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Crisi di guarigione - Cellfood

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XVI Convegno me<strong>di</strong>co-scientifico<br />

NUTRIZIONE, METABOLISMO E SALUTE - INQUINAMENTO E DANNO DA STRESS OSSIDATIVO,<br />

DALLA SOFFERENZA CELLULARE ALL’IPOSSIA “CAUSE, EFFETTI, DIAGNOSI E TERAPIE”<br />

Si è conclusa la XVI e<strong>di</strong>zione del convegno me<strong>di</strong>co-scientifico su Nutrizione, Metabolismo e Salute che ogni anno<br />

Eurodream srl organizza a Bologna in occasione della Fiera <strong>di</strong> Settembre ‘Sana’. Patrocinato dall'Or<strong>di</strong>ne Provinciale dei<br />

me<strong>di</strong>ci Chirurghi e degli Odontoiatri <strong>di</strong> Bologna e dall’ Associazione per la Me<strong>di</strong>cina Centrata sulla Persona ONLUS;<br />

Comitato Permanente <strong>di</strong> Consenso e Coor<strong>di</strong>namento per le Me<strong>di</strong>cine Non Convenzionali in Italia, A.m.i.c.a.<br />

Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale, Regenera - Research Group e A.N. FI. SC. ONLUS<br />

(FM - CFS) - Associazione Nazionale, i temi della relazione tra salute/malattia, ambiente e stili <strong>di</strong> vita sono stati trattati<br />

dai massimi esponenti italiani riscontrando l'ampio consenso degli oltre 400 partecipanti oltre a gettare una nuova luce<br />

sul modo <strong>di</strong> ‘fare’ salute e prevenzione.<br />

I SUCCESSI DI CELLFOOD<br />

Due le novità presentate che hanno suscitato grande interesse: secondo un recentissimo stu<strong>di</strong>o presentato dalla Dott.ssa<br />

Elisabetta Ferrero del Dipartimento <strong>di</strong> Morfologia Umana e Scienze Biome<strong>di</strong>che dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Milano in collaborazione con l’Unità per lo stu<strong>di</strong>o sul melanona e il laboratorio <strong>di</strong> Biologia e Clinica car<strong>di</strong>ovascolare<br />

dell’Istituto San Raffaele <strong>di</strong> Milano, pubblicato sul prestigioso Journal of Physicology and<br />

Pharmacology, CELLFOOD® ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> avere un ruolo importante nell’attivazione dei meccanismi<br />

antiossidanti per la preservazione della salute dell’endotelio ovvero delle cellule che compongono vene, arterie e cuore.<br />

Questo porterebbe a in<strong>di</strong>viduare un ruolo <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> nella prevenzione delle patologie car<strong>di</strong>ovascolari in associazione a<br />

stili <strong>di</strong> vita sani ed equilibrati.<br />

Durante i lavori è stato più volte messo in evidenza il ruolo fondamentale dell’ossigeno, elemento chiave nella<br />

respirazione mitocondriale, nel regolamento dell’azione antiossidante determinato dall’ipossia e nella rigenerazione<br />

cellulare. In particolare, grazie ad un altro importante stu<strong>di</strong>o sull’ipossia e il ruolo dell’ossigeno sviluppato<br />

dall’Università Carlo Bo’ <strong>di</strong> Urbino – Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biomolecolari – e presentato dal professor Franco<br />

Canestrari e dalla dottoressa Serena Benedetti, stu<strong>di</strong>o che ha <strong>di</strong>mostrato, oltre all'azione antiossidante anche l’azione<br />

protettiva <strong>di</strong> CELLFOOD® nei confronti dell’anemia negli atleti. Anche in questo caso, spiegano gli esperti, l'efficacia<br />

<strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> è stata <strong>di</strong>mostrata prima nel trattamento della fibromialgia, una sindrome in cui lo stress ossidativo ha un<br />

importante ruolo nello sviluppo della malattia.<br />

2


Nello stu<strong>di</strong>o si è osservato inoltre che, rispetto al placebo, <strong>Cellfood</strong> attenuava in maniera significativa la sintomatologia<br />

dolorosa, la debolezza muscolare e in generale i <strong>di</strong>sturbi associati alla riduzione del tono dell’umore. Da qui si è passati<br />

e verificare l’efficacia del prodotto antiossidante negli atleti tenendo conto che, negli sportivi, l'attività fisica intensa è<br />

associata ad una forte produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi. Anche in questo caso, secondo i risultati dello stu<strong>di</strong>o condotto<br />

dall'Università <strong>di</strong> Urbino, i benefici antiossidanti <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> sono stati riscontrati sia durante le fasi <strong>di</strong> allenamento che<br />

durante le performance agonistiche <strong>di</strong>mostrando un'azione protettiva e preventiva nei confronti dell'anemia dell'atleta.<br />

MOLTO AMATO DAGLI SPORTIVI..<br />

Un prodotto veramente molto amato dagli sportivi professionisti che hanno voluto testimoniare, anche con i risultati<br />

in<strong>di</strong>viduali delle gare, non solo l’impegno quoti<strong>di</strong>ano necessario per raggiungere obiettivi importanti ma anche<br />

l’attenzione all’alimentazione e all’integrazione nutrizionale che in un atleta <strong>di</strong> qualunque livello è tanto importante<br />

quanto più è duro l’impegno fisico richiesto. Stiamo parlando del pluricampione Giorgio <strong>di</strong> Centa e della<br />

maratoneta Ilaria Bianchi che anche quest'anno hanno voluto essere presenti durante tutto il congresso oltre al<br />

Team <strong>Cellfood</strong> e al Peperoncino Team e agli Ultramaratoneti <strong>di</strong> cui gli esperti hanno ampiamente parlato durante le<br />

sessioni de<strong>di</strong>cate a sport, alimentazione e integrazione.<br />

….. E’ CONSIGLIATO DAI MEDICI<br />

L'argomento nutrizione e integrazione è stato il filo comune del congresso: ne hanno parlato tra gli altri due dei massimi<br />

esperti italiani, Attilio Speciani, immunologo <strong>di</strong> Milano esperto <strong>di</strong> intolleranze alimentari che ha sottolineato il ruolo<br />

fondamentale <strong>di</strong> una alimentazione varia e il più possibile naturale per mantenere attivo e in salute l’organismo senza<br />

<strong>di</strong>stogliere mai lo sguardo però dagli stili <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> cui ha parlato, con particolare riferimento all’attività fisica, Luca<br />

Speciani, me<strong>di</strong>co responsabile nutrizionale del team italiano <strong>di</strong> ultramaratona.<br />

L'ambiente e il suo inquinamento giocano un ruolo fondamentale nella salute dell'in<strong>di</strong>viduo; metalli tossici, alimenti<br />

raffinati, stili <strong>di</strong> vita poco salubri possono essere la causa dello stress ossidativo da ipossia, ovvero da scarsa presenza <strong>di</strong><br />

ossigeno nelle cellule. Ne sanno qualcosa gli esperti come il Dott. Mauro Mario Mariani ed il Dott. Sante Guido Zanella<br />

che hanno trattato i temi della terapia chelante per la cura <strong>di</strong> alcune delle patologie più invalidanti come la SLA.<br />

Particolarmente interessante è stata la sessione de<strong>di</strong>cata all'invecchiamento e prevenzione con riferimento alla pelle: le<br />

biotecnologie oggi <strong>di</strong>sponibili grazie alla ricerca nel settore biome<strong>di</strong>co hanno <strong>di</strong>mostrato il ruolo dei fattori <strong>di</strong> crescita<br />

epiteliale (EGF) nella prevenzione dell'invecchiamento cutaneo. Grazie a nuove ricerche biotecnologiche presentate al<br />

convegno dal massimo esperto islandese Björn Lárus Örvar e da Giorgio Mariani, chirurgo plastico, la cura e la<br />

rigenerazione delle cellule del volto è resa migliore e più efficace grazie ai preziosi EGF prodotti da una particolare<br />

tipologia <strong>di</strong> orzo coltivato in serra nella pura pomice d’Islanda.<br />

3


Towards salutogenesis in the development of a personalised and preventative healthcare.<br />

EPMA Journal (2011) 2 (Suppl 1):S71–S89<br />

Mauro Alivia, MDab, Paola Guadagni, MDb, Paolo Roberti <strong>di</strong> Sarsina, MDbc<br />

a Past President Italian Society of Antroposophic Me<strong>di</strong>cine (SIMA)<br />

b Charity "Association for Person Centered Me<strong>di</strong>cine", Bologna, Italy<br />

c Expert for Non Conventional Me<strong>di</strong>cine, High Council of Health, Ministry of Health, Italy<br />

Abstract<br />

Keywords: Salutogenesis, Sense of Coherence, Person Centered Me<strong>di</strong>cine, Non Conventional<br />

Me<strong>di</strong>cine, Healthcare System.<br />

The purpose of this review is to <strong>di</strong>scuss how a salutogenetic approach may solve some of the<br />

<strong>di</strong>fficulties faced by healthcare systems. Salutogenesis explores the reasons why some people stay<br />

healthy in the face of hazardous influences whilst others, faced with the same hardship, fall ill. It<br />

was Antonovsky who suggested that resilience to <strong>di</strong>fficult situations depends on a person’s sense of<br />

coherence (SOC), a global orientation based on a sense of self-reliance in the face of challenges,<br />

self-confidence in one’s ability to deal with deman<strong>di</strong>ng events and the motivation to ‘keep going’,<br />

trusting that such <strong>di</strong>fficult events hold meaning for one’s life [1,2]. There is a large body of research<br />

on all age groups [3-5], <strong>di</strong>fferent socioeconomic backgrounds and across cultures [6] that shows<br />

that a strong SOC is related to better health and healthy ageing [7-11]. It is a protective factor<br />

against alcohol ad<strong>di</strong>ction despite similar rates of recreational consumption in teenagers [12].<br />

Conversely, a weak SOC is related to poorer health and lower affect [2,3,6]. SOC is a dynamic<br />

orientation that develops naturally in the first 30 years of life but can also be strengthened through<br />

personal activity and care [5,13].<br />

How can a healthcare system be oriented so that overcoming illness becomes the foundation of<br />

better future health? In such a system each me<strong>di</strong>cal intervention should aim to strengthen a person’s<br />

SOC and resilience and this should be <strong>di</strong>fferentiated at each level from primary to tertiary care.<br />

Each professional role too should be developed to provide salutogenetic care from their angle and<br />

this should be addressed from as early as undergraduate training [14]. They should work towards<br />

the principles of person-centred-me<strong>di</strong>cine, a concept that aims to incorporate the holistic approach,<br />

the relationship-based care and the treatment systems of non-conventional me<strong>di</strong>cine into the<br />

technological advances of mainstream me<strong>di</strong>cine in order to provide more personalised and<br />

sustainable healthcare [15,16].<br />

The caregiver-person relationship needs to become central to the therapeutic process so that any<br />

treatment is chosen as an informed choice, based on the needs of that person in the context of their<br />

physical, psychological and biographical situation. As an example, if the chosen treatment were a<br />

coronary artery bypass graft then the technological aspects would need to be chosen specifically for<br />

that single case. However for the whole process from pre-operative care to rehabilitation to become<br />

a salutogenetic experience, physical as well as psychological, social and personal factors need to be<br />

addressed at the appropriate time.<br />

This could develop the awareness that overcoming this <strong>di</strong>fficult experience was meaningful because<br />

it allowed the development of new life skills, new coping strategies, and new confidence in one’s<br />

healing abilities [17]. This change needs to be sustained over time with appropriate follow-up [18].<br />

Adopting a healthier lifestyle is likely to improve the quality of life of that person, and may prevent<br />

future illness being cheaper in the long run for the healthcare system [19]. In order to evaluate the<br />

success of me<strong>di</strong>cal interventions broadened with a salutogenetic approach, parameters may need to<br />

be developed and adopted that can assess quality of life of patients and caregivers in terms of<br />

sustainable change, satisfaction and prevention of burn-out as well as cost-effectiveness and<br />

technological excellence.<br />

4


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Salutogenesis. A Review of the Literature. Soc In<strong>di</strong>c Res. 2011; 100:415–433; DOI<br />

10.1007/s11205-010-9621-8<br />

Per gentile concessione <strong>di</strong> EPMA - European Association for Pre<strong>di</strong>ctive, Preventive and<br />

Personalised Me<strong>di</strong>cine, World Congress 2011, Bonn, 15t-18th September 2011.<br />

5


Titolo: Ipossia, effetto Warburg e patologie degenerative<br />

Prof. Franco Canestrari<br />

Le malattie degenerative sono l’ultimo anello <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> eventi iniziati molto tempo prima. E’<br />

quin<strong>di</strong> utile per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni patologiche rifarci al ruolo fondamentalmente energetico<br />

dei mitocondri. Il principale fattore limitante la crescita e la riproduzione <strong>di</strong> tutti i sistemi biologici<br />

è l’energia e la prima <strong>di</strong>mostrazione che mutazioni del DNA mitocondriale possono essere<br />

eziologicamente correlate alle malattie cronico-degenerative è stata riportata nel 1990 da Gote e<br />

coll. e pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature (1). L’ossigeno è l’attore protagonista nel “dramma<br />

patofisiologico” della trinità: normossia, ipossia e iperossia ed il più importante ingre<strong>di</strong>ente insieme<br />

al glucosio per la produzione <strong>di</strong> ATP. Fluttuazioni dei livelli <strong>di</strong> Ossigeno tessutali e cellulari come<br />

nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ipossia e iperossia, favoriscono una maggior produzione <strong>di</strong> ROS (ra<strong>di</strong>cali liberi<br />

dell’ossigeno) e quin<strong>di</strong> possono compromettere l’equilibrio omeostatico della cellula e dell’intero<br />

organismo (2). Lo stress ipossico stimola la produzione <strong>di</strong> H1F-1 e la concomitante produzione<br />

mitocondriale <strong>di</strong> ROS stabilizza più specificatamente la sua sub-unità H1F-α, ciò comporta una<br />

riprogrammazione del metabolismo cellulare con l’inibizione dell’enzima PDH( piruvatodeidrogenasi<br />

) “step” chiave del passaggio dalla glicolisi al ciclo <strong>di</strong> Krebs (3).Questo blocco<br />

metabolico è stato riscontrato anche nelle cellule neoplastiche e descritto per la prima volta nel<br />

1929 da Warburg (4) con la considerazione che nei tumori è attiva una via glicolitica pur in<br />

presenza <strong>di</strong> ossigeno. Avni e coll.(5) hanno verificato con innovative tecniche non invasive <strong>di</strong><br />

“imaging” che l’irregolare flusso ematico espone le cellule tumorali ad ipossia sia cronica che<br />

acuta. L’ipossia induce un corteo <strong>di</strong> eventi a favore della “teoria evolutiva conservativa del cancro”<br />

quali: (a)instabilità genica, (b) espansione e metastatizzazione, (c) resistenza all’apoptosi ipossiaindotta,<br />

(d) ridotta efficacia della ra<strong>di</strong>o e chemioterapia dovuta all’ipossia. Ciò conferma che la<br />

carcinogenesi potrebbe trovare nel microambiente ipossico ed acido un terreno favorente le<br />

mutazioni somatiche che possono pre<strong>di</strong>sporre lo sviluppo e la progressione del tumore.<br />

Sinergicamente a questa componente epigenetica và considerato il terreno costituzionale oncologico<br />

da molti citato e che Stagnaro sin dal 1980(5) definisce in maniera molto originale: Istoangiopatia<br />

congenita acidosica-enzimo-metabolica, e quin<strong>di</strong> una citopatia mitocondriale trasmessa in maniera<br />

percentualmente importante dalla madre. Anche se ritenuta rivoluzionaria una teoria della<br />

carcinogenesi identifica il metabolismo e la glicolisi come un meccanismo adattativo della cellula<br />

neoplastica all’ipossia, che persiste offrendo una resistenza all’apoptosi. Non è quin<strong>di</strong> priva <strong>di</strong><br />

logica l’idea che il fenotipo metabolico sia centralmente coinvolto nella patogenesi del cancro e non<br />

semplicemente” un prodotto” della carcinogenesi.<br />

Il fenotipo glicolitico delle cellule tumorali è stato tra<strong>di</strong>zionalmente ritenuto caratteristico della<br />

progressione neoplastica ma non la causa per tale motivo è stata rivolta poca attenzione ai<br />

cosiddetti “ agenti terapeutici metabolici” (6,7). Con tali presupposti abbiamo rivolto la nostra<br />

attenzione ad un prodotto come “ <strong>Cellfood</strong>” che racchiude due importanti caratteristiche: la<br />

possibilità <strong>di</strong> liberare ossigeno e l’azione antiossidante. Gli stu<strong>di</strong> ci hanno portato ad ottenere un<br />

risultato importante per quanto riguarda l’azione antiossidante che è stata confermata (8) ma<br />

lasciano intravedere preziosi sviluppi anche sull’aspetto antiproliferativo come <strong>di</strong>mostrano i risultati<br />

anche se preliminari che abbiamo ottenuto, oggetto nei dettagli <strong>di</strong> una relazione integrata della<br />

Dott.ssa Benedetti. Tutto ciò può avere un valore importante sempre nell’ambito dell’ipotesi <strong>di</strong><br />

poter riprogrammare la cellula tumorale me<strong>di</strong>ante “ shift metabolico dalla via glicolitica a quella<br />

ossidativa mitocondriale”. In conclusione le stesse cellule metastatiche viste oggi come “<br />

aggressive” potrebbero essere in realtà riconsiderate come cellule deboli energeticamente ( effetto<br />

Warburg!) e alla ricerca <strong>di</strong>sperata <strong>di</strong> sfuggire ad un ambiente ostile perchè minacciate dai ROS (9)<br />

6


Goto. Y, Nonaka. I, Horai.S - Nature 348,651-653,1990<br />

Kulkarni .AC, Kuppusamy.P, Narasimham.P - Antioxidant and Redox Signaling ,9(10)1717,1730,<br />

2007<br />

Cerretelli.P,Gelfi.C – Eur J Appl Physiol, Published online:30 March2010<br />

Warburg.O, Wind.F,Negelein.E- J Gen Physiolg, 8:519-30,1929<br />

Stagnaro.S, Neri.M- Semeiotica Biofisica , il Terreno oncologico, Travel Factory 2004<br />

Michelakis.ED, Webster.L, Mackey.JR – British Journal of Cancer 99,989-994,2008<br />

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2298,2011<br />

Pani.G,Galeotti.T,Chiarugi.P – Cancer Metastasis Rev, 29:351-378,2010<br />

7


CELLFOOD: STATO DELLA RICERCA<br />

Dott.ssa Serena Benedetti, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biomolecolari, Sezione <strong>di</strong> Biochimica Clinica,<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Urbino "Carlo Bo".<br />

Grazie a recenti stu<strong>di</strong> in vitro che hanno <strong>di</strong>mostrato l'efficacia protettiva <strong>di</strong> CELLFOOD (CF)<br />

contro il danno ossidativo a cellule (eritrociti e linfociti) e biomolecole (glutatione e DNA)<br />

[Benedetti et al. Food Chem Toxicol 2011; 49: 2292-2298], CF può essere considerato un<br />

integratore nutrizionale ad azione antiossidante in<strong>di</strong>cato nel ritardare l’invecchiamento cellulare e<br />

nel prevenire le malattie cronico-degenerative legate ai fenomeni <strong>di</strong> ossidazione.<br />

Accanto alla protezione antiossidante, stu<strong>di</strong> preliminari su cellule in coltura (linee tumorali<br />

immortalizzate) hanno evidenziato che CF possiede anche attività antiproliferativa con una<br />

riduzione dose-<strong>di</strong>pendente della crescita cellulare. Alcune linee tumorali si sono <strong>di</strong>mostrate più<br />

sensibili <strong>di</strong> altre al trattamento con CF, con una inibizione della crescita fino al 50%.<br />

E' noto che nella maggior parte dei tumori soli<strong>di</strong> si verifica lo spostamento del metabolismo<br />

cellulare dai mitocondri al citoplasma (effetto Warburg). Come conseguenza, si ha la soppressione<br />

dell’apoptosi e la resistenza alla morte cellulare. Dalle prove preliminari sulle cellule tumorali in<br />

coltura, si può ipotizzare che CF favorisca lo shift metabolico dalla via glicolitica a quella<br />

ossidativa mitocondriale, rendendo così la cellula suscettibile all’apoptosi. Le ricerche attuali si<br />

stanno rivolgendo proprio alla verifica <strong>di</strong> questa ipotesi; infatti, la comprensione dei meccanismi<br />

biochimici alla base dell'azione ipoproliferativa <strong>di</strong> CF sarà un supporto fondamentale al potenziale<br />

uso <strong>di</strong> CF come integratore antineoplastico e/o chemopreventivo.<br />

8


<strong>Cellfood</strong> TM migliora la capacità respiratoria endoteliale ed inibisce la formazione <strong>di</strong><br />

ROS indotti dall’ipossia<br />

Ferrero E, Fulgenzi A, Belloni D, Foglieni C, Ferrero ME<br />

Riassunto<br />

Le cellule endoteliali compongono il rivestimento interno <strong>di</strong> tutti i vasi, sanguigni e linfatici.<br />

Agendo come barriera semi-permeabile e selettiva tra il torrente circolatorio ed i tessuti sottesi,<br />

l’endotelio gioca un ruolo fondamentale nella fisiologia e pato-fisiologia <strong>di</strong> molti processi.<br />

Paradossalmente, l’endotelio, che è quiescente, è sempre vigile e attivo metabolicamente, per<br />

mantenere l’omeostasi. Quando questa si spezza, come accade in corso <strong>di</strong> processi infiammatori, in<br />

particolare car<strong>di</strong>ovascolari, o in se<strong>di</strong> tumorali, l’endotelio “attivato” viene meno alla sua funzione<br />

barriera. Nel tumore, esageratamente ricco <strong>di</strong> molecole attivatorie (citochine), l’endotelio inizia un<br />

processo <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> nuovi vasi (angiogenesi) che forniscono nutrienti ed O2 al tumore stesso<br />

e che ne permettono la <strong>di</strong>sseminazione e metastatizzazione. Per questa ragione, le terapie anti-<br />

angiogeniche rappresentano la nuova frontiera per debellare il tumore.<br />

Le cellule endoteliali primarie ottenute per <strong>di</strong>gestione enzimatica dalla vena del cordone ombelicale<br />

(Human Umbilical Vein Endothelial Cells, HUVEC) sono un modello universalmente accettato per<br />

stu<strong>di</strong>are la biologia e la fisiopatologia dell’endotelio e le sue interazioni con altri tipi cellulari e con<br />

componenti della matrice.<br />

L’endotelio vascolare controlla l’omeostasi dei tessuti ad esso sottesi e viceversa fattori epigenetici<br />

e microambientali influenzano l’omeostasi dell’endotelio, attivandolo. La rottura <strong>di</strong> tale equilibrio<br />

(attivazione o <strong>di</strong>sfunzione endoteliale),partecipa o ad<strong>di</strong>ritura innesca e propaga molte patologie, che<br />

vanno dall’infiammazione, alle malattie autoimmuni ed al tumore. Si pensa pertanto che la<br />

possibilità <strong>di</strong> inibire l’attivazione endoteliale possa rappresentare una importante strategia<br />

terapeutica.<br />

Data la sua peculiare localizzazione, all’interfacie tra sangue e tessuti, l’endotelio è continuamente<br />

esposto alle fluttuazioni <strong>di</strong> ossigeno, <strong>di</strong> cui è un fine sensore. In particolare l’ipossia, caratteristica<br />

comune ai tumori soli<strong>di</strong>, ingaggia una rispostadell’endotelio che esita tra nell’induzione dello<br />

“switch angiogenico” e nella generazione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno (ROS).<br />

Scopo del nostro lavoro è stato quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> TM nell’inibire la<br />

produzione <strong>di</strong> ROS indotti dall’ipossia e <strong>di</strong> comprenderne i meccanismi <strong>di</strong> azione.<br />

Abbiamo utilizzato cellule umane endoteliali primarie ottenute da vena ombelicale (HUVEC) e una<br />

linea <strong>di</strong> cellule endoteliali spontaneamente immortalizzata (ECV).<br />

9


<strong>Cellfood</strong>, impiegato in vitro, non è tossico e migliora il consumo <strong>di</strong> O2 preservando l’attività<br />

mitocondriale. Quest’ultima si accompagna ad una sostenuta produzione <strong>di</strong> ATP ma non <strong>di</strong> acido<br />

lattico.<br />

Come è atteso, HUVEC ed ECV coltivate in severo ambiente ipossico (1%O2) producono ROS.<br />

Tale produzione è significativamente inibita in presenza <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong>, che aumenta in parallelo<br />

l’espressione <strong>di</strong> enzimi mitocondriali anti-ossidanti (MnSOD). Infine, <strong>Cellfood</strong> interferisce con il<br />

metabolismo ipossico della cellula endoteliale attraverso l’inibizione del me<strong>di</strong>atore della risposta<br />

ipossica, Hypoxic Inducible factor (HIF)-1alpha.<br />

Noi pensiamo che <strong>Cellfood</strong> sia in grado <strong>di</strong> determinare uno shift metabolico dalla glicolisi verso la<br />

respirazione. Inoltre, oltre alle attività genericamente anti-ossidanti, pensiamo che <strong>Cellfood</strong><br />

possegga attività inibenti la risposta ipossica e le attività down-stream ad essa correlate.<br />

10


ALLUMINIO, SCLEROSI MULTIPLA & TERAPIA CHELANTE<br />

Dott. Sante Guido Zanella<br />

La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia neurodegenerativa che colpisce soprattutto soggetti <strong>di</strong><br />

eta’ compresa tra i 20 ed i 40 anni.<br />

In Italia ne sono colpiti circa 60 mila pazienti e la frequenza è in continuo aumento.<br />

L’etiologia della malattia non è stata ancora identificata ma le ipotesi piu’ accre<strong>di</strong>tate si orientano<br />

su cause genetiche e ambientali.<br />

Tra le cause ambientali l’intossicazione da Metalli Tossici (MT) sta’ riscuotendo sempre maggiore<br />

attenzione.<br />

Tra i MT, Alluminio, Piombo e Mercurio sono quelli maggiormente implicati per la loro ben nota<br />

neurotossicita’.<br />

I MT, infatti, una volta penetrati all’interno del nostro organismo si depositano all’interno degli<br />

organi e tessuti generando una grande quantità <strong>di</strong> sintomi spesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile interpretazione.<br />

Le terapie convenzionali basate sulla somministrazione <strong>di</strong> cortisonici, immunomodulanti<br />

(glatiramer acetato, interferoni), immunosoppressori (mitoxandrone, azatioprina, metotrexate,<br />

ciclofosfamide) e anticorpi monoclonali (natalizumab, tysabri) hanno efficacia in una ridotta<br />

percentuale <strong>di</strong> casi e effetti collaterali non trascurabili e per tale motivo molti Pazienti affetti da<br />

Sclerosi Multipla ricorrono a terapie complementari.<br />

La Terapia Chelante con EDTA (acido etilen <strong>di</strong>amino tetracetico) rappresenta la tecnica <strong>di</strong> elezione<br />

per ripulire gli organi dall’accumulo <strong>di</strong> questi veleni che l’organismo non è in grado <strong>di</strong> smaltire.<br />

L’agente chelante somministrato per via endovenosa attrae i MT all’interno della sua molecola, li<br />

inattiva e li elimina principalmente attraverso la via renale.<br />

Al termine della prima flebo (<strong>di</strong>agnostica) viene raccolto un campione <strong>di</strong> urina che verra’ poi<br />

spe<strong>di</strong>to a un laboratorio certificato per la determinazione del carico dei MT.<br />

Tra questi l’Alluminio risulta estremamente elevato nella quasi totalita’ dei Pazienti affetti da SM.<br />

Le fonti <strong>di</strong> contaminazione sono le piu’ svariate comprendendo: cibi e acqua contaminata, farmaci<br />

<strong>di</strong> uso comune, cosmetici, vaccini, fumo <strong>di</strong> sigaretta, etc.<br />

L’EDTA viene somministrato endovena con cadenza 7 – 14 giorni a seconda del grado <strong>di</strong><br />

intossicazione e delle con<strong>di</strong>zioni generali del Paziente fino alla normalizzazione dei valori.<br />

Analisi <strong>di</strong> laboratorio vengono sistematicamente richieste prima e durante la Terapia Chelante per<br />

valutare l’ idoneita’ alla terapia e successivamente per controllare i principali parametri ematici.<br />

I pazienti affetti da SM presentano inoltre un danno alla barriera ematoencefalica che<br />

consente il passaggio al fibrinogeno e ad altre proteine infiammatorie al cervello con<br />

comparsa e progressione della patologia.<br />

In tal modo i linfociti T, i macrofagi e le altre cellule immunitarie attaccano il cervello<br />

generando gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> ROS (specie reattive dell’ossigeno) con comparsa <strong>di</strong> STRESS<br />

OSSIDATIVO.<br />

11


Per tale motivo la somministrazione <strong>di</strong> Solfato <strong>di</strong> deuterio (CELLFOOD) è a mio avviso<br />

in<strong>di</strong>spensabile in quanto ci permette <strong>di</strong> ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare e <strong>di</strong><br />

purificare la matrice extracellulare che, quando in eccesso (per rottura dell’equilibrio bifasico<br />

smaltimento – ricostruzione) provoca l’intrappolamento delle lipoproteine, immunoglobuline,<br />

fibrina e in particolare albumina.<br />

L’Albumina tra le sue varie funzioni (regolazione della P osmotica, regolazione equlibrio<br />

acido – base, trasporto ormoni e farmaci, azione antiossidante) lega e trasporta una grande<br />

quantita’ <strong>di</strong> sostanze endogene ed esogene esplicando funzioni protettive con il sequestro <strong>di</strong><br />

sostanze tossiche.<br />

Completano il mio protocollo la somministrazione <strong>di</strong> vitamine, minerali, aci<strong>di</strong> grassi, antiossidanti,<br />

detossificanti in dosaggi personalizzati per il singolo Paziente oltre alla correzione delle abitu<strong>di</strong>ni<br />

alimentari volte a ripristinare la ritmicita’ del cortisolo e la calma insulinica (riduzione carico<br />

glicemico ore serali).<br />

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14


Cibo, infiammazione e stress ossidativo. Il ruolo del BAFF<br />

Dottor Attilio Speciani, allergo immunologo, docente Master <strong>di</strong> fitoterapia e nutrizione<br />

Università <strong>di</strong> Milano e Bologna. Componente del CTS Regione Lombar<strong>di</strong>a per le me<strong>di</strong>cine<br />

complementari, <strong>di</strong>rettore scientifico <strong>di</strong> www.eurosalus.com e <strong>di</strong> www.recallerprogram.com<br />

20149 Milano, via Vegezio 12, Tel 02.48008454 fax 02.48195685<br />

email dottorattiliospeciani@enter.it<br />

Nella mia recente esperienza <strong>di</strong> lavoro ad Haiti, un me<strong>di</strong>co woodo con cui ho potuto confrontare<br />

esperienze e decidere strategie <strong>di</strong> lavoro da mettere in atto perché la conoscenza scientifica<br />

<strong>di</strong>ventasse concretezza pratica per gli Haitiani, mi ripeteva “tout c’est liés” (tutto è legato e<br />

connesso) presentandomi un’immagine <strong>di</strong> collegamento tra tutte le energie, che reggono il mondo<br />

naturale e l’equilibrio dell’organismo nel suo <strong>di</strong>venire.<br />

È quello che si può verificare oggi in ambito scientifico: la visione olistica che un tempo sembrava<br />

destinata a filosofi e guru, trova evidenze in ricerche concrete e documentazioni certe e inattaccabili<br />

che evidenziano il legame continuo tra stress ossidativo, infiammazione a bassa intensità, segnali e<br />

messaggi ormonali, metabolismo, insulinoresistenza, integrazione alimentare, nutrizione e sistema<br />

neuropsichico ed immunitario. Questo legame pur documentato scientificamente ed essendo<br />

strumentale alla prassi terapeutica “umana” che ne può derivare, viene <strong>di</strong> fatto spesso negato. Basta<br />

pensare al tema delle intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate) (1): un lavoro scientifico<br />

pubblicato sul JACY ha evidenziato la crescita recente delle visite e degli accessi ospedalieri in<br />

Pronto Soccorso per fenomeni allergici alimentari, che va ben oltre l'atteso (2). Significa che i casi<br />

<strong>di</strong> allergia alimentare sono ben più che raddoppiati dal 2001 al 2006, nel volgere <strong>di</strong> soli 5 anni, e<br />

che il trend è ancora decisamente evidente. Solo qualcuno degli autori esprime una velata<br />

considerazione sul fatto che la <strong>di</strong>eta dei bambini potrebbe avere un ruolo in questo aumento <strong>di</strong><br />

ricoveri. La maggior parte degli altri continua a ritenere che la comparsa <strong>di</strong> allergia alimentare sia<br />

un fenomeno dovuto a fattori <strong>di</strong>versi dalla <strong>di</strong>eta.<br />

Chi vive a contatto con i problemi della gente comune sente in modo molto vivo questo <strong>di</strong>stacco tra<br />

la percezione <strong>di</strong> una relazione con gli aspetti alimentari del proprio malessere e l’ostinata negazione<br />

da parte <strong>di</strong> certa scienza a riconoscerne l'esistenza.<br />

Le scoperte relative alla identificazione del BAFF (B Cell Activating Factor) e al suo ruolo nel<br />

determinare le reazioni infiammatorie da cibo potrebbero consentire a molti me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> guardare<br />

all'alimentazione in modo più costruttivo. La recente identificazione della analisi delle IgG<br />

alimentari come strumento valido per la cura dell'emicrania in stu<strong>di</strong> controllati, randomizzati e in<br />

doppio cieco (3), potrebbe consentire a me<strong>di</strong>ci e terapeuti con attitu<strong>di</strong>ne scientifica <strong>di</strong> guardare alle<br />

allergie alimentari ritardate e ai loro effetti con occhio più scientifico. Oggi test come<br />

RecallerProgram forniscono in questo senso soluzioni semplici e integrate per la <strong>di</strong>agnosi e la<br />

terapia delle allergie alimentari ritardate consentendo <strong>di</strong> identificare l’esatto livello delle IgG<br />

alimentari (complessive) attraverso una meto<strong>di</strong>ca ELISA . Affrontando la valutazione delle IgG,<br />

che spesso esprimono tolleranza acquisita, noi abbiamo interpretato i risultati alla luce della teoria<br />

dei Gran<strong>di</strong> Gruppi Alimentari, consentendo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> promuovere delle <strong>di</strong>ete <strong>di</strong> rieducazione della<br />

tolleranza immunologica (che prevede contatto ed amicizia col cibo, non certo evitamento ed<br />

astinenza…).<br />

Si guida uno specifico “svezzamento” dell’allergia alimentare verso il recupero della tolleranza,<br />

superando i problemi <strong>di</strong> colpevolizzazione del cibo da cui sono tristemente affetti quasi tutti gli altri<br />

test oggi venduti in Italia e gran parte dei test mon<strong>di</strong>ali per aiutare a ritrovare l’energia che arriva<br />

dal sole attraverso l’energia degli alimenti.<br />

15


Il BAFF è quin<strong>di</strong> la citochina che modula gran parte degli effetti infiammatori delle allergie<br />

alimentari ritardate, ed il lavoro effettuato dal gruppo <strong>di</strong> gastroenterologi norvegesi, pubblicato a<br />

fine luglio 2010 su Alimentary Pharmacology & Therapeutics è in effetti molto semplice. Dopo<br />

avere scartato persone con alti livelli <strong>di</strong> allergia, gli intolleranti al lattosio e tutti i soggetti con una<br />

malattia infiammatoria intestinale già esistente (Crohn e Colite ulcerativa, per intenderci) sono state<br />

stu<strong>di</strong>ate attentamente le persone che riferivano una evidente sintomatologia intestinale alla<br />

assunzione <strong>di</strong> cibo e che non avevano delle evidenze allergiche nei confronti del cibo sospettato o<br />

nei confronti <strong>di</strong> altri alimenti: non avevano cioè Prick o RAST positivi verso i cibi. (4).<br />

I soggetti rimanenti invece documentavano la presenza molto ben misurabile, con <strong>di</strong>fferenze<br />

altamente significative rispetto ai controlli, <strong>di</strong> una particolare sostanza, prodotta da macrofagi,<br />

monociti e cellule dendritiche intestinali ed anche da altre cellule non immunologiche come le<br />

cellule della mucosa intestinale, delle ghiandole salivari e da cellule fibroblastiche o gliali situate<br />

nel cervello, nelle articolazioni, nella cartilagine.<br />

Questa sostanza (B Cell-Activating Factor), ha delle caratteristiche interessanti. Non solo attiva<br />

l'infiammazione, ma regola attraverso un controllo <strong>di</strong> segnale sui recettori delle cellule, la risposta<br />

allergica, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l'attivazione metabolica, l'azione muscolare e<br />

l'attivazione <strong>di</strong> malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia.<br />

Non è poco per una sostanza che nessuno è mai andato a cercare fino agli ultimi anni.. Si tratta <strong>di</strong><br />

situazioni e ambiti in cui la reazione dovuta alle intolleranze alimentari, gli effetti dello stress<br />

ossidativo e dell’ipossia sono stati spesso chiamati in causa, come nel caso della Artrite Reumatoide<br />

(11-12), della Emicrania, delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) o delle patologie<br />

respiratorie croniche. Oggi altri dati si aggiungono a confermare queste in<strong>di</strong>cazioni. Gli<br />

immunologi, i gastroenterologi, gli pneumologi e i reumatologi avranno <strong>di</strong> che <strong>di</strong>scutere a lungo <strong>di</strong><br />

questa novità anche se le in<strong>di</strong>cazioni immunologiche più recenti, come quelle emerse dal congresso<br />

europeo <strong>di</strong> allergologia <strong>di</strong> Londra, tenutosi nel giugno del 2010, segnalano che la tolleranza<br />

immunologica è sempre alla base dei processi <strong>di</strong> regolazione infiammatoria.<br />

Un fenomeno <strong>di</strong> questo genere si sposa perfettamente con la interpretazione proposta da Bazar (5)<br />

su Me<strong>di</strong>cal Hypothesis ancora nel 2006. Ci sono 5 gruppi <strong>di</strong> patologie intimamente correlati tra loro<br />

(cancro, malattie car<strong>di</strong>ovascolari, <strong>di</strong>abete ed obesità, depressione, allergia) e il me<strong>di</strong>atore comune<br />

<strong>di</strong> queste apparentemente <strong>di</strong>verse patologie è l’insulinoresistenza e lo sviluppo <strong>di</strong> citochine<br />

infiammatorie e modulatorie. Significa che integrando comportamenti alimentari ad effetto<br />

ormonale, stili <strong>di</strong> vita con riflessi sulla regolazione gluci<strong>di</strong>ca, integrazioni alimentari con effetto sul<br />

pattern ossidativo e uso ragionato <strong>di</strong> supplements per mantenere alcuni equilibri sistemici, si<br />

possono ottenere effetti sulla salute fino a poco tempo fa pensabili solo attraverso l’uso <strong>di</strong> farmaci.<br />

EFFETTI DELL’IPOSSIA SULL’ALLERGIA<br />

Già nel 2009 un lavoro pubblicato da Fitzpatrick (6) su JACI aveva messo in evidenza nei bambini<br />

una stretta <strong>di</strong>pendenza delle con<strong>di</strong>zioni asmatiche dallo stress ossidativo precisando che<br />

l’alterazione del pattern <strong>di</strong> ossidazione può favorire ed indurre una reazione allergica.<br />

Un lavoro recentissimo, pubblicato su Allergy nel luglio del 2011 (7) ha evidenziato l’esistenza<br />

dell’HIF (Hipoxia Inducible Factor) che stimolato da con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scarsa ossigenazione determina<br />

<strong>di</strong>rettamente la comparsa <strong>di</strong> infiammazione allergica delle vie respiratorie.<br />

Gli autori californiani hanno anche precisato che i pazienti sofferenti <strong>di</strong> asma e rinite hanno una<br />

presenza più elevata <strong>di</strong> HIF evidenziando che lo stesso HIF possa essere un target terapeutico per lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> nuovi trattamenti farmacologici. Uscendo per fortuna dalla considerazione solo<br />

farmacocentrica, questo importantissimo stu<strong>di</strong>o apre la strada alla terapia integrata dell’asma e delle<br />

forme infiammatorie delle vie respiratorie attraverso la modulazione nutrizionale e l’integrazione<br />

con sostanze che passo dopo passo stanno documentando il loro ruolo determinante <strong>di</strong> riequilibrio<br />

dei pattern ipossici e ossidativi dell’organismo.<br />

16


In particolare la recente pubblicazione del lavoro “The antioxidant protection of CELLFOOD®<br />

against oxidative damage in vitro” (8) ha consentito <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re la documentata azione antiossidante<br />

<strong>di</strong> questa sostanza. La pubblicazione, nel mese successivo, del lavoro <strong>di</strong> Allergy sulla ipossia e sull<br />

HIF (7) va a chiudere un cerchio logico, consentendo <strong>di</strong> percepire potenzialità <strong>di</strong> integrazione<br />

importante sul piano della terapia e della prevenzione per molte patologie e in modo definitivo per<br />

la parte allergica respiratoria.<br />

LIEVITI MITOCONDRI E ASMA<br />

Uno dei più importanti ricercatori mon<strong>di</strong>ali nel campo della immunologia applicata (L’austriaco<br />

Valenta) ha evidenziato il fatto che la <strong>di</strong>sposizione aminoaci<strong>di</strong>ca degli antigeni dell’aspergillo<br />

(presente in pratica in tutti i prodotti fermentati e la cui allergia alimentare e respiratoria è in<br />

spaventosa crescita <strong>di</strong> prevalenza) è la stessa della Super Ossido Dismutasi, caratterizzandosi quin<strong>di</strong><br />

degli effetti sinergici e reciproci <strong>di</strong> allergia o intolleranza a quel lievito e azione <strong>di</strong> inibizione del<br />

controllo dello stress ossidativo per inibizione della SOD. È ovvio quin<strong>di</strong> che il controllo<br />

nutrizionale e l’integrazione antiossidativa <strong>di</strong>ventano un’abbinata vincente nella gestione<br />

terapeutica e clinica. La regolazione epigenetica (alimentazione, integrazione, life style) è quella<br />

che rende conto degli effetti clinici positivi e del mantenimento della salute.<br />

ASPETTI PRATICI DI TERAPIA<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista terapeutico si ha quin<strong>di</strong> una base razionale importante e <strong>di</strong>venta ipotizzabile<br />

trattare gli allergici, bambini ed adulti, con una integrazione alimentare o con microelementi e<br />

vitamine idonei a controllare lo stato <strong>di</strong> ossidazione. Ridurre la presenza <strong>di</strong> metalli pesanti<br />

nell’organismo, controllare le allergie alimentari ritardate, controllare la produzione <strong>di</strong> a<strong>di</strong>pochine,<br />

modulare la loro azione immunoflogistica, orientare la <strong>di</strong>eta attraverso <strong>di</strong>versi rapporti tra i<br />

nutrienti, utilizzare sostanze a documentata azione antiossidante, impostare una corretta attività<br />

fisica sono tra gli strumenti pratici a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti per equilibrare l’omeostasi ossidativa e<br />

aiutare il recupero della salute e dello stato <strong>di</strong> benessere. Significa mangiare il più possibile<br />

naturale, controllare le intolleranze alimentari, usare antiossidanti naturali alimentari come frutta e<br />

verdura, integrare l’alimentazione con antiossidanti <strong>di</strong> riequilibrio (come <strong>Cellfood</strong> ad esempio ha<br />

documentato <strong>di</strong> essere), attivare il movimento fisico; tutte azioni che consentono <strong>di</strong> ridurre gli<br />

stimoli negativi immunologici e che possono aiutare, sotto controllo me<strong>di</strong>co ad arrivare alla cura<br />

non solo farmacologica <strong>di</strong> forme immunologiche, allergologiche e tumorali (9-10) anche complesse<br />

IMPORTANZA DELL’USO DI ANTIOSSIDANTI<br />

L’utilizzazione <strong>di</strong> bassi dosaggi <strong>di</strong> antiossidanti sembra avere una maggiore efficacia e sicurezza <strong>di</strong><br />

quanto possano dare dosaggi elevati. Con questi ultimi infatti si rischia un effetto <strong>di</strong> reazione<br />

eccessiva che porta spesso alla riproposizione del problema <strong>di</strong> partenza. È per questo motivo che la<br />

scelta <strong>di</strong> soluzioni colloidali e a basso dosaggio per gli antiossidanti garantisce la possibilità <strong>di</strong><br />

assorbire i microelementi presenti nell’integratore per lo sviluppo certo <strong>di</strong> una azione <strong>di</strong> riequilibrio<br />

sulla omeostasi ossidativa e per il controllo dello stress ossidativo in modo efficace e sicuro.<br />

In conclusione è utile ricordare che ormai quasi tutti gli antiossidanti più conosciuti documentano<br />

un’azione <strong>di</strong> incremento della Interleuchina 10 (IL10) che sappiamo essere una delle più importanti<br />

sostanze immunologiche che generano tolleranza e controllano l’infiammazione.<br />

La integrazione <strong>di</strong> particolari sostanze (ad esempio il metilsulfonilmetano o MSM), presente in<br />

<strong>Cellfood</strong> MSM spray, consente c<strong>di</strong> incrementare gli effetti sul piano controllo dell'infiammazione e<br />

della detossificazione polmonare. L’azione <strong>di</strong> un integratore come questo si affianca, nel<br />

trattamento delle forme allergiche respiratorie, al controllo dell’inquinamento ambientale (fumo e<br />

gas <strong>di</strong> scarico) e allo stimolo sulla riparazione cellulare, favorendo anche lo sviluppo e la crescita<br />

degli annessi cutanei (capelli e unghie). Abbiamo quin<strong>di</strong> un’ulteriore testimonianza del fatto che<br />

rieducazione delle allergie, integrazione antiossidativa e corretta impostazione alimentare agiscono,<br />

per il bene <strong>di</strong> ogni persona, percorrendo lo stesso sentiero.<br />

17


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12) Menza L, Marcolongo R et al, Reumatismo, Settembre 2007 Vol. 59 n. 3<br />

18


Il Ruolo Centrale del Mitocondrio nell’Omeostasi Organica<br />

Prof. Ivo Bianchi<br />

La Me<strong>di</strong>cina Mitocondriale ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e terapia <strong>di</strong> tutte le<br />

patologie su base esogena, si tratti <strong>di</strong> malattie da virus, da tossici o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> cancro indotto da<br />

cancerogeni. Nonostante si stia vivendo il momento storico della me<strong>di</strong>cina genetica e<br />

biomolecolare, il ruolo chiave del mitocondrio è innegabile : degradazione ad acqua ed anidride<br />

carbonica dei nutrienti, inattivazione delle scorie azotate, regolazione dei potenziali <strong>di</strong> membrana,<br />

sintesi degli ormoni steroidei, regolazione dell’apoptosi cellulare. Il mitocondrio è essenziale per la<br />

specificità funzionale e per la sopravvivenza stessa della cellula. Nonostante questo non deve mai<br />

essere fatta una terapia univoca. Lynn Margulis sostiene che l’evoluzione sulla terra è stata<br />

possibile grazie all’interazione mutualistica <strong>di</strong> due fattori: la cellula primor<strong>di</strong>ale anaerobica ed a<br />

vocazione eminentemente proliferativa ed il mitocondrio, organulo parassitante aerobico a<br />

vocazione energetica. La vita non evolve in maniera lineare-continua ma in una progressione<br />

oscillante, come una Bilancia Dinamica. Il mitocondrio utilizza i substrati nutritivi forniti dalla<br />

cellula, grazie alla combustione con l’ossigeno, producendo non solo acqua e anidride carbonica ma<br />

anche ioni idrogeno, specificatamente necessari alla cellula stessa. Esiste una simbiosi mutualistica,<br />

cementata nel corso <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> anni, tra la parte citoplasmatico-nucleare e la parte mitocondriale<br />

della cellula. Supportare dal punto <strong>di</strong> vista terapeutico la prima vuol <strong>di</strong>re fare una terapia anti aging,<br />

il secondo una terapia anti neoplastica. Il solfato <strong>di</strong> Deuterio, reagendo con l’acqua, mette a<br />

<strong>di</strong>sposizione sia ioni idrogeno per la cellula, che ossigeno nativo per il mitocondrio. In realtà<br />

tuttavia non basta semplicemente stimolare la funzione mitocondriale, l’esempio delle cellule dei<br />

piccoli mammiferi, <strong>di</strong>mostra che una attività molto intensa <strong>di</strong> questo corpuscolo porta a processi<br />

ossidativi tali da comprometterne in breve la sopravvivenza. Il CellFood, evoluzione complessa<br />

della molecola <strong>di</strong> solfato <strong>di</strong> Deuterio, fornendo un pool completo <strong>di</strong> minerali traccia, aminoaci<strong>di</strong> ed<br />

enzimi, rappresenta un supporto equilibrato, uno stimolo vitale privo <strong>di</strong> rischi.<br />

19


Dall’evitamento alla terapia chelante: ruolo dell’ossigeno on demand<br />

Dott. Mauro Mario Mariani, Specialista in Angiologia 'info@mmmariani.com'<br />

Professore a Contratto <strong>di</strong> Nutrizione Biologica, Segretario Società Italiana Terapia Chelante<br />

L’inquinamento ambientale si riflette sempre più spesso sul nostro stato <strong>di</strong> salute. La <strong>di</strong>ffusione con<br />

aria, acqua e cibo <strong>di</strong> inquinanti come i metalli tossici con<strong>di</strong>ziona sempre <strong>di</strong> più la genesi,<br />

l’evoluzione e la degenerazione delle malattie. Tra tutte le sostanze inquinanti i metalli tossici sono<br />

tra i composti più pericolosi e dannosi per l’uomo. I metalli tossici sono sostanze inquinanti che<br />

penetrano in maniera insi<strong>di</strong>osa nella nostra vita con cibi, bevande, aria, abiti e trasporti. E’ stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che sono concausa nel 65% dei decessi nei Paesi industrializzati. Non tutti i metalli sono<br />

tossici infatti alcuni (ferro, rame e selenio) sono in<strong>di</strong>spensabili per lo svolgimento delle funzioni<br />

metaboliche mentre risultano essere tossici a dosaggi superiori. Altri metalli definiti xenobiotici<br />

(piombo, mercurio, alluminio, cadmio) esercitano invece effetti tossici sull’organismo anche a<br />

bassissime concentrazioni. I metalli si accumulano lentamente e progressivamente negli organi<br />

(ossa, fegato, rene, SNC) e nei tessuti dove esplicano la loro azione dannosa. Il loro meccanismo<br />

d’azione consiste nel bloccare l’attività <strong>di</strong> numerosi complessi enzimatici con conseguente danno<br />

metabolico ed energetico delle nostre cellule. La sintomatologia da metalli tossici è svariata e<br />

coinvolge numerosi organi e apparati. E’ vero anche che i metalli pesanti dannosi sono tra noi fin<br />

dall’antichità. Una volta il rischio tossico da metalli era legato a situazioni specifiche e isolate,<br />

come le miniere, certi farmaci (al mercurio!), certe lavorazioni industriali. Oggi, praticamente tutti i<br />

prodotti industriali (dai missili alle batterie, dalla farina alla carta) sono costretti a far uso <strong>di</strong><br />

minerali a rischio che si scaricano nelle acque, nei terreni, nell’aria, e sono <strong>di</strong>fficilissimi da<br />

eliminare.<br />

Il risultato, nuovo per l’uomo, è uno “smog tossico” che può essere a bassa o alta intensità, secondo<br />

le zone e i momenti, ma che è ormai <strong>di</strong>ffuso in tutto l’ecosistema. Il nostro organismo ha una<br />

notevole capacità <strong>di</strong> eliminazione, ma non si è mai evoluto per eliminare elementi come i metalli<br />

tossici (alluminio, piombo, cadmio, mercurio, etc.) ed altri inquinanti. Il nostro "body burden"<br />

ovvero la zavorra corporea, purtroppo quoti<strong>di</strong>anamente si carica <strong>di</strong> sostanze tossiche: è come se<br />

avessimo un rubinetto che perde una goccia al giorno in un vaso, riempiendolo lentamente e<br />

inesorabilmente sino a che questo non trabocca. A quel punto iniziano a manifestarsi sintomi che<br />

inevitabilmente si trasformano poi in malattia.<br />

E’ ovvio che le persone più a rischio sono le persone fragili – anziani, bambini, malati cronici.<br />

Ma anche per chi è “apparentemente” sano il rischio aumenta nello stress psicofisico (iperlavoro,<br />

situazioni particolari come un trasloco, oppure una insi<strong>di</strong>osa malattia virale). Quin<strong>di</strong> è importante<br />

sapere a che punto siamo, anche perché i veleni esterni si accumulano lentamente, senza sintomi o<br />

con pochi sintomi – cefalea, sanguinamenti, debolezza, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> memoria – che possono<br />

facilmente confondersi con problemi <strong>di</strong> altro tipo.<br />

Per indagare quale stato <strong>di</strong> tossicità abbiamo possiamo effettuare un mineralogramma del capello.<br />

Questo esame corrisponde ad una biopsia tessutale ed esprime la me<strong>di</strong>a dei tassi <strong>di</strong> minerali e<br />

metalli tossici depositati nel nostro organismo. Il capello è un tessuto molle come le pareti <strong>di</strong> un<br />

organo o <strong>di</strong> un vaso. Nei tessuti molli (es.: arterie) i minerali si depositano <strong>di</strong>eci volte in più rispetto<br />

ai tessuti duri (es.: ossa).<br />

Se c'è una un eccesso <strong>di</strong> metalli tossici nei capelli, questo in<strong>di</strong>ca un eccesso nel corpo e quin<strong>di</strong> un<br />

suo accumulo.<br />

Per vedere quanti siamo in grado <strong>di</strong> “muovere” dal nostro organismo uno dei meto<strong>di</strong> più efficaci per<br />

la reale determinazione del dosaggio dei metalli tossici è rappresentato dal “Test <strong>di</strong> Chelazione”.<br />

20


Il test ha la durata <strong>di</strong> circa un’ora e consiste nel confronto tra i valori dei metalli presenti nelle urine<br />

prima ed imme<strong>di</strong>atamente dopo la somministrazione <strong>di</strong> una flebo endovenosa con un agente<br />

chelante (e.d.t.a.). La necessità <strong>di</strong> somministrare un agente chelante è data dal fatto che in<br />

con<strong>di</strong>zioni fisiologiche per il fenomeno dell’omeostasi il nostro organismo trattiene nelle sue parti<br />

molli i metalli tossici. Quin<strong>di</strong> siamo in<strong>di</strong>fesi verso queste sostanze che accumuliamo<br />

quoti<strong>di</strong>anamente, e che non riusciamo ad eliminare attraverso le nostre vie <strong>di</strong> uscita principali:<br />

urine, feci, sudore. In tal modo il nostro "body burden" (la zavorra corporea) cresce <strong>di</strong> giorno in<br />

giorno, e più continua il rischio <strong>di</strong> esposizione e più il nostro organismo si carica <strong>di</strong> queste sostanze.<br />

In caso <strong>di</strong> test positivo, ovvero presenza <strong>di</strong> metalli pesanti nel nostro organismo, é possibile<br />

effettuare un ciclo <strong>di</strong> Terapia Chelante per liberarci definitivamente dei metalli tossici. La terapia<br />

chelante è il trattamento <strong>di</strong> scelta per la rimozione dei metalli tossici e per la prevenzione dei danni<br />

da ra<strong>di</strong>cali liberi da loro provocato. L’ e.d.t.a. e` riconosciuto dall’ FDA - Food and Drug<br />

Administration - per la rimozione del piombo e <strong>di</strong> altri metalli pesanti oltre che per il trattamento<br />

dell’ipercalcemia e delle aritmie ventricolari associate ad intossicazione da <strong>di</strong>gitale. In Italia il<br />

nostro Ministero della Salute ha inserito l’e.d.t.a. fra i complessanti dei metalli tossici. La Terapia<br />

Chelante per infusione con e.d.t.a. è universalmente e scientificamente riconosciuta per la cura delle<br />

intossicazioni da metalli tossici. Sul principio che tutti i metalli, se in eccesso, risultano essere<br />

tossici per la salute dell'in<strong>di</strong>viduo, si basa la Terapia Chelante.<br />

"Chelazione" deriva dalla parola greca "chele", riferita alle chele del granchio. Il processo <strong>di</strong><br />

chelazione è un processo naturale che normalmente avviene in natura, ad esempio la clorofilla è un<br />

chelato del ferro. L'e.d.t.a. è una sostanza chimica che rimuove i metalli indesiderabili, attraverso la<br />

chelazione (legame elettrochimico) dai liqui<strong>di</strong> o tessuti con i quali viene a contatto. Infatti l'e.d.t.a.<br />

normalizza la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> molti elementi metallici nell'organismo, riduce il metabolismo del<br />

calcio e del colesterolo me<strong>di</strong>ante l'eliminazione dei loro cataboliti (prodotti chimici finali) che<br />

risultano essere la causa della loro tossicità per il danno che consegue alle membrane cellulari. La<br />

Terapia Chelante si avvale dell'uso per via endovena per infusione <strong>di</strong> e.d.t.a. (acido etile <strong>di</strong>ammino<br />

tetracetico), <strong>di</strong> vitamine ed elettroliti e <strong>di</strong> una<br />

efficace e mirata integrazione. Dopo chelazione per gestire l'azione chimica dell'e.d.t.a che va a<br />

"catturare" i metalli a livello delle membrane cellulari rompendo il "legame tossico" si determina<br />

una "richiesta <strong>di</strong> Ossigeno" da parte delle cellule, richiesta che viene sod<strong>di</strong>sfatta "on demand" da<br />

CELLFOOD®.<br />

CELLFOOD® è una formula originale in soluzione salina che contiene ossigeno <strong>di</strong>sciolto,<br />

elettroliti, 78 minerali in forma ionica, 34 enzimi e 17 aminoaci<strong>di</strong>. CELLFOOD® è unico nella sua<br />

capacità <strong>di</strong> generare Ossigeno allo stato nascente (che significa neo-nato). CELLFOOD® forma<br />

Ossigeno nascente me<strong>di</strong>ante la scissione della molecola <strong>di</strong> acqua, indebolendo i legami tra gli<br />

atomi. Il rilascio a cascata dell’Ossigeno agisce a livello cellulare profondo.<br />

Il ruolo <strong>di</strong> CELLFOOD® é quello <strong>di</strong> aumentare la bio<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> Ossigeno e dei micronutrienti<br />

determinando cosí un’attivazione della funzione respiratoria mitocondriale.<br />

La bio<strong>di</strong>sponibiltà dei suoi preziosi principi attivi riesce a permeare in profon<strong>di</strong>tà la matrice<br />

extracellulare fino a liberarla dalla presenza delle sostanze tossiche "sbloccate" dalle membrane<br />

cellulari dall'azione chelante dell'e.d.t.a.<br />

Questo effetto é favorito dall’ingestione <strong>di</strong> adeguate quantità d’acqua (preferibilmente a basso<br />

residuo fisso) assieme a una significativa stimolazione della <strong>di</strong>uresi e, talvolta, delle secrezioni a<br />

livello della cute (azione drenante, <strong>di</strong>sintossicante e depurante). Il ripristino della comunicazione tra<br />

flui<strong>di</strong> e cellule, conseguente allo “sblocco” della matrice, consente ai preziosi costituenti <strong>di</strong><br />

CELLFOOD® <strong>di</strong> penetrare e <strong>di</strong>stribuirsi rapidamente nelle cellule, pronti ad essere utilizzati sulla<br />

base delle effettive necessità (“on demand”).<br />

21


Nel protocollo della Terapia Chelante 3 sono i prodotti in<strong>di</strong>spensabili della linea CELLFOOD®, da<br />

assumere quoti<strong>di</strong>anamente assieme ad amminoaci<strong>di</strong> essenziali, omega ed un alcalinizzante:<br />

CELLFOOD® gocce base, per gli importanti e giustificati motivi sovraesposti.<br />

CELLFOOD® SAMe gocce. Utile per il processo <strong>di</strong> detossificazione a livello epatico da proporre<br />

quoti<strong>di</strong>anamente per portare a termine l'azione <strong>di</strong>sintossicante dell'e.d.t,a., e per la sua capacita <strong>di</strong><br />

rendere i recettori cellulari più sensibili. Col passare del tempo (aging), infatti, le membrane<br />

<strong>di</strong>ventano sottili e collose e i recettori perdono la loro capacità <strong>di</strong> modularsi in risposta a segnali<br />

chimici: CELLFOOD® SAMe riesce a mantenere fluide le membrane e mobili i recettori grazie al<br />

processo <strong>di</strong> metilazione dei fosfolipi<strong>di</strong>.<br />

CELLFOOD® MULTIVITAMIN 100% RDA Formula spray. L’utilizzo <strong>di</strong> una innovativa<br />

tecnologia laser riesce a rendere più facilmente assimilabili 12 vitamine fornendo il 100% RDA<br />

proprio grazie alla loro maggiore bio<strong>di</strong>sponibilità,.<br />

Tale protocollo, assieme ad un corretto stile alimentare (metodo 3 emme®) é stato applicato negli<br />

ultimi due anni su centinaia <strong>di</strong> pazienti sottoposti a Terapia Chelante con sensibili miglioramenti del<br />

loro stato <strong>di</strong> salute.<br />

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Feedback Books. 1982.<br />

23


Dott. LORENZO BETTONI<br />

Responsabile del servizio ambulatoriale <strong>di</strong> II livello e del DH <strong>di</strong> Immunologia,<br />

Reumatologia e Allergologia Ospedale <strong>di</strong> Manerbio -BS-<br />

www.lorenzobettoni.it<br />

IL RUOLO DEGLI ANTIOSSIDANTI NELLE MALATTIE REUMATICHE<br />

Le malattie reumatiche hanno una prevalenza <strong>di</strong> circa il 15% nella popolazione, con<br />

proiezioni del 18% nei primi decenni del 21° secolo , in relazione all’aumento dell’età me<strong>di</strong>a<br />

e, globalmente, sono la prima causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità negli ultrasessantacinquenni.<br />

Si tratta spesso <strong>di</strong> malattie importanti, croniche, che richiedono terapie prolungate e<br />

controlli perio<strong>di</strong>ci e che possono frequentemente colpire anche soggetti <strong>di</strong> giovane età.<br />

Si <strong>di</strong>stinguono schematicamente tre tipi <strong>di</strong> malattie reumatiche: quelle degenerative<br />

(artrosi, osteoporosi…), quelle infiammatorie (artriti, connettiviti, vasculiti…) e quelle<br />

“immuno-tossiche” (fibromialgia, sensibilità chimica multipla, encefalomielite mialgica…).<br />

La <strong>di</strong>agnosi si basa principalmente sulla storia clinica e sull’esame fisico del paziente, oltre<br />

ad esami <strong>di</strong> laboratorio specifici sull’autoimmunità.<br />

Alcune malattie reumatiche interessano non solo l’apparato osteo-artro-muscolare ma<br />

anche organi interni (cuore, polmoni, reni…).<br />

Spesso è necessario per il paziente dover convivere con la malattia e non è raro dover<br />

affrontare insi<strong>di</strong>ose sindromi depressive correlate alla cronicità del problema.<br />

Peraltro va ricordato che oggi si possono trovare soluzioni me<strong>di</strong>che (o chirurgiche) per le<br />

malattie reumatiche impensabili solo pochi anni fa.<br />

Tra queste, sono sicuramente degne <strong>di</strong> nota le crescenti conferme, nella letteratura<br />

scientifica mon<strong>di</strong>ale, <strong>di</strong> un coinvolgimento rilevante dello stress ossidativo non solo nel<br />

determinismo, ormai noto, delle malattie degenerative ma anche <strong>di</strong> quelle infiammatorie ed<br />

“immuno-tossiche”.<br />

Gli antiossidanti si propongono, quin<strong>di</strong>, come una potenziale terapia in grado <strong>di</strong> agire sui<br />

meccanismi patogenetici delle malattie reumatiche.<br />

24


Il processo <strong>di</strong> Remetilazione nell’omeostasi fisiologica e nell’invecchiamento<br />

cellulare. Rischio vascolare e prevenzione ottimale<br />

Prof. Mauro Miceli biokimia2001@yahoo.it<br />

Nell’ultimo decennio l’Omocisteina, sostanza omologa dell’aminoacido Cisteina, ha assunto un<br />

ruolo particolarmente importante non solo come spia del recupero del gruppo metilico, ma anche<br />

come fattore chiave alla base <strong>di</strong> una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> processi fisiopatologici che caratterizzano molte<br />

malattie cronico-degenerative a forte impatto sociale e in particolare quelle car<strong>di</strong>o-vascolari.<br />

Contrariamente a quanto creduto fino ad ora, i livelli <strong>di</strong> questa sostanza nel sangue dovrebbero<br />

essere decisamente al <strong>di</strong> sotto dei valori limite assunti come range <strong>di</strong> normalità, tanto è vero che<br />

recenti stu<strong>di</strong> effettuati dalla Boston University hanno messo in evidenza come già con valori<br />

superiori a 9 µmol/litro il rischio car<strong>di</strong>aco relativo risultava il doppio mentre a valori pari a 15<br />

µmol/litro (limite <strong>di</strong> normalità in<strong>di</strong>cato in molti laboratori) tale rischio passava ad<strong>di</strong>rittura a 4.<br />

Tra le cause <strong>di</strong> tipo biochimico-molecolare implicate nella genesi <strong>di</strong> tale rischio a livello vascolare,<br />

assume un ruolo decisivo la biotrasformazione in Omocisteina Tiolattone la quale è capace <strong>di</strong><br />

ossidare il colesterolo LDL per formare degli aggregati molecolari che sono capaci <strong>di</strong> attaccare la<br />

parete arteriosa promuovendo la formazione <strong>di</strong> cellule schiumose e successivamente, grazie<br />

all’intervento combinato delle specie reattive dell’ossigeno, provocando <strong>di</strong>sfunzione endoteliale,<br />

<strong>di</strong>sattivazione del nitrossido a livello vascolare e quin<strong>di</strong>, in ultima analisi, la proliferazione delle<br />

cellule muscolari lisce che unitamente al danno sulla matrice extravascolare me<strong>di</strong>ato anche dalla per<br />

ossidazione lipi<strong>di</strong>ca portano al fenomeno atero-trombotico.<br />

A conferma <strong>di</strong> tutto ciò, vi è l’evidenza clinica supportata da importanti stu<strong>di</strong> che hanno mostrato<br />

una correlazione stretta fra livelli crescenti <strong>di</strong> omocisteina e aumentato rischio <strong>di</strong> infarto del<br />

miocar<strong>di</strong>o, come pure una favorevole prognosi in pazienti con pregresso infarto in virtù <strong>di</strong> un<br />

significativo decremento dei livelli ematici <strong>di</strong> questo particolare aminoacido.<br />

Esistono poi <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> clinici controllati a sostegno del coinvolgimento dell’omocisteina nella<br />

patogenesi dello stroke, della malattia coronarica e delle arteriopatie periferiche, come pure nelle<br />

patologia cerebro-vascolare ; è stato <strong>di</strong>mostrato come i livelli <strong>di</strong> questa sostanza nel sangue<br />

aumentino progressivamente con l’età e come tale incremento sia in forte correlazione con<br />

l’aumento delle patologie vascolari croniche sopracitate.<br />

La terapia ottimale che consente <strong>di</strong> controllare l’aumento dei valori dell’Omocisteina si fonda<br />

principalmente sulla somministrazione <strong>di</strong> un pool <strong>di</strong> vitamine del gruppo B, tutte coinvolte nel<br />

recupero dei gruppi metile, che consentono la riconversione dell’Omocisteina in Metionina (acido<br />

folico e vitamina B12) o, tramite la via della transulfurazione, <strong>di</strong>rettamente in Cisteina (Vitamina<br />

B6 nella via del Glutatione), unitamente alla Betaina o trimetil-Glicina che consente un completo<br />

recupero del processo <strong>di</strong> rimetilazione.<br />

Stu<strong>di</strong> sia clinici che sperimentali hanno confermato come una adeguata supplementazione <strong>di</strong> acido<br />

folico sia capace <strong>di</strong> bloccare e far regrederire la progressione del processo aterosclerotico,<br />

parallelamente ad un significativa riduzione dell’incidenza sia dello stroke che dell’Infarto car<strong>di</strong>aco<br />

; inoltre dosi integrative <strong>di</strong> folato hanno trovato favorevole impiego nella prevenzione delle<br />

restenosi coronariche come pure nell’aumento della funzionalità endoteliale in caso <strong>di</strong> malattia<br />

coronarica. La progressiva per<strong>di</strong>ta fisiologica dei gruppi metilici con l’avanzare dell’età è stata<br />

posta in forte correlazione con la durata della vita nell’uomo e per tale motivo esiste la forte<br />

necessità <strong>di</strong> operarne un adeguato recupero a livello metabolico : un preparato ideale a tal fine<br />

dovrebbe garantire l’apporto ben bilanciato <strong>di</strong> tutti questi cofattori vitaminici atti a favorire<br />

un’efficace processo <strong>di</strong> rimetilazione , in modo da covertire quanto possibile l’omocisteina negli<br />

25


aminoaci<strong>di</strong> atossici cisteina e metionina, e al tempo stesso un apporto adeguato <strong>di</strong> basi azotate al<br />

fine <strong>di</strong> un imme<strong>di</strong>ato e corretto utilizzo nel processo <strong>di</strong> rigenerazione cellulare fisiologico.<br />

In tale contesto la somministrazione del prodotto <strong>Cellfood</strong> DNA/RNA (Longevity Formula)<br />

garantisce i seguenti benefici :<br />

- fornisce il miglior sistema <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong>rettamente alle cellule <strong>di</strong> tutti i fattori vitaminici<br />

per prevenire e <strong>di</strong>minuire l’Iperomocisteinemia<br />

- conserva i benefici ringiovanenti delle basi azotate bio<strong>di</strong>sponibili per la costruzione e<br />

sostituzione degli aci<strong>di</strong> nucleici<br />

- Aumento dell’ossigenazione per la produzione ottimale <strong>di</strong> ATP<br />

- Apporto <strong>di</strong> Deuterio per rafforzare i legami in macromolecole soggette ad attacco dei<br />

ROS<br />

- Integrazione <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> base per garantire una adeguata funzionalità e protezione<br />

dell’endotelio vasale (ve<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> Prof. Ferrero)<br />

A conclusione si ricorda in particolare come la formulazione sublinguale garantisca una<br />

completa bio<strong>di</strong>sponibilità dei principi bioattivi contenuti nel prodotto prendendo a titolo <strong>di</strong><br />

esempio la somministrazione <strong>di</strong> vitamina B12, il cui assorbimento efficace incontra non poche<br />

<strong>di</strong>fficoltà a livello fisiologico, e come tutto questo venga risolto tramite l’erogazione<br />

sublinguale della forma biologicamente attiva della vitamina, la metilcobalamina, subito<br />

<strong>di</strong>sponibile a livello cellulare.<br />

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

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to methionine excess. J Biol Chem 1986; 261: 1582-7;<br />

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hyperhomocysteinemia enhances platelet aggregation, thromboxane<br />

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Mutations. Relation to Thrombosis and Coronary Artery Disease.<br />

Circulation 2005;111:e289-e293.<br />

27


Produzione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita simil-umani derivati dalle piante per la cura della pelle.<br />

Dott. Björn Lárus Örvar, CEO, Sif Cosmetics<br />

I fattori <strong>di</strong> crescita sono considerati agenti efficaci per una vasta gamma <strong>di</strong> applicazioni nella cura<br />

della pelle. Numerosi stu<strong>di</strong> clinici <strong>di</strong>mostrano che l'applicazione a livello topico dei fattori <strong>di</strong><br />

crescita, può avere benefici significativi per la pelle. Ad esempio, nel 2003 Fitzpatrick e Rostan<br />

<strong>di</strong>mostrarono che l'applicazione a livello topico dei fattori <strong>di</strong> crescita, stimola la riparazione della<br />

pelle dai danni provocati dal sole (Fitzpatrick, et.al. 2003) e inoltre, nel 2008 Hussain e i suoi<br />

colleghi presentarono risultati clinici che confermavano gli effetti benefici dei fattori <strong>di</strong> crescita nel<br />

ringiovanimento della pelle (Hussain, et.al. 2008). Il fattore <strong>di</strong> crescita epidermico (EGF) è<br />

probabilmente uno dei fattori <strong>di</strong> crescita con le caratteristiche migliori per il ringiovanimento<br />

cellulare (Rheinwald, et.al.1977, Carpender, et.al. 1990, Hardwicke, et.al. 2008). L'EGF <strong>di</strong> origine<br />

vegetale e "biorisk-free", prodotto da ORF Genetics da semi <strong>di</strong> orzo, costituisce l'originale e attivo<br />

ingre<strong>di</strong>ente per la formulazione più sicura ed efficace per la cura della pelle (Erlendsson, et.al.<br />

2010). Il BIOEFFECT TM EGF Serum, nuovo rivoluzionario prodotto per la cura della pelle firmato<br />

Sif Cosmetics, società affiliata <strong>di</strong> ORF Genetics, è il primo prodotto al mondo per la cura della pelle<br />

a contenere il fattore <strong>di</strong> crescita EGF <strong>di</strong> origine vegetale. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> efficacia confermano gli effetti<br />

benefici <strong>di</strong> BIOEFFECT EGF Serum sulle zone del viso, <strong>di</strong>mostrando una chiara riduzione delle<br />

linee d'espressione e delle rughe, oltre che un in<strong>di</strong>scutibile aumento dell'elasticità e dell'idratazione<br />

cutanea superficiale dopo sole 4 settimane <strong>di</strong> applicazione (Dr.Vidarsson’s Efficacy Report, Marzo,<br />

2011). BIOEFFECT TM EGF Serum è un'innovazione senza precedenti per il mercato cosmetico.<br />

Riferimenti:<br />

1. Fitzpatrick RE, Rostan EF. Reversal of photodamage with topical growth factors: a pilot<br />

study. J Cosmet Laser Ther. 2003 Apr;5(1):25-34.<br />

2. Hussain M, Phelps R, Goldberg DJ. Clinical, histologic, and ultrastructural changes after use<br />

of human growth factor and cytokine skin cream for the treatment of skin rejuvenation. J<br />

Cosmet Laser Ther. 2008 Jun;10(2):104-9.<br />

3. Hardwicke J, et.al. Epidermal growth factor therapy and wound healing--past, present and<br />

future perspectives. Surgeon. 2008 Jun;6(3):172-7.<br />

4. Rheinwald JG, Green H. Epidermal growth factor and the multiplication of cultured human<br />

epidermal keratinocytes. Nature. 1977 Feb 3;265(5593):421-4.<br />

5. Carpenter G, Cohen S. Epidermal growth factor. J Biol Chem.1990 May 15;265(14):7709-<br />

12<br />

6. H. Vidarsson, BIOEFFECT TM EGF Serum efficacy report, March, 2011.<br />

7. Erlendsson, LS, et.al. Barley as a green factory for the production of functional Flt3<br />

ligandBiotechnol J. 2010 Feb;5(2):163-71.<br />

28


L’invecchiamento cutaneo: Ruolo dell’EGF<br />

Dott.Guido Giorgio Mariani Chirurgo plastico<br />

Gli anni che passano fanno si che la nostra pelle vada incontro a mo<strong>di</strong>ficazioni a livello strutturale e<br />

cellulare che si traducono in un lento e, inesorabilmente, progressivo mutamento dell'aspetto<br />

esteriore.<br />

La pelle, più <strong>di</strong> altri organi, risente dell'effetto del tempo , l'esposizione solare, l'inquinamento, li<br />

sbalzi <strong>di</strong> temperatura, lo stress, le variazioni ormonali, ecc. sono tutti fattori che ne influenzano il<br />

cambiamento.<br />

Il graduale mutamento dell'aspetto ha origine nel derma, dove si assiste ad una progressiva<br />

degenerazione della matrice <strong>di</strong> sostegno del tessuto connettivo, mentre in superficie si manifestano<br />

dapprima problemi estetici come secchezza, <strong>di</strong>sidratazione, comparsa <strong>di</strong> rughe per arrivare infine a<br />

rilassamento cutaneo con alterazione dell'architettura del viso.<br />

Intorno ai 30 anni, la pelle perde progressivamente la sua capacità <strong>di</strong> trattenere acqua e la sua<br />

elasticità: le rughe ne sono l'evidenziazione.<br />

L'invecchiamento biologico(cronologico) è il principale responsabile dei processi degenerativi<br />

tissutali; la formazione delle prime rughe prende origine dai continui e involontari movimenti che<br />

quoti<strong>di</strong>anamente il nostro viso compie, attraverso la contrazione e la <strong>di</strong>stensione dei muscoli<br />

sottostanti (rughe d'espressione). Poichè il derma perde con il tempo la sua capacità elastica <strong>di</strong><br />

decontrazione, si forma la ruga. Questo primo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> invecchiamento cutaneo, che viene anche<br />

definito mioinvecchiamento, si localizza generalmente sulla fronte, ai lati della bocca (rughe nasogeniene)<br />

e fra le sopraciglia.<br />

Con il passare del tempo, anche il rinnovamento cellulare rallenta e si manifesta in superficie con<br />

pelle opaca e spenta, rilievo cutaneo non uniforme e comparsa <strong>di</strong> piccole rughe. Nel contempo il<br />

film idro-lipi<strong>di</strong>co, la principale barriera protettiva della pelle, si assottiglia e ciò determina<br />

secchezza e <strong>di</strong>sidratazione; <strong>di</strong>minuisce la produzione <strong>di</strong> elastina e collagene che comporta una<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elasticità e compattezza cutanea.<br />

Fattori ambientali esterni (raggi UV, inquinamento, smog, stress, alimentazione) liberano ra<strong>di</strong>cali<br />

liberi che attivano gli enzimi che contribuiscono alla <strong>di</strong>struzione dei componenti principali del<br />

derma (elastina, collagene, acido ialuronico) peggiorando ulteriormente la situazione.<br />

Con la menopausa, subentrano inoltre fattori ormonali che influiscono negativamente sul<br />

rinnovamento cutaneo (turn-over), sull'idratazione, accelerano la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> collagene e <strong>di</strong> fibre<br />

elastiche e inducono un'anomala <strong>di</strong>stribuzione della melanina.<br />

I tessuti in superficie si presentano avvizziti, rilassati, come svuotati, fino a cambiare l'aspetto del<br />

viso (mo<strong>di</strong>ficazione dell''ovale del viso''). In generale, in<strong>di</strong>pendentemente dall'età, al danno<br />

irreversibile delle fibre elastiche contribuisce anche l'azione <strong>di</strong>struttiva svolta dai raggi UV-A, che<br />

penetrano nel derma danneggiando i legami chimici che caratterizzano le fibre elastiche. Alcuni<br />

stu<strong>di</strong> hanno infatti evidenziato nei soggetti <strong>di</strong> colore (più protetti nei confronti dei raggi UV) e nei<br />

religiosi (la cui pelle è raramente esposta al sole) si conserva più a lungo l'elasticità della pelle.<br />

Si ricorre a <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> cure per combattere l’invecchiamento del viso,dai semplici massaggi , al<br />

laser, al botulino, alle ra<strong>di</strong>ofrequenze, all’acido ialuronico,etc,etc,fino ad arrivare alla chirurgia<br />

plastica con il lifting o miniliftig.<br />

Quando la pelle è giovane, produce abbastanza attivatori cellulari (EGF)da mantenere un aspetto<br />

giovanile.<br />

29


La pelle ha una grande elasticità conferita dall'elastina ed è soda perché il collagene è presente in<br />

quantità sufficiente. Con l'invecchiamento, la flessibilità e la compattezza <strong>di</strong>minuiscono e la pelle<br />

si assottiglia. Se la quantità <strong>di</strong> collagene e <strong>di</strong> elastina si riduce, sulla pelle appaiono rughe e segni<br />

del tempo.<br />

Nel 1986,la scoperta dell’EGF,valse a Stanley Cohen il premio nobel per la Me<strong>di</strong>cina e Fisiologia<br />

Fu brevettato per uso cosmetico da Greg Brown nel 1989. Oggi con il Bioeffect serum,unico EFG<br />

<strong>di</strong> estrazione vegetale,proteina pura, senza conservanti, oli, profumi o inutili ad<strong>di</strong>tivi, nessun<br />

batterio, né cellule animali: solo orzo, è possibile combattere l’invecchiamento a casa. L’EGF<br />

agisce da messaggero chimico tra le cellule.<br />

Quando l'attivatore cellulare EGF lega con uno specifico recettore EGF sulla superficie cellulare,<br />

quest'ultimo invia un messaggio al nucleo, il "centro <strong>di</strong> controllo" della cellula, attraverso una<br />

complessa sequenza <strong>di</strong> segnali.<br />

Nel nucleo il messaggio viene convertito in <strong>di</strong>verse attività cellulari, stimolando la formazione <strong>di</strong><br />

collagene ed elastina oltre che la produzione <strong>di</strong> proteine, una maggiore attività genetica e la<br />

<strong>di</strong>visione cellulare.<br />

Frutto <strong>di</strong> 10 anni <strong>di</strong> ricerca da parte <strong>di</strong> scienziati islandesi,il Bio-Effect è una vera rivoluzione nel<br />

campo cosmetico.<br />

Il Bio-Effect penetra nel derma. Numerose indagini riportate in letteratura in<strong>di</strong>cano l’esistenza <strong>di</strong><br />

almeno 4 percorsi potenziali per la penetrazione nella cute <strong>di</strong> quantità ridotte <strong>di</strong> molecole gran<strong>di</strong>,<br />

quali l’EGF.<br />

1.Punto <strong>di</strong> sudorazione<br />

2. Diffusione transdermale<br />

3. Follicolo pilifero<br />

4.Microlesioni<br />

Da ricerche effettuate :<br />

L’aumento me<strong>di</strong>o dell’idratazione è pari al 30% sulla fronte e 16% sulla guancia.<br />

Quello dell’elasticità del 9% sul collo e 20% sul contorno occhi.<br />

Consigli per l’uso<br />

Dopo essersi lavato il viso, applicare 3 gocce <strong>di</strong> Bio-Effect<br />

2 volte la settimana tenere per 2 ore una maschera <strong>di</strong> Oxigen Gel, quin<strong>di</strong> lavarsi bene e<br />

applicare le 3 gocce <strong>di</strong> Bio-Effect<br />

Bibliografia<br />

BIOEFFECT EGF Relazione sull’efficacia del siero H. Vidarsson. Marzo 2011<br />

Plant based production of human like growth factors for skin care applications.<br />

Dr. Björn Lárus Örvar, CEO, Sif Cosmetics Fitzpatrick RE, Rostan EF. Reversal of photodamage<br />

with topical growth factors: a pilot study. J Cosmet Laser Ther. 2003 Apr;5(1):25-34.<br />

Hussain M, Phelps R, Goldberg DJ. Clinical, histologic, and ultrastructural changes after use of<br />

human growth factor and cytokine skin cream for the treatment of skin rejuvenation. J Cosmet<br />

Laser Ther. 2008 Jun;10(2):104-9.<br />

30


Hardwicke J, et.al. Epidermal growth factor therapy and wound healing--past, present and future<br />

perspectives. Surgeon. 2008 Jun;6(3):172-7.<br />

Rheinwald JG, Green H. Epidermal growth factor and the multiplication of cultured human<br />

epidermal keratinocytes. Nature. 1977 Feb 3;265(5593):421-4.<br />

Carpenter G, Cohen S. Epidermal growth factor. J Biol Chem.1990 May 15;265(14):7709-12<br />

Erlendsson, LS, et.al. Barley as a green factory for the production of functional Flt3<br />

ligandBiotechnol J. 2010 Feb;5(2):163-71.<br />

AMA Laboratories, INC. test report No. MS11.RIPT.L99110.50.CHI<br />

Dal Dott. Ronald Moy, M.D Presidente dell’accademia americana <strong>di</strong> dermatologia, professore<br />

presso la David Geffen School of Me<strong>di</strong>cine della UCLA. : visi<br />

Valutazione dell’efficacia <strong>di</strong> BIOEFFECTTM EGF Serum in uno stu<strong>di</strong>o clinico con applicazione<br />

due volte al giorno sulla cute del viso.<br />

31


Muscolazione, ritenzione e ossidazione: l’esperienza con la nazionale <strong>di</strong> ultramaratona.<br />

Alimentazione e integrazione: quali <strong>di</strong>fferenze tra atleta e sedentario?<br />

Dott. Luca Speciani Me<strong>di</strong>co chirurgo e Dottore in Scienze Agrarie. info@lucaspeciani.it<br />

Nell'ambito dell'alimentazione dello sportivo, molte cose si sono profondamente mo<strong>di</strong>ficate nel<br />

corso dell'ultimo decennio. L'impostazione nutrizionale basata sulle calorie e sulla somma<br />

elementare dei <strong>di</strong>versi nutrienti (proteine, carboidrati, grassi) si è rivelata del tutto superata da nuovi<br />

dati scientifici (ve<strong>di</strong> riferimenti bibliografici). In estrema sintesi si può <strong>di</strong>re che le <strong>di</strong>namiche “<strong>di</strong><br />

segnale” abbiano completamente soppiantato le vecchie <strong>di</strong>namiche basate sul calcolo delle calorie e<br />

dei nutrienti, grazie ad una somma incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> nuovi lavori che documentano come al centro della<br />

regolazione metabolica stia “sua maestà l'ipotalamo”, che si prende la responsabilità (sulla base<br />

appunto dei segnali interni o esterni che riceve) <strong>di</strong> stimolare o rallentare gli organi bersaglio<br />

(tiroide, muscolo, surrene, gona<strong>di</strong>) con potenti effetti positivi o negativi sulla prestazione.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una rivoluzione copernicana in campo <strong>di</strong>etologico, in un campo nel quale per più <strong>di</strong> un<br />

secolo si è invece cercato <strong>di</strong> far credere che il corpo umano fosse un sacco vuoto alla mercé delle<br />

calorie o dei nutrienti, senza minimamente supporre (o almeno sottovalutando) il fatto che il corpo<br />

risponde omeostaticamente a qualsiasi stimolo, ed è costantemente alla ricerca <strong>di</strong> un equilibrio, che<br />

tra l'altro nell'atleta è per alcuni aspetti molto instabile.<br />

Trasferire il concetto <strong>di</strong> “segnale”, che a livello <strong>di</strong> intuizione era certo già presente in altri lavori<br />

precedenti, su modalità operative per la costruzione <strong>di</strong> un'alimentazione moderna per l'atleta (non<br />

più basata su calorie e nutrienti ma sul gioco <strong>di</strong> molecole segnale che si muovono verso e<br />

dall'ipotalamo) non è impresa facile, sia per quanto riguarda l'alimentazione quoti<strong>di</strong>ana che per<br />

l'approvvigionamento pre-gara o durante la gara.<br />

I tempi dell'improvvisazione sono finiti, e se lo sportivo non conosce a sufficienza i cibi che mangia<br />

e gli effetti che possono avere sulla sua prestazione, perde un elemento importante che – beffa<br />

finale – avrebbe potuto essere migliorato a costo zero.<br />

Per capire però come funzionano le nuove <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> segnale occorre prima <strong>di</strong> tutto togliersi i<br />

vecchi occhiali fatti <strong>di</strong> calorie e <strong>di</strong> calcoletti, frantumandoli sotto il tacco della scarpa. Solo allora<br />

potremo adeguatamente sostituirli con nuovi occhiali in grado <strong>di</strong> mostrarci la complessa ma<br />

affascinante realtà delle logiche <strong>di</strong> segnale. Per essere in grado <strong>di</strong> trarne il massimo vantaggio<br />

possibile e, perché no, <strong>di</strong> ottenere anche dallo sport che pratichiamo il massimo apporto in salute:<br />

aspetto che non andrebbe mai scisso, per nessun motivo, dal valore della prestazione.<br />

L'alimentazione dello sportivo è uno dei fattori determinanti della prestazione. Non, come ancora<br />

molti paiono ingenuamente pensare, perché esista un cibo magico, o un mix <strong>di</strong> cibi magici, in grado<br />

<strong>di</strong> farci <strong>di</strong>ventare Superman. Piuttosto perché un corretto mangiare quoti<strong>di</strong>ano, e ancor più un<br />

corretto alimentarsi in gara, può consentirci <strong>di</strong> realizzare al 100% il nostro potenziale o, al<br />

contrario, <strong>di</strong> esprimerne solo una frazione, con grave detrimento della prestazione stessa.<br />

Gli scettici restano naturalmente convinti del fatto che mangiare più o meno bene possa influenzare<br />

in modo minimale il risultato.<br />

Ma se si pensa che una bevanda sbagliata, una <strong>di</strong>gestione ancora in corso o un integratore<br />

inopportuno possono provocare un mal <strong>di</strong> stomaco o una crisi <strong>di</strong> vomito, e quin<strong>di</strong> un ritiro, risulta<br />

chiaro che la <strong>di</strong>fferenza tra buona e cattiva alimentazione in gara può essere tra zero e cento, ovvero<br />

tra ottenere o non ottenere del tutto il risultato.<br />

O non abbiamo mai sentito <strong>di</strong> atleti <strong>di</strong> levatura mon<strong>di</strong>ale ritirati perché “non avevano ben <strong>di</strong>gerito”<br />

o perché avevano rigettato un qualche integratore solido o troppo concentrato? Gli esempi si<br />

potrebbero sprecare.<br />

32


Ecco dunque evidenziato con chiarezza che in questo campo, anche tra i maggiori esperti, regna<br />

ancora una certa confusione, e non sempre i dati scientifici <strong>di</strong>sponibili vengono compiutamente<br />

utilizzati per ottenere regole precise da seguire.<br />

L’organismo <strong>di</strong> un atleta non è identico a quello <strong>di</strong> un sedentario. Alcuni parametri ematici<br />

(colesterolo totale, CPK, LDH, transaminasi) possono cambiare anche in modo sensibile, ma<br />

soprattutto vanno a mo<strong>di</strong>ficarsi le funzionalità tiroidee, le capacità metaboliche e la composizione<br />

corporea in termini <strong>di</strong> massa grassa e <strong>di</strong> massa muscolare (ve<strong>di</strong> al proposito l'interessante lavoro <strong>di</strong><br />

Befroy del 2008 che documenta un aumento metabolico fino al 54% in pari peso <strong>di</strong> muscolatura<br />

nell'atleta rispetto al sedentario). Quello che va compreso è che l’in<strong>di</strong>viduo “normale” sotto tutti i<br />

punti <strong>di</strong> vista è quello che fa sport con regolarità. Come elegantemente <strong>di</strong>mostrato su basi<br />

anatomiche e fisiologiche da due stu<strong>di</strong>osi del calibro <strong>di</strong> Bramble e Liebermann (lavoro apparso su<br />

Nature nel Novembre 2004), i sedentari sono gli “anormali”, quelli che hanno rinunciato a un pezzo<br />

della loro “umanità” dal punto <strong>di</strong> vista evolutivo, e che ne pagano il fio in termini <strong>di</strong> salute.<br />

Proviamo dunque a fare una sintesi delle quattro esigenze nutrizionali primarie dell’organismo <strong>di</strong> un<br />

atleta:<br />

1) Normocaloricità (o lieve ipercaloricità) rispetto ai fabbisogni nella vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

2) Normoproteicità (o lieve iperproteicità) rispetto ai fabbisogni nella vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

3) Ripristino minerale <strong>di</strong> tipo selettivo<br />

4) Controllo dell’ossidazione e dell’infiammazione<br />

Queste quattro esigenze, <strong>di</strong>verse rispetto a quelle del sedentario e correttamente rispettate, portano<br />

ad un'automatica e conseguente limitazione della massa grassa su livelli ideali per lo sport praticato,<br />

e ad un adeguato sviluppo della massa muscolare, funzionale all’attività svolta.<br />

Normocaloricità e normoproteicità sono spiegabili attraverso la comprensione dell'interazione tra<br />

leptina, ipotalamo, ipofisi e assi metabolici (tiroide, surrene, muscolo, gona<strong>di</strong>):<br />

Corretto apporto Kcal e corretto apporto proteico → Leptina → ipotalamo (+)<br />

− Controllo infiammatorio (alfa-MSH)<br />

− Surrene (CRH: cortisolo e aldosterone)<br />

− App. muscoloscheletrico (Ghrh, GH)<br />

− Gona<strong>di</strong> (ovaie/testicoli: Gnrh, FSH/LH)<br />

− Tiroide (TRH, TSH, t3, t4)<br />

Il lavoro con le squadre nazionali <strong>di</strong> ultramaratona è incominciato all'inizio del 2009. E’ stata<br />

istituita una commissione me<strong>di</strong>ca, e il lavoro svolto ha anche coinvolto sponsor importanti come<br />

<strong>Cellfood</strong> (antiossidanti) e Driatec (integrazione minerale), che stanno fornendo prodotti e assistenza<br />

a molti atleti in modo assolutamente facoltativo.<br />

Il senso <strong>di</strong> tutto questo non è solo un eccellente “gioco <strong>di</strong> squadra” (che già nel 2009, 2010 e 2011<br />

ha dato buoni frutti e medaglie pesanti), ma un segnale forte: l’atleta non è solo allenamento, ma<br />

anche equilibrio tra fattori psicologici e nutrizionali, in assenza <strong>di</strong> integrazione dei quali i sacrifici<br />

sopportati dall’atleta potrebbero rivelarsi insufficienti.<br />

Sotto la supervisione della commissione me<strong>di</strong>ca ho seguito in questo lasso <strong>di</strong> tempo gli aspetti<br />

nutrizionali <strong>di</strong> tutti gli atleti che hanno voluto sottoporsi ai test da noi proposti. Il primo test,<br />

internazionalmente validato (Piccoli et al. Am J Clin Nutr 61; 1995), riguardava l’analisi della<br />

composizione corporea dell’atleta. Ogni atleta è stato “letto” da un bioimpedenziometro che ne ha<br />

“fotografato” la composizione in massa grassa, muscolo e acqua extracellulare secondo un criterio<br />

tricompartimentale.<br />

33


Ciò significa che le quantità relative <strong>di</strong> grasso, acqua e muscolo sono state <strong>di</strong>rettamente misurate<br />

grazie a due valori fisici (resistenza e reattanza) e non “dedotte” da formule me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> popolazione,<br />

come avviene in tutte le bilance impedenziometriche.<br />

L’errore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una valutazione con lo strumento da noi usato (Biavector Akern) si aggira al<br />

massimo intorno ai 150 g, e permette dunque una precisione notevole nella rilevazione.<br />

La maggior parte degli atleti ha avuto la prima “fotografia” a Schio il 13/3/2009. E già in<br />

quell’occasione abbiamo avuto modo <strong>di</strong> essere sorpresi da alcuni dati che sono emersi. Benché<br />

infatti la quasi totalità degli atleti avesse livelli <strong>di</strong> massa grassa assolutamente contenuti, un terzo<br />

circa <strong>di</strong> questi presentava però un notevole eccesso <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> ritenzione (in alcuni casi anche pari<br />

a <strong>di</strong>versi litri!), e un altro terzo si presentava fortemente demuscolato rispetto ai valori me<strong>di</strong> attesi.<br />

Dato questo alquanto sorprendente, considerato che questi ragazzi corrono dai 20 ai 25 km al giorno<br />

come me<strong>di</strong>a.<br />

A chi si trovava a fare i conti con un eccesso <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> ritenzione, abbiamo suggerito anche<br />

l’effettuazione <strong>di</strong> un altro test (DRIA) volto a identificare eventuali allergie alimentari ritardate<br />

potenzialmente responsabili dell’infiammazione alla base <strong>di</strong> quella ritenzione. Nella nostra<br />

esperienza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o una semplice <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> rotazione sugli alimenti incriminati ha aiutato molte<br />

persone a ridurre il proprio stato infiammatorio generale e – come <strong>di</strong>retta conseguenza – a perdere<br />

una parte dell’inutile acqua <strong>di</strong> ritenzione trattenuta. Dal punto <strong>di</strong> vista dell’atleta, questo significa<br />

poter correre liberandosi <strong>di</strong> uno “zainetto d’acqua” del peso <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi kg, con un ritorno imme<strong>di</strong>ato<br />

sulla prestazione.<br />

Inoltre si è lavorato sull’aspetto infiammatorio anche con l’apporto regolare dell’integrazione<br />

con <strong>Cellfood</strong>, che ha permesso, attraverso la maggiore <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno cellulare<br />

(come documentato dai recentissimi lavori delle dr.sse Ferrero all’Ospedale S. Raffaele e dal<br />

lavoro <strong>di</strong> Benedetti, Catalani, Palma e Canestrari svolto presso l’Università <strong>di</strong> Urbino) una<br />

consistente riduzione dell’infiammazione muscolare, che può rappresentare un elemento <strong>di</strong><br />

pari se non maggiore gravità rispetto agli aspetti allergici controllati con il test Dria –<br />

nell’ultramaratoneta – dal punto <strong>di</strong> vista dell’accumulo <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> ritenzione.<br />

Il problema della demuscolazione era ancora più grave e <strong>di</strong> meno facile risoluzione. Secondo le<br />

logiche della <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> segnale, infatti, l’attitu<strong>di</strong>ne a produrre grasso o muscolo non è funzione solo<br />

dell’assunzione <strong>di</strong> calorie o <strong>di</strong> proteine, ma anche e soprattutto funzione dei segnali elaborati<br />

dall’ipotalamo in relazione a stimoli specifici. In pratica questi atleti avevano assunto (per vari<br />

motivi) una quantità <strong>di</strong> calorie insufficiente a compensare il loro fabbisogno calorico ottimale,<br />

generando quin<strong>di</strong> (attraverso il deficit <strong>di</strong> un importante me<strong>di</strong>atore denominato leptina) un segnale <strong>di</strong><br />

blocco della crescita muscolare sia <strong>di</strong>retto tramite inibizione del GH, l’ormone della crescita (ve<strong>di</strong> i<br />

lavori <strong>di</strong> Schwartz e Roemmich) sia in<strong>di</strong>retto attraverso una riduzione dell’attività tiroidea (lavoro<br />

<strong>di</strong> Lechan). In effetti per un ultramaratoneta (ad esempio <strong>di</strong> 70 kg) non è facilissimo procurarsi tutte<br />

le calorie <strong>di</strong> cui necessita.<br />

La <strong>di</strong>eta dello sportivo dev’essere, più <strong>di</strong> ogni altra, normocalorica e normoproteica, se non si vuole<br />

che l’organismo registri segnali <strong>di</strong> rallentamento metabolico che – nell’atleta – vanno per prima<br />

cosa a bloccare la crescita muscolare e, se non corretti, alla lunga generano catabolismo e<br />

impoverimento della massa magra.<br />

I ragazzi che hanno voluto sottoporsi ai test hanno dunque ricevuto delle in<strong>di</strong>cazioni precise e<br />

mirate, volte a correggere in modo personalizzato le singole situazioni, sia nell’alimentazione<br />

quoti<strong>di</strong>ana, sia nelle scelte <strong>di</strong> integrazione durante la gara. Ciascuno ha ricevuto una “guida pratica”<br />

ad un’alimentazione <strong>di</strong> segnale (è stata usata come base DietaGIFT, da noi già utilizzata in stu<strong>di</strong>o a<br />

Milano con molti sportivi).<br />

34


I criteri erano <strong>di</strong> semplice applicazione: una colazione molto ricca al mattino, un bilancio proteico<br />

adeguato ai fabbisogni (1g/kg o più <strong>di</strong> apporto proteico quoti<strong>di</strong>ano come da raccomandazioni della<br />

National Academy of Sciences), un invito alla completa eliminazione degli zuccheri semplici, un<br />

costante abbinamento proteine/carboidrati ai pasti, il rifiuto <strong>di</strong> cibi spazzatura, la scelta<br />

dell’integrale in ogni situazione e – con particolare attenzione a coloro che erano più toccati dalla<br />

ritenzione idrica – una semplice <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> rotazione su alcuni alimenti nei confronti dei quali il<br />

singolo aveva mostrato un calo <strong>di</strong> forza al test in<strong>di</strong>viduale.<br />

Perché DietaGIFT è stata ritenuta più idonea <strong>di</strong> altre per gli atleti dell'ultramaratona? Vale la pena<br />

ricordare che la normocaloricità e la normoproteicità, accompagnate da una forte attenzione verso la<br />

qualità dei cibi, sono armi importanti per garantire un'adeguata secrezione <strong>di</strong> leptina da parte degli<br />

a<strong>di</strong>pociti (lavoro <strong>di</strong> Leroy) a cui corrisponde – una volta ricevuto il segnale nei neuroni ipotalamici<br />

dotati <strong>di</strong> recettori per la leptina - una risposta dell'organismo in sei <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni, una più<br />

importante dell'altra per la prestazione atletica:<br />

1) Una corretta risposta <strong>di</strong> sazietà all'assunzione <strong>di</strong> cibi, me<strong>di</strong>ata dal neuropeptide Y (NPY).<br />

2) Una corretta risposta allo stress (anche dell'allenamento) me<strong>di</strong>ata da CRH e ACTH (lavoro<br />

<strong>di</strong> Richard)<br />

3) Un'equilibrata attivazione della tiroide via TRH e TSH che consente il rapido consumo sotto<br />

forma <strong>di</strong> calore <strong>di</strong> eventuali eccessi alimentari (lavoro <strong>di</strong> Lechan)<br />

4) Una potente attivazione del GH (ormone della crescita) da cui <strong>di</strong>pende la protezione <strong>di</strong><br />

muscoli, ossa, legamenti, ten<strong>di</strong>ni (lavoro <strong>di</strong> Roemmich)<br />

5) Un'attivazione <strong>di</strong> FSH e LH (lavoro <strong>di</strong> Andrico) per proteggere i livelli <strong>di</strong> testosterone<br />

(masse muscolari, aggressività in gara, controllo del grasso)<br />

6) Una modulazione del sistema immunitario in senso antinfiammatorio via alfa-MSH (con<br />

protezione dai danni muscolari e prevenzione <strong>di</strong> malattie e infortuni nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> carico:<br />

lavoro <strong>di</strong> Mancuso)<br />

Ai ragazzi fu dunque spiegato cosa fare, concentrandosi sulle regole base in grado <strong>di</strong> stimolare e<br />

proteggere l'attività <strong>di</strong> questa importante molecola segnale, con particolare attenzione per quelli che<br />

presentavano alterazioni in<strong>di</strong>viduali del profilo bioimpedenziometrico.<br />

La successiva misurazione della composizione corporea ha <strong>di</strong>mostrato come una semplice<br />

(ancorché incisiva) correzione alimentare possa incidere in modo cospicuo sulla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

massa grassa, muscolo e acqua dei singoli atleti. Uno dopo l’altro gli ultramaratoneti, maschi o<br />

femmine che fossero, rivelavano alla bioimpedenziometria valori nettamente migliorati, sia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista della crescita della massa muscolare che dal punto <strong>di</strong> vista del carico <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong><br />

ritenzione (consistentemente <strong>di</strong>minuito).<br />

Abbiamo effettuato una semplice reimpostazione alimentare che correggesse gli errori più gravi<br />

involontariamente commessi da questi ragazzi, cercando così <strong>di</strong> ripristinare le conseguenze<br />

sull’organismo che quegli errori avevano provocato (in termini <strong>di</strong> accumulo <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> ritenzione,<br />

<strong>di</strong> massa grassa – poca -, ma soprattutto <strong>di</strong> catabolismo muscolare. Ci aspettavamo buoni risultati.<br />

Quelli che abbiamo potuto rilevare sono invece davvero eccellenti, e ci chie<strong>di</strong>amo a quali risultati<br />

potrebbero arrivare alcuni <strong>di</strong> questi atleti qualora riuscissero a seguire davvero alla lettera le<br />

in<strong>di</strong>cazioni ricevute, o potessero essere seguiti in<strong>di</strong>vidualmente in modo ancora più continuativo.<br />

Il lavoro sull’alimentazione non tocca naturalmente solo il cibo quoti<strong>di</strong>ano, ma anche<br />

l’alimentazione in gara, i pasti pre-gara, il recupero dopo allenamenti molto duri, le <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong>namiche per il controllo delle allergie ritardate (eliminazione, rotazione, gruppi alimentari).<br />

Nell'Aprile del 2010 la squadra nazionale della 24 ore <strong>di</strong> corsa ha partecipato in Francia al<br />

campionato mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> specialità, classificandosi seconda al mondo sia in campo maschile che<br />

femminile. A Gibilterra nel 2010 la nazionale femminile della 100 km è arrivata ancora seconda al<br />

mondo, e nel 2011 il mon<strong>di</strong>ale irlandese <strong>di</strong> Connemara ha dato ancora all'Italia l'argento mon<strong>di</strong>ale<br />

dell'ultratrail sia maschile che femminile.<br />

35


I nostri tecnici avevano insomma per le mani una squadra rinnovata, in cui l'aspetto nutrizionale era<br />

stato notevolmente mo<strong>di</strong>ficato, tanto da costruire buone masse muscolari in atleti che<br />

tendenzialmente erano leggeri ed agili.<br />

I nostri sponsor tecnici (Driatec, <strong>Cellfood</strong>) avevano inoltre fornito i loro prodotti per supportare gli<br />

atleti nel quoti<strong>di</strong>ano, lavorando in modo specifico sull'ossidazione cellulare, che ha rappresentato un<br />

altro punto focale all'interno delle quattro priorità nutrizionali dell'atleta, e che sta ricevendo in<br />

questi anni numerose conferme scientifiche.<br />

In sintesi, gli ingre<strong>di</strong>enti che, dal punto <strong>di</strong> vista nutrizionale, hanno aiutato gli atleti a fare la<br />

<strong>di</strong>fferenza sono stati quattro:<br />

Il “cambio <strong>di</strong> cilindrata” legato all'alimentazione quoti<strong>di</strong>ana;<br />

L'acquisizione <strong>di</strong> informazioni corrette relativamente all'alimentazione in gara;<br />

La possibilità <strong>di</strong> ricevere una costante protezione antiossidante;<br />

La possibilità <strong>di</strong> assumere in gara un adeguato rifornimento, appositamente stu<strong>di</strong>ato.<br />

Nient'altro che la <strong>di</strong>mostrazione pratica del fatto che un'intelligente impostazione alimentare può<br />

cambiare notevolmente la prestazione, se seguita con attenzione e basata su criteri scientifici.<br />

Luca Speciani – MD Bellusco (MB), Revine Lago (TV), Costigliole Saluzzo (CN)<br />

info@lucaspeciani.it<br />

Per i necessari approfon<strong>di</strong>menti bibliografici citati si faccia riferimento a:<br />

A. e L. Speciani - Dieta GIFT, <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> segnale – Rizzoli 2009<br />

Luca Speciani e Lyda Bottino – Oltre l'alimentazione dello sportivo – Ed. Sport Italia 2011<br />

Luca Speciani – L'ultramaratona, allenamento e alimentazione – Ed. Sport Italia 2008<br />

www.<strong>di</strong>etagift.it e inoltre, vengono citati i recentissimi:<br />

Benedetti S, Catalani S, Palma F, Canestrari F.<br />

Food Chem Toxicol. 2011 Jun 14. [Epub ahead of print]<br />

The antioxidant protection of CELLFOOD® against oxidative damage in vitro.<br />

e Dott.ssa Elisabetta Ferrero, PhD, Prof. Maria Elena Ferrero Ricercatrice, istituto scientifico<br />

Ospedale San Raffaele - Lab. Immunologia dei tumori – Dipartimento <strong>di</strong> oncologia<br />

CELLFOOD® (Deutrosulfazyme) migliora il metabolismo respiratorio delle cellule<br />

endoteliali e inibisce la generazione delle ROS indotte da ipossia.<br />

36


Le proteine da Stress e i loro effetti sulla <strong>di</strong>minuzione delle funzioni immunitarie<br />

Dott. Ian Sula<br />

La risposta allo stress è uno dei meccanismi adattativi maggiormente conservati in natura, dai più<br />

antichi organismi unicellulari sino ai mammiferi più evoluti.<br />

In ogni singola cellula la risposta allo stress conferisce tolleranza ad una grande varietà <strong>di</strong> eventi<br />

stressanti, come ipertermia, iper ed ipossia, ossidazioni, alterazioni del ph ecc., che inducono<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni della sintesi proteica.<br />

Questa tolleranza (ed adattabilità alla variazione delle con<strong>di</strong>zioni ambientali) è estremamente<br />

importante anche per gli organismi pluricellulari che, non solo sono in grado <strong>di</strong> resistere a fattori <strong>di</strong><br />

stress ambientali, ma anche <strong>di</strong> resistere ad alterazioni che interesano l’intero organismo, come<br />

accade nelle con<strong>di</strong>zioni relative all’ischemia o alla riperfusione. Il tessuto endoteliale è<br />

particolarmente reattivo a stimoli stressanti e ciò giustifica il fatto che risposte <strong>di</strong> tipo ischemico<br />

siano spesso considerate come il risultato <strong>di</strong> un’iperattività corticosurrenalica.<br />

Tuttavia la parte più importante <strong>di</strong> questo processo è quella che attiene alla <strong>di</strong>sregolazione dell’asse<br />

ipotalamo-ipofisi- surrene, responsabile <strong>di</strong> molte malattie croniche.<br />

Sebbene il termine Proteine da shock termico (HSPs) sia spesso considerato semplicemente un<br />

sinonimo del termine Proteine da stress, quest’ultimo in realtà comprende sia le HSPs che le<br />

Proteine glucosio regolate (GRPs) e le Ubiquitine.<br />

Inoltre, recenti dati in<strong>di</strong>cano che le Proteine da stress hanno la facoltà <strong>di</strong> modulare la risposta<br />

immune cellulare legandosi a particolari recettori, evento che può essere considerato come lo start<br />

<strong>di</strong> malattie croniche. Per esempio HSP70 è uno chaperone citosolico e nucleare, elemento chiave<br />

per il trasporto ai mitocondri <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> cellulari attraverso un meccanismo che coinvolge la HPS60<br />

presente nella parte profonda della membrana mitocondriale. Similmente, proteine citosoliche sono<br />

trasferite alla GP96 che sono presenti all’interno del reticolo endoplasmatico.<br />

L’azione delle Proteine da stress in questi meccanismi <strong>di</strong> trasporto all’interno delle cellule, come<br />

<strong>di</strong>mostrato da recenti stu<strong>di</strong>, riveste un ruolo centrale nella modulazione delle risposte immunitarie.<br />

37


Conosci le tue emozioni e la tua mente per vincere il cancro<br />

Marie Noelle Urech<br />

Tutti siamo sottoposti costantemente ad eventi, sfide, imprevisti <strong>di</strong> varia entità e natura che<br />

rappresentano agenti stressanti (stressors), ai quali reagiamo in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti a seconda della<br />

nostra fase <strong>di</strong> vita, della nostra personalità, delle esperienze fatte in passato. Non sempre lo stress ha<br />

sempre una connotazione negativa in quanto, in alcune circostanze, sopraggiunge a causa <strong>di</strong> eventi<br />

significativi che hanno un risvolto favorevole nella nostra vita, come per esempio nel caso <strong>di</strong> un<br />

trasferimento in un’altra città che favorisce la nostra carriera; oppure <strong>di</strong> un coinvolgimento affettivo<br />

che gratifica la nostra vita sentimentale. In questi casi si tratta <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> stress che provoca<br />

un’attivazione fisica e mentale dovuta a stimoli ambientali che arricchiscono <strong>di</strong> significato la nostra<br />

vita, per questo viene definito eustress (stress “buono”). In altri casi invece, lo stress ha l’effetto <strong>di</strong><br />

appesantire la nostra visione della vita, sovraccaricare il nostro fisico, attingendo in modo massiccio<br />

alla risorse energetiche dell’organismo, con il rischio <strong>di</strong> esaurirle. Si tratta <strong>di</strong> tutte quelle situazioni<br />

in cui l’ambiente richiede più energia, controllo, impegno e responsabilità <strong>di</strong> quanta la persona, in<br />

quel momento, è in grado o è <strong>di</strong>sposta a dare. Sono circostanze in cui è richiesta una costante<br />

vigilanza e controllo sull’ambiente circostante (per esempio a lavoro, in famiglia, con il partner, con<br />

i figli, con gli amici…..) che fa richieste o troppo intense e soffocanti o troppo numerose.<br />

L’in<strong>di</strong>viduo, che inizialmente cerca <strong>di</strong> fronteggiare queste <strong>di</strong>fficoltà, in seguito comincia a<br />

percepirsi come privo <strong>di</strong> risorse e risposte efficaci davanti a tutte queste sollecitazioni (per esempio<br />

un lutto, un licenziamento, la fine <strong>di</strong> un legame importante…) e, pertanto,<strong>di</strong>venta fragile <strong>di</strong> fronte<br />

alle pressioni esercitate dal contesto <strong>di</strong> vita. In questi casi si tratta <strong>di</strong> quello comunemente definito<br />

<strong>di</strong>stress (stress “cattivo”). il nostro organismo cerca <strong>di</strong> adattarsi alla situazione attingendo alle sue<br />

riserve <strong>di</strong> energia, con un notevole costo sia fisico che psicologico/emotivo. Anche se l’in<strong>di</strong>viduo<br />

cerca <strong>di</strong> adeguarsi alle nuove circostanze e riesce ancora a funzionare bene ma, a volte, basta che a<br />

questo carico <strong>di</strong> incombenze se ne aggiunga solo un altra che, per quanto il nuovo stressor possa<br />

apparire insignificante rispetto ai precedenti, produca l’effetto “domino”: il corpo si ribella<br />

all’eccesso <strong>di</strong> sollecitazioni, la mente non è più in grado <strong>di</strong> adattarsi e <strong>di</strong> ospitare nuove<br />

responsabilità. I primi segnali <strong>di</strong> questo sbilanciamento generalmente ci arrivano dal corpo che<br />

cerca, in svariati mo<strong>di</strong>, <strong>di</strong> avvertirci del fatto che l’equilibrio psicofisiologico del nostro organismo<br />

è compromesso: ansia, insonnia, <strong>di</strong>sturbi della memoria, stanchezza, irascibilità sono solo alcuni<br />

dei sintomi iniziali più <strong>di</strong>ffusi. Se lo stress negativo perdura nel tempo, lo squilibrio iniziale si<br />

“cronicizza” e può sfociare in sintomi più gravi (depressione, esaurimento, calo della libido) fino<br />

alla patologia (malattie del sistema immunitario, dell’apparato car<strong>di</strong>ovascolare ecc.).<br />

Le connessioni esistenti tra pensiero, emozioni e corpo è un argomento che interessa<br />

l’umanità da millenni. I legami tra corpo e mente furono stu<strong>di</strong>ati sin dagli albori della storia<br />

della me<strong>di</strong>cina sia in Oriente che in Occidente. In occidente, fu il me<strong>di</strong>co greco Galeno, il<br />

primo a documentare le connessioni tra emozioni e cancro, nei suoi scritti sulla depressione e<br />

sul cancro al seno (140 d.c). Prima ancora, Socrate sottolineò la necessità <strong>di</strong> curare lo spirito e<br />

le emozioni <strong>di</strong> fronte alla malattia, precisando poi che ignorare questo legame porterebbe il<br />

me<strong>di</strong>co al fallimento. Questa sapienza clinica è perdurata nel tempo finché la concezione<br />

meccanicistica dell’uomo e, più tar<strong>di</strong>, i para<strong>di</strong>gmi ottocenteschi del materialismo e dello<br />

scientismo positivista esclusero il ruolo della mente e della psiche sulla salute a beneficio del<br />

metodo scientifico. Fino ad una ventina <strong>di</strong> anni fa, termini come “mente”, “emozione” o<br />

coscienza” non erano nemmeno menzionati nei testi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina.<br />

Tuttavia, dagli anni ’70 in poi, la me<strong>di</strong>cina arrivò ad un punto <strong>di</strong> svolta quando le importanti<br />

scoperte <strong>di</strong> scienziati come Candace Pert, Lawrence Le Shan, Ronald Maticek, Hans Eysenck,<br />

Hans Selye, Wilder Penfield, David Felten, Niels Jerne, Karl Pribam, Elmer e Alice Green,<br />

Oscar Carl Simonton, J. Edwin Blalock, tutti mon<strong>di</strong>almente conosciuti, hanno <strong>di</strong>mostrato in<br />

laboratorio le connessioni tra mente e corpo e la loro incidenza sulla salute.<br />

38


In particolare sono stati i lavori <strong>di</strong> Candace Pert, una neuroscienziata e farmacologa statunitense, ad<br />

aprire scenari completamente nuovi sui rapporti tra chimica cerebrale ed emozioni umane. La sua<br />

ricerca sui neuro pepti<strong>di</strong> e i loro specifici recettori ha segnato una pietra miliare nelle neuroscienze.<br />

Pert ha <strong>di</strong>mostrato che essi costituiscono all’interno del corpo un vero e proprio network, dando<br />

vita a un sistema <strong>di</strong> comunicazioni in cui i neuropepti<strong>di</strong> “parlano” e i recettori “ascoltano. La tesi <strong>di</strong><br />

Pert è che sistemo limbico, endocrino e immunitario sono in realtà unite da una rete <strong>di</strong><br />

comunicazioni bi-<strong>di</strong>rezionali e che i “portatori” <strong>di</strong> informazioni sono i neuro pepti<strong>di</strong>. Pert ritiene<br />

che questa rete sia fondamentale per comprendere la biochimica delle emozioni (espresse tramite<br />

molecole neuro pepti<strong>di</strong> o ormoni). In effetti, le emozioni sono me<strong>di</strong>ate dal sistema limbico del<br />

cervello, che include l’ipotalamo (il quale controlla i meccanismi omeostatici del corpo e talvolta<br />

viene chiamato il “cervello” del cervello), la ghiandola pituitaria (che regola gli ormoni del corpo) e<br />

l’amigdala. Gli esperimenti che <strong>di</strong>mostrano il legame tra le emozioni e il sistema limbico vennero<br />

fatti per la prima volta da Wilder Penfield e altri neurologi che lavoravano su in<strong>di</strong>vidui consci e<br />

svegli. I neurologi scoprirono che usando elettro<strong>di</strong> per stimolare la corteccia sopra l’amigdala si<br />

poteva suscitare un’ampia gamma <strong>di</strong> emozioni: rabbia, dolore, piacere associati ad antichi ricor<strong>di</strong>,<br />

con tutte le corrispondenti manifestazioni somatiche. Il sistema limbico venne identificato per la<br />

prima volta, quin<strong>di</strong>, grazie a esperimenti psicologici!<br />

Come scrisse il neuroanatomista americano David Felten: Noi abbiamo documentato come fattori<br />

stressanti possano essere associati a conseguenze negative sulla salute e all’indebolimento della<br />

risposta immunitaria. […] Possono i pazienti contribuire essi stessi alla propria salute, usando la<br />

via neuroimmunitaria? Possono la gioia, il forte supporto personale e sociale, la determinazione e<br />

il superamento delle avversità aiutare il paziente a uscire da una malattia? […] La risposta è: è<br />

possibile; o anche: è così, è verosimile.[…] La psiconeuroimmunologia cambierà il ruolo del<br />

me<strong>di</strong>co: dal tra<strong>di</strong>zionale ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensatore <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> a un paziente passivo, egli passerà a<br />

quello <strong>di</strong> partecipante al processo <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong>.[…] I me<strong>di</strong>ci saranno coinvolti nelle conseguenze<br />

che le avverse circostanze sociali ed ambientali hanno sulla salute dei loro pazienti. 1<br />

Dall’anamnesi dei pazienti affetti da cancro, risulta evidente che, in un arco <strong>di</strong> tempo che va da 6<br />

mesi a 2 anni prima della <strong>di</strong>agnosi, sono stati sottoposti a una lunga serie <strong>di</strong> eventi stressanti che<br />

non sono più riusciti a controllare e che hanno indotto in loro emozioni negative quali rabbia,<br />

impotenza, sensi <strong>di</strong> colpa, paura, risentimento. La malattia oncologica si accompagna quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

palesi stati <strong>di</strong> <strong>di</strong>stress psicologico, <strong>di</strong> esaurimento emotivo, nervoso e fisico che trova nella malattia<br />

alcune “soluzioni” o “secondary gains” quali il riposo, il de<strong>di</strong>care più tempo a se stessi, il delegare<br />

responsabilità o impegni, ricevere attenzioni e aiuto, l’allontanarsi da situazioni molto conflittuali<br />

(mobbing). Inoltre, per mobilitarsi contro una malattia grave bisogna avere molte energie a<br />

<strong>di</strong>sposizione, sia fisiche che mentali e psichiche, tenendo conto che nel caso <strong>di</strong> patologie tumorali,<br />

le cure chemioterapiche e ra<strong>di</strong>oterapiche, al <strong>di</strong> là dei risultati conseguiti, hanno spesso un pesante<br />

tributo da pagare in termini <strong>di</strong> energia vitale. Quin<strong>di</strong> si presenta la necessità <strong>di</strong> fornire strumenti e<br />

cure complementari per implementare l’energia vitale e la voglia <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> questi pazienti.<br />

In una prima fase, l’uso <strong>di</strong> un integratore come Celfood si è rivelato molto efficace per recuperare<br />

l’energia vitale nei pazienti oncologici. Dopo una settimana <strong>di</strong> assunzione, essi hanno notato <strong>di</strong><br />

avere acquisito maggior luci<strong>di</strong>tà mentale e più energia. Il primo obiettivo raggiunto, è necessario<br />

fornire un supporto <strong>di</strong> psicoterapia molto mirato come il metodo del Dr Carl Simonton 2 .<br />

1 In Psychoneuroimmunology, Academic Press, 1981 (la bibbia della PNEI)<br />

2 Noto oncologo e ra<strong>di</strong>ologo americano, uno dei pionieri della PNEI, ideatore <strong>di</strong> un metodo <strong>di</strong> supporto<br />

psicologico mirato per il tumore che si basa sulla gestione delle credenze e delle emozioni, su tecniche mentali<br />

come la me<strong>di</strong>tazione e la visualizzazione terapeutica che lo hanno reso famoso. www.simontoncenter.com<br />

39


Questo approccio breve e strategico si è rivelato molto efficace per aiutare i pazienti a gestire il<br />

loro <strong>di</strong>stress, a trasformare le loro convinzioni malsane inconsce (sulla malattia, sulle cure, sul<br />

futuro) in credenze realistiche e sane. Questo approccio ha permesso <strong>di</strong> raddoppiare il tempo della<br />

sopravvivenza dei pazienti migliorando in maniera considerevole la qualità della loro vita e della loro<br />

energia vitale, rafforzando la loro speranza e riducendo o annullando ad<strong>di</strong>rittura gli effetti collaterali dei<br />

trattamenti. Per i malati terminali, invece, il metodo ha permesso <strong>di</strong> migliorare la qualità della loro morte.<br />

Tale approccio agisce tanto sulla sfera cognitiva quanto su quella delle emozioni e aiuta la persona a<br />

prendere coscienza dei suoi meccanismi automatici inconsci che la portano a reagire con sofferenza agli<br />

stressor, a perdere l’autostima e la fiducia, o che accentuano il senso <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> paura davanti alla<br />

malattia. Il fatto che la persona acquisisca strumenti per cambiare la sua maniera <strong>di</strong> interpretare gli eventi<br />

dolorosi della sua vita la porta a generare emozioni sane, pace mentale e a trovare soluzioni creative ai suoi<br />

conflitti. Questo cambiamento mentale e psicologico si riflette automaticamente sulla sfera fisiologica e<br />

rafforza il sistema immunitario. Come da questi stu<strong>di</strong> 3 risulta che i pazienti oncologici che hanno<br />

beneficiato <strong>di</strong> una psicoterapia mirata:<br />

- Hanno raddoppiato la sopravvivenza o sono in remissione<br />

- Hanno cambiato il loro sistema <strong>di</strong> credenze e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare<br />

- Hanno dato un nuovo significato alla loro vita<br />

- Hanno rafforzato i loro legami affettivi<br />

- Hanno imparato ad esprimere le loro emozioni<br />

- Esprimono la loro creatività<br />

- Gestiscono i loro stress in modo ottimale trovando nuove alternative<br />

Come lo ha <strong>di</strong>mostrato il biologo americano Bruce Lipton 4 , fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva<br />

che il nucleo <strong>di</strong> una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario<br />

per il suo funzionamento. Di fatto, Lipton ed altri hanno <strong>di</strong>mostrato che le cellule possono vivere e<br />

funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati. Il vero “cervello” della cellula è la<br />

sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi <strong>di</strong>namicamente ad un ambiente in<br />

perpetuo cambiamento. Ciò significa che non subiamo più il destino dei nostri geni, ma che la nostra mente e<br />

credenze possano influenzare <strong>di</strong>rettamente il nostro stato <strong>di</strong> salute e la qualità della nostra vita e che è<br />

possibile interpretare <strong>di</strong>versamente i fatti della nostra vita. Anche Bruce Lipton <strong>di</strong>mostra scientificamente il<br />

potere della mente subconscia sulla salute e sulla vita delle persone e quanto sia possibile operare mo<strong>di</strong>fiche<br />

profonde nel corpo e nella vita delle persone, imparando a riconoscere i nostri processi inconsci <strong>di</strong>sfunzionali<br />

e per poi trasformarli in convinzioni funzionali. In Italia, la me<strong>di</strong>cina comincia a muoversi verso una<br />

integrazione. Per esempio, il nuovo piano oncologico nazionale per il triennio 2011-2013 fa riferimento in<br />

maniera esplicita al ruolo svolto dal supporto psicologico nella battaglia intrapresa contro le patologie <strong>di</strong><br />

carattere tumorale. C’è ancora molto da fare in questa <strong>di</strong>rezione ma esistono già degli strumenti collaudati.<br />

Tuttavia per perfezionare queste nuove sinergie, è necessario uscire dalla visione riduzionista nella quale lo<br />

scibile umano è ancora confinato per offrire all’umanità sofferente l’enorme potenziale che la scienza “tutta”<br />

può offrire.<br />

3 Fawzy FI, Fawzy NW, Hyun CS, et al. Malignant melanoma: effects of an early structured psychiatric intervention,<br />

coping, and affective state on recurrence and survival 6 years later. Arch Gen Psychiatry 1993; 50:681-689 Kuechler<br />

Thomas : “ The effect of psychosocial treatment on survival time” Onkologie Heute 03/2005 (35-37)<br />

4 Biologo cellulare, Stanford University. Autore <strong>di</strong> “ biologia delle credenze: come il pensiero influenza e il DNA e<br />

ogni cellula” , Macro E<strong>di</strong>zioni, 2006<br />

40


Marie Noelle Urech, Counselor Metodo Simonton, ha fatto parte dell’equipe europea del Dr<br />

Simonton e ha fondato in Italia il suo centro italiano. Attualmente <strong>di</strong>rige il programma anti-cancro<br />

presso il Centro terapie Mente Corpo Viri<strong>di</strong>tas. E’ Co-fondatrice della Rete Eurome<strong>di</strong>terranea<br />

Humana Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Torino e insegna storia della me<strong>di</strong>cina e simbologia delle piante all’università<br />

della Tuscia. Ha scritto vari libri tra cui l’ultimo: “Tu puoi vincere il cancro, manuale <strong>di</strong> autoaiuto”<br />

ed. Anima, 2011.<br />

Bibliografia<br />

Carl. O. Simonton, Stephanie Matthews-Simonton, James L. Creighton: Ritorno alla salute, ed.<br />

Amrita<br />

Francesco Bottacioli: la psiconeuroendocrinoimmunologia, Red ed.<br />

Francesco Bottaccioli, Antonia Carosella: me<strong>di</strong>tazione, passioni e salute, Tecniche Nuove<br />

Massimo Bion<strong>di</strong>, Luigi Grassi, Costantini Anna: Manuale pratico <strong>di</strong> psico-oncologia, ed Il Pensiero<br />

Scientifico<br />

Pier Mario Biava: il cancro e la ricerca del senso perduto, Springer<br />

Pier Mario Biava: complessità e biologia : il cancro come patologia della comunicazione,<br />

Mondadori<br />

Marie Noelle Urech: Tu puoi vincere il cancro, manuale <strong>di</strong> auto-aiuto,Anima ed.<br />

David Spiegel, Bloom JR, Kraemer HC, Gottheil E. Effect of psychosocial treatment on survival of<br />

patients with metastic breast cancer. Lancet 1989; 2:888-901<br />

Fawzy FI, Fawzy NW, Hyun CS, et al. Malignant melanoma: effects of an early structured<br />

psychiatric intervention, coping, and affective state on recurrence and survival 6 years later. Arch<br />

Gen Psychiatry 1993; 50:681-689<br />

Thomas Kuechler : “ The effect of psychosocial treatment on survival time” Onkologie Heute<br />

03/2005 (35-37)<br />

La centralità del respiro nella regolazione del network PNEI.<br />

41


Maria Corgna Docente ed esperto <strong>di</strong> Psiconeuroendocrinoimmunologia- Creatrice del metodo<br />

Pnei4U-www.mariacorgna.it – www.pnei4u.com<br />

Il termine Pnei –Psiconeuroendocrinoimmunologia è connesso a Pneuma (in greco antico πνεύµα)<br />

è un termine che significa "respiro", "aria", "soffio vitale”.<br />

L’appren<strong>di</strong>mento da parte del paziente <strong>di</strong> alcune tecniche <strong>di</strong> respirazione costituisce un’ aspetto<br />

fondamentale del metodo terapeutico PNEI 4U (psiche, nutrizione, esercizio-postura, iter<br />

terapeutico).<br />

Una frequenza respiratoria pari a 6 respiri al minuto (5 secon<strong>di</strong> inspirazione-5 secon<strong>di</strong> espirazione)<br />

corrisponde al ritmo endogeno car<strong>di</strong>ovascolare: ottimizza l’attività car<strong>di</strong>aca e il controllo pressorio.<br />

Riequilibra anche la “bilancia neurovegetativa” ossia i sistemi orto-parasimpatico.<br />

Il respiro è uno strumento <strong>di</strong> prevenzione e terapia a “costo zero” in una società dove la frequenza<br />

respiratoria me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 16 respiri/minuto.<br />

Nell’ultimo anno ho consigliato ad un gruppo <strong>di</strong> 50 pazienti l’assunzione <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> prima<br />

delle sessioni <strong>di</strong> respirazione (almeno 5 minuti tre volte al giorno preferibilmente all’aria aperta)<br />

allo scopo <strong>di</strong> ottimizzare la funzione mitocondriale me<strong>di</strong>ante un duplice intervento (respirazione +<br />

cellfood).<br />

La raccolta <strong>di</strong> dati preliminari <strong>di</strong> valutazione soggettiva <strong>di</strong> sei parametri: qualità del sonno, capacità<br />

<strong>di</strong> concentrazione, controllo dell’ansia, “performance sportiva” <strong>di</strong> tipo non agonistico, libido e<br />

livello energetico nel corso della giornata mostra un trend positivo <strong>di</strong> estremo interesse e <strong>di</strong> grande<br />

significatività clinica. Il dato soggettivo sembra inoltre essere correlato alla misurazione dello stress<br />

ossidativo con d- ROMs test e Bap test prima e dopo un mese <strong>di</strong> terapia.<br />

L.Bernar<strong>di</strong> e al “effects of rosary prayer and yoga mantras on autonomic car<strong>di</strong>ovascular rhytms: a<br />

comparative study BMJ 2001; 323:1446-1449<br />

Towia Libermann Beth Israel Deaconess Me<strong>di</strong>cal Center, pubblicato su Plos One luglio 2008:“la<br />

me<strong>di</strong>tazione influenza l’attività dei geni dell’infiammazione”.<br />

Relazione Dott. Raimondo Pische<br />

42


“Rimozione protetta degli amalgami dentali = rimozione fons major <strong>di</strong> stess ossidativo”<br />

Questa relazione si propone <strong>di</strong> essere un contributo fattivo nella ormai secolare battaglia “amalgama<br />

no – amalgama si”: ciò anche perché il convegno al Sana <strong>di</strong> Bologna cade esattamente 3 mesi dopo<br />

il primo negoziato mon<strong>di</strong>ale per la messa al bando del mercurio, la sostanza più tossica in natura<br />

eppure ancor oggi utilizzata, in quanto consentita dalle autorità sanitarie, nelle otturazioni in<br />

amalgama, <strong>di</strong> cui rappresenta il 50%.<br />

Il lavoro o<strong>di</strong>erno vuole ancora una volta <strong>di</strong>mostrare la tossicità dell'amalgama (“sostanza pericolosa<br />

e rifiuto tossico-nocivo fuori dalla bocca”, che <strong>di</strong>venta presi<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>cale appena inserito in bocca...)<br />

la sua instabilità chimica e fisica, la <strong>di</strong>ffusibilità dei suoi vapori e la saturazione cumulativa da parte<br />

del mercurio nei sistemi biologici.<br />

Vengono evidenziati i sintomi e le patologie associate all'accumulo del mercurio odontoiatrico e si<br />

pone anche l'accento sul pericolo rappresentato anche dagli altri componenti l'amalgama, come per<br />

esempio zinco e rame.<br />

Si evidenziano i dosaggi tossici e gli effetti tossici, in particolare sul feto, del mercurio.<br />

Viene ricordato come la tossicità dell'amalgama sia dovuta soprattutto all'azione del mercurio sui<br />

siti tiolici (-SH) con inattivazione <strong>di</strong> vari sistemi enzimatici e alterazione del metabolismo cellulare<br />

e della matrice intercellulare, con produzione dei ra<strong>di</strong>cali liberi, principale fonte <strong>di</strong> stress ossidativo.<br />

Viene evidenziato il ruolo riequilibrante i meccanismi ossidativi da parte <strong>di</strong> sostanze antiossidanti e<br />

integratori nutrizionali, come per esempio il <strong>Cellfood</strong>.<br />

Si è riaffermato il ruolo fondamentale che ha la corretta rimozione, con protocollo protetto, degli<br />

amalgami dentari. Il mercurio, infine, rappresenta un grave nocumento non solo alla salute ma<br />

anche all'ambiente: il costo sociale e sanitario è quin<strong>di</strong> così alto da consentire l'affermazione che<br />

l'amalgama risulta essere, in assoluto, il materiale più “costoso” utilizzato in odontoiatria!<br />

Nutrire le nostre cellule e proteggere l'integrità del DNA dalla pelle alle ossa:<br />

43


un innovativo sistema nutraceutico sublinguale.<br />

Eugenio Luigi Iorio, Dottore <strong>di</strong> ricerca in Scienze Biochimiche<br />

Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo (Salerno, Italia)<br />

L'ossigeno (O2) gioca un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza nel metabolismo cellulare per via della sua<br />

capacità <strong>di</strong> accettare atomi <strong>di</strong> idrogeno e/o elettroni da amminoaci<strong>di</strong>, zuccheri e catabolismo dei<br />

lipi<strong>di</strong> per generare adenosina trifosfato (ATP) utilizzato dalle cellule come fonte <strong>di</strong> energia per le<br />

proprie attività (ad es. trasporto <strong>di</strong> ioni, movimento, processi anabolici e così via) (1). Infatti, un<br />

calo <strong>di</strong> pressione dell'ossigeno (pO2) al <strong>di</strong> sotto dei normali livelli (ipossia), può creare seri danni<br />

alle cellule e ai tessuti (2) ormai esacerbati, per l'acidosi e il rilascio <strong>di</strong> ferro, da una maggiore<br />

produzione e conseguente rilascio <strong>di</strong> specie reattive dell'ossigeno (ROS) nella microcircolazione<br />

(3). Sfortunatamente, quando viene ristabilito il flusso sanguigno, la conversione della xantina<br />

deidrogenasi alla sua forma ossidante, xantina ossidasi, può incrementare ulteriormente la<br />

produzione <strong>di</strong> ROS, ad es. anione superossido (O2•) e perossido <strong>di</strong> idrogeno (H2O2), secondo il<br />

ben noto danno da ischemia/riperfusione (4). Quando la produzione <strong>di</strong> ROS non è perfettamente<br />

bilanciata dalle <strong>di</strong>fese antiossidanti, che all'interno delle cellule <strong>di</strong>pendono principalmente<br />

dall'attività intracellulare/livelli <strong>di</strong> glutatione (GSH) e dalla superossido <strong>di</strong>smutasi (SOD), può<br />

comparire una situazione <strong>di</strong> stress ossidativo (OS) (3). A sua volta, l'OS intracellulare, ossidando i<br />

lipi<strong>di</strong> della membrana cellulare, le proteine del citosol e il DNA mitocondriale/nucleare, può<br />

compromettere le funzioni cellulari; mentre lo stress extracellulare, influendo sull'equilibrio della<br />

matrice proteasi/antiproteasi, ossidando le LDL e incidendo la funzione endoteliale, può favorire<br />

l'arteriosclerosi (3, 5). Si ritiene, infatti, che lo stress ossidativo sia un fattore <strong>di</strong> rischio per la salute,<br />

comune a oltre un centinaio <strong>di</strong> malattie ed è correlato principalmente alla giovane età (6). Le<br />

strategie antiossidanti più comunemente proposte, volte <strong>di</strong> solito ad aumentare le <strong>di</strong>fese<br />

antiossidanti, sono in grado <strong>di</strong> contrastare solo in parte l'OS, che è generato in primo luogo da una<br />

deficienza <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno (7). In questo quadro, <strong>Cellfood</strong> TM (CF, in<strong>di</strong>cato anche<br />

come DeutrosulfazymeTM, NU Science Corporation, CA, US, <strong>di</strong>stribuito nella maggior parte dei<br />

paesi europei da Eurodream s.r.l., La Spezia, Italia) (8) risulta molto promettente, un prototipo <strong>di</strong><br />

una nuova classe <strong>di</strong> "modulatori fisiologici" volto a rendere <strong>di</strong>sponibile l'O2 "su richiesta" (9).<br />

<strong>Cellfood</strong>TM è una formula ionica/colloidale proprietaria che non dà assuefazione, non è invasiva ed<br />

è completamente atossica, composta dalle migliori sostanze organiche naturali <strong>di</strong> origine vegetale,<br />

come i minerali ionici, gli enzimi, gli amminoaci<strong>di</strong> e il solfato <strong>di</strong> deuterio in tracce (8, 10).<br />

Esperimenti in vitro precedenti hanno <strong>di</strong>mostrato che CF migliora la solubilità dell'ossigeno nei<br />

sistemi acquosi e secondo il BAP test, un sistema <strong>di</strong> misurazione della capacità antiossidante (11),<br />

riduce il ferro dalla forma ferrica a quella ferrosa. Un report preliminare, invece, documenta, grazie<br />

al d-ROMs test, la capacità <strong>di</strong> CF <strong>di</strong> ridurre in modo significativo la capacità ossidante del plasma<br />

in soggetti ad alto rischio OS, come i fumatori, gli obesi e gli atleti (12). In uno stu<strong>di</strong>o cross-over in<br />

doppio cieco, placebo controllato effettuato sui maratoneti, CF è risultato in grado <strong>di</strong> migliorare le<br />

prestazioni car<strong>di</strong>opolmonari, <strong>di</strong> incrementare i livelli <strong>di</strong> emoglobina, mimando quin<strong>di</strong> la risposta<br />

fisiologica all'ipossia e <strong>di</strong> ridurre il siero lattato, imitando una maggiore abilità nell'impiego <strong>di</strong> O2<br />

(13). Inoltre, CF ha migliorato con successo i sintomi clinici della fibromialgia, che<br />

patofisiologicamente è strettamente correlata all'OS (14), al consumo massimo <strong>di</strong> ossigeno vO2<br />

max e alla potenza massima nei ciclisti (15).<br />

In un modello in vitro, CF è stato in grado <strong>di</strong> inibire l'ossidazione <strong>di</strong> GHS da parte <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>versi<br />

ossidanti, tra cui il potente acido ipocloroso, in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>luizioni (range 1:5000-1:50), mentre in un<br />

sistema cell-free ha protetto il DNA dall'ossidazione, entrambi in modo dose-<strong>di</strong>pendente. In alcuni<br />

stu<strong>di</strong>, CF ha protetto dall'ossidazione sia gli eritrociti, riducendo la lisi cellulare e la deplezione<br />

intracellulare <strong>di</strong> GSH, o i linfociti (16).<br />

44


In un recente stu<strong>di</strong>o car<strong>di</strong>ne effettuato sulle cellule dell'endotelio venoso dell'ombelico umano<br />

(HUVEC), CF ha stimolato il tasso <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> O2 e la sintesi <strong>di</strong> ATP, mantenendo la<br />

concentrazione intracellulare <strong>di</strong> lattato deidrogenasi (LDH) e inibendo la generazione <strong>di</strong> ROS<br />

indotto da ipossia, per mezzo <strong>di</strong> un’upregulation dell'espressione <strong>di</strong> SOD manganese <strong>di</strong>pendente<br />

(Mn-SOD), l'enzima chiave nella detossificazione dell'anione superossido (17). Nel loro insieme le<br />

suddette prove scientifiche, confermando i precedenti stu<strong>di</strong> e le esperienze me<strong>di</strong>che personali,<br />

suggeriscono che l'integrazione <strong>di</strong> CF può essere utile, insieme ad una <strong>di</strong>eta bilanciata e un'adeguata<br />

attività fisica, alla modulazione della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno, facilitandone il consumo ed evitando<br />

i relativi effetti collaterali, proteggendo quin<strong>di</strong> le cellule da eventuali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ipossia o<br />

iperossia/stress ossidativo, con un impatto favorevole anche sulle funzioni endoteliali (9, 16). Tali<br />

proprietà, che rendono oggi unico CF nell'attuale panorama degli integratori nutrizionali, sono<br />

valorizzate dalle proprietà colloidali della formula documentate in vitro, che permettono a CF <strong>di</strong><br />

ridurre la tensione superficiale e <strong>di</strong> migliorare la conduttanza elettrica, favorendo così la più ampia<br />

bio<strong>di</strong>sponibilità dei suoi principi attivi, incluso il deuterio, anche per via sublinguale (come<br />

un'originale formula spray orale) (18). Disponibile in varie combinazioni (ad es. con vitamine,<br />

acido folico, silice, metilsulfonilmetano, s-adenosil-metionina, acido isocitrico e così via), CF è<br />

usato con successo in <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni cliniche, secondo la moderna concezione <strong>di</strong> "modulatore<br />

fisiologico" (19, 20), per prevenire le malattie correlate a stress ossidativo nelle persone sane,<br />

soprattutto in soggetti allenati. Viene inoltre utilizzato a supporto delle terapie convenzionali, in<br />

un'ampia gamma <strong>di</strong> malattie acute o croniche, così come nelle terapie anti-età in cui CF viene<br />

proposto in specifici protocolli. Il tra<strong>di</strong>zionale protocollo anti-età comprende una dose giornaliera<br />

gradualmente incrementale <strong>di</strong> CF formula base (tre volte/<strong>di</strong>e iniziando da tre, per arrivare a otto<br />

gocce in acqua a basso residuo fisso) e in seguito, una o più formule combinate <strong>di</strong> spray orale, come<br />

DNA/RNA, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrata efficacia nell'aumentare la metilazione del DNA (21), comunemente<br />

considerato fattore <strong>di</strong> longevità.<br />

Bibliografia<br />

1. Lehningher. Principles of Biochemistry. Nelson DL and Cox MM Eds. 2005. 4 th E<strong>di</strong>tion. WH Freeman.<br />

2. Guyton AC. The textbook of me<strong>di</strong>cal physiology. 1976. 5 th E<strong>di</strong>tion. WB Saunders Co.<br />

Eds. Pennsylvania (USA).<br />

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Oxford. Clarendon Press.<br />

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damage. Curr Pharm Biotechnol. 2010. 11 (8): 868–874.<br />

5. Whaley-Connell A, McCullough PA, Sowers JR. The role of oxidative stress in the<br />

metabolic syndrome. Rev Car<strong>di</strong>ovasc Med. 2011. 12 (1): 21–29.<br />

6. Dalle-Donne I, Rossi R, Colombo R, Giustarini D, Milzani A. Biomarkers of oxidative<br />

damage in human <strong>di</strong>sease. Clin Chem. 2006. 52 (4): 601–623.<br />

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8. Dyer DS. <strong>Cellfood</strong> TM . Vital cellular nutrition for the new millennium. Feedback Books Inc.<br />

2010.<br />

9. Iorio EL. Hypoxia, free ra<strong>di</strong>cals and antioxidants. The “Deutrosulfazyme ® ” paradox.<br />

Hypoxia Me<strong>di</strong>cal J. 2006. 1-2: 32.<br />

10. Iorio EL. Deutrosulfazyme<br />

45<br />

® (<strong>Cellfood</strong> ® ). Clinical-pharmacological overview [original<br />

title “Overview clinico-farmacologica”]. Procee<strong>di</strong>ngs International Conference Safety


Evaluation of Complementary and Alternative Me<strong>di</strong>cine. 2003. Empoli (Italy). 2003,<br />

October 24–25.<br />

11. Iorio EL, Bianchi L, Storti A. Deutrosulfazyme TM : a powerfull antioxidant [original title:<br />

“Deutrosulfazyme ® : un potente antiossidante”]. La Me<strong>di</strong>cina Estetica. 2006. 30 (1): 115 –<br />

116.<br />

12. Coyle M. Free ra<strong>di</strong>cal clinical study by laboratory tests. NuScience Corporation. Health<br />

products update. 2004.<br />

13. Van Heerden J, De ‘Ath K, Nolte H. Product Efficacy Report. The study on the effects<br />

of CELLFOOD TM on elite athletes. Sport Institute, University of Pretoria (South Africa),<br />

2001.<br />

14. Nieddu ME, Menza L, Bal<strong>di</strong> F, Fre<strong>di</strong>ani B, Marcolongo R. Efficacy of <strong>Cellfood</strong>'s therapy<br />

(deutrosulfazyme) in fibromyalgia. Reumatismo. 2007. 59 (4): 316–321.<br />

15. Milic’ R, Djordjevic’ S. Cycling performance and <strong>Cellfood</strong>. Procee<strong>di</strong>ngs 4 th Annual<br />

Congress ECSS. Oslo (Norway), 2008, June 24–37. 2008. 1270/PP-TT02.<br />

16. Benedetti S, Catalani S, Palma F, Canestrari F. The antioxidant protection of <strong>Cellfood</strong> TM<br />

against oxidative damage in vitro. Food and Chemical Toxicology. 2011. 49: 2292–2298.<br />

17. Ferrero E, Fulgenzi A, Belloni D, Foglieni C, Ferrero ME. <strong>Cellfood</strong> TM improves<br />

respiratory metabolism of endothelial cells and inhibits hypoxia-induced ros generation.<br />

JOURNAL OF PHYSIOLOGY AND PHARMACOLOGY 2011, 62, 3, 287-293<br />

18. Thomson JF. Biological effects of deuterium. Pergamon Press. The Macmillan<br />

Company. New York. 1963.<br />

19. Olson JA. Benefits and liabilities of vitamin A and carotenoids. J Nutr. 1996. 126:<br />

1208S–1221S.<br />

20. Cornelli U. Antioxidant use in nutraceuticals. Clin Dermatol. 2009. 27(2): 175–194.<br />

21. Savaiano DA, Ho CY, Chu V, Clifford AJ. Metabolism of orally and intravenously<br />

administered purines in rats. J Nutr. 1981. 110: 1793–1804.<br />

LA LUCE CHE NUTRE: LASER TERAPIA BIOLOGICA ENDOVENA<br />

46


F. Raggi, G. Vallesi - Servizi Sanitari s.r.l. - Terni<br />

L’utilizzo del Laser in campo me<strong>di</strong>co, negli ultimi anni, si è <strong>di</strong>ffuso notevolmente in vari settori<br />

me<strong>di</strong>ci. I laser normalmente utilizzati sono caratterizzati da elevate potenze <strong>di</strong> emissione,<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> alcuni Watts. Gli ultimi sviluppi della ricerca, però, hanno <strong>di</strong>mostrato che me<strong>di</strong>ante<br />

laser <strong>di</strong> bassa potenza (soft lasers), dell’or<strong>di</strong>ne dei milliWatt, è possibile ottenere precisi effetti<br />

fotochimici ed attivare in maniera selettiva numerose molecole organiche. Tali molecole sono dette<br />

fotosensibili e la scienza che stu<strong>di</strong>a questi fenomeni è la fotobiologia. Nella lista delle molecole<br />

fotosensibili compaiono, ad esempio, l’emoglobina, l’ATP sintetasi, le ciclossigenasi ed i citocromi;<br />

il citocromo P-450, infatti, deve il suo nome proprio alla sua fotosensibilità al laser <strong>di</strong> lunghezza<br />

d’onda pari a 450 nanometri.<br />

Queste conoscenze hanno portato allo sviluppo <strong>di</strong> una rivoluzionaria tecnica terapeutica, efficace in<br />

<strong>di</strong>versi settori della me<strong>di</strong>cina: la terapia Laser a bassa potenza, che attualmente presenta due<br />

applicazioni principali:<br />

5) un’applicazione è quella del Laser endovena: a <strong>di</strong>fferenza del già noto laser endovena usato<br />

come trattamento sclerosante delle varici venose periferiche, in cui si fa uso <strong>di</strong> un laser a potenza<br />

piuttosto elevata (12 Watt), il laser endovena a bassa potenza (1-5 mW) è in grado <strong>di</strong> generare<br />

esclusivamente effetti chimici, così come fa un farmaco, senza ottenere effetti chirurgici, meccanici<br />

o termici. Tra i vari effetti biologici <strong>di</strong>mostrati, possiamo citare l’incrementato rilascio <strong>di</strong> ossido<br />

nitrico, l’aumento della deformabilità dei globuli rossi, l’attivazione dei monociti, la ridotta<br />

aggregazione piastrinica, l'aumento della PO2, etc.<br />

6) Una seconda interessante applicazione è quella locale, nelle se<strong>di</strong> dolorose o lesionate. Anche<br />

in questo caso, vengono generati esclusivamente effetti chimici, con spiccate proprietà<br />

antiinfiammatorie ed analgesiche.<br />

7) La terapia viene utilizzata con successo, in associazione alle terapie convenzionali, nelle<br />

malattie muscolo-scheletriche, car<strong>di</strong>ovascolari (ipertensione, angina), polmonari, allergiche,<br />

infettive, oltre che nel trattamento delle ferite “<strong>di</strong>fficili” (es. <strong>di</strong>abetiche). E’ un trattamento <strong>di</strong><br />

supporto molto valido in tutte le patologie a base infiammatoria. Esiste una vasta letteratura<br />

me<strong>di</strong>co-scientifica che ne prova l’efficacia.<br />

Un recente stu<strong>di</strong>o su 130 pazienti con cerebrovasculopatia cronica, ha mostrato la capacità <strong>di</strong> questo<br />

trattamento, in associazione con integratori antiossidanti, <strong>di</strong> normalizzare i livelli <strong>di</strong> perossidazione<br />

lipi<strong>di</strong>ca e <strong>di</strong> potenziare le <strong>di</strong>fese antiossidanti. Un secondo lavoro <strong>di</strong> ricerca ha rilevato una ridotta<br />

coagulabilità ed un calo dell’ematocrito in tutti gli 86 soggetti arruolati. In un altro stu<strong>di</strong>o, 173<br />

pazienti affetti da ipertensione essenziale sono stati sud<strong>di</strong>visi in 4 gruppi <strong>di</strong> trattamento (farmaci<br />

antipertensivi; fosfolipi<strong>di</strong> essenziali; laser endovena; plasmaferesi): i risultati hanno mostrato che<br />

l’utilizzo prolungato (per più <strong>di</strong> 1 anno) <strong>di</strong> farmaci (soprattutto beta-bloccanti e <strong>di</strong>uretici) aveva<br />

effetti negativi sui parametri reologici stu<strong>di</strong>ati (deformabilità ed aggregabilità dei globuli rossi,<br />

<strong>di</strong>smorfismi, elastoviscosità della membrana, viscosità ematica) mentre il laser endovena causava<br />

un miglioramento <strong>di</strong> tali parametri, specialmente nell’ipertensione complicata, associato ad una<br />

buona efficacia antipertensiva (70-80% dei casi).<br />

Kipshidze, infine, ha mostrato vari effetti del laser endovena in 900 pazienti affetti da infarto acuto<br />

del miocar<strong>di</strong>o: cessazione del dolore, limitazione dell’estensione dell’area ischemica, aumento<br />

dell’attività antiossidante plasmatica e della concentrazione ematica <strong>di</strong> ossigeno, riduzione del<br />

dosaggio <strong>di</strong> nitroglicerina e della degenza me<strong>di</strong>a dei ricoveri.<br />

47


WORKSHOP EURODREAM<br />

Prevenire patologie conseguenti allo stress ossidativo è possibile!<br />

I ra<strong>di</strong>cali liberi dell’ossigeno (ROS) sono prodotti in piccole quantità durante il normale<br />

metabolismo e vengono rapidamente rimossi dai meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa presenti nella cellula.<br />

Tuttavia in particolari situazioni, patologiche e non, la produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi aumenta a<br />

<strong>di</strong>smisura in modo tale che la "barriera" <strong>di</strong> <strong>di</strong>fese antiossidanti non è più in grado <strong>di</strong><br />

neutralizzarli. Quando l’equilibrio tra fattori pro-ossidanti e fattori antiossidanti viene turbato<br />

a favore dei primi, si parla <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione patologica definita stress ossidativo<br />

Per combattere lo stress ossidativo e le conseguenze che da esso derivano innanzitutto è<br />

necessaria una buona alimentazione ricca <strong>di</strong> vitamine e minerali antiossidanti e una corretta e<br />

regolare attività fisica, ma spesso questo non basta!<br />

Gli errati stili <strong>di</strong> vita e gli effetti dell’inquinamento si possono tradurre in una riduzione <strong>di</strong><br />

bio<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno, macronutrienti e micronutrienti utilizzabili per far fronte alle<br />

esigenze vitali e possono portare potenzialmente all’instaurarsi <strong>di</strong> malattie a decorso acuto e<br />

cronico, in primis l’invecchiamento precoce, ma ancor più importante a una serie <strong>di</strong> quadri<br />

morbosi, spesso <strong>di</strong> natura degenerativa, in cui risulta essere spesso coinvolto il Sistema<br />

Nervoso Centrale. Esso infatti rappresenta uno dei principali target dei ROS, <strong>di</strong> conseguenza<br />

lo stress ossidativo viene oggi considerato uno dei principali cofattori <strong>di</strong> malattie<br />

neurodegenerative quali morbo <strong>di</strong> Parkinson, morbo <strong>di</strong> Alzheimer, sclerosi laterale<br />

amiotrofica, ecc...<br />

Per tale motivo, negli ultimi anni il tra<strong>di</strong>zionale approccio terapeutico a queste patologie si sta<br />

sempre più aprendo al contributo, spesso determinante, degli integratori.<br />

LA RISPOSTA ALLO STRESS OSSIDATIVO: CELLFOOD®*<br />

Un prestigioso posto nel vasto campo degli integratori spetta al Deutrosulfazyme (nome<br />

commerciale CELLFOOD®), una soluzione colloidale in fase acquosa a base <strong>di</strong> aminoaci<strong>di</strong>,<br />

minerali e solfato <strong>di</strong> deuterio in tracce. Gli aminoaci<strong>di</strong> antiossidanti, quali cisteina, arginina,<br />

lisina, e i minerali antiossidanti, quali selenio, zinco e rame, <strong>di</strong> cui sente tanto parlare oggi,<br />

esercitano una potente azione antiossidante poiché sono in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderci dai ROS. Il<br />

solfato <strong>di</strong> deuterio invece esercita una peculiare azione: una volta a contatto con l’acqua<br />

presente nel nostro corpo, ne indebolisce i legami, rendendo <strong>di</strong>sponibile sia ioni idrogeno che<br />

ioni ossigeno per i processi metabolici. L’idrogeno è utilizzato per tamponare l’aci<strong>di</strong>tà dei<br />

liqui<strong>di</strong> biologici, mentre l’ossigeno si rende <strong>di</strong>sponibile per reagire con molecole <strong>di</strong> segno<br />

opposto e se, come accade <strong>di</strong> frequente, incontra un ra<strong>di</strong>cale libero, avente segno opposto, vi<br />

si lega. Il risultato finale è la produzione <strong>di</strong> ossigeno molecolare e poiché questo non è<br />

introdotto con l’aria respirata, viene chiamato “ossigeno nascente” ed è prontamente<br />

<strong>di</strong>sponibile per le cellule.<br />

CELLFOOD® si propone come un prodotto unico al mondo e può essere arricchito da altre<br />

componenti nutrizionali grazie alle sue nove formulazioni <strong>di</strong>sponibili in commercio (otto<br />

sistemiche e una topica).<br />

I LABORATORI CONFERMANO L’EFFICACIA DI CELLFOOD®<br />

Una recente ricerca condotta dall’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Urbino, Dip.to Scienze<br />

Biomolecolari, Sez. Biochimica Clinica, ha <strong>di</strong>mostrato che CELLFOOD® opportunamente<br />

<strong>di</strong>luito in acqua e alle giuste dosi esercita una potente azione antiossidante grazie ai suoi<br />

principi attivi estratti da fonti naturali non contaminate, quali piante, fossili, sorgenti minerali<br />

ed acque della Nuova Zelanda.<br />

49


Nel lavoro condotto dal gruppo <strong>di</strong> ricerca del Prof. Canestrari dell’università urbinate è stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che CELLFOOD® esercita un effetto protettivo sia in modelli acellulari che nei<br />

confronti <strong>di</strong> cellule del sangue sottoposte a danno ossidativo.<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o in particolare è emerso che non solo CELLFOOD® protegge dall’ossidazione le<br />

proteine e preserva le <strong>di</strong>fese antiossidanti endogene, ma anche gli aci<strong>di</strong> nucleici (DNA in<br />

particolare). Dagli stu<strong>di</strong> sulle cellule del sangue altre importanti novità: CELLFOOD®<br />

protegge gli eritrociti dai danni meccanici e dall’emolisi cellulare e preserva le normali <strong>di</strong>fese<br />

antiossidanti del globulo rosso, in seguito a stimolo ossidativo.<br />

Anche nei globuli bianchi CELLFOOD® si è <strong>di</strong>mostrato efficace nel ridurre lo stress ossidativo<br />

intracellulare, confermando l’azione protettiva <strong>di</strong>retta contro i comuni ossidanti fisiologici,<br />

responsabili del danno ossidativo alle biomolecole quali grassi, proteine e aci<strong>di</strong> nucleici.<br />

UTILE NEL PREVENIRE MA NON SOLO…<br />

CELLFOOD® trova ampia applicazione sia nella fase <strong>di</strong> prevenzione, nel contrastare o<br />

ritardare lo stress ossidativo, sia in quella <strong>di</strong> correggere lo squilibrio del bilancio ossidativo<br />

nel corso <strong>di</strong> malattie croniche e degenerative.<br />

CELLFOOD ®<br />

CELLFOOD ® è il più importante prodotto ad alta prestazione per la salute del consumatore a<br />

base <strong>di</strong> ossigeno ed idrogeno nel mondo. Per più <strong>di</strong> 50 anni, CELLFOOD ® ha apportato con<br />

sicurezza benefici nutrizionali, senza tossicità.<br />

I sintomi iniziali della mancanza d’ossigeno possono includere una stanchezza<br />

generale, affaticamento, <strong>di</strong>sturbi circolatori, <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>di</strong>gestione, dolori muscolari,<br />

sensazioni <strong>di</strong> instabilità e barcollamento, depressione, per<strong>di</strong>ta della memoria, comportamenti<br />

irrazionali, aci<strong>di</strong>tà gastrica, e complicazioni bronchiali. Quando il sistema immunitario è<br />

compromesso da una mancanza <strong>di</strong> ossigeno, il corpo <strong>di</strong>venta più suscettibile ai batteri<br />

opportunistici, infezioni virali e parassitarie, raffreddori ed influenza.<br />

Inventato da Everett L. Storey, CELLFOOD ® è una formulazione personale <strong>di</strong> un<br />

concentrato minerale colloidale super energizzato. Il solfato <strong>di</strong> deuterio bibasico e <strong>di</strong>polo<br />

contenuto in CELLFOOD ® fornisce un incre<strong>di</strong>bile apporto <strong>di</strong> ossigeno e un sistema <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione al corpo a livello cellulare.<br />

CELLFOOD ® è un potente <strong>di</strong>sintossicante e anti-ra<strong>di</strong>cale libero.<br />

Gli scienziati riconoscono che la maggior parte dei <strong>di</strong>sturbi e delle infezioni è causata da<br />

mancanza d’ossigeno a livello cellulare. Questa formula, la cui efficacia è stata riconosciuta,<br />

fornisce in modo naturale il massimo livello <strong>di</strong> ossigeno ed idrogeno allo stato nascente in<br />

forma supplementare, che migliora l’energia, la resistenza, e la salute.<br />

50


Lo stato attuale delle ricerche:<br />

Presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Urbino "Carlo Bo" Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biomolecolari<br />

Sezione <strong>di</strong> Biochimica Clinica ha <strong>di</strong>mostrato che:<br />

1. CELLFOOD® consente <strong>di</strong> preservare le <strong>di</strong>fese antiossidanti endogene.<br />

2. CELLFOOD® preserva i globuli rossi dalla deplezione <strong>di</strong> glutatione.<br />

3. CELLFOOD® ha effetto protettivo antiossidante verso l’anemia dell’atleta.<br />

4. CELLFOOD® riduce in maniera dose <strong>di</strong>pendente lo stress ossidativo intracellulare<br />

proteggendo la cellula dall’ossidazione.<br />

1. Stu<strong>di</strong>o su atleti professionisti:<br />

L’efficacia <strong>di</strong> CELLFOOD® in vivo è stata valutata presso l’Istituto dello Sport dell’Università<br />

<strong>di</strong> Pretoria (SUD AFRICA) in uno stu<strong>di</strong>o in doppio cieco, controllato me<strong>di</strong>ante placebo, crossover,<br />

della durata <strong>di</strong> 18 settimane, eseguito su 45 maratoneti (28 uomini e 17 donne), <strong>di</strong> età<br />

compresa fra 20 e 51 anni.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista clinico, rispetto al placebo, l’impiego <strong>di</strong> CELLFOOD® è risultato associato ad<br />

una riduzione della frequenza car<strong>di</strong>aca durante lo sforzo e ad una riduzione della frequenza<br />

respiratoria con aumento della massima potenza aerobica (VO2 max), favorendo il recupero<br />

dopo sforzo muscolare intenso (lattacido) e prolungato (aerobico).<br />

Il ciclismo: uno sport che richiede potenza, resistenza e capacità <strong>di</strong> recuperare rapidamente!<br />

Maggiore resistenza, minor consumo <strong>di</strong> energia e tempi <strong>di</strong> recupero più brevi<br />

Uno stu<strong>di</strong>o pilota effettuato su ciclisti professionisti, presso l' Università per gli stu<strong>di</strong> sullo sport a Ljubljana, dal dr.<br />

R. Milič, IKARUS, Università <strong>di</strong> Primorska, Koper, S. Djordjevič, 2008.<br />

CONCLUSIONE:<br />

• Il gruppo che ha assunto <strong>Cellfood</strong> ha manifestato un aumento statisticamente<br />

significativo della potenza massima alla fine del test ed un aumento del consumo <strong>di</strong><br />

ossigeno.<br />

• Anche il gruppo <strong>di</strong> controllo ha manifestato qualche miglioramento, ma si trattava <strong>di</strong> miglioramenti<br />

notevolmente inferiori e statisticamente irrilevanti.<br />

I risultati <strong>di</strong> questo preliminare stu<strong>di</strong>o pilota mostrano che <strong>Cellfood</strong> ha un benefico effetto<br />

sulla capacità dell'organismo <strong>di</strong> adattarsi a <strong>di</strong>fferenti regimi <strong>di</strong> allenamento<br />

aumentando pertanto la capacità ciclistica e migliorando la performance. Questi dati<br />

sono stati ricavati da test standard per le performance usati dai ciclisti professionisti in<br />

Slovenia (realizzati presso l'Università per gli sport a Ljubljana).<br />

CELLFOOD® NON CONTIENE CARBOIDRATI, NON CONTIENE LIPIDI; NON CONTIENE<br />

PROTEINE; NON CONTIENE CAFFEINA; NON CONTIENE EFEDRINA; NON CONTIENE<br />

STIMOLANTI; NON CONTIENE SINTETICI.<br />

51


2. Efficacia del trattamento con <strong>Cellfood</strong>® (deutrosulfazyme)<br />

nella fibromi algia - Efficacy of <strong>Cellfood</strong>®’s therapy (deutrosulfazyme) in fibromyalgia<br />

M.E. Nieddu1, L. Menza2, F. Bal<strong>di</strong>1, B. Fre<strong>di</strong>ani2, R. Marcolongo1<br />

1Servizio <strong>di</strong> Reumatologia Clinica Rugani, Monteriggioni, Siena<br />

2Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Clinica e Scienze Immunologiche, Sezione <strong>di</strong> Reumatologia,<br />

Università <strong>di</strong> Siena<br />

Il trattamento delle pazienti fibromialgiche con <strong>Cellfood</strong>® offre una possibilità efficace<br />

ed economica per alleviare la sintomatologia dolorosa e l’astenia <strong>di</strong> tali pazienti. Infatti<br />

si ritiene che tale integratore possa fornire un contributo nella gestione<br />

sintomatologica <strong>di</strong> tali pazienti.<br />

3. Dott.ssa Elisabetta Ferrero, PhD, Prof. Maria Elena Ferrero Ricercatrice,<br />

istituto scientifico Ospedale San Raffaele - Lab. Immunologia dei tumori –<br />

Dipartimento <strong>di</strong> oncologia<br />

CELLFOOD® (Deutrosulfazyme) migliora il metabolismo respiratorio delle cellule endoteliali e<br />

inibisce la generazione delle ROS indotte da ipossia.<br />

Conclusioni. I risultati evidenziano il ruolo svolto da CELLFOOD® nel mantenere le funzioni delle<br />

EC (cellule endoteliali) anche in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress, me<strong>di</strong>ante la preservazione del metabolismo<br />

respiratorio e l’induzione <strong>di</strong> molecole antiossidanti.<br />

4. CELLFOOD ® : un potente antiossidante<br />

E.L. Iorio*, L. Bianchi** *<br />

*Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo, dei Ra<strong>di</strong>cali Liberi e dei Sistemi Antiossidanti (Salerno, Italia). **Diacron<br />

International srl, Dipartimento <strong>di</strong> Ricerca e Sviluppo.<br />

Risultati. Il potenziale biologico antiossidante <strong>di</strong> CELLFOOD ® è risultato pari a 64747 ± 3660.5 (CV.<br />

5.7%). Le formulazioni <strong>di</strong> CELLFOOD ® arricchite con VITAMINA C e COMPLESSO<br />

MULTIVITAMINICO hanno mostrato valori ancora più alti: 274500.00 ± 6009.00 (CV 2.19%) e<br />

235500.00 ± 9161.00 (CV 3.89), rispettivamente.<br />

Discussione. Con il suo elevato potenziale biologico antiossidante (circa 30 volte più alto <strong>di</strong> quello<br />

considerato ottimale nel sangue delle persone sane) CELLFOOD ® è un potente antiossidante (6).<br />

L’elevata attività antiossidante può essere ricondotta ad alcuni principi attivi <strong>di</strong> CELLFOOD ® ,<br />

compresi gli estratti naturali e gli enzimi antiossidanti. Questa proprietà può ragionevolmente<br />

spiegare l’abilità della formulazione <strong>di</strong> abbassare in vivo i valori d-ROMs test (5).<br />

Conclusioni. CELLFOOD ® è una formulazione naturale in grado <strong>di</strong> ridurre lo stress ossidativo ed<br />

è potenzialmente utile nella prevenzione dell’invecchiamento precoce. Ulteriori stu<strong>di</strong> sono<br />

attualmente in corso ai fini <strong>di</strong> valutare le variazioni del potere antiossidante del sangue in seguito<br />

all’assunzione <strong>di</strong> CELLFOOD ® .<br />

5. Everett Storey - Sul modulo del composto farmaceutico, lo descrive nel seguente modo:<br />

“Colore champagne che <strong>di</strong>venta colore ambra con il passare del tempo ma, invece <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> potenza, se ne rileva un piccolo aumento anno dopo anno". Alla sezione "Effetti terapeutici"<br />

egli <strong>di</strong>chiara: ossigeno e nutrimento per le cellule, supporto <strong>di</strong> materiale per il processo<br />

<strong>di</strong>gestivo, consente la pulizia dell’area superiore e inferiore dell'intestino, ripristinandone le<br />

normali funzioni. Consente al flusso sanguigno <strong>di</strong> trasportare <strong>di</strong>rettamente a ciascuna cellula<br />

corporea 129 elementi assimilabili per una nutrizione completa, <strong>di</strong>retta e rapida.<br />

52


Fornisce un flusso regolare <strong>di</strong> ossigeno e idrogeno a tutte le parti del corpo, rendendo<br />

possibile ciò che prima era considerato "impossibile”, ovvero ottenere in contemporanea<br />

l’ossidazione e la riduzione in una singola cellula.<br />

International Hall of Fame: Nel 1997, <strong>Cellfood</strong>® viene votato all’unanimità da tutti gli<br />

Inventors Clubs of America per l’Advance Technology Award 1997 presentato dalla<br />

International Hall of Fame ad Atalanta, U.S.A.<br />

Inoltre per approfon<strong>di</strong>menti:<br />

- Analytical Report: Dissolved Oxygen<br />

- USP Challenge Test of CELLFOOD®<br />

- Microbiological Test for LOG Reduction<br />

- Electrolyte Test<br />

- LD 50 Acute Oral Toxicity Safety Study<br />

- Colloidal Study (Zeta Potential)<br />

- Surface Tension Study<br />

- Dark Field Microscopy Report<br />

- University of Pretoria Study - Long Form<br />

- University of Pretoria Study - Summary Form<br />

- Free Ra<strong>di</strong>cal Clinical Study<br />

- Free Ra<strong>di</strong>cal Analytical Study<br />

- University of Siena Study<br />

EURODREAM S.r.l , ritiene <strong>di</strong> fondamentale importanza comunicare che sul mercato italiano<br />

potrebbero esistere aziende che vantano <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire prodotti uguali o similari a<br />

CELLFOOD®.<br />

A questo proposito è importante rammentare che CELLFOOD® è un MARCHIO REGISTRATO<br />

IN TUTTO IL MONDO e che esiste una sola Formula Everett Storey immessa sul mercato col<br />

nome <strong>di</strong> CELLFOOD® e Notificato al Ministero della Sanità.<br />

EURODREAM importa il prodotto in esclusiva per l’Italia, Francia, Germania, Polonia,<br />

Grecia, Svizzera ed Austria. http://www.eurodream.it<br />

Qualsiasi azienda che <strong>di</strong>stribuisca un prodotto che vanti <strong>di</strong> essere lo stesso e con gli<br />

stessi ingre<strong>di</strong>enti, od usi materiali ed informazioni simili a quelle <strong>di</strong> Nu Science<br />

Corporation CALIFORNIA o <strong>di</strong> EURODREAM La Spezia, <strong>di</strong>chiara il falso ed è perseguibile a<br />

norma <strong>di</strong> legge in quanto vi sono gli estremi per rilevare una concorrenza sleale.<br />

Chi afferma il contrario lo dovrebbe certificare e sottoscrivere assumendosi tutte le<br />

responsabilità. Riassumendo vi è un’unica Formula Everett Storey originale ed è<br />

53


denominata CELLFOOD®. *(CELLFOOD® è un prodotto unico al mondo - Formula Everett<br />

Storey Originale dal 1969).<br />

Perché integrare?<br />

L’importanza <strong>di</strong> una integrazione ottimale a base <strong>di</strong> ossigeno<br />

vitamine e minerali<br />

L’inquinamento ambientale ed uno stile <strong>di</strong> vita incongruo contribuiscono in varia misura ad alterare<br />

il nostro stato <strong>di</strong> salute, intendendo con questo termine non la semplice assenza <strong>di</strong> malattia, ma la<br />

sensazione percepita e l’evidenza oggettiva <strong>di</strong> completo benessere psico-fisico e socio-culturale, in<br />

armonia con la Natura e l’ambiente che ci circonda.<br />

In particolare, agenti fisici (ra<strong>di</strong>azioni ultraviolette, campi elettromagnetici, etc.), agenti chimici<br />

(benzene, idrocarburi clorurati, <strong>di</strong>ossina, pestici<strong>di</strong>, prodotti della combustione del fumo <strong>di</strong> sigaretta,<br />

metalli pesanti, etc.) ed agenti biologici (virus, batteri, funghi, tossine, etc.) minano continuamente<br />

le funzioni del nostro organismo fino a favorire o causare l’insorgenza <strong>di</strong> numerose malattie, non<br />

solo attraverso un’interazione <strong>di</strong>retta con i nostri sistemi biologici ma anche in<strong>di</strong>rettamente,<br />

contaminando l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e gli alimenti <strong>di</strong> cui ci nutriamo. Gravi le<br />

ripercussioni che tutto ciò comporta sulla qualità della nostra vita. Persino i pensieri che evochiamo<br />

e le emozioni che proviamo, infatti, possono risultare negativamente con<strong>di</strong>zionati.<br />

D’altra parte, per scelta personale o per con<strong>di</strong>zionamenti socio-culturali, e, dunque, ambientali,<br />

anche lo stile <strong>di</strong> vita, se scorretto, può, attraverso un’alimentazione incongrua e/o un’attività fisica<br />

inadeguata, insieme al sovraccarico e/o l’inadeguata rimozione <strong>di</strong> cataboliti tossici, <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> per<br />

sé un fattore <strong>di</strong> morbilità o, ad<strong>di</strong>rittura, <strong>di</strong> mortalità.<br />

Inquinamento ambientale ed errati stili <strong>di</strong> vita, sinergizzando tra loro, possono alterare l’omeostasi<br />

del nostro organismo a vari livelli (sistemi, organi, tessuti, cellule, organuli cellulari, molecole) e in<br />

<strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> (accumulo <strong>di</strong> interme<strong>di</strong> metabolici tossici, attivazione o inibizione <strong>di</strong> enzimi, etc.). Dal<br />

punto <strong>di</strong> vista squisitamente biochimico, tuttavia, in<strong>di</strong>pendentemente dai meccanismi perversi<br />

innescati, essi colpiscono <strong>di</strong>rettamente “al cuore” le cellule, riducendo in varia misura la<br />

bio<strong>di</strong>sponibilità dei due elementi dai quali queste e, più in generale, la vita stessa degli organismi<br />

aerobi trae la sua energia: l’ossigeno e l’idrogeno.<br />

Infatti, quantunque possa apparire paradossale “contemplando” l’enorme complessità delle reazioni<br />

chimiche coinvolte nel metabolismo cellulare, è dall’energia scaturita dalla reazione tra questi due<br />

comunissimi elementi – opportunamente modulata a livello della catena respiratoria mitocondriale –<br />

che derivano tutti i fenomeni vitali (assorbimento, <strong>di</strong>gestione, assimilazione, secrezione, escrezione,<br />

movimento, accrescimento, riproduzione, etc.).<br />

L’ossigeno è trasportato dall’atmosfera ai mitocondri grazie agli apparati respiratorio e car<strong>di</strong>ocircolatorio,<br />

mentre l’idrogeno è “estratto” da specifiche “deidrogenasi” <strong>di</strong>rettamente dai nutrienti<br />

(glucosio, aci<strong>di</strong> grassi, amminoaci<strong>di</strong> e loro interme<strong>di</strong> metabolici), introdotti con l’alimentazione<br />

sotto forma <strong>di</strong> precursori macromolecolari (amido, trigliceri<strong>di</strong>, proteine) e veicolati all’interno della<br />

cellula grazie all’apparato <strong>di</strong>gerente ed al sistema vascolare.<br />

Appare evidente, in definitiva, che se la “domanda” <strong>di</strong> ossigeno, attraverso la zione, e/o quella <strong>di</strong><br />

idrogeno, attraverso l’alimentazione, non sono adeguate al fabbisogno tissutale, la cellula andrà<br />

incontro, nel breve o nel me<strong>di</strong>o termine, al depauperamento delle proprie riserve energetiche, allo<br />

scompenso metabolico e a tutte le indesiderate conseguenze da ciò derivanti (alterazioni<br />

dell’omeostasi ionica, turbe della permeabilità <strong>di</strong> membrana, attivazione <strong>di</strong> enzimi litici etc.), fino<br />

alla necrosi o all’apoptosi oppure, subentrando altri cofattori, alla trasformazione neoplastica.<br />

54


Fino alla metà degli anni ‘50 si riteneva che l’ipossia fosse l’unico evento indesiderato in qualche<br />

modo riconducibile ad un alterato “metabolismo” dell’ossigeno.<br />

In realtà, stu<strong>di</strong> relativamente recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che anche l’aumento della <strong>di</strong>sponibilità<br />

dell’elemento – iperossia – può essere pericoloso, specialmente se consegue ad una transitoria<br />

ipossia (fenomeno della ischemia-riperfusione), in quanto fa aumentare la probabilità <strong>di</strong> generare in<br />

maniera incontrollata specie chimiche altamente reattive, quali il ra<strong>di</strong>cale idrossile ed il perossido <strong>di</strong><br />

idrogeno, responsabili del cosiddetto stress ossidativo.<br />

Approfon<strong>di</strong>mento. lo stress ossidativo.<br />

Lo stress ossidativo è, per definizione, la conseguenza <strong>di</strong>retta dell’azione dannosa esercitata da<br />

quantità abnormemente elevate <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi sulle cellule e sui tessuti del nostro organismo.<br />

Ma cosa sono i ra<strong>di</strong>cali liberi? Come agiscono?<br />

I ra<strong>di</strong>cali liberi sono atomi o raggruppamenti <strong>di</strong> atomi in grado <strong>di</strong> reagire con qualsiasi molecola <strong>di</strong><br />

cui è costituita una cellula (persino il DNA!), danneggiandola, con conseguenze spesso <strong>di</strong>sastrose<br />

(alterazioni funzionali > alterazioni strutturali> morte cellulare).<br />

Il danno è dovuto al fatto che i ra<strong>di</strong>cali liberi sono agenti molto “avi<strong>di</strong> <strong>di</strong> elettroni” e si stabilizzano,<br />

perdendo la potenziale lesività, solo quando riescono a strappare tali particelle dalle molecole con<br />

cui vengono a contatto (azione ossidante).<br />

Una piccola quota <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi viene prodotta anche in con<strong>di</strong>zioni normali, per effetto del<br />

metabolismo cellulare. La produzione <strong>di</strong> alcuni ormoni, per esempio, implica la generazione <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>cali liberi. D’altra parte, alcuni globuli bianchi sfruttano la produzione <strong>di</strong> questi agenti per<br />

uccidere i batteri, aiutando, in tal modo, il nostro organismo a <strong>di</strong>fendersi dalle infezioni. Da questo<br />

punto <strong>di</strong> vista, i ra<strong>di</strong>cali liberi sono stati giustamente definiti “insostituibili compagni <strong>di</strong> viaggio”<br />

della vita cellulare.<br />

Tuttavia, in particolari con<strong>di</strong>zioni, la produzione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi può essere talmente copiosa da<br />

costituire una seria minaccia per l’integrità delle cellule.<br />

Quali sono le cause che inducono un aumento della produzione dei ra<strong>di</strong>cali liberi?<br />

Le cause possono essere esterne o interne all’organismo.<br />

Tra le cause esterne, ricor<strong>di</strong>amo alcuni agenti fisici (es. le ra<strong>di</strong>azioni ultraviolette e ionizzanti),<br />

numerosi agenti chimici (es. idrocarburi, <strong>di</strong>serbanti, contaminanti alimentari, farmaci) e taluni<br />

agenti infettivi (es. virus e batteri).<br />

Tra le cause interne all’organismo sono da citare l’accelerazione esagerata del metabolismo<br />

cellulare (quale si verifica, per esempio, dopo uno sforzo fisico intenso e protratto, senza adeguato<br />

allenamento) e numerose malattie (es. obesità, <strong>di</strong>abete ecc.).<br />

In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> buona salute, il nostro organismo riesce a prevenire il danno da ra<strong>di</strong>cali liberi<br />

grazie a dei sistemi naturali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa che vengono in<strong>di</strong>cati con il termine <strong>di</strong> antiossidanti, proprio<br />

perché contrastano l’azione, ossidante, dei ra<strong>di</strong>cali liberi.<br />

Gli antiossidanti, pertanto, sono agenti in grado <strong>di</strong> neutralizzare l’azione lesiva dei ra<strong>di</strong>cali liberi.<br />

Alcuni antiossidanti (es. sistemi enzimatici della superossido<strong>di</strong>smutasi e della catalasi) sono<br />

endogeni, cioè vengono prodotti dal nostro organismo <strong>di</strong> cui sono parte integrante. Altri, invece,<br />

quali ad esempio le vitamine C ed E, sono esogeni, cioè devono essere introdotti dall’esterno, per<br />

esempio con una corretta alimentazione.<br />

55


Nel nostro organismo, dunque, esiste un delicato equilibrio fra produzione (esterna o interna) e<br />

“smaltimento” dei ra<strong>di</strong>cali liberi (da parte dei sistemi antiossidanti).<br />

La rottura <strong>di</strong> questo equilibrio provoca l’insorgenza <strong>di</strong> lesioni cellulari che, se gravi e protratte nel<br />

tempo, conducono ad un accelerazione del processo dell’invecchiamento e all’insorgenza <strong>di</strong><br />

numerosissime malattie molto comuni, quali l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi, l’infarto,<br />

l’ictus, il morbo <strong>di</strong> Parkinson, la demenza nell’Alzheimer, la colite ulcerosa, la pancreatite,<br />

l’obesità, il <strong>di</strong>abete, la bronchite cronica, l’artrite reumatoide, alcuni tipi <strong>di</strong> tumori, ecc.<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste considerazioni possiamo definire ora con più esattezza lo stress ossidativo come<br />

una con<strong>di</strong>zione patologica causata dalla presenza nel nostro organismo <strong>di</strong> quantità eccessive <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>cali liberi e <strong>di</strong> altre specie reattive dell’ossigeno, da ricondursi ad un’eccessiva produzione <strong>di</strong><br />

questi agenti e/o ad una ridotta efficienza dei fisiologici sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa antiossidanti.<br />

Oggi sono finalmente <strong>di</strong>sponibili, per me<strong>di</strong>ci ed altri operatori sanitari, test altamente affidabili per<br />

la valutazione globale dello stress ossidativo (d-ROMs test, BAP test, OXY-adsorbent test, -SHp<br />

test), eseguibili sia presso laboratory <strong>di</strong> analisi me<strong>di</strong>ante comuni fotometri (manualmente o in<br />

automatico) che in ambulatorio me<strong>di</strong>ante fotometri de<strong>di</strong>cati (sistemi FRAS HeD e FREE Diacron).<br />

In particolare, il d-ROMs test consente <strong>di</strong> determinare la concentrazione ematica dei metaboliti<br />

reattivi dell’ossigeno (ROM) e, più specificamente, degli idroperossi<strong>di</strong> (ROOH) marcatori ed<br />

amplificatori del danno cellulare da ra<strong>di</strong>cali liberi. I valori <strong>di</strong> normalità sono compresi fra 250 e 300<br />

U CARR (20.00<br />

– 24.00 mg/dL H2O2); valori superiori alla fascia borderline (320 U CARR) in<strong>di</strong>cano livelli<br />

progressivamente crescenti <strong>di</strong> stress ossidativo.<br />

Il BAP test, invece, consente <strong>di</strong> determinare l’efficienza della barriera antiossidante plasmatica in<br />

termini <strong>di</strong> attività ferro-riducente. Il valore ottimale è 2200 µmoli/L. Valori inferiori a tale limite<br />

segnalano un deficit dei sistemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa antiossidanti.<br />

Grazie a questi due test è possibile porre una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> laboratorio <strong>di</strong> stress ossidativo<br />

estremamente precisa ed affidabile, ove le due componenti contrapposte, quella pro- ed antiossidante<br />

possono essere valutate <strong>di</strong>stintamente.<br />

In altri termini, è possibile stabilire in tempo reale se lo stress ossidativo è dovuto ad un aumentata<br />

produzione e/o ad una ridotta capacità <strong>di</strong> eliminazione dei ra<strong>di</strong>cali liberi. In questo modo anche il<br />

monitoraggio della terapia antiossidante può poggiarsi su basi più solide e uscire dalla fase<br />

empirica in cui spesso viene a trovarsi.<br />

Qualora si abbia carenza alimentare o altri fattori legati a errati stili <strong>di</strong> vita si necessità <strong>di</strong> una<br />

integrazione alimentare ottimale che sia altamente bio<strong>di</strong>sponibile e assimilabile.<br />

Ma quali integratori?<br />

Noi riteniamo che la scelta debba cadere sulle formulazioni naturali e, possibilmente, su quelle a<br />

base colloidale (<strong>di</strong>ametro delle particelle <strong>di</strong>sciolte in acqua comprese tra 1 e 200 nmetri), perché<br />

colloidale è la natura del sangue e della matrice extracellulare con cui devono interagire i loro<br />

principi attivi.<br />

Con l’alimentazione si introducono nutrienti da cui, me<strong>di</strong>ante l’azione <strong>di</strong> enzimi <strong>di</strong>gestivi, si<br />

ottengono glici<strong>di</strong>, lipi<strong>di</strong> e proteine, tutte molecole necessarie al corretto funzionamento<br />

dell’organismo. La loro degradazione attraverso varie reazioni biochimiche termina con il Ciclo <strong>di</strong><br />

Krebs, dal quale si ottiene l’idrogeno H2.<br />

Dalla combinazione <strong>di</strong> idrogeno e ossigeno introdotto nell’organismo attraverso l’apparato<br />

respiratorio, si ottiene l’energia per la vita, cioè ATP (adenosin-trifosfato).<br />

56


Le evidenze fornite dalla ricerca scientifica degli ultimi decenni <strong>di</strong>mostrano in maniera<br />

inequivocabile che l’ossigeno deve essere <strong>di</strong>sponibile a livelli determinati e costanti in tutte le<br />

cellule dell’organismo, pena la comparsa <strong>di</strong> alterazioni funzionali e/o strutturali, talvolta gravi ed<br />

irreversibili. Infatti, tanto la riduzione persistente quanto un’oscillazione transitoria della sua<br />

concentrazione intracellulare possono risultare dannose.<br />

Una riduzione persistente della concentrazione dell’ossigeno (valutata in termini <strong>di</strong> pressione<br />

parziale <strong>di</strong> ossigeno, pO2) all’interno dei tessuti e delle cellule viene genericamente definita<br />

“ipossia”. Considerando il percorso dell’ossigeno dall’aria inspirata fino ai mitocondri, si possono<br />

<strong>di</strong>stinguere, dal punto <strong>di</strong> vista patogenetico, 4 principali tipi <strong>di</strong> ipossia:<br />

• ipossia ipossica: da insufficiente apporto <strong>di</strong> ossigeno dall’aria al sangue;<br />

• ipossia anemica: da riduzione della quantità/funzione dell’emoglobina;<br />

• ipossia stagnante: da stasi della circolazione ematica;<br />

• ipossia istotossica: da blocco della catena respiratoria mitocondriale (es. ione cianuro).<br />

In ognuna <strong>di</strong> queste con<strong>di</strong>zioni, la ridotta bio<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno può provocare una<br />

progressiva caduta dei livelli intracellulari <strong>di</strong> ATP con conseguente accumulo non solo <strong>di</strong> prodotti<br />

indesiderati della degradazione delle purine ma anche <strong>di</strong> cataboliti aci<strong>di</strong>.<br />

Queste alterazioni biochimiche si traducono a livello clinico nella classica sintomatologia ipossica:<br />

• Difficoltà <strong>di</strong> concentrazione con turbe della memoria.<br />

• Sensazione <strong>di</strong> affaticamento o crampi muscolari, anche dopo piccoli sforzi.<br />

• Respiro corto o <strong>di</strong>spnea.<br />

• Tachicar<strong>di</strong>a con soffi car<strong>di</strong>aci da circolazione iper<strong>di</strong>namica.<br />

• Turbe della visione.<br />

• Alterazioni dell’equilibrio e/o vertigini.<br />

• Aumentata suscettibilità alle infezioni.<br />

• Crescita stentata delle unghie e dei capelli.<br />

• Turbe del vuotamento gastrico e/o aci<strong>di</strong>tà.<br />

• Alterazioni della <strong>di</strong>gestione e dell’assorbimento dei nutrienti.<br />

• Possibile compromissione della funzionalità renale.<br />

• Occhio languido e bocca asimmetrica (ipossia istotossica)<br />

[[[[Trova, dunque, la sua più ampia spiegazione la celebre affermazione del famoso fisiologo<br />

Arthur C. Guyton: “Qualunque dolore, sofferenza o malattia cronica, è causato da una<br />

insufficiente ossigenazione a livello cellulare” (Human Physiology, 1978). ]]]]<br />

Attenzione perché non meno pericolose dell’ipossia, ai fini del mantenimento dell’integrità<br />

funzionale e/o strutturale della cellula, risultano le oscillazioni della pressione parziale <strong>di</strong> ossigeno,<br />

il cosiddetto “danno da ischemia-riperfusione”, infatti è proprio durante la riperfusione che vengono<br />

prodotti i ra<strong>di</strong>cali liberi.<br />

In questo modello, la transitoria riduzione dell’afflusso ematico in un determinato <strong>di</strong>stretto<br />

anatomico, a causa della riduzione del calibro delle arteriole (per vasospasmo, parziale<br />

trombizzazione o altro) o del clampaggio <strong>di</strong> un ramo arterioso maggiore (per interventi chirurgici <strong>di</strong><br />

by-pass, trapianti d’organo o altro) provoca nei tessuti corrispondenti una con<strong>di</strong>zione transitoria <strong>di</strong><br />

ipossia, con:<br />

57


• viraggio del metabolismo in senso anaerobio (accumulo <strong>di</strong> cataboliti aci<strong>di</strong> – ac. lattico)<br />

• abbassamento del pH intracelullare<br />

• riduzione della sintesi <strong>di</strong> ATP con aumentata degradazione delle purine<br />

• alterazioni dell’omeostasi ionica e <strong>di</strong> membrana<br />

• liberazione <strong>di</strong> calcio dalle Cisterne del Reticolo endoplasmatico<br />

• attivazione <strong>di</strong> proteasi Ca-<strong>di</strong>pendenti.<br />

Queste proteasi hanno il compito <strong>di</strong> “tagliare” proteine ed enzimi mo<strong>di</strong>ficandone in questo modo la<br />

funzione; in questo caso la sua azione sarà svolta sull’enzima citosolico xantina deidrogenasi<br />

(normalmente responsabile della trasformazione delle purine in acido urico) trasformandolo in un<br />

enzima totalmente <strong>di</strong>verso, la xantina ossidasi (a funzione ossidante anomala).<br />

Nel momento in cui l’ischemia viene a cessare e si ricostituisce un normale flusso ematico,<br />

l’ossigeno molecolare trasportato dall’emoglobina viene utilizzato dalle cellule non solo per<br />

produrre ATP ma anche per generare specie chimiche reattive dell’ossigeno (reactive oxygen<br />

species, ROS). Infatti, per l’azione catalitica della xantina ossidasi – forma anomala della xantina<br />

deidrogenasi – l’ossigeno genera due specie chimiche altamente ossidanti, quali il ra<strong>di</strong>cale idrossile<br />

(HO � ) e il perossido <strong>di</strong> idrogeno (H2O2). Saranno questi ultimi i me<strong>di</strong>atori finali del danno cellulare,<br />

detto da stress ossidativo<br />

Il doppio volto dell’ossigeno e il “paradosso CELLFOOD ® ”<br />

Un’alterata bio<strong>di</strong>sponibilità dell’ossigeno, specialmente se intensa e/o protratta nel tempo, può<br />

avere conseguenze <strong>di</strong>sastrose sulle funzioni dell’intero organismo. Fino alla metà degli anni ‘50 si<br />

riteneva che l’ipossia – con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sofferenza cellulare provocata dalla riduzione della pressione<br />

parziale <strong>di</strong> ossigeno (pO2) nel sangue arterioso al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 60 mm Hg – fosse l’unica conseguenza<br />

indesiderata <strong>di</strong> un alterato “metabolismo” dell’elemento.In realtà, stu<strong>di</strong> relativamente recenti hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato come anche fluttuazioni della pO2 – ossia abbassamenti del livello del gas nei tessuti<br />

seguiti da altrettanti innalzamenti – possono risultare pericolose almeno quanto l’ipossia. Fenomeni<br />

del genere, riconducibili alla cosiddetta ischemia-riperfusione, si verificano allorché il sangue torna<br />

ad affluire copioso lungo un vaso in precedenza sede <strong>di</strong> un transitorio ostacolo – funzionale (es.<br />

spasmo) o meccanico (es. trombosi) – alla circolazione. In tali casi, la transitoria ipossia provoca,<br />

attraverso una serie <strong>di</strong> reazioni a cascata, la conversione della xantina deidrogenasi in xantina<br />

ossidasi. Quest’ultima, nel momento in cui si ripristina la pervietà vasale (vaso<strong>di</strong>latazione o<br />

trombolisi), utilizza il prezioso gas per generare ra<strong>di</strong>cale idrossile e perossido d’idrogeno, in<br />

definitiva responsabili delle lesioni da stress ossidativo, con<strong>di</strong>zione morbosa associata<br />

all’invecchiamento precoce e a numerose patologie croniche e degenerative.<br />

Traducendo in termini terapeutici questi concetti, appare evidente che la correzione<br />

dell’ipossia non deve essere mai impostata in modo tale da superare i limiti fisiologici della<br />

“domanda <strong>di</strong> ossigeno” tissutale, pena la trasformazione – anche se parziale – delle molecole del<br />

gas in eccesso in ra<strong>di</strong>cali liberi istolesivi (ve<strong>di</strong> fibroplasia retrolenticolare). In tale contesto,<br />

CELLFOOD® (Deutrosulfazyme®), un integratore naturale <strong>di</strong>stribuito in esclusiva per l’Italia da<br />

Eurodream s.r.l. (La Spezia), regolarmente notificato presso il Ministero della Salute, si propone<br />

come prodotto altamente innovativo.<br />

Nella sua tipica formulazione in gocce, CELLFOOD® è un sistema colloidale in fase<br />

<strong>di</strong>sperdente acquosa, la cui fase poli<strong>di</strong>spersa è costituita da solfato <strong>di</strong> deuterio (D2SO4) e da una<br />

miscela complessa <strong>di</strong> 78 minerali, 17 amminoaci<strong>di</strong> e 34 enzimi in tracce.<br />

Esperimenti in vitro hanno <strong>di</strong>mostrato che CELLFOOD®, <strong>di</strong>sciolto in acqua alla dose<br />

comunemente impiegata come integratore, è in grado <strong>di</strong> aumentare in maniera significativa –<br />

verosimilmente attraverso un meccanismo peculiare, <strong>di</strong>stinto da quelli convenzionali (es. ossigeno-<br />

58


terapia) – la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno molecolare. Ciò can<strong>di</strong>da il prodotto ad un possibile impiego<br />

clinico nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ipossia.<br />

D’altra parte, stu<strong>di</strong> in vivo, condotti su obesi, fumatori ed atleti – soggetti tutti ad elevato<br />

rischio <strong>di</strong> stress ossidativo – hanno evidenziato che l’assunzione regolare <strong>di</strong> CELLFOOD® si<br />

associa ad una riduzione dei livelli sierici <strong>di</strong> marcatori <strong>di</strong> danno ossidativo, quali gli idroperossi<strong>di</strong>,<br />

misurati con il d-ROMs test® (Diacron International, Grosseto). Questo effetto sembra<br />

riconducibile all’elevato potere antiossidante, misurato con il test ORAC, che la formulazione, nella<br />

versione Multivitamine, esibisce in vitro. Degno <strong>di</strong> rilievo il fatto che proprio negli atleti,<br />

CELLFOOD® migliora le performance fisiche, rispetto al placebo, senza incrementare<br />

significativamente i livelli sierici <strong>di</strong> lattato.<br />

In conclusione, CELLFOOD®, si propone come una formulazione unica al mondo, in grado<br />

<strong>di</strong> rendere bio<strong>di</strong>sponibile ossigeno “on demand” – ossia nella giusta quantità ed al momento<br />

opportuno – ai tessuti a rischio <strong>di</strong> ipossia e, nel contempo, in modo apparentemente paradossale,<br />

evitare che l’eventuale gas eccedente, trasformato in ra<strong>di</strong>cali liberi, favorisca l’insorgenza <strong>di</strong> lesioni<br />

da stress ossidativo (effetto antiossidante).<br />

Appare evidente, dunque, che il mantenimento <strong>di</strong> un livello costantemente ottimale <strong>di</strong> ossigeno<br />

molecolare all’interno delle cellule è una con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile per il buon stato <strong>di</strong> salute<br />

dell’intero organismo.<br />

A tal proposito, le evidenze cliniche attualmente <strong>di</strong>sponibili suggeriscono che Deutrosulfazyme ®<br />

agisce rendendo bio<strong>di</strong>sponibile l’ossigeno molecolare a livello cellulare all’occorrenza,<br />

incrementandone la concentrazione nell’ipossia e prevenendo la sua conversione in ROS in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress ossidativo (azione antiossidante).<br />

7) CELLFOOD è la soluzione modulata alla domanda <strong>di</strong> ossigeno, perché:<br />

• da un lato può essere utile nel rispondere alla domanda <strong>di</strong> ossigeno tipica delle varie forme<br />

<strong>di</strong> ipossia (STUDI IN VITRO)<br />

Infatti test in vitro hanno <strong>di</strong>mostrato che può aumentare fino all’80% la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno in<br />

soluzione acquosa. L’aggiunta <strong>di</strong> 8 gocce <strong>di</strong> CELLFOOD a 200 mL <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong>stillata si è<br />

accompagnata ad un progressivo aumento della concentrazione <strong>di</strong> ossigeno molecolare. Dopo<br />

appena un’ora la quantità <strong>di</strong> ossigeno è aumentata del 58% rispetto al valore pre-test (da 1.9 mg/mL<br />

a 3 mg/mL). Nelle ore successive la concentrazione <strong>di</strong> O2 ha mostrato un trend verso un ulteriore<br />

incremento fino a raggiungere un picco massimo (80%) a 12 ore.<br />

• Nello stesso tempo può essere efficace nel neutralizzare l’eccesso <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi nei<br />

casi <strong>di</strong> ISCHEMIA-RIPERFUSIONE (STUDI IN VITRO).<br />

Inoltre CELLFOOD esibisce un potenziale biologico antiossidante oltre trenta volte quello<br />

considerato ottimale per il plasma umano. Il potenziale biologico antiossidante <strong>di</strong><br />

CELLFOOD testato era <strong>di</strong> 64747 μmol/L, il potenziale antiossidante biologico del nostro<br />

organismo e pari a 2200 μmol/L ed il valore considerato ottimale per il plasma umano.<br />

Valori più alti sono stati ottenuti con CELLFOOD VITAMINA C e MULTIVITAMIN<br />

(rispettivamente 235500 e 274500) per il maggior contenuto <strong>di</strong> antiossidanti. Questo dato è in<br />

accordo con quello derivato dal test ORAC.<br />

• L’attività antiossidante <strong>di</strong> CELLFOOD è stata misurata tramite il BAP test (Potenziale<br />

Biologico Antiossidante – Diacron international) condotto con lo strumento FRAS 4 (Sistema<br />

analitico dei ra<strong>di</strong>cali liberi 4 – Health & Diagnostics Limited Co., Parma). In accordo con la<br />

procedura originale, 10μL <strong>di</strong> CELLFOOD sono stati <strong>di</strong>sciolti in una soluzione colorata, preparata<br />

precedentemente mescolando FeCl3 (cloruro ferrico) con derivati del tiocianato. Dopo una breve<br />

incubazione (5 min) a 37° tale soluzione ha iniziato a perdere colore e l’intensità <strong>di</strong> questi cambi<br />

cromatico è <strong>di</strong>rettamente proporzionale all’abilità <strong>di</strong> CELLFOOD <strong>di</strong> ridurre, durante l’incubazione,<br />

59


gli ioni ferrici a ferrosi. Per calibrare il sistema FRAS è stato usato un liquido umano <strong>di</strong> controllo ad<br />

attività antiossidante nota (μmol/L).<br />

[Questo test è stato messo a punto da ricercatori dell'Università <strong>di</strong> Boston e si basa sulla<br />

misurazione del potere antiossidante dei vari vegetali. E' stata stabilita una misura del potere<br />

antiossidante dei vegetali, ed è stata definita un’unità <strong>di</strong> misura, cui è stato dato il nome <strong>di</strong> ORAC<br />

(Oxigen Ra<strong>di</strong>cal Absorbance Capacity). L’ORAC TEST é un metodo molto sensibile attraverso il<br />

quale si può “ misurare” la protezione che le sostanze antiossidanti forniscono all’organismo<br />

contro idrossi<strong>di</strong> e perossi<strong>di</strong> reattivi e, al momento, è ritenuto l'unico saggio in grado <strong>di</strong> misurare<br />

l’inibizione <strong>di</strong> un antiossidante sui ra<strong>di</strong>cali liberi.<br />

L’ORAC TEST è il metodo specifico per la misurazione del potere antiossidante delle sostanze in<br />

campioni biologici ed è stato particolarmente stu<strong>di</strong>ato per i cibi.<br />

Al primo posto come potere antiossidante vi sono frutti come fragola, uva nera, prugne nere,<br />

mirtilli e more.<br />

Il punteggio ORAC <strong>di</strong> sei spray <strong>di</strong> CELLFOOD ® MULTIVITAMIN 100% RDA Spray è risultato<br />

essere <strong>di</strong> 67,8 µmol Trolox Equivalent/L, inferiore soltanto alle fragole e prugne e superiore a tutti<br />

gli altri frutti e vegetali esaminati. ]<br />

Perché questa è la vera <strong>di</strong>fferenza tra CELLFOOD e gli altri integratori: <strong>di</strong> molti conosciamo la<br />

composizione, ma <strong>di</strong> quali conosciamo il potere antiossidante? Di nessuno!! Solo CELLFOOD è in<br />

grado <strong>di</strong> offrirci queste informazioni ampiamente documentate.<br />

(8) POOL<br />

CELLFOOD è un sistema colloidale in fase <strong>di</strong>sperdente acquosa, la cui fase poli<strong>di</strong>spersa è costituita<br />

da solfato <strong>di</strong> deuterio in soluzione e da una miscela complessa <strong>di</strong> 17 amminoaci<strong>di</strong>, 34 enzimi e 78<br />

minerali in tracce e da solfato <strong>di</strong> deuterio.<br />

[Un colloide è una sostanza che si trova in uno stato finemente <strong>di</strong>sperso, interme<strong>di</strong>o tra la<br />

soluzione omogenea e la sospensione eterogenea. Questo stato "microeterogeneo" consiste quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> due fasi: una sostanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni microscopiche (<strong>di</strong>ametro da 10 -9 m a 1 µm) <strong>di</strong>spersa in una<br />

fase continua.]<br />

Dimensione particella<br />

< 10 -9 m 10 -9 10 -6 m > 10 -6 m<br />

Soluzione omogenea Colloide Sospensione eterogenea<br />

Il solfato <strong>di</strong> deuterio D2SO4 è del tutto analogo al NaSO4 o comune sale da cucina dove al posto del<br />

Na (so<strong>di</strong>o) è presente il deuterio.<br />

Il deuterio altro non è che l’isotopo non ra<strong>di</strong>oattivo dell’idrogeno (ISOTOPO = elemento che<br />

presenta lo stesso numero atomico ma un <strong>di</strong>verso numero <strong>di</strong> massa, cioè presenta un nucleo più<br />

grande rispetto all’elemento); in questo caso il deuterio presenta nucleo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni doppie<br />

rispetto all’idrogeno.<br />

La presenza del deuterio al posto del comune so<strong>di</strong>o (Na), gli conferirebbe proprietà <strong>di</strong>fferenti, quale<br />

ad esempio la capacità <strong>di</strong> agire in maniera catalitica facilitando una sorta <strong>di</strong> scissione omolitica<br />

dell’acqua, con generazione <strong>di</strong> specie reattive che poi autoassemblerebbero, secondo il modello<br />

delle reazioni ra<strong>di</strong>caliche a catena generando ossigeno molecolare.<br />

60


(9) ANTIOSSIDANTE<br />

L’attività antiossidante <strong>di</strong> CELLFOOD è stata documentata oltre che in vitro (BAP test e rilascio<br />

dell’ossigeno) in vivo me<strong>di</strong>ante il d-ROMs test.<br />

Tramite questo test è stato possibile valutare l’efficacia antiossidante <strong>di</strong> CELLFOOD in termini <strong>di</strong><br />

abbassamento dei valori del d-ROMs test. La valutazione è stata effettuata su 60 in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> cui 32<br />

maschi e 28 femmine tra i 18 e 50 anni.<br />

Tutti hanno assunto 8 gocce <strong>di</strong> CELLFOOD 3 volte al giorno per 30 giorni consecutivi.<br />

L’assunzione <strong>di</strong> CELLFOOD si è accompagnata ad una riduzione del 10%-27% dei livelli <strong>di</strong> stress<br />

ossidativo, confermando che la formulazione è un efficace antiossidante, non solo in vitro ma anche<br />

in vivo.<br />

Questo perché contiene tutti e 6 i minerali antiossidanti (selenio, germanio, molibdeno, manganese,<br />

zinco e rame), tutti e 5 gli amminoaci<strong>di</strong> antiossidanti (arginina, cisteina, isti<strong>di</strong>na, lisina e metionina)<br />

e 2 enzimi antiossidanti (catalasi e perossidasi).<br />

Consente inoltre, attraverso l’apporto <strong>di</strong> manganese, zinco e rame, il corretto funzionamento<br />

dell’enzima superossido <strong>di</strong>smutasi che converte l’anione superossido in perossido <strong>di</strong> idrogeno.<br />

[d-ROMs TEST<br />

E’ un test fotometrico che consente <strong>di</strong> determinare, in un campione biologico, la concentrazione <strong>di</strong><br />

ROM (reactive oxygen metabolites) ed in particolare degli idroperossi<strong>di</strong> (ROOH) generati nelle<br />

cellule dall’attacco ossidativo dei ROS su svariati substrati biochimici (glici<strong>di</strong>, lipi<strong>di</strong>, amminoaci<strong>di</strong>,<br />

proteine, nucleoti<strong>di</strong>, ecc…)]<br />

(10) SINERGICO<br />

CELLFOOD <strong>di</strong>sciolto in acqua da’ origine ad una <strong>di</strong>spersione colloidale, che assicura la massima<br />

sinergia tra i suoi principi attivi.<br />

CELLFOOD infatti aumenta le proprietà elettrolitiche dell’acqua in cui è <strong>di</strong>sciolto, rappresentate<br />

queste dal potenziale zeta e dalla conduttanza (misure entrambe della concentrazione <strong>di</strong> elettroliti<br />

in mezzo acquoso), questo fa si che il prodotto sia più bio<strong>di</strong>sponibile.<br />

Valori significativamente elevati <strong>di</strong> questi due parametri – conduttanza e potenziale zeta – in<strong>di</strong>cano<br />

che i principi attivi <strong>di</strong> CELLFOOD® sono ampiamente <strong>di</strong>spersi e non conglomerati in soluzione,<br />

una proprietà, questa, tipica delle soluzioni colloidali ma anche un pre-requisito in<strong>di</strong>spensabile per<br />

l’assorbimento dei vari componenti a livello delle mucose.<br />

Contemporaneamente abbassa la tensione superficiale dell’acqua in cui è <strong>di</strong>sciolto, rendendolo in<br />

questo modo più facilmente assimilabile.<br />

Quest’ultimo risultato conferma il dato ottenuto per altra via (potenziale “zeta”) <strong>di</strong>mostrando, in<br />

definitiva, che CELLFOOD®, abbassando anche la tensione superficiale, tende a <strong>di</strong>sperdersi al<br />

massimo nella soluzione alla quale è aggiunto, consentendo ai suoi singoli principi attivi <strong>di</strong> essere<br />

assorbiti con maggiore efficienza a livello delle mucose, <strong>di</strong> interagire più favorevolmente con la<br />

matrice e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuirsi più rapidamente ed efficacemente alle cellule<br />

Questi valori in<strong>di</strong>cano una importante similitu<strong>di</strong>ne tra la soluzione <strong>di</strong> CELLFOOD e il nostro<br />

sangue e questo assicura l’elevata bio<strong>di</strong>sponibilità.<br />

(11) SISTEMICO<br />

CELLFOOD è l’unico integratore presente anche in formulazione spray sublinguale, che permette<br />

un’elevata bio<strong>di</strong>sponibilità dei componenti <strong>di</strong> CELLFOOD a livello sistemico.<br />

61


[[[[La mucosa della superficie inferiore della lingua e del pavimento della bocca (regione<br />

sublinguale) è altamente vascolarizzata.<br />

La somministrazione in questo sito permette una rapida <strong>di</strong>ffusione dei principi funzionali nel<br />

torrente circolatorio. Attraverso i capillari dell'area sublinguale i nutrienti raggiungono la vena<br />

giugulare e la vena cava, quin<strong>di</strong> il cuore e la circolazione sistemica.<br />

Con una somministrazione per via orale il nutriente verrebbe assorbito a livello del tratto<br />

gastrointestinale e inattivato parzialmente a livello epatico per effetto del metabolismo <strong>di</strong> "primo<br />

passaggio".<br />

La somministrazione per via sublinguale presenta numerosi vantaggi in rapporto ad altre vie <strong>di</strong><br />

somministrazione:<br />

• per certi nutrienti è efficace quanto la via parenterale;<br />

• è più pratica e più accettata rispetto ai meto<strong>di</strong> parentarali, rettali o inalatori;<br />

• si evita l'impiego <strong>di</strong> tecniche asettiche;<br />

• permette l'autosomministrazione;<br />

• per azione dei succhi gastrici, il nutriente non è esposto alla degradazione;<br />

• viene evitato il contatto con sostanze alimentari capaci <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare attività e assorbimento<br />

del nutriente;<br />

• non è influenzata da variazioni del pH e della flora batterica;<br />

• è minimizzata l'inattivazione del nutriente a livello epatico;<br />

• rapida azione farmacologica, rapido incremento plasmatico e aumento della<br />

bio<strong>di</strong>sponibilità;<br />

• si controlla facilmente la dose somministrata. ]<br />

(12) e (13) EFFICACIA CLINICA……CONFERMATA DAL LABORATORIO<br />

L’efficacia clinica <strong>di</strong> CELLFOOD è stata <strong>di</strong>mostrata oltre che con il d-ROMs test anche da esami<br />

clinici e <strong>di</strong> laboratorio.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto in doppio cieco e controllato me<strong>di</strong>ante placebo, cross-over pre e post test<br />

ed aveva lo scopo <strong>di</strong>:<br />

1) Valutare se CELLFOOD è efficace, come supplemento, nel migliorare le performance<br />

fisiche <strong>di</strong> atleti impegnati in gare <strong>di</strong> resistenza;<br />

2) Determinare a quale dosaggio il preparato tende ad essere più efficace (25, 35 o 45 gocce<br />

al giorno).<br />

In uno stu<strong>di</strong>o randomizzato in doppio cieco (double blind in inglese), né i pazienti né i me<strong>di</strong>ci sanno<br />

chi sta assumendo la cura sperimentale e chi il placebo.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o in doppio cieco l'efficacia della terapia farmacologica viene valutata facendo il<br />

confronto tra i dati ottenuti nei pazienti trattati con il farmaco e in pazienti trattati con il placebo.<br />

Solo se c'è una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa tra i due tipi <strong>di</strong> "trattamento" a favore del<br />

gruppo <strong>di</strong> pazienti che è stato trattato con il farmaco si può <strong>di</strong>re che quest'ultimo ha una efficacia<br />

terapeutica.<br />

Stu<strong>di</strong>o cross over: Le persone arruolate sono assegnate a caso a uno dei due gruppi <strong>di</strong> trattamento<br />

e sono seguite per vedere gli effetti del trattamento. Dopo un periodo <strong>di</strong> tempo opportuno, questi<br />

soggetti vengono passati all’altro trattamento.<br />

Vantaggi: poiché i soggetti fungono da controlli <strong>di</strong> loro stessi, la varianza d’errore risulta ridotta e<br />

62


si rende necessaria una <strong>di</strong>mensione del campione più piccola rispetto alle sperimentazioni<br />

controllate randomizzate.]<br />

Allo scopo sono stati reclutati presso l’Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina dello Sport <strong>di</strong> Pretoria 45 maratoneti, <strong>di</strong><br />

età compresa tra 20 e 51 anni, 28 uomini e 17 donne. Al termine delle 18 settimane <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, si è<br />

osservato che, rispetto al placebo, CELLFOOD:<br />

• Riduce la frequenza car<strong>di</strong>aca, riducendo in questo modo il carico <strong>di</strong> lavoro del cuore sotto<br />

sforzo (da 180 battiti al minuto a 162).<br />

• Riduce la frequenza respiratoria sotto sforzo.<br />

• Induce un significativo aumento della VO2 max assoluta (da 3178 a 3337)<br />

[Il consumo massimo <strong>di</strong> ossigeno, VO2 max, rappresenta la massima quantità <strong>di</strong> ossigeno che il<br />

corpo può utilizzare quando è impegnato in un esercizio fisico].<br />

• Migliora gli scambi respiratori, riduce infatti il QR (Quoziente respiratorio) al VO2 max<br />

[Per quoziente respiratorio (QR) si intende il rapporto tra l’anidride carbonica, che un in<strong>di</strong>viduo<br />

produce ed elimina durante uno sforzo fisico, e l’ossigeno che consuma nello stesso periodo.]<br />

• Induce un significativo aumento del numero <strong>di</strong> globuli rossi<br />

• Induce un significativo aumento dei livelli <strong>di</strong> emoglobina<br />

• Induce un significativo aumento del numero dei globuli bianchi<br />

• Riduce significativamente le concentrazioni <strong>di</strong> lattato nel sangue, quin<strong>di</strong><br />

miglioramento delle prestazioni muscolari e tempi <strong>di</strong> recupero più rapi<strong>di</strong>)<br />

Nel complesso questi dati in<strong>di</strong>cano che CELLFOOD è un eccellente integratore nutrizionale per<br />

coloro che svolgono attività sportiva anche <strong>di</strong> tipo agonistico.<br />

(15)<br />

Pur non essendo un farmaco, CELLFOOD è stato sottoposto a rigorosi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tossicità.<br />

Stu<strong>di</strong> in vivo sono stati intrapresi allo scopo <strong>di</strong> valutare la tossicità acuta <strong>di</strong> CELLFOOD in termini<br />

<strong>di</strong> DL50.<br />

Questo parametro è stato valutato somministrando CELLFOOD su 10 ratti albini (5 maschi e 5<br />

femmine) in uno stu<strong>di</strong>o della durata <strong>di</strong> 14 giorni incrementando le dosi fino 5000 mg/Kg. Al<br />

termine dello stu<strong>di</strong>o tutti gli animali sono sopravvissuti presentandosi in buone con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute.<br />

Quin<strong>di</strong> non è stato possibile determinare la DL50.<br />

Ciò equivale <strong>di</strong>re che fino a 5 grammi della formulazione <strong>di</strong> peso corporeo (che equivale a 400 g<br />

nell’uomo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 80 Kg) non sono risultate letali, in<strong>di</strong>cando che CELLFOOD è praticamente<br />

privo <strong>di</strong> tossicità.<br />

(DL50 (DOSE LETALE) - Dosaggio <strong>di</strong> una sostanza solida o liquida che, se somministrata in<br />

unica volta, si rivela letale sul 50% della popolazione <strong>di</strong> animali soggetta a sperimentazione (per<br />

via orale o cutanea). Si esprime in mg <strong>di</strong> sostanza per kg <strong>di</strong> peso corporeo. In<strong>di</strong>cativamente (i dati<br />

possono variare in funzione delle vie <strong>di</strong> penetrazione) una sostanza liquida può essere, in relazione<br />

alla DL 50]<br />

(16) CELLFOOD: l’unico integratore <strong>di</strong>sponibile in 8 formulazioni sistemiche ed 1 a uso topico.<br />

63


Il vantaggio <strong>di</strong> avere formulazioni <strong>di</strong>versificate consente <strong>di</strong> poterle combinare in svariati mo<strong>di</strong><br />

per integrare e nutrire le cellule in maniera più completa, rendendo <strong>di</strong>sponibili nello stesso<br />

tempo più nutrienti, il tutto in maniera naturale e senza alcun tipo <strong>di</strong> controin<strong>di</strong>cazioni.<br />

1. CELLFOOD® SILICA Gocce<br />

Integratore alimentare in grado <strong>di</strong> attivare le funzioni dell’intero sistema connettivale,<br />

costituito dalla “formulazione base” con aggiunta <strong>di</strong> silicio. Utile per migliorare trofismo<br />

connettivale, elasticità dei legamenti, osteopenia e osteoporosi.<br />

Durata del flacone 45 giorni<br />

15 gocce due volte al giorno <strong>di</strong>luite in un bicchiere <strong>di</strong> acqua<br />

2. CELLFOOD® MSM Spray (orale)<br />

Integratore alimentare particolarmente attivo sul sistema osteoarticolare, costituito dalla<br />

“formulazione base” con aggiunta metil-sulfonilmetano, una preziosa fonte <strong>di</strong> zolfo<br />

organico. Azione antinfiammatoria, utile nei casi sindromi infiammatorie ed allergie.<br />

Durata del flacone 30 giorni<br />

4 spray sotto la lingua tre volte al giorno<br />

3. CELLFOOD® DIET SWITCH gocce<br />

Integratore alimentare in<strong>di</strong>cato nelle <strong>di</strong>ete ipocaloriche, costituito dalla “formulazione base”<br />

con aggiunta <strong>di</strong> L-carnitina e Citrina K, che aiutano a <strong>di</strong>magrire in maniera sana e naturale,<br />

senza il ricorso a pericolosi anoressizzanti. Utile nello sportivo (miglioramento<br />

performance muscolari) e nelle <strong>di</strong>slipidemie.<br />

Durata del flacone 45 giorni<br />

20 gocce <strong>di</strong>luite in un bicchiere <strong>di</strong> acqua prima <strong>di</strong> andare a dormire o prima <strong>di</strong><br />

un'attività fisica.<br />

4. CELLFOOD® DNA-RNA spray (orale)<br />

Integratore alimentare multifunzionale, unico nella sua composizione, in<strong>di</strong>cato, tra l’altro,<br />

nel trattamento dell’iperomocisteinemia da carenza alimentare, costituito dalla<br />

“formulazione base” con aggiunta <strong>di</strong> basi degli aci<strong>di</strong> nucleici (DNA e RNA), ATP,<br />

complesso vitaminico B (B1, B3, B5, B6 e B12) ed acido folico. In<strong>di</strong>cato per ridurre<br />

omocisteina tossica (patologie car<strong>di</strong>ovascolari), miglioramento performance<br />

car<strong>di</strong>orespiratorie (sportivo), invecchiamento precoce.<br />

64


Durata del falcone 30 giorni<br />

Due spray tre volte al giorno sotto la lingua<br />

5. CELLFOOD® SAMe gocce (ad uso sublinguale)<br />

Integratore alimentare unico nella sua composizione, in<strong>di</strong>cato nelle sindromi depressive e<br />

nelle <strong>di</strong>sfunzioni epatiche, costituito dalla “formulazione base” con aggiunta <strong>di</strong> S-adenosilmetionina,<br />

in<strong>di</strong>spensabile nel metabolismo dell’unità monocarboniosa. In<strong>di</strong>cato nelle<br />

epatopatie (aiuta la <strong>di</strong>sintossicazione epatica), sindromi depressive, sintesi<br />

neurotrasmettitori, flui<strong>di</strong>tà delle membrane.<br />

CELLFOOD SAM-e da 10 gocce due volte al giorno <strong>di</strong>rettamente sotto la lingua<br />

6. CELLFOOD® MULTIVITAMINE 100% RDA spray (orale)<br />

Integratore alimentare multifunzionale, unico nella sua composizione, in<strong>di</strong>cato in tutte le<br />

sindromi ipovitaminosiche, costituito dalla “formulazione base” con aggiunta <strong>di</strong> 12<br />

vitamine, altamente bio<strong>di</strong>sponibili ed assimilabili, alla dose giornaliera raccomandata<br />

(RDA). Potente antiossidante in una formula spray potenziata con una bio<strong>di</strong>sponibilà del<br />

95%.<br />

CELLFOOD MULTIVITAMINS SPRAY durata del flacone secondo dosaggio 30/45<br />

giorni<br />

3 spray / 6 spray alla mattina prima <strong>di</strong> colazione sotto la lingua<br />

7. CELLFOOD® VITAMINA C + spray (orale)<br />

Integratore alimentare, unico nella sua composizione, in<strong>di</strong>cato, tra l’altro, nella<br />

prevenzione e nel trattamento dell’ipovitaminosi C, costituito dalla “formulazione base” con<br />

aggiunta <strong>di</strong> vitamina C, altamente bio<strong>di</strong>sponibile ed assimilabile.<br />

Durata del flacone 45 giorni<br />

4 spray sotto la lingua tre volte al giorno<br />

8. CELLFOOD® OXYGEN GEL<br />

Preparazione topica in gel ad ampio spettro d’azione, costituita dalla “formulazione base”<br />

con aggiunta <strong>di</strong> Aloe vera, camomilla e glicerina, in grado <strong>di</strong> ossigenare, tonificare e<br />

rivitalizzare la pelle 24 ore su 24. Manifestazioni acneiche, photoageing cutaneo,<br />

psoriasi…<br />

65


(COSMETICO ANTIAGE) 48,95 EURO<br />

Secondo necessità sul viso e/o zone interessate.<br />

REUMAGEL PFERDESALBE GEL<br />

Crema GEL per uso topico contro il DOLORE, le CONTUSIONI, e gli STRAPPI MUSCOLARI tubo<br />

da 200 ml<br />

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

1. Cesarone MR, Belcaro G, Carratelli M, Cornelli U, De Sanctis MT, Incandela I, Barsotti A,<br />

Terranova R, Nicolaides A. A simple test to monitor oxidative stress. International Angiology.<br />

1999. 18 (2): 127–130.<br />

2. Cooper KH. Il potere curativo degli antiossidanti. Red E<strong>di</strong>zioni. 1997.<br />

3. Coyle M. Efficacy assessment of CELLFOOD® by means of d-ROMs test. NuLife Sciences<br />

Company. Massachusetts. USA. 2004.<br />

4. Dohi K, Satoh K, Ohtaki H, Shioda S, Miyake Y, Shindo M, Aruga T. Elevated plasma levels of<br />

bilirubin in patients with neurotrauma reflect its pathophysiological role in free ra<strong>di</strong>cal<br />

scavenging. In Vivo. 2005. 19 (5): 855–860.<br />

5. Dyer DS. <strong>Cellfood</strong>: vital cellular nutrition for the new millennium. Feedback Books. 2000.<br />

6. Guyton AC. The textbook of me<strong>di</strong>cal physiology. 1976. 5th E<strong>di</strong>tion. WB Saunders Co. Eds.<br />

Pennsylvania (USA).<br />

7. Iorio EL. Deutrosulfazyme® (CELLFOOD®). Overview clinico-farmacologica. Procee<strong>di</strong>ngs<br />

International conference Safety Evaluation of Complementary and Alternative Me<strong>di</strong>cine. 2003.<br />

Empoli. 24 – 25 ottobre 2003.<br />

8. Iorio EL. Oxidative stress, sport trauma and rehabilitation. New proposals for an integrated<br />

approach. Procee<strong>di</strong>ngs XIV International Congress on Sports Rehabilitation and Traumatology.<br />

The accelerated rehabilitation of the injured athlete. 2005. Bologna, Isokinetic 9 –10 aprile 2005.<br />

9. Mariani MM. Deutrosulfazyme (CELLFOOD®): overview clinico-farmacologica ed effetti sul<br />

sistema muscolare. Procee<strong>di</strong>ngs XIII International Congress on Sports Rehabilitation and<br />

Traumatology. 2004. Milano, Isokinetic 24 aprile 2004.<br />

10. Mariani MM. Effetti dell’impiego del Solfato <strong>di</strong> Deuterio in me<strong>di</strong>cina dello sport. Atti del 1°<br />

Congresso integrazione e complementarietà in me<strong>di</strong>cina dello sport. 2004. Roma 28 novembre<br />

2004.<br />

11. Mariani MM. Ossigeno ed idrogeno allo stato nascente, il solfato <strong>di</strong> deuterio nel processo <strong>di</strong><br />

invecchiamento cellulare: un potente antira<strong>di</strong>cale libero. Atti del Congresso Internazionale SIOOT.<br />

2004. Sorrento (NA). 12 marzo 2004.<br />

12. Storey EL. Beyond Belief. Feedback Books. 1982.<br />

13. Van Heerden J. Stu<strong>di</strong>o sugli effetti del CELLFOOD® su atleti professionisti, Università <strong>di</strong><br />

Pretoria, Istituto dello Sport (Sud Africa), 2001.<br />

CELLFOOD® è <strong>di</strong>stribuito da 40 anni in oltre 78 Paesi del mondo ove ha ricevuto particolari<br />

riconoscimenti, come il premio <strong>di</strong> tecnologia avanzata (1997).<br />

66


Come assumere il CELLFOOD gocce base<br />

CELLFOOD®, non presenta alcuna controin<strong>di</strong>cazione, né relativa né assoluta. In particolare, non<br />

contiene né glutine né lieviti né sostanze dopanti e può essere assunto, come integratore, anche in<br />

corso <strong>di</strong> trattamenti farmacologici specifici.<br />

Si raccomanda <strong>di</strong> seguire il protocollo incrementale consigliato. La natura colloidale,le singolari<br />

proprietà chimico-fisiche e l’aumento dell’ossigenazione cellulare, rendono CELLFOOD® un<br />

prodotto ideale nel processo <strong>di</strong> detossificazione. Quest’ultimo, nei soggetti più sensibili, che<br />

assumono il prodotto per la prima volta, può avere alcune volte un blando effetto lassativo oppure<br />

accompagnarsi a cefalea, meteorismo addominale o stipsi. Tali <strong>di</strong>sturbi, peraltro lievi e transitori,<br />

non devono allarmare ma sono la manifestazione evidente della risposta positiva dell’organismo al<br />

trattamento e vanno gestititi aumentando l’assunzione giornaliera <strong>di</strong> acqua. In caso <strong>di</strong> persistenza o<br />

accentuazione <strong>di</strong> tale sintomatologia, ridurre il dosaggio per qualche giorno, “calibrandolo” alle<br />

esigenze del proprio organismo.<br />

<strong>Cellfood</strong> è un concentrato liquido. Assumere 8 gocce sciolte in un bicchiere d’acqua <strong>di</strong>stillata o <strong>di</strong><br />

succo (se si usa acqua del rubinetto, <strong>Cellfood</strong> userà parte della sua potenza per pulire le impurità<br />

dell’acqua e i vantaggi tratti dalla formula saranno ridotti). <strong>Cellfood</strong> ha un piacevole gusto <strong>di</strong><br />

limone, leggermente amarognolo. Ricordatevi che <strong>Cellfood</strong> nella forma non <strong>di</strong>luita contiene enzimi<br />

organici naturali che sono in grado <strong>di</strong> deteriorare i materiali organici (e che consentono a <strong>Cellfood</strong><br />

<strong>di</strong> lavorare così bene), è quin<strong>di</strong> necessario evitare il contatto con materiali naturali, organici o a base<br />

<strong>di</strong> petrolio. Il prodotto <strong>di</strong>luito invece non arreca danni a nessun tipo <strong>di</strong> superficie.<br />

L’organismo è <strong>di</strong>verso da persona a persona ed ognuno <strong>di</strong> noi ha le sue esigenze specifiche. Poiché<br />

<strong>Cellfood</strong> è un integratore alimentare, ogni persona avrà una reazione <strong>di</strong>versa. Il dosaggio ottimale è<br />

<strong>di</strong> 8 gocce tre volte al giorno, ma molte persone preferiscono assumere 12 gocce alla sera mentre<br />

altri, atleti inclusi, sciolgono le gocce in una bottiglia d'acqua da bere durante l'allenamento o le<br />

gare. Inizialmente <strong>Cellfood</strong> può provocare in alcuni casi un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione, i cui<br />

benefici saranno <strong>di</strong>scussi più avanti all'interno <strong>di</strong> questo capitolo.<br />

Iniziate con il dosaggio consigliato graduale con 1 goccia tre volte al giorno <strong>di</strong>luita in un bicchiere<br />

<strong>di</strong> acqua oligominerale.<br />

In base a come vi sentite quando il vostro organismo inizia a reagire, potrete ridurre o aumentare il<br />

dosaggio.<br />

Diminuendolo, il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione sarà più lungo mentre aumentando il dosaggio, il<br />

processo sarà accelerato. Potrete semplicemente avvertire una piacevole sensazione <strong>di</strong> maggiore<br />

energia e chiarezza mentale.<br />

Se non notate <strong>di</strong>fferenze assumendo il dosaggio <strong>di</strong> 8 gocce, potrete aumentarlo a 10, 12 o più gocce<br />

per un periodo <strong>di</strong> alcuni giorni fino a che non registrerete una reazione del vostro corpo. Trattandosi<br />

<strong>di</strong> un integratore alimentare fatto <strong>di</strong> sostanze naturali, il corpo usa solo la quantità necessaria ed<br />

elimina il resto attraverso i normali canali <strong>di</strong> eliminazione.<br />

Informazioni sulla <strong>di</strong>sintossicazione<br />

67


Quando si inizia ad assumere <strong>Cellfood</strong>, è possibile provare alcune forme evidenti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sintossicazione, come movimenti intestinali e minzione più frequenti, leggera nausea, deboli mal<br />

<strong>di</strong> testa e secrezioni. Via via che il corpo riceve un flusso costante <strong>di</strong> mattoncini essenziali per<br />

rafforzare il sistema, inizia a fare le pulizie. L’organismo inizia a sciogliere le scorie e le tossine che<br />

si sono accumulate nei tessuti, cellule ed organi per molti anni e gli elimina sotto forma <strong>di</strong> muco e<br />

catarro.<br />

Se vedete i segni della <strong>di</strong>sintossicazione, è importante che an<strong>di</strong>ate fino in fono al processo, che<br />

solitamente dura 1-3 giorni (ma a volte può durare una o più settimane in base alla quantità <strong>di</strong><br />

tossine presenti). Benché all'inizio vi sentiate a <strong>di</strong>sagio, in seguito vi sentirete molto vitali. Questo<br />

processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione può essere chiamato “crisi terapeutica" ed è una reazione improvvisa<br />

ed acuta causata dal rafforzamento dell'energia o del "chi" del corpo, in modo da eliminare le<br />

vecchie tossine. L'uso regolare <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> aiuterà il corpo a rafforzarsi ed eliminare le tossine<br />

accumulate.<br />

Durante una crisi terapeutica, potreste sentirvi stanchi. Questo è perché il vostro corpo si sta<br />

pulendo e si sta rimettendo in salute a un livello cellulare molto profondo e per farlo consuma molte<br />

energie. Continuando ad assumere <strong>Cellfood</strong> regolarmente e bevendo molti liqui<strong>di</strong>, aiuterete il corpo<br />

a superare la crisi terapeutica. Una volta finita, vi sentirete energici come non vi sentivate da anni.<br />

Se la <strong>di</strong>sintossicazione dura per più <strong>di</strong> una settimana, consultate un me<strong>di</strong>co qualificato nella<br />

<strong>di</strong>sintossicazione e nelle crisi terapeutiche.<br />

Ripeto sempre alle persone che <strong>Cellfood</strong> innesca alcune forme <strong>di</strong> eliminazione delle vecchie tossine<br />

accumulate. Se, tuttavia, questo processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione vi dà particolari fasti<strong>di</strong>, vi consiglio <strong>di</strong><br />

rivolgervi a un me<strong>di</strong>co qualificato nella <strong>di</strong>sintossicazione.<br />

La legge <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> e cura <strong>di</strong> Hering<br />

Conoscere la legge <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> <strong>di</strong> Hering può aiutarvi a proseguire nel processo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sintossicazione. È molto importante capire la <strong>di</strong>fferenza tra “<strong>guarigione</strong>” e “malattia”. Il famoso<br />

omeopata Constantine Hering ha fatto una chiara <strong>di</strong>stinzione tra i sintomi <strong>di</strong> una malattia e quelli <strong>di</strong><br />

una <strong>guarigione</strong>. Sfortunatamente, per ignoranza, confon<strong>di</strong>amo un processo <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> con un<br />

processo <strong>di</strong> malattia e lo sopprimiamo con i farmaci. In questo modo però indeboliamo solo<br />

l’organismo, rendendolo più soggetto ad ammalarsi.<br />

La legge <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> <strong>di</strong> Hering asserisce solamente: “Ogni <strong>guarigione</strong> comincia dall'interno e<br />

procede verso l'esterno, dalla testa verso il basso, e in or<strong>di</strong>ne inverso da com'erano apparsi i sintomi<br />

della malattia.”<br />

Quando una persona ha una crisi <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong>, è fondamentale che assista questo processo in modo<br />

da promuovere l’eliminazione delle tossine e degli elementi nocivi che possono manifestarsi sotto<br />

forma <strong>di</strong> muco, catarro, naso che cola, tonsille ingrossate, febbre, ecc. Questo è il modo naturale per<br />

aggiustare i mali interni, detto anche “rintracciamento”. Elementi eliminati dal corpo anni fa (come<br />

una malattia infantile guarita con i farmaci) possono ora ricomparire poiché il corpo si sta<br />

preparando ed eliminarli per sempre.<br />

Con il miglioramento dello stato <strong>di</strong> salute del corpo, potrete, improvvisamente, passare per un'altra<br />

pulizia. Potrete quin<strong>di</strong> vivere una serie <strong>di</strong> crisi <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> per un determinato periodo <strong>di</strong> tempo.<br />

Tutte le volte che le tossine accumulate vengono eliminate, proverete nuovi livelli <strong>di</strong> vitalità e<br />

salute. A volte una persona non è consapevole del processo innescato da <strong>Cellfood</strong> a livelli cellulari<br />

profon<strong>di</strong> e, per questo, può non essere consapevole <strong>di</strong> cosa accada e pensare ad esempio che<br />

<strong>Cellfood</strong> le stia facendo male. Alcune persone non hanno avuto dei risultati imme<strong>di</strong>ati assumendo<br />

<strong>Cellfood</strong> ma, in seguito, dopo aver fatto regolari check-up me<strong>di</strong>ci, riferiscono che il livello <strong>di</strong><br />

colesterolo e pressione sanguigna sono scesi in maniera significativa. Ci sono racconti simili relativi<br />

68


alla normalizzazione dell’acido urico e dei livelli <strong>di</strong> zucchero nel sangue. <strong>Cellfood</strong> ha lavorato a<br />

livelli cellulari profon<strong>di</strong>, migliorando il sistema immunitario. Oltre ad assistere alla pulizia delle<br />

cellule, aumenta la frequenza vibrazionale <strong>di</strong> tutti gli organi, rendendoli più resistenti a virus, batteri<br />

e parassiti a frequenze più basse.<br />

Di nuovo, è importante capire che <strong>Cellfood</strong> non cura <strong>di</strong>rettamente una malattia. Il nostro<br />

meraviglioso corpo è stato progettato per farlo. <strong>Cellfood</strong> dà alla cellule i mattoncini essenziali per<br />

raggiungere uno stato <strong>di</strong> salute ottimale.<br />

Poiché <strong>Cellfood</strong> lavora in maniera naturale per normalizzare e bilanciare il corpo, incoraggio<br />

sempre le persone a continuare ad assumere <strong>Cellfood</strong> ed essere più consapevoli dei cambiamenti<br />

significativi che avvengono nei loro corpi. Un modo sicuro è esaminare i risultati comparativi degli<br />

esami me<strong>di</strong>ci prima e dopo l’uso <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong>. Questi forniranno una prova sicura della<br />

normalizzazione e del bilanciamento <strong>di</strong> tutti i sistemi corporei grazie a <strong>Cellfood</strong>, che facilita il<br />

rinnovamento a un livello cellulare profondo.<br />

Benché spesso spiego che <strong>Cellfood</strong> lavori sulle priorità a livello cellulare profondo, e lavori a<br />

meraviglia nel normalizzare e bilanciare molti dei nostri sistemi, alcune persone possono non<br />

vedere i risultati che speravano. In questi casi chiedo: Quanto e quanto spesso assume <strong>Cellfood</strong>? Il<br />

dosaggio consigliato è <strong>di</strong> 8 gocce tre volte al giorno. Se non vedete risultati apparenti, potete<br />

aumentare il dosaggio. Come abbiamo già detto, <strong>Cellfood</strong> lavora ad un livello che può non essere<br />

visibile a chi lo assume e, a basso dosaggio, non riesce a lavorare bene. Suggerisco quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

aumentare il dosaggio <strong>di</strong> 2 o 3 gocce tre volte al giorno fino a che non si vedono risultati. Quin<strong>di</strong> si<br />

può <strong>di</strong>minuire <strong>di</strong> nuovo il dosaggio per un livello <strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> 8 gocce, tre volte al giorno.<br />

Infine, suggerisco <strong>di</strong> provare ad interrompere l'assunzione <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong> e vedere come ci si sente.<br />

Spesso, quando una persona interrompe improvvisamente l'assunzione <strong>di</strong> <strong>Cellfood</strong>, capisce quanto<br />

l'abbia aiutata ad avere più energie e luci<strong>di</strong>tà. Se non si ha alcun sintomo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione con<br />

<strong>Cellfood</strong>, può essere che in quel momento il corpo non abbia bisogno <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>sintossicato, ma<br />

può essere necessario in seguito. Consiglio <strong>di</strong> seguire uno specifico programma <strong>di</strong> <strong>di</strong>sintossicazione<br />

almeno due volte all'anno.<br />

69


Confronto tra una crisi <strong>di</strong> malattia e una crisi <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong>:<br />

<strong>Crisi</strong> <strong>di</strong> malattia<br />

1. Può iniziare gradualmente e<br />

durare alcuni giorni. Nella maggior<br />

parte dei casi, può durare mesi e<br />

anni.<br />

2. È la conseguenza <strong>di</strong> abuso, uso<br />

eccessivo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine, abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

vita e alimentari sbagliate, ecc.<br />

3. Dura generalmente più <strong>di</strong> 3 giorni.<br />

4. Eliminazione inefficiente o<br />

assente.<br />

5. I sintomi sono generalmente<br />

<strong>di</strong>versi da quelli già avuti in<br />

precedenza.<br />

6. La crisi è solitamente seguita da<br />

un periodo <strong>di</strong> convalescenza.<br />

7. I tessuti danneggiati non si<br />

rigenerano o si rigenerano<br />

parzialmente nel tempo.<br />

8. Il me<strong>di</strong>co può alleviare o<br />

aggravare la crisi, solitamente usando<br />

farmaci (per soffocare la crisi).<br />

9. Gli eventi della crisi sono <strong>di</strong>versi e<br />

impreve<strong>di</strong>bili ogni volta; dopo la<br />

crisi, la persona si sente peggio o<br />

come si sentiva prima della crisi.<br />

<strong>Crisi</strong> <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong><br />

1. Inizia improvvisamente, quando si è<br />

in perfetta salute.<br />

2. È la conseguenze <strong>di</strong> un programma<br />

salutare prescritto o inizia<br />

spontaneamente dopo aver interrotto<br />

l’assunzione <strong>di</strong> farmaci.<br />

3. Dura circa 1-3 giorni (a volte <strong>di</strong> più).<br />

4. Eliminazione ottima.<br />

5. Si ripresentano vecchi sintomi in<br />

or<strong>di</strong>ne inverso rispetto alle “crisi <strong>di</strong><br />

malattia” avute.<br />

6. Dopo la crisi, le con<strong>di</strong>zioni<br />

migliorano molto rapidamente.<br />

7. I tessuti danneggiati si rigenerano<br />

quasi sempre dopo alcune settimane o<br />

mesi.<br />

8. La persona non dovrebbe fare nulla<br />

per alleviare la crisi. Il me<strong>di</strong>co<br />

andrebbe contattato solo come<br />

consulente e guida.<br />

9. Gli eventi della crisi sono definitivi,<br />

secondo la legge <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> <strong>di</strong><br />

Hering, e dopo la crisi ci si sente<br />

ringiovaniti e pieni d’energia.<br />

10. Una crisi <strong>di</strong> <strong>guarigione</strong> non porta<br />

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10. Si può morire in una crisi <strong>di</strong><br />

malattia.<br />

mai alla morte!<br />

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