</strong> tempo, sono nate anche<br />
delle belle amicizie. Nei giorni<br />
di apertura (martedì e giovedì pomeriggio,<br />
dalle 16 alle 19; mercoledì e<br />
sabato mattina dalle 9 alle 13) vengono<br />
molte famiglie con i bambini, ed<br />
è un piacere vederli scorrazzare nei<br />
campi.<br />
Una curiosità: cosa significa <strong>il</strong><br />
nome della sua azienda?<br />
La talea è un sistema di riproduzione<br />
delle piante: un piccolo frammento di<br />
una pianta matura che, sistemato nel<br />
terreno, fa nascere una nuova pianta,<br />
con “l’esperienza” dell’adulto e la<br />
forza della vita nuova, giovane.<br />
992584
<strong>il</strong> giornale del tuo quartiere<br />
IL LUOGO. Maiano, le cave da cui si estraeva la pietra per realizzare edifici e sculture<br />
Da qui Leonardo provò a volare<br />
Caterina Gent<strong>il</strong>eschi sculture ed opere da collocare nel distretto<br />
fiorentino. Le ultime opere realizzate con <strong>il</strong><br />
materiale estratto dalle cave si può ammira-<br />
Dalla rupe <strong>il</strong> maestro<br />
Da Vinci fece tentare<br />
<strong>il</strong> volo al suo garzone e<br />
dalle cave gli scalpellini<br />
riuscivano a ricavare<br />
la pietra fiesolana, ut<strong>il</strong>e<br />
per alcune importanti<br />
opere d’arte fiorentine<br />
Ormai è meta soprattutto di escursionisti<br />
e amanti del trekking,<br />
ma in tempi non tanto lontani,<br />
Maiano era famosa più per le<br />
sue cave che per i bei panorami. Arrampicata<br />
sulla montagna appiccicata a Fiseole,<br />
ci si davano appuntamento gli scalpellini<br />
più bravi degli immediati dintorni di Firenze.<br />
Le cave di Maiano, da cui si estraeva la<br />
cosiddetta ‘pietra fiesolana’, una varietà di<br />
arenaria ut<strong>il</strong>izzata dagli scultori per realizzare<br />
opere architettoniche di grandi dimensioni<br />
ma anche per elementi decorativi di<br />
arredo urbano e civ<strong>il</strong>e, sono state sfruttate<br />
fino agli inizi del XX secolo. Tra i numerosi<br />
fruitori delle cave si ricordano anche<br />
Benvenuto Cellini e Giorgio Vasari ed erano<br />
tanto famose e frequentate che i Medici,<br />
per limitarne lo sfruttamento, consentirono<br />
l’estrazione solo per la realizzazione di<br />
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re gironzolando tra le stanze della Biblioteca<br />
Nazionale di Firenze, dove spiccano<br />
le colonne dell’atrio, una scala e numerosi<br />
elementi costruttivi. Passeggiando oggi tra<br />
i “ruderi” delle cave, se ne apprezza <strong>ancora</strong><br />
meglio <strong>il</strong> fascino deciso e aspro. La natura<br />
sta riprendendo piano piano possesso della<br />
roccia “mangiata” dall’uomo, lasciando a<br />
vista grandi pareti scoscese dove riescono<br />
a spuntare quasi miracolosamente arbusti e<br />
alberelli. Anche Leonardo Da Vinci rimase<br />
vittima del fascino di Maiano e decise che<br />
doveva essere quello <strong>il</strong> luogo per <strong>il</strong> battessimo<br />
dell’aria della sua macchina volante.<br />
Secondo la leggenda non fu lui ad indossare<br />
le famose ali che dovevano consentirgli<br />
di imitare <strong>il</strong> volo degli uccelli, bensì <strong>il</strong> suo<br />
garzone, che si schiantò qualche decina di<br />
metri più a valle cavandosela con qualche<br />
osso rotto. Una lapide all’interno del parco<br />
ricorda ai passanti l’importante avvenimento<br />
e invita a meditare sulla bellezza s<strong>il</strong>enziosa<br />
e suggestiva del luogo. Tra le stradine<br />
sterrate si incontrano viandanti solitari<br />
o piccoli gruppi di persone che, muniti di<br />
scarpe da trekking, si arrampicano su per i<br />
boschi per scoprire paesaggi mirabolanti,<br />
che gli alberi sembrano voler tenere tutti<br />
per sé. Sono quattro i sentieri, regolarmente<br />
segnalati, che possono essere percorsi per<br />
raggiungere le meraviglie del parco. Per chi<br />
ama i percorsi accidentati ma anche per chi<br />
intende godersi Firenze da una prospettiva<br />
esclusiva. Anche Stendhal, circa un secolo<br />
e mezzo fa, si fece cogliere da un lieve malore<br />
ritrovandosi dietro gli alberi una vista<br />
così mozzafiato.
10 Febbraio 2010<br />
TRAsPORTI/1. È “salpata” la linea 1: in 23 minuti da Santa Maria Novella a Scandicci<br />
Tutti in carrozza, <strong>il</strong> tram è partito<br />
Dopo 5 anni di attesa, tra barricate e proroghe, i vagoni del Sirio aprono le porte<br />
ai cittadini. Otto minuti al massimo alla fermata da qui ad apr<strong>il</strong>e, quando <strong>il</strong> servizio<br />
entrerà a pieno regime. Ma sul traffi co è <strong>ancora</strong> presto per sciogliere le riserve<br />
Francesca Puliti<br />
È<br />
costata oltre 255 m<strong>il</strong>ioni di euro la prima<br />
linea della tramvia, conto a cui vanno<br />
aggiunti i malumori e i mal di pancia<br />
dei cittadini costretti a convivere con<br />
cantieri infiniti, transenne e sindrome da traffico<br />
di punta per la maggior parte del giorno. Ma alla<br />
fine la linea 1 del tram è conclusa e pronta a trasportare<br />
qualche migliaio di persone al giorno tra<br />
Santa Maria Novella e Scandicci. Poco meno di<br />
7 ch<strong>il</strong>ometri e mezzo di tragitto in 23 minuti su<br />
una delle maggiori direttrici di traffico in entrata<br />
e uscita dalla città. Quattordici in tutto le fermate<br />
disseminate lungo <strong>il</strong> percorso, ognuna dotata di<br />
distributore automatico di biglietti. Che costano<br />
esattamente quanto quelli dei cari vecchi autobus,<br />
un euro e venti, e possono essere ut<strong>il</strong>izzati sia per <strong>il</strong><br />
tram che per <strong>il</strong> bus. Per gli ulteriori comfort, come<br />
la wi-fi (la connessione internet senza f<strong>il</strong>i, per i<br />
profani della rete) lungo l’intero tracciato, ci sarà<br />
da aspettare <strong>ancora</strong> un po’. Ma si tratta di piccolezze<br />
di fronte al sollievo di poter vedere conclusa<br />
la più grande opera urbanistica fiorentina (prima<br />
dell’era Tav) dal Poggi in poi. Ci son voluti cinque<br />
anni, dalla posa della prima pietra, a dicembre<br />
AMARCORD<br />
Altro che Sirio, avveniristico nome delle carrozze che<br />
già scorrazzano su e giù per i binari fiorentini. Correva<br />
l’anno 1890 e allora sì che Firenze era all’avanguardia, dotata<br />
di uno dei più moderni piani di mob<strong>il</strong>ità. Risale a oltre<br />
un secolo fa la prima tramvia targata FI. Allora <strong>il</strong> capoluogo<br />
toscano era la prima città d’Italia, insieme alla capitale, a<br />
sperimentare un sistema di trasporto pubblico metropolitano<br />
su rotaia. E i sette ch<strong>il</strong>ometri e mezzo della linea 1, a cui<br />
si aggiungeranno i sette circa della 2 e i quattro della 3, gli<br />
facevano un baffo. Nel periodo del massimo splendore, in-<br />
2004, fino alla fatidica data del 14 febbraio 2010,<br />
passando attraverso annunci e smentite, proroghe<br />
e polemiche. E sarà anche un caso, ma la data<br />
scelta per l’apertura delle carrozze al pubblico potrebbe<br />
essere profetica. Chissà che i fiorentini più<br />
scettici non si scoprano innamorati della tramvia.<br />
Quanto meno potrebbero fare pace con i vagoni<br />
che hanno fatto uscire dai binari le discussioni<br />
nell’ultimo lustro. E magari scoprire che in fondo<br />
non è poi tanto male, che la frequenza e <strong>il</strong> tempo<br />
di percorrenza sono davvero quelli promessi e che<br />
non si ingolfa nel traffico come i mezzi pubblici su<br />
gomma. Anche se <strong>il</strong> problema traffico rimane sul<br />
tavolo dell’amministrazione, primo punto all’ordine<br />
del giorno da risolvere. A partire dalla spinosa<br />
questione delle rotonde di piazza Batoni e in piaz-<br />
I biglietti da 1,20 euro<br />
potranno essere<br />
acquistati ad ogni fermata<br />
presente lungo <strong>il</strong> tragitto<br />
za Paolo Uccello. Qui in un primo progetto era<br />
previsto l’interramento dei binari, mentre piazza<br />
Batoni e Porta a Prato avrebbero dovuto ospitare<br />
un tunnel a testa per <strong>il</strong> traffico su gomma. Si parla<br />
del 2001, ai tempi in cui la delega alle grandi opere<br />
era nelle mani di Graziano Cioni. Ma <strong>il</strong> costo<br />
degli interventi anti-ingolfamento fu valutato in<br />
circa 100 m<strong>il</strong>ioni in più. Troppo, tant’è che l’idea<br />
venne accantonata nel giro di pochi mesi. “Quando<br />
sono arrivato a Palazzo Vecchio la decisione<br />
era già stata presa – si discolpa Giuseppe Matulli,<br />
che r<strong>il</strong>evò la responsab<strong>il</strong>ità della tramvia nel 2002<br />
– immagino che non ci fosse abbastanza spazio<br />
per le rampe di discesa”. Rimane in attesa di qualche<br />
aggiustamento anche “l’attracco” alla stazione<br />
centrale, tutt’ora in sofferenza da auto e bus. Nel<br />
frattempo <strong>il</strong> tram va, per ora con una frequenza di<br />
una corsa ogni 8 minuti in entrambe le direzioni<br />
dalle 6.30 alle 21.30, affiancato dal servizio Ataf.<br />
Da apr<strong>il</strong>e in poi le corse si faranno più fitte e alla<br />
fermata si aspetteranno solo 3 minuti e mezzo nella<br />
fascia oraria di punta, 6 nel resto della giornata,<br />
mentre <strong>il</strong> servizio sarà esteso dalle 5 del mattino<br />
fino alla mezzanotte.<br />
C’era una volta <strong>il</strong> tranvai. La prima tratta ad essere percorsa fu quella per Fiesole<br />
Centoventi anni fa nasceva la rete su ferro più avanzata d’Italia<br />
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fatti, la strada ferrata si estendeva su 220 ch<strong>il</strong>ometri, in città<br />
e nei comuni limitrofi. Da Rovezzano a Bagno a Ripoli, da<br />
Sesto Fiorentino a Tavarnuzze, Casellina, Trespiano e Peretola.<br />
Una rete estesa e funzionale ai primi pendolari che dalle<br />
vicine campagne raggiungevano <strong>il</strong> centro ogni giorno. E si<br />
parla di numeri di tutto rispetto: nel 1920 l’allora linea per<br />
Scandicci arrivò a trasportare 210m<strong>il</strong>a persone l’anno, mentre<br />
quella per Sesto ne raccoglieva ben 342m<strong>il</strong>a e la linea per<br />
Tavarnuzze 208m<strong>il</strong>a circa. La prima tratta ad essere inaugurata,<br />
allora, non fu però la Firenze-Scandicci, bensì quella<br />
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che si arrampicava su per la collina di Fiesole. L’antenata<br />
dell’attuale linea 1, invece, fece la sua comparsa nel 1907.<br />
Sessantotto minuti per raggiungere Ponte a Signa da piazza<br />
del Cestello, dove si trovava <strong>il</strong> capolinea, e solo 9 coppie di<br />
corse al giorno. E almeno su questo piano i tempi moderni<br />
segnano una schiacciante vittoria, visto che <strong>il</strong> nostro Sirio,<br />
da apr<strong>il</strong>e, quando comincerà a lavorare a pieno ritmo, passerà<br />
ogni 3 minuti e mezzo in orario di punta e ogni 6 minuti<br />
nel resto della giornata. Insomma, non ci farà rimpiangere <strong>il</strong><br />
vecchio tranvai.<br />
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TRAsPORTI/2. Ci vorranno <strong>ancora</strong> tre anni per completare i binari: conclusione attesa per <strong>il</strong> 2013<br />
E per le altre linee aprono i cantieri<br />
L’ALTRA STAZIONE<br />
Basta nominare la parola stazione di questi tempi e si pensa<br />
immediatamente a quella griffata Foster, che <strong>il</strong> balletto<br />
dei progetti sull’Alta velocità sposta come una bandierina sulla<br />
mappa della città. Ma c’è un’altra stazione firmata in ballo,<br />
poco fuori dal comune di Firenze, proprio al capolinea della<br />
tramvia. I lavori avranno inizio <strong>il</strong> primo marzo, per un’opera<br />
imponente quasi come lo “squalo” in vetro e acciaio della Tav<br />
e sicuramente di grande impatto per Scandicci. Non solo arrivi<br />
e partenze della linea 1, <strong>il</strong> complesso progettato da Richard<br />
Rogers - che per la cronaca è socio di Foster da quindici anni e<br />
Previsti collegamenti con <strong>il</strong> Polo scientifi co di Sesto Fiorentino<br />
e Bagno a Ripoli. Resta da vagliare l’alternativa al passaggio<br />
da piazza Duomo: <strong>il</strong> progetto sarà reso noto ad apr<strong>il</strong>e<br />
Paola Ferri<br />
Fatta la uno, le linee due e tre della tramvia sono già<br />
ai nastri di partenza. O meglio, stanno per essere<br />
messe in cantiere. Al grido di “Si cambia passo”,<br />
lanciato dallo stesso sindaco Matteo Renzi fin dalla<br />
campagna elettorale. Innanzitutto si cambia metodo: la<br />
due e la tre verranno realizzate tramite un project financing,<br />
strumento che dovrebbe essere in grado di ridurre innanzitutto<br />
costi ed eventuali penali a carico del Comune. E poi i<br />
tempi. Per un sindaco che ha fatto del rispetto delle scadenze<br />
un cavallo di battaglia (<strong>ancora</strong> girano le foto di quando, da<br />
presidente della Provincia, andava a controllare i lavori sulla<br />
Fip<strong>il</strong>i con tanto di giubbottino fluorescente), questa rappresenta<br />
la sfida più impegnativa. La conclusione degli altri<br />
due tracciati che andranno a completare la rete tranviaria è<br />
prevista verosim<strong>il</strong>mente per <strong>il</strong> 2013. Varianti e approvazioni<br />
permettendo. La linea 2, nel progetto originario, ha ricevuto<br />
<strong>il</strong> primo via libera dalla giunta comunale nell’ormai lontano<br />
anno 2000. Risale invece a poche settimane fa l’ok del<br />
Ministero delle infrastrutture, su un progetto che, e qui sta<br />
<strong>il</strong> bello, annovera sì diverse modifiche rispetto a quello di<br />
partenza, ma non la più importante: la pedonalizzazione di<br />
piazza Duomo. Su questo punto è rispuntata anche l’ipotesi<br />
di interrare <strong>il</strong> tratto che corre sotto <strong>il</strong> centro, ma per <strong>il</strong> momento<br />
si tratta solo di voci. Non versa in condizioni migliori<br />
con lui ha firmato diversi progetti, tra cui appunto una stazione<br />
londinese - è molto di più. Circa 280m<strong>il</strong>a metri quadrati dove<br />
troveranno spazio un’ottantina di appartamenti, dieci negozi,<br />
una piazza e un auditorium, pensato come centro culturale polivalente.<br />
Ah, e naturalmente un paio di parcheggi interrati e<br />
due aree di sosta in superficie. <strong>Il</strong> tutto per un investimento di<br />
circa 38 m<strong>il</strong>ioni di euro. Che, anche se paragonati agli oltre<br />
100 della nostra Foster, non sembrano comunque noccioline.<br />
Una volta terminata, la stazione diventerà un polo d’attrazione,<br />
dunque, non solo per la popolazione scandiccese, che qui avrà<br />
la linea 3, di cui è stato approvato <strong>il</strong> primo lotto. In questo<br />
caso i nodi da risolvere, come lo stesso sindaco ha più volte<br />
sottolineato, riguardano <strong>il</strong> problematico passaggio da piazza<br />
Dalmazia e via dello Statuto. Più che mai in sospeso i<br />
futuri prolungamenti delle linee. Per quel che riguarda la<br />
due, <strong>il</strong> tragitto certo rimane dalla stazione centrale all’aeroporto,<br />
ma secondo i piani di Renzi <strong>il</strong> tram dovrebbe arrivare<br />
a servire <strong>il</strong> Polo scientifico di Sesto Fiorentino. La linea 3,<br />
che collegherà Careggi con piazza Libertà, dovrebbe da qui<br />
proseguire in due rami: uno verso Campo di Marte e Rovezzano,<br />
l’altro verso Gavinana, fino a raggiungere Bagno<br />
a Ripoli. Ma si tratta di passaggi successivi. Per <strong>il</strong> momento<br />
amministrazione e ditte appaltatrici incassano <strong>il</strong> via libera<br />
ai progetti iniziali e annunciano l’apertura dei cantieri nel<br />
giro di pochi giorni, a partire dalla periferia per arrivare<br />
al centro della città. “Attendevamo queste approvazioni nel<br />
settembre 2008 – chiarisce Fabrizio Bartoloni, responsab<strong>il</strong>e<br />
di Tram Firenze Spa, la società che si è aggiudicata l’appalto<br />
per la costruzione delle due linee – nel frattempo abbiamo<br />
preso impegni con le banche e siamo stati costretti a rivedere<br />
più volte la tabella di marcia”. Entro la prossima primavera,<br />
invece, approderanno sui tavoli di Palazzo Vecchio i<br />
progetti alternativi al passaggio dal Duomo, in attesa di un<br />
nuovo (l’ultimo?) esame.<br />
Al via i lavori per <strong>il</strong> complesso firmato da Richard Rogers: una piazza, dieci negozi e ottanta appartamenti<br />
<strong>Il</strong> capolinea è griffato. Vetro, acciaio e giochi di luce a Scandicci<br />
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la piazza, arricchita da piante e getti d’acqua, tutto intorno i<br />
nuovi edifici, in cui <strong>il</strong> vetro la farà da padrone. <strong>Il</strong> tetto dell’auditorium,<br />
invece, sarà ricoperto da un tappeto erboso. Ma sarà<br />
proprio la stazione la struttura più interessante e caratteristica<br />
del complesso, sormontata da sei portali in acciaio verniciato di<br />
azzurro, posti a cavallo dei binari, sopra i quali si stenderà una<br />
griglia di metallo. Ma per assistere al vero spettacolo bisognerà<br />
attendere <strong>il</strong> calar della notte, quando l’<strong>il</strong>luminazione artificiale<br />
contribuirà a rendere l’architettura ancor più suggestiva. /P.F.<br />
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con le bollicine?<br />
Entro l’estate uscirà dal<br />
rubinetto di casa. E per<br />
L’acqua<br />
adesso ognuno può andare<br />
a fare rifornimento all’Albereta,<br />
anziché al supermercato. Entro qualche<br />
settimana – <strong>il</strong> tempo di provvedere<br />
alle tubazioni – <strong>il</strong> fontanello<br />
pubblico situato all’interno del parco<br />
offrirà la doppia scelta alle migliaia<br />
di cittadini che già vi si recano muniti<br />
di bottiglie e caraffe: liscia o gassata.<br />
Come al ristorante. Entro la bella stagione<br />
la novità raggiungerà anche gli<br />
altri sette fontanelli distribuiti in città<br />
(Piagge, V<strong>il</strong>la Vogel, via dell’Agnolo,<br />
via Aretina, via delle Panche e viale<br />
Tanini). La sperimentazione è cominciata<br />
a Pistoia, <strong>il</strong> 30 dicembre scorso.<br />
Risultato: 75m<strong>il</strong>a litri di acqua gassata<br />
erogata in un mese. Un successo<br />
che ha spinto Publiacqua ad esportare<br />
l’innovazione su tutto <strong>il</strong> territorio fiorentino.<br />
“<strong>Il</strong> messaggio che vogliamo<br />
lanciare non è solo quello di attenzione<br />
alla tutela dell’ambiente – spiega<br />
Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua<br />
– ma anche di vicinanza al<br />
cittadino. Bere ‘l’acqua del sindaco’<br />
Maroncelli 5 vani Palazzina trifam<strong>il</strong>iare<br />
Piano primo Doppi Ingressi Soggiorno cucina<br />
abitab<strong>il</strong>e 3 camere servizio Balcone<br />
Divisib<strong>il</strong>e No condominio Luminoso<br />
S<strong>il</strong>enzioso Opere condominiali eseguite<br />
EURO 380.000 TRATTABILI RIF.L635<br />
Erasmo D’Angelis<br />
Castelfidardo 5 vani Piano primo Palazzo in<br />
pietra anni ‘30 Soggiorno doppio cucina<br />
abitab<strong>il</strong>e 2 camere servizio Ripostigli<br />
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Ottimo contesto<br />
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<strong>Via</strong> Centostelle 28/R<br />
considerato <strong>il</strong> fatto che negli ultimi 5<br />
anni <strong>il</strong> numero di coloro che riempiono<br />
regolarmente <strong>il</strong> bicchiere dal rubinetto<br />
è cresciuto del 20%.<br />
Presidente, qual è <strong>il</strong> prossimo obiettivo?<br />
Stiamo studiando un piano per distribuire<br />
dei minigassificatori agli utenti<br />
che ne facciano richiesta, in modo<br />
che ognuno possa farsi in casa l’acqua<br />
frizzante. Gli apparecchi saranno<br />
a pagamento o a noleggio, stiamo <strong>ancora</strong><br />
verificando la soluzione migliore.<br />
Ma entro l’estate <strong>il</strong> progetto sarà<br />
pronto a partire.<br />
Un bel risparmio in termini di rifiuti<br />
prodotti e di soldi spesi per<br />
l’acqua minerale. Ma i costi in bolletta<br />
sono destinati a lievitare?<br />
Si tratta di una falsa polemica. <strong>Il</strong> problema<br />
sta a monte, a livello di scelte<br />
nazionali. Per legge i fondi da destinare<br />
alla manutenzione, ammodernamento<br />
delle reti idriche e distribuzione<br />
dell’acqua non possono essere<br />
trovati da nessun’altra parte se non<br />
in bolletta. E ovviamente si tratta di<br />
cifre elevate. La normativa nazionale<br />
andrebbe modificata, in modo che si<br />
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EURO 510.000 TRATTABILI RIF-L753<br />
consumi<br />
possano liberare risorse da investire<br />
in un bene primario e di tutti come<br />
l’acqua.<br />
La rete idrica fiorentina è molto<br />
vecchia ed è stata messa a dura<br />
prova dallo scorso inverno. Quanto<br />
ci vorrà per sostituire le tubature?<br />
Abbiamo messo in programma 400<br />
m<strong>il</strong>ioni di investimenti in tutta l’area<br />
gestita da Publiacqua nei prossimi<br />
15-20 anni. Si tratta di un’opera imponente<br />
ma più che mai necessaria,<br />
considerato <strong>il</strong> fatto che a causa delle<br />
falle della rete perdiamo per strada<br />
circa un terzo dell’acqua che distribuiamo.<br />
Un’altra priorità da affrontare<br />
è quella del collettore degli scarichi<br />
urbani in riva sinistra dell’Arno. Per<br />
Firenze si tratta del tema dei temi:<br />
<strong>ancora</strong> oggi gli scarichi di 120m<strong>il</strong>a<br />
fiorentini giungono direttamente nel<br />
fiume senza depurazione. E’ una pratica<br />
che trovo vergognosa e a cui metteremo<br />
fine entro tre anni.<br />
Una sfida contro <strong>il</strong> tempo, dunque,<br />
la vostra...<br />
Abbiamo finalmente concluso le pratiche<br />
amministrative e burocratiche.<br />
A marzo ripartiranno i lavori per la<br />
realizzazione del collettore, che erano<br />
stati interrotti a causa del ritrovamento<br />
di residuati bellici e rifiuti urbani,<br />
alcuni dei quali risalenti all’alluvione.<br />
Entro <strong>il</strong> 2015, data di scadenza<br />
della normativa europea che impone<br />
di depurare i fiumi dai rifiuti urbani,<br />
l’opera sarà conclusa. E senza alcun<br />
disagio per i cittadini, poiché i cantieri<br />
non interesseranno l’area urbana.<br />
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L’A.F.A. (Attività Fisica Adattata)<br />
nel territorio di Firenze<br />
Una attività organizzata dalla SdS<br />
per far Svolgere Un’attività fiSica,<br />
Significativa per la SalUte, Socializzando,<br />
anche alle perSone poco mob<strong>il</strong>i<br />
in condizioni di SalUte frag<strong>il</strong>i<br />
<strong>Il</strong> movimento fa salute.<br />
è uno slogan lanciato della Regione Toscana<br />
ed è una delle indicazioni della campagna<br />
dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità<br />
sui corretti st<strong>il</strong>i di vita della popolazione<br />
<strong>Il</strong> Consiglio Sanitario Regionale della Toscana nel 2004, ha emanato<br />
Linee Guida Regionali “Per la Promozione della salute attraverso<br />
l’attività motoria”.<br />
Queste attività motorie interessano tutta la popolazione in condizioni<br />
di salute stab<strong>il</strong>e per assenza di malattia acuta, comprese le persone<br />
con riduzione delle capacità funzionali da malattie disab<strong>il</strong>itanti<br />
con esiti stab<strong>il</strong>izzati.<br />
La promozione di comportamenti e st<strong>il</strong>i di vita per la salute viene<br />
motivata dalla consapevolezza che numerose condizioni di morbosità,<br />
disab<strong>il</strong>ità e mortalità possono essere prevenute adottando st<strong>il</strong>i<br />
di vita positivi, socialmente condivisi. In questo ambito è identificato<br />
come obiettivo specifico soprattutto per la popolazione anziana l’aumento<br />
della attività fisica regolare<br />
I sistemi sanitari devono farsi carico di aiutare la popolazione a modificare<br />
<strong>il</strong> proprio sitle di vita sostenendo una cultura che recuperi <strong>il</strong> movimento<br />
come parte essenziale nella vita di tutti i giorni; in particolare verso: <strong>il</strong><br />
soggetto sano sedentario come stimolo a comportamenti di prevenzione<br />
i malattie e <strong>il</strong> soggetto a ridotta capacità motoria indotta per età<br />
o per patologia cronica clinicamente stab<strong>il</strong>izzata.<br />
Le Attività motorie per la popolazione anziana a Firenze<br />
Nel territorio di Firenze da molti anni si è consolidata con successo<br />
l’esperienza della ginnastica per anziani che vede coinvolti <strong>il</strong> Comune<br />
ed i consigli di Quartiere, le associazioni di promozione sportiva<br />
operanti nel territorio comunale , le associazioni di anziani costituite<br />
e le migliaia di anziani che frequentano le attività di ginnastica stesse.<br />
Le Attività Motorie Adattate per persone frag<strong>il</strong>i<br />
o con disab<strong>il</strong>ità<br />
Sono presenti nel territorio del Comune anche numerose persone<br />
con condizioni di disab<strong>il</strong>ità che ne riducono la mob<strong>il</strong>ità stimate<br />
intorno al 2,3% della popolazione, ed è in incremento <strong>il</strong> numero di<br />
persone con malattie croniche, che non sono disab<strong>il</strong>i ma, che presentano<br />
condizioni di frag<strong>il</strong>ità che ne limitano la loro capacità a svolgere<br />
tutte le attività della vita quotidiana con particolare riferimento<br />
alla socializzazione e <strong>il</strong> movimento fuori della propria abitazione.<br />
Questa fascia di persone poco mob<strong>il</strong>i e in condizioni di salute<br />
frag<strong>il</strong>e, può beneficiare di programmi specifici di attività fisica come<br />
indicato dalle Linee guida regionali toscane. La Giunta regionale ha<br />
deliberato nel 2005 l’introduzione a sistema delle Attività Motorie<br />
Adattate organizzate in collaborazione fra le Aziende Sanitarie, le<br />
Società della Salute e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti<br />
CONI.<br />
La Regione Toscana nel deliberato indica<br />
questa Attività Motoria Adattata come:<br />
Attività non sanitaria<br />
• rivolta alla popolazione in condizioni di salute stab<strong>il</strong>i per assenza<br />
di malattia acuta o con riduzione delle capacità funzionali<br />
da condizioni cliniche pregresse con esiti funzionali stab<strong>il</strong>izzati<br />
• svolta negli abituali contesti della comunità sociale<br />
sotto forma di attività di gruppo (14-20 persone) in<br />
luoghi deputati ad attività di socializzazione, fitness o<br />
in palestre<br />
Gli Istruttori A.F.A. come indicato dalle Linee guida regionali<br />
sono Professionisti formati con:<br />
- Laurea in Scienze Motorie o titolo equipollente<br />
- Laurea in Fisioterapia o titolo equipollente<br />
Dal 2006 le strutture dell’SdS di Firenze e della riab<strong>il</strong>itazione<br />
dell’ASL di Firenze, hanno pianificato interventi che hanno coinvolto<br />
i medici curanti, gli enti di promozione sportiva, le associazioni<br />
sportive , l’Azienda per i Servizi alla Persona di Montedomini per<br />
dare attuazione alle indicazioni della delibera di Giunta regionale<br />
1081/2005 ed attivare nel territorio comunale corsi di Attività Motoria<br />
Adattata.<br />
La SdS Firenze ha provveduto ad inserire l’Attività Fisica Adattata<br />
nel Piano Integrato di Salute 2008-2010.<br />
Sono stati messi a punto dai Professionisti Sanitari dell’ASL e successivamente<br />
condivisi con gli erogatori due programmi specifici per<br />
persone in condizione di salute frag<strong>il</strong>e specificatamente:<br />
a) Attivita’ motoria per soggetti anziani affetti da sindrome algica da<br />
ipomob<strong>il</strong>ita’ e da osteoporosi<br />
b) Attivita’ motoria per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante.<br />
I corsi attivati sono 34 e distribuiti in 19 sedi territoriali che coprono<br />
tutti e cinque i Quartieri di Firenze con una media di 3 sedi per<br />
Quartiere.<br />
I soggetti erogatori che hanno definito accordi di convenzione con la<br />
Societa’ della Salute di Firenze per l’Attivita’ Motoria Adattata sono:<br />
• UISP<br />
• ENDAS<br />
• ANCESCAO<br />
• Diaconia Valdese RSA Gignoro<br />
• A.S. Gulliver<br />
• A.S. Good<br />
• A.S. B Side<br />
• A.S. Cocchi<br />
• Avvenire 2000<br />
Dati del report ASL 10 dell’A.F.A.<br />
( relativo al 1° Semestre 2009) inviato alla Regione<br />
Dati AFA al 30.6.2009 To.t ASF/4SdS Tot. SdS Fi<br />
N.erogatori 22 9<br />
N.punti erogazione 45 19<br />
N.Corsi 89 34<br />
N.Comuni della Zona 33 1<br />
N.Partecipanti 1420 565<br />
In Tutta la Toscana sono circa 11.500 le Persone che nel primo<br />
semestre del 2009 hanno partecipato a Programmi AFA.<br />
Le AFA Speciali e la nuova regolamentazione<br />
Nella primavera del 2009 la Regione Toscana, recependo i buoni<br />
risultati raggiunti nella sperimentazione introdotta nel 2005 con<br />
l’AMA, ha deliberato DGR 459/2009 l’atto di indirizzo alle ASL e<br />
SdS per l’organizzazione su tutto <strong>il</strong> territorio Regionale dell’ “Attività<br />
Fisica Adattata”.<br />
Nell’atto deliberativo Regionale che è in fase di recepimento nella<br />
ASL 10 di Firenze e nella SdS di Firenze, viene introdotta la differenziazione<br />
fra AFA per persone a bassa disab<strong>il</strong>ità e AFA per Persone ad<br />
alta Disab<strong>il</strong>ità individuando due tipologie di programmi:<br />
a) Programmi AFA per persone con “bassa disab<strong>il</strong>ità” disegnati per<br />
“le sindromi croniche che non limitano le capacità motorie di base<br />
o della cura del sé”<br />
b)Programmi AFA per persone “alta disab<strong>il</strong>ità” disegnati per “le<br />
sindromi croniche stab<strong>il</strong>izzate con limitazione della capacità motoria<br />
e disab<strong>il</strong>ità stab<strong>il</strong>izzata”<br />
Nel 2010 con l’attuazione della DGR 459/09 accanto alle attuali 2<br />
tipologie di AFA saranno affiancate altre tipologie caratterizzate dai<br />
Programmi AFA per persone ad “alta disab<strong>il</strong>ità”. In questo momento<br />
nel confronto con le Associazioni rappresentanti i soggetti con<br />
Disab<strong>il</strong>ità croniche è maturata la decisione di promuovere anche<br />
specifici programmi AFA.<br />
Programmi AFA progressivamente<br />
a regime nel corso del 2010<br />
1) Programmi AFA per persone con “bassa disab<strong>il</strong>ità”<br />
a. per soggetti anziani affetti da sindrome algica da ipomob<strong>il</strong>ita’<br />
e da osteoporosi<br />
b. per soggetti adulti con rachialgia cronicizzante<br />
2) Programmi AFA per persone con “alta disab<strong>il</strong>ità”<br />
a. per soggetti con malattie reumatiche in fase s<strong>il</strong>ente<br />
b. per soggetti con esiti stab<strong>il</strong>izzati di ICTUS<br />
c. per soggetti con malattia di Parkinson Stadiazione (Hoen<br />
& Yahr) 1-3<br />
Tutti i programmi AFA promossi nell’ambito del territorio<br />
dell’ASL 10 ed adottati della quattro SdS che incidono in questo<br />
territorio, verranno pubblicati insieme al regolamento Aziendale<br />
sul sito internet dell’ ASL 10 e su quello della SdS di Firenze.<br />
IL TUO MEDICO TI hA CONSIGLIATO<br />
DI PARTECIPARE ALL’A.F.A.?<br />
L’accesso ai programmi AFA avviene su specifica indicazione del<br />
Proprio Medico Curante o del Medico Specialista che ha in cura <strong>il</strong><br />
soggetto per <strong>il</strong> problema di salute cronico o disab<strong>il</strong>itante specifico<br />
o su proposta dei Servizi di Riab<strong>il</strong>itazione alla conclusione del<br />
Progetto Riab<strong>il</strong>itativo.<br />
<strong>Il</strong> Cittadino può contattare la rete d’offerta AFA presente nel<br />
Territorio Comunale attraverso <strong>il</strong> Call Center di Montedomini<br />
ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> Numero Verde:<br />
<strong>Il</strong> Coordinamento Operativo svolto da Fisioterapisti dell’U.O. di<br />
Riab<strong>il</strong>itazione Funzionale dell’ASL 10 , invita <strong>il</strong> cittadino per una<br />
verifica del livello funzionale della capacità motoria per inserirlo<br />
nel programma a lui adeguato, nella sede di attività disponib<strong>il</strong>e e<br />
logisticamente più vicina.<br />
<strong>Il</strong> personale del Coordinamento Operativo effettua visite periodiche<br />
nelle sedi di attività AFA per monitorare <strong>il</strong> rispetto dei<br />
programmi concordati con gli erogatori ed eventuali criticità<br />
riscontrab<strong>il</strong>i o segnalate.<br />
Le strutture erogatrici si impegnano<br />
attraverso un accordo sottoscritto a:<br />
• garantire l’offerta secondo i<br />
protocolli-programmi di esercizio<br />
concordati con gli operatori<br />
sanitari delle ASL e delle<br />
S.d.S.<br />
• garantire la sicurezza dei programmi<br />
di esercizio, la pulizia e l’igiene delle palestre, piscine<br />
o altre strutture.<br />
• garantire i requisiti formativi e l’adesione dei propri istruttori<br />
ai programmi di esercizio concordati<br />
• assicurare l’attività con una tariffa indicativa di 2 euro (2,5<br />
euro per i programmi svolti in piscina) ad accesso, con<br />
modalità di pagamento mens<strong>il</strong>e<br />
<strong>Il</strong> Cittadino si impegna:<br />
• a partecipare al programma motorio proposto<br />
• a corrispondere, al soggetto erogatore, la quota mens<strong>il</strong>e della<br />
partecipazione al programma AFA ( che si svolge su due<br />
incontri settimanali svolti in gruppo della durata di un ora)<br />
• a corrispondere la quota assicurativa (circa 10 € l’anno)<br />
relativamente alla partecipazione ad attività motorie non<br />
agonistiche<br />
• a comunicare all’erogatore qualsiasi variazione della sua<br />
condizione di salute che possa pregiudicare la partecipazione<br />
al programma AFA<br />
• a comunicare al Coordinamento dell’ASL eventuali criticità<br />
r<strong>il</strong>evate in corso dell’ attività stessa<br />
Dott. Simone Baldi<br />
Direttore Area Professionale della Riab<strong>il</strong>itazione<br />
Direzione Servizi TecnicoSanitari ASL 10 Firenze<br />
Informazione a cura della Società della Salute
14 Febbraio 2010<br />
sAN LORENZO/1. L’ipotesi di uno sgombero circolata tempo fa non piaceva agli esercenti<br />
<strong>Il</strong> mercato per ora resta al suo posto<br />
1066367<br />
L’assessore Nardella spiega che per <strong>il</strong> momento non sono<br />
state prese decisioni riguardo a un eventuale trasferimento<br />
in lungarno Pecori Giraldi: “Siamo all’inizio di un percorso,<br />
non faremo interventi senza coinvolgere le categorie”<br />
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Luca Serranò<br />
Una strana storia, quella<br />
del presunto trasloco di<br />
alcuni banchi del mercato<br />
di San Lorenzo.Tra<br />
lo stupore degli operatori oltre un<br />
mese fa hanno infatti cominciato a<br />
circolare voci sempre più insistenti<br />
di un trasferimento in Lungarno<br />
Pecori Giraldi, presso <strong>il</strong> mercato<br />
multietnico, delle postazioni raden-<br />
L’INTERVENTO<br />
Parla Mauro Bufalari<br />
“Vogliamo bagni<br />
e dei vig<strong>il</strong>i fi ssi”<br />
bbiamo grandi progetti,<br />
“A speriamo solo che gli<br />
enti locali ci aiutino in questa<br />
avventura”. Mauro Bufalari è<br />
<strong>il</strong> nuovo presidente della Commissione<br />
commercio per San<br />
Lorenzo, carica ottenuta a larga<br />
maggioranza poche settimane<br />
fa. Tra le proposte che saranno<br />
avanzate all’Amministrazione<br />
spicca senz’altro la costituzione<br />
di un vero e proprio percorso di<br />
“banchi caratteristici”, in modo<br />
da restituire al centro di Firenze<br />
un mercato autenticamente<br />
popolare. “<strong>Il</strong> Comune ci ha dato<br />
l’ok, adesso è <strong>il</strong> momento di cominciare<br />
a far sul serio”, spiega.<br />
Punto qualificante del progetto è<br />
<strong>il</strong> ripristino delle vecchie e ferree<br />
regole (in particolare del R.e.c.,<br />
Registro Esercenti <strong>il</strong> Commercio)<br />
che governavano la materia<br />
prima del decreto Bersani. In<br />
questo senso, la famigerata legge<br />
speciale per Firenze si rende<br />
ancor più necessaria. “Prima di<br />
tutto viene la legalità - dice <strong>ancora</strong><br />
Mauro Bufalari, titolare di<br />
un banco proprio accanto alla<br />
bas<strong>il</strong>ica - perché senza un generalizzato<br />
rispetto delle norme<br />
questo mercato continuerà a degradarsi<br />
sempre più”. Una sott<strong>il</strong>e<br />
polemica anche nei confronti<br />
di quegli operatori che si disinteressano<br />
del bene comune. “E’<br />
proprio a questo che servono le<br />
regole – racconta – in tal senso<br />
prometto che faremo di tutto per<br />
migliorare le cose. Prendete <strong>il</strong><br />
problema dei rifiuti: serve un<br />
nuovo sistema di raccolta per<br />
evitare che a fine giornata tutto<br />
lo sporco si riversi sulle strade”.<br />
Le richieste degli ambulanti,<br />
d’altra parte, poggiano anche<br />
sulle migliaia di euro (800 per<br />
ogni metro quadro) versate<br />
ogni anno per l’occupazione<br />
del suolo pubblico. “Chiediamo<br />
soprattutto la costruzione<br />
di bagni e la presenza fissa dei<br />
vig<strong>il</strong>i urbani - conclude Mauro<br />
Bufalari - siamo stanchi di essere<br />
spennati dalle tasse mentre gli<br />
abusivi fanno <strong>il</strong> bello e <strong>il</strong> cattivo<br />
tempo”.<br />
/L.S.<br />
attualità<br />
ti la bas<strong>il</strong>ica. Molti articoli di giornale<br />
hanno confermato l’ipotesi, e<br />
in poco tempo <strong>il</strong> popolo degli ambulanti<br />
di San Lorenzo ha serrato le<br />
f<strong>il</strong>a e chiesto compatta un incontro<br />
con l’Amministrazione. La parola<br />
fine all’incidente di percorso è<br />
giunta dopo alcuni giorni, col Comune<br />
schierato in blocco a smentire<br />
l’ardito progetto. Ma come si è<br />
arrivati a tutto questo? Com’è possib<strong>il</strong>e<br />
che una notizia così dirompente<br />
abbia potuto fare <strong>il</strong> giro della<br />
città? I nuovi componenti della<br />
commissione commercio per San<br />
Lorenzo (oltre duecento votanti,<br />
presidente Mauro Bufalari) <strong>ancora</strong><br />
non sanno darsi spiegazioni, ma<br />
in coro fanno barriera all’ipotesi<br />
sgombero. “È ridicolo pensare di<br />
spostarci - spiega Farshid Poosti,<br />
vicepresidente della commissione<br />
che rappresenta gli ambulanti del<br />
mercato - non siamo oggetti ma<br />
persone, e anche piuttosto arrabbiate.<br />
Siamo i primi a lamentarci<br />
delle condizioni di San Lorenzo<br />
ma questo non vuol dire che si possano<br />
prendere decisioni sopra le<br />
nostre teste”. Le smentite piovute<br />
nei giorni successivi, dunque, non<br />
sono servite a rasserenare completamente<br />
<strong>il</strong> clima. <strong>Il</strong> timore è ovviamente<br />
quello che la proposta torni<br />
di nuovo sul piatto, magari sotto<br />
altra forma. “L’amministrazione ha<br />
preso degli impegni - tuona Giorgio,<br />
tra gli ambulanti più longevi (e<br />
ascoltati) del mercato - Noi siamo<br />
sempre stati disponib<strong>il</strong>i ma è chiaro<br />
che se fossero davvero queste le intenzioni<br />
ci arrabbieremmo molto”.<br />
Dario Nardella, vicesindaco nonché<br />
assessore allo sport e allo sv<strong>il</strong>uppo<br />
economico, tiene a precisare<br />
che nessuna decisione è stata presa<br />
al riguardo. “Siamo solo all’inizio<br />
di un lungo percorso di riqualificazione<br />
dei mercati – spiega – e di<br />
certo ad oggi non possiamo sapere<br />
quali saranno gli scenari futuri.<br />
Quel che mi sento di assicurare, ad<br />
ogni modo, è che non faremo interventi<br />
radicali senza coinvolgere<br />
le categorie interessate”. Frasi che<br />
giungono soavi alle orecchie degli<br />
ambulanti, <strong>ancora</strong> scosse dagli<br />
articoli apparsi in serie sui giornali.<br />
“Vorrà dire che qualcuno rema<br />
contro - scuote <strong>il</strong> capo un giovane<br />
operatore di via dell’Ariento - forse<br />
diamo fastidio, su di noi si dicono<br />
tante falsità”. La presenza di merce<br />
made in China, per esempio, è una<br />
delle accuse che fa più arrabbiare<br />
titolari e gestori di banchi. “Ma li<br />
guardate i prodotti dei negozi del<br />
centro? La merce cinese è dappertutto,<br />
possib<strong>il</strong>e che la colpa sia soltanto<br />
nostra?”.<br />
Ci accusano<br />
di vendere merce<br />
made in China,<br />
ma lo fanno tutti
attualità<br />
sAN LORENZO/2. In aumento <strong>il</strong> numero dei commercianti dell’estremo oriente che affittano bancarelle<br />
E tra i banchi si parla sempre più cinese<br />
Riccardo Bianchi<br />
Quando chiedi di un<br />
cinese che ha un<br />
banco di alimentari<br />
nel mercato coperto<br />
di San Lorenzo, qualcuno<br />
dice che forse ti sbagli. Eppure<br />
Dong è lì, e da quattro mesi<br />
vende la sua verdura. Qui è <strong>il</strong><br />
primo della sua etnia: “Volevo<br />
lavorare - dice - <strong>il</strong> mercato mi<br />
piaceva e ho provato”. Accanto,<br />
due bangladeshi che vendono<br />
frutta. “Anni fa i bangladeshi<br />
hanno comprato tanti banchi e<br />
vendevano tutti frutta e verdura<br />
- dice Alessandro, uno degli<br />
operatori storici - ma è andata<br />
male. Hanno smesso quasi tutti”.<br />
Nessuno commercia carne<br />
o pesce: i frigoriferi costano<br />
tantissimo. Anche fuori, tra le<br />
242 bancarelle, gli ultimi arrivati<br />
sono originari di Cina e<br />
Bangladesh, ma sono già tanti.<br />
Negli anni ci sono stati prima<br />
i persiani, poi i palestinesi, poi<br />
gli slavi, i rumeni e i bras<strong>il</strong>ia-<br />
Nell’area esterna sono tanti<br />
In via Panicale un ragazzo nero<br />
alticcio saluta un uomo bianco<br />
e gli mette una mano sulla<br />
spalla. “Amore?”, chiede, e lo<br />
accompagna in un negozio, sorpassando<br />
due africani che stanno<br />
sulla porta. Dopo dieci minuti,<br />
l’uomo è <strong>ancora</strong> seduto accanto<br />
alla cassa, in fondo al locale.<br />
Scene del genere si ripetono <strong>ancora</strong><br />
nella strada, un tempo feudo<br />
dei neri.<br />
Ma oggi non più. Nel bazar col<br />
nome africano c’è un cinese.<br />
Ovunque rivendite e call center<br />
di bangladeshi. “Si notano di<br />
più da quando fanno capannello<br />
fuori dal centro Snai” dicono<br />
i commercianti italiani. Ma<br />
c’è chi è storico, come Alamgir,<br />
che nel 2001 ha aperto l’Oriental<br />
Alimentari, un supermarket<br />
etnico: “Vendiamo solo a stranieri,<br />
anche operatori del mercato.<br />
Abbiamo avuto un calo del<br />
70 per cento in pochi anni, ma<br />
ni. Adesso loro, che per alcuni<br />
hanno superato le altre etnie. E,<br />
pure qui, vendono tutti la stessa<br />
roba: vestiti e foulard i cinesi,<br />
borse e ciondoli gli altri. Tutto<br />
a pochi euro. Parlarci è diffic<strong>il</strong>e.<br />
Qualcuno sa l’inglese, l’italiano<br />
<strong>il</strong> minimo indispensab<strong>il</strong>e.<br />
Ma gli affari vanno male: “È<br />
mezzogiorno e ho venduto 15<br />
euro. Lui zero e lei pure - racconta<br />
Otello, quarant’anni di<br />
esperienza, indicando <strong>il</strong> vicino<br />
senegalese e la vicina mandarina<br />
- I cinesi ci provano. Ma <strong>il</strong><br />
problema è che c’è qualcuno,<br />
italiano, che affitta i banchi a<br />
prezzi alti nonostante la crisi.<br />
Li frega”. Le cifre vanno dai<br />
2.500 euro al mese per un posto<br />
intorno alla bas<strong>il</strong>ica ai 500<br />
di via Panicale, dove ci sono<br />
tanti posti vuoti, perché aprire<br />
al mattino costa più che tenere<br />
chiuso.<br />
A San Lorenzo quasi tutti vendono<br />
accessori in pelle, vestiti<br />
gli ambulanti asiatici, mentre in quella<br />
coperta per adesso c’è solo Dong,<br />
che da quattro mesi vende lì la sua verdura<br />
FOCUs. Calo di vendite anche per gli stranieri<br />
“La crisi c’è anche per noi”<br />
Perso <strong>il</strong> 50 per<br />
cento in un anno,<br />
se continua così<br />
noi chiudiamo<br />
continuo a pagare 1400 euro al<br />
mese di affitto”. Ad un italiano.<br />
In piazza del mercato, un piccolo<br />
negozio di accessori ha aperto<br />
vicino al kebabbaro. Dentro due<br />
ragazzi cinesi. Una, molto bella,<br />
non capisce l’italiano. L’altro<br />
dice che l’attività, di tre mesi, è<br />
del fratello. Ma della crisi non sa<br />
niente. Nel senso che non conosce<br />
la parola. I cinesi stanno acquistando<br />
i tanti fondi vuoti del<br />
quartiere. <strong>Via</strong> Faenza e le strade<br />
limitrofe sono una costellazione<br />
di commercianti asiatici. Tra i<br />
colleghi italiani la frase è: “Sono<br />
bravi, non danno noia. Ma mi<br />
domando chi e perché gli affitta<br />
i fondi”. Le clientele sono separate.<br />
Al mini-market all’incrocio<br />
con via Panicale una commessa<br />
anziana con gli occhi a mandorla<br />
dice che la sua è solo asiatica.<br />
Alla friggitoria numero 34,<br />
come riportato sulla targa storica,<br />
i gestori ora sono cinesi. La<br />
ragazza al banco spiega che gli<br />
affari sono calati perché non ci<br />
sono turisti: “Meno 50 per cento<br />
in un anno. Abbiamo mandato<br />
via una commessa. Ma l’affitto<br />
non è calato. Se continua così,<br />
chiudiamo”. Chi è <strong>il</strong> proprietario?<br />
“Un italiano”. /R.B.<br />
e poco altro. Colpa anche di un<br />
turismo più povero. “I cinesi<br />
pagano sempre - li difende Angelo,<br />
che gestisce una delle cooperative<br />
che monta i banchi al<br />
mattino e li smonta la sera - Con<br />
i bangladeshi si fa fatica, ma<br />
anche con gli italiani. Solo che<br />
se loro poi se ne vanno, chi ti<br />
paga?”. Qualche commerciante<br />
li accusa di slealtà: “Vendono la<br />
tua stessa merce, ma abbassano<br />
<strong>il</strong> prezzo. Ti fanno chiudere”,<br />
sostiene Edgar, bras<strong>il</strong>iano. Ma<br />
ormai nel mercato è quasi tutto<br />
uguale, fatto in Cina o comunque<br />
dai cinesi. A punirli, però,<br />
è l’inesperienza. “Sono anch’io<br />
15<br />
straniero - dice Dragosh, che ha<br />
un banco in via Panicale - ma<br />
ho lavorato come commesso per<br />
otto anni, prima di mettermi in<br />
proprio. Loro aprono dall’oggi<br />
al domani e si fanno concorrenza.<br />
Non sanno come si lavora.<br />
Alcuni hanno già chiuso. Andrà<br />
così anche per gli altri”.<br />
1062890
16 Febbraio 2010<br />
ZOOM/1. A Firenze ci sono (poche) famiglie che gestiscono una miriade di fondi<br />
La città di chi possiede palazzi interi<br />
Istituti assicurativi e<br />
banche, ma anche<br />
semplici privati: spesso<br />
immensi patrimoni<br />
immob<strong>il</strong>iari sono<br />
concentrati nelle mani<br />
di pochi. Ecco una<br />
“mappa delle rendite”<br />
Lorenzo Salusest<br />
una volta una città in cui<br />
la ricchezza delle famiglie e<br />
la loro influenza sui destini di<br />
C’era<br />
Firenze si misurava sulla bellezza<br />
dei palazzi e sull’altezza delle loro torri.<br />
Adesso che quelle torri sono state in gran parte<br />
scapitozzate, influenza e status sociale non si<br />
misurano più per altezza, ma per estensione. E i<br />
patrimoni immob<strong>il</strong>iari, nelle mani di pochi soggetti<br />
non sono più ostentati, tutt’altro. Tant’è<br />
che risulta diffic<strong>il</strong>e tracciare una mappa dei<br />
grandi proprietari, tanto più adesso che la giunta<br />
Renzi, di fronte al progressivo abbandono<br />
dei negozi storici e all’emorragia di abitanti dal<br />
centro, ha dato <strong>il</strong> via alla crociata contro la “città<br />
della rendita”. Ma chi sono dunque i protagonisti<br />
dell’oligopolio immob<strong>il</strong>iare fiorentino? Talvolta<br />
è sufficiente leggere le targhe in marmo o<br />
le insegne affisse sui muri: grandi istituti assicurativi<br />
possiedono palazzi nelle zone storiche,<br />
come Fondiaria in piazza della Repubblica o<br />
Generali in piazza della Signoria. Uffici ai piani<br />
superiori, fondi commerciali al piano terra: collocazioni<br />
strategiche che negli anni scorsi hanno<br />
spinto al rialzo gli affitti richiesti ai gestori<br />
di bar storici come Rivoire o Paszkowski, con<br />
minacce di chiusura poi rientrate. Ci sono poi<br />
alcuni istituti bancari, anch’essi proprietari da<br />
tempo immemore di fondi destinati ad abitazioni<br />
o negozi. Ma alcune banche stanno dismettendo<br />
<strong>il</strong> loro patrimonio, vendendolo a società<br />
private spesso riconducib<strong>il</strong>i a singole famiglie:<br />
è <strong>il</strong> caso dei fratelli Fratini (eredi dei fondatori<br />
della Rifle) che negli ultimi anni hanno acquisito,<br />
tra gli altri, l’attuale immob<strong>il</strong>e che ospita<br />
Zara (ex sede del Banco di Sic<strong>il</strong>ia) e di Palazzo<br />
Tornabuoni (Ex Banca Intesa) in via Strozzi,<br />
dove è stato realizzato un residence extra lusso.<br />
Nuovi proprietari che affiancano le dinastie<br />
nob<strong>il</strong>iari che tutt’ora possiedono le storiche<br />
residenze fam<strong>il</strong>iari, destinandole a negozi ed<br />
appartamenti. Caso diverso è quello che riguarda<br />
le proprietà dell’Arcidiocesi, dell’Istituto di<br />
sostentamento del clero e dei singoli complessi<br />
religiosi: numerosi sono i fondi commerciali ed<br />
abitativi che rientrano nel patrimonio ecclesiastico,<br />
ma differentemente dagli altri proprietari,<br />
la Chiesa tende a mantenere i livelli di locazio-<br />
ne a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato,<br />
non perseguendo quindi intenti speculativi<br />
ma conservativi. Fin qui niente di sorprendente.<br />
Ma sbaglia chi pensa che i grandi proprietari di<br />
immob<strong>il</strong>i siano concentrati nel centro storico,<br />
o che essi siano solo gli eredi di grandi e note<br />
dinastie fiorentine. I protagonisti della rendita<br />
fondiaria sono talvolta anche famiglie ignote ai<br />
più, tranne a coloro a cui affittano case e fondi<br />
commerciali, spesso situati in zone periferiche<br />
della città. Interi immob<strong>il</strong>i con alcuni negozi e<br />
decine di appartamenti intestati alla stessa persona?<br />
Capita più spesso di quanto si possa immaginare.<br />
Anche questa è la città della rendita,<br />
ma non andatelo a dire ai proprietari.<br />
Mario Razzanelli. Candidato alle Regionali per Lega Nord<br />
Cari amici e concittadini,<br />
insieme abbiamo ottenuto dei risultati importanti:<br />
- la pedonalizzazione di Piazza Duomo;<br />
- la revisione del piano strutturale,<br />
- la discussione su tunnel TAV e Stazione Foster.<br />
Oggi mi rendo conto che bisogna fare molto di più.<br />
Così ho deciso di candidarmi per le regionali insieme<br />
al movimento della Lega Nord, unico partito impegnato<br />
per risolvere concretamene i problemi della gente,<br />
delle città e del Paese.<br />
I punti cardine del programma per la Toscana e per<br />
Firenze sono:<br />
1. LA QUESTIONE MORALE. Lo scandalo di<br />
Castello, lo scandalo Quadra, <strong>il</strong> caso Barberino che<br />
vede <strong>il</strong> coinvolgimento dell’assessore regionale Cocchi.<br />
I fiorentini ed i toscani riflettano e decidano se è giunta<br />
l’ora di voltare pagina.<br />
2. INFRASTRUTTURE.<br />
- Aeroporto. Abbiamo oggi uno scalo che assomiglia ad<br />
uno del terzo mondo. Con la pista parallela all’autostrada<br />
ridurremmo l’inquinamento acustico e<br />
potremmo raggiungere ad esempio la Russia e l'Egitto.<br />
Un m<strong>il</strong>ione e mezzo di passeggeri in più all’anno<br />
potrebbero significare un m<strong>il</strong>iardo di euro di nuove<br />
entrate per l’economia dell’area fiorentina.<br />
- Bretella Incisa-Barberino. L’autostrada del Sole<br />
potrebbe diventare la circonvallazione esterna di<br />
Firenze riducendo drasticamente l’inquinamento.<br />
- TAV. Bloccare <strong>il</strong> progetto della stazione Foster ed esaminare<br />
una soluzione alternativa per l’attraversamento<br />
di Firenze dell’Alta Velocità. Ut<strong>il</strong>izzando le risorse<br />
risparmiate per potenziare le ferrovie regionali .<br />
3. IMMIGRAZIONE. Rispetto delle leggi e delle<br />
L’INTERVISTA<br />
l’inchiesta<br />
Parla <strong>il</strong> vicesindaco Nardella<br />
“Serve un intervento<br />
a livello governativo”<br />
aumento dei canoni di affitto sta cau-<br />
L’ sando la chiusura di molti negozi storici.<br />
<strong>Il</strong> sindaco ha lanciato un messaggio ai<br />
proprietari, affermando che l’era della rendita<br />
di posizione è finita. Condivide?<br />
Non posso che condividere. Fin dall’inizio<br />
questa amministrazione ha fatto della lotta alla<br />
rendita una delle sue bandiere. La rendita sta<br />
soffocando le imprese, i negozi, le boutique e<br />
noi non assisteremo passivamente. Da un lato<br />
chiamiamo i proprietari alla responsab<strong>il</strong>ità e al<br />
rispetto, dall’altro vogliamo combattere questa<br />
battaglia con ogni mezzo, a partire dal tavolo<br />
di confronto con <strong>il</strong> Governo.<br />
Gli affitti sono molto alti anche in periferia,<br />
dove i negozi di vicinato stanno cedendo <strong>il</strong><br />
passo alle catene in franchising. Una conseguenza<br />
ineludib<strong>il</strong>e della globalizzazione?<br />
Ci rendiamo conto che combattere da soli<br />
contro la globalizzazione è impossib<strong>il</strong>e, non<br />
si può fermare un fenomeno storico. Ma lo<br />
si può governare, trovando nuove strade per<br />
arginare l’impoverimento culturale e sociale<br />
delle nostre strade e piazze evidenziato dalla<br />
scomparsa dei negozi storici e di vicinato per<br />
<strong>il</strong> proliferare di kebab, internet point, pizzerie<br />
al taglio. Introdurremo nuove regole, senza naturalmente<br />
porre questioni di discriminazione<br />
sociale o culturale, ma per preservare un coerente<br />
sv<strong>il</strong>uppo della città, nell’interesse di tutti.<br />
Inoltre, stiamo perfezionando una importante<br />
intesa per promuovere i Centri commerciali<br />
naturali, meritevoli di sostegno perché hanno<br />
un ruolo vitale nel tessuto urbano fiorentino e<br />
difendono la nostra ‘tipicità’.<br />
Cosa può fare <strong>il</strong> Comune per scrivere la parola<br />
fine sulla rendita di posizione?<br />
Come amministrazione sappiamo di non avere<br />
strumenti normativi efficaci per controllare <strong>il</strong><br />
fenomeno. Proprio per questo vogliamo porre<br />
<strong>il</strong> problema al Governo, anche attraverso la<br />
discussione sulla legge speciale per Firenze,<br />
per poter ut<strong>il</strong>izzare la leva vincolistica e la leva<br />
fiscale, con meccanismi di incentivi e disincentivi.<br />
/L.S.<br />
regole. Chi delinque o non rispetta le<br />
regole e le leggi deve essere rimpatriato<br />
immediatamente. Istituzione in<br />
Toscana dei Centri di accoglienza. Aiutare<br />
gli immigrati che lavorano, si inegrano e si comportano<br />
correttamente<br />
4. SANITÀ. No alla proposta del Candidato Presidente<br />
Rossi. Tre mesi di attesa per fare un esame sono<br />
troppi. Basta! Non è più ammissib<strong>il</strong>e che con una<br />
Sanità che brucia m<strong>il</strong>iardi di risorse ci siano <strong>ancora</strong><br />
oggi tempi biblici di attesa per fare un esame. Dopo 30<br />
giorni un cittadino deve avere <strong>il</strong> diritto di farsi fare gli<br />
esami anche in una struttura privata.<br />
5. CULTURA. Impedire che la Fondazione del<br />
Maggio Musicale Fiorentino venga declassata.<br />
Sarebbe una perdita grave per Firenze e la Toscana<br />
tutta.<br />
Chiedo a tutti i Fiorentini che hanno a cuore gli interessi<br />
della città e della regione di VOTARE LEGA<br />
NORD. Manterrò gli impegni chiesti dai miei concittadini:<br />
amici stanchi di soccombere a interessi e sprechi<br />
della politica. I soldi ci sono, sono quelli delle<br />
nostre tasse e devono essere spesi bene!<br />
MESSAGGIO A PAGAMENTO
l’inchiesta<br />
ZOOM/2. Non si ferma l’ondata che ha coinvolto molti negozi del triangolo della moda fiorentina<br />
<strong>Via</strong> Tornabuoni, <strong>ancora</strong> bandoni chiusi<br />
Da Yves Saint Laurent a Hugo Boss, fi no a Versace, Escada e Brooks Brothers.<br />
Le grandi fi rme continuano a chiudere le loro boutique nelle strade più centrali<br />
della città, lasciando spazio a saracinesche abbassate e cartelli con la scritta “affi ttasi”<br />
Barbara Biondi<br />
C’è chi<br />
viene e c’è<br />
chi va. <strong>Via</strong> Tornabuoni,<br />
strada fio-<br />
rentina delle griffe<br />
per eccellenza, sta (ormai da qualche<br />
anno) subendo la crisi che nel<br />
2009 ha finito per attanagliare tutto<br />
<strong>il</strong> mondo, nessuno escluso. <strong>Il</strong> risultato<br />
è un via vai di negozi che<br />
chiudono, a volte riaprendo in altre<br />
location e a volte non riaprendo<br />
affatto, sparendo dalla circolazione<br />
senza dare più segni di vita. <strong>Il</strong> crocevia<br />
della moda, dove da un po’<br />
si assiste ad una sorta di “danza<br />
delle saracinesche” è Tornabuoni,<br />
Strozzi, Vigna nuova. Queste le tre<br />
strade dello shopping con la S maiuscola,<br />
quelle dove “se ci sei vuol<br />
dire che conti qualcosa nell’olimpo<br />
fashion”. E se non ci sei più?<br />
La questione è amletica. <strong>Il</strong> primo<br />
(previdente) a chiudere i battenti,<br />
già qualche anno fa, è stato Yves<br />
Saint Laurent, che da trent’anni<br />
stava all’inizio di via Tornabuoni<br />
ed ha lasciato spazio a Burberry,<br />
che ha preso <strong>il</strong> suo posto. L’hanno<br />
seguito a ruota Hugo Boss, che ha<br />
chiuso in via Tornabuoni (ma ha<br />
un punto vendita in piazza della<br />
Repubblica), Trussardi, che aveva<br />
un maxi negozio di oltre 400 metri<br />
quadri (con un affaccio anche in<br />
piazza Strozzi) nella stessa strada,<br />
Roberta di Camerino in via del Parione,<br />
Versace che stava “di casa”<br />
nella torre Gianfigliazzi, proprio di<br />
fronte al palazzo Spini Feroni della<br />
maison Ferragamo, Escada in via<br />
Strozzi, Cartier che si è trasferito<br />
poco distante e Brooks Brothers,<br />
che aveva aperto in via della Vigna<br />
Nuova poco più di un lustro fa.<br />
Tutti sono andati via promettendo<br />
a clienti e aficionados di spostarsi<br />
altrove, ma ad oggi nessuna di<br />
queste griffe ha reso note nuove<br />
aperture. Una vox populi nell’aria<br />
da tempo parla di Fendi come <strong>il</strong><br />
prossimo della lista a sloggiare lasciando<br />
spazio a Louis Vuitton, che<br />
a quel punto guadagnerebbe l’intero<br />
isolato che si affaccia su piazza<br />
Strozzi. Sono sempre voci quelle<br />
che parlano delle cattive acque in<br />
cui sembrerebbero navigare anche<br />
Bottega Veneta, che ha la sua boutique<br />
in via Strozzi, Gianfranco Ferrè,<br />
le cui vetrine si affacciano metà<br />
su via della Vigna Nuova e metà su<br />
via del sole, e Rebecca, brand tutto<br />
toscano che sembra abbia difficoltà<br />
a tenere aperto <strong>il</strong> prestigioso punto<br />
vendita aperto in anni recenti a pochi<br />
metri da piazza Antinori. Commessi<br />
e impiegati tremano al solo<br />
pensiero di chiusure imminenti e<br />
alcuni si mob<strong>il</strong>itano per tempo, alla<br />
ricerca di un posto di lavoro più<br />
<strong>Via</strong> Tornabuoni<br />
IL DENTISTA RISPONDE<br />
QUESTO MESE: la protesi su impianti e’ sicura<br />
e da’ risultati paragonab<strong>il</strong>i ai propri denti<br />
A cura del<br />
Dott. Giuseppe Garrubba<br />
Cari lettori, nella rubrica di gennaio<br />
vi parlai di impianti e per la precisione,<br />
quando e perché metterli. Questo<br />
mese, entrando più nello specifico,<br />
voglio parlarvi delle due tecniche<br />
di inserimento degli impianti:<br />
tradizionale o a carico immediato. <strong>Il</strong><br />
prossimo mese, per esaurire <strong>il</strong> tema, vi parlerò di<br />
mini impianti, usati negli ultimi anni per <strong>ancora</strong>re la<br />
protesi mob<strong>il</strong>e.<br />
Arrivati al punto di aver selezionato <strong>il</strong> paziente con<br />
le caratteristiche necessarie per la protesi<br />
su impianti (vedi numero di gennaio),<br />
si passa alla realizzazione. Nella tecnica<br />
classica si inseriscono le viti e poi si<br />
aspetta circa tre mesi che si riformi osso<br />
intorno ad esse, prima di applicarci le<br />
capsule.<br />
La tecnica cosiddetta a carico immediato<br />
prevede, invece, che la vite venga inserita<br />
con una leggera forzatura, ottenendo<br />
una stab<strong>il</strong>ità maggiore da subito.<br />
Da un po' di anni a questa parte<br />
quest'ultima viene spesso preferita.<br />
<strong>Il</strong> vantaggio è chiaro, si può immediatamente<br />
mettere una capsula<br />
(seppur provvisoria) che permette<br />
al paziente di arrivare senza uno o<br />
più denti e uscire, dopo l'intervento,<br />
con denti paragonab<strong>il</strong>i, in tutto<br />
e per tutto ai propri per stab<strong>il</strong>ità, ingombro,<br />
estetica...<br />
Tutto <strong>il</strong> lavoro che dà la buona riuscita sta a monte,<br />
nell'anamnesi del paziente, come scrissi nella<br />
rubrica di gennaio. Rispettando le regole che<br />
la natura ci impone <strong>il</strong> risultato è quasi sempre<br />
garantito. Nella mia ormai più che<br />
ventennale esperienza da implantologo<br />
diffic<strong>il</strong>mente ho avuto insuccessi. Si può<br />
ricorrere all'implantologia per risolvere<br />
in modo eccellente <strong>il</strong> proprio problema<br />
di edentulia.<br />
Salute a tutti.<br />
impianto posizionato<br />
nell’osso<br />
DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA <strong>Via</strong> Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225<br />
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stab<strong>il</strong>e, operazione quanto mai diffic<strong>il</strong>e.<br />
Nel frattempo, alcuni bandoni<br />
restano chiusi e i cartelli affittasi<br />
rimangono appesi alle vetrine per<br />
mesi. D’altronde, con i tempi che<br />
corrono, è comprensib<strong>il</strong>e che anche<br />
grandi e facoltose aziende non<br />
siano disposte a spendere cifre che<br />
si aggirano, a seconda del negozio,<br />
sugli “80m<strong>il</strong>a euro mens<strong>il</strong>i di canone”,<br />
come spiega la proprietaria di<br />
uno dei fondi vuoti.<br />
LA NOVITÀ<br />
17<br />
Visto in passerella<br />
L’oro si fa mantello<br />
E debutta a Pitti<br />
Come fossero abiti da indossare,<br />
stagione dopo stagione,<br />
i gioielli debuttano a Pitti.<br />
In effetti i manufatti realizzati<br />
dalle sorelle Marzia e Daniela<br />
Banci di Banci Gioielli Prezioso,<br />
prima azienda orafa ad avere<br />
accesso alla kermesse più modaiola<br />
di Firenze, non si prestano<br />
a recitare la parte dei semplici<br />
accessori, pretendono quella<br />
da protagonista. Pezzi unici o<br />
riprodotti al massimo in 9 esemplari<br />
(ma sempre rigorosamente<br />
a mano), ideati a partire da un<br />
tema, come testimoniano i nomi<br />
dati alle singole creazioni e alle<br />
diverse collezioni. Geodedica,<br />
Parto, Firmamento, fino alla<br />
futuristica World Wide Web. In<br />
ogni caso si tratta di forme del<br />
tutto originali e altamente evocative.<br />
Come l’anello intagliato<br />
nel corallo più br<strong>il</strong>lante o la<br />
collana che richiama forme e<br />
colori lunari. “O ci ispiriamo<br />
ad un titolo e lo sv<strong>il</strong>uppiamo<br />
con diverse sfaccettature – racconta<br />
Marzia Banci, la maggiore<br />
delle due sorelle – oppure li<br />
plasmiamo sulla persona che ce<br />
li richiede, sull’occasione che<br />
vuole celebrare, sul carattere e<br />
sui suoi colori”. Un’arte in grado<br />
di far sentire ogni donna una<br />
regina, assicura Marzia, ma che<br />
richiede tempo, pazienza, attesa<br />
dell’ispirazione giusta e un atteggiamento<br />
quasi di ascetismo<br />
nei confronti della fretta contemporanea.<br />
“Ogni anello ha la<br />
sua storia, qualcuno può aver<br />
bisogno di 2-3 anni per nascere,<br />
dal momento dell’idea alla realizzazione”.<br />
<strong>Il</strong> tempo che ci vuole<br />
ad edificare piccole opere di<br />
architettura, in cui sono evidenti<br />
gli studi in materia delle due sorelle.<br />
Per sfornare <strong>il</strong> “mantello”<br />
in oro bianco e argento ispirato<br />
alla costellazione dell’Aqu<strong>il</strong>a ci<br />
sono voluti 4 anni. Ma <strong>il</strong> risultato<br />
parla chiaro: “Le donne che<br />
cerchiamo di mettere in luce –<br />
conclude Marzia Banci - sono<br />
come le nostre creazioni: malleab<strong>il</strong>i,<br />
dutt<strong>il</strong>i e uniche, dunque<br />
preziose”.<br />
/F.P.
18 Febbraio 2010<br />
L’INIZIATIVA. <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> a fianco della Fondazione Rava perchè sul terremoto non cali <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio<br />
Fari puntati, haiti non va dimenticata<br />
Benedetta Strappi<br />
È<br />
stato fac<strong>il</strong>e, spontaneo,<br />
quasi scontato prendere<br />
<strong>il</strong> cellulare e mandare<br />
uno, due, tre messaggini<br />
a chi chiedeva di inviarli<br />
a sostegno della popolazione di<br />
Haiti. <strong>Il</strong> diffic<strong>il</strong>e, invece, viene<br />
ora. Adesso che <strong>il</strong> sipario sul<br />
terremoto si sta abbassando,<br />
adesso che le immagini di quei<br />
bambini straziati si allontanano<br />
nel tempo e fanno meno male.<br />
Da tanti anni, 22 per l’esattezza,<br />
ad Haiti opera la Fondazione<br />
Francesca Rava – N.P.H. Italia<br />
Onlus, da tempo in prima linea<br />
per portare sollievo a una popolazione<br />
che già prima del sisma<br />
era piagata dalla povertà. La<br />
Fondazione negli anni ha portato<br />
avanti una lunga lista di progetti.<br />
Tra gli altri, ha costruito un<br />
orfanotrofio per 600 bambini,<br />
un ospedale pediatrico, scuole<br />
di strada per altri 6m<strong>il</strong>a bambini<br />
e un centro di riab<strong>il</strong>itazione per<br />
bimbi disab<strong>il</strong>i. Immediatamente<br />
dopo che la terra ha smesso di<br />
ruggire, la Fondazione si è attivata<br />
per mettere a disposizione<br />
l’ospedale pediatrico N.P.H<br />
Saint Damien come base per gli<br />
aiuti internazionali. L’ospedale,<br />
costruito con criteri antisismici,<br />
è stato danneggiato ma è rimasto<br />
in piedi e non ha mai smesso di<br />
Le foto di questa pagina sono state scattate all’ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien della Fondazione Francesca Rava<br />
La popolazione colpita dal sisma ha <strong>ancora</strong> bisogno dell’aiuto di tutti per ripartire:<br />
per questo è importante tenere alta l’attenzione soprattutto adesso che è passato<br />
un po’ di tempo e continuare con le donazioni anche nella fase post-emergenza<br />
funzionare. Le operazioni non si<br />
sono mai fermate, e la struttura<br />
è arrivata ad assistere anche 700<br />
persone contemporaneamente,<br />
oltre a servire da quartier generale<br />
per la Protezione Civ<strong>il</strong>e Italiana.<br />
Un dato, la dice lunga. In<br />
quei primi, strazianti, tre giorni<br />
nella struttura sono nati tre bambini.<br />
E anche dopo, tante sono<br />
state le future mamme arrivate<br />
con complicanze, che si è scelto<br />
di aprire un reparto maternità. E<br />
mentre si accoglievano le nuove<br />
vite, la Fondazione ha continuato<br />
a lavorare su tutti i fronti,<br />
distribuendo acqua e cibo, organizzando<br />
centri di accoglienza<br />
e ampliando l’orfanotrofio per<br />
accogliere altri bambini. Oggi<br />
ad Haiti è tutto da rifare, e <strong>il</strong> momento<br />
di aiutare non finisce mai.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong> - così come altre<br />
pubblicazioni della Web&Press<br />
Edizioni - ha scelto di sostenere<br />
la Fondazione Rava e di provare<br />
a tenere le luci puntate su questa<br />
tragedia. Ed è per questo che<br />
dalle nostre pagine r<strong>il</strong>anciamo<br />
l’appello a donare, a dare <strong>il</strong> proprio<br />
contributo perché <strong>il</strong> Paese e<br />
la sua gente riescano a rialzarsi.<br />
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PER I BAMBINI<br />
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FONDAZIONE<br />
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RIABILITAZIONE, PEDIATRICO N.P.H. LA SAINT CURA DAMIEN E L'APPLICAZIONE DELLA FONDAZIONE DI PROTESI FRANCESCA AI BAMBINI RAVA, CHE<br />
RIABILITAZIONE, LA CURA E L'APPLICAZIONE DI PROTESI AI BAMBINI CHE<br />
LA<br />
HANNO RIABILITAZIONE, SUBITO FRATTURE LA CURA E E L'APPLICAZIONE AMPUTAZIONI, L’ACCOGLIENZA DI PROTESI AI BAMBINI DI BAMBINI<br />
HANNO SUBITO FRATTURE E AMPUTAZIONI, L’ACCOGLIENZA DI BAMBINI<br />
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La Fondazione Francesca Rava rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria N.P.H. Nuestros Pequeños<br />
Hermanos,<br />
La Fondazione<br />
presente<br />
Francesca<br />
da 20<br />
Rava<br />
anni<br />
rappresenta<br />
nell’isola quarto<br />
in Italia<br />
mondo<br />
l’organizzazione<br />
di Haiti con<br />
umanitaria<br />
numerosi progetti<br />
N.P.H. Nuestros<br />
per l’infanzia,<br />
Pequeños<br />
La Fondazione Francesca Rava rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria N.P.H. Nuestros Pequeños<br />
sotto<br />
la<br />
Hermanos,<br />
Hermanos,<br />
guida di Padre<br />
presente<br />
presente<br />
Richard<br />
da 20<br />
da 20<br />
Frechette<br />
anni nell’isola<br />
anni nell’isola<br />
sacerdote<br />
quarto<br />
quarto<br />
e medico<br />
mondo<br />
mondo<br />
in prima<br />
di Haiti<br />
di Haiti<br />
linea.<br />
con numerosi progetti per l’infanzia, sotto<br />
la guida di Padre Richard Frechette sacerdote e medico in prima linea. con numerosi progetti per l’infanzia, sotto<br />
la guida di Padre Richard Frechette sacerdote e medico in prima linea.<br />
FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS V.LE E. CALDARA, 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958<br />
FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA info@nphitalia.org ONLUS V.LE E. CALDARA, www.nphitalia.org 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958<br />
FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS V.LE E. CALDARA, 43 - 20122 MILANO - TEL. 02/54122917 FAX 02/55194958<br />
info@nphitalia.org www.nphitalia.org<br />
info@nphitalia.org www.nphitalia.org<br />
Ringraziamo per la pubblicazione di questa pagina<br />
studiobackstage.com
20 Febbraio 2010<br />
Saranno Enrico Rossi (Pd, Sel, Idv, Prc,<br />
Pdci), Monica Faenzi (Pdl, Lega Nord),<br />
Francesco Bosi (Udc) e Alfonso De Virg<strong>il</strong>iis<br />
(Radicali) a sfi darsi <strong>il</strong> mese prossimo<br />
per la successione a Claudio Martini<br />
Paola Ferri<br />
Sarà una corsa a quattro per la presidenza della Regione Toscana. A contendersi<br />
la poltrona di governatore sono tre uomini e una donna. Ad aprire le<br />
danze delle candidature è stato Enrico Rossi, attuale assessore regionale al<br />
diritto alla salute, che non ha avuto bisogno di primarie di sorta per essere<br />
scelto come rappresentante di Pd, Sinistra ecologia libertà, Italia dei Valori, Rifondazione<br />
Comunista e Comunisti Italiani. La sua nomina è giunta un paio di mesi fa,<br />
mentre quella che si è fatta maggiormente attendere è stata quella di Monica Faenzi.<br />
Deputata e sindaco di Castiglione della Pescaia, la Faenzi correrà con la casacca del<br />
Pdl e la squadra di supporto della Lega Nord, alleata di malavoglia in terre toscane.<br />
Dopo tanto tribolare a fine gennaio <strong>il</strong> suo nome è stato ufficializzato direttamente dal<br />
premier S<strong>il</strong>vio Berlusconi, che l’ha preferita al candidato in pectore, l’ex An Riccardo<br />
Migliori. <strong>Il</strong> parlamentare si è fatto elegantemente da parte per lasciare spazio alla<br />
ex italo forzuta bionda della Maremma, unica donna in lizza. Che si appresta a incalzare<br />
l’armata Rossi soprattutto sul terreno dell’immigrazione e dello sv<strong>il</strong>uppo economico.<br />
E <strong>il</strong> capitolo Cie (Centro di identificazione ed espulsione dei clandestini) ha<br />
già fatto scattare le prime scint<strong>il</strong>le tra i due. Nonostante l’apertura del candidato del<br />
centrosinistra. Rossi ha infatti avanzato una “via toscana” ai centri di identificazione.<br />
“Non vogliamo centri di detenzione dove non si rispettino i diritti umani – ha recentemente<br />
dichiarato – ma tanti piccoli Cie gestiti in collaborazione con volontariato e<br />
mediatori culturali, dove gli immigrati privi di documenti possano essere trattenuti<br />
nel rispetto della loro dignità. E dove, per quelli che sono disponib<strong>il</strong>i ad accoglie-<br />
Francesco Bosi<br />
politica<br />
AL VOTO. Verso <strong>il</strong> rinnovamento del governo toscano. Ecco chi sono gli aspiranti al “trono”<br />
Tre uomini e una donna per la Regione<br />
<strong>Il</strong> tesoretto della Toscana? Tutto in salute<br />
Lo sapevate che sanità e politiche sociali assorbono <strong>il</strong> 75 per<br />
cento del b<strong>il</strong>ancio regionale? Si tratta di cifre da capogiro,<br />
attestate per <strong>il</strong> 2010 attorno a 6 m<strong>il</strong>iardi e 746 m<strong>il</strong>ioni di euro su<br />
un totale di 8 m<strong>il</strong>iardi e 890 m<strong>il</strong>ioni di spesa preventivata. Ed è<br />
grazie al pareggio dei conti in ambito sanità, raggiunto nel 2006<br />
e mantenuto tra le tempeste di una diffic<strong>il</strong>e congiuntura economica,<br />
che la nostra regione si è potuta permettere di non frugare<br />
oltre nelle tasche dei contribuenti. Tant’è che la Toscana mantiene<br />
la pressione fiscale più bassa d’Italia, eccezion fatta per le<br />
regioni a statuto speciale e la Bas<strong>il</strong>icata, forte del suo tesoretto<br />
Enrico Rossi Monica Faenzi<br />
d’oro nero. <strong>Il</strong> contenimento dei costi della sanità pubblica ci ha<br />
portato, tra l’altro, al centro della scena nazionale, a prenderci i<br />
complimenti del ministro Giulio Tremonti e del premier Berlusconi.<br />
Ma non è stata solo la sanità a trascinarci sotto i riflettori in<br />
questi ultimi cinque anni. La scorsa primavera ad attirare l’attenzione<br />
mediatica ci pensò la “legge regionale sull’immigrazione”.<br />
Una polemica per tutte: <strong>il</strong> diritto dei cittadini stranieri, clandestini<br />
compresi, di accedere alle cure ospedaliere senza incorrere in una<br />
denuncia per clandestinità. Sono state poi la tragedia di <strong>Via</strong>reggio<br />
e l’emergenza maltempo dello scorso Natale a farci salire mal-<br />
Alfonso De Virg<strong>il</strong>iis<br />
re proposte di lavoro, possano essere<br />
avviati processi di regolarizzazione”.<br />
“L’idea mi fa sorridere – gli ha replicato<br />
la Faenzi – anzi arrabbiare. Gli italiani<br />
perdono anni per trovare un impiego e<br />
ai clandestini sarebbe dato lavoro in tre<br />
mesi”. La battaglia si preannuncia senza<br />
esclusione di colpi, anche se per l’aspirante<br />
prima govenatora della Toscana<br />
la strada è tutta in salita, considerato <strong>il</strong><br />
vantaggio temporale del superassessore<br />
e <strong>il</strong> distacco in termini percentuali che<br />
da decenni fa di questa regione una roccaforte<br />
della sinistra. A far da terzo e<br />
quarto “incomodo” nel duello saranno<br />
Francesco Bosi e Alfonso De Virg<strong>il</strong>iis,<br />
candidati rispettivamente per l’Udc e<br />
per i Radicali. Sfumata l’ipotesi Oliviero<br />
Toscani, <strong>il</strong> celebre fotografo scelto in<br />
prima battuta da Pannella e Bonino per<br />
tentare l’impresa, la nomina è ricaduta<br />
su De Virg<strong>il</strong>iis, noto imprenditore nonché<br />
ideatore del Premio Internazionale<br />
Gal<strong>il</strong>eo, prestigioso riconoscimento culturale<br />
attribuito, tra gli altri, a Roberto<br />
Benigni. Dall’altra parte <strong>il</strong> deputato e<br />
sindaco di Rio Marina Francesco Bosi,<br />
due volte sottosegretario alla difesa con<br />
<strong>il</strong> governo Berlusconi. I fiorentini lo<br />
ricorderanno anche nei panni di consigliere<br />
comunale, carica che ha ricoperto<br />
dal 1975 al ’90. Altri due personaggi,<br />
dunque, in grado di arricchire <strong>il</strong> quadro<br />
di una campagna elettorale che si prof<strong>il</strong>a<br />
tutt’altro che scontata.<br />
BILANCI. Conti in ordine ed “economia verde”, l’eredità dell’amministrazione uscente. Con qualche neo<br />
volentieri all’onore delle cronache. E a mostrare a tutto <strong>il</strong> Paese<br />
un popolo che si rimbocca le maniche e va avanti. Nonostante<br />
le risorse arrivino a spizzichi e bocconi dal governo centrale. La<br />
regione di Martini è anche quella del “Piano casa” rivisto e corretto<br />
in salsa toscana. Così corretto da non attirare nemmeno una<br />
richiesta per ampliare o ristrutturare baracca o castello che fosse.<br />
Per intravedere una via d’uscita dalla crisi, allora, meglio guardare<br />
altrove. E investire in innovazione ed energie rinnovab<strong>il</strong>i.<br />
Perché la Regione ha deciso che la ripresa sarà “green”, anche<br />
grazie ad appetitosi incentivi.<br />
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PALAZZO VECChIO/1. Intervista al neo-assessore Cristina Giachi<br />
“Ricerca a portata di tutti<br />
E più spazi per i giovani”<br />
Francesca Puliti<br />
Cristina Giachi si è appena accomodata sulla<br />
sua nuova poltrona e ha già un’agenda strapiena.<br />
Questo incarico no, non se lo aspettava e<br />
le è giunto in maniera un po’ irrituale (ma non<br />
nell’era Renzi). “Matteo mi ha mandato un messaggino<br />
con <strong>il</strong> cellulare, poi mi ha convocata ufficialmente”.<br />
Quarantun anni, ricercatrice universitaria, è lei <strong>il</strong> nuovo<br />
assessore a Università, ricerca e politiche giovan<strong>il</strong>i,<br />
carica che ha assunto <strong>il</strong> mese scorso dopo <strong>il</strong> rimpasto<br />
di giunta, resosi necessario in seguito alle dimissioni<br />
dell’assessore allo sport Barbara Cavandoli. New entry<br />
sì, ma fino a un certo punto, considerando <strong>il</strong> fatto che<br />
c’era proprio lei dietro ai famosi 100 punti in 100 giorni,<br />
cavallo di battaglia della campagna elettorale e Bibbia<br />
dei primi mesi di mandato del nuovo sindaco.<br />
Università e città, un rapporto destinato a cambiare<br />
nei prossimi mesi?<br />
Al momento <strong>il</strong> rapporto è da costruire, l’obiettivo è<br />
quello di farlo diventare un interscambio produttivo per<br />
entrambe le parti. Ora come ora l’ateneo ha rapporti sporadici<br />
con la realtà cittadina e con l’amministrazione,<br />
lavoreremo per far sì che <strong>il</strong> dialogo diventi continuo ed<br />
organico. Già in campagna elettorale ci eravamo mossi<br />
in questa direzione, organizzando alcune iniziative volte<br />
a creare spazi d’incontro tra le istituzioni accademiche e<br />
di ricerca e l’amministrazione. Ma la fase più importante<br />
consiste nel coinvolgere la cittadinanza.<br />
In che modo?<br />
Rendendola partecipe del valore della ricerca, aprendo <strong>il</strong><br />
mondo accademico a chi non ne fa parte. La conoscenza<br />
La conoscenza non deve<br />
rimanere un priv<strong>il</strong>egio<br />
per élite ristrette<br />
non deve rimanere un priv<strong>il</strong>egio per élite ristrette, deve<br />
essere accessib<strong>il</strong>e a tutti i cittadini. C’è innanzitutto un<br />
problema di comunicazione, che rende diffic<strong>il</strong>e far emergere<br />
<strong>il</strong> mondo universitario dalla nicchia degli addetti ai<br />
lavori. Una chiusura che impedisce agli stessi enti di ricerca<br />
diversi di attivare una vera e propria sinergia.<br />
Come valorizzare istituzioni come <strong>il</strong> Cnr e altri centri<br />
di studio che hanno base a Firenze?<br />
<strong>Il</strong> nostro obiettivo è quello di creare una rete in grado di<br />
mettere in contatto i diversi attori, non ultimi gli stessi<br />
Cristina Giachi<br />
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cittadini, spesso poco o per niente a conoscenza di queste<br />
realtà.<br />
E parlando di connessioni concrete, <strong>il</strong> Polo sociale di<br />
Novoli e quello scientifico di Sesto risultano <strong>ancora</strong><br />
decentrati e isolati dal punto di vista dei trasporti<br />
pubblici.<br />
Lo stesso sindaco ha espresso la volontà di prolungare le<br />
linee tramviarie per servire i due poli universitari, in una<br />
logica che tenda ad includerli <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e nel tessuto<br />
cittadino. <strong>Il</strong> che rappresenta una premessa fondamentale<br />
all’integrazione nella società vera e propria.<br />
Altra tematica all’ordine del giorno: la situazione<br />
abitativa dei numerosi studenti fuori sede di casa a<br />
Firenze.<br />
Le politiche cittadine possono fare molto per risolvere<br />
questo problema, a partire dalla lotta agli affitti in nero.<br />
Si tratta di un tema complesso, su cui lavoreremo in stretta<br />
collaborazione con l’assessorato alla casa.<br />
E per quel che riguarda le politiche giovan<strong>il</strong>i ci sono<br />
già idee in cantiere?<br />
L’assessore Di Giorgi, che deteneva la delega prima di<br />
me, ha già avviato dei provvedimenti interessanti, volti a<br />
creare e valorizzare spazi di aggregazione e di espressione<br />
artistica, nonché iniziative per incentivare lo sport tra<br />
i giovani. La strada maestra è già segnata e credo che non<br />
serva altro che proseguire su questo cammino.<br />
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PALAZZO VECChIO/2. Trovata l’intesa<br />
Pace fatta con la Fiorentina,<br />
entro l’anno <strong>il</strong> centro sportivo<br />
Durata di sei anni, rinnovab<strong>il</strong>e<br />
per altri sei, manutenzione<br />
ordinaria a carico della Fiorentina,<br />
straordinaria sulle spalle del<br />
Comune e realizzazione del minicentro<br />
sportivo ai “campini” di<br />
viale Maratona completamente a<br />
spese della società viola. Entro<br />
un anno. La convenzione c’è, firmata<br />
da entrambe le parti e messa<br />
in cassaforte. Sì, perché ce n’è<br />
voluto di tempo e di impegno per<br />
ottenerla. <strong>Il</strong> prezioso documento<br />
è costato un anno e mezzo di<br />
trattative (da luglio 2008) e la<br />
“testa” di un assessore (Barbara<br />
Cavandoli, dimessasi proprio<br />
durante/a causa delle trattative).<br />
Eppure una volta prese in mano<br />
le pratiche, <strong>il</strong> nuovo titolare delle<br />
deleghe allo sport, <strong>il</strong> vicesindaco<br />
Dario Nardella, ha portato<br />
a casa <strong>il</strong> risultato in quattro e<br />
Risolto nel<br />
migliore dei modi<br />
<strong>il</strong> nodo della<br />
convenzione<br />
quattr’otto. “In realtà si è trattato<br />
soltanto di condurre in porto<br />
delle trattative già ben avviate”.<br />
E nel frattempo dall’opposizione<br />
c’è chi parla di capro espiatorio-<br />
Barbara. “Chiunque al posto suo<br />
– commenta Francesco Torselli,<br />
consigliere Pdl - avrebbe restituito<br />
la propria delega nella mani<br />
di un sindaco che in pubblico, a<br />
fronte delle difficoltà nella firma<br />
della convenzione, l’ha di<br />
fatto delegittimata dicendo di<br />
prendere in mano la situazione.<br />
A Barbara Cavandoli va riconosciuta<br />
la grande dignità per aver<br />
scelto le dimissioni piuttosto che<br />
prostrarsi al protagonismo di<br />
Renzi”. Di rinnovo della conven-<br />
Diego Della Valle<br />
21<br />
zione se ne è cominciato a parlare<br />
che lo scettro dello sport era<br />
<strong>ancora</strong> nelle salde mani di Eugenio<br />
Giani e sul trono di sindaco<br />
sedeva Leonardo Domenici. Si è<br />
arenata nelle sabbie mob<strong>il</strong>i degli<br />
incassi pubblicitari prima, della<br />
Cittadella viola poi, nell’inchiesta<br />
giudiziaria su Castello come<br />
conseguenza. Per poi rimanere<br />
impigliata in un manto erboso<br />
più marrone che verde o nella<br />
diatriba sulle competenze per<br />
spalare la neve. Ma alla fine è<br />
calato <strong>il</strong> sipario anche sull’ultima<br />
puntata della telenovela.<br />
<strong>Il</strong> dado è tratto e pare che <strong>il</strong> risultato<br />
abbia soddisfatto sia la<br />
Fiorentina che Palazzo Vecchio.<br />
E ora, “risolto nel migliore dei<br />
modi <strong>il</strong> nodo della convenzione”,<br />
come si legge in un comunicato<br />
congiunto, tutti al lavoro<br />
per costruire <strong>il</strong> “sogno” della<br />
Cittadella. <strong>Il</strong> nuovo stadio entra<br />
di striscio nell’intesa, laddove si<br />
prevede la possib<strong>il</strong>ità di un terzo<br />
rinnovo in caso a luglio 2022 la<br />
“nuvola” di Fuksas non fosse <strong>ancora</strong><br />
terminata. Ma nel frattempo,<br />
quantomeno, mister Prandelli<br />
avrà <strong>il</strong> tanto sospirato centro<br />
sportivo, a due passi dallo stadio.<br />
E i tifosi <strong>il</strong> cuore in pace. /F.P.<br />
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22 Febbraio 2010<br />
L’INTERVIsTA. L’ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna racconta quegli anni bui<br />
“Sul Mostro restano <strong>ancora</strong> due dubbi”<br />
Intorno alla vicenda di Pietro Pacciani<br />
e compagni rimane qualche cono<br />
d’ombra e <strong>il</strong> magistrato è convinto<br />
che ci siano due questioni aperte:<br />
perché la raccolta di feticci?<br />
E da dove arrivò quella Beretta<br />
che nel 1968 aveva già ammazzato?<br />
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Luca Serranò<br />
L’ex procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna ha vissuto<br />
in prima persona gli anni della “caccia” al mostro.<br />
Anni di profonde trasformazioni sociali, in cui<br />
l’assassino (o gli assassini) delle coppiette riuscì a<br />
scuotere, terrorizzandolo, un Paese intero. D’improvviso, Jack lo<br />
squartatore era resuscitato e si aggirava di notte per le campagne<br />
della provincia di Firenze. Genitori di mezza Italia cominciarono<br />
a chiedersi se non fosse più sicuro che i loro figli restassero<br />
liberamente a casa, senza falsi pudori, invece di spingerli a cercar<br />
tra i boschi un riparo al proprio amore. Oggi, a distanza di tanti<br />
anni, molte domande aspettano <strong>ancora</strong> una risposta. Quanta<br />
verità conosciamo? Possiamo essere certi che <strong>il</strong> mostro non si<br />
aggiri <strong>ancora</strong> tra di noi? “Quando ho lasciato, nel 1997, <strong>il</strong> quadro<br />
probatorio nei confronti di Pacciani e dei suoi compagni di<br />
merende era già molto consistente - racconta Vigna - Lotti aveva<br />
appena confessato d’aver preso parte a quattro delitti, fornendo<br />
dettagli precisi su come si erano svolti i fatti, e molti altri indizi<br />
gravavano sui tre”. Nel 2000 Giancarlo Lotti fu infatti condannato<br />
a 26 anni di reclusione, mentre a Vanni, <strong>il</strong> postino di San<br />
Casciano con la mania del duce, toccò l’ergastolo per quattro dei<br />
duplici omicidi in concorso con Pacciani. Nessun chirurgo dalla<br />
mano esperta, nessun (ricco) genio del male. “La storia del chirurgo<br />
è una leggenda – chiarisce Vigna – le perizie dimostrarono<br />
che in sala operatoria si procede in tutt’altro modo”. Riguardo<br />
alle ipotesi di un secondo livello, la pista investigativa seguita da<br />
Paolo Canessa, Michele Giuttari e dal p.m. di Perugia Mignini<br />
(questi ultimi due recentemente condannati per abuso d’ufficio<br />
in concorso), l’ex procuratore appare scettico: “Sv<strong>il</strong>uppi clamorosi<br />
non ce ne sono stati, la parola fine credo l’abbia scritta la<br />
sentenza del 2000”. Torsolo (Vanni), Catanga (Lotti) e <strong>il</strong> Vampa<br />
(Pacciani), restano dunque ad oggi gli unici individui collegati<br />
con certezza ai delitti del mostro: “Mi convinsi che Pacciani<br />
era l’uomo che cercavamo r<strong>il</strong>eggendo un suo vecchio verbale<br />
d’interrogatorio – spiega Pier Luigi Vigna riferendosi all’omicidio<br />
del 1951, quando <strong>il</strong> contadino di Mercatale aveva ucciso<br />
l’amante della sua fidanzata – Un particolare mi fece saltare sulla<br />
sedia: disse che l’impulso omicida era scaturito alla vista della<br />
mano dell’uomo sul seno sinistro della donna”. In almeno tre dei<br />
sette duplici omicidi, in effetti, <strong>il</strong> mostro si accanì su quella parte<br />
anatomica per ricavarne feticci. Lunedì 8 settembre 1985, poche<br />
ore dopo <strong>il</strong> ritrovamento della coppia di francesi barbaramente<br />
uccisa a Scopeti, un lembo di seno arrivò in una busta sig<strong>il</strong>lata<br />
sulla scrivania della dottoressa S<strong>il</strong>via della Monica, che aveva a<br />
suo tempo investigato sui primi delitti. “Sono convinto che siano<br />
soltanto due le questioni <strong>ancora</strong> aperte. La prima è proprio lo<br />
scopo delle escissioni e della raccolta di feticci. La seconda –<br />
conclude – è forse la più ostica: come ha fatto Pacciani a entrare<br />
in possesso della Beretta calibro 22 che aveva già ammazzato<br />
nel 1968? Semmai ci fosse <strong>ancora</strong> qualcosa da scoprire, credo<br />
proprio si nasconda tra le righe di quella terrib<strong>il</strong>e vicenda”.<br />
P e r i n f o r m a z i o n i :<br />
LA VICENdA<br />
focus<br />
SETTE DUPLICI OMICIDI<br />
Sono sette i duplici omicidi attribuib<strong>il</strong>i al mostro (i mostri?) di Firenze.<br />
<strong>Il</strong> primo (14 settembre 1974) venne collegato al k<strong>il</strong>ler delle<br />
coppiette sette anni più tardi, quando a Mosciano di Scandicci furono<br />
ritrovati i corpi di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi. Stessa<br />
pistola e stesso accanimento sulle vittime. <strong>Il</strong> mostro colpirà poi altre<br />
cinque volte (l’ultima l’8 settembre 1985), e in quasi tutti i casi<br />
si veri� cherà <strong>il</strong> rituale dell’escissione di organi femmin<strong>il</strong>i. Nonostante<br />
sia stato compiuto con la stessa pistola, <strong>il</strong> duplice omicidio<br />
avvenuto a Signa nel 1968 non è attribuito al mostro di Firenze.<br />
1982: LA PISTA SARDA<br />
La pista sarda comincia a farsi largo nel 1982, quando vengono<br />
rinvenuti i proiett<strong>il</strong>i ut<strong>il</strong>izzati nell’omicidio del ‘68 a Signa. La pistola,<br />
si scopre, è la stessa del mostro. <strong>Il</strong> giudice istruttore Mario<br />
Rotella, nonostante a suo tempo fosse stato condannato <strong>il</strong> marito<br />
della vittima, riapre <strong>il</strong> caso e accusa del delitto un clan di sardi legato<br />
a Francesco Vinci (e al marito stesso), pregiudicato operante<br />
da tempo nella zona. Quando le indagini sembrano a una svolta,<br />
con Vinci sospettato anche per gli omicidi seriali, <strong>il</strong> mostro torna a<br />
colpire smontando l’intero castello accusatorio.<br />
SPUNTA IL NOME DEL PACCIANI<br />
Pietro Pacciani entra nell’inchiesta già nel 1985, grazie a una lettera<br />
anonima. Anni dopo, da una lista di persone che erano state in<br />
carcere per reati legati al sesso, ma libere nei giorni degli omicidi,<br />
rispunta <strong>il</strong> suo nome. Dopo appostamenti e perquisizioni (trovata<br />
una cartuccia compatib<strong>il</strong>e con l’arma dei delitti) viene arrestato <strong>il</strong><br />
16 gennaio 1993. Condannato in primo grado e assolto in appello,<br />
muore d’infarto (22/2/98) dopo che la Cassazione aveva ordinato<br />
di rifare <strong>il</strong> processo. Nel 2000 i suoi compagni di merende Vanni e<br />
Lotti vengono condannati in via de� nitiva per solo 4 dei 7 duplici<br />
omicidi.<br />
“C’ERA UN DOTTORE...”<br />
L’ipotesi dei mandanti muove da alcune frasi (“c’era un dottore”) di<br />
Giancarlo Lotti e dal denaro che Pacciani custodiva in alcuni buoni<br />
postali. <strong>Il</strong> capo del Gides Michele Giuttari e <strong>il</strong> p.m Paolo Canessa si<br />
convincono così che i compagni di merende prelevassero i feticci<br />
dietro compenso di un ricco dottore, che se ne sarebbe servito per<br />
riti esoterici di gruppo. Le indagini si intrecciano poi con quelle<br />
della procura di Perugia, dove si riapre <strong>il</strong> caso della morte (1985)<br />
del medico Francesco Narducci. <strong>Il</strong> farmacista di San Casciano<br />
Francesco Calamandrei si ritrova indagato come mandante del<br />
presunto omicidio del medico umbro e dei delitti del mostro. Nel<br />
2008 è stato prosciolto da tutte le accuse.<br />
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passato e presente<br />
ALLA sCOPERTA dELLA CITTà. <strong>Via</strong>ggio tra le (numerose) tipografie del centro<br />
Quelle botteghe dove si stampa la storia<br />
I loro clienti sono soprattutto fiorentini, ma capita che, tra le<br />
macchine al lavoro a pieno ritmo, si fermino anche turisti “che<br />
vorrebbero portarsi a casa biglietti da visita a stampa tipografica”<br />
Serena Wiedenstritt<br />
Sono più di dieci quelle<br />
che si trovano nella zona<br />
del Duomo, fra via Guelfa,<br />
via degli Alfani, via<br />
Pandolfini, via Sant’Egidio e via<br />
dell’Oriuolo. Strano, perché verrebbe<br />
spontaneo pensare che sia un<br />
mestiere che ha bisogno di spazio<br />
Giancarlo Cerbai<br />
e che quindi avrebbe dovuto essere<br />
stato <strong>il</strong> primo a “delocalizzarsi” in<br />
periferia. Invece le tipografie del<br />
centro sono numerose, sono quelle<br />
storiche, sono quelle, a detta degli<br />
stessi titolari, “che resistono”. Alla<br />
Tipografia Leone di via Santa Reparata,<br />
infatti, c’è maretta per l’atti-<br />
vazione delle nuove porte telematiche,<br />
ma Giancarlo Cerbai definisce<br />
quello spazio con le macchine in<br />
bella vista per chi passa per strada<br />
“la mia reggia”. “Pensiamo spesso<br />
a spostarci dal centro, d’altronde<br />
sono cinquanta anni che stiamo<br />
qui”, spiega Cerbai. Racconta che<br />
ci vuole passione per fare l’artigiano<br />
e che <strong>il</strong> mestiere si impara facendolo.<br />
Aggiunge che <strong>il</strong> computer<br />
è arrivato da poco e si riferisce ad<br />
un piccolo portat<strong>il</strong>e che scompare<br />
accanto alle macchine per la<br />
stampa. “La clientela è costituita<br />
per la maggior parte da fiorentini,<br />
avvocati e liberi professionisti che<br />
hanno lo studio qui vicino e anche<br />
qualche ente statale. Si va dai biglietti<br />
da visita alle brochure e ai<br />
depliant. A noi si rivolge chi vuole<br />
la vecchia stampa fiorentina”,<br />
conclude <strong>il</strong> tipografo. Può vantare<br />
una storia di tutto rispetto anche<br />
la Tipografia Arno, in via Guelfa.<br />
“Siamo qui da oltre 40 anni, oggi ci<br />
lavoriamo in cinque persone - spiega<br />
Simone Alicervi - <strong>il</strong> nostro mercato<br />
principale è quello fiorentino,<br />
ma abbiamo anche clienti nazionali<br />
Simone Alicervi<br />
e internazionali”. Per raggiungere<br />
le macchine, che lavorano a pieno<br />
ritmo, si entra dal negozio che propone<br />
oggetti di artigianato fiorentino:<br />
“Siamo specializzati in stampa<br />
antica, soprattutto x<strong>il</strong>ografica e<br />
litografica. Interessa a un pubblico<br />
di nicchia, come tutte le fatture artigianali,<br />
ormai”. Un passaggio fra <strong>il</strong><br />
Duomo e <strong>il</strong> Battistero e si arriva alla<br />
Tipografia Parione, in via dello Studio.<br />
Maria Teresa Perez Romeno si<br />
muove fra i cataloghi e gli oggetti<br />
che ha già pronti in negozio. E nonostante<br />
la stampa, sempre artigianale,<br />
sia assicurata in giornata per<br />
piccole quantità, proprio <strong>il</strong> tempo<br />
25<br />
è <strong>il</strong> suo maggior problema: “Grazie<br />
alla nostra posizione, ci capita<br />
spesso che si fermino turisti che<br />
vorrebbero portarsi a casa biglietti<br />
da visita a stampa tipografica. Cerchiamo<br />
di accontentarli, ma molti<br />
partono dopo poche ore e li vorrebbero<br />
in tempo reale. <strong>Il</strong> loro interesse<br />
è comunque un riconoscimento del<br />
nostro lavoro: significa che anche<br />
noi tipografi contribuiamo a quel<br />
gusto del bello che ha reso Firenze<br />
famosa nel mondo”. L’ordinaria<br />
amministrazione, invece, è una<br />
clientela medio-alta, fatta di singoli<br />
per le partecipazioni e di studi per i<br />
biglietti da visita.
26 Febbraio 2010<br />
LA NOVITà/1. <strong>Via</strong> al restyling per circa ottanta strade: stanziati 47 m<strong>il</strong>ioni di euro<br />
Addio buche, interventi in mezza città<br />
Benedetta Strappi<br />
Diciamo pure che la situazione<br />
si era fatta insostenib<strong>il</strong>e, con<br />
le strade ridotte a un colabrodo,<br />
piene di crateri dai diametri<br />
fantasiosi, diffic<strong>il</strong>i da incontrare in altre<br />
città europee. E allora <strong>il</strong> Comune ha deciso<br />
di intervenire, stanziando un bottino<br />
record – 47 m<strong>il</strong>ioni – che andrà a coprire<br />
quei pericolosi vuoti d’asfalto che per<br />
anni hanno fatto sobbalzare ciclisti e scoooteristi<br />
sulle loro selle (con buona pace<br />
degli ammortizzatori) e minato la stab<strong>il</strong>ità<br />
di pedoni e pneumatici. La lista degli<br />
interventi è ch<strong>il</strong>ometrica (tocca circa 80<br />
strade) e in alcune zone sono già partiti. Si<br />
va (in ordine sparso) da via Chiantigiana a<br />
viale Duse, da piazza Indipendenza a viale<br />
Redi, da via San Gallo a viale M<strong>il</strong>ton, dal<br />
Ponte all’Indiano a via Canova, da viale<br />
Lavagnini a viale Belfiore. Ancora, nella<br />
lista delle fortunate ci sono via Passavanti,<br />
via Cavallotti, via D’Annunzio, Lungarno<br />
Santa Rosa, via Allende, via dell’Agnolo,<br />
borgo Ognissanti, viale Guidoni, <strong>il</strong> viale<br />
Gramsci e altre vie <strong>ancora</strong> (una lista completa<br />
è disponib<strong>il</strong>e sul sito del Comune).<br />
“Si tratta di un intervento – ha spiegato <strong>il</strong><br />
sindaco Matteo Renzi – per dare una risposta<br />
concreta alle richieste dei cittadini.<br />
Non andremo semplicemente a coprire le<br />
buche, ma interverremo per rifare molte<br />
strade cittadine”. Tra queste strade doppiamente<br />
fortunate <strong>il</strong> sindaco cita espressamente<br />
via Martelli. “Dopo la pedonalizzazione<br />
del Duomo per questa strada<br />
dobbiamo pensare ad un intervento mirato,<br />
con l’eliminazione dei marciapiedi e <strong>il</strong><br />
rifacimento della carreggiata in pietra al<br />
posto dell’asfalto”. <strong>Il</strong> gruzzolo destinato<br />
a queste migliorie è di 47 m<strong>il</strong>ioni, a cui<br />
se ne aggiungono altri 2 per sistemare semafori,<br />
luci pubbliche e affini. Per racimolare<br />
questa cifra l’Amministrazione ha<br />
scelto la via delle alienazioni, della vendita<br />
di parte del patrimonio immob<strong>il</strong>iare<br />
comunale. Sul mercato sono finiti alcuni<br />
pezzi da novanta, come l’Ex Meccanotess<strong>il</strong>e,<br />
l’area Mercafir, la v<strong>il</strong>la di Rusciano, e<br />
altri immob<strong>il</strong>i già precedentemente inseriti<br />
nei piani di alienazione, come quelli che<br />
La certezza di trovare casa<br />
<strong>Il</strong> free magazine con i<br />
migliori immob<strong>il</strong>i selezionati<br />
dai professionisti del settore<br />
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ospitano <strong>il</strong> Meccanò e <strong>il</strong> Central Park.<strong>Il</strong><br />
valore complessivo dei beni alienab<strong>il</strong>i è di<br />
500 m<strong>il</strong>ioni di euro, che dovrebbero servire,<br />
appunto, per <strong>il</strong> miglioramento delle infrastrutture.<br />
“Finalmente abbiamo le risorse<br />
e i progetti per un massiccio intervento<br />
di risanamento delle strade cittadine – ha<br />
spiegato l’assessore alla mob<strong>il</strong>ità e manutenzioni<br />
Massimo Mattei – Si tratta di un<br />
notevole passo avanti rispetto al passato<br />
visto che l’anno scorso l’investimento è<br />
stato di 10 m<strong>il</strong>ioni di euro. Tuttavia <strong>ancora</strong><br />
non è sufficiente per rimettere in sesto<br />
le strade e le piazze fiorentine: sarebbero<br />
infatti necessari 120 m<strong>il</strong>ioni di euro. Iniziamo<br />
intanto con somme importanti intervenendo<br />
nelle situazioni più critiche e<br />
su cui si sono concentrate le segnalazioni<br />
della cittadinanza”.<br />
LA NOVITà/2. La sosta durante <strong>il</strong> lavaggio sarà punita solo con una multa<br />
Fine dell’era ganasce. E mai più rimozioni<br />
<strong>Il</strong> nuovo portale di annunci<br />
immob<strong>il</strong>iari con tutte le<br />
offerte delle agenzie<br />
Non è diffic<strong>il</strong>e immaginare<br />
che faccia abbia fatto l’automob<strong>il</strong>ista<br />
qualunque quando<br />
ha sentito della novità: mai più<br />
ganasce alle auto e fine delle<br />
rimozioni durante la pulizia delle<br />
strade. <strong>Il</strong> sospiro di sollievo<br />
delle migliaia di guidatori con<br />
l’incubo lavaggio devono averlo<br />
sentito fino agli appennini. Sta<br />
di fatto, insomma, che dal primo<br />
marzo si risolverà almeno uno<br />
dei (tanti) problemi di chi guida<br />
e parcheggia auto in città. Le<br />
auto lasciate nelle zone di lavaggio<br />
non saranno più inganasciate,<br />
né portate via. Questo vuol dire<br />
che i cittadini colpevoli di aver<br />
lasciato la macchina dove non<br />
potevano, al mattino, al posto dei<br />
congegni gialli (o del vuoto completo)<br />
troveranno solo la cara<br />
Portale di annunci generalisti<br />
con annunci immob<strong>il</strong>iari di<br />
agenzie e di privati<br />
mob<strong>il</strong>ità<br />
vecchia multa: 36 euro per divieto<br />
di sosta contro i 120 per far togliere<br />
le ganasce o i 90 per <strong>il</strong> “riscatto”<br />
dell’auto finita a Novoli.<br />
<strong>Il</strong> sindaco Renzi meditava questa<br />
idea da tempo e l’ha tirata fuori<br />
dal c<strong>il</strong>indro contestualmente<br />
alla partenza del sistema Sweepy<br />
Jet, <strong>il</strong> robot intelligente che pulisce<br />
le strade senza bisogno che<br />
vengano sgomberate dalle auto.<br />
Si comincia da Campo di Marte,<br />
che già dalla fine del mese farà<br />
la conoscenza di Sweepy, per poi<br />
estendere la novità anche negli<br />
altri quartieri. Renzi ha annunciato<br />
che entro <strong>il</strong> 2010 <strong>il</strong> 50 per<br />
cento delle strade cittadine potrà<br />
essere pulito senza spostare le<br />
macchine, fatta salva la necessità<br />
di liberarle una volta al mese per<br />
la pulizia completa. /B.S.<br />
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TRAsPORTI. Guerra agli evasori, i controllori adesso sono operativi fino all’una di notte<br />
Sull’autobus salgono regole nuove<br />
Giuditta Boeti<br />
“Ma la<br />
notte no”. Fino ad ora<br />
<strong>il</strong> celebre refrain di Arbore<br />
era diventato a Firenze <strong>il</strong><br />
motto dei cosiddetti fur-<br />
betti del bus. Infatti le ore notturne erano considerate<br />
<strong>il</strong> momento migliore per prendere i mezzi<br />
pubblici senza pagare <strong>il</strong> biglietto, approfittando<br />
della minore presenza dei controllori a bordo.<br />
Ma ora per i portoghesi del servizio pubblico<br />
arriva una brutta notizia. Ataf ha lanciato una<br />
nuova campagna antievasione che ha proprio lo<br />
scopo di interrompere la cattiva abitudine degli<br />
evasori. Un’azione mirata che sarà svolta attraverso<br />
l’impiego di controllori anche durante <strong>il</strong><br />
servizio notturno. Dalle 18 alle una i verificatori<br />
Ataf saranno impiegati a tappeto sui mezzi, e<br />
a partire dalle 21 i viaggiatori potranno salire<br />
sul bus soltanto dalla porta anteriore, perché<br />
ritorna l’obbligo di esibire <strong>il</strong> biglietto o l’abbonamento<br />
al conducente. “Non ci saranno più<br />
zone franche – commenta <strong>il</strong> presidente di Ataf,<br />
F<strong>il</strong>ippo Bonaccorsi – <strong>il</strong> biglietto va comprato<br />
per prendere l’autobus a qualunque ora. Grazie<br />
alle assunzioni di nuovi verificatori adesso Ataf<br />
può contare su una struttura numericamente e<br />
professionalmente adeguata per eseguire l’attività<br />
di controllo e sanzione 24 ore su 24”. In<br />
realtà, l’azienda di trasporti fiorentina già da<br />
giugno scorso ha iniziato a sperimentare i controlli<br />
in orario notturno. A metà gennaio erano<br />
già 634 i verbali elevati ai viaggiatori sprovvisti<br />
di biglietto: “C’è un netto recupero dell’evasione:<br />
attualmente facciamo circa 11m<strong>il</strong>a multe al<br />
mese, <strong>il</strong> doppio rispetto ai dati storici di Ataf. <strong>Il</strong><br />
nostro scopo - aggiunge <strong>il</strong> presidente Bonaccorsi<br />
- non è fare cassa comminando più sanzioni<br />
possib<strong>il</strong>e, ma far capire a tutti che senza pagare<br />
1084981<br />
<strong>il</strong> biglietto non si prende l’autobus. I risultati<br />
ci stanno dando ragione, sui nostri bus ci sono<br />
sempre meno furbetti”. “Oltretutto – fa notare<br />
Bonaccorsi – adesso i biglietti Ataf durano 90<br />
minuti e costano 1,20 euro, quindi 60 minuti<br />
di viaggio costano 80 centesimi contro 1 euro<br />
di Pisa, Pistoia, Grosseto e Bologna. In più, i<br />
nostri ticket garantiscono la possib<strong>il</strong>ità di accedere<br />
anche ai servizi urbani di Trenitalia e ai<br />
mezzi del trasporto pubblico extraurbano, cosa<br />
che non avviene nelle altre città”. Tra le ultime<br />
trovate dell’azienda c’è la possib<strong>il</strong>ità per gli<br />
studenti, dall’inizio del prossimo anno scolastico,<br />
di acquistare l’abbonamento direttamente a<br />
scuola, grazie ad una convenzione stipulata con<br />
i dirigenti degli istituti scolastici. Ma le novità in<br />
casa Ataf non finiscono qui: dopo le segnalazioni<br />
dei cittadini l’azienda di trasporto ha deciso<br />
di riorganizzare i tracciati dei bussini elettrici in<br />
centro, soprattutto in Oltrarno. La buona notizia<br />
è la rinascita della linea B, che avrà come capolinea<br />
Santa Maria al Pignone (zona piazza Gaddi)<br />
e piazza Piave, con un percorso stimato di<br />
18 minuti. La linea D andrà da piazza Ferrucci<br />
a piazza Stazione, in 16 minuti; la C2, coprirà in<br />
12 minuti <strong>il</strong> tragitto da piazza Beccaria a piazza<br />
Stazione; la C1 andrà dal Parterre in Oltrarno in<br />
18 minuti. Intanto, già da metà gennaio è partita<br />
la linea 7 express che collega direttamente <strong>il</strong><br />
centro di Fiesole con <strong>il</strong> terminal bus di piazza<br />
San Marco. Le fermate intermedie sono quattro:<br />
San Domenico, piazza Edison, piazza delle<br />
Cure e viale Don Minzoni.<br />
Novità anche per i tracciati: torna la linea B dei bussini elettrici (con capolinea Santa Maria<br />
al Pignone e piazza Piave), cambiamenti per le linee C1, C2 e D. A metà gennaio è<br />
partito <strong>il</strong> 7 express, che collega Fiesole a piazza San Marco con sole quattro fermate<br />
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27
28 Febbraio 2010<br />
CITTà BAMBINA/1. In arrivo anche agevolazioni per chi ha <strong>il</strong> mutuo o vive in affitto<br />
As<strong>il</strong>i, stop alle liste d’attesa<br />
“Abbattute entro <strong>il</strong> 2011”<br />
Annalisa Cecionesi<br />
Non fanno in tempo a riprendersi dalla depressione<br />
post-parto, che le mamme si<br />
trovano di fronte a una nuova gatta da pelare:<br />
la ricerca dell’as<strong>il</strong>o nido. Quel che<br />
può essere solo una scelta pedagogica, è per i genitori<br />
che lavorano, senza nonni al seguito, una necessità.<br />
Ma trovare un as<strong>il</strong>o non troppo distante dal posto<br />
di lavoro è un priv<strong>il</strong>egio: <strong>il</strong> più delle volte le mamme<br />
si ritrovano a scorrazzare da una parte all’altra<br />
della città con figli appresso. Un aiuto potrebbe arrivare<br />
dall’as<strong>il</strong>o aziendale. Su questa strada Firenze<br />
sta muovendo i primi passi. Presto, accanto al nido<br />
della Provincia, l’unico nido aziendale fiorentino,<br />
aprirà le porte quello della Cassa di Risparmio, a<br />
Novoli, con 50 posti. A questi si aggiungeranno la<br />
Regione, <strong>il</strong> Nuovo Pignone, l’Agenzia delle Entrate,<br />
la Mercafir e la Mukki. “Siamo molto favorevoli<br />
alla politica degli as<strong>il</strong>i aziendali – spiega l’assessore<br />
all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi – rappresentano<br />
un grande vantaggio in termini di comodità. Quella<br />
dei ‘sim<strong>il</strong>-esperti’ che li definiscono un parcheggio<br />
per bambini è pura polemica strumentale visto che i<br />
nidi aziendali sono identici agli altri as<strong>il</strong>i”. Saranno<br />
infatti gestiti dalle stesse cooperative che si occupano<br />
degli as<strong>il</strong>i pubblici e dovranno avere <strong>il</strong> via libera<br />
comunale. Ma <strong>il</strong> tempo stringe e <strong>il</strong> 1° marzo si aprono<br />
le iscrizioni per <strong>il</strong> nido. Pubblico o privato? Oggi<br />
i bambini iscritti agli as<strong>il</strong>i nido comunali e convenzionati<br />
di Firenze sono 2.145, contro gli 847 dei nidi<br />
privati. Se ai comunali <strong>il</strong> prezzo varia da un minimo<br />
di 59 a un massimo di 407 euro, a seconda dell’orario<br />
d’uscita e della fascia Isee, per un as<strong>il</strong>o privato si<br />
possono spendere anche più di 600 euro al mese (ma<br />
ce ne sono anche di meno costosi). Le tariffe dei nidi<br />
pubblici sono destinate ad aumentare. “L’incremento<br />
– rassicura l’assessore Di Giorgi – toccherà solo i<br />
redditi più alti”. Ma la nota dolente sono le liste d’attesa.<br />
Per gli as<strong>il</strong>i comunali lampeggia <strong>il</strong> tutto esaurito.<br />
Lo scorso luglio i bambini in lista erano 1.400. La<br />
nuova giunta è corsa allora ai ripari e si è impegnata<br />
ad azzerarle entro <strong>il</strong> 2011. Grazie all’iscrizione in<br />
sovrannumero, sono stati inseriti 168 bambini negli<br />
as<strong>il</strong>i già esistenti, contando sul fatto che un quarto<br />
dei bimbi risulta costantemente assente. <strong>Il</strong> resto<br />
l’hanno fatto le rinunce, 470, e i voucher regionali,<br />
che hanno permesso di inserire a prezzo agevolato<br />
quasi 400 bambini negli as<strong>il</strong>i nido privati. Da<br />
1.400 la lista d’attesa si è ridotta a poco più di 400.<br />
Qualche novità sui criteri di ammissione: ci saranno<br />
agevolazioni per famiglie numerose (iscrizione gratis<br />
per <strong>il</strong> secondo figlio), per quelle con mutui oltre<br />
gli 800 euro e Isee fino ai 18.500 euro, e per quelle<br />
che vivono in affitto. A parità di punteggio avrà la<br />
precedenza chi era in lista dall’anno prima, e conterà<br />
anche l’Isee e l’età dei piccoli.Un punteggio toccherà<br />
anche ai genitori entrambi disoccupati.Un aiuto<br />
ulteriore verrà infine dalla costruzione di tre nuovi<br />
as<strong>il</strong>i pubblici (a Coverciano, nell’ex Meyer, nei locali<br />
messi a disposizione della Regione e in Comune)<br />
che potranno dare ospitalità ad altri 150 pargoletti.<br />
Verranno ritoccate al rialzo le tariffe (“ma solo per i redditi più alti”, assicura l’assessore<br />
Di Giorgi) e costruite nuove strutture per andare incontro alle famiglie con bambini piccoli.<br />
Anche i nidi aziendali pronti ad aprire le loro porte: dopo la Provincia tocca alla Cr Firenze<br />
nUnZIELLa<br />
Impiegata, 42 anni<br />
“Ho trovato<br />
maestre<br />
molto attente”<br />
“La mia esperienza è stata molto positiva. Le maestre si<br />
sono dimostrate attente e premurose e anche la fase di inserimento<br />
del bambino non ha presentato particolari difficoltà.<br />
Positiva inoltre l’organizzazione di attività extra<br />
scolastiche e <strong>il</strong> coinvolgimento diretto e costante dei genitori”<br />
SIMOnETTa<br />
Impiegata, 46 anni<br />
“Servono<br />
verifiche a<br />
tappeto”<br />
“Gli as<strong>il</strong>i funzionano bene, <strong>il</strong> problema invece risiede nelle<br />
graduatorie che vengono effettuate in base al reddito Isee:<br />
attraverso questo sistema i figli dei lavoratori dipendenti risultano<br />
del tutto svantaggiati. Sono necessarie verifiche a<br />
tappeto per valutare le reali condizioni economiche delle<br />
famiglie”<br />
infanzia<br />
PaOLa<br />
Impiegata, 32 anni<br />
“Criteri di<br />
graduatoria<br />
ingiusti”<br />
“L’as<strong>il</strong>o nido per mio figlio è stata un’ottima esperienza:<br />
è molto ut<strong>il</strong>e nel rendere autonomi i bambini. <strong>Il</strong> problema<br />
sono le liste d’attesa e i loro criteri. Penso sia ingiusto che<br />
un lavoratore autonomo, spesso con orari più vincolanti di<br />
un dipendente, debba ritrovarsi ad avere meno punti in graduatoria”<br />
1003444
infanzia<br />
CITTà BAMBINA/2. Esiste anche un albo dedicato dove vengono “schedate” le tate<br />
naYVER<br />
Commessa, 33 anni<br />
“<strong>Il</strong> problema<br />
sono le cifre<br />
troppo alte”<br />
“Penso che <strong>il</strong> problema degli as<strong>il</strong>i nido siano i costi. Una<br />
spesa di 190 euro al mese per un as<strong>il</strong>o pubblico dove <strong>il</strong><br />
bambino resta soltanto quattro ore al giorno mi sembra una<br />
cifra piuttosto alta. Alle baby sitter finora non abbiamo fatto<br />
ricorso, ci arrangiamo come possiamo, soprattutto per esigenze<br />
di risparmio”<br />
Fare la baby sitter?<br />
È un lavoro vero<br />
Simele Kruklidis<br />
La professione della baby sitter è nata come un<br />
non-mestiere, una sorta di espediente per guadagnare<br />
qualche soldo in attesa di un “vero”<br />
lavoro. Così, fino a qualche tempo fa, ragazze<br />
per lo più molto giovani e senza particolare esperienza<br />
si improvvisavano ab<strong>il</strong>i tate, rimbalzando di famiglia in<br />
famiglia grazie al passaparola. Oggi però le cose stanno<br />
cambiando. Non ci si affida al caso, al sentito dire,<br />
ma si cerca la persona più adatta in base a specifiche<br />
qualità, meglio <strong>ancora</strong> se garantite da un’apposita agenzia<br />
che prepara e “scheda” le candidate. A piccoli passi,<br />
dalla fine degli anni ‘90, è stato dunque un avviato un<br />
processo di istituzionalizzazione dell’attività della “nanny”,<br />
confermandone nel contempo l’incremento della<br />
domanda. Sono infatti sempre più numerose le coppie<br />
costrette a lasciare a casa i propri bimbi o quelle che<br />
semplicemente hanno bisogno di una mano. Certo, questo<br />
genere di sostegno forse è un po’ troppo costoso. A<br />
Firenze <strong>il</strong> prezzo medio di una baby sitter varia dagli 8<br />
ai 10 euro l’ora, cifra che nel giro di un mese può tradursi<br />
in 600 euro circa, più di mezzo stipendio. Ad ogni<br />
modo, spesso si tratta di una spesa non solo necessaria<br />
ma anche bene investita: a patto che vengano rispettate<br />
alcune regole imprescindib<strong>il</strong>i. Ordine, discrezione, pazienza<br />
e senso del dovere sono le nuove parole chiave<br />
nEnad<br />
Impiegato, 30 anni<br />
“Noi ci<br />
troviamo<br />
molto bene”<br />
“Da pochi mesi nostra figlia ha iniziato a frequentare l’as<strong>il</strong>o<br />
nido pubblico e ci troviamo molto bene. <strong>Il</strong> costo non mi<br />
sembra esagerato e comunque si tratta di affrontarlo per soli<br />
due-tre anni. Non avendo nonni disponib<strong>il</strong>i, le baby sitter<br />
servirebbero, ma costano troppo e non ce le possiamo permettere”<br />
per stab<strong>il</strong>ire un rapporto di fiducia tra genitori e bambinaie.<br />
E non solo. Altri punti a tutto vantaggio delle tate<br />
derivano anche dalla competenza, ottenuta frequentando<br />
gli appositi corsi di formazione e, strano a dirsi, anche<br />
dall’allegria: d’altronde a nessuno piace una bambinaia<br />
musona. La verità è che quando un estraneo entra<br />
in casa nostra, la pignoleria non è mai troppa. Ma per<br />
semplificare la scelta delle coppie, e rendere la vita più<br />
fac<strong>il</strong>e alle tate in cerca di lavoro, sta nascendo in Toscana<br />
e nel resto d’Italia l’Albo delle baby sitter, con lo<br />
scopo di garantire alle famiglie un personale efficiente<br />
e affidab<strong>il</strong>e. A Firenze, già da tempo, esiste un apposito<br />
ufficio istituito dal Comune per i servizi domic<strong>il</strong>iari: lì<br />
non soltanto è presente un elenco consultab<strong>il</strong>e di tutte<br />
le baby sitter qualificate, ma è anche possib<strong>il</strong>e ottenere<br />
qualunque genere d’informazione, specialmente in materia<br />
di orari e tariffe. Così si può scoprire ad esempio<br />
l’esistenza di due tipi di tate: quelle per i bambini da 0<br />
a 3 anni, specializzate nella cura fisica e psicologica dei<br />
bebè, e quelle per i bimbi più grandi, dai 3 ai 7 anni.<br />
Infine, non manca l’opportunità di scegliere una baby<br />
sitter all’interno del proprio quartiere di residenza, per<br />
ottimizzare al massimo i tempi e favorire la puntualità.<br />
Ecco che, a ben guardare, lentamente si sta arrivando<br />
all’affermazione di un vero e proprio mestiere, tanto delicato<br />
quanto difficoltoso. È <strong>ancora</strong> un bene fidarsi del<br />
tradizionale passaparola, ma qualche garanzia in più di<br />
certo non guasta.<br />
IREnE<br />
Pensionata, 59 anni<br />
29<br />
“Più aiuti<br />
per le giovani<br />
coppie”<br />
“Da quel che si sente dire in giro, mi sembra di capire che<br />
gli as<strong>il</strong>i non siano adeguati a soddisfare le esigenze delle<br />
famiglie fiorentine. Penso dunque che sia necessario più<br />
supporto alle giovani coppie: oggi come oggi non è semplice<br />
crescere i figli, soprattutto se non ci sono i nonni a dare<br />
una mano”<br />
1077515
30 Febbraio 2010<br />
tempi moderni<br />
TENdENZE/1. Sono sempre di più i social network che dedicano spazi virtuali alla città<br />
Le piazze di Firenze vanno sul web<br />
Su Flickr c’è un gruppo enorme e su Facebook c’è una pagina<br />
dedicata a tradizioni e novità. <strong>Il</strong> capoluogo toscano spopola<br />
sul web e i suoi abitanti si lasciano trascinare dalla mania<br />
Lucia Conti<br />
Angoli, scorci, racconti e segnalazioni. La<br />
piazza virtuale di Firenze è sempre più<br />
gremita, e se c’è gente che ama venire<br />
a frescheggiare dal vivo all’ombra del<br />
campan<strong>il</strong>e, ce n’è altrettanta che si d<strong>il</strong>etta a parlare<br />
della città o dalla città attraverso <strong>il</strong> proprio computer,<br />
direttamente da casa. Gli esempi non mancano.<br />
Primo fra tutti Flickr, network di amanti della fotografia<br />
che diffonde urbi et orbi immagini di tutti<br />
i tipi comprese, manco a dirlo, quelle di Firenze.<br />
Online c’è un gruppo che conta 3.649 persone non<br />
per forza fiorentine, magari semplicemente turisti o<br />
amanti della città del giglio che hanno voluto unirsi<br />
alla “crew” (come va di moda dire oggi) lasciando<br />
un ricordino di quello che è stato o continua ad essere<br />
<strong>il</strong> rapporto con la città e le fascinazioni che suscita.<br />
C’è chi documenta quello che vede e chi vede<br />
al di là di quello che vorrebbe documentare, postando<br />
nella rete delle vere e proprie fotografie d’autore.<br />
All’interno di questo gruppo enorme, è nato una<br />
sorta di sotto-gruppo, formato da gente che come<br />
gli altri condivide l’amore per la macchina fotografica,<br />
ma in più si riunisce mens<strong>il</strong>mente mettendo<br />
in pratica delle vere e proprie session di fotografia<br />
estemporanea. Stefano Bacci – meglio conosciuto<br />
dagli utenti del sito come “L’absinthe” – è <strong>il</strong> fautore<br />
di questa originale iniziativa, fatta un po’ per vivere<br />
insieme una passione e un po’ per socializzare. Un<br />
micro squadrone che si muove compatto (ma non<br />
troppo) per raccontare un momento, uno sguardo,<br />
un particolare, una zona. Gli incontri sono aperti a<br />
chiunque voglia parteciparvi, le uniche caratteristiche<br />
indispensab<strong>il</strong>i sono un incondizionato attaccamento<br />
a obiettivi, otturatori & company e un po’ di<br />
voglia di socializzare. Stesso discorso vale per Facebook,<br />
che alla città del giglio dedica una pagina<br />
con oltre 49m<strong>il</strong>a fans dentro la quale si trovano foto<br />
legate alla tradizione e post sugli eventi, grandi e<br />
piccoli che siano. Esistono poi una serie di declinazioni<br />
varie ed eventuali che vanno dalla pagina dedicata<br />
alla curva Fiesole dello stadio Artemio Franchi<br />
a quelli che a Firenze mangiano <strong>il</strong> lampredotto.<br />
C’è chi trova notizie,<br />
chi racconta storie<br />
e chi posta” pezzi di vita<br />
Ma Florentia spopola anche su twitter, dove se si<br />
prova a digitarne <strong>il</strong> nome, vengono fuori miriadi di<br />
messaggi dedicati direttamente o indirettamente a<br />
chi ha qualcosa da dire sulla città. Stesso discorso<br />
vale per You Tube, <strong>il</strong> popolare sito che ab<strong>il</strong>ita alla<br />
condivisione di video di ogni genere, che custodisce<br />
gelosamente i f<strong>il</strong>mati realizzati da visitatori e<br />
abitanti di Firenze che vogliono mettere in rete la<br />
città vista dal loro personale punto di vista. Non c’è<br />
dubbio: le piazze più spaziose sono quelle virtuali.<br />
NON SEI SOLO...<br />
chiedi aiuto ad un professionista<br />
DUBBIO, CONTROLLO, RIPETIZIONE... “E’ più forte di<br />
me...Non posso fare a meno di controllare di aver chiuso bene la<br />
porta e poi tornare indietro, e indietro, e poi <strong>ancora</strong> indietro...”;<br />
“In quel momento è come se esistesse solo quel pensiero, non<br />
riesco a distogliere la mente da esso nel modo più assoluto, e<br />
così devo contare, e ripetere...”; “Penso e faccio azioni così<br />
assurde...credo di essere solo al mondo!” “Sento che non sono<br />
sicura di aver letto bene e così r<strong>il</strong>eggo, e r<strong>il</strong>eggo, e mi rendo<br />
conto che <strong>il</strong> tempo passa ed io sono sempre alla stessa pagina...”;<br />
“Temo che mi possa accadere qualcosa di terrib<strong>il</strong>e e così<br />
sono costretto a dover fare tutta una serie di movimenti...solo<br />
così mi tranqu<strong>il</strong>lizzo, ma poi è peggio.”<br />
A chiunque sarà capitato di non essere certo di aver chiuso l’auto<br />
o spento <strong>il</strong> gas, di credere in qualche azione scaramantica che<br />
RUBRICA DI PSICOLOGIA A CURA DELLA<br />
DR.SSA DEBORA GILARDI<br />
Approccio cognitivo - Comportamentale<br />
Master in Disturbi dell'Alimentazione e Obesità<br />
Iscrizione all'albo degli Psicologi della Toscana al N.° 4388<br />
1070809<br />
ci possa aiutare ad affrontare meglio una prestazione, di voler<br />
tenere in un certo ordine oggetti a cui teniamo particolarmente,<br />
ma quando si inizia a percepire disagio, la sensazione che non<br />
dipenda più da noi stessi, e ci ritroviamo in uno degli esempi<br />
sopra descritti, allora è giunto <strong>il</strong> momento di chiedere aiuto ed<br />
affrontare la problematica ossessivo-complusiva. È un problema<br />
molto diffuso, ma non <strong>ancora</strong> del tutto conosciuto dalla popolazione,<br />
che può interessare svariati campi e che provoca molta<br />
sofferenza poiché invade la quotidianità e limita <strong>il</strong> raggio di azione<br />
della persona che ne soffre. La persona è aiutata dal professionista<br />
ad uscire dal circolo vizioso delle ossessioni (pensieri<br />
intrusivi) e delle compulsioni (azioni ripetute), attraverso l’ut<strong>il</strong>izzo<br />
di opportune tecniche sia cognitive sia comportamentali,<br />
migliorando la propria qualità di vita.<br />
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“Nessun uomo è un’isola”<br />
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La dottoressa riceve su appuntamento presso<br />
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Uffizi sì, ma solo<br />
se sono virtuali<br />
Parola d’ordine: U-F-F-I-Z-I. Imponente,<br />
altisonante. Pronunciandola<br />
ci si dà un tono, digitandola<br />
su You Tube si apre un<br />
mondo, fatto di molte persone e<br />
di altrettanti significati. 691 per<br />
l’esattezza. Sul noto sito internet<br />
che ab<strong>il</strong>ita alla condivisione di<br />
f<strong>il</strong>mati, sono tanti i video contrassegnati<br />
con <strong>il</strong> nome della<br />
galleria. Oltre ai presumib<strong>il</strong>i f<strong>il</strong>mati<br />
su mostre in corso, interviste<br />
al direttore, innumerevoli<br />
panoramiche sul loggiato del<br />
Vasari e flash sui lavori nel cantiere<br />
dei Nuovi Uffizi, si scopre<br />
che la fantasia dei turisti, arriva a<br />
partorire video curiosi pur di evitare<br />
<strong>il</strong> “bla bla” delle guide. <strong>Il</strong> diversivo<br />
più gettonato è fingersi<br />
reporter d’assalto e, telecamera<br />
o cellulare alla mano, descrivere<br />
luoghi con <strong>il</strong> piglio deciso di chi<br />
è acculturato. Da questo goliardico<br />
passatempo non è escluso<br />
nemmeno <strong>il</strong> remissivo quanto<br />
tecnologico popolo nipponico<br />
che approfitta della distrazione<br />
dei custodi per girare micro-documentari<br />
con tanto di didascalie<br />
con ideogrammi. Un provetto<br />
cameraman parte dall’ingresso<br />
e a passo svelto percorre la f<strong>il</strong>a<br />
in s<strong>il</strong>enzio, bloccandosi solo sul<br />
lungarno de’Medici. Un minuto<br />
e trenta <strong>il</strong> tempo impiegato per<br />
arrivare fino alla fine. Tanti i consensi<br />
raccolti anche dalle “statue<br />
viventi”. Sia che si tratti di un Dante<br />
contemporaneo, di una sfinge<br />
o di un omino completamente<br />
dipinto di bianco, i turisti ne rimangono<br />
incantati e immortalano<br />
soddisfatti i loro momenti in<br />
compagnia dei performer, come<br />
se stessero abbracciando Mickey<br />
Mouse a Disneyworld. Un americano<br />
nostalgico titola la ripresa<br />
“The italian version of the statue<br />
of Liberty”. <strong>Il</strong> viaggio si conclude<br />
sfrecciando sotto la Galleria a<br />
trecento ch<strong>il</strong>ometri all’ora, a bordo<br />
dell’auto da corsa protagonista<br />
di un videogioco. Ma questo<br />
non è <strong>il</strong> potere dei nuovi media,<br />
è pura fantasia.
tempi moderni 31<br />
TENdENZE/2. Cresce <strong>il</strong> numero dei fiorentini che si conoscono (e si innamorano) online<br />
E l’anima gemella ora si pesca in rete<br />
<strong>Il</strong> moderno prolungamento del bancone del bar si chiama<br />
chat per single: proliferano i siti internet dedicati ai cuori<br />
solitari in cerca di un appuntamento. Non proprio al buio<br />
Francesca Puliti<br />
Sapessi com’è strano innamorarsi in chat<br />
a Firenze. Anzi no, non lo è più per molti.<br />
A dirlo sono i numeri, quelli dei fiorentini<br />
registrati nei siti internet dedicati<br />
ai cuori solitari, che si fanno sempre più fitti e<br />
specializzati. Iscriversi per credere. Bastano un<br />
paio d’ore online in un qualsiasi mercoledì pomeriggio<br />
(orario lavorativo, manco a dirlo) per<br />
fare la conoscenza di una quindicina di persone.<br />
Ovviamente non scelte a caso, ma accuratamente<br />
selezionate in base all’età, alla città di provenienza<br />
e magari anche al colore di occhi e capigliatura.<br />
Altro che “C’è posta per te” (<strong>il</strong> f<strong>il</strong>m di<br />
hollywoodiana memoria, non l’altrettanto strappalacrime<br />
programma della De F<strong>il</strong>ippi). Le chat<br />
per single si sono fatte furbe e alcune si vantano<br />
anche di offrire determinate garanzie in termini<br />
di riuscita e di sicurezza (anche se molto rimane<br />
affidato al buon senso di chi ne fa uso e i brutti<br />
incontri sono sempre dietro l’angolo). Tant’è che<br />
i Tom Hanks e le Meg Ryan di San Frediano e<br />
del Galluzzo non hanno bisogno di darsi appuntamento<br />
sull’Empire State Bu<strong>il</strong>ding e sognarsi<br />
a miglia di distanza, si scelgono direttamente<br />
L’OPINIONE<br />
<strong>Il</strong> futuro degli incontri in rete è già qui. E si chiama Facebook,<br />
tanto per cambiare. I social networks, siti nati per<br />
rimettere in contatto gli amici di vecchia data, sono destinati<br />
a rubare lo scettro alle chat specializzate nell’orchestrare<br />
incontri. Parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media.<br />
“I social networks consentono un comportamento più vicino<br />
alla realtà – spiega – qui ci muoviamo più o meno come<br />
nel mondo vero, ci costruiamo sul web una vita ricca di<br />
sfaccettature, in cui certo può rientrare a pieno titolo <strong>il</strong> flirt<br />
con l’amico perso di vista o con la nuova conoscenza fatta<br />
all’interno di una ristretta manciata di ch<strong>il</strong>ometri.<br />
Perché le chat servono a questo, a semplificarti<br />
la vita e soprattutto <strong>il</strong> barcaglio. Insomma una<br />
specie di supermercato delle relazioni: si entra, si<br />
valutano le offerte speciali, si compara <strong>il</strong> rapporto<br />
qualità/prezzo e poi si va alla cassa con un primo<br />
appuntamento (non proprio al buio). A volte<br />
si paga l’ingresso, perché le chat per single sono<br />
diventate un vero e proprio business, altre volte si<br />
entra gratis, basta iscriversi. Che già non è poco.<br />
L’immissione dei propri dati personali costa un<br />
primo esamino di coscienza. Nome, età e a volte<br />
addirittura peso, altezza e corporatura. Ma soprattutto<br />
conta lui, l’annuncio, la presentazione<br />
di sé in poche stringate righe attraverso le quali<br />
gli altri inqu<strong>il</strong>ini del sito internet saranno o non<br />
saranno attirati da noi. E infine attenzione a non<br />
scivolare sulla scelta della foto da annettere al<br />
“curriculum”. Una volta terminate le operazioni<br />
possiamo accedere all’universo single, curiosare<br />
tra le “presentazioni” altrui e puntare la preda.<br />
Nel più fortunato dei casi l’eletto/a è connesso/a<br />
e si può stab<strong>il</strong>ire subito un contatto, dare inizio a<br />
una conversazione scritta per conoscersi e maga-<br />
ri fissare (non subito, secondo <strong>il</strong> protocollo dei<br />
“chattatori” più esperti) un appuntamento vis à<br />
vis. Fermi là voi che state pensando che “su questi<br />
siti ci sono soltanto sfigati o personaggi strani<br />
in cerca di avventure trasgressive”. La chat è <strong>il</strong><br />
Facebook &Co. rubano lo scettro ai siti specializzati: parola di Antonio Sofi, sociologo dei nuovi media<br />
online”. Insomma se lo scopo è meno sfacciato <strong>il</strong> risultato<br />
può essere migliore. Inoltre i social networks godono di un<br />
altro vantaggio non da poco: un numero di gran lunga superiore<br />
di iscritti. E dunque un “ventaglio di scelta” molto<br />
più vasto. “I siti internet dedicati esclusivamente al dating –<br />
continua Sofi - sono destinati a sgonfiarsi o a specializzarsi<br />
per rispondere a singole nicchie di interesse”. Ma <strong>il</strong> fenomeno<br />
degli incontri in rete quello no, non sembra affatto<br />
in declino, anzi. “E’ soprattutto la fascia dei giovani adulti,<br />
dai 30 ai 45 anni, quella interessata. Ma in realtà si tratta di<br />
moderno prolungamento del bancone del bar e,<br />
per dirla con le parole di un habitué che vi si reca<br />
da un paio d’anni, “ci sono le stesse persone che<br />
si trovano in giro”. Una ragione in più per stare<br />
sul chivalà.<br />
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un fenomeno ben distribuito su diverse fasce di età”. Sarà<br />
anche per questo, forse, che le f<strong>il</strong>a degli iscritti a Facebook<br />
e sim<strong>il</strong>i si ingrossano ogni giorno sempre più, a Firenze<br />
come nel resto del paese (e del mondo cablato). Eppure a<br />
ben guardare <strong>il</strong> sistema mostra già una falla. Se è tanto fac<strong>il</strong>e<br />
trovarsi e ritrovarsi a spasso per <strong>il</strong> social network, non<br />
lo è altrettanto perdersi di vista. E se la storia non giunge a<br />
giusto coronamento che si fa? A mali estremi, estremi rimedi:<br />
tocca cancellarsi dalla rete, cercando di lasciare meno<br />
tracce possib<strong>il</strong>i.<br />
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32 Febbraio 2010<br />
Matteo Francini<br />
La parola è di quelle che preoccupano sempre più genitori e (anche<br />
se in pochi lo riconoscono) ragazzi: bullismo. Una parola dai<br />
confini spesso non ben definiti - a volte è diffic<strong>il</strong>e distinguere veri<br />
e propri atti di violenza e prepotenza da scherzi un po’ troppo<br />
pesanti - ma che è entrata pian piano a far parte del dizionario delle famiglie.<br />
E non passa settimana senza che, sui giornali, siano riportati episodi<br />
di questo genere, avvenuti di volta in volta a scuola, ai giardini, per strada.<br />
A Pisa sono stati presentati i risultati dell’edizione 2009 dell’indagine su<br />
“Abitudini e st<strong>il</strong>i di vita degli adolescenti”, realizzata (come ormai ogni<br />
anno dal 1997) dalla società italiana di pediatria. Una sorta di viaggio nel<br />
mondo dei ragazzi dai 12 ai 14 anni che, “coperti” dall’anonimato e forse<br />
spinti, in alcuni casi, dalla voglia di farsi sentire o addirittura di lanciare<br />
allarmi, confessano abitudini, st<strong>il</strong>i di vita e consumi, compresi quelli “proibiti”.<br />
Dalla ricerca è emerso che <strong>il</strong> 64% degli adolescenti intervistati dichiara<br />
di aver assistito a fenomeni di bullismo: una percentuale <strong>ancora</strong> alta,<br />
ma comunque in calo rispetto agli anni precedenti (nel 2007 era del 75%).<br />
Ma attenzione, dicono gli autori dell’indagine: c’è da chiedersi, infatti,<br />
“se ciò sia dovuto ad una reale contrazione del fenomeno o ad una sorta di<br />
assuefazione”. E, in ogni caso, i dati preoccupanti non mancano: c’è <strong>ancora</strong><br />
un (consistente) 41% che non rivelerebbe a un adulto di essere vittima<br />
di un bullo, ma che cercherebbe di risolvere la faccenda da solo. E se <strong>il</strong><br />
71% degli intervistati giudica comunque negativamente chi si comporta<br />
da bullo, c’è un 5,4% (di maschi) che considera i bulli “tipi in gamba”.<br />
Infine, nell’indagine c’è anche spazio per i rapporti con la famiglia. Sette<br />
adolescenti su dieci considerano adeguate (né troppe, né poche) le regole<br />
imposte dai genitori, ma <strong>il</strong> 27% di loro afferma di rispettarle raramente,<br />
se non mai. E continua a diminuire la percentuale di chi si rivolge a un<br />
adulto (genitori compresi) quando c’è un problema da risolvere. “D’altra<br />
parte – commenta Maurizio Tucci, curatore dell’indagine – non sembra<br />
che i genitori facciano molti sforzi per cercare di incentivare <strong>il</strong> dialogo<br />
con i figli”. “In Toscana la situazione non è drammatica, anche se alcuni<br />
segnali ci sono”, spiega Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’istruzione del<br />
Comune di Firenze, che poi elenca alcune soluzioni che Palazzo Vecchio<br />
intende mettere in pratica perché questi segnali non si trasformino in un<br />
allarme: “Serve un intervento più diffuso nei quartieri, la mia idea è quella<br />
di realizzare sempre più iniziative in periferia, ut<strong>il</strong>izzando risorse esterne<br />
partecipando a bandi ministeriale ed europei – dice – ci vuole più considerazione<br />
per i giovani, per opporsi al bullismo bisogna offrire loro attività<br />
interessanti da svolgere. Infine – conclude – servono soluzioni nelle<br />
scuole: per questo abbiamo r<strong>il</strong>anciato corsi contro gli stereotipi, e stiamo<br />
investendo molto sulla formazione degli insegnanti”.<br />
società<br />
L’INdAGINE. Sempre meno adolescenti chiedono aiuto alle famiglie per risolvere i loro problemi<br />
Quando <strong>il</strong> bullismo è “roba da ragazzi”<br />
Quasi un giovane su due non rivelerebbe<br />
a un adulto di essere vittima di violenze.<br />
Di Giorgi: “In Toscana la situazione non è<br />
drammatica, ma alcuni segnali ci sono”<br />
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L’OPINIONE<br />
Renato Palma, medico psicoterapeuta, parla in un libro del rapporto genitori-figli<br />
E se invece fossero i “sì” ad aiutare a crescere?<br />
era - e c’è <strong>ancora</strong> - un famoso<br />
C’ libro che sostiene che i “no” dei<br />
genitori facciano bene allo sv<strong>il</strong>uppo di<br />
bambini e ragazzi. Si tratta de “I no che<br />
aiutano a crescere” di Asha Ph<strong>il</strong>lips.<br />
Ma c’è anche chi sostiene <strong>il</strong> contrario.<br />
E per trovarlo non bisogna andare neppure<br />
troppo lontano: in pieno centro, in<br />
via dei P<strong>il</strong>astri, ha <strong>il</strong> suo studio Renato<br />
Palma, medico psicoterapeuta nato in<br />
provincia di Siena ma fiorentino d’adozione.<br />
Cinquantotto anni e una folta<br />
barba bianca, Palma è l’autore de “I sì<br />
che aiutano a crescere” (Edizioni Ets),<br />
pubblicato lo scorso novembre. Una risposta,<br />
fin troppo chiara, al volume della<br />
Ph<strong>il</strong>lips? “Un’impostazione diversa -<br />
preferisce considerarla lo psicoterapeuta<br />
– che parte dalla convinzione che le relazioni<br />
in ambito affettivo possano avvenire<br />
senza esercitare potere e riducendo<br />
al massimo i conflitti”. Una diversa considerazione<br />
del rapporto genitori-figli,<br />
lontana ch<strong>il</strong>ometri (e non solo geograficamente)<br />
da quella della collega, ma anche<br />
dai metodi spesso ut<strong>il</strong>izzati da padri<br />
e madri dei tempi nostri. “Gli adulti si<br />
sorprendono che i loro figli, crescendo,<br />
diventino conflittuali – spiega Palma,<br />
che le sue teorie le ha sperimentate direttamente con <strong>il</strong><br />
figlio, oggi ingegnere – senza rendersi conto che sono<br />
stati loro, per primi, a iniziare i conflitti. Litigare per<br />
educare - sostiene - semplicemente educa a litigare”.<br />
“Sembra che molti adulti trattino i bambini come se<br />
fossero prepotenti che debbono capire chi comanda<br />
– continua – ma la convinzione che nell’educazione<br />
dei figli un po’ di conflitto sia necessario, e che non<br />
appena stab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> rispetto delle regole la pace tornerà,<br />
è solamente una favola. Spesso la famiglia e la scuola<br />
non sono spazi dove i bambini vivono contenti. E<br />
i problemi – aggiunge, riferendosi anche a fenomeni<br />
come bullismo e disagio giovan<strong>il</strong>e – nascono dal<br />
modo in cui sono stati tirati su i ragazzi: è un errore<br />
degli adulti inserire la forza nel rapporto con i bam-<br />
Renato Palma<br />
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...chiedici come...<br />
bini, perché quando i ragazzi capiscono di avere più<br />
forza dei genitori <strong>il</strong> rapporto si inverte, e nasce <strong>il</strong> nuovo<br />
conflitto. Sono gli adulti ad abituare i figli a essere<br />
infelici, attraverso tutte le costrizioni che impongono<br />
loro: e non dobbiamo meravigliarci, allora, se diventano<br />
ragazzi infelici”. Altro tema, quello della felicità,<br />
caro a Palma, che sull’argomento ha anche pubblicato<br />
un saggio dal titolo “Economia e felicità, una proposta<br />
di accordo”. In futuro, insomma, non dobbiamo<br />
aspettarci niente di buono? “Al contrario – risponde –<br />
dobbiamo solo cambiare le relazioni con i bambini, da<br />
conflittuali a cooperative. Le cose possono cambiare,<br />
e cambieranno: i giovani sono molto meglio di noi”.<br />
Nel suo futuro, invece, c’è già un nuovo progetto: scrivere<br />
un libro sulla democrazia in famiglia. /M.F.<br />
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Arriva la Tramvia<br />
Muoversi con la Linea T1<br />
La Linea T1 è la parte innovativa di un sistema integrato tra trasporto pubblico e privato, che collega Scandicci<br />
alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella attraversando l’Arno in corrispondenza del Parco delle Cascine.<br />
7.4 km di percorso con 14 fermate in circa 23 minuti a regime.<br />
La Linea T1 come anche le successive linee 2 e 3 sono gestite dalla GEST Spa,<br />
di cui sono soci al 51% la società francese RATP, ed al 49% da ATAF Spa.<br />
Ecco cosa è ut<strong>il</strong>e sapere per muoversi bene con la tramvia.<br />
IL SERVIZIO<br />
Servizio transitorio iniziale<br />
Dalle ore 6.30 alle ore 21.30<br />
Frequenza: ogni 8 minuti in entrambe le direzioni<br />
Servizio a regime (da Apr<strong>il</strong>e)<br />
Dalle ore 5.00 alle ore 24.00<br />
Frequenza<br />
Ogni 3,5 min nelle fasce di punta dei giorni feriali<br />
Ogni 6 min nelle altre fasce orarie<br />
Ogni 12 min nella fascia notturna<br />
La linea T1<br />
I BIGLIETTI<br />
I biglietti ATAF e LI-Nea sono validi<br />
anche per la tramvia e devono essere timbrati<br />
sul primo mezzo di trasporto pubblico ut<strong>il</strong>izzato<br />
Nel passare dal bus al tram o viceversa<br />
non serve timbrare di nuovo <strong>il</strong> biglietto<br />
se <strong>ancora</strong> valido<br />
Tutti gli abbonamenti ATAF sono validi<br />
anche per la tramvia<br />
Valgono anche le altre regole previste<br />
per <strong>il</strong> servizio di autobus<br />
(esempio per l’accesso dei bambini, ecc.)<br />
Non è possib<strong>il</strong>e acquistare <strong>il</strong> biglietto a bordo<br />
REGOLE E CONSIGLI<br />
Non sono ammesse biciclette<br />
Per i cani valgono le stesse regole di ATAF<br />
(ammessi cani di piccola taglia e con museruola)<br />
I passeggini sono ammessi e possono<br />
posizionarsi nei posti riservati ai disab<strong>il</strong>i<br />
L’arrivo della tramvia comporta dei cambiamenti<br />
nel sistema della viab<strong>il</strong>ità urbana.<br />
Ecco alcuni consigli da tenere presenti:<br />
<strong>Il</strong> tram ha sempre la priorità su qualsiasi veicolo<br />
privato o pedone anche con luce intermittente<br />
o avaria degli impianti semaforici<br />
Mai circolare o sostare<br />
all’interno del tracciato della tramvia<br />
Prestare particolare attenzione agli incroci<br />
con la linea tramviaria,<br />
guardando le segnalazioni semaforiche<br />
Ut<strong>il</strong>izzare sempre solo gli attraversamenti<br />
pedonali semaforizzati<br />
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L’EVENTO. La band che suona musica irlandese festeggerà con un concerto e un nuovo disco<br />
Whisky Tra<strong>il</strong>s, 35 anni e non sentirli<br />
Sono stati i primi a cimentarsi con la musica irlandese in Italia, e di sicuro sono<br />
anche i più acclamati. A trentacinque anni di distanza, <strong>il</strong> gruppo fi orentino continua<br />
a far ballare un popolo di appassionati, e per festeggiare <strong>il</strong> compleanno chiama<br />
a raccolta tutti i fan al Saschall promettendo una performance da non dimenticare Ha preso <strong>il</strong> via da pochi giorni <strong>il</strong> nuovo<br />
evento del centro d’arte contemporanea<br />
EX3. Venerdì 12 febbraio, lo spazio dedicato<br />
alla contemporaneità di viale Giannotti<br />
ha infatti inaugurato le mostre personali<br />
di Eva Marisaldi e del duo Tayo Onorato<br />
& Nico Krebs, entrambe a cura di Lorenzo<br />
Giusti e Arabella Natalini. “Un’occasione<br />
importante per Ex3 – commentano i due<br />
curatori – poiché si tratta di due mostre tra<br />
loro molto diverse, due riflessioni diverse.<br />
È un modo per rappresentare l’eterogeneità<br />
della scena artistica contemporanea.” Da<br />
sempre molto attenta ai temi del dialogo<br />
e della comunicazione, ma anche della<br />
difficoltà di interazione, l’italiana Eva Marisaldi<br />
ha elaborato un progetto – “Grigio<br />
nonlineare” - per la sala centrale di EX3.<br />
Si tratta di un intervento a terra, concepito<br />
come un tracciato percorrib<strong>il</strong>e, che accoglie<br />
<strong>il</strong> visitatore e lo invita a compiere <strong>il</strong> proprio<br />
percorso. Un percorso partecipativo in cui<br />
<strong>il</strong> visitatore può scegliere tra 64 frasi e 16<br />
disegni per creare la propria storia. “<strong>Il</strong> lavoro<br />
riflette sull’interpretazione individuale<br />
del senso e dello spazio – spiegano Ara-<br />
La band dei Whisky Tra<strong>il</strong>s<br />
Ludovica V. Zarr<strong>il</strong>li<br />
Trentacinque anni insieme. A parlare di<br />
musica, leggende e di una cultura che<br />
ha lasciato <strong>il</strong> segno nella testa e nell’anima<br />
di tutto <strong>il</strong> gruppo. Sono i Whisky<br />
Tra<strong>il</strong>s, storica band fiorentina che dal 1975 suona<br />
instancab<strong>il</strong>mente musica irlandese nei quattro angoli<br />
della città, portando i ritmi della verde isola<br />
che si perde nell’Atlantico nelle vie della città del<br />
giglio. E <strong>il</strong> 2010 offre al gruppo un’occasione per<br />
festeggiare con un concerto e con un nuovo disco<br />
35 anni di storia. Una realtà che continua a vivere<br />
a discapito delle mode, coinvolgendo nuovi<br />
appassionati ogni anni: sono arrivati decisamente<br />
lontano, ma da dove sono partiti i Whisky tra<strong>il</strong>s?<br />
“E’ nato tutto per caso – spiega Stefano Corsi,<br />
anima del gruppo e suonatore d’arpa celtica, armonica<br />
e harmonium –. A quel tempo frequentavamo<br />
spesso la casa di Giulia Lorimer, altra<br />
componente storica del gruppo che apriva a tutti<br />
Fa un certo effetto vedere l’investigatore più famoso del mondo a spasso<br />
per i Lungarni. Per non parlare della sua eccitazione gastronomica<br />
nello scoprire le delizie di una bistecca alla fiorentina bagnata da un<br />
Brunello d’annata. Fa un certo e strano effetto ma convince e appassiona<br />
questo Sherlock Holmes in salsa toscana. Luca Martinelli, giornalista<br />
pratese che lavora da anni a Firenze, da sempre appassionato animatore<br />
della folta schiera di quanti tengono in vita con pervicacia <strong>il</strong> genio di Baker<br />
Street, ci ha piacevolmente sorpreso con <strong>il</strong> suo primo romanzo “<strong>Il</strong> Palio<br />
di Sherlock Holmes” (Alacràn - I Misteri - 2009 - pagine 171 - 12,50<br />
euro). Martinelli si era già prodotto in apocrifi del grande Conan Doyle,<br />
sulla rivista dell’associazione, “The Strand Magazine”, di cui oggi è direttore<br />
responsab<strong>il</strong>e, ha pubblicato quattro racconti. “<strong>Il</strong> Palio di Sherlock<br />
Holmes” è ben scritto, in fedelissimo st<strong>il</strong>e “Doyliano”. La vicenda narrata<br />
fa perno su un fatto “realmente” accaduto nella saga di Holmes, cioè <strong>il</strong><br />
suo arrivo in Italia, dopo essere stato creduto morto, assieme al nemico<br />
di sempre, Moriarty. <strong>Il</strong> detective scrive una lunga lettera al suo amico<br />
le porte della sua grande casa, dove ci si confrontava<br />
sugli argomenti più disparati”. Una casa tutta<br />
particolare, al Vingone, alle porte di Scandicci,<br />
dove era fac<strong>il</strong>e incontrare - oltre agli undici figli<br />
della proprietaria - gente di passaggio, abitudinari<br />
del salotto (se così si può chiamare) e personaggi<br />
famosi come Ignazio S<strong>il</strong>one e Ivan <strong>Il</strong>lic. Da questa<br />
sorta di “comune” nacque un gruppo di amanti<br />
della musica celtica e della cultura irlandese.<br />
Un gruppo affiatato di cinque persone che cominciarono<br />
a studiare le origini di suoni armoniosi e<br />
singolari che venivano da lontano. “Sono molti i<br />
generi musicali nati dalla cultura celtica – continua<br />
Corsi -. Noi abbiamo deciso di chiamare la<br />
band Whisky Tra<strong>il</strong> perché seguiamo <strong>il</strong> percorso<br />
(tra<strong>il</strong> in inglese, ndr) degli irlandesi in America,<br />
dove, attraverso le contaminazioni con un’altra<br />
cultura, sono nati nuovi generi come <strong>il</strong> country<br />
o <strong>il</strong> bluegrass”. Primo gruppo in Italia ad essersi<br />
avventurato nei meandri poco conosciuti della<br />
musica irlandese, oggi tra i loro seguaci sono nati<br />
diverse nuove band che contribuiscono a diffon-<br />
dere <strong>il</strong> verbo delle armonie made in Ireland. A 35<br />
anni di distanza, e con dieci album alle spalle, i<br />
Whisky Tra<strong>il</strong>s nel 2010 ritornano <strong>ancora</strong> una volta<br />
sul palco (lo fanno <strong>ancora</strong> spesso, sebbene la<br />
formazione non sia più quella originale) e questa<br />
volta lo fanno in grande st<strong>il</strong>e: per festeggiare<br />
<strong>il</strong> 35esimo compleanno della band, <strong>il</strong> 17 marzo<br />
saliranno sul palcoscenico del Saschall, tutti insieme.<br />
“Ci saranno tutti – continua Stefano -. Per<br />
questo concerto suoneranno insieme a noi anche<br />
i componenti della formazione originale (negli<br />
anni, due dei musicisti degli esordi avevano preso<br />
altre strade) e anche qualcuno dei nostri figli sarà<br />
con noi sul palco”. Più di 10 elementi sul palcoscenico,<br />
per una serata di successo assicurato. E<br />
per chiudere <strong>il</strong> compleanno in bellezza non poteva<br />
mancare un nuovo disco: “Beginnings”, così<br />
s’intitola, e racchiude i brani memorab<strong>il</strong>i di una<br />
carriera che continua a mietere successi. (<strong>il</strong> disco<br />
verrà venduto al prezzo promozionale di 5 euro in<br />
occasione di Irlanda in festa e allegato al magazine<br />
Firenze Spettacolo).<br />
LA RECENsIONE. In libreria la prima fatica letteraria del pratese Luca Martinelli<br />
Ecco Sherlock Holmes in salsa toscana<br />
fraterno Watson, dove gli narra l’avventura toscana. Un manoscritto che,<br />
come si legge nel prologo, l’autore ritroverà in una balla di “cenci” a Prato.<br />
Holmes si rimettere al lavoro per sua maestà, ricostruendo la cellula<br />
del servizio segreto britannico in Italia, ma mentre sta lavorando a questo<br />
incarico sotto copertura, si imbatte in un omicidio nel quale rimane<br />
coinvolto un uomo dell’intelligence britannica. Si tratta dell’assassinio di<br />
un ricco allevatore di cavalli. Chiaramente, <strong>il</strong> grande Sherlock non sa resistere<br />
alla tentazione di indagare e lascia Firenze alla volta di Siena. Una<br />
curiosità (tra le tante): nel romanzo, insieme ai personaggi di fantasia, figurano<br />
alcuni toscani doc vissuti all’epoca. Alcuni nel ruolo di semplici<br />
comparse (Paolo Lorenzini, fratello di Collodi e direttore della manifattura<br />
Ginori di Sesto Fiorentino, Arturo Corsellini, titolare di una rivendita<br />
di pipe e tabacchi a Firenze, <strong>il</strong> giornalista e scrittore Jarro, al secolo<br />
Giulio Piccini, l’abate Giovanni Caselli, patriota senese), uno, invece, con<br />
un ruolo di coprotagonista: lo scrittore Federigo Tozzi, che nel 1891 aveva<br />
8 anni, nelle singolari vesti di aiutante di Holmes a Siena. /C.B.<br />
LA MOsTRA<br />
All’Ex3 un incrocio<br />
di artisti e linguaggi<br />
bella Natalini e Lorenzo Giusti – Le stesse<br />
frasi che costituiscono l’installazione si<br />
ritrovano inoltre all’esterno, all’entrata di<br />
EX3, tradotte nelle lingue delle comunità<br />
straniere più numerose nel quartiere, per<br />
permettere anche a loro di partecipare a<br />
quest’opera”. Accanto al lavoro della Marisaldi,<br />
artista di fama internazionale, EX3<br />
ospita nelle sale laterali l’opera dei due<br />
giovani artisti Taiyo Onorato e Nico Krebs,<br />
che per la prima volta espongono in Italia.<br />
In “Taiyo Onorato & Nico Krebs: tutto incluso”<br />
i due svizzeri mettono in scena fotografie,<br />
frutto di una manipolazione della<br />
realtà, e una produzione scultorea contraddistinta<br />
dall’ut<strong>il</strong>izzo di oggetti di uso comune<br />
che, assemblati liberamente, acquistano<br />
nuovi significati. “<strong>Il</strong> lavoro fotografico è di<br />
tipo analogico, con alterazioni della realtà<br />
nel suo aspetto fisico, e senza l’intervento<br />
digitale dell’informatica”- precisano i curatori.<br />
Dopo la recente riapertura, questo è<br />
<strong>il</strong> secondo evento di EX3 e sarà visitab<strong>il</strong>e<br />
fino all’11 apr<strong>il</strong>e: “Abbiamo sempre creduto<br />
che questo spazio fosse ideale per l’arte<br />
contemporanea – dice Cristina Giani, vice<br />
presidente del Quartiere 3 nonché membro<br />
del Comitato d’indirizzo di EX3 – La mostra<br />
precedente è andata benissimo e sono<br />
certa che anche questo nuovo evento saprà<br />
coinvolgere un vasto pubblico.” /G.B.<br />
Una delle opere in mostra
cultura<br />
IL CAsO. Sono molti i musei fiorentini chiusi o accessib<strong>il</strong>i solo a orari ridotti. Eccone una mappa<br />
Gallerie chiuse, istruzioni per l’uso<br />
Annalisa Cecionesi<br />
Le lunghe code all’ingresso dei più famosi<br />
musei della città non sono l’unico travaglio<br />
dei turisti che arrivano a Firenze.<br />
Talvolta si vedono costretti a rinunciare<br />
a una visita per via di orari d’apertura poco flessib<strong>il</strong>i<br />
(se non risicati) o per la chiusura di un museo<br />
per motivi di restauro o riordino. L’evento più<br />
spiacevole è proprio trovarsi di fronte a una porta<br />
sbarrata, seppur per colpa di sacrosante operazioni<br />
di restauro. E’ <strong>il</strong> caso della Galleria Casa Rinaldo<br />
Carnielo, in piazza Savonarola, con le sue<br />
sculture di fine Ottocento, chiusa da tempo per<br />
restauro. Si dovrà attendere anche per ammirare<br />
le collezioni del Novecento del Forte Belvedere,<br />
altro museo civico, tra le quali spicca la raccolta<br />
di Alberto Della Ragione, anch’essa attualmente<br />
chiusa al pubblico. Si trova invece in piazza<br />
Pitti, ma sempre chiusa al pubblico, la preziosa<br />
collezione del Museo delle Carrozze. Più contenuto<br />
sarà <strong>il</strong> rammarico dei visitatori del Museo<br />
di Palazzo Davanzati, conosciuto come “museo<br />
della casa fiorentina antica”, aperto solo parzialmente<br />
<strong>ancora</strong> una volta a causa di un restauro.<br />
Chiuso per ristrutturazione dallo scorso novembre<br />
è <strong>il</strong> Museo di Storia della Scienza, in piazza<br />
dei Giudici, fondato nel 1927 dall’Università di<br />
Firenze. L’inaugurazione del nuovo allestimento<br />
è prevista per maggio quando <strong>il</strong> nome verrà<br />
Una sala del Museo Bardini<br />
CENTRO ASSISTENZA FUNERARIA<br />
• Servizi funebri<br />
• Cremazioni<br />
• Fiori<br />
• Necrologi<br />
cambiato in Museo Gal<strong>il</strong>eo. Lo scorso settembre<br />
invece sono partiti i lavori di restauro alla Tribuna<br />
degli Uffizi, che termineranno nel giugno<br />
2011. Ma <strong>il</strong> turista riparte a bocca asciutta anche<br />
a causa delle poco indulgenti modalità d’apertura<br />
dei musei. Alcuni, di competenza comunale,<br />
hanno orari ridotti all’osso. <strong>Il</strong> Museo Bardini, in<br />
Oltrarno, è aperto solo tre giorni la settimana (sabato,<br />
domenica e lunedì), mentre la Fondazione<br />
Buona notizia: <strong>il</strong> museo<br />
di Storia della scienza<br />
riaprirà i battenti a maggio<br />
Salvatore Romano, situata nell’antico cenacolo a<br />
fianco alla Chiesa di Santo Spirito, è aperta esclusivamente<br />
<strong>il</strong> sabato, per di più solo la mattina nei<br />
mesi invernali. Alcuni musei presentano analoghe<br />
limitazioni. E’ <strong>il</strong> caso del Museo delle Sculture,<br />
al primo piano del Museo di Orsanmichele,<br />
aperto solo <strong>il</strong> lunedì, o di alcuni cenacoli, come<br />
quello di Ognissanti e di Fuligno, in via Faenza,<br />
aperti tre mattine a settimana. Mentre i musei di<br />
Santa Maria Novella e di Palazzo Vecchio, tra i<br />
i piace perché è un museo strano,<br />
“Mnon è un museo normale”. E’ uno<br />
dei commenti che compaiono sul libro dei<br />
desiderata di un “originale e inaspettato”<br />
museo fiorentino, quello intitolato a Stefano<br />
Bardini, in via dei Renai, nei pressi di<br />
Ponte alle Grazie. Un museo dalla forte vocazione<br />
internazionale, riaperto al pubblico<br />
lo scorso apr<strong>il</strong>e dopo quasi dieci anni. Un<br />
accurato restauro lo ha riconsegnato alla<br />
città così come l’aveva concepito <strong>il</strong> suo fondatore,<br />
l’antiquario Stefano Bardini, dopo<br />
lo stravolgimento successivo alla sua morte,<br />
avvenuta nel 1922. E’ l’impatto sceno-<br />
Tel. 055.6580040 (diurno e notturno)<br />
<strong>Via</strong> G.Caponsacchi 5/r, <strong>Via</strong> A.F Doni 41/r Firenze<br />
La galleria Carnielo<br />
maggiori della città, sono chiusi nei giorni festivi,<br />
in barba ai turisti della domenica. Per visitare altri<br />
musei occorre invece ricordarsi la prenotazione:<br />
è obbligatoria per <strong>il</strong> Museo di Casa Martelli<br />
e per V<strong>il</strong>la Corsini a Castello, uno degli esempi<br />
grafico a impressionare <strong>il</strong> visitatore, ancor<br />
più delle singole opere. Salendo la scalinata<br />
immersa tra i tappeti antichi si approda alla<br />
saletta che ospita “l’Atlante” del Guercino.<br />
Poco distante, sculture e dipinti emergono<br />
dall’aristocratico blu delle pareti e in un<br />
angolo spunta l’originale “Porcellino” di<br />
Pietro Tacca. “<strong>Il</strong> b<strong>il</strong>ancio dei primi dieci<br />
mesi d’apertura - spiega Antonella Nesi,<br />
curatrice del museo - è positivo. Tra apr<strong>il</strong>e<br />
e maggio ad esempio sono state registrate<br />
oltre 8 m<strong>il</strong>a presenze”. Una buona affluenza<br />
considerando l’odierna crisi del turismo, i<br />
problemi di trasporto in Oltrarno, la scarsa<br />
più rappresentativi dell’architettura fiorentina del<br />
tardo barocco, recentemente presentata al pubblico<br />
dopo i lavori di restauro. Prima di partire per<br />
Firenze, cari turisti, armatevi di carta e penna: occorre<br />
pianificare attentamente l’agenda.<br />
FOCUs. Antonella Nesi, curatrice del Bardini, traccia un b<strong>il</strong>ancio dei primi mesi di visite<br />
<strong>Il</strong> museo è dentro la casa dell’antiquario<br />
1027252<br />
35<br />
comunicazione esterna del museo e l’apertura<br />
limitata di soli tre giorni settimanali.<br />
“Abbiamo un pubblico molto motivato ed<br />
eterogeneo dal punto di vista delle provenienze<br />
- racconta Antonella Nesi - Tra queste<br />
spiccano gli anglosassoni, con i quali lo<br />
stesso Bardini aveva instaurato un rapporto<br />
priv<strong>il</strong>egiato”. In cantiere, oltre al crocefisso<br />
giottesco che già si può ammirare adagiato<br />
sotto <strong>il</strong> bisturi dei restauratori, vi è l’apertura<br />
di tre sale del pianterreno pronte ad ospitare<br />
piccole mostre. Presto sarà visitab<strong>il</strong>e la<br />
Collezione Corsi, costituita da dipinti inediti<br />
realizzati tra <strong>il</strong> ‘300 e <strong>il</strong> ‘700. /A.C.<br />
1093437
L’INTERVIsTA. Dal caso Mutu al suo contratto, passando per gli ultimi rinforzi: parla Pantaleo Corvino<br />
“Stiamo piantando gli alberelli per <strong>il</strong> futuro”<br />
La sua “fi losofi a” è ormai chiara: pensare all’oggi guardando al domani. E proprio in quest’ottica va letta la scelta<br />
di puntare su promesse come Ljajic, Keirrison e Seferovic, su cui molti club europei avevano messo gli occhi.<br />
“Vogliamo cambiare la cultura italiana secondo cui i 21enni sono troppo giovani per giocare in prima squadra”<br />
Cristina Guerri<br />
Non è <strong>il</strong> Mago S<strong>il</strong>van, è semplicemente Pantaleo<br />
Corvino. <strong>Il</strong> diesse viola, anche in quest’ultima<br />
sessione di mercato, ha sorpreso tutti consegnando<br />
a Prandelli giocatori di primissima fascia,<br />
giovani promesse su cui avevano messo gli occhi diversi<br />
club europei. <strong>Il</strong> lavoro, anche questa volta, non è stato fac<strong>il</strong>e<br />
per lui, sopratutto dopo l’esplosione della “bomba” del caso<br />
Mutu, trovato positivo alla subutramina. Giusto, alla fine dei<br />
giochi, fare quindi un punto con <strong>il</strong> diretto interessato.<br />
Direttore, da cosa deriva <strong>il</strong> cambio generazionale voluto<br />
in questa sessione di mercato?<br />
Con i cinque nuovi arrivi, ovvero Felipe, Bolatti, Ljajic,<br />
Keirrison e Seferovic, abbiamo deciso di pensare al presente,<br />
ma anche al futuro. Vogliamo cambiare la cultura italiana<br />
secondo cui i ventunenni sono troppo giovani per giocare in<br />
prima squadra. Keirrison, ad esempio, lo conosco da anni,<br />
spero che possa ripetere da noi quello che ha fatto in Bras<strong>il</strong>e.<br />
E’ un calciatore con potenzialità importantissime, rientra in<br />
una politica di ricambio generazionale della Fiorentina, un<br />
nuovo ciclo.<br />
Che mercato è stato quello della Fiorentina?<br />
Credetemi, <strong>il</strong> mercato per me è stato in salita, ho dovuto cercare<br />
di arrivare a quelle che sono state le acquisizioni in entrata<br />
sostenendole con le cessioni. Se ho sbagliato qualcosa,<br />
spero di averlo fatto <strong>il</strong> meno possib<strong>il</strong>e, ma ho cercato di fare<br />
<strong>il</strong> meglio per la Fiorentina.<br />
Uno degli ultimi arrivati, Seferovic, era nel mirino dei<br />
grandi club europei...<br />
E’ stato giudicato <strong>il</strong> miglior giocatore nel Mondiale Under<br />
17 vinto con la Svizzera. Stiamo piantando gli alberelli per<br />
<strong>il</strong> futuro. Qualcuno, forse, si perderà per strada, ma noi vogliamo<br />
questo per <strong>il</strong> futuro della Fiorentina. Seferovic, come<br />
Babacar, farà parte con Di Tacchio, Agyei e Carraro, della<br />
rosa della prima squadra. Sono 22 giocatori più i giovani.<br />
Cosa ne pensa del caso-Mutu?<br />
Siamo tutti turbati: io, la società, la squadra, Prandelli e la<br />
sua famiglia. E’ stato un errore stupido. Mutu ha fatto una<br />
banalità. E’ un bambino di 31 anni. Non me ne voglia Adrian,<br />
ma è così. Un professionista di quell’età non può commettere<br />
certi errori, nemmeno in buona fede.<br />
<strong>Il</strong> giorno prima della chiusura del mercato stava per mettere<br />
a segno un colpo da 10 e lode...<br />
Su Cassano mi sono già espresso, a 12 anni l’ho portato a<br />
Casarano, ma non mi sono mai vantato di questo. So quello<br />
che pensa di me e viceversa. Prandelli lo conosceva con i<br />
suoi pregi e difetti. Ci poteva essere bisogno di calciatori importanti,<br />
ma noi in questo ruolo abbiamo un giocatore d’eccellenza<br />
come Jovetic. Cassano è stato un momento, un’idea<br />
per risolvere dei problemi, ma forse proprio perché era intel-<br />
Pantaleo Corvino<br />
ligente non si è fatta.<br />
A quando <strong>il</strong> rinnovo suo e di Prandelli?<br />
Io e Cesare siamo legati alla Fiorentina non solo contrattualmente.<br />
Continueremo a lavorare per cercare di riuscire ad arrivare<br />
davanti alle grandi squadre: se ci riusciremo, vorrà dire<br />
che avremo fatto un bel lavoro.
sport<br />
MERCATO. Cinque acquisti e due (dolorosi) addii: <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio della sessione invernale<br />
<strong>Il</strong> progetto Fiorentina? Riparte dai giovani<br />
Cristina Guerri<br />
Fiorentina regina del mercato.<br />
È questo <strong>il</strong> giudizio<br />
unanime di molti esperti<br />
del settore. Anche nella<br />
sessione invernale, Pantaleo Corvino<br />
si è rimboccato le maniche<br />
cercando - anche nei momenti<br />
di grande difficoltà (vedi <strong>il</strong> caso<br />
Mutu) - di tirare fuori <strong>il</strong> coniglio<br />
dal c<strong>il</strong>indro. E <strong>il</strong> colpo, in questo<br />
senso, <strong>il</strong> diesse viola l’avrebbe<br />
pure messo a segno con Cassano,<br />
prima che <strong>il</strong> barese si rimangiasse<br />
l’accordo con un comunicato.<br />
Nessun problema, l’alternativa a<br />
Guardando le carte d’identità dei nuovi<br />
arrivi, sembra che la società abbia voluto<br />
chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo<br />
Keirrison de Souza Carneiro<br />
Fantantonio Corvino l’aveva già<br />
in tasca: Kerirrison, uno dei miglior<br />
attaccanti prodotti dal Bras<strong>il</strong>e<br />
negli ultimi anni, tanto che <strong>il</strong><br />
Barcellona l’aveva strappato alla<br />
concorrenza per ben 18 m<strong>il</strong>ioni<br />
di euro. Keirrison, classe 1988,<br />
fa parte, insieme a Felipe, Bolatti,<br />
Ljajic e Seferovic, del progetto<br />
Fiorentina. Quello dei giovani.<br />
Guardando le carte d’identità dei<br />
nuovi acquisti, infatti, si ha la<br />
netta impressione che la società<br />
abbia voluto chiudere un ciclo<br />
per aprirne uno nuovo. Felipe, <strong>il</strong><br />
primo acquisto di gennaio, nonostante<br />
i suoi 25 anni, può contare<br />
su otto anni di esperienza in Serie<br />
A con la maglia dell’Udinese. La<br />
caccia al centrocampista si è conclusa<br />
con l’arrivo di Bolatti. “El<br />
Gringo” - così <strong>il</strong> giocatore viene<br />
chiamato per la sua chioma bionda<br />
- compie 25 anni <strong>il</strong> 17 febbraio,<br />
e vanta nel suo curriculum <strong>il</strong><br />
gol qualificazione della nazionale<br />
argentina ai prossimi Mondiali<br />
in Sudafrica. Ljajic (classe ‘91),<br />
può essere definito la vera c<strong>il</strong>iegina<br />
sulla torta. Proveniente dal<br />
Partizan, la stessa squadra di Jovetic,<br />
Ljajic è soprannominato <strong>il</strong><br />
“Kakà serbo”, e a detta degli intenditori<br />
<strong>il</strong> ragazzo può crescere<br />
ad altissimi livelli. Ma, come ha<br />
spiegato Corvino, gli acquisti in<br />
casa viola determinano sempre<br />
delle cessioni. Con l’arrivo di Felipe,<br />
la rosa contava ben cinque<br />
difensori centrali. Troppi, tanto<br />
che a fare le valigie è stato Dario<br />
Dainelli, capitano della squadra<br />
dal 2004. L’ultimo addio, forse <strong>il</strong><br />
più doloroso, è quello di Martin<br />
Jorgensen. Amatissimo dalla curva<br />
Fiesole, <strong>il</strong> danese ha lasciato<br />
Firenze dopo sei anni di batta-<br />
TENDENZE<br />
Basta andare su Facebook, <strong>il</strong><br />
social network più popolare<br />
del globo, per essere sempre aggiornati<br />
su qualunque cosa: dalla<br />
politica al cinema e fino allo sport.<br />
Stessa cosa vale per la Fiorentina.<br />
Ricordate, ad esempio, la splendida<br />
vittoria di Liverpool? Allora<br />
iscrivetevi al gruppo “Io godo,<br />
tu godi, egli gode. Che tempo è?<br />
<strong>Il</strong> secondo tempo di Liverpool-<br />
Fiorentina”. Tanti, poi, i gruppi<br />
dedicati a G<strong>il</strong>ardino. Da “G<strong>il</strong>ardino<br />
mano de dios”, con chiaro riferimento<br />
a quel gol “manesco” di<br />
Palermo-Fiorentina, a “quelli che<br />
amano sentire suonare <strong>il</strong> violino di<br />
G<strong>il</strong>ardino”. <strong>Il</strong> più “cliccato” rimane<br />
Adrian Mutu: tante le pagine<br />
dedicate al Fenomeno, da quelle<br />
che preferiscono soffermarsi sul<br />
suo aspetto fisico - abbastanza<br />
gradito dalle utenti femmin<strong>il</strong>i - a<br />
quelle sulle sue gesta dentro e<br />
fuori dal campo. Anche Jovetic è<br />
glie per tornare nel suo Paese,<br />
all’Aarhus, club dove è cresciuto<br />
calcisticamente e dove spera, con<br />
le sue prestazioni, di ritrovare la<br />
maglia della Nazionale danese<br />
per affrontare quello che sarebbe<br />
<strong>il</strong> suo terzo Mondiale.<br />
Tanti i “gruppi” dedicati a squadra e giocatori<br />
E i tifosi scelgono i social network<br />
37<br />
entrato subito nel cuore dei tifosi<br />
viola, per i suoi riccioli mori e i<br />
suoi colpi da campione. Volete sapere,<br />
invece quale sarà <strong>il</strong> tridente<br />
del terzo scudetto? Babacar, Jovetic<br />
e Ljajic! Così <strong>il</strong> recita <strong>il</strong> gruppo<br />
nato subito dopo l’arrivo del giovane<br />
talento serbo, soprannominato<br />
<strong>il</strong> nuovo Kakà. Un terzetto<br />
che, se manterrà i buoni propositi,<br />
farà sognare per tanti anni <strong>il</strong><br />
popolo viola. E cosa ne pensate<br />
della Cittadella viola? Andate sulla<br />
bacheca del gruppo “Vogliamo<br />
la Cittadella viola” e ne saprete<br />
senz’altro di più. Per <strong>il</strong> tifoso viola<br />
non c’è mai pace: ecco perché<br />
“Gli è sempre un patire” è così<br />
tanto apprezzato. E che dire della<br />
polemica nata dopo che la Rai non<br />
ha trasmesso neanche un match di<br />
Champions League della Fiorentina?<br />
Decine sono i gruppi che propongono<br />
“rivincite” nei confronti<br />
della televisione statale. /C.G.<br />
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38 Febbraio 2010<br />
L’INTERVIsTA. David Mars<strong>il</strong>i, 28enne fiorentino, da anni pratica sport come “downh<strong>il</strong>l” e “bodyboard”<br />
In città? Ci vorrebbe uno skatepark…<br />
Carlo Marrone<br />
All’ombra dell’Artemio Franchi<br />
e nelle periferie della<br />
nostra città, ci sono tanti ragazzi<br />
che praticano discipline<br />
delle quali nessuno parla mai. Non<br />
se ne parla, perché non “fanno notizia”.<br />
Perché non appartengono a società<br />
sportive, non gareggiano in competizioni<br />
ufficiali. Perché le loro discipline<br />
non sono conosciute, non hanno seguito.<br />
Ma se nessuno ne parla, come si<br />
fa a conoscere l’aggressive inline? Per<br />
spezzare questo circolo vizioso, ecco<br />
un’intervista che, per la prima volta,<br />
cerca di testimoniare la passione di un<br />
ventottenne fiorentino, David Mars<strong>il</strong>i,<br />
che da anni pratica skate, downh<strong>il</strong>l,<br />
aggressive inline, bodyboard e tutta<br />
una serie di sport (a base di equ<strong>il</strong>ibrio<br />
e adrenalina) dei quali nessuno parla<br />
mai.<br />
Com’è iniziata la sua passione per<br />
questi sport “alternativi”?<br />
Questa mia passione è iniziata a 13<br />
anni, quando mia madre mi ha regalato<br />
la prima tavola da bodyboard (sorride,<br />
ndr): me la regalò perché non mi piacevano<br />
sport come <strong>il</strong> calcio o <strong>il</strong> tennis.<br />
Da allora non ho più smesso.<br />
Cos’è <strong>il</strong> bodyboard?<br />
È una disciplina sim<strong>il</strong>e al surf, con la<br />
differenza che non si pratica in piedi,<br />
ma con <strong>il</strong> corpo sulla tavola. Questo è<br />
<strong>il</strong> primo amore, ma dopo…<br />
Dopo?<br />
Dopo mi sono cimentato in una serie<br />
1080537<br />
Saltare, scivolare e scendere discese ad alta velocità sono alcuni degli ingredienti<br />
che compongono quel mix di tecnica e adrenalina che caratterizzano l’aggressive<br />
inline. Cosa è? Leggere per capire (e per credere). Ma quella pista allo stadio...<br />
David Mars<strong>il</strong>i in “azione”<br />
di discipline in qualche maniera analoghe,<br />
ma che si svolgono sulla terraferma.<br />
Così, intorno ai 20 anni, ho iniziato<br />
a fare “aggressive inline”.<br />
Scusi l’ignoranza, ma cos’è?<br />
È una disciplina basata su evoluzioni<br />
da realizzare con i pattini in linea.<br />
Siete molti? Dove la praticate?<br />
ISTITUTO del<br />
SACRO CUORE di Firenze<br />
<strong>Via</strong>le Michelangiolo, 27 - FIRENZE<br />
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L'ISTITUTO DEL SACRO CUORE, nella sua secolare attività, nella formazione integrale<br />
degli allievi dai tre anni fino al coronamento degli studi superiori (liceo a indirizzo classico,<br />
scientifico e linguistico) persegue i seguenti obiettivi:<br />
• Educare tutta la persona mediante una solida formazione intellettuale, un'attenta coscienza critica e l'abitudine<br />
al ragionamento<br />
Sensib<strong>il</strong>izzazione ai valori umani e spirituali.<br />
• Risvegliare la capacità di selezionare, ordinare e personalizzare gli stimoli esterni per un giusto orientamento<br />
della vita, secondo la propria specifica vocazione.<br />
• Educare alla libertà, alla coerenza, alla responsab<strong>il</strong>ità.<br />
• Aiutare ciascuno a sv<strong>il</strong>uppare la propria originalità<br />
• Studio accurato delle lingue straniere a tutti i livelli.<br />
Per gli studi superiori conoscenza ed usi dei linguaggi specifici e dell'informatica.<br />
Particolare attenzione alle discipline umanistiche, scientifiche ed economico-giuridiche,<br />
• L'ambiente che si apre a tutti gli allievi è sereno e, per la sua stessa posizione naturale, assai priv<strong>il</strong>egiato.<br />
<strong>Il</strong> Convitto che si apre alle allieve dalla scuola primaria al liceo, in un ambiente sereno e<br />
fam<strong>il</strong>iare favorisce la formazione personale in un clima di fraternità e di impegno.<br />
SERVIZI<br />
Gli allievi usufruiscono delle attrezzature di cui la scuola dispone:<br />
laboratorio di informatica<br />
laboratorio di scienze e di fisica<br />
laboratorio linguistico<br />
biblioteche<br />
teatro<br />
palestra<br />
strumenti audiovisivi<br />
campi da gioco aperti anche in<br />
ore extrascolastiche<br />
servizio di trasporto e di mensa<br />
Ma soprattutto gli allievi, dai più<br />
piccoli della Scuola dell'Infanzia<br />
ai più grandi del Liceo<br />
usufruiscono della splendida<br />
posizione dell’Istituto; le loro<br />
ricreazioni si svolgono<br />
abitualmente nell’ampio parco<br />
che si offre ai giochi delle<br />
differenti età, senza alcuna<br />
preclusione.<br />
Purtroppo non siamo pochi, siamo pochissimi<br />
(si sofferma un attimo David<br />
sconsolato, ndr), in tutta la Toscana<br />
siamo circa una decina e, per quanto<br />
riguarda <strong>il</strong> dove, dipende.<br />
Da cosa?<br />
Dal livello di preparazione e da quello<br />
che vuoi fare. Personalmente frequen-<br />
sport nel quartiere<br />
tavo la pista vicino allo stadio, ma ultimamente<br />
tendo a non andarci praticamente<br />
più.<br />
Perché?<br />
Perché da un punto di vista tecnico è<br />
completamente sbagliata. Le linee, le<br />
strutture, gli angoli, le pendenze non<br />
sono funzionali né allo skate, né a<br />
discipline analoghe come l’inline. È<br />
come un campo di calcio fatto in salita!<br />
Questo, oltre a essere un limite, non<br />
aiuta la diffusione di questi sport.<br />
Pensa che con strutture più idonee la<br />
diffusione sarebbe maggiore?<br />
Indubbiamente sì, perché com’è avvenuto<br />
in altre metropoli europee, questo<br />
permetterebbe di alzare <strong>il</strong> livello tecnico<br />
e di invogliare i giovani.<br />
Cosa la spinge a continuare?<br />
Io continuo perché l’inline ti offre la<br />
possib<strong>il</strong>ità di ripensare lo spazio urbano:<br />
marciapiedi, ringhiere e discese per<br />
noi sono un “campo di gioco”. Questa<br />
è la cosa più bella: vedere la realtà con<br />
occhi diversi.<br />
Come può crescere la visib<strong>il</strong>ità di<br />
questi sport?<br />
È un circolo. Così com’è stato per <strong>il</strong><br />
surf e lo snowboard, l’unico modo per<br />
far venire voglia di praticare uno sport<br />
è pubblicizzarlo. D’altronde, si sa:<br />
l’appetito vien mangiando!<br />
CONVITTO<br />
L'Istituto del Sacro Cuore offre un ambiente sereno<br />
e fam<strong>il</strong>iare che favorisce la formazione spirituale,<br />
intellettuale, e personale di ciascuna ragazza.<br />
Ogni singola alunna è presa nella sua interezza,<br />
con i suoi talenti e le sue difficoltà, ed è guidata<br />
alla piena maturazione e crescita necessarie per la<br />
costruzione della persona, nel rispetto delle<br />
diverse personalità. Ciascuna è aiutata e<br />
sollecitata nel suo impegno scolastico perché<br />
possa mettere a frutto tutte le potenzialità.<br />
Le religiose che sono accanto alle ragazze nei vari<br />
momenti della giornata favoriscono <strong>il</strong> clima di<br />
famiglia così necessario per creare e ricreare<br />
equ<strong>il</strong>ibri in una fascia di età particolarmente<br />
diffic<strong>il</strong>e. <strong>Il</strong> convitto è aperto alle alunne della<br />
Scuola Primaria, della Scuola Media e del Liceo.<br />
PENSIONATO UNIVERSITARIO<br />
L' istituto del Sacro Cuore è lieto<br />
di offrire a un piccolo gruppo di<br />
universitarie un Pensionato dove<br />
si respiri un'atmosfera di famiglia.<br />
È appunto in questo clima che esse<br />
potranno studiare serenamente e<br />
raggiungere i traguardi della<br />
maturità umana e cristiana.
40 Febbraio 2010<br />
La nuova vita del basket fi orentino<br />
Lorenzo Mossani<br />
Cosa è nato a Firenze? Un progetto.<br />
Cosa sta rinascendo nel capoluogo<br />
toscano? <strong>Il</strong> basket. Dopo aver sfiorato<br />
con L’Everlast di Bastagli la serie A<br />
qualche stagione fa, esattamente a mezzogiorno<br />
di un giorno di fine luglio 2008, <strong>il</strong> basket sembrava<br />
scomparso dalla nostra città. Niente di più<br />
falso grazie al coraggio di Luca Borsetti, dello<br />
sponsor Mabo, sempre vicino alla pallacanestro<br />
toscana, e grazie anche alla passione di tanti fiorentini.<br />
Insomma, nella passata stagione, con un<br />
budget limitato e con un solo mese di tempo per<br />
costruire un roaster competitivo, è stato vicino<br />
<strong>il</strong> miracolo della salvezza in Serie A D<strong>il</strong>ettanti,<br />
salvando comunque <strong>il</strong> titolo sportivo. Dalla<br />
stagione 2009-10, la società ha cambiato la denominazione<br />
sociale, da “Pool Firenze Basket<br />
A.S.D.” a “A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze”,<br />
recuperando, così, un nome caro a tutti gli<br />
appassionati del basket fiorentino. <strong>Il</strong> “Progetto<br />
Basket” della città di Firenze si è ormai concretizzato,<br />
e costituirà <strong>il</strong> nuovo punto di riferimento<br />
per <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio della pallacanestro nell’area fiorentina<br />
con <strong>il</strong> concorso di quasi tutte le società<br />
gigliate. A raccontare la nuova avventura è lo<br />
stesso presidente Luca Borsetti: “E’ veramente<br />
uno splendido inizio tra le società di Firenze.<br />
Non so spiegarmi nemmeno io cosa sia successo,<br />
so solo che ora collaboriamo da amici, non<br />
da ‘conoscenti’. Abbiamo abbattuto <strong>il</strong> muro dei<br />
nostri piccoli ‘giardinetti’. Non è un piccolo passo,<br />
ma è semplicemente <strong>il</strong> futuro”.<br />
Pensa che a Firenze sia possib<strong>il</strong>e, per sport<br />
che non siano <strong>il</strong> calcio, sbocciare nuovamente?<br />
Certo. I fiorentini vogliono primeggiare con una<br />
società consolidata negli anni e capace di ambire<br />
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IL PROGETTO. La società ha cambiato nome: da Pool Firenze Basket A.S.D. a A.S.D. Nuova Pallacanestro Firenze<br />
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RUGBY. Continua la stagione del Giunti Firenze. Con una novità fuori dal campo<br />
Tanta voglia di vincere (e anche un calendario)<br />
Un posto in classifica da difendere con la<br />
grinta e <strong>il</strong> paradenti e, semmai, da migliorare:<br />
questo si augura la squadra del Giunti Firenze<br />
Rugby dal finale di stagione 2009/2010.<br />
Un fine e inizio anno caratterizzato dai rinvii<br />
delle partite a causa del maltempo ha permesso<br />
delle vacanze un po’ più lunghe ai giocatori:<br />
<strong>il</strong> capitano Marcelo Segundo è per esempio<br />
tornato nella sua Argentina, ma non per questo<br />
la concentrazione è diminuita, tutt’altro.<br />
La voglia di vincere è rimasta la solita dello<br />
scorso 13 dicembre, quando <strong>il</strong> Livorno uscì dal<br />
Padovani con cinque mete al passivo (record<br />
stagionale eguagliato). <strong>Il</strong> campionato continua<br />
GRATE DI<br />
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DA OGGI CI TROVI IN<br />
a traguardi importanti, ma ricordo quando <strong>il</strong> Palazzetto dello Sport era pieno<br />
grazie alla Neutro Roberts e alle magie di J.J Anderson.<br />
Volete tornare a quei livelli?<br />
Sì, ma non c’è fretta, prima creiamo le basi, poi aspettiamo la fine della crisi per<br />
avere uno sponsor capace di investimenti importanti.<br />
Quali sono gli obiettivi stagionali?<br />
Non dobbiamo retrocedere assolutamente, vogliamo rientrare nei play-off.<br />
Un fiore all’occhiello?<br />
<strong>Il</strong> settore giovan<strong>il</strong>e. I più grandi sono <strong>il</strong> frutto di una sinergia con le altre società,<br />
una sorta di rappresentativa fiorentina, con loro siamo competitivi a livello<br />
nazionale. Poi c’è <strong>il</strong> Pino Dragons per i più piccoli, da sempre protagonista del<br />
basket nella nostra città.<br />
L’unica nota stonata sono stati i cori razzisti nei confronti del vostro giocatore<br />
di colore Andrew Rath nella partita contro Empoli?<br />
Sì, un episodio spiacevole, anche se ritengo che la società dell’Use Empoli non<br />
c’entri nulla con quell’episodio, così come <strong>il</strong> pubblico empolese che è sempre<br />
stato corretto. Rimane comunque un gesto assolutamente da condannare: anche<br />
perché esiste uno sport così multietnico come <strong>il</strong> basket? Credo di no.<br />
ad avere un andamento alquanto insolito, la<br />
prima in classifica dista “soltanto” sei punti e<br />
in più <strong>il</strong> Firenze ha una partita da recuperare,<br />
e due degli scontri diretti saranno giocati tra le<br />
mura dello stadio amico. La squadra, rispetto<br />
all’inizio del campionato, è cresciuta notevolmente,<br />
e molti dei giovani del vivaio stanno<br />
cominciando a far vedere di che pasta sono fatti.<br />
L’entusiasmo della città verso i giocatori del<br />
Giunti cresce di mese in mese, e sicuramente <strong>il</strong><br />
calendario che ritrae i giovani dell’Under20 in<br />
abbigliamento da gioco non potrà che rendere<br />
<strong>ancora</strong> più popolari questi ragazzi dall’animo<br />
nob<strong>il</strong>e e sensib<strong>il</strong>e.<br />
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PERsONAGGI. L’atleta italo-inglese che si è reinventata ballerina e attrice<br />
Fiona ha fatto 40 (senza sentirli)<br />
Simone Spadaro<br />
Poco prima di Natale Fiona<br />
May ha festeggiato 40 anni.<br />
Un’età importante, soprattutto<br />
per una donna che ha<br />
già vissuto due vite: prima atleta di<br />
divina bravura, capace di vincere,<br />
nel salto in lungo, due ori mondiali<br />
(Goteborg 1995 ed Edmonton 2001)<br />
e due argenti olimpici (Atlanta 1996<br />
e Sidney 2000), poi ballerina a “Ballando<br />
con le stelle”, testimonial pubblicitaria<br />
e ora attrice di successo.<br />
“Mi piace rischiare, vivo la vita al<br />
100% e fino a ora mi è andato tutto<br />
bene. Non mi sento 40 anni – confessa<br />
Fiona – sono convinta di averne<br />
almeno dieci in meno. Ho due figlie<br />
meravigliose (Larissa, nata nel 2002,<br />
e Anastasia, di soli 8 mesi, ndr) e se<br />
Dio mi ha dato questo corpo non posso<br />
che ringraziarlo. Sono riuscita a<br />
fare l’atleta ad alti livelli con grandi<br />
sacrifici e poi ho avuto l’occasione di<br />
fare altro nel mondo dello spettacolo.<br />
Sono contenta di ciò che ho fatto e<br />
spero di continuare, con grande impegno,<br />
anche in questa nuova avventura”.<br />
Moglie del fiorentino Gianni<br />
Iapichino, astista e lunghista, Fiona<br />
vive in campagna nel comune di Calenzano,<br />
si era laureata in Economia<br />
all’Università di Leeds e, oltre al salto<br />
in lungo - sua specialità preferita - in<br />
passato la May ha ottenuto buoni risultati<br />
anche nel triplo (detiene <strong>il</strong> primato<br />
italiano). Ma <strong>il</strong> suo più grande<br />
dispiacere non risale ad Atene 2004<br />
quando, alla terza Olimpiade, non<br />
Fiona May<br />
raggiunse la fase finale: “Forse, l’unico<br />
vero rimpianto è l’aver perso l’oro<br />
olimpico ad Atlanta 1996. Ho sempre<br />
dato tutto quando avevo di fronte una<br />
competizione di grande importanza<br />
e, in quell’occasione, avevo veramente<br />
dato <strong>il</strong> massimo, ma la gara fu vinta<br />
dalla nigeriana Chioma Ajunwa, atleta<br />
che era stata coinvolta anche in un<br />
caso di doping. Ci rimasi male. Ero<br />
molto triste, ma poi anche mia madre<br />
e tutti coloro che mi vogliono bene<br />
mi hanno aiutato e mi hanno dato<br />
tanta forza per continuare. Del resto<br />
– prosegue Fiona May – la nigeriana<br />
è stata una meteora. Nessuno se la<br />
L’APPUNTAMENTO. Arriva <strong>il</strong> campionato nazionale di A1 e A2<br />
La grande ginnastica al Mandela<br />
La grande ginnastica quest’anno<br />
parte da Firenze, e più precisamente<br />
dal Mandela Forum, la struttura<br />
che <strong>il</strong> 20 febbraio ospita la prima<br />
prova del Campionato Nazionale di<br />
serie A1 e A2 di ginnastica artistica<br />
masch<strong>il</strong>e e femmin<strong>il</strong>e. L’onore di organizzare<br />
la competizione d’apertura<br />
del 2010 spetta alla società Centro<br />
Ginnastica Firenze A.S.D. di Sorgane,<br />
che da oltre 35 anni opera nel<br />
campo della ginnastica artistica masch<strong>il</strong>e,<br />
femmin<strong>il</strong>e e ritmica. Avvio<br />
dell’evento già da venerdì 19 febbraio,<br />
con le prove libere previste per <strong>il</strong><br />
primo pomeriggio: poi, dalle 12.30<br />
di sabato 20, via alle prove guidate<br />
della serie A2 – con uomini e donne<br />
che lavoreranno in contemporanea –<br />
ed inizio gara alle 14.30. Dalle 17.30,<br />
prove anche per la serie A1 – sempre<br />
con ginnasti e ginnaste in contemporanea<br />
– e gran finale con la massima<br />
competizione federale a squadre, che<br />
comincerà alle 19.30. Numerosi i<br />
“big” che calcheranno la pedana di<br />
Firenze, che ritrova una competizione<br />
di serie A dopo cinque anni: solo<br />
per fare un paio di nomi, tra le ragazze<br />
grande attesa per la campionessa<br />
del mondo 2006 e d’Europa 2007 nel<br />
concorso generale Vanessa Ferrari, in<br />
forza alla Brixia Brescia, società che<br />
vanta ben 10 titoli italiani; tra gli uo-<br />
Igor Cassina<br />
mini, per <strong>il</strong> campione olimpico alla<br />
sbarra di Atene 2004 Igor Cassina,<br />
della società lombarda Ginnastica<br />
Meda. Saranno inoltre presenti in serie<br />
A1 le società Artistica’81 Trieste,<br />
che ha già espresso le ginnaste olimpiche<br />
di Pechino Francesca Benolli e<br />
Federica Macrì, la Gal Lissone (M<strong>il</strong>ano)<br />
e la neopromossa società pugliese<br />
La Rosa Brindisi. Anche due<br />
toscane in gara: la Società Ginnastica<br />
Livornese – in serie A1 masch<strong>il</strong>e – e<br />
la A.D. Polisportiva Casellina (Scandicci),<br />
in A2 femmin<strong>il</strong>e. Appuntamento<br />
dunque al 20 febbraio per una<br />
giornata di spettacolari evoluzioni,<br />
in compagnia delle stelle della ginnastica<br />
italiana.<br />
/L.M.<br />
ricorda più. Io ho continuato a lavorare<br />
con tranqu<strong>il</strong>lità e determinazione.<br />
L’anno dopo ho vinto i mondiali<br />
indoor a Parigi, poi gli europei indoor<br />
a Valencia, l’argento ai mondiali di<br />
Siviglia e l’argento ai Giochi di Sidney”.<br />
Molto determinata sulle piste,<br />
Fiona May ha fatto da caposcuola per<br />
tutta una generazione di atlete che<br />
hanno dato grandi soddisfazioni allo<br />
sport azzurro. “Forse è vero che noi<br />
donne abbiamo una marcia in più.<br />
Forse siamo più um<strong>il</strong>i – conclude l’ex<br />
lunghista – ma anche più ‘cattive’ nel<br />
momento in cui ci troviamo di fronte<br />
ad una competizione”.<br />
IL PROGRAMMA. Dal frisbee agli Harlem Globtrotters<br />
Un anno di eventi in città:<br />
anche i Mondiali di volley<br />
Un anno di grandi eventi per Firenze<br />
che, proprio nel 2010,<br />
cerca di darsi una “scrollata” per donare<br />
visib<strong>il</strong>ità a tante altre discipline,<br />
oltre <strong>il</strong> calcio e oltre la Fiorentina,<br />
che domina - non essendoci una seconda<br />
squadra in grado di scaldare i<br />
cuori dei fiorentini - la scena sportiva<br />
della città. Ma lo sport è di tutti i<br />
cittadini ed ecco che, allora, in questo<br />
anno potremo vedere i mondiali Under<br />
23 di Frisbee tra l’ippodromo del<br />
Visarno lo stadio Ridolfi dal 18 al 25<br />
luglio: sfide spettacolari tra fenomeni<br />
del disco che vola. Molti potranno<br />
obiettare che non si tratta di un vero<br />
e proprio sport, ma questo è, sicuramente,<br />
l’evento più curioso del 2010.<br />
In febbraio fanno tappa a Firenze, al<br />
Mandela Forum, i campionati italiani<br />
di ginnastica artistica, mentre una<br />
Omaggio a<br />
Gino Bartali<br />
con <strong>il</strong> Giro<br />
della Toscana<br />
straordinaria rassegna di danza è in<br />
calendario tra marzo e apr<strong>il</strong>e. Molto<br />
attesa la prevista esibizione (a maggio),<br />
al Mandela Forum, degli spettacolari<br />
Harlem Globetrotters: basket<br />
spettacolo che in città manca da anni.<br />
Sempre a maggio, sabato 15, Firenze<br />
sarà <strong>ancora</strong> una volta invasa dalle<br />
splendide vetture d’epoca che partecipano<br />
alla M<strong>il</strong>le Miglia. <strong>Il</strong> 29 maggio<br />
<strong>Il</strong> fresbee<br />
41<br />
partirà, <strong>ancora</strong> da Firenze, la 100 km<br />
del Passatore. A settembre saranno<br />
in programma i Mondiali di pallavolo,<br />
con Firenze che sarà sede di sei<br />
incontri, tutti di alto livello: quarti e<br />
semifinali. <strong>Il</strong> prossimo Giro della Toscana<br />
di ciclismo, invece, cambia data<br />
e percorso per omaggiare Gino Bartali.<br />
La gara per professionisti, gara<br />
premondiale, si svolgerà <strong>il</strong> 19 settembre<br />
con partenza da Prato, passaggio<br />
da Firenze e in particolare da Ponte a<br />
Ema, in occasione del decennale della<br />
morte di “Ginettaccio”, per concludersi<br />
poi ad Arezzo. <strong>Il</strong> 28 novembre la<br />
Maratona e poi, sotto Natale, <strong>il</strong> classico<br />
appuntamento di golf col Ponte<br />
Vecchio Challenge Approach. Senza<br />
parlare dei vari campionati di pallanuoto,<br />
rugby, basket, football americano<br />
e volley: insomma, ce n’è per<br />
tutti i gusti per poter assaporare sport<br />
di livello ed eventi curiosi non sempre<br />
fac<strong>il</strong>i da vedere. /Sim.Spa.<br />
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1093143
Concerti<br />
All in<br />
18 febbraio 2010<br />
Casa della Creatività<br />
Provenienti dai luoghi più diversi della terra<br />
(Rifredi, Scandicci e Tokyo) ma ritrovatisi a<br />
Novoli, questo quartetto di belle speranze<br />
punta tutto su di sè decidendo di giocare a<br />
carte scoperte. Questa la formazione: Zana<br />
(mc), Narchetti (mc/beatmaker) e Frammento<br />
(mc/beatmaker) a cui si aggiunge,<br />
per le prove dal vivo, <strong>il</strong> giovane dj Fumo,<br />
tecnico del suono dalle dita svelte. Provenienti<br />
da diverse esperienze singole molto<br />
eterogenee fra loro (probab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> punto<br />
di forza del gruppo, a parere di chi scrive)<br />
decidono di unire le forze <strong>il</strong> 28 novembre<br />
2007, trovandosi accumunati da un sim<strong>il</strong>e<br />
pensiero.<br />
Roberto Vecchioni<br />
20 Febbraio 2010<br />
saschall<br />
<strong>Il</strong> 20 Febbraio 2010 prende <strong>il</strong> via dal Saschall<br />
di Firenze <strong>il</strong> viaggio musicale di Roberto<br />
Vecchioni che proporrà dal vivo i brani<br />
tratti dal suo nuovo lavoro discografi co,<br />
In-Cantus. Nell’arco di un mese <strong>il</strong> tour toccherà<br />
dieci fra le principali città italiane, fra<br />
le quali Roma, <strong>il</strong> 22 Febbraio al Teatro Sistina,<br />
Palermo, <strong>il</strong> 1° Marzo al Teatro Golden,<br />
M<strong>il</strong>ano, <strong>il</strong> 13 Marzo al Conservatorio, Torino,<br />
<strong>il</strong> 20 Marzo al Teatro Colosseo. L’album<br />
In-Cantus, uscito <strong>il</strong> 30 ottobre scorso su<br />
etichetta Universal, ha origine da un breve<br />
e coraggioso tour natalizio, di sole 4 repliche,<br />
effettuato nell’inverno 2008 in luoghi<br />
sacri, come Chiese e Cattedrali. <strong>Il</strong> successo<br />
dell’iniziativa ha poi suggerito l’opportunità<br />
di proseguire con altri concerti per registrare<br />
un cd e proporre ad un pubblico <strong>ancora</strong><br />
più vasto un progetto di innegab<strong>il</strong>e spessore<br />
artistico fra poesia e musica. Biglietti da<br />
35 a 25 euro.<br />
Primiera<br />
25 febbraio<br />
Casa della creatività<br />
Linkz e Tiezzo (mcs) assieme a Charlie<br />
Dak<strong>il</strong>o (mc/producer) e al satellite affi liato<br />
Ninja (mc/writer), da sempre orbitante<br />
nello stesso campo gravitazionale. Qualcuno<br />
ha iniziato scrivendo rime al liceo,<br />
qualcuno col writing, qualcuno col progetto<br />
White Socks (“ci chiamavano cosi’ per<br />
via del calzino sul microfono, lo usavamo<br />
come fi ltro”). “E’ stato un effetto domino di<br />
situazioni e di universi a farci incontrare”<br />
sostiene <strong>il</strong> quartetto del Campo di Marte.<br />
Nel mezzo, tra gli esordi e la pubblicazione<br />
del primo lavoro “Unshittable”, c’è l’hip hop<br />
ma anche la dnb, la formazione della prima<br />
Numa Crew, la partecipazione al contest<br />
capitolino Da Bomb nel 2008 e un numero<br />
imprecisato di serate in giro.<br />
Morgan<br />
26 Febbraio 2010<br />
saschall<br />
Morgan è certamente uno dei cantautori,<br />
interpreti e musicisti di maggior talento<br />
sulla scena nazionale. Le sue indubbie<br />
doti artistiche e creative si uniscono a<br />
una straordinaria versat<strong>il</strong>ità, a uno spirito<br />
di indipendenza e a una cultura (non solo)<br />
musicale decisamente fuori dal comune.<br />
Morgan attribuisce un profondo valore<br />
culturale alla musica. Anche in questo<br />
concerto fi orentino per piano solo, l’artista<br />
monzese mette in atto, e a disposizione del<br />
suo pubblico, un attento lavoro di ricerca e<br />
approfondimento della canzone italiana del<br />
periodo fi ne anni 50 e inizio anni 60. Morgan<br />
si appropria, rielaborandoli, di brani di<br />
grande spessore che varcano i confi ni del<br />
nostro paese e che acquistano sapori internazionali.<br />
Da Endrigo a Modugno, da Paoli a<br />
Bindi, da Ciampi a Tenco, da De Andrè a…<br />
Marco Castoldi, al Teatro Saschall di Firenze<br />
<strong>il</strong> 26 febbraio, ore 21.00 un omaggio ai<br />
grandi cantautori italiani. Biglietti da 26 a<br />
17, 50 euro.<br />
Teatro<br />
L’ebreo<br />
dal 16 al 21 febbraio<br />
Teatro della Pergola<br />
Apologia della meschinità umana, L’ebreo è<br />
la storia di una coppia travolta da un evento<br />
tanto temuto quanto atteso. Quando negli<br />
anni ‘40, in seguito alle leggi sulla discriminazione<br />
razziale, molti ebrei in fuga dalle<br />
città o dall’Italia abbandonavano le loro<br />
case e i loro beni, per metterle al riparo dai<br />
possib<strong>il</strong>i espropri intestavano le proprietà a<br />
dei prestanome di razza ariana, con l’accordo<br />
di rientrarne in possesso. Questo è<br />
quanto accade ai coniugi Consalvi, diventati<br />
i proprietari di un bell’appartamento nel<br />
centro di Roma, ma <strong>il</strong> ritorno del proprietario<br />
ebreo dopo 13 sconvolge la loro vita<br />
agiata.<br />
Promemoria<br />
Quindici anni di storia d’Italia<br />
ai confi ni della realtà<br />
17 febbraio<br />
Teatro Puccini<br />
“La prima Repubblica muore affogata nelle<br />
tangenti, la seconda esce dal sangue delle<br />
stragi, ma nessuno ricorda più niente. La<br />
storia è maestra ma nessuno impara mai<br />
niente. Avanti <strong>il</strong> prossimo: se non vi sono<br />
bastati Andreotti, Craxi e Berlusconi, ora<br />
magari arrivano Lele Mora e Flavio Briatore”.<br />
Marco Travaglio<br />
Up<br />
dal 19 al 21 Febbraio<br />
Teatro Puccini<br />
Up è un opera che trae ispirazione dalla<br />
montagna e dai suoi paesaggi boschivi. È<br />
un occasione di rifl essione sul rapporto tra<br />
uomo e natura, vista sia nella dimensione<br />
umana di sfi da, sia in quella ancestrale dell<br />
incanto di creature e paesaggi. <strong>Il</strong> tutto reinterpretando<br />
la montagna con i suoi pericoli<br />
e i suoi più impenetrab<strong>il</strong>i misteri, con la natura<br />
così compiuta nella sua meravigliosa<br />
perfezione e con quella vaga percezione di<br />
eternità che si eleva al di sopra dell’umano<br />
sentire. La montagna è un entità fi sica, imponente<br />
e massiccia. Per non perdersi nella<br />
sua immensità, non resta che scomporla<br />
e strutturare lo spettacolo in quadri. Ogni<br />
quadro frammenta, dettaglia e interpreta<br />
un aspetto della montagna per poi ricomporla<br />
in un tutto. Essenziale e dinamico.<br />
ditegli sempre di sì<br />
dal 23 al 28 febbraio<br />
Teatro della Pergola<br />
Geppy Gleijeses, allievo pred<strong>il</strong>etto di Eduardo,<br />
interpreta e dirige Ditegli sempre di sì,<br />
accanto a lui <strong>il</strong> fi glio Lorenzo (Luigi Strada)<br />
vincitore del premio UBU nel 2006 quale<br />
“migliore nuovo attore”. Nel ruolo che fu<br />
di Titina, un attore dutt<strong>il</strong>e e meraviglioso<br />
come Gennaro Cannavacciuolo, già protagonista<br />
con Geppy Gleijeses in Le Cinque<br />
rose di Jennifer di Annibale Ruccello e in<br />
Ragazze sole con qualche esperienza di<br />
Enzo Moscato. Insieme a loro un grande<br />
cast di quindici elementi. Lo spettacolo ha<br />
debuttato al Festival di Napoli nel giugno<br />
2008 e alla sua seconda stagione di repliche<br />
continua a collezionare successi sulle<br />
piazze italiane. Ditegli sempre di si è uno<br />
dei più importanti titoli della drammaturgia<br />
edoardiana.<br />
Vacanze forzate<br />
sala Le Fiabe<br />
6-7-13-14 Marzo 2010<br />
In arrivo la commedia br<strong>il</strong>lante in tre atti<br />
scritta da Antonella Zucchini, con la regia<br />
di Loris Costantini.<br />
Mostre<br />
Gerhard Richter<br />
e la dissolvenza<br />
dell’immagine nell’arte<br />
dal 20 febbraio al 24 apr<strong>il</strong>e 2010<br />
CCCs strozzina – Palazzo strozzi<br />
Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle<br />
di Amburgo, l’esposizione mette a<br />
confronto <strong>il</strong> lavoro di Gerhard Richter, uno<br />
dei più importanti artisti della seconda<br />
metà del Novecento, con quello di sette<br />
artisti contemporanei, legati da una profonda<br />
sfi ducia nei confronti dell’immagine<br />
come veicolo di verità. <strong>Il</strong> tema dell’esposizione<br />
è la dissoluzione dell’immagine, e si<br />
pone come ideale continuazione di Realtà<br />
Manipolate, che ha esplorato la relazione<br />
esistente tra la realtà e la sua rappresentazione<br />
mediante la fotografi a e <strong>il</strong> video.<br />
Gerhard Richter, uno dei pionieri nel portare<br />
all’estremo la dissoluzione sia della fi gura<br />
che della tecnica pittorica stessa, dipinge<br />
sopra fotografi e originali o usa una particolare<br />
tecnica di pittura sfocata.<br />
de Chirico, Max Ernst,<br />
Magritte, Balthus.<br />
Uno sguardo nell’invisib<strong>il</strong>e<br />
dal 26 febbraio<br />
al 18 luglio 2010<br />
Palazzo strozzi<br />
<strong>Il</strong> centro gravitazionale dell’esposizione è<br />
costituito da un nucleo di capolavori del<br />
periodo metafi sico di Giorgio de Chirico<br />
(1909-1919). Traduzione pittorica della<br />
sensib<strong>il</strong>ità e della particolare concezione<br />
della vita maturata dall’artista attraverso la<br />
lettura di Nietzsche, la poetica metafi sica<br />
viene riconosciuta come l’espressione dello<br />
stato d’animo di un intero secolo. Alienazione<br />
e solitudine. Senso di abbandono,<br />
isolamento, inquietudine e disperazione: De<br />
Chirico approda alla raffi gurazione avant<br />
lettre del “grande s<strong>il</strong>enzio” generato dal<br />
primo confl itto bellico.<br />
Innocente e calunniato<br />
Fino al 28 febbraio<br />
Gabinetto disegni e stampe degli<br />
Uffi zi<br />
Nel quarto centenario della morte la mostra<br />
Innocente e calunniato. Federico Zuccari<br />
(1539/40 – 1609) e le vendette d’artista<br />
presenta al pubblico i temi di polemica e di<br />
vendetta che alcuni artisti, e in particolare<br />
Federico Zuccari, usarono per dichiararsi<br />
segnalazioni a redazione@<strong>il</strong>reporter.it<br />
innocenti a fronte di calunnie e ingiustizie<br />
vere o presunte.<br />
Le porcellane di Betty Woodmann<br />
Fino al 10 apr<strong>il</strong>e<br />
Museo delle porcellane<br />
Palazzo Pitti<br />
Tra le prestigiose porcellane conservate<br />
alla Palazzina del Cavaliere trovano una<br />
appropriata collocazione le creazioni colte<br />
e fantasiose di Betty Woodman, in vetrine<br />
appositamente integrate con l’allestimento<br />
del Museo. Le insolite porcellane di Sèvres<br />
realizzate dall’artista, sconvolgono l’idea<br />
tradizionale di “corredo da tavola apprezzato”<br />
con le loro forme imprevedib<strong>il</strong>i e<br />
l’intensità e br<strong>il</strong>lantezza dei colori, senza<br />
tralasciare <strong>il</strong> bon ton ormai consolidato dei<br />
prestigiosi serviti amati dai regnanti.<br />
L’arma per l’arte<br />
Fino al 6 apr<strong>il</strong>e<br />
Galleria Palatina<br />
sala Bianca<br />
La mostra, ospitata nella Sala Bianca di Palazzo<br />
Pitti, è dedicata in particolare all’arte<br />
sacra e quindi a dipinti e oggetti trafugati in<br />
chiese, complessi conventuali, talvolta anche<br />
in Musei, ma in tutti i casi di soggetto<br />
sacro o di uso liturgico. Si tende quindi a<br />
mettere in evidenza come i luoghi di culto<br />
siano stati e siano per tante ragioni esposti<br />
al rischio di furti o danneggiamenti e come<br />
nel tempo i Carabinieri, specializzati nel<br />
settore, abbiano posto le loro forze e competenze<br />
a servizio della Chiesa e del suo<br />
enorme patrimonio artistico.<br />
Concorsi<br />
<strong>Il</strong> mio giardino<br />
Concorso<br />
di poesia al Giardino<br />
Si partecipa inviando, entro <strong>il</strong> 31 marzo,<br />
poesie non più lunghe di 36 versi, ciascuna<br />
in 6 copie (5 anonime e 1 riportante nome,<br />
indirizzo, telefono e, possib<strong>il</strong>mente, e-ma<strong>il</strong><br />
dell’autore) al seguente recapito: Concorso<br />
di Poesia “Giardino dei semplici” – <strong>Via</strong><br />
Micheli, 3 – 50121 Firenze. <strong>Il</strong> tema dell’Edizione<br />
2010 del Concorso è “<strong>Il</strong> mio giardino”,<br />
precisando che oltre all’ottica botanica<br />
del tema saranno prese in considerazione<br />
anche tante altre possib<strong>il</strong>i interpretazioni<br />
metaforiche (esempio: I fi ori del “giardino”<br />
possono essere anche i fi gli, le fantasie, gli<br />
oggetti di una collezione e in genere tutto<br />
quello che abbiamo fatto germogliare e<br />
curato nella crescita). Una Commissione<br />
di lettura composta da 5 persone esaminerà<br />
tutti i testi pervenuti, scegliendo i 24<br />
ritenuti più interessanti con i quali, a cura<br />
del Museo di Scienze Naturali, sarà pubblicato<br />
un libretto offerto in omaggio a tutti i<br />
partecipanti alla cerimonia di premiazione.<br />
Tra queste 24 poesie saranno poi individuate<br />
quelle a cui assegnare i 5 principali<br />
premi in palio (coppe, targhe, libri e altra<br />
oggettistica). La cerimonia di premiazione,<br />
alla quale tutti i concorrenti sono invitati,<br />
è prevista nel pomeriggio di domenica 23<br />
maggio, con inizio alle ore 16,30 nella Sede<br />
dell’orto botanico di Firenze. I 24 autori “fi -<br />
nalisti” saranno avvertiti personalmente,<br />
mentre coloro che non potranno intervenire<br />
di persona conosceranno l’esito del concorso<br />
dalle pagine del periodico “L’alfi ere”<br />
n° 2/3 (edito dall’Accademia Alfi eri) che riceveranno<br />
in omaggio nel mese di Giugno.
1084969
44 Febbraio 2010<br />
Inviaci le tue lettere a<br />
redazione@<br />
<strong>il</strong>reporter.it<br />
Lettere e segnalazioni:<br />
tutto su www.<strong>il</strong>reporter.it<br />
Lettere, segnalazioni, proposte, ma anche<br />
veri e propri articoli scritti dai lettori.<br />
Tutto questo ed altro <strong>ancora</strong> sul portale<br />
www.<strong>il</strong>reporter.it. Tutte le lettere che non<br />
trovano spazio in queste pagine saranno<br />
pubblicate sul sito. E poi spazio ai<br />
commenti e alle vostre opinioni<br />
A PROPOSITO<br />
DI SICUREZZA NEI GIARDINI<br />
Gent<strong>il</strong>e direttore,<br />
nel suo periodico d’informazione del mese<br />
di dicembre leggo che contro <strong>il</strong> “letargo<br />
dell’inverno e per dare più sicurezza ai frequentatori<br />
di parchi, andrebbe aperto dei<br />
bar” ecc. ecc... L’articolo di Giulia B. si basa<br />
su un disegno/ proposta, avanzata dal<br />
presidente del quartiere 3 al vicesindaco<br />
Nardella. Attraverso <strong>Reporter</strong> vorrei esprimere<br />
una mia opinione un po’ contrastante<br />
al merito dell’articolo: sono un residente<br />
e un frequentatore dei giardini di viale Tanini<br />
e non ho mai avvertito problemi legati<br />
alla mia sicurezza nei confronti di altre<br />
persone. La mia sicurezza è venuta meno<br />
quando <strong>il</strong> fiume Ema, che scorre contiguo<br />
a quell’area, poteva straripare. E mi son<br />
sentito solo e abbandonato, quando <strong>il</strong> fiume<br />
ha inondato la casa e le altre cose di<br />
mia proprietà, e non per ultimo l’anima.<br />
A titolo precauzionale la Protezione Civ<strong>il</strong>e<br />
del comune di Firenze ci comunicò che<br />
questa è una zona sottoposta a un rischio<br />
allagamento che potrebbe raggiungere <strong>il</strong><br />
livello di 4 (metri!) e ci indicò anche dove<br />
rifugiarsi in caso di un loro allarme. In precedenza,<br />
per attutire gli effetti degli eventi<br />
alluvionali fu emanata una Legge che<br />
“proibiva” di edificare a distanze inferiori di<br />
150 metri dai fiumi (L.183/89 ). <strong>Il</strong> comune<br />
e <strong>il</strong> quartiere, dopo dieci anni dall’entrata<br />
in vigore della suddetta Legge, nella fascia<br />
di rispetto fluviale, sottoposta alla L.183,<br />
riesce a costruire un enorme centro direzionale<br />
e con uno alto strato di cemento,<br />
copre, tutto <strong>il</strong> prato verde che c’era intorno<br />
alle tribune del campo sportivo. Nei giardini<br />
di viale Tanini, cede in gestione, un<br />
campetto in erba e di libero accesso. Ora<br />
è plastificato, e pagando, si può giocare a<br />
calcetto. Nel ristrutturare gli spogliatoi, già<br />
situati in zona ( L.183/89) si preferisce ampliarli<br />
per ricavare un bar con cucina per <strong>il</strong><br />
ristorante e altre cose. Ora, a voi di <strong>Reporter</strong><br />
e al presidente del Quartiere chiedo:<br />
ma siete sicuri che dopo tutte queste colate<br />
di cemento, l’apertura del “bar anche<br />
d’inverno” mi renda quella giusta serenità<br />
che mi viene a mancare andando ai giardini?<br />
E quando, nelle giornate della pioggia<br />
invernale, vedo delle facce oscure e ango-<br />
sciate che vanno a vedere <strong>il</strong> fiume,di fronte<br />
a casa mia, pensate che, io, faccia dei salti<br />
di gioia se <strong>il</strong> bar è aperto? Quando si parla<br />
di sicurezza, vorrei che si tenesse sempre<br />
ben presente che è un problema di tutti e,<br />
se l’Istituzione riesce a farla diventare diritto,<br />
ne sarei molto grato.<br />
Fabrizio Calusi<br />
QUELLE CODE AGLI SPORTELLI...<br />
Spett.le Redazione,<br />
sono una abitante del Q3 che legge sempre<br />
<strong>il</strong> Vs. giornale, e trova gli articoli che<br />
proponete sempre molto interessanti,<br />
colgo quindi l’occasione per metterVi a<br />
conoscenza di un disservizio scandaloso<br />
che avviene nel nostro quartiere da parte<br />
dell’Ufficio Postale FI37 che si trova a fianco<br />
della Coop in piazza Bartali. Detto Ufficio<br />
Postale ha una carenza di personale<br />
cronica, ed anche se ci sono otto sportelli<br />
a disposizione per i cittadini, raramente<br />
sono aperti tutti insieme e anche se sono<br />
aperti, per pagare un semplice bollettino,<br />
<strong>il</strong> più delle volte si deve fare una coda anche<br />
di 2 ore, tutto ciò lo trovo indecente.<br />
Perché approfittare sempre della pazienza<br />
e buona volontà dei cittadini? Detto ufficio<br />
è stato fatto nuovo da pochi anni, che<br />
si decidano ad aumentare gli sportelli ed <strong>il</strong><br />
personale, visto che ci sono tanti giovani<br />
senza lavoro! Grata per quanto potrete fare<br />
in merito, colgo l’occasione per salutarVi<br />
cordialmente.<br />
Rogai Gabriella<br />
LO “SPETTACOLO”<br />
DI VIA DELL’AGNOLO<br />
Gent<strong>il</strong>e Sig. Direttore,<br />
sono una studentessa fuori sede domic<strong>il</strong>iata<br />
nel quartiere1 e leggo sempre con<br />
molto interesse <strong>il</strong> vostro giornale. Ritenendolo<br />
un prezioso notiziario degli eventi<br />
di quartiere e un ottimo strumento di<br />
denuncia, sento doveroso, seppur da fiorentina<br />
adottiva, denunciare le situazioni<br />
spiacevoli che trovano as<strong>il</strong>o negli spazi<br />
che viviamo. Ogni giorno, per raggiungere<br />
l’università percorro anche 4 volte via<br />
dell’Agnolo e lo spettacolo che mi si propone<br />
non è di certo piacevole. C’è un supermercato<br />
cinese sempre rigorosamente<br />
vuoto di acquirenti nel senso tradizionale,<br />
intorno cui si assiepano tossicodipendenti,<br />
transessuali ed ubriaconi. Non è raro assistere<br />
ai loro loschi scambi, in qualsiasi ora<br />
della giornata. Perché le forze dell’ordine<br />
non se ne accorgono, nonostante passino<br />
con la volante in via Verdi molto spesso?<br />
Lei ribatterà che certamente sarebbe più<br />
conveniente cambiare strada: per la mia<br />
incolumità questo è di certo conveniente.<br />
Ma mi chiedo, da persona sensib<strong>il</strong>e alle<br />
problematiche urbane, quanto questa presenza<br />
può convivere con la prospiciente<br />
scuola materna? Quando i bambini si riapproprieranno<br />
del parchetto dietro piazza<br />
dei Ciompi? E soprattutto: perché nessuno<br />
provvede a sanare <strong>il</strong> QUADRILATERO DEL-<br />
LA TOSSICODIPENDENZA (ad un passo dal<br />
consiglio di quartiere) di cui via dell’Agnolo,<br />
piazza Salvemini , via di Pietrapiana e <strong>il</strong><br />
ponte che da via dell’Oriuolo va in Borgo<br />
Albizi fanno parte?!<br />
Cordialmente<br />
Una studentessa indignata<br />
GLI ANIMALI E LO SPORCO<br />
PER LE STRADE<br />
Buongiorno,<br />
ho letto sul vs ultimo numero, Gennaio<br />
2010, l’articolo “Per i cani lo spazio non<br />
manca, ma per le strade resta lo sporco”;<br />
devo dire che <strong>il</strong> comune e/o <strong>il</strong> Quartiere<br />
hanno fatto o stanno creando <strong>ancora</strong> spazi<br />
per gli “amici” a quattro zampe, ma questo<br />
sembra non basta affinché le strade siano<br />
sgombre da escrementi. Credo che questa<br />
situazione non sia colpa dei cani veri, ma<br />
di coloro che bisognerebbe definire “cani”<br />
perché sono i proprietari degli animali che<br />
nonostante dimostrino di voler bene ai<br />
loro amici, diventano “nemici” degli altri<br />
esseri umani. Nei giardini dove giocano i<br />
ragazzi o dove passeggi basterebbe poco<br />
laddove ci sono le aree per i cani a portarli<br />
in quelle aree fatte apposta, ma è più<br />
semplice e fac<strong>il</strong>e lasciare che <strong>il</strong> proprio animale<br />
si “svuoti” dove capita; che dire poi<br />
delle strade, ce ne sono alcune ridotte in<br />
condizioni estreme. Avevo scritto tale problema<br />
anche al sindaco attuale, ma probab<strong>il</strong>mente<br />
è preso solo dalla attenzione<br />
di “curare” <strong>il</strong> centro storico non tenendo<br />
conto della periferia che è <strong>il</strong> primo impatto<br />
per la gente che viene in città per visitarla<br />
o altro. Avevo scritto di cosa accade in altri<br />
paesi europei ad esempio in Germania. In<br />
Italia è stata istituita l’anagrafe canina che<br />
al momento che adotti o prendi un cane<br />
gli viene applicato un chip per <strong>il</strong> suo riconoscimento,<br />
quindi si può sapere tutto di<br />
quel cane. In Germania fanno una cosa<br />
molto semplice: nella fase di installazione<br />
del chip all’animale gli viene fatto un<br />
esame del Dna che è indolore ma torna<br />
ut<strong>il</strong>e per i motivi di cui si parla. Quando i<br />
signori vig<strong>il</strong>i girano di pattuglia (quando li<br />
vedi…), potrebbero guardare anche loro<br />
dove mettono i piedi e se incappano in<br />
un escremento potrebbero (bontà loro …)<br />
raccoglierlo e farlo analizzare così, anche a<br />
distanza di qualche giorno, saprebbero a<br />
chi inviare una multa (so che c’è una multa<br />
per chi sporca con carta o altro …), così<br />
come fanno in Germania e la sanzione che<br />
applicano è di 500 euro (notevole..). Credo<br />
che così si otterrebbero due scopi: 1) <strong>il</strong> Comune<br />
potrebbe incassare qualche soldo<br />
in più e destinarlo alla sistemazione delle<br />
aree per cani o alla sistemazione delle strade<br />
o alla sistemazione delle piste ciclab<strong>il</strong>i<br />
e quanto altro volete inserire….; 2) penso<br />
che i proprietari dei cani farebbero più attenzione<br />
ai loro animali e si otterrebbe <strong>il</strong><br />
tanto agognato pulito per le strade e nei<br />
giardini; cosa costa, basta provarci. Non so<br />
se questo compito spetti ai vig<strong>il</strong>i, ma credo<br />
di sì, altrimenti si potrebbe assumere del<br />
personale formando una apposita squadra<br />
ecologica a tale compito dando così lavoro<br />
ad altre persone; non so se compete al<br />
Comune, o all’Asl; basta che ci si sia un po’<br />
di buona volontà e penso che questo problema<br />
si possa risolvere evitando a volte<br />
scontri verbali tra le persone con buona<br />
pace cittadina.<br />
Un saluto<br />
Costantino Giaquinto<br />
LAVORI E SICUREZZA A COMPIOBBI<br />
I lavori di urbanizzazione ad Ellera stanno<br />
per iniziare ma nessuno, sembra, ha accertato<br />
se siano andati a buon fine quelli,<br />
fatti ormai da tempo, dell’“area Chelazzi”a<br />
Compiobbi. In questa frazione era stato<br />
programmato uno stradello pedonale e<br />
per passeggini per eliminare <strong>il</strong> dislivello<br />
esistente fra via Aretina ed <strong>il</strong> piazzale della<br />
stazione ferroviaria. Progetto sostituito,<br />
lettere<br />
con poca lungimiranza, da un fantomatico<br />
servoscale per le carrozzine dei disab<strong>il</strong>i,<br />
mai realizzato. Un marciapiede coperto<br />
invece è stato costruito sotto <strong>il</strong> nuovo insediamento,<br />
che doveva servire per tutti i<br />
cittadini del posto, ma arrivato all’altezza<br />
della rampa scale F.S. questo marciapiede<br />
non ha alcuna uscita verso la strada, servendo<br />
esclusivamente le nuove costruzioni.<br />
L’impresa incaricata a questi lavori doveva,<br />
ad ultimazione degli stessi, riasfaltare<br />
via della stazione, nonché ridisegnare i posti<br />
macchina lungo la stessa in modo da<br />
permettere <strong>il</strong> passaggio contemporaneo<br />
almeno a due mezzi, attualmente impossib<strong>il</strong>e<br />
in più punti della carreggiata. Si ricorda<br />
che l’entrata e l’uscita al parcheggio è solamente<br />
da via della stazione. A Compiobbi,<br />
quando saranno terminati i lavori di Ellera,<br />
avremo un traffico <strong>ancora</strong> più intenso e<br />
più veloce di quello attuale; più intenso<br />
per i nuovi insediamenti di nuove costruzioni<br />
sia abitativi che artigianali, per un<br />
totale di oltre 60.000 metri cubi, nonché<br />
più veloce per effetto della nuova variante.<br />
La Giunta Comunale di Fiesole dovrebbe<br />
quindi impegnarsi fin da ora, affinché divenga<br />
concreto <strong>il</strong> progetto del “viadotto<br />
di Vallina”, così da poter trasformare, come<br />
previsto, l’attuale statale Aretina in strada<br />
provinciale con conseguenti limitazioni<br />
al traffico pesante ed alla velocità. Altra<br />
necessità per la sicurezza dei cittadini di<br />
Compiobbi è l’allargamento dei marciapiedi<br />
della stessa via principale Aretina fino<br />
alle strisce bianche appositamente segnate<br />
per delineare gli stessi. Attualmente le<br />
mamme con neonati nei passeggini debbono<br />
barcamenarsi spesso con due ruote<br />
sopra e due sotto <strong>il</strong> marciapiede, mentre<br />
i pedoni, specie le persone più anziane,<br />
sono in pericolo nello scendere e salire in<br />
continuazione all’incrociare altre persone.<br />
Altri lavori attesi e necessari:<br />
- La delocalizzazione del ripetitore F.S. almeno<br />
ad oltre cento metri dagli insediamenti<br />
urbani, come richiesto con firme a<br />
suo tempo, nonché previsto dal regolamento<br />
comunale di Fiesole;<br />
- Dissuasori di velocità, soprattutto in via<br />
della stazione, dove <strong>il</strong> continuo raid di motorini<br />
scorrazzanti da e per <strong>il</strong> parcheggio<br />
F.S. lo rendono alquanto pericoloso per i<br />
pedoni, ed in particolar modo per i pendolari<br />
che tornano con <strong>il</strong> treno.<br />
Cordiali saluti,<br />
Bruno Stefani<br />
I NOMI DELLE STRADE<br />
E LE NUOVE TARGHE<br />
In relazione al servizio comparso a pag.<br />
5 del numero di Dicembre del vostro periodico,<br />
ritengo opportuno segnalarvi che<br />
l’articolista ha commesso, suo malgrado,<br />
un grossolano errore in ordine alla denominazione<br />
toponomastica di una piazza del<br />
nostro Quartiere. Al termine del suddetto<br />
servizio si parla infatti di “un percorso di<br />
fede” tra la Piazza Suor Domenica del Paradiso<br />
(all’interno di <strong>Via</strong> di Ripoli) e la Piazza<br />
B. Pio (all’interno del <strong>Via</strong>le Europa). Premetto<br />
che, a mio parere, <strong>il</strong> primo colpevole<br />
dell’errore di cui dirò è da attribuirsi al Comune<br />
di Firenze, che per la toponomastica<br />
stradale (abbandonate le gloriose targhe<br />
in smalto bianco e blu e le antiche lastre<br />
di marmo con su scritto nome e cognome<br />
del titolare della strada o della piazza) ha<br />
adottato delle squallide targhe in plastica,<br />
con la sola iniziale del nome e per giunta
lettere<br />
scritte tutte in lettere minuscole come fossero<br />
un’e-ma<strong>il</strong>, provvedimento per me culturalmente<br />
riprovevole in una città come<br />
la nostra. Ora, la targa in plastica dell’area<br />
che ci interessa indica “Piazza B. Pio”, una<br />
B. che ad un approccio superficiale farebbe<br />
pensare all’iniziale della parola “Beato”.<br />
L’autore dell’articolo avrebbe però potuto<br />
fare una ricerca più approfondita, scoprendo<br />
che la piazza in questione è nata molti<br />
anni prima della beatificazione di Padre<br />
Pio e che quella B. (trovandoci, come giustamente<br />
cita l’articolo stesso, in una zona<br />
da sempre dedicata a condottieri, podestà<br />
e personaggi del tardo Medioevo e del<br />
Rinascimento) vuole ricordare un certo<br />
Bernardino Pio, originario di Carpi, chiamato<br />
dalla Repubblica Fiorentina come condottiero<br />
mercenario della guerra contro <strong>il</strong><br />
Duca di M<strong>il</strong>ano. Mi preme poi aggiungere<br />
un breve cenno su altri due nomi di strade<br />
citate nell’articolo come “segni di fede”: via<br />
del Paradiso, che nulla ha a che fare con la<br />
religione in quanto l’appellativo “paradiso”<br />
era attribuito ad un bellissimo giardino annesso<br />
alla v<strong>il</strong>la di famiglia Alberti, accanto<br />
alla quale esisteva un convento di suore,<br />
e via Arcangeli, nome che non si riferisce<br />
ad esseri celesti, bensì ricorda Giovanni<br />
Arcangeli, un botanico come gli altri naturalisti<br />
richiamati in alcune strade di quella<br />
parte di città, primo fra tutti <strong>il</strong> grande Carlo<br />
invia la tua segnalazione<br />
alla nostra redazione<br />
redazione@<strong>il</strong>reporter.it<br />
CAREGGI E LE PISTE CICLABILI<br />
Leggendo con piacere “<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>” che parla di problemi e fatti a noi vicini, devo<br />
altresì constatare che nell’id<strong>il</strong>liaca enunciazione delle piste ciclab<strong>il</strong>i del Q5 non ho trovato<br />
nessun riferimento al fatto che da Careggi al centro ci sono 900 metri e “rizzati”.<br />
Una zona semi-periferica così popolosa avrebbe diritto di essere collegata al Centro<br />
di Firenze? Forse io mi sono perso qualcosa ma credo che da Piazza Dalmazia tutto<br />
sia finito nel dimenticatoio. Gradirei sapere se sbaglio su “<strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>” o direttamente.<br />
Grazie,<br />
Stefano B.<br />
Gent<strong>il</strong>e signor Stefano,<br />
<strong>il</strong> tema delle piste ciclab<strong>il</strong>i e della mob<strong>il</strong>ità a pedali è spesso troppo poco trattato e<br />
discusso, nonostante l’interesse che i cittadini dimostrino di avere in proposito (un<br />
interesse forse addirittura crescente negli ultimi tempi, e questa non può che essere<br />
una buona notizia), e nonostante <strong>il</strong> numero di persone che, malgrado tutte le<br />
difficoltà oggi esistenti, usino la bicicletta per spostarsi. Va da sé che, con una rete<br />
più estesa di piste ciclab<strong>il</strong>i, questo numero sarebbe <strong>ancora</strong> maggiore, e quello di<br />
aumentare i ch<strong>il</strong>ometri dei percorsi per le biciclette in città deve essere senz’altro un<br />
obiettivo da porsi e da raggiungere, soprattutto in un’ottica come quella che sembra<br />
attualmente caratterizzare Firenze, ovvero un ripensamento complessivo di<br />
una mob<strong>il</strong>ità centrata fino ad ora sull’ut<strong>il</strong>izzo dei mezzi privati che, com’è sotto gli<br />
occhi di tutti, è arrivata al suo limite. Dunque, insieme a una nuova organizzazione<br />
del trasporto pubblico (in città ha appena “esordito” la prima linea del tram), le piste<br />
ciclab<strong>il</strong>i rivestono un ruolo importante: ruolo che, <strong>il</strong> più velocemente possib<strong>il</strong>e,<br />
dovrà essere rafforzato, con la costituzione di ciò che forse finora è maggiormente<br />
mancato, ovvero una vera “rete” ciclab<strong>il</strong>e che finalmente unisca i vari tratti esistenti.<br />
Una rete in grado di collegare le varie zone di una città, per le sue dimensioni, potenzialmente<br />
a misura di bici, senza che i ciclisti siano costretti ad affrontare alcuni<br />
tratti pericolosamente in mezzo alle auto. Questo deve essere <strong>il</strong> primo obiettivo da<br />
raggiungere, quando si parla di piste ciclab<strong>il</strong>i, anche se è da riconoscere che, data la<br />
dimensione di molte strade fiorentine, realizzare nuovi percorsi per le biciclette non<br />
è sempre è così fac<strong>il</strong>e, per lo meno senza togliere spazi a pedoni o automob<strong>il</strong>i. Per<br />
quanto invece riguarda Careggi e dintorni, sicuramente tra le zone più interessate<br />
dalla questione, alcuni nuovi progetti sono in arrivo, come riportato in un articolo<br />
che pubblichiamo questo mese sulle pagine dell’edizione del quartiere 5. Dove mi<br />
auspico che possa trovare le risposte che cercava.<br />
Matteo Francini<br />
Linneo; centro virtuale di questo gruppo<br />
di strade è la Piazzetta del Pomario, tra via<br />
F<strong>il</strong>ippo Webb e via F<strong>il</strong>ippo Parlatore, a ricordo<br />
di uno splendido frutteto (pomaio)<br />
esistente in zona, famoso per la bontà dei<br />
suoi prodotti.<br />
Grazie per l’attenzione e cordialità<br />
Piero Tonini<br />
REGINALDO GIULIANI<br />
E LA DEDICA DELLE VIE<br />
Ritengo quantomeno anacronistico che<br />
una delle strade più lunghe di Firenze sia<br />
<strong>ancora</strong> dedicata alla memoria di un prete<br />
medaglia d’oro al valor m<strong>il</strong>itare!! I sacerdoti<br />
dovrebbero essere apprezzati, encomiati e<br />
ricordati per le loro opere di pace, non per<br />
<strong>il</strong> loro valore m<strong>il</strong>itare!! Propongo di dedicare<br />
la stessa strada a Tiziano Terzani, giornalista,<br />
scrittore e uomo di pace.<br />
Grazie per l’attenzione,<br />
Adriano Rossi<br />
ANCORA SULLA SOSTA<br />
COL MOTORE ACCESO<br />
Ho letto con piacere che non sono l’unico<br />
a lamentarmi per <strong>il</strong> malcostume dei conducenti<br />
Ataf (non tutti ma molti) di sostare<br />
al capolinea col motore acceso per molti<br />
minuti. Ho fatto presente questi comportamenti<br />
all’ufficio reclami Ataf, al sindaco<br />
Renzi, al neo-presidente Bonaccorsi, al di-<br />
fensore civico Morales, ma <strong>ancora</strong> i risultati<br />
non si vedono. L’infrazione, oltre ad essere<br />
individuata dal codice della strada, è anche<br />
prevista nel regolamento di servizio<br />
Ataf. Vivo molto vicino ad un capolinea<br />
nel quartiere 2 e mi stupisco che persone<br />
che svolgono un servizio pubblico non si<br />
rendano conto del disturbo che arrecano<br />
ai residenti tenendo accesi motori inquinanti,<br />
rumorosi e vibranti a pochi metri da<br />
abitazioni private, scuole e giardini! Senza<br />
pensare allo spreco di denaro causato<br />
all’azienda che paga loro gli stipendi!<br />
Lettera firmata<br />
IL TRAFFICO ALLE DUE STRADE<br />
Ho letto sul numero di novembre la lettera<br />
della “signora Alda” che anche io da tempo<br />
volevo scrivere: per chi proviene dall’Autostrada,<br />
Superstrada, Tavarnuzze, Siena ecc.<br />
e va in direzione di Firenze, trova <strong>il</strong> tappo<br />
del semaforo del Galluzzo: sarebbe semplice<br />
far girare a destra nella piazza (o in via<br />
Gianfigliazzi come dice la signora Alda) e<br />
girare intorno alla piazza stessa (ora adibita<br />
quasi solo a parcheggio) per andare verso<br />
tante direzioni: San Felice a Ema, Firenze<br />
centro, Cascine del Riccio o Firenze Sud.<br />
Sapeste quanto traffico in meno si avrebbe<br />
nella zona delle Due Strade!!!!! e come<br />
si scorrerebbe nella zona del Galluzzo!!! Vi<br />
prego di pubblicare e inoltrare agli uffici<br />
competenti del Comune di Firenze questa<br />
richiesta, che mi sembra una cosa semplicissima,<br />
non l’Opera del Duomo!!!<br />
Grazie dell’attenzione e saluti<br />
Graziella<br />
VIA POLIZIANO,<br />
“NON NE POSSIAMO PIÙ”<br />
Gli abitanti di via Poliziano non ne possono<br />
più! I clacson suonano dalla mattina alle<br />
7 alla sera oltre le 8! Non si riesce a vivere<br />
in questa confusione! Macchine costantemente<br />
bloccate, scooter che sfrecciano<br />
sulla pista ciclab<strong>il</strong>e inut<strong>il</strong>e (poteva tranqu<strong>il</strong>lamente<br />
essere costruita sul marciapiede<br />
sinistro da cui non passa quasi mai nessuno,<br />
come è stato fatto su altri marciapiedi<br />
di Firenze) che ha tolto una ventina di<br />
posti macchina mai ripristinati, viale M<strong>il</strong>ton<br />
chiuso in fondo, pare per far piacere, pare,<br />
a qualche residente “potente”, che riversa<br />
tutte le auto su via Poliziano e via Lorenzo<br />
<strong>il</strong> Magnifico! Ma in che città viviamo? Ma<br />
dove sono i nostri amministratori? Chiudere<br />
una piazza per mettere in ginocchio <strong>il</strong><br />
resto della città non ci sembra una scelta<br />
molto intelligente! Siamo stufi!!!<br />
<strong>Il</strong>aria Balboni<br />
IL TRASPORTO PUBBLICO<br />
NELLA VALLE DELL’ARNO<br />
Gent<strong>il</strong>e Redazione di <strong>Reporter</strong>,<br />
vorrei far presente un problema relativo al<br />
trasporto pubblico che interessa la Valle<br />
dell’Arno del comune di Fiesole, dove nel<br />
massimo s<strong>il</strong>enzio e senza alcuna reazione <strong>il</strong><br />
servizio è stato tagliato drasticamente con<br />
episodi anche imbarazzanti per i cittadini<br />
che vengono fatti scendere dal mezzo anche<br />
in modo scortese se <strong>il</strong> mezzo proviene<br />
dalla provincia di Arezzo. Nel marzo 2002<br />
durante un’assemblea cittadina <strong>il</strong> vice presidente<br />
Ataf Marmugi (presidente era Aldo<br />
Frangioni....) presentò una nuova linea da<br />
Ellera a via Mezzetta con cadenza di 20 minuti,<br />
ma <strong>il</strong> sindaco Pesci pose <strong>il</strong> veto fra la<br />
costernazione generale. Dopo mesi di proteste<br />
alla vig<strong>il</strong>ia di un’altra assemblea che<br />
45<br />
si preannunciava turbolenta, dal c<strong>il</strong>indro<br />
uscì una convenzione per la validità dei<br />
titoli di viaggio Ataf sui mezzi extraurbani.<br />
Nonostante le osc<strong>il</strong>lazioni degli orari di<br />
transito poteva essere una buona soluzione,<br />
che almeno equiparava i costi per tutti<br />
i cittadini del comune. Con l’aumento del<br />
biglietto Ataf si è creata di nuovo una discriminazione<br />
perché sui mezzi extraurbani<br />
non è accettata la Carta Ag<strong>il</strong>e con sconti<br />
fino al 30%, ma <strong>il</strong> peggio è arrivato appunto<br />
in questi giorni con l’esclusione dalla<br />
convenzione (e quindi dalla equiparazione<br />
dei biglietti Ataf) dei mezzi provenienti<br />
dalla provincia di Arezzo, spesso gli unici in<br />
ampie fasce orarie. La cosa più grave è che<br />
non c’è nessun segno di riconoscimento<br />
fra i due consorzi (Etruria Mob<strong>il</strong>ità e Mugello-Valdisieve)<br />
visto che i mezzi sono della<br />
stessa società Sita e l’alternativa è fra essere<br />
cacciati dall’autista senza spiegazioni e<br />
in modo sgarbato (se si accorge che hai in<br />
mano un biglietto-abbonamento Ataf) o<br />
beccarsi la multa durante <strong>il</strong> viaggio. Basta<br />
consultare un orario per vedere che restano<br />
solo 20 corse ut<strong>il</strong>i al giorno, 6 in tutto<br />
<strong>il</strong> pomeriggio di domenica, con vuoti che<br />
raggiungono le due ore. Gli alunni delle<br />
scuole superiori per raggiungere <strong>il</strong> nostro<br />
polo di riferimento in via Mezzetta devono<br />
fare 3 km al giorno a piedi spesso al buio<br />
e senza marciapiedi e attraversamenti sicuri,<br />
perché non c’è una combinazione di<br />
mezzi pubblici adeguata. Dopo <strong>il</strong> trekking<br />
urbano accade che a Varlungo transita<br />
uno dei suddetti mezzi della provincia di<br />
Arezzo, costringendoli a un’altra mezz’ora<br />
di attesa; forse la proposta Marmugi, mai<br />
troppo rimpianta, avrebbe risolto anche<br />
questo problema. Una delle scuole (non<br />
faccio <strong>il</strong> nome per carità di patria …) ci ha<br />
risposto: “comprategli <strong>il</strong> motorino che abbiamo<br />
un bel parcheggio”. Alla faccia della<br />
riduzione del traffico privato...<br />
Maurizio<br />
RETTIFICHE<br />
Spett.le Redazione de <strong>Il</strong> <strong>Reporter</strong>,<br />
Vi saremmo grati se, in relazione all’intervista<br />
al sig. Fallani del Tennis Tavolo Artigianelli<br />
da parte del Vs. sig. Marrone, apparsa<br />
sul numero di Gennaio 2010, vorrete pubblicare<br />
una precisazione in quanto i locali<br />
in cui si svolge l’attività agonistica della soc.<br />
T.T. Artigianelli sono ceduti gratuitamente,<br />
insieme ad altre agevolazioni, dall’Istituto<br />
Pio X Artigianelli, di cui don Gianfranco<br />
Rolfi è <strong>il</strong> Presidente, proprio per gli scopi<br />
statutari dell’Istituto stesso (educazione<br />
ed istruzione scolastica, culturale, religiosa<br />
e sportiva dei giovani oltre a sv<strong>il</strong>uppare le<br />
loro potenzialità artistiche ed imprenditoriali<br />
concedendo spazi a condizioni vantaggiose<br />
). Fiduciosi di un Vs. accoglimento<br />
di questa ns. richiesta, Vi porgiamo distinti<br />
saluti.<br />
<strong>Il</strong> Presidente del Tennis Tavolo Artigianelli<br />
Enrico Bellini<br />
Spett. <strong>Reporter</strong>,<br />
la presente per comunicarvi che la mostra<br />
di Antonio Ancarola è stata curata<br />
dall’associazione Galluzzo Immagine e<br />
non dall’oratorio del Pellicano come da<br />
voi erroneamente segnalato sul numero di<br />
gennaio.<br />
Ciampini Dario<br />
Presidente Galluzzo Immagine
46 Febbraio 2010<br />
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