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Tutti gli itinerari Italiano - Comune di Bucine

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MERCATALE – GALATRONA – SAN LEONINO – CENNINA<br />

Torre <strong>di</strong> Galatrona San Leolino<br />

PERCORSO N. 1 – Lunghezza del percorso circa km. 8.5<br />

Questo percorso parte dalla piazza del “ mercatale” e ha come riferimento principale la<br />

Torre <strong>di</strong> Galatrona. Scendendo verso valle, troviamo l’antico borgo della Torre, raccolto<br />

intorno alla piccola Chiesa <strong>di</strong> S. Biagio. Da Mercatale si sale tra le vigne in <strong>di</strong>rezione della<br />

Pieve <strong>di</strong> Galatrona ( o <strong>di</strong> Petrolo) dove è conservato uno splen<strong>di</strong>do fonte battesimale ed<br />

un ciborio attribuiti a Giovanni della Robbia. Di fronte alla Pieve è visibile la Fattoria <strong>di</strong><br />

Petrolo, con annessa la splen<strong>di</strong>da villa, opera dell’Architetto Massimiliano Soldani,<br />

risalente ai primi decenni del Settecento.<br />

Proseguendo, attraverso una ripida salita, si raggiunge il punto più elevato della<br />

passeggiata, la Torre <strong>di</strong> Galatrona, che domina tutto il versante valdarnese e gran parte del<br />

crinale dei Monti del Chianti. Dirigendosi verso sud- est, tra macchie <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>da<br />

vegetazione, si raggiunge la vecchia fonte sulle alture <strong>di</strong> San Leolino e la grande casa<br />

colonica <strong>di</strong> Poggio del Fattore con ai lati alcuni cipressi e un olmo superstite.


Torre <strong>di</strong> Galatrona<br />

Attraverso una breve <strong>di</strong>scesa si raggiunge San Leolino, con le mura dell’antico castello, il<br />

bel campanile e le strade lastricate in pietra. Dall’antica peschiera in prossimità del paese,<br />

riconoscibile per la caratteristica struttura in mattoni a forma <strong>di</strong> pozzo sormontante una<br />

vasca, si scende su una stradella verso Tontenano e Lupinari, dove sorge un e<strong>di</strong>ficio,<br />

circondato da un ampio giar<strong>di</strong>no, che presenta l’aspetto tipico dei castelli progettati da<br />

Gino Coppedé e costruito tra il 1906 e il 1908.<br />

Ritornando sul sentiero <strong>di</strong> crinale, si oltrepassa a sinistra il Poggio della Marianna e ci si<br />

avvicina alla nuova e più ampia strada che conduce a Cennina e Solata.<br />

Cennina


CENNINA – SOLATA – MONTEBENICHI<br />

Cennina Solata<br />

Piazza della Cisterna Scorcio<br />

PERCORSO N. 2– Lunghezza del percorso circa km. 10<br />

Visitando l’antico borgo me<strong>di</strong>evale <strong>di</strong> Cennina e portandosi sul lato nord del castello, in<br />

prossimità della chiesa, si può godere uno dei paesaggi più aperti e belli della zona: dal<br />

Pratomagno alle Valli dell’Arno e dell’Ambra, da Civitella e la Val <strong>di</strong> Chiana fino al<br />

Casentino e La Verna.<br />

Dopo aver ammirato la vegetazione, le pergole d’uva e le fioriture dei piccoli giar<strong>di</strong>ni, si<br />

può in<strong>di</strong>viduare per i gran<strong>di</strong> sambuchi e i semprever<strong>di</strong> ciuffi <strong>di</strong> alloro la stradella che<br />

conduce all’interessante nucleo <strong>di</strong> Duddova.<br />

Incamminandosi invece in <strong>di</strong>rezione Solata, si incontra, sulla destra della strada sterrata,<br />

una piccola cappella con all’interno un recente affresco raffigurante la Madonna<br />

circondata da<strong>gli</strong> angeli.<br />

Proseguendo, la strada scende sotto i castagni <strong>di</strong> Ripalta fino al ponte sul borro <strong>di</strong> Ristolli<br />

e poi prosegue ripidamente, attraverso una serie <strong>di</strong> tornanti, fino a Solata, raccolto nucleo<br />

abitato dove, recenti restauri stanno restituendo al paese il decoro originario. L’ombra <strong>di</strong><br />

un ippocastano copre il piccolo pozzo situato <strong>di</strong> fronte alla chiesa de<strong>di</strong>cata ai Santi Jacopo<br />

e Cristofano.<br />

Vergaia, Monte <strong>di</strong> Rota, Monte della Via, Poggialto sono tutte case poderali abbandonate e<br />

non, poste sull’antichissima strada <strong>di</strong> crinale che separa la Valdambra dall’area <strong>di</strong><br />

Monteluco, San Vincenti e Rosennano.<br />

In <strong>di</strong>rezione sud, si snoda il sentiero per Montebenichi, nella cui parte terminale sorge<br />

una piccola chiesa in mattoni de<strong>di</strong>cata a San Francesco.<br />

A Montebenichi fu costruita l’abitazione del capitano <strong>di</strong> ventura, al servizio <strong>di</strong> Giovanni<br />

dalle Bande Nere, Gregorio Stendar<strong>di</strong>, detto Goro da Montebenichi.<br />

Un’immagine della Madre Misericor<strong>di</strong>osa è veneratissima all’interno della Chiesa della<br />

Madonna del Conforto.<br />

Brevemente, lungo la strada comunale, si può raggiungere la Pieve <strong>di</strong> Santa Maria in<br />

Altaserra, considerata uno dei monumenti più belli ed importanti <strong>di</strong> tutta la zona.


Montebenichi<br />

Castelletto<br />

BUCINE – POGI – CASTIGLIONE ALBERTI – CAPANNOLE<br />

<strong>Bucine</strong> Pogi<br />

Teatro Comunale Ponte<br />

PERCORSO N. 3– Lunghezza del percorso circa km. 8<br />

Il centro abitato <strong>di</strong> <strong>Bucine</strong> conserva ampie zone ver<strong>di</strong> e alberi secolari, che presentano<br />

aspetti <strong>di</strong> notevole interesse naturalistico: la zona della stazione ferroviaria, quella del<br />

Teatro, de<strong>gli</strong> uffici comunali, <strong>di</strong> piazza Menotti, via Calimara e San Salvatore. Anche la<br />

Villa Chiaromanni presenta nel suo parco una interessante varietà <strong>di</strong> specie vegetali, luogo<br />

<strong>di</strong> sosta e riparo per molti piccoli uccelli.<br />

Lasciata via Senese e oltrepassato il bel vialetto che immette alla Fattoria <strong>di</strong> Casabianca, ci<br />

si <strong>di</strong>rige verso Pogi. Sulla sinistra è visibile la bella struttura, a due torri colombarie, della


panoramica casa poderale “ Bellavista” (XVIII secolo), mentre sul lato destro della via,<br />

sotto un piccolissimo campanile, un’isolata cappellina custo<strong>di</strong>sce tra i fiori l’immagine<br />

della Madonna e del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù.<br />

Poco oltre si giunge a Pogi, col suo bellissimo ponte a schiena d’asino, che scavalca<br />

l’Ambra.<br />

Il castello <strong>di</strong> Pogi, raccolto con le case in pietra intorno a due piccole piazze, si <strong>di</strong>stende, a<br />

sud – ovest, verso il podere Casa al Papa e verso i boschi <strong>di</strong> Casti<strong>gli</strong>on Alberti. L’antica<br />

strada selciata sfiora la Fonte dell’Imbuta, Casa al Papa e si <strong>di</strong>rige rettilinea verso La<br />

Madonna, come viene chiamato in loco l’oratorio de<strong>di</strong>cato alla Vergine della SS.<br />

Consolazione. Un piccolo sentiero si <strong>di</strong>rige verso Poggio dei Franchi, mentre la chioma <strong>di</strong><br />

un gigantesco pino domestico e quella <strong>di</strong> un cipresso in<strong>di</strong>cano la <strong>di</strong>rezione per la Fattoria<br />

Jesolana, per la poderale Casa Stracca, per il nucleo abitato <strong>di</strong> Montozzi. A destra, dove la<br />

strada scavalca un piccolo torrente, inoltrandosi per il bosco, si raggiunge l’antico nucleo<br />

<strong>di</strong> Casa Zanio, mentre, sul lato opposto, la strada conduce a Casti<strong>gli</strong>one Alberti, un<br />

piccolo castello che ancora oggi si lascia “ leggere” nella sua struttura raccolta.<br />

Tornando in<strong>di</strong>etro e deviando sulla strada che scende verso Capannole, si incontra ai<br />

margini <strong>di</strong> un’oliveta Il Paretaio, antica postazione <strong>di</strong> caccia, delimitata da lecci e cipressi.<br />

Capannone<br />

Centro storico


RAPALE – SOGNA – BADIA A RUOTI – AMBRA<br />

Rapale Sogna<br />

PERCORSO N. 4 - Lunghezza del percorso circa km. 9<br />

L’antico nucleo fortificato <strong>di</strong> Rapale costituisce uno dei luoghi più panoramici <strong>di</strong> tutta la<br />

zona. Sulle mura superstiti dell’antico castello è interessante notare l’abbondanza <strong>di</strong> piante<br />

<strong>di</strong> cappero, ciuffi <strong>di</strong> rosmarino e violacciocche, paritarie ed elicrisi.<br />

Portandosi sulla strada sterrata che conduce a Sogna, si incontra un piccolo e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong><br />

probabile origine settecentesca, oggi a<strong>di</strong>bito a capanna, con interessanti incisioni<br />

(…Aprile 1717…). Poco oltre, una piccola cappella racchiude una Madonna con Bambino<br />

in gesso, che sostituisce l’originale in ceramica recentemente trafugato.<br />

Dopo un primo tratto del percorso, si incontra una stradella che, a destra, scende in basso<br />

verso le rovine del Mulin della Buca, sul borro <strong>di</strong> Lusignana. Proseguendo per Sogna, si<br />

possono ammirare i boschi che circondano il borgo, tra rose selvatiche, pruni e ginestre,<br />

olivi, cipressi e mandorli, bossi e viburni.<br />

La chiesa, de<strong>di</strong>cata a San Tommaso, e la fontana centrale sono contornate da corbezzoli e<br />

piante <strong>di</strong> fico dai frutti dolcissimi.<br />

Scendendo in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Ba<strong>di</strong>a a Ruoti, un’attenzione particolare è da riservare ad una<br />

fonte le cui acque sono conosciute in zona per le qualità salutari, il Fontino del<br />

Ta<strong>gli</strong>aticcio.<br />

Da Ba<strong>di</strong>a a Ruoti si può raggiungere Pietraviva attraverso la strada asfaltata o transitando<br />

sulla sterrata per Rimacini.<br />

Ba<strong>di</strong>a a Ruoti


Invece, per via del Castagno, che in questo tratto transita al limite inferiore <strong>di</strong> Bosco del<br />

Santo e Poggio Casti<strong>gli</strong>oni, si raggiunge Ambra.<br />

Sui tetti dell’abitato <strong>di</strong> Ambra, raccolto ai pie<strong>di</strong> dell’antico castello che sorgeva sulla parte<br />

alta, è ben visibile la residua ciminiera della filanda ( poi trasformata in tabaccaia) che, nei<br />

primi anni del Novecento, garantiva lavoro alla popolazione locale. Nel centro storico, a<br />

ridosso del castello, il toponimo “Le carbonaie” sta a in<strong>di</strong>care il luogo nel quale, un tempo,<br />

si produceva il carbone.<br />

Ambra<br />

SAN PANCRAZIO – LA VILLA – BADIA AGNANO – CAPANNOLE<br />

San Pancrazio La Villa<br />

Sacrario


PERCORSO N. 5 – Lunghezza del percorso circa km. 6,4<br />

Si giunge a San Pancrazio attraverso la strada provinciale dei Procacci che collega la<br />

Valdambra con la Val<strong>di</strong>chiana.<br />

Nella piazza 29 giugno si trova, all’interno del Centro Interculturale “ Don Giuseppe<br />

Torelli”, il Sacrario in memoria de<strong>gli</strong> abitanti del paese che in quel luogo furono<br />

barbaramente uccisi durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Nel sottostante giar<strong>di</strong>no, nel<br />

roseto, ogni alberello reca una targhetta con il nome <strong>di</strong> uno dei martiri. Intorno, uno spazio<br />

aperto, con cedri che forniscono una preziosa ombra e, a valle, colline coperte <strong>di</strong> querce e<br />

ginestre. Uscendo dal paese, verso nord – est, si apre la panoramica strada per la Cornia,<br />

dove una maestà ( Madonna col Bambino), protetta da numerosi cipressi, vigila sul<br />

percorso. Dopo alcune centinaia <strong>di</strong> metri, oltrepassato il bivio per l’antica Sergine, il<br />

percorso si porta verso la “ Chiusa del Bin<strong>di</strong>”, dove, sul terreno, sono rintracciabili<br />

frammenti <strong>di</strong> antichi laterizi e tegole.<br />

In breve, si raggiunge il piccolo agglomerato detto “ La Villa”, da cui si può procedere per<br />

due percorsi: il primo, tornando sul sentiero per San Pancrazio in prossimità <strong>di</strong> un “<br />

madonnino”, prevede l’arrivo a Ba<strong>di</strong>a Agnano e il secondo a Capannole.<br />

Muovendosi verso Ba<strong>di</strong>a Agnano, si <strong>di</strong>stingue, a est, la pineta <strong>di</strong> Poggio Greta e si<br />

attraversano campi abbandonati, un piccolo ruscello con pioppi, ontani e bambù.<br />

Ba<strong>di</strong>a Agnano<br />

Giunti nel paese, attraversando la piazza centrale, percorrendo via Trento si raggiunge<br />

l’antica Ba<strong>di</strong>a, risalente probabilmente a prima del Mille. Dell’antico castello, ancora oggi,<br />

si <strong>di</strong>stinguono elementi <strong>di</strong> rilievo, quali la cinta muraria e una porta <strong>di</strong> accesso. (lunghezza<br />

del percorso km 5,5)<br />

Il secondo percorso invece si imbocca proseguendo, alla prima ampia curva a sinistra:<br />

dopo un tratto <strong>di</strong> sentiero, sul macigno, dove sono evidenti i solchi e le tracce lasciate dalle<br />

ruote dei carri, si transita su un tratto perfettamente conservato dell’originaria strada<br />

romana. Si giunge all’oliveta Poggio Grande, da aggirarsi sulla destra, senza oltrepassare<br />

un casotto in pietra, transitando <strong>di</strong> fianco a un muretto. Sull’antica strada che adesso<br />

percorre Poggio <strong>di</strong> Tolli, ci si porta più in basso fino a Capannole. Lungo il sentiero si<br />

scorgono ad est, Casti<strong>gli</strong>one Alberti e, più in basso, Villa Cini.


L’antico castello <strong>di</strong> Capannole, punto nodale <strong>di</strong> antichi percorsi, conserva aspetto<br />

originale che recenti interventi <strong>di</strong> recupero non hanno alterato. Lungo la strada principale<br />

s’incontra, prossima al ponticello sulla Trove, una cappellina con l’immagine della Sacra<br />

Fami<strong>gli</strong>a. Sulla sponda opposta del torrente, si <strong>di</strong>stingue Villa Rubeschi con i bellissimi<br />

alberi e il grande giar<strong>di</strong>no abbandonato. Lungo la strada si può osservare l’antica pieve<br />

de<strong>di</strong>cata a San Quirico, oggi completamente restaurata.<br />

Capannole – Centro storico

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