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I riusi degli insediamenti rurali di età romana - Portale di ...

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Scuola <strong>di</strong> Dottorato <strong>di</strong> Ricerca "Riccardo Francovich: Storia e<br />

Archeologia del Me<strong>di</strong>oevo, Istituzioni e Archivi"<br />

Ciclo XXV A.A. 2009/2010<br />

Sezione Archeologia Me<strong>di</strong>evale<br />

I <strong>riusi</strong> <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> in Italia tra il<br />

Tardo Antico e l’Alto Me<strong>di</strong>oevo<br />

<strong>di</strong> Angelo Castrorao Barba


In<strong>di</strong>ce<br />

Abstract 1<br />

I Premessa e Introduzione 1<br />

II Temi e Obiettivi 2<br />

II. 1 Tematiche puntuali 3<br />

II. 2 Tematiche generali 6<br />

III Metodologia 8<br />

IV Fasi e Tempi <strong>di</strong> realizzazione 10<br />

V Bibliografia 14


Abstract<br />

Il progetto che si presenta affronterà il fenomeno dei <strong>riusi</strong> <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> in<br />

Italia tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo. Il proposito fondamentale <strong>di</strong> questa ricerca sarà quello <strong>di</strong><br />

costruire un quadro <strong>di</strong> sintesi a livello nazionale e regionale dei tempi, delle morfologie, delle<br />

tipologie e <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> gerarchia ed etnicità relativi alle fasi <strong>di</strong> riuso che interssarono, tra III e<br />

VIII secolo, ville, strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus e villaggi (vici). Queste tematiche<br />

verranno sviluppate basandosi sulla schedatura dell’e<strong>di</strong>to, all’interno <strong>di</strong> un database relazionale, <strong>di</strong><br />

tutti i siti <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> indagati archeologicamente in Italia e delle strutture tardoantiche e<br />

altome<strong>di</strong>evali che rioccuparono i preesistenti <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> romani. L’interrogazione dell’archivio<br />

sarà funzionale alla creazione <strong>di</strong> apposiste viste GIS che serviranno da spunto alla trattazione e<br />

all’analisi dei dati ottenuti alla luce del recente ed acceso <strong>di</strong>battito sulla transizione dal mondo<br />

romano a quello me<strong>di</strong>evale.<br />

I Premessa e Introduzione<br />

L’obiettivo principale <strong>di</strong> questo progetto è quello <strong>di</strong> analizzare le modalità <strong>di</strong> riuso <strong>degli</strong><br />

<strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo in Italia (III-VIII secolo). La<br />

fine delle ville romane e le loro <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> rioccupazione sono un argomento molto<br />

controverso e <strong>di</strong>battuto che è stato affrontato da <strong>di</strong>versi autori: si riscontra però, nonostante negli<br />

ultimi anni l’attenzione alle fasi post classiche delle ville sia cresciuto notevolmente, la mancanza <strong>di</strong><br />

un censimento sistematico <strong>di</strong> tutti quei contesti che si sovrapposero alle antiche strutture romane;<br />

argomento ancora più oscuro risulta essere, inoltre, quello inerente agli esiti finali <strong>di</strong> altre tipologie<br />

inse<strong>di</strong>ative, come le mansiones/stationes e i villaggi (vici), che caratterizzarono le campagne <strong>di</strong><br />

epoca <strong>romana</strong>.<br />

Il pionieristico articolo <strong>di</strong> Cagiano de Azevedo dal titolo “ville rustiche tardoantiche e<br />

insallazioni agricole altome<strong>di</strong>evali” 1 non venne seguito nell’imme<strong>di</strong>ato da ulteriori stu<strong>di</strong> sul<br />

medesimo argomento; risalgono agli inizi <strong>degli</strong> anno 90’ invece due seminari della SAP 2 in cui si<br />

affrontarono in maniera più approfon<strong>di</strong>ta e specifica le trasformazioni che subirono ville romane in<br />

seguito alla loro destrutturazione; negli ultimi cinque anni si è verificato un rilevante aumento delle<br />

pubblicazioni relative alle trasformazioni <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> tra la tardantichità e<br />

l’altome<strong>di</strong>oevo 3 , nello specifico risultano particolarmente significativi alcuni articoli, anche se<br />

incentrati soprattutto sui casi dell’Hispania, della Gallia e della Britannia, sulle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong><br />

riuso delle ville e sull’interpretazione storiografica <strong>di</strong> questi contesti 4 . Infine nel recente e pregevole<br />

lavoro <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> Carla Sfameni 5 sulle ville residenziali tardoantiche solamente una piccola parte è<br />

de<strong>di</strong>cata alla fine delle ville e al loro riuso.<br />

Le <strong>di</strong>verse interpretazioni proposte per spiegare le trasformazioni che subirono le ville dopo<br />

il loro collasso risultano notevolmente influenzate dal più generale <strong>di</strong>battito sulla transizione dal<br />

modo romano a quello me<strong>di</strong>evale. All’interno dell’universo concettuale proposto Peter Brown e la<br />

sua scuola 6 , cioè una tardantichità protrattasi senza cesure dal III al VII secolo, e caratterizzata da<br />

un vibrante <strong>di</strong>battito religioso e culturale e non dal crollo della parte occidentale dell’impero<br />

romano, si collocano le posizioni continuiste <strong>di</strong> Tamara Lewit . L’uso del legno o <strong>di</strong> rozzi muri, la<br />

sud<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> stanze, la decadenza <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali elementi decorativi, non fu, secondo l’autrice,<br />

1 CAGIANO DE AZEVEDO 1966.<br />

2 BROGIOLO 1994; BROGIOLO 1996; sulle ville tra tardantichi<strong>età</strong> e altome<strong>di</strong>oevo si veda anche BROGIOLO 1997.<br />

3 FRANCOVICH, HODGES 2003; CHRISTIE 2004; VALENTI 2004; BROGIOLO, CHAVARRÌA ARNAU 2005; BROGIOLO,<br />

CHAVARRÌA ARNAU, VALENTI 2005; BROGIOLO 2006B; BROGIOLO, CHAVARRÌA ARNAU 2007; BROGIOLO, CHAVARRIA<br />

ARNAU 2008A; BROGIOLO, CHAVARRIA ARNAU 2008B; BROGIOLO, CHAVARRIA ARNAU 2008C.<br />

4 HALSALL 1995; VAN OSSEL 1992; VAN OSSEL, OUZOULIAS 2000; RIPOLL, ARCE 2000; LEWIT 2003; CHAVARRIA<br />

ARNAU 2004; CHAVARRIA ARNAU 2006; sulle sepolture in villa si veda DI GENNARO, GRIESBACH 2003.<br />

5 SFAMENI 2007.<br />

6 BROWN 1974; BOWERSTOCK, BROWN, GRABAR 2000.<br />

1


necessariamente un segno <strong>di</strong> abbandono e <strong>di</strong> uso solo provvisorio da parte <strong>di</strong> poveri abusivi<br />

(squatter occupation): “le aristocrazie vivevano forse in gran<strong>di</strong> capanne <strong>di</strong> legno, in cui si univano<br />

attività residenziali e produttive, e dove le sepolture erano vicine” 7 , la povertà e i cambiamenti<br />

economici, quin<strong>di</strong>, non possono essere stati gli unici elementi per spiegare il declino dei costumi<br />

tipici della romanità, ci volle una vera e propria rivoluzione culturale 8 . Una posizione ra<strong>di</strong>calmente<br />

opposta alle tesi della Lewit è quella sostenuta da molti archeologi 9 secondo i quali, sulla scia delle<br />

visione <strong>di</strong>scontinuista del passaggio dall’antichità al me<strong>di</strong>oevo 10 , una continuità topografica andò <strong>di</strong><br />

pari passo ad una estrema <strong>di</strong>scontinuità funzionale nelle forme <strong>di</strong> occupazione, definite ad<strong>di</strong>rittura<br />

<strong>di</strong> tipo protostorico 11 : secondo questa prospettiva la destrutturazione delle ville e l’inse<strong>di</strong>arsi sulle<br />

loro rovine <strong>di</strong> aree sepolcrali e <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici tipologicamente (capanne lignee) e funzionalmente<br />

(chiese) <strong>di</strong>fferenti non costituisce solamente l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> una soci<strong>età</strong> trasformata nei suoi valori<br />

culturali e ideologici, ma il frutto <strong>di</strong> più fattori, politico-amministrativi (invasioni barbariche e crisi<br />

dell’organizzazione statale <strong>romana</strong>) ed economici (<strong>di</strong>sintegrazione e destrutturazione del sistema<br />

economico e commerciale romano), che a partire dal V secolo provocarono “un impoverimento<br />

generalizzato delle aristocrazie romane, le cui propri<strong>età</strong> furono gradualmente assorbite dalla Chiesa<br />

e dalle nuove elites barbariche” 12 .<br />

II Obiettivi e problematiche<br />

La storia della <strong>di</strong>sciplina archeologica nel nostro paese l’eterogeneità <strong>degli</strong> interessi <strong>di</strong><br />

ricerca nelle varie regioni hanno fortemente con<strong>di</strong>zionato l’accuratezza con cui sono stati indagati e<br />

pubblicati i contesti relativi alle fasi <strong>di</strong> riuso <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong>. Questa<br />

puntualizzazione è doverosa e costituisce il limite fisiologico a questo progetto che si baserà su dati<br />

ricavati dalla schedatura <strong>di</strong> tutto l’e<strong>di</strong>to archeologico inerente agli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> epoca<br />

<strong>romana</strong>. Questo progetto si propone <strong>di</strong> affrontare <strong>di</strong>verse tematiche che possono essere sud<strong>di</strong>vise<br />

all’interno <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> categorie: tematiche <strong>di</strong> tipo puntuale e tematiche <strong>di</strong> tipo generale.<br />

Temi puntuali Temi generali<br />

I tempi della fine delle ville Le trasformazioni delle ville durante la tardantichità e le<br />

prime forme <strong>di</strong> riuso<br />

Tempi, morfologie e caratteristiche dei <strong>riusi</strong> delle ville Confronto la situazione in Italia e alcuni contesti<br />

significati delle altre province dell’Impero d’Occidente<br />

I <strong>riusi</strong> delle strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> gerarchia e <strong>di</strong> status<br />

I <strong>riusi</strong> dei villaggi (vici) romani Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> etnicità<br />

Confronto con tra le modalità <strong>di</strong> riuso delle ville e quelle<br />

delle altre tipologie inse<strong>di</strong>ative<br />

I <strong>riusi</strong> <strong>di</strong> tipo funerario: caratteri generali e sviluppo<br />

<strong>di</strong>acronico<br />

I <strong>riusi</strong> <strong>di</strong> tipo abitativo: schedatura e creazione <strong>di</strong> un<br />

atlante dell’e<strong>di</strong>lizia<br />

I risui <strong>di</strong> tipo produttivo: caratteri generali e sviluppo<br />

<strong>di</strong>acronico<br />

I <strong>riusi</strong> con e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto: caratteri generali e sviluppo<br />

<strong>di</strong>acronico<br />

Fig. 1. Tabella riassuntiva delle tematiche affrontate nel progetto.<br />

7 LEWIT 2005, p. 256.<br />

8 LEWIT 2006, p. 370.<br />

9 BROGIOLO 2006; VALENTI 2007; VOLPE 2005.<br />

10 Questa posizione è autorevolmente sostenuta in particolare in CARANDINI 1993 e in WARD PERKINS 2005.<br />

11 VOLPE, DE FELICE, TURCHINO 2006, pp. 243-244.<br />

12 CHAVARRÌA ARNAU 2004, p. 17.<br />

2


II. 1 Tematiche puntuali<br />

L’obiettivo primario del progetto sarà lo sviluppo <strong>di</strong> singole tematiche, connesse tra loro,<br />

con il fine <strong>di</strong> raggiungere una panoramica e una sintesi completa ed esaustiva dei mo<strong>di</strong> e dei tempi<br />

in cui vennero riutilizzati gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo<br />

in Italia.<br />

1. I tempi della fine delle ville.<br />

Analisi dei tempi della fine delle ville nelle varie regiones dell’Italia augustea, più la<br />

Sardegna e la Sicilia, al fine <strong>di</strong> comprendere meglio i futuri sviluppi <strong>di</strong> tali <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong>. Per fare<br />

questo sarà necessario schedare anche quelle ville che non vennero più rioccupate in seguito alla<br />

cessazione delle loro funzioni originarie. Si cercherà sia <strong>di</strong> confrontare gli sviluppi <strong>di</strong>acronici delle<br />

ville nei vari ambiti regionali sia <strong>di</strong> ottenere una visone generale del fenomeno.<br />

2. Tempi, morfologie e caratteristiche dei <strong>riusi</strong> delle ville.<br />

Analisi e descrizione, regione per regione, dei singoli contesti <strong>di</strong> ville riusate sulla base della<br />

tipologia e della cronologia. Questo punto verrà sviluppato attraverso l’in<strong>di</strong>viduazione delle<br />

principali (Funerario-Abitativo-Produttivo-E<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto) 13 ; dell’andamento cronologico delle<br />

singole tipologie; <strong>degli</strong> eventuali casi <strong>di</strong> associazione nel medesimo siti <strong>di</strong> più tipologie <strong>di</strong> riuso. Il<br />

fine <strong>di</strong> questo punto è quello <strong>di</strong> ottenere, per i singoli ambiti regionali, una sintesi quantitativa e<br />

qualitativa delle forme <strong>di</strong> rioccupazione delle ville da poter confrontare con le tendenze globali che<br />

ne deriveranno.<br />

3. I <strong>riusi</strong> delle strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo.<br />

Analisi e descrizione, regione per regione, delle singole strutture <strong>di</strong> servizio del cursus<br />

publicus 14 riusate sulla base della tipologia e della cronologia. La scelta <strong>di</strong> includere nel progetto<br />

anche questo tipo <strong>di</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> è stata dettata, in maniera particolare, dalla recente (Giugno-<br />

Luglio 2009) indagine archeologica, condotta dall’area <strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale dell’Università <strong>di</strong><br />

Siena (<strong>di</strong>rezione scientifica prof. Marco Valenti) e alla quale il sottoscritto ha partecipato per tutto il<br />

periodo dei lavori, del sito <strong>di</strong> Santa Cristina (Buonconvento, Si) dove è stata in<strong>di</strong>viduata una<br />

porzione del quartiere termale <strong>di</strong> una mansio che venne rioccupata, agli inizi dell’altome<strong>di</strong>oevo (VI<br />

secolo?), da <strong>di</strong>verse capanne, ad armatura <strong>di</strong> pali e anche seminterrate, che si impostarono al <strong>di</strong><br />

sopra dei crolli e delle macerie dei preesistenti e<strong>di</strong>fici romani 15 .<br />

4. I <strong>riusi</strong> dei villaggi (vici) romani tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo.<br />

Analisi e descrizione, regione per regione, dei villaggi (vici) riusati sulla base della tipologia<br />

e della cronologia. L’allargamento della casistica dei <strong>riusi</strong> anche a questo tipo <strong>di</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong><br />

permetterà <strong>di</strong> ottenere una visione complessiva e generale delle trasfrormazioni avvenute nelle<br />

campagne italiane tra tardantichità e altome<strong>di</strong>oevo.<br />

5. Confronto con tra le modalità <strong>di</strong> riuso delle ville e quelle riscontrate nelle strutture <strong>di</strong> servizio<br />

del cursus publicus e nei villaggi (vici).<br />

13 RIPOLL, ARCE 2000, pp. 71-94; CHAVARRÌA ARNAU 2004, pp. 7-12.<br />

14 Su questo tipo <strong>di</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> si vedano in particolare il contributo riassuntivo MEZZOLANI 1992 e l’articolata ed<br />

estesa sintesi CORSI 2000.<br />

15 http://archeologiame<strong>di</strong>evale.unisi.it/santa-cristina/.<br />

3


Confronto tra gli esiti finali delle ville e gli analoghi fenomeni che si verificarono anche<br />

nelle strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus e nei villaggi con l’obiettivo <strong>di</strong> avere un panorama<br />

quanto più esauriente del fenomeno del riuso delle strutture inse<strong>di</strong>ative romane e per avere un<br />

<strong>di</strong>retto confronto con quanto riscontrato nelle ville.<br />

6. Le caratteristiche principali delle varie tipologie <strong>di</strong> riuso <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> romani.<br />

Analisi delle singole tipologie <strong>di</strong> riuso (Funerario-Abitativo-Produttivo-E<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto) al<br />

fine <strong>di</strong> identificare i caratteri principali e affinare il grado <strong>di</strong> dettaglio nella descrizione e<br />

nell’interpretazione <strong>di</strong> questi contesti.<br />

6.1 I <strong>riusi</strong> <strong>di</strong> tipo funerario: caratteri generali e sviluppo <strong>di</strong>acronico.<br />

Lo sviluppo <strong>di</strong> contesti sepolcrali all’interno <strong>di</strong> preesistenti strutture <strong>di</strong> epoca <strong>romana</strong> è<br />

certamente il fenomeno più <strong>di</strong>ffuso e meglio documentato tra le varie tipologie <strong>di</strong> riuso 16 . La fine<br />

del secolare taboo <strong>di</strong> vivere vicino ai propri morti e la scelta <strong>di</strong> antichi ruderi come luogo <strong>di</strong><br />

sepoltura sono stati interpretati in <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong>: per la Lewit furono i cambiamenti culturali che, tra<br />

V e VI secolo, rivoluzionarono gli stili <strong>di</strong> vita delle elites che continuarono a vivere nelle ville in<br />

abitazioni dai caratteri non classici, senza la <strong>di</strong>visione tra aree residenziali e produttive, e vicino alle<br />

sepolture 17 ; secondo John Percival 18 , da una prospettiva utilitaristica, si preferì deporre i propri cari<br />

tra le rovine delle ville per la loro posizione appartata e per non sottrarre porzioni <strong>di</strong> terreno alle<br />

pratiche agricole; da un’altra angolatura, Guy Halsall 19 ha proposto invece un argomentazione<br />

ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versa, vedendo nelle rovine delle ville dei luoghi <strong>di</strong> spicco del paesaggio che<br />

avrebbero rappresentato dei punti <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> tipo simbolico per la comunità 20 . Confermare o<br />

negare ipotesi <strong>di</strong> questo genere non è un’operazione facile; in questo progetto si cercherà <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare le singole caratteristiche dei <strong>riusi</strong> sepolcrali e <strong>di</strong> analizzarle da un punto <strong>di</strong> vista sia<br />

sincronico che <strong>di</strong>acronico. Le rioccupazioni <strong>di</strong> tipo funerario, infatti, presentano al loro interno delle<br />

<strong>di</strong>fferenze sostanziali che devono essere prese in considerazione per arrivare ad una loro corretta<br />

comprensione: significati ben <strong>di</strong>versi, infatti, sono attribuibili a poche sepolture sparse tra antichi<br />

ruderi rispetto ad una estesa e articolata necropoli con decine e decine <strong>di</strong> inumati; la presenza <strong>di</strong><br />

inumazioni abbigliate può essere considerato un in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> status o <strong>di</strong> eticità, o entrambe le cose<br />

insieme, del defunto ecc… Sulla base <strong>di</strong> tali considerazioni si è deciso <strong>di</strong> provare ad analizzare e<br />

quantificare le attestazioni <strong>di</strong> determinate caratteristiche nei contesti funerari che invasero<br />

preesistenti <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>di</strong> epoca <strong>romana</strong>. Per ognuna delle seguenti categorie si registrerà il<br />

numero <strong>di</strong> attestazioni e lo sviluppo <strong>di</strong>acronico:<br />

• Tipo sepolcreto: sepolcreto orientato; sepolcreto con <strong>di</strong>versi orientamenti; sepolture sparse.<br />

• Tipo sepoltura: a fossa terragna; a cassa; alla cappuccina; in anfora; sarcofago rituale funerario;<br />

tipologia della sepolture; tipo <strong>di</strong> corredo (rituale/personale); localizzazione rispetto alle<br />

strutture romane preesistenti.<br />

• Numero sepolture: 1; più <strong>di</strong> 1 generico; da 2 a 5; da 6 a 15; da 16 a 30; da 31 a 60; più <strong>di</strong> 60.<br />

• Tipo corredo: personale; rituale.<br />

• Localizzazione rispetto alle strutture romane: villa-pars urbana/generica; villa-pars<br />

rustica/generica; villa-pars urbana/vani abitativi; villa- pars urbana/terme; villa- pars<br />

urbana/peristilio-cortile; mansio-generico; mansio-vani abitativi; mansio-terme;<br />

mansio/peristilio-cortile; villaggio-generico.<br />

16 DI GENNARO, GRIESBACH 2003; LEWIT 2005.<br />

17 LEWIT 2003, p. 266.<br />

18 PERCIVAL 1976, p. 199.<br />

19 HALSALL 1995, p. 181.<br />

20 CHAVARRIA ARNAU 2004, p. 12.<br />

4


6.2 I <strong>riusi</strong> <strong>di</strong> tipo abitativo: schedatura e creazione <strong>di</strong> un atlante <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici che rioccuparono gli<br />

<strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong>.<br />

Il frazionamento <strong>di</strong> ambienti, il parziale riuso <strong>di</strong> murature spesso già semi <strong>di</strong>strutte, la<br />

realizzazione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in materiali deperibile caratterizzarono molti <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> romani tra la<br />

tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo. Sulla scia <strong>di</strong> altri progetti realizzati presso l’Area <strong>di</strong> Archeologia<br />

Me<strong>di</strong>evale dell’Università <strong>di</strong> Siena 21 verrà costruito un atlante <strong>di</strong> tutte le singole strutture che<br />

andarono a rioccupare gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong>. Questa operazione si baserà<br />

essenzialmente sulle potenzialità offerte dal contenitore E<strong>di</strong>lizia integrato al DBMS Carta<br />

Archeologica 22 . In questo modo ogni singola struttura verrà archiviata all’interno del database<br />

al fine <strong>di</strong> poter effettuare una tipologizzazione <strong>di</strong> tali evidenze in base al maggior numero<br />

possibile <strong>di</strong> informazioni. Non si esclude che in questa fase <strong>di</strong> lavoro verranno apportate alcune<br />

mo<strong>di</strong>fiche alla struttura dell’archivio sulla base <strong>di</strong> particolari esigenze dettate dall’argomento<br />

trattato: ad esempio il campo Definizione riutilizzo strutture, della sezione Dati E<strong>di</strong>ficio,<br />

presenta una lista valori che è stata elaborata essenzialmente per la schedatura <strong>di</strong> contesti<br />

urbani, in questo caso si amplierà la casistica ai contesti <strong>rurali</strong> aggiungendo nuovi valori più<br />

specifici (es. villa-pars urbana/generica; villa-pars rustica/generica; villa-pars urbana/vani<br />

abitativi; villa- pars urbana/terme; villa- pars urbana/peristilio-cortile; mansio-generico;<br />

mansio-vani abitativi; mansio-terme; mansio/peristilio-cortile; villaggio-generico).<br />

6.3 I <strong>riusi</strong> <strong>di</strong> tipo produttivo: caratteri generali e sviluppo <strong>di</strong>acronico.<br />

Le riconversioni a scopo produttivo <strong>di</strong> antiche strutture romane verranno sud<strong>di</strong>vise e<br />

analizzate in base alla tipologia delle attività svolte per ottenere un quadro più preciso<br />

sull’economia <strong>di</strong> tali <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong>. In particolare ci si concentrerà sulla frequenza <strong>di</strong><br />

attestazione delle seguenti categorie:<br />

• Tipo <strong>di</strong> produzione agricola: vino; olio; grano/cereali.<br />

• Tipo <strong>di</strong> produzione artigianale: fittili generici; ceramica; laterizi; calce; metalli generici; ferro;<br />

piombo; bronzo/rame; oro/argento; vetro; tessuti/pelli; oggetti in corno/osso<br />

• Tipo strutture produttive: calcare; forno; fornace; torchio; magazzino; vasca.<br />

• Localizzazione rispetto alle strutture romane: villa-pars urbana/generica; villa-pars<br />

rustica/generica; villa-pars urbana/vani abitativi; villa- pars urbana/terme; villa- pars<br />

urbana/peristilio-cortile; mansio-generico; mansio-vani abitativi; mansio-terme;<br />

mansio/peristilio-cortile; villaggio-generico.<br />

6.4 I <strong>riusi</strong> con e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto: caratteri generali e sviluppo <strong>di</strong>acronico.<br />

Un <strong>di</strong>scorso più complesso è quello riguardante la costruzione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto<br />

all’interno <strong>di</strong> una villa, o <strong>di</strong> una mansio. Senza l’ausilio <strong>di</strong> dati stratigrafici precisi e <strong>di</strong> puntuali<br />

informazioni dalle fonti scritte è molto <strong>di</strong>fficile riuscire a comprendere se un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto sia<br />

stato fondato per volere della Chiesa o per iniziativa privata 23 . Degli spunti interessanti potranno<br />

derivare dal calcolo <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto muniti <strong>di</strong> battistero o fonte battesimale, mentre verranno<br />

analizzate anche tendenze generali riguardanti le piante e le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> tali strutture. In<br />

particolare ci si concentrerà sulla frequenza <strong>di</strong> attestazione delle seguenti categorie:<br />

21 Si tratta <strong>di</strong> uno strumento elaborato presso il LIAAM per l’archiviazione dell’e<strong>di</strong>lizia in materiale deperibile<br />

nell’altome<strong>di</strong>oevo italiano ed europeo (FRONZA 2004-2005) e l’e<strong>di</strong>lizia urbana residenziale tra tardantichità e<br />

altome<strong>di</strong>oevo in Italia (SEBASTIANI 2003-2004).<br />

22 FRONZA 2004-2005, pp. 276-301.<br />

23 BROGIOLO, CHAVARRÌA ARNAU 2003, p. 30: “non è infatti possibile comprendere se la costruzione <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong><br />

culto sia attribuibile all’autorità ecclesiastica (nelle cui mani poteva essere passata la propri<strong>età</strong> <strong>di</strong> un fondo) o se invece<br />

questa sia stata patrocinata da un aristocratico preoccupato per la salvezza delle anime dei suoi rustici”.<br />

5


• Tipo pianta: rettangolare; rettangolare absidata; tre navate con unica abside; tre navate con tre<br />

absi<strong>di</strong>; a croce greca.<br />

• Area: meno <strong>di</strong> 50 mq; 51-80 mq; 81-110 mq; 111-150 mq; 151-200 mq; 201-250 mq; 251-300<br />

mq; 301-350; 351-400 mq; più <strong>di</strong> 401 mq.<br />

• Battistero/fonte battesimale: si-no.<br />

• Localizzazione rispetto alle strutture romane: villa-pars urbana/generica; villa-pars<br />

rustica/generica; villa-pars urbana/vani abitativi; villa- pars urbana/terme; villa- pars<br />

urbana/peristilio-cortile; mansio-generico; mansio-vani abitativi; mansio-terme;<br />

mansio/peristilio-cortile; villaggio-generico.<br />

Tematiche generali<br />

1. Le trasformazioni delle ville durante la tardantichità e le prime forme <strong>di</strong> riuso<br />

Descrizione, analisi e interpretazione dei precoci fenomeni <strong>di</strong> riuso delle ville, tra il III e il V<br />

secolo, alla luce dei modelli elaborati dagli storici sul “sistema agrario tardoantico” 24 . Si tratta <strong>di</strong><br />

una prima fase <strong>di</strong> riutilizzo delle ville, specialmente quelle <strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, che<br />

persero il loro ruolo residenziale, a causa della concentrazione della propri<strong>età</strong> rurale, a favore <strong>di</strong> una<br />

riconversione produttiva legata alle esigenze <strong>di</strong> famiglie conta<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>pendenti dalla grande propri<strong>età</strong><br />

fon<strong>di</strong>aria: forni, torchi, depositi <strong>di</strong> dolia, povere abitazioni e talvolta anche sepolture invasero,<br />

quin<strong>di</strong>, sia preesistenti ambienti termali e sia vecchi spazi abitativi 25 . In particolare si cercherà <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare delle eventuali analogie o <strong>di</strong>fferenze tra le regioni appartenenti all’Italia annonaria 26 e<br />

quelle rientranti nell’Italia suburbicaria 27 .<br />

2. I <strong>riusi</strong> delle ville: un confronto tra la situazione in Italia e alcuni contesti significati delle altre<br />

province dell’Impero d’Occidente (Hispania, Gallia, Britannia)<br />

La fine delle ville romane ed il loro successivo riutilizzo per nuovi scopi è un fenomeno che<br />

investì tutta la parte occidentale dell’impero tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo. Alla luce dei dati<br />

raccolti sull’Italia verrà effettuato un confronto per tipologia <strong>di</strong> riuso e per cronologia con i contesti<br />

archeologici più emblematici relativi a Hispania 28 , Gallia 29 e Britannia 30 .<br />

3. Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> gerarchia e <strong>di</strong> status negli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> che rioccuparono preesistenti siti <strong>di</strong><br />

epoca <strong>romana</strong><br />

Nelle teorie continuiste e post-processualiste <strong>di</strong> Tamara Lewit la scomparsa dei tipici e<strong>di</strong>fici<br />

romani e la loro riutilizzazione per funzioni ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>verse (industriali o sepolcrali) associata<br />

spesso alla comparsa <strong>di</strong> nuove strutture in materiali deperibili, non rappresentò una cesura netta<br />

rispetto al passato: le aristocrazie, in seguito a ra<strong>di</strong>cali cambiamenti ideologici e culturali, avrebbero<br />

assunsero assunto, infatti, <strong>degli</strong> stili <strong>di</strong> vita più sobri che con<strong>di</strong>zionarono la fisionomia <strong>degli</strong><br />

24 VERA 1993; VERA 1994; VERA 1995; VERA 2001; VERA 2005.<br />

25 CHAVARRÌA ARNAU 2004, pp. 14-15.<br />

26 Riguardo l’Italia annonaria rimane ancora insuperata la sintesi <strong>di</strong> Leila Cracco Ruggini basata, però, solo sulle fonti<br />

scritte (CRACCO RUGGINI 1961). Per un rapido e sintetico excursus, con bibliografia, sulle principali tendenze<br />

inse<strong>di</strong>ative alla luce dell’archeologia si veda BROGIOLO 2006B, pp. 14-17.<br />

27 Sulle caratteristiche delle trasformazioni avvenute nelle campagne dell’Italia suburbicari tra il III e il V secolo <strong>di</strong><br />

vedano: VOLPE 1996; ATTI DEL XXXVIII CONVEGNO DI STUDI SULLA MAGNA GRECIA 1999; LO CASCIO, STORCHI MARINO<br />

2001; ARTHUR 2004; STAIM 1 2005.<br />

28 CHAVARRÍA ARNAU 2005; CHAVARRÍA ARNAU, ARCE, BROGIOLO 2006; CHAVARRÌA ARNAU 2007A.<br />

29 PERCIVAL 1992; VAN OSSEL 1992; HALSALL 1995;; BALMELLE 2001; VAN OSSEL, OUZOULIAS 2000; OUZOULIAS,<br />

PELLECUER, RAYNAUD, VAN OSSEL, GARMY 2001; PÈRIN 2004.<br />

30 DARK 2004; HAMEROW 2002; LEWIT 2003; LEWIT 2004.<br />

6


<strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> 31 . Sulla base <strong>di</strong> questo impianto teorico si ipotizza un utilizzo da parte <strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong><br />

un certo ragno <strong>di</strong> alcune gran<strong>di</strong> capanne che si sovrapposero a ad alcune ville in Hispania, Gallia e<br />

Britannia 32 . Da tali argomentazioni si possono trarre dei semplici interrogativi: ci furono delle<br />

<strong>di</strong>fferenze gerarchiche e <strong>di</strong> status all’interno <strong>degli</strong> abitati che riusarono le ville, e se ci furono quali<br />

sono gli in<strong>di</strong>catori archeologici per riconoscerli? Sulla base della schedatura <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici<br />

tardoantichi e altome<strong>di</strong>evali e sull’analisi <strong>di</strong> tutto il contesto inse<strong>di</strong>ativo <strong>di</strong> cui facevano parte si<br />

cercherà <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i seguenti elementi: la presenza <strong>di</strong> capanne <strong>di</strong>mensionalmente più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

altre; eventuali <strong>di</strong>fferenze nelle tecniche costruttive interne al medesimo sito; un’articolazione<br />

gerarchizzata <strong>degli</strong> spazi 33 . Un altro importante in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> gerarchia per questi secoli riguarda<br />

l’alimentazione 34 , ma allo stato attuale della ricerca sono ancora molto pochi i contesti in cui siano<br />

state effettuate delle analisi archeobotaniche e archeozoologiche per le fasi <strong>di</strong> riuso delle ville. Si<br />

tratta <strong>di</strong> un primo tentativo <strong>di</strong> affrontare questa problematica partendo da un numero considerevole<br />

<strong>di</strong> siti e non solo sulla base <strong>di</strong> quelli meglio scavati o semplicemente più noti.<br />

4. Gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> etnicità negli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> che rioccuparono preesistenti siti <strong>di</strong> epoca <strong>romana</strong>.<br />

Un <strong>di</strong>battito molto acceso riguarda la possibilità <strong>di</strong> poter attribuire una connotazione etnica<br />

ai gruppi umani che si inse<strong>di</strong>arono negli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> tra il V e il VII secolo.<br />

L’intera questione, riassumendo, è incentrata sui seguenti interrogativi: furono popolazioni<br />

alloctone quelle che riusarono le antiche strutture romane costruendovi capanne <strong>di</strong> legno e<br />

seppellendovi i propri morti? È possibile, più generale, riconoscere archeologicamente un<br />

“barbaro”? Quali sono gli eventuali in<strong>di</strong>catori materiali dell’appartenenza etnica <strong>di</strong> queste<br />

popolazioni? Le risposte che sono state date a questi quesiti si muovono su due linee <strong>di</strong> pensiero<br />

parallele in cui si contrappongono opposte chiavi interpretative sui barbari e sul loro ruolo nella<br />

caduta dell’impero romano d’Occidente: da un lato autori come Goffart 35 , Durliat 36 , Wolfram 37 ,<br />

Pohl 38 , Geary 39 , che optano per una transizione “indolore” in cui barbari già romanizzati vennero<br />

incorporati pacificamente all’interno dei confini dell’impero; su tutt’altra prospettiva si pongono,<br />

31 LEWIT 2003, p. 260. Altri autori hanno rilevato un processo <strong>di</strong> “militarizzazione” delle elites, tra la tarda antichità e<br />

l’altome<strong>di</strong>oevo, in cui le classiche espressioni <strong>di</strong> status e gli antichi valori civici vennero sostituiti da forme più<br />

militarizzate. Wickham (WICKHAM 2001, p. 560) commenta che l’abbandono <strong>degli</strong> elementi <strong>di</strong> lusso rifletta lo stile <strong>di</strong><br />

vita del castrum. Per Halsall (HALSALL 1995, p. 250) le elites merovingie hanno elementi pregiati nelle sepolture, come<br />

le armi, e non nelle abitazioni.<br />

32 LEWIT 2005, pp. 256, 259: “A El Val in Spagna, è stata in<strong>di</strong>viduata una capanna lignea <strong>di</strong> 14 x 19 m con zone<br />

separate utilizzate a scopo abitativo, come cucina e per il ricovero <strong>degli</strong> animali. Ad Aiane, nella Gallia meri<strong>di</strong>onale, è<br />

stato trovato un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> V secolo <strong>di</strong> 25 x 10 m; a La Ramiére, nella stessa regione, nel VI secolo venne costruito un<br />

e<strong>di</strong>ficio in legno <strong>di</strong> 300 mq. Un parallelo si può fare con una capanna in legno, <strong>di</strong> VII secolo, associata con tombe<br />

privilegiate scoperta a Dommelen, e interpretata come una residenza aristocratica, e la fattoria in legno (14 x 7.2 m) del<br />

tardo VII <strong>di</strong> Lauchheim, circondata da e<strong>di</strong>fici supplementari e da un recinto in cui vi erano sei tombe eccezionalmente<br />

ricche. A Cowedery’s Down in Britannia, è stata messa in luce un’abitazione aristocratica in legno (194 mq), <strong>di</strong> VI<br />

secolo, circondata da un recinto e da altre case e da due strutture seminterrate. Questi siti suggeriscono che le abitazioni<br />

delle elites del V e del VI secolo erano <strong>di</strong>fferenti da quelle del IV, e che i proprietari terrieri avevano uno stile <strong>di</strong> vita<br />

<strong>di</strong>fferente dai loro predecessori”.<br />

33 In VALENTI 2004, p. 129 viene sottolineato come “il riconoscimento <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici che sembrano collegati all’esistenza<br />

<strong>di</strong> un controllo gestionale, passa attraverso la valutazione topografica e funzionale dei contesti costituiti da gruppi <strong>di</strong><br />

strutture ben riconoscibili e che compongono delle anomalie nell’uniformità dell’inse<strong>di</strong>amento”.<br />

34 Sull’utilizzo dei dati archeozzologici per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> patterns relativi alle <strong>di</strong>fferenziazioni sociali all’interno <strong>di</strong><br />

un inse<strong>di</strong>amento si vedano in particolare i risultati ottenuti dalle ricerche dell’Area <strong>di</strong> Archeologia Me<strong>di</strong>evale<br />

dell’università <strong>di</strong> Siena (SALVADORI 2008; SALVADORI, VALENTI 2007). Interessanti spunti derivano in particolare da<br />

alcuni contributi <strong>di</strong> sintesi sulla transizione tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo alla luce dei resti osteologici animali<br />

(SALVADORI 2006; SALVADORI C.S).<br />

35 GOFFART 1980.<br />

36 DURLIAT 1988.<br />

37 WOLFRAM 1997.<br />

38 POHL 2000.<br />

39 GEARY 2002.<br />

7


invece, autori come Ward Perkins 40 , Liebeschuetz 41 , Heather 42 , Leciejewicz 43 , Modzelewski 44 che<br />

propendono per una netta <strong>di</strong>fferenza tra mondo romano e quello barbarico ed una visione<br />

marcatamente traumatica delle fine del dominio <strong>di</strong> Roma 45 . Dal punto <strong>di</strong> vista archeologico le teorie<br />

sull’acculturazione reciproca tra romani e barbari hanno messo fortemente in dubbio la<br />

l’interpretazione etnica sia dei corre<strong>di</strong> funerari 46 , visti come più <strong>di</strong> status sociale che <strong>di</strong> stirpe, sia <strong>di</strong><br />

particolari tipi e<strong>di</strong>lizi come le grubenhäuser 47 . Su basi concettuali <strong>di</strong>verse molti archeologi<br />

ritengono che certi elementi della cultura materiale possano essere attribuiti alla presenza <strong>di</strong><br />

popolazioni alloctone 48 , come ad esempio le grubenhäuser scavate in Italia le quali “non sono<br />

anteriori all’<strong>età</strong> gota, si trovano in <strong>di</strong>fferenti contesti geografici e ambientali e, nella maggior parte<br />

dei siti dove è certa o ipotizzabile una presenza alloctona anche sulla base <strong>di</strong> altri parametri:<br />

tipologia delle strutture funerarie, oggetti <strong>di</strong> corredo <strong>di</strong> sepolture e ceramiche a stampiglia e a<br />

stralucido” 49 .<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste premesse nel presente progetto si intendono ricercare eventuali in<strong>di</strong>catori<br />

<strong>di</strong> etnicità nei contesti che si sovrapposero alle ville. In particolare verrà analizzata la <strong>di</strong>stribuzione<br />

geografica, associata alla cronologia, e la loro eventuale attestazione nel medesimo sito, dei<br />

seguenti in<strong>di</strong>catori: corre<strong>di</strong>, <strong>di</strong> tipo sia personale che rituale, riferibili ad ambiti culturali goti,<br />

longobar<strong>di</strong> o bizantini; inumazioni <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui con connotazioni antropologiche che riman<strong>di</strong>no a<br />

popolazioni alloctone (caratteri ere<strong>di</strong>tari o indotti volontariamente come nel caso della<br />

deformazione cranica 50 ); sepolture <strong>di</strong> animali (cani, cavalli) 51 ; tipi e<strong>di</strong>lizi <strong>di</strong> probabile derivazione<br />

germanica (grubenhäuser).<br />

III Metodologia<br />

Questo progetto, in generale, si propone <strong>di</strong> avere un approccio preliminare alla tematica <strong>di</strong><br />

tipo quantitativo o neopositivista, che si basi quin<strong>di</strong> su una solida e numericamente rilevante<br />

casistica, funzionale ad una successiva fase <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> tipo speculativo volta da un<br />

confronto <strong>di</strong>retto con le <strong>di</strong>verse posizioni dell’attuale <strong>di</strong>battito archeologico e storiografico.<br />

Si intende analizzare il fenomeno dei <strong>riusi</strong> <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> prendendo<br />

in considerazione una quantità considerevole <strong>di</strong> contesti indagati archeologicamente al fine <strong>di</strong><br />

ottenere un quadro globale ed esaustivo per tutto il territorio nazionale.<br />

La creazione <strong>di</strong> questa banca dati rappresenta <strong>di</strong> per sè un importante strumento conoscitivo<br />

che si inserisce nell’ambito <strong>di</strong> altri progetti <strong>di</strong> schedatura portati avanti dall’Area <strong>di</strong> Archeologia<br />

Me<strong>di</strong>evale dell’Università <strong>di</strong> Siena 52 : in questo modo il DBMS Carta Archeologica verrà arricchito<br />

<strong>di</strong> nuovi dati inerenti ai siti <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> epoca <strong>romana</strong> che implementeranno il già corposo archivio<br />

composto soprattutto da contesti con cronologie più tarde. La sintesi a livello nazionale <strong>di</strong> questo<br />

tipo <strong>di</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> sarà corredata anche dalla raccolta <strong>di</strong> tutta la bibliografia e da un archivio <strong>di</strong><br />

40 WARD PERKINS 2005.<br />

41 LIEBESCHUETZ 2001.<br />

42 HEATHER 2006.<br />

43 LECIEJEWICZ 2004.<br />

44 MODZELEWSKI 2008.<br />

45 VALENTI C.S.<br />

46 LA ROCCA 1997; LA ROCCA 2004; GASPARRI 2005.<br />

47 ARTHUR 1999; ARTHUR 2004.<br />

48 Sugli in<strong>di</strong>catori materiali <strong>di</strong> etnicità è emblematico lo scavo <strong>di</strong> Collegno (PEJRANI BARICCO 2004; PEJRANI BARICCO<br />

2007).<br />

49 BROGIOLO, CHAVARRIA ARNAU 2008B.<br />

50 Esempi <strong>di</strong> queste pratiche sono stati rinvenuti a Collegno in Piemonte (PEJRANI BARICCO 2007, pp. 365-366) e a San<br />

Giusto in Puglia (SUBLIMI SAPONETTI et alii, 2005).<br />

51 SALVADORI CS.<br />

52 Progetto CAT (Carta Archeologica della Toscana); Progetto SREA (Siti <strong>rurali</strong> e e<strong>di</strong>lizia in materiale deperibile<br />

nell’altome<strong>di</strong>oevo europeo); Progetto ACSI (Atlante dei castelli scavati in Italia); Progetto PPR (Siti con presenza e/o<br />

produzione <strong>di</strong> reperti); Progetto AUI (Schede <strong>di</strong> Archeologia urbana in Italia); Progetto SNE (Schedatura necropoli<br />

e<strong>di</strong>te).<br />

8


fotografie e piante <strong>di</strong> scavo che rappresenteranno un utile supporto allo stu<strong>di</strong>o delle tematiche <strong>di</strong><br />

questo progetto.<br />

La possibilità <strong>di</strong> poter usufruire <strong>di</strong> una banca dati, ampia numericamente e completa nella<br />

qualità delle informazioni su ogni sito, apre moltissime possibilità <strong>di</strong> analisi. Per ogni singolo sito,<br />

infatti, è prevista l’archiviazione in appositi campi <strong>di</strong> tutte le informazioni inerenti ad esso:<br />

localizzazione; indagini effettuate; definizione e cronologia delle <strong>di</strong>verse fasi; bibliografia<br />

ecc…L’interrogazione dei vari campi del database rappresenterà una fase analitica molto<br />

importante per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> certi tipi <strong>di</strong> tendenze generali. Delle prime ricerche<br />

riguarderanno i tipi <strong>di</strong> interventi (scavi programmati; scavi <strong>di</strong> emergenza; saggi; sterri ecc…)<br />

effettuate nei <strong>di</strong>versi siti al fine <strong>di</strong> ottenere uno sguardo <strong>di</strong> insieme sullo stato della ricerca nelle<br />

varie regioni italiane. Una specifica attenzione verrà de<strong>di</strong>cata alla cronologia delle <strong>di</strong>verse fasi<br />

inse<strong>di</strong>ative dei contesti schedati, al fine <strong>di</strong> visualizzare attraverso dei grafici lo sviluppo <strong>di</strong>acronico<br />

<strong>di</strong> particolari fenomeni. Per tutte le tipologie <strong>di</strong> siti <strong>rurali</strong> romani (ville-mansiones/stationes;<br />

villaggi) il database verrà utilizzato per il reperimento, a scala regionale, delle rispettive cronologia<br />

iniziali e finali e del numero <strong>di</strong> siti in vita nei <strong>di</strong>versi secoli. Nel medesimo modo si tratteranno<br />

anche le quattro principali tipologie <strong>di</strong> riuso (funerario-abitativo-produttivo-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto). Le<br />

indagini sulla cronologia si legheranno ad ulteriori dati che verranno estrapolati dal database. In<br />

particolare utilizzando il campo Categorie sarà possibile ricavare i seguenti informazioni sulla<br />

cronologia e il numero <strong>di</strong> attestazioni: <strong>di</strong> corre<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo personale e rituale; della presenza <strong>di</strong> armi<br />

nelle sepolture e/o <strong>di</strong> tipi particolari <strong>di</strong> fibbie, fibule, orecchini, collane ecc…; delle <strong>di</strong>verse<br />

tipologie sia dei sepolcreti che delle sepolture; della realizzazione <strong>di</strong> battisteri/fonti battesimali<br />

ecc… La georeferenziazione <strong>di</strong> ogni sito, inoltre, consentirà una visualizzazione geografica dei dati<br />

che si andrà ad aggiungere a quella numerica rappresentata <strong>di</strong> volta in volta da appropriate tipologie<br />

<strong>di</strong> grafici (a barre o colonne, a barre in pila, a linea, a torta ecc…). In seguito ad ogni ricerca su<br />

determinati campi del database avremo come restituzione un elenco <strong>di</strong> siti contenenti le<br />

caratteristiche richieste; rintracciato, quin<strong>di</strong>, un gruppo <strong>di</strong> record (ad esempio tutte quelle ville con<br />

cronologia finale ≥300≤399, cioè abbandonati durante il IV secolo) si esporteranno, in un file <strong>di</strong><br />

testo, i campi relativi alle coor<strong>di</strong>nate x e y, che verranno importate all’interno <strong>di</strong> una piattaforma<br />

GIS precedentemente impostata sia con la cartografia vettoriale dei confini attuali <strong>di</strong> regioni,<br />

provincie e comuni italiani sia con la cartografia storica. Questo tipo <strong>di</strong> metodologia <strong>di</strong> lavoro<br />

porterà ad un’imme<strong>di</strong>ata rappresentazione dei dati che potrà dare spunto a speculazioni<br />

interpretative e a nuove domande con cui confrontarsi. Sarà interessante vedere, ad esempio, i tempi<br />

del crollo delle ville nell’Italia annonaria e nell’Italia surbicaria, oppure come si <strong>di</strong>stribuiranno le<br />

tipologie <strong>di</strong> riuso, tra il VI e VII secolo, nelle zone longobarde e nei territori sotto<br />

l’amministrazione bizantina.<br />

Un ulteriore strumento che verrà utilizzato per la realizzazione <strong>di</strong> questo progetto sarà il<br />

contenitore E<strong>di</strong>lizia del DBMS Carta Archeologica in cui verranno archiviate le singole strutture<br />

che riusarono i preesistenti siti <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong>. La creazione <strong>di</strong> appositi record per ogni e<strong>di</strong>ficio a<br />

carattere civile andrà ad implementare il più ampio programma <strong>di</strong> schedatura dell’e<strong>di</strong>lizia<br />

tardoantica e altome<strong>di</strong>evale in materiale deperibile portato avanti dall’Area <strong>di</strong> Archeologia<br />

Me<strong>di</strong>evale dell’Università <strong>di</strong> Siena 53 . I dati sull’e<strong>di</strong>lizia verranno analizzati con la stessa<br />

impostazione metodologica descritta per i siti. Si effettuerà, quin<strong>di</strong>, la quantificazione e la<br />

visualizzazione geografica: del numero <strong>di</strong> attestazioni e della cronologia delle tipologie e<strong>di</strong>lizie nel<br />

riuso dei <strong>di</strong>versi <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> romani (ville-mansiones/stationes-villaggi); dei valori <strong>di</strong>mensionali<br />

<strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici; numero <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici presenti nel medesimo sito ecc…<br />

53 FRONZA, VALENTI 1996; FRONZA 2004-2005; FRONZA 2006.<br />

9


IV Fasi e tempi <strong>di</strong> realizzazione<br />

I Anno<br />

Step 1Schedatura dell’e<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tutti gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong> indagati archeologicamente<br />

in tutta Italia.<br />

Per affrontare la complessità <strong>di</strong> questa tematica si ritiene necessaria la costruzione <strong>di</strong> una<br />

quanto più solida ed estesa banca dati <strong>di</strong> tutti gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> epoca <strong>romana</strong> indagati<br />

archeologicamente. Verrà sviluppato, quin<strong>di</strong>, un programma <strong>di</strong> schedatura dell’e<strong>di</strong>to archeologico<br />

mirato alla costruzione <strong>di</strong> un archivio <strong>di</strong> siti funzionale a successive elaborazioni. Questa fase <strong>di</strong><br />

lavoro, quin<strong>di</strong>, si concentrerà sullo spoglio sistematico <strong>di</strong> variegati tipi pubblicazioni da cui trarre le<br />

informazione necessarie sui <strong>di</strong>versi contesti: riviste; notiziari e bollettini delle varie soprintendenza<br />

archeologiche; atti <strong>di</strong> convegni e giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>; miscellanee; monografie; volumi d sintesi;<br />

ecc…Per lo sviluppo <strong>degli</strong> obiettivi <strong>di</strong> questo progetto verranno catastati i seguenti tipi <strong>di</strong> siti <strong>rurali</strong>:<br />

• Ville romane abbandonate definitivamente in <strong>età</strong> imperiale<br />

• Ville romane riusate tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo<br />

• Strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus abbandonate definitivamente in <strong>età</strong> imperiale<br />

• Strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus riusati tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo<br />

• Villaggi (vici) abbandonati definitivamente in <strong>età</strong> imperiale<br />

• Villaggi (vici) riusati tra la tardantichità e l’altome<strong>di</strong>oevo<br />

L’archiviazione dei singoli siti archeologici verrà effettuata utilizzando, come strumento<br />

fondamentale, del DBMS Carta Archeologica (contenitore Sito) realizzato presso il LIAAM tra il<br />

1999 e il 2003 54 .<br />

Step 2 Scansione delle immagini e delle piante relative ai siti schedati<br />

Dalle vari pubblicazioniche che verranno consultate in fase <strong>di</strong> schedatura, si acquisiranno,<br />

tramite scanner piano, fotografie, planimetrie, ricostruzioni relative ai contesti presi in esame in<br />

questo progetto.<br />

Step 3 Impostazione preliminare della piattaforma GIS<br />

Per la creazione <strong>di</strong> una piattaforma GIS è stato scelto Quantum GIS 1.0.0 “Kore”, un<br />

programma open source scaricabile gratuitamente dalla rete. All’interno <strong>di</strong> questo software verrà<br />

caricata la cartografia vettoriale relativa ai confini delle regioni, delle province e dei comuni <strong>di</strong> tutta<br />

Italia che costituiranno la base su cui inserire i singoli siti georeferenziati. Un passo ulteriore,<br />

inoltre, prevederà la <strong>di</strong>gitalizzazione della cartografia storica relativa all’Italia augustea ed alla<br />

situazione politica dell’Italia al termine dell’invasione longobarda.<br />

II Anno<br />

Step 1 Schedatura <strong>di</strong> tutte le strutture che rioccuparono gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong><br />

Tra tutti i siti archiviati durante il I anno (step 1), si selezioneranno quelli in cui le strutture <strong>di</strong><br />

epoca <strong>romana</strong> vennero riusate tra tardantichità e altome<strong>di</strong>oevo a scopo abitativo e/o funzionale. Per<br />

ogni contesto <strong>di</strong> questo genere, i singoli e<strong>di</strong>fici in<strong>di</strong>viduati verranno archiviati all’interno del DBMS<br />

Carta Archeologica (contenitore E<strong>di</strong>lizia).<br />

54<br />

Sull’esperienza senese nell’ambito dei database applicati all’archeologia si vedano: VALENTI 1998; FRANCOVICH,<br />

VALENTI 2001; FRONZA 2003; FRONZA 2005; FRONZA 2009.<br />

10


Step 2 Creazione e implementazione <strong>di</strong> un archivio multime<strong>di</strong>ale delle immagini e delle piante<br />

relative ai siti schedati<br />

Attraverso l’utilizzo del software Cumulus Desktop Plus 6.0. sarà possibile archiviare le<br />

immagini, le fotografie e le piante <strong>di</strong> scavo acquisite preliminarmente attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> uno<br />

scanner (I anno, step 2). Le categorie (campi) in cui verranno sud<strong>di</strong>visi i singoli record saranno le<br />

seguenti:<br />

• Tipo immagine<br />

• Pubblicazione<br />

• Regioni o<strong>di</strong>erene<br />

• Regioni storiche<br />

• Tipo sito<br />

• Tipologie <strong>di</strong> riuso<br />

Step 3 Georeferenziazione <strong>di</strong> tutti i siti<br />

La ricerca delle coor<strong>di</strong>nate geografiche verrà effettuata sfruttando le potenzialità <strong>di</strong> Google<br />

Map, un’applicazione <strong>di</strong> web mapping accessibile liberamente da qualsiasi utente. La possibilità <strong>di</strong><br />

creare delle mappe personalizzate rappresentata un ottimo strumento per il posizionamento dei siti<br />

che precede <strong>di</strong>versi operazioni. In prima battuta si <strong>di</strong>gita il nome del comune <strong>di</strong> appartenenza del<br />

sito, poi la una più specifica località o in<strong>di</strong>rizzo, successivamente grazia alla vista satellitare si cerca<br />

<strong>di</strong> riconoscere autopticamente i resti archeologici su cui posizionare il “segnaposto” da<br />

georeferenziare. Attraverso il link ad un in<strong>di</strong>rizzo esterno 55 , contenete uno script apposito, è<br />

possibile ricavare le coor<strong>di</strong>nate in Lat - Long dei vari punti inseriti manualmente. Risulta evidente<br />

come la precisione della georeferenziazione sia con<strong>di</strong>zionata da due fattori fondamentali: il grado <strong>di</strong><br />

dettaglio sulla localizzazione del sito ricavato dalle varie pubblicazioni in fase <strong>di</strong> schedatura e la<br />

presenza o meno all’interno <strong>di</strong> Google Map del riferimento ad una specifica località o in<strong>di</strong>rizzo<br />

connessa ad un determinato sito. Le coor<strong>di</strong>nate fornite da Google Map, come appena accennato,<br />

sono relative al sistema <strong>di</strong> riferimento Lat Long e per renderle sfruttabili ai fini delle creazione <strong>di</strong><br />

una piattaforma GIS è in<strong>di</strong>spensabile una loro conversione in coor<strong>di</strong>nate piane Gauss Boaga.<br />

L’automatizzazione <strong>di</strong> tale operazione richiede l’ausilio <strong>di</strong> un programma specifico, CartLab,<br />

utilizzabile solamente in ambiente Windows. Una volta ottenute le coor<strong>di</strong>nate in Gauss Boaga si<br />

procederà a caricare tali informazioni all’interno della piattaforma GIS precedentemente impostata<br />

(I anno, step 3).<br />

Step 4 Realizzazione <strong>di</strong> viste tematiche all’interno <strong>di</strong> una piattaforma GIS<br />

La piattaforma GIS verrà strutturata nei seguenti tematismi:<br />

• Totale dei siti schedati<br />

• Totale delle ville<br />

• Totale delle mansiones/stationes<br />

• Totale dei villaggi<br />

• Tipo <strong>di</strong> indagini: scavi stratigrafici; scavi non stratigrafici; ricognizioni <strong>di</strong> superficie<br />

• Cronologia iniziale delle ville, delle mansiones/stationes, dei villaggi<br />

• Sviluppo <strong>di</strong>acronico delle ville, delle mansiones/stationes, dei villaggi<br />

• Cronologia finale delle ville, delle mansiones/stationes, dei villaggi<br />

• Tipologie <strong>di</strong> riuso delle ville, delle mansiones/stationes e dei villaggi: funerario; abitativo;<br />

produttivo; e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto; funerario-abitativo; funerario-produttivo; funerario-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto;<br />

abitativo-produttivo; abitativo-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto; produttivo-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto; funerario-abitativoproduttivo;<br />

funerario-abitativo-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto; abitativo-produttivo-e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto.<br />

55 javascript:void(prompt('',gApplication.getMap().getCenter()));<br />

11


• Sviluppo <strong>di</strong>acronico delle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> riuso<br />

• Caratteristiche del riuso funerario: tipo sepolcreto; numero <strong>di</strong> sepolture; rituale funerario;<br />

tipologia della sepolture; tipo <strong>di</strong> corredo (rituale/personale); localizzazione rispetto alle strutture<br />

romane preesistenti<br />

• Caratteristiche del riuso abitativo: tecnica e<strong>di</strong>lizia; numero <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici; localizzazione rispetto alle<br />

strutture romane preesistenti<br />

• Caratteristiche del riuso produttivo: tipo <strong>di</strong> attività produttiva; tipo <strong>di</strong> strutture; localizzazione<br />

rispetto alle strutture romane preesistenti<br />

• Caratteristiche del riuso con e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> culto: tecnica e<strong>di</strong>lizia; pianta; area; presenza <strong>di</strong><br />

battistero/fonte battesimale; localizzazione rispetto alle strutture romane preesistenti.<br />

III Anno<br />

Step 1 Stesura dell’atlante delle ville, delle strutture <strong>di</strong> servizio del cursus publicus e dei villaggi<br />

Verrà effettuata l’esportazione dei singoli record creati nell’archivio dei siti (I anno, step 1)<br />

che verranno raggruppati per tipologia inse<strong>di</strong>ativa e regione <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Step 2 Stesura dell’atlante dell’e<strong>di</strong>lizia tardoantica e altome<strong>di</strong>evale nelle fasi <strong>di</strong> riuso <strong>degli</strong><br />

<strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> romani<br />

Verrà effettuata l’esportazione dei singoli record creati nell’archivio dell’e<strong>di</strong>lizia (II anno,<br />

step 1) che verranno raggruppati per tipologia inse<strong>di</strong>ativa, cronologia e regione <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Step 3 Elaborazione finale della tesi<br />

In base ai dati della schedatura e alle elaborazioni GIS si procederà alla stesura <strong>di</strong> un<br />

elaborato scritto in cui verranno affrontate le tematiche esplicitate negli obiettivi del progetto.<br />

Step operativo I Anno II Anno III Anno<br />

Schedatura dell’e<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tutti gli <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>età</strong> <strong>romana</strong> indagati archeologicamente in tutta Italia.<br />

Scansione delle immagini e delle piante relative ai siti<br />

schedati<br />

Impostazione preliminare della piattaforma GIS<br />

Schedatura <strong>di</strong> tutte le strutture che rioccuparono gli<br />

<strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong> <strong>rurali</strong> <strong>di</strong> <strong>età</strong> <strong>romana</strong><br />

Creazione e implementazione <strong>di</strong> un archivio<br />

multime<strong>di</strong>ale delle immagini e delle piante relative ai<br />

siti schedati<br />

Georeferenziazione <strong>di</strong> tutti i siti<br />

Realizzazione <strong>di</strong> viste tematiche all’interno <strong>di</strong> una<br />

piattaforma GIS<br />

Stesura dell’atlante delle ville, delle strutture <strong>di</strong><br />

servizio del cursus publicus e dei villaggi<br />

Stesura dell’atlante dell’e<strong>di</strong>lizia tardoantica e<br />

altome<strong>di</strong>evale nelle fasi <strong>di</strong> riuso <strong>degli</strong> <strong>inse<strong>di</strong>amenti</strong><br />

<strong>rurali</strong> romani<br />

Elaborazione finale della tesi<br />

Fig. 2 Tabella riassuntiva dei tempi <strong>di</strong> realizzazione del progetto.<br />

12


Fig. 3 Diagramma riassuntivo delle fasi <strong>di</strong> lavoro del progetto.<br />

13


V Bibliografia<br />

Viene riportata, insieme ai titoli citati all’interno del testo, una bibliografia generale sui temi<br />

principali <strong>di</strong> questo progetto.<br />

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Angelo Castrorao Barba

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