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2010_01 (PDF) - Orizzonte

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anno 5 - numero 1<br />

gennaio/febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Nr. Iscrizione 45/2006<br />

R.P. Tribunale di Perugia <strong>01</strong>/08/06<br />

www.rivistaorizzonte.com<br />

redazione@rivistaorizzonte.com<br />

Editore<br />

Innovazione S.r.l.<br />

Via Garibaldi, 93<br />

06063 Magione (PG)<br />

Tel. 075-8472263<br />

Fax 075-8478170<br />

Ufficio Pubblicità<br />

info@innovazione2006.com<br />

Direttore Responsabile<br />

David Mariotti Bianchi<br />

Redazione<br />

orizzonte@sifa.it<br />

Collaboratori<br />

ANAG<br />

Giorgio Apostoli<br />

Ennio Baccianella<br />

Erica Battellani<br />

Enrico Bertoli<br />

Antonio Boco<br />

Paolo Braconi<br />

Mario Clelio Corradi<br />

Giancarlo Ferraris<br />

Gianna Ferretti<br />

Massimo Infarinati<br />

Alessia Malloni<br />

Aldo Neri<br />

Stefano Passeri<br />

Andrea Pioppi<br />

Alessandro Sorci<br />

Università dei Sapori<br />

Massimo Valeri<br />

On.le Luca Zaia<br />

Partner Editoriale<br />

SIFA S.r.l.<br />

Via Pievaiola, 45<br />

Perugia<br />

Stampa<br />

Grafiche Benucci S.r.l.<br />

Perugia<br />

SU QUESTO<br />

I N T H I S I S S U E<br />

NUMERO<br />

EDITORIALE<br />

SETTE Il Prosciutto: un’eccellenza italiana<br />

FOCUS<br />

OTTO Gli Appuntamenti dedicati al prosciutto<br />

Redazione<br />

NOVE Prosciutto Toscano DOP<br />

Aldo Neri, Presidente Consorzio Prosciutto Toscano DOP<br />

UNDICI La Battaglia contro l’Agropirateria<br />

On.le Luca Zaia, Ministro delle Politiche Agricole<br />

Alimentari e Forestali<br />

TREDICI Coldiretti: commercializzazione,<br />

contraffazione e mercato del prosciutto<br />

Giorgio Apostoli, Responsabile Zootecnia Coldiretti<br />

QUATTORDICI Il prosciutto: la lavorazione<br />

Stefano Passeri<br />

SEDICI Allevamento allo stato brado e<br />

allevamento intensivo<br />

Mario Clelio Corradi e Stefano Passeri<br />

DICIOTTO I presidi Slow Food<br />

Erica Battellani<br />

DICIANNOVE I grandi prosciutti in Italia e in Europa<br />

Erica Battellani<br />

VENTIDUE Il prosciutto cotto<br />

Mario Clelio Corradi<br />

VENTITRE Non solo suino<br />

Massimo Infarinati<br />

VENTICINQUE Ad ogni prosciutto il vino giusto<br />

Antonio Boco<br />

VENTISEI Perna e perexsuctus: il prosciutto nella storia<br />

Paolo Braconi<br />

VENTOTTO Prosciutto: qualità e proprietà nutrizionali<br />

Enrico Bertoli e Gianna Ferretti<br />

SPAZIO ALLE REGIONI<br />

TRENTADUE Il Lazio<br />

Erica Battellani<br />

TRENTASEI La Toscana<br />

Giancarlo Ferraris<br />

TRENTOTTO Le Marche<br />

Alessia Malloni<br />

QUARANTA L’Umbria<br />

Antonio Boco<br />

RUBRICHE<br />

QUARANTATRE Formazione<br />

Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />

QUARANTAQUATTRO Formazione<br />

Università dei Sapori<br />

QUARANTASEI La parola agli esperti<br />

Massimo Valeri, Alessandro Sorci<br />

QUARANTASETTE IL MONDO CANCELLONI


<strong>Orizzonte</strong> ha scelto di dedicare il focus di<br />

questo numero ad uno dei prodotti che<br />

meglio rappresentano il Made in Italy<br />

gastronomico, uno dei fiori all’occhiello<br />

della norcineria nazionale. Un prodotto<br />

tanto diffuso nel nostro Paese da assumere<br />

forme diverse da Regione a Regione<br />

e, a volte, da Comune a Comune. A<br />

dimostrazione di come faccia parte delle<br />

nostre tradizione, della nostra identità,<br />

delle nostre radici. E di come abbia affinato<br />

le tecniche di produzione nel corso<br />

dei secoli, fino a diventare un’eccellenza<br />

italiana.<br />

Grazie a questo lungo percorso il prosciutto<br />

è riuscito ad arrivare a punte di<br />

eccellenza qualitativa tali da determinare<br />

fenomeni di contraffazione in tutto il<br />

mondo. I più colpiti in questo senso sono<br />

i prodotti tutelati da marchi comunitari<br />

(IGP e DOP), ma associazioni come<br />

Coldiretti, Cia e lo stesso Ministero delle<br />

politiche Agricole e Alimentari, si stanno<br />

impegnando molto per contrastare questo<br />

reato. Un crimine che colpisce non<br />

solo chi lavora nel settore, con un danno<br />

EDITORIALE<br />

Il Prosciutto,<br />

un’eccellenza italiana<br />

economico per l’intero sistema paese, ma<br />

che rischia di colpire anche la salute dei<br />

cittadini.<br />

Il prosciutto, quindi, come uno dei simboli<br />

positivi dell’Italia, come un biglietto<br />

da visita che ci presenta nel mondo: per<br />

questo è importante capire e conoscere.<br />

Così, in questo numero, abbiamo cercato<br />

di spiegare come si produce un prosciutto,<br />

dall’allevamento del suino alla stagionatura<br />

del salume; abbiamo parlato<br />

di alcuni dei migliori d’Italia e d’Europa,<br />

e dei prodotti non a base di suino e<br />

abbiamo mostrato come sia possibile,<br />

grazie proprio al prosciutto, preparare<br />

uno spuntino veloce di qualità. Come<br />

sempre, inoltre, abbiamo proposto una<br />

serie di suggerimenti per l’abbinamento<br />

con il vino.<br />

Non abbiamo dimenticato, poi, l’importanza<br />

storica di un prodotto come<br />

questo, che ha avuto origine millenni fa<br />

per la necessità di conservare la carne<br />

di suino e che si è evoluto nel corso dei<br />

secoli. Un prodotto che, diversamente<br />

da altri salumi, si distingue anche per le<br />

David Mariotti Bianchi<br />

Il prosciutto è<br />

riuscito ad arrivare<br />

a punte di<br />

eccellenza tali da<br />

determinare<br />

fenomeni di<br />

contraffazione<br />

in tutto<br />

il mondo.


<strong>2<strong>01</strong>0</strong> GennAIO<br />

SUA MAESTà IL MAIALE<br />

dal 15 Gennaio tutti i weekend fino<br />

al 21 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Valceno e Solignano, Parma<br />

Il progetto “Sua Maestà il Maiale” nasce<br />

nel 1994 da un’idea della Pro Loco di<br />

Varano de’ Melegari con la collaborazione<br />

dei ristoranti della zona, con l’intenzione<br />

di rivalutare il vero protagonista<br />

della cultura gastronomica<br />

della terra parmense: il maiale. Da<br />

qui, attraverso Valceno in Tavola, viene<br />

riscoperto il piacere dei piatti suini,<br />

la raffinatezza delle sue carni e dei<br />

suoi salumi.<br />

Nel cuore di Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>, dal 15 al<br />

17, ecco le chicche di Valceno in Tavola.<br />

Maiale mon amour, da venerdì 22 a<br />

domenica 24 Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong> gran<br />

galà della rassegna gastronomica<br />

Valceno in Tavola.<br />

I giorni della merla… e di Sua Maestà il Maiale, dal<br />

29 al 31 Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. Altri appuntamenti<br />

anche a Febbraio con:<br />

San Valentino romantico… con Sua Maestà il<br />

Maiale, da venerdì 12 a domenica<br />

14 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong> le coppie golose<br />

Il PROSCIUTTO<br />

IN LIBRERIA<br />

Salumi fai da te<br />

di Luigi Grazia, Fabio Zambonelli<br />

Il Sole24ore Edagricole<br />

La lavorazione amatoriale delle carni.<br />

Questo libro è dedicato ai cultori del<br />

“fai da te” anche nella preparazione di<br />

salumi e affettati. Come fare? Occorrono<br />

un locale idoneo, tagli di carne di<br />

qualità, conoscere bene i procedimenti<br />

da seguire, le “ricette” con le quantità<br />

necessarie di ogni taglio e di ogni<br />

altro ingrediente, avere attenzione per<br />

gli aspetti igienici. In questo libro gli<br />

autori forniscono tutte le informazioni<br />

necessarie.<br />

possono festeggiare con Valceno in<br />

Tavola.<br />

Chiusura con il botto per Sua Maestà il Maiale,<br />

ultimo weekend di Valceno in Tavola<br />

dal 19 al 21 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

<strong>2<strong>01</strong>0</strong> FeBBRAIO<br />

MIA<br />

Mostra Internazionale<br />

dell’Alimentazione.<br />

Dal 21 al 24 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Fiera di Rimini<br />

Da 40 anni Mia rappresenta il principale<br />

punto di riferimento per chi<br />

opera nell’ambito della ristorazione<br />

extradomestica. Si rivolge ai gestori<br />

di ristoranti, pizzerie, fast food, take<br />

away, società di catering e ristorazione<br />

collettiva.<br />

Lo spazio espositivo è suddiviso in 6<br />

aree tematiche:<br />

Frigus, sezione dedicata al prodotto<br />

alimentare surgelato.<br />

Catering, prodotti e attrezzature per<br />

l’alimentazione fuori casa.<br />

Specialità regionali italiane ed estere, prodotti<br />

tipici, alla riscoperta dei sapori di un<br />

Le terre del prosciutto di Modena. Storia, itinerari,<br />

gastronomia<br />

di Andrea Grignaffini<br />

Cairo Publishing<br />

Una storia millenaria racconta che il<br />

Prosciutto di Modena è dolce, intenso e<br />

profumato perché durante il lungo periodo<br />

della stagionatura riceve il “bacio<br />

del Cimone”, un sublime refolo di vento<br />

che scende a valle dall’Appennino.<br />

Affetto in cucina. I salumi tipici e le ricette della<br />

cucina regionale italiana<br />

di Maurizio Falloppi, Luigi Parolin, Amedeo<br />

Sandri<br />

Editore Terra Ferma<br />

Il volume propone una descrizione dei<br />

salumi tipici delle varie regioni d’Italia,<br />

di cui vengono illustrate caratteristiche<br />

e qualità. Presenti numerose ricette di<br />

primi, secondi e piatti completi, anche<br />

Appuntamenti<br />

tempo.<br />

Bio Catering, dedicata al prodotto biologico<br />

consumato fuori casa. Sandwich<br />

& Snacks, dove verranno presentate<br />

le ultime novità in tema. Gluten Free,<br />

vetrina dedicata ai prodotti privi di<br />

glutine.<br />

Logistica, soluzioni logistiche e di<br />

magazzino insieme ai software e<br />

trasporti per il food & beverage.<br />

<strong>2<strong>01</strong>0</strong> MAGGIO<br />

FESTA DEL PROSCIUTTO CRUDO DOLCE<br />

D.O.P.<br />

Dal 21 al 23 Maggio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Montagnana (Padova)<br />

è un appuntamento enogastronomico<br />

di primo piano che ha lo<br />

scopo di promuovere i prodotti<br />

tipici della zona: il prosciutto dolce<br />

DOP, i vini DOC della Cantina<br />

di Merlara, i formaggi Asiago e<br />

Grana Padano a marchio DOP, i<br />

Freschissimi. Durante i tre giorni<br />

di festa, accanto alle degustazioni<br />

ci saranno i tradizionali mercati<br />

dell’artigianato, animazioni in<br />

piazza e mostre.<br />

con foto, che prevedono l’utilizzo di<br />

salumi ed insaccati.<br />

Processo al maiale: inchiesta semiseria su vita,<br />

morte e miracoli “dal nimal” bene o male<br />

fattore dell’umanità.<br />

di A. Beretta<br />

Ed. Monbosco<br />

Il volume raccoglie gli atti del Convegno<br />

dedicato al maiale, che si è svolto<br />

a Pavia nel 2000. L’Alta Corte di Gola<br />

e Accidia ha giudicato il maiale sotto<br />

accusa per attentato alla linea e alla<br />

salute, produzione e spaccio di salumi<br />

stupefacenti. I testimoni della difesa e<br />

dell’accusa hanno analizzato la vita del<br />

maiale, quindi la morte, confrontandosi,<br />

con argomenti seri e faceti, scientifici e<br />

letterari, sempre suffragati da prove a<br />

favore e contro, giungendo alla piena<br />

assoluzione dell’imputato.


Il PROSCIUTTO<br />

NELLA RETE<br />

http://www.ivsi.it/<br />

Portale dell’IstitutoValorizzazione<br />

Salumi<br />

Italiani, Consorzio<br />

nato nel 1985<br />

a difesa dei salumi<br />

italiani, prodotto pregiato della<br />

gastronomia nazionale. Il sito è ricco<br />

di informazioni di carattere generale,<br />

ma anche specifiche legate a norma-<br />

tive e indicatori economici.<br />

http://www.prosciuttodiparma.com<br />

Sito del Consorzio del Prosciutto di<br />

Parma, uno dei<br />

prosciutti più famosi<br />

del mondo.<br />

All’interno, sezioni<br />

dedicate alla<br />

storia di questa<br />

delizia gastronomica<br />

italiana, alla sua lavorazione, ma<br />

anche consigli su come conservarlo e<br />

ricette su come utilizzarlo.<br />

http://www.prosciuttosandaniele.it<br />

Sito del Consorzio del Prosciutto San<br />

Daniele, Consorzio<br />

nato a protezione<br />

di questo<br />

prodotto DOP<br />

italiano; all’interno<br />

ampia descrizione<br />

celebrativa<br />

del territorio da cui nascono questo e<br />

molti altri prodotti gastronomici.<br />

http://www.museidelcibo.it/prosciutto.<br />

asp<br />

Sito di una sezione del museo del<br />

cibo, ampio complesso<br />

museale<br />

realizzato a Parma<br />

e dedicato a tutti<br />

i suoi prodotti più<br />

tipici, tra cui il Pro-<br />

sciutto di Parma.<br />

Il Prosciutto Toscano è uno dei<br />

pilastri della gastronomia toscana<br />

e nasce da un’antica tradizione dei<br />

contadini della regione, che, nel<br />

periodo invernale, macellavano il<br />

maiale ingrassato con passione per<br />

un anno, trasformandolo<br />

in salumi destinati<br />

al consumo familiare. è<br />

intorno al XV secolo, al<br />

tempo dei Medici, che la<br />

produzione del Prosciutto<br />

Toscano viene rego-<br />

lamentata con disposizioni<br />

riguardanti l’intero<br />

processo produttivo e<br />

addirittura sanzioni nei<br />

casi di irregolarità.<br />

A rendere unico il Prosciutto Toscano<br />

sono il clima di questo territorio<br />

e la tradizionale tecnica produttiva<br />

che prevede l’utilizzo di essenze aromatiche<br />

durante la fase di salatura.<br />

Il territorio toscano è vasto e soprattutto<br />

molto vario, e il maiale ha un<br />

posto d’onore, regalando salumi<br />

unici che si sposano perfettamente<br />

al pane “sciocco” e al vino, rappresentando<br />

l’essenzialità della cucina<br />

toscana.<br />

Al fine di custodire questo patrimonio<br />

culturale e gastronomico, i produttori<br />

hanno ritenuto opportuno<br />

stabilire, in un disciplinare di produzione,<br />

il metodo da seguire per<br />

ottenere un prodotto unico dotato<br />

di specifiche caratteristiche. Con tale<br />

scopo nel 1990 è stato costituito il<br />

Consorzio del Prosciutto Toscano<br />

che riunisce attualmente 22 aziende<br />

toscane le quali hanno richiesto<br />

all’Unione Europea il riconoscimento<br />

comunitario della Denominazione di<br />

Origine Protetta (DOP) conseguito<br />

nel 1996 (Reg. CE 1263/96).<br />

Il Consorzio, inoltre, ha conseguito<br />

anche il riconoscimento ministeriale<br />

ai Consorzi di tutela delle DOP e IGP,<br />

che conferisce più poteri di tutela e<br />

valorizzazione, con la facoltà di agire<br />

per contrastare abusi, atti di pirateria<br />

e contraffazione. Il Consorzio, infatti,<br />

Aldo Neri<br />

Presidente Consorzio<br />

Prosciutto Toscano DOP<br />

dispone di un proprio Agente Vigilatore<br />

che, in collaborazione con il Dipartimento<br />

dell’Ispettorato Centrale della<br />

tutela della qualità e repressione<br />

frodi agroalimentari (ICQRF), opera<br />

sul territorio per contrastare abusi e<br />

frodi sulla denominazione<br />

con la possibilità di<br />

intervenire direttamente<br />

anche con sanzioni<br />

amministrative.<br />

Questa azione è fondamentale<br />

per contrastare<br />

i numerosi “falsi” presen-<br />

ti sul mercato e anche<br />

sul web.<br />

Il Consorzio si occupa,<br />

inoltre, della promozione,<br />

valorizzazione e tutela della DOP<br />

Prosciutto Toscano. Svolge azioni<br />

di formazione e informazione nelle<br />

scuole, presso la GDO, partecipa a<br />

eventi e fiere in Italia e all’estero,<br />

collabora con Enti e Università per il<br />

miglioramento qualitativo della produzione;<br />

tutela gli interessi della denominazione<br />

e promuove la conoscenza<br />

a tutti i livelli. Considerando,<br />

inoltre, la forte diffusione e il forte<br />

impatto sociale dei social network,<br />

è stato creato un profilo ufficiale del<br />

Consorzio su Facebook e un gruppo<br />

aperto a tutti per condividere la passione<br />

e l’apprezzamento per il vero<br />

Prosciutto Toscano DOP.<br />

La produzione attuale di Prosciutto<br />

Toscano DOP è di circa 300.000 unità,<br />

e di circa 2.300.000 vaschette di<br />

affettato preconfezionato. A livello<br />

nazionale, in termini di quantità, il<br />

Prosciutto Toscano DOP si colloca<br />

al terzo posto dopo il Parma e il San<br />

Daniele.<br />

CONSORZIO<br />

DEL PROSCIUTTO TOSCANO<br />

Via Giovanni dei Marignolli 21/23<br />

5<strong>01</strong>27 Firenze (FI)<br />

Tel./Fax +39 (0)55 3215115<br />

www.prosciuttotoscano.com<br />

info@prosciuttotoscano.com<br />

consorzioprosciuttotoscano@<br />

pec.prosciuttotoscanodop.it


10<br />

P


La Battaglia contro<br />

l’agropirateria<br />

Intervento dell’ On.le Luca Zaia, Ministro<br />

delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali<br />

L’agropirateria è un<br />

gravissimo problema<br />

che, tanto in ambito<br />

nazionale che internazionale,<br />

colpisce<br />

il nostro patrimonio<br />

agroalimentare.<br />

L’export del comparto<br />

vale circa 24 miliardi<br />

di euro, e continua<br />

a crescere, con un<br />

ritmo del 13% a livello<br />

europeo e dell’11%<br />

nei Paesi extra-Ue;<br />

senza l’agropirateria,<br />

varrebbe 60 miliardi<br />

di euro. I nostri<br />

prodotti sono i più<br />

imitati, perché sono<br />

sinonimo di qualità;<br />

On.le Luca Zaia<br />

Ministro delle Politiche<br />

Agricole Alimentari e<br />

Forestali<br />

tuttavia, non possiamo accettare che su<br />

dieci prodotti venduti come italiani, nove<br />

non lo siano.<br />

Sui mercati del pianeta trovano cittadinanza<br />

prodotti tarocchi, che potrebbero<br />

sembrare, per via delle etichette ingannevoli,<br />

quelli realmente frutto di secoli di fatica<br />

e di cultura, i grandi ambasciatori del<br />

Made in Italy nel mondo: dal Pomodoro<br />

San Marzano ai vini di pregio delle nostre<br />

Regioni, dal Parmigiano ai prosciutti. Il<br />

settore dei prosciutti DOP rappresenta<br />

infatti uno dei comparti più importanti<br />

della produzione agro-industriale italiana.<br />

Tra questi, spiccano il Prosciutto di Parma<br />

e quello di San Daniele DOP che, in totale,<br />

sviluppano una produzione annua di oltre<br />

123 mila tonnellate ed un giro di affari<br />

alla produzione di oltre 1 miliardo di euro.<br />

In particolare il Prosciutto di Parma è molto<br />

amato dai consumatori dei Paesi esteri<br />

ed infatti, nella<br />

prima metà<br />

del 2009, sono<br />

stati venduti<br />

oltre confine 32<br />

milioni di confezioni<br />

(+4,1%<br />

rispetto allo<br />

stesso periodo<br />

del 2008) pari a<br />

quasi 4 milioni<br />

di chilogrammi<br />

di prosciutto.<br />

A trainare il<br />

mercato è stato<br />

il Regno Unito<br />

(+7,6%), seguito<br />

dalla Francia<br />

(+2,3%) e<br />

dal Belgio<br />

(+24,9%).<br />

Proprio per salvaguardare questa grande<br />

ricchezza, dobbiamo combattere in ogni<br />

modo la contraffazione e l’agropirateria e<br />

stiamo facendo innumerevoli battaglie su<br />

questo fronte sia a livello nazionale sia a<br />

livello europeo.<br />

Appena sono arrivato al<br />

Ministero ho inaugurato la<br />

stagione della “tolleranza<br />

zero”, che si è tradotta e si<br />

traduce in una attentissima<br />

attività di controllo. Il<br />

Dipartimento dell’Ispettorato<br />

Centrale della Tutela<br />

della Qualità e Repressione<br />

Frodi dei Prodotti<br />

Agroalimentari (ICQRF),<br />

il Corpo Forestale dello<br />

Stato (CFS) e il Comando generale del<br />

Corpo delle Capitanerie di Porto - Guar-<br />

F O C U S<br />

I prosciutti DOP<br />

rappresentano<br />

uno dei<br />

settori più<br />

importanti della<br />

produzione<br />

agro-industriale<br />

italiana;<br />

è molto amato dai<br />

consumatori esteri,<br />

che privilegiano il<br />

Prosciutto di Parma.<br />

11


F O C U S<br />

Stiamo<br />

portando<br />

avanti, su<br />

tutto il<br />

territorio<br />

nazionale,<br />

in maniera<br />

capillare,<br />

controlli<br />

severi e<br />

puntuali.<br />

Le ricadute della crisi si sono concretizzate<br />

in un ridimensionamento<br />

delle esportazioni che ha colpito<br />

direttamente anche alcuni dei<br />

prodotti di punta del Made in Italy<br />

agroalimentare. In particolare, per<br />

quanto riguarda il comparto dei<br />

prosciutti, le esportazioni dei crudi<br />

sono diminuite del 6,5% a volume<br />

e del 3,3% in termini di corrispettivi<br />

monetari. Confrontando però le<br />

esportazioni del 2009 con quelle<br />

del 2008 emerge una sostanziale<br />

tenuta per le esportazioni nazionali<br />

12<br />

dia Costiera hanno effettuato numerosi<br />

controlli in tutti i settori dell’agroalimentare.<br />

Nel mio primo anno di lavoro al<br />

Ministero, sono state portate a termine<br />

23 maxi-operazioni di sequestro di prodotti<br />

scaduti, in cattivo stato di conservazione<br />

o di cui nessuno sapeva l’origine<br />

né il contenuto.<br />

Abbiamo effettuato controlli anche nelle<br />

realtà più impensate, sequestrando ad<br />

esempio oltre 140 tonnellate di falsi<br />

pomodori San Marzano, oppure 174<br />

tonnellate di pesce spacciato per un<br />

prodotto della nostra acquacoltura e che<br />

invece proveniva dalla Cina. E ancora,<br />

le oltre 50 tonnellate di latte in nero<br />

sequestrate dalle nostre forze dell’ordine<br />

e i 10 quintali di prosciutto cotto andati<br />

a male provenienti dalla Germania, destinati<br />

al mercato italiano ed in particolare<br />

al mondo della ristorazione. Per evitare<br />

commercializzazioni fraudolente di<br />

falsi alimenti “Made in Italy” sul nostro<br />

territorio, l’ICQRF, in collaborazione con<br />

l’Agenzia delle Dogane e le Capitanerie<br />

di Porto, ha intensificato l’attività di monitoraggio<br />

dei flussi d’introduzione dei<br />

prodotti agroalimentari provenienti da<br />

Paesi terzi. Abbiamo voluto intensificare<br />

la sinergia degli interventi dell’ICQRF e<br />

del CFS. Le professionalità dei due Corpi<br />

sono uniche e la loro collaborazione ha<br />

permesso di portare a termine diverse<br />

di prosciutti cotti (+0,2%), con una<br />

riduzione di appena lo 0,7% del<br />

fatturato. L’export dell’insieme dei<br />

salumi italiani si è ridotto del 2,7%<br />

in termini quantitativi e dell’1,2% in<br />

valore. La situazione è migliore per<br />

il settore dei prosciutti DOP, uno tra<br />

i più importanti della produzione<br />

agro-industriale italiana.<br />

Per quanto riguarda l’export di uno<br />

dei prodotti più conosciuti e apprezzati<br />

all’estero, il Prosciutto di Parma,<br />

come già specificato, rappresenta<br />

il prosciutto più venduto all’estero,<br />

operazioni. Per quanto riguarda i controlli<br />

nei settori delle produzioni tutelate,<br />

l’ICQRF ha effettuato, nei primi nove<br />

mesi dell’anno, una serie di accertamenti<br />

che hanno permesso di controllare<br />

11.531 prodotti verificando sia la loro<br />

qualità, che le indicazioni riportate nei<br />

sistemi di etichettatura, presentazione<br />

e pubblicità degli stessi. Nel settore dei<br />

prodotti trasformati a base di carne, dei<br />

223 sopralluoghi svolti, 89 sono stati<br />

effettuati per la verifica della conformità<br />

del “prosciutto” alle disposizioni di legge.<br />

Sono state controllate 85 ditte, 18 delle<br />

quali sono risultate irregolari.<br />

In tutto l’agroalimentare c’è chi gioca<br />

slealmente la partita del mercato, tentando<br />

di offrire ai consumatori produzioni<br />

che nulla hanno a che vedere con<br />

la qualità, la sicurezza e la genuinità del<br />

Made in Italy. La tutela del lavoro, dei sacrifici<br />

dei nostri agricoltori e della salute<br />

dei cittadini italiani non può prescindere<br />

dalla severità e dalla puntualità nei controlli<br />

che stiamo portando avanti su tutto<br />

il territorio nazionale in modo capillare.<br />

Continueremo a lavorare duramente<br />

per individuare e punire i criminali<br />

dell’agroalimentare, un settore fondamentale<br />

per la nostra economia e che,<br />

sebbene in misura minore rispetto ad<br />

altri comparti, ha risentito della crisi<br />

globale.<br />

Dati riguardanti il settore agroalimentare e i prosciutti<br />

con la Gran Bretagna paese trainante<br />

in Europa, seguito da Francia<br />

e Belgio. Oltreoceano, i più grandi<br />

consumatori di Parma in vaschetta<br />

sono stati invece gli americani, con<br />

800 mila confezioni, e i giapponesi,<br />

con circa 250 mila.<br />

I dati ancora parziali rivelano un<br />

incremento delle vendite anche in<br />

Italia. Nella prima metà del 2009 in<br />

Italia sono state vendute 9 milioni<br />

di confezioni di preaffettato, il 5%<br />

in più rispetto allo stesso periodo<br />

dell’anno precedente.


Coldiretti: commercializzazione,<br />

contraffazione e mercato del prosciutto<br />

La Normativa attuale riguardante la commercializzazione, le problematiche della contraffazione e la<br />

situazione attuale del mercato.<br />

Nel contesto attuale di crisi economica<br />

e strutturale del mercato, la filiera<br />

suinicola italiana sta cercando di mantenere<br />

una tradizione produttiva da sempre parte<br />

del patrimonio gastronomico nazionale.<br />

Come rileva la Coldiretti, gli effetti della crisi<br />

sono avvertiti dai suinicoltori italiani che<br />

devono fare i conti con i maggiori costi richiesti<br />

dalle produzioni di qualità, con la difficoltà<br />

di accedere al credito bancario e con<br />

i prezzi bassi dei suini. Questi fattori stanno<br />

determinando la chiusura di molte unità<br />

produttive che non riescono più a rimanere<br />

sul mercato. La produzione suinicola italiana<br />

è indispensabile per una produzione<br />

salumiera di qualità: i suini pesanti prodotti<br />

in Italia rappresentano il 70% della produzione<br />

suinicola nazionale e sono destinati<br />

soprattutto al circuito dei salumi DOP. Al di<br />

fuori del circuito DOP, il prodotto italiano<br />

subisce la spietata concorrenza del prodotto<br />

estero sia nel segmento della carne<br />

fresca, che nella trasformazione in salumi<br />

non marchiati, e addirittura nel segmento<br />

dei salumi IGP. Basti pensare che in Italia,<br />

accanto a poco più di 13 milioni di prosciutti<br />

DOP stagionati, si producono quasi 70<br />

milioni di pezzi cotti e crudi non marchiati,<br />

di cui 56 milioni a partire da cosce provenienti<br />

dall’estero, in massima parte da altri<br />

Paesi membri dell’Unione Europea.<br />

Per quanto riguarda il problema della<br />

contraffazione, costantemente monitorato<br />

dalla Coldiretti, i prodotti DOP recano<br />

un marchio facilmente riconoscibile dal<br />

consumatore e sono sottoposti a un<br />

rigoroso “controllo di prodotto” effettuato<br />

da organismi indipendenti. La promozione<br />

dei prodotti DOP è necessaria per differenziare<br />

i prodotti marchiati da quelli non<br />

marchiati: talvolta la confusione è ingenerata<br />

dalle stesse aziende salumiere che,<br />

producendo sia salumi a marchio DOP<br />

sia prodotti più commerciali, tendono a<br />

utilizzare i primi come “prodotti bandiera”<br />

per il traino di quelli meno pregiati. L’indicazione<br />

in etichetta del luogo di origine o<br />

provenienza dei prodotti non trasformati e<br />

l’indicazione del luogo di allevamento della<br />

materia prima utilizzata nella preparazione<br />

o nella produzione dei prodotti trasformati<br />

rappresenterebbe un traguardo importante<br />

per i consumatori e per l’economia di un<br />

intero settore.<br />

Da ultimo, è doveroso ricordare che uno<br />

dei fattori più rilevanti nel determinare la<br />

progressiva perdita di valore aggiunto della<br />

filiera suinicola è lo strapotere che oggi la<br />

Grande Distribuzione Organizzata esercita<br />

sull’industria alimentare. La GDO ha il potere<br />

di comprimere i prezzi di acquisto delle merci<br />

e di imporre obblighi contrattuali, come<br />

ad esempio i contributi chiesti per l’immissione<br />

a listino di nuovi prodotti, per lo spazio<br />

sugli scaffali o per le spese di pubblicità<br />

e le offerte, la fornitura in esclusiva e, non<br />

ultimi, lunghissimi termini di pagamento.<br />

La distribuzione del valore aggiunto lungo<br />

la filiera privilegia sempre la Distribuzione<br />

Organizzata: fatto 100 il prezzo pagato dai<br />

consumatori per un prodotto di salumeria<br />

– segnala la Coldiretti - il 16,72% costituisce<br />

il valore dei suini, il 31,86% è il valore<br />

aggiunto dell’industria di trasformazione<br />

(macellazione e lavorazione delle carni) ed<br />

il 51,42% è il margine della distribuzione.<br />

Questa ripartizione non equa tra i diversi<br />

segmenti della filiera mette in forte dubbio<br />

la sostenibilità economica dell’intero sistema<br />

delle produzioni suinicole di qualità.<br />

F O C U S<br />

Giorgio Apostoli<br />

Responsabile<br />

Zootecnia Coldiretti<br />

13


F O C U S<br />

Stefano Passeri<br />

Salumiere Gastronomo,<br />

docente dell’Università<br />

dei Sapori di Perugia<br />

1<br />

Il Prosciutto:<br />

la lavorazione<br />

Tutte le fasi del processo produttivo:<br />

dalla macellazione alla stagionatura<br />

La lavorazione del prosciutto è un’arte<br />

antica e complessa. è una manipolazione<br />

attenta e minuziosa in ogni sua<br />

fase, che “trasforma” la coscia del suino in<br />

un prodotto di assoluta qualità.<br />

Non solo le cosce, certamente più pregiate,<br />

ma anche le spalle possono fregiarsi<br />

del nome in questione, indicando la specifica<br />

di prosciutto di spalla. La lavorazione<br />

della coscia inizia il giorno successivo alla<br />

macellazione, che deve avvenire nella<br />

maniera più “dolce” possibile, al fine di evitare<br />

ripercussioni sulle carni. La mezzena<br />

(termine che indica la metà dell’animale<br />

abbattuto) viene posizionata sul tavolo<br />

da lavoro per essere sezionata. La coscia<br />

viene separata per prima, poi rifilata e modellata.<br />

Dopodiché si passa al massaggio,<br />

che può essere effettuato a mano oppure<br />

attraverso l’utilizzo di apposite macchine,<br />

al fine di espellere eventuali residui di sangue,<br />

la cui putrefazione danneggerebbe<br />

irrimediabilmente l’intero prodotto.<br />

Di seguito si effettua la salatura, operazione<br />

delicata e fondamentale<br />

perché<br />

la quantità di sale<br />

utilizzata e la sua<br />

omogenea distribuzione<br />

sopra la coscia<br />

sono determinanti<br />

per il sapore più<br />

o meno intenso<br />

che caratterizzerà<br />

il prodotto finale e<br />

perché questa fase<br />

ha il compito di<br />

espellere la giusta<br />

quantità d’acqua,<br />

che è necessaria<br />

al mantenimento<br />

delle carni. La coscia<br />

poi deve “riposare”, così da permettere al<br />

cloruro di sodio di penetrare al suo interno;<br />

viene quindi lasciata in un ambiente<br />

adeguato, adagiata sotto uno strato di sale<br />

grosso, per tanti giorni a seconda del peso<br />

(per esempio un prosciutto di Norcia di<br />

dieci chili riposa per dieci giorni sotto sale).<br />

Trascorso il tempo che il norcino riterrà<br />

adeguato, la coscia viene ripulita dal sale e<br />

lavata con una soluzione formata in quantità<br />

variabili da acqua, vino rosso e aceto.<br />

Segue poi la stufatura, fase in cui la coscia<br />

è sottoposta a una temperatura leggermente<br />

superiore alla precedente, così da<br />

“indurire” lievemente la parte esterna, sia<br />

quella formata dalla cotenna, sia la parte<br />

superiore non protetta da essa. Si passa<br />

quindi alla sugnatura. La sugna viene<br />

spalmata in modo omogeneo sulla parte<br />

superiore della coscia non protetta dalla<br />

cotenna, addizionandola eventualmente<br />

con pepe nero macinato e/o farina di riso,<br />

in base al prodotto che si vuole ottenere.<br />

A questo punto arriva la fase più lunga<br />

di tutta la filiera, la stagionatura. Durante<br />

questo periodo di maturazione tutto il<br />

lavoro che è stato effettuato a monte<br />

viene concretizzato: la durata e l’ambiente<br />

di stagionatura sono i fattori determinanti<br />

per il risultato finale. Questo periodo varia<br />

in base a una serie di fattori quali per<br />

esempio il tipo di prodotto da ottenere, la<br />

grandezza della coscia con la quale è stato<br />

ottenuto e, non ultimo, il grado di maturazione<br />

che si desidera. Indicativamente<br />

un prodotto di buona qualità non può<br />

stagionare meno di dodici mesi. Infine, per<br />

gustare un buon prosciutto, è consigliabile<br />

effettuare il taglio a mano, operazione che<br />

permette un distacco delle fibre molto<br />

più delicato e di conseguenza un migliore<br />

approccio al palato.


P<br />

1


F O C U S<br />

a cura di<br />

Mario Clelio Corradi<br />

Salumiere Gastronomo,<br />

docente dell’Università<br />

dei Sapori di Perugia<br />

Le carni<br />

risultano<br />

differenti a<br />

seconda<br />

del tipo di<br />

allevamento.<br />

1<br />

Allevamento<br />

allo stato brado e<br />

allevamento intensivo<br />

L<br />

’allevamento suino è una tradizione<br />

millenaria nel nostro paese. Dopo<br />

secoli di allevamento allo stato brado,<br />

alcuni decenni fa si è passati in maniera<br />

massiccia a sistemi di allevamento<br />

intensivo, per ragioni di carattere pratico<br />

e commerciale. Le differenze tra le due<br />

tecniche di allevamento le chiediamo ai<br />

fratelli Rustici, titolari dell’azienda i “Sentieri<br />

del gusto” di Assisi, dove si allevano<br />

maiali sia all’aperto, sia con metodo intensivo.<br />

“Se analizziamo i sistemi di allevamento<br />

dei maiali di qualche decennio fa (tecnica<br />

che fa riferimento all’allevamento allo<br />

stato brado) ci accorgiamo che veniva<br />

adottata per questi animali un’alimentazione<br />

fortemente calorica, composta per<br />

lo più da ghiande, ove era possibile, e da<br />

cereali, per far sì che gli stessi, una volta<br />

abbattuti (parliamo in questo caso di<br />

maiali che spesso pesavano intorno ai 200<br />

kg), fossero in grado di soddisfare nel migliore<br />

dei modi le esigenze della famiglia<br />

in fatto di scorte alimentari. Per quanto<br />

riguarda l’allevamento intensivo, invece,<br />

oggi radicalmente sviluppato e controllato,<br />

bisogna sottolineare innanzitutto<br />

che il suino non vive all’aria aperta, ma in<br />

ambiente chiuso, anche se è ampiamente<br />

tutelata la parte di spazio per ogni singolo<br />

animale; in secondo luogo l’alimentazione<br />

è diversificata rispetto all’altro tipo<br />

di allevamento, basandosi principalmente<br />

su mangimi che garantiscono un appor-<br />

to proteico adeguato e programmato<br />

a raggiungere un peso ottimale di circa<br />

160 kg in un tempo che si aggira intorno<br />

ai sette - otto mesi. Questo tipo di allevamento,<br />

oltre ad essere relativamente più<br />

semplice, offre il vantaggio di un’alimentazione<br />

controllata ed equilibrata”. Queste<br />

considerazioni ci fanno comprendere<br />

che le carni risultano differenti a seconda<br />

del tipo di allevamento. “Noi – in parziale<br />

controtendenza rispetto alla maggior<br />

parte delle aziende del settore – abbiamo<br />

creato da poco un consorzio denominato<br />

S.U.A. (suino umbro allevato all’aperto),<br />

facente parte di un progetto (A.R.U.S.I.A.)<br />

che tende a valorizzare e a riscoprire,<br />

qualora ce ne fosse bisogno, le proprietà<br />

del suino allevato all’aperto. Un sistema<br />

di allevamento semibrado che riduce<br />

l’impatto ambientale e l’investimento di<br />

capitali, rendendo allo stesso tempo le<br />

aree montane capaci di produrre carni di<br />

qualità a prezzi competitivi”.<br />

Entrando più a fondo nell’argomento<br />

possiamo affermare che la diversità che<br />

contraddistingue gli animali allevati allo<br />

stato brado rispetto al metodo intensivo<br />

va proporzionata alle caratteristiche totalmente<br />

diverse della moderna società, nei<br />

metodi di lavoro attuali, del tutto modificati<br />

rispetto al passato. Nel nostro paese<br />

oggi la maggior parte degli allevamenti<br />

è votata al metodo intensivo: sono circa<br />

otto i milioni di maiali attualmente allevati<br />

in Italia; noi siamo il paese al mondo<br />

dove c’è il maggior consumo di prosciutto<br />

e gli animali predisposti per la trasformazione<br />

in salumi vengono macellati non<br />

prima di aver raggiunto i centocinquanta<br />

chili circa, garantendo uno standard qualitativo<br />

di tutto rispetto.


P<br />

1


F O C U S<br />

Erica Battellani<br />

Giornalista<br />

enogastronomica<br />

1<br />

I<br />

I presìdi Slow<br />

Food<br />

Presìdi Slow Food hanno lo scopo di<br />

tutelare la biodiversità, i territori e<br />

le tradizioni e di stimolare l’adozione di<br />

pratiche produttive sostenibili. I prosciutti<br />

italiani tutelati da Presidio sono<br />

il prosciutto Bazzone, il prosciutto del<br />

Casentino e la paletta di Coggiola.<br />

Prosciutto Bazzone<br />

Toscana<br />

Tipico dei territori montani della media<br />

valle del Serchio e della Garfagnana, il<br />

suo nome deriva dalla forma molto allungata<br />

che ricorda il “bazzo”, nel dialetto<br />

locale un mento molto pronunciato.<br />

è ottenuto da suini grigi allevati allo<br />

stato semibrado e nutriti con sfarinati<br />

di farro, mele, pere, castagne, ghiande<br />

e scotta (scarto di lavorazione di piccoli<br />

caseifici della zona).<br />

Di solito i maiali sono macellati quando<br />

raggiungono i 15 mesi di vita e i 180-200<br />

kg di peso. La coscia viene conservata<br />

sotto sale per 2-3 mesi, durante i quali<br />

viene massaggiata varie volte. Successivamente<br />

si toglie il sale in eccesso, si lava<br />

e si asciuga, poi viene lasciata stagionare<br />

per almeno due anni.<br />

Per esaltarne le caratteristiche organolettiche,<br />

deve essere tagliato a coltello.<br />

è perfetto per accompagnare il pane di<br />

patate della Garfagnana.<br />

Prosciutto del Casentino<br />

Toscana<br />

Questo prosciutto un tempo era ottenuto<br />

da cosce di una razza suina oggi<br />

estinta. Attualmente si utilizzano ibridi<br />

di cinta senese o mora romagnola con<br />

large white o landrace, allevati all’aperto.<br />

Vengono macellati quando raggiungono<br />

il peso minimo di 120-160 kg. Secondo<br />

la ricetta tradizionale le cosce, dopo una<br />

refrigerazione di almeno 24 ore, devono<br />

essere rifilate e poi massaggiate con<br />

sale, aglio e, volendo, pepe, peperoncino,<br />

noce moscata e ginepro macinato.<br />

Dopo 5-7 giorni si rimuove il sale residuo<br />

dalla superficie e si passa a una seconda<br />

salagione, che dura circa due settimane.<br />

Dopo una maturazione di 40-50 giorni il<br />

prosciutto può essere leggermente affumicato,<br />

poi deve stagionare per almeno<br />

18 mesi.<br />

Pesa dai 9 ai 12 kg, è di colore rosso vivo<br />

con una buona percentuale di grasso<br />

candido e si abbina bene al classico pane<br />

toscano.<br />

Paletta di Coggiola<br />

Piemonte<br />

è un raro prosciutto di spalla (detta appunto<br />

paletta), preparato nel comune di<br />

Coggiola (BI). La lavorazione è artigianale<br />

e manuale: si sgrassa la parte superiore<br />

della spalla e la si divide in due parti<br />

simmetriche che devono successivamente<br />

essere messe in salamoia per 15-30<br />

giorni, periodo durante il quale vanno<br />

girate e massaggiate. Le palette vengono<br />

poi conciate con un miscuglio segreto<br />

di erbe locali e pepe nero spezzato,<br />

quindi insaccate in un budello naturale<br />

che viene punzecchiato per consentire<br />

la fuoriuscita della salamoia trattenuta e<br />

infine legate con spago. A questo punto<br />

le palette vengono appese in un locale<br />

non condizionato, a una temperatura di<br />

10-16°C, per 20 giorni oppure per 4 mesi.<br />

Nel primo caso deve poi essere bollita a<br />

lungo in acqua non salata e servita calda<br />

con un piatto di polenta o con patate<br />

bollite. Nel secondo caso, invece, si potrà<br />

anche mangiare cruda, insieme a mostarda<br />

dolce di mele.


Grandi Grandi prosciutti prosciutti in<br />

Italia e in Europa<br />

e in Europa<br />

Il prosciutto, un prodotto in apparenza<br />

semplice e quotidiano, può assumere<br />

una miriade di forme differenti, tanto<br />

che in Italia praticamente ogni regione<br />

ne produce almeno una versione. In<br />

molti casi si tratta di prodotti di grande<br />

pregio.<br />

Esistono alcune zone di elezione del<br />

prosciutto, come San Daniele e Sauris in<br />

Friuli o Parma in Emilia Romagna, accanto<br />

alle quali non possiamo non ricordare<br />

Norcia (Umbria) o la Toscana.<br />

Oltre all’abilità del norcino, sono determinanti<br />

per la qualità del prosciutto le<br />

caratteristiche dei suini, il metodo di<br />

allevamento, le condizioni ambientali<br />

e climatiche in cui i prosciutti vengono<br />

lavorati, la concia e la stagionatura.<br />

Il prosciutto di Parma DOP è prodotto nella<br />

provincia di Parma – Langhirano è uno<br />

dei comuni migliori per questo prodotto<br />

– con cosce di almeno 7 kg di suini nazionali<br />

(razze large white, landrace o duroc)<br />

macellati dopo i nove mesi di età. Le<br />

cosce subiscono due salagioni e, dopo la<br />

stuccatura, devono stagionare per 10-12<br />

mesi. Alla fine del processo, il Consorzio<br />

effettua controlli di qualità e appone la<br />

corona ducale a 5 punte come marchio<br />

di garanzia. Si tratta di un prosciutto<br />

piuttosto magro, privo di conservanti,<br />

di buona dolcezza, facile da abbinare ad<br />

altri prodotti (un classico è la piadina con<br />

crudo di Parma e squacquerone).<br />

Il prosciutto San Daniele DOP viene prodotto<br />

solo nell’omonimo comune, contraddistinto<br />

da un clima favorevole alla stagionatura<br />

del prosciutto: scarsa umidità e<br />

aria fredda del nord che si mescola con<br />

quella calda dell’Adriatico dando vita a<br />

condizioni climatiche che migliorano le<br />

caratteristiche della carne. Questo prosciutto<br />

è caratterizzato dalla tipica forma<br />

a violino, ottenuta mediante pressatura,<br />

e la coscia, che comprende lo zampino,<br />

deve stagionare almeno 12 mesi. Privo<br />

di additivi, ha un profumo intenso, un<br />

gusto dolce e un retrogusto deciso.<br />

Sempre in Friuli, a circa 70 km da San<br />

Daniele, troviamo un altro comune noto<br />

per l’eccellente prosciutto, Sauris. In questo<br />

caso si tratta di cosce di suini allevati<br />

in zona, sottoposte a un ciclo di salatura<br />

che si svolge nell’arco di due mesi e che<br />

vengono poi sottoposte ad affumicatura<br />

(per un mese) al fuoco di legna di<br />

piante resinose locali, processo<br />

che conferisce al prodotto un gusto<br />

più deciso ma equilibrato.<br />

In Umbria troviamo un ottimo prosciutto<br />

tutelato da Igp, quello di<br />

Norcia. è ricavato da cosce di suini<br />

adulti di razze bianche incrociate.<br />

Nella versione artigianale viene<br />

conciato per circa 20 giorni con<br />

sale da cucina, poi lavato con<br />

acqua tiepida, condito con pepe e<br />

aglio e stagionato – dopo una leggera<br />

affumicatura – per 22 mesi.<br />

Il sapore è intenso, ma non salato,<br />

leggermente speziato.<br />

Il prosciutto toscano, riconosciuto<br />

DOP dal 1996, viene prodotto in tutta la<br />

regione con l’impiego di cosce di suini<br />

a cui sono aggiunte erbe e spezie e che<br />

vengono sottoposte a sugnatura (con<br />

un impasto di sugna, farina, sale, pepe<br />

e aromi naturali). Viene stagionato per<br />

almeno 10-12 mesi. Gusto deciso, molto<br />

saporito, è perfetto se abbinato a un<br />

F O C U S<br />

a cura di<br />

Erica Battellani<br />

Giornalista enogastronomica<br />

1


20<br />

P


classico pane toscano sciapo.<br />

Questi sono solo alcuni dei migliori<br />

prosciutti italiani, cui si affiancano<br />

molte altre eccellenti produzioni, forse<br />

meno note, ma sempre molto importanti<br />

nel panorama gastronomico<br />

italiano, come quello di Carpegna, del<br />

Casentino, dei Monti Nebrodi, il prosciutto di<br />

montagna irpino, lo jambon de Bosses ecc.<br />

Al di là dei confini nazionali troviamo<br />

altre produzioni di alta qualità. In<br />

Francia, per esempio, si distingue il<br />

prosciutto di Bayonne, leggermente affumicato,<br />

dolce e gustoso, in Germania<br />

sono celebri i prosciutti della Westfalia,<br />

quasi sempre affumicati, in Svizzera<br />

quelli di montagna del cantone dei<br />

Grigioni.<br />

Ma è sicuramente la Spagna a vantare<br />

il primato qualitativo in fatto di<br />

prosciutti. Fra i vari prodotti che si<br />

possono trovare nella penisola iberica,<br />

il migliore è indubbiamente lo<br />

jamon iberico de bellota. Un prosciutto<br />

ottenuto da suini neri di razza iberica<br />

(da qui il nome pata negra), allevati<br />

all’aperto nel sud-est del Paese, che si<br />

alimentano quasi esclusivamente con<br />

ghiande. La produzione di questo<br />

prosciutto è artigianale, molto<br />

lunga e costosa. La stagionatura<br />

può arrivare ai 36 mesi. Le particolari<br />

caratteristiche di un suino<br />

nero allevato allo stato brado e il<br />

lunghissimo processo di lavorazione<br />

danno vita a un prodotto<br />

di straordinaria bontà, molto<br />

saporito ma non salato, con aromi<br />

intensi e un grasso gustosissimo<br />

che si scioglie sul palato. Conservazione<br />

e taglio sono fondamentali<br />

per valorizzare lo jamon iberico:<br />

deve essere mantenuto in un<br />

luogo fresco e asciutto e servito a<br />

temperatura ambiente, tagliandolo<br />

(al momento dell’assaggio) con<br />

panini al prosciutto<br />

Il prosciutto è uno degli ingredienti<br />

principe della nostra alimentazione,<br />

sia dal punto di vista culturale che<br />

nutrizionale, ragione per cui trova largo<br />

impiego nel cosiddetto “fast food”,<br />

spesso in abbinamento ad altri alimenti.<br />

Il prosciutto è prodotto in diverse tipologie<br />

– dolce, affumicato, cotto, tanto<br />

che ogni zona d’Italia ha le proprie<br />

tradizioni in fatto di prosciutto – ed è<br />

un alimento molto versatile. Essendo<br />

ricco di proteine e lipidi, quasi tutti i tipi<br />

di prosciutto si abbinano molto bene a<br />

verdure e ortaggi (meglio freschi per il<br />

crudo, sott’olio per il cotto) che, insieme<br />

agli amidi contenuti nel pane, rappresentano<br />

un valido schema di alimenta-<br />

zione completa, per di più velocissimo<br />

da preparare. Quasi tutte le varietà di<br />

pani e focacce che il panorama della<br />

panificazione italiana mette a disposizione<br />

si adattano al prosciutto, che può<br />

essere affiancato anche da vari tipi di<br />

formaggi, sia teneri che stagionati. Sono<br />

invece sconsigliati gli abbinamenti con<br />

salse troppo pesanti che andrebbero a<br />

coprirne il sapore.<br />

Bisogna comunque ricordare che nel<br />

panorama gastronomico italiano possiamo<br />

trovare i più differenti accostamenti:<br />

sta alla fantasia e alla professionalità<br />

dell’operatore scegliere la combinazione<br />

migliore di ingredienti, anche<br />

in base ai vari momenti della giornata.<br />

F O C U S<br />

a cura di<br />

Andrea Pioppi<br />

Consulente Formatore<br />

in Arte bianca<br />

21


F O C U S<br />

a cura di<br />

Mario Clelio Corradi<br />

Salumiere Gastronomo,<br />

docente dell’Università<br />

dei Sapori di Perugia<br />

La materia<br />

prima, la coscia,<br />

deve essere di<br />

prima<br />

qualità e<br />

proveniente<br />

da un<br />

animale che ha<br />

raggiunto il peso<br />

ottimale per la<br />

macellazione.<br />

22<br />

Il Prosciutto Cotto<br />

Le fasi del processo produttivo<br />

Il prosciutto cotto<br />

è un’autentica<br />

specialità alimentare<br />

della quale noi italiani<br />

non possiamo<br />

proprio fare a<br />

meno. Attualmente,<br />

infatti,<br />

è il salume più<br />

venduto nel<br />

nostro paese e<br />

i dati sembrano<br />

confermare<br />

questo andamento<br />

anche<br />

per gli anni a<br />

venire.<br />

Ma come si ottiene un prosciutto<br />

cotto?<br />

La materia prima (la coscia) deve essere<br />

di prima qualità e proveniente da un<br />

animale che ha raggiunto il peso ottimale<br />

per la macellazione. Superato questo<br />

primo esame ha inizio la vera e propria<br />

manipolazione delle carni. La coscia<br />

subisce l’asportazione completa dell’osso,<br />

compresa anche la parte terminale dello<br />

stesso, gergalmente chiamata gambuccio,<br />

per poi essere refilata di tutte le parti<br />

esterne e interne, anche laddove si è<br />

intervenuti per rimuovere le articolazioni.<br />

Quest’ultima fase è denominata “tolettatura”.<br />

Si passa quindi all’aromatizzazione,<br />

che viene effettuata con una salamoia il<br />

cui composto è formato da acqua, spezie<br />

ed erbe aromatiche (le più importanti<br />

sono la cannella, il pepe, il macis, la noce<br />

moscata, il ginepro, l’alloro, il rosmarino e<br />

così via, secondo ricette che ogni azienda<br />

custodisce gelosamente per sé). Oltre a<br />

questi ingredienti vanno aggiunti il sale e<br />

l’antiossidante. La<br />

salamoia ottenuta<br />

viene iniettata<br />

all’interno delle<br />

carni attraverso la<br />

“siringatura”.<br />

L’ operazione successiva<br />

si chiama<br />

“zangolatura”: la<br />

zangola è un cilindro<br />

in acciaio, che<br />

mantiene al suo interno<br />

una temperatura<br />

+ 2/4 C°, dove vengono<br />

inserite le cosce per poter<br />

essere massaggiate. L’operazione<br />

– che può durare da<br />

sei a otto ore – ha lo scopo di<br />

distribuire la salamoia nelle<br />

carni in modo omogeneo, per dar loro<br />

una perfetta aromatizzazione, e di ottenere<br />

la frantumazione delle cartilagini,<br />

così da renderle estremamente morbide.<br />

Successivamente, si passa alla messa in<br />

stampo, che consiste nel mettere le cosce<br />

in appositi contenitori denominati stampi<br />

di cottura che mantengono le carni in<br />

pressione durante la cottura: questo sistema<br />

è denominato “disareazione”. Nello<br />

specifico potrà definirsi cotto soltanto un<br />

prosciutto che ha raggiunto al cuore almeno<br />

i 70°C. Successivamente il prosciutto<br />

viene raffreddato, tolto dallo stampo<br />

e messo in una busta apposita per il<br />

successivo sottovuoto. Una seguente termizzazione<br />

ne garantirà la conservazione<br />

dopo la chiusura della confezione, rendendolo<br />

idoneo alla messa in commercio,<br />

ma non prima di una settimana di riposo,<br />

così da poter degustare un prodotto di<br />

assoluta qualità.


Non solo<br />

suino<br />

Di Norcia, di San Daniele, di Parma,<br />

Iberico... Il prosciutto.<br />

è il salume per eccellenza della gastronomia<br />

italiana. Sia che venga “fatto in casa”<br />

o sia che sia prodotto da qualche grande<br />

azienda, è importante che sia affettato<br />

sottile e possibilmente a coltello.<br />

La parola prosciutto però non è riferita<br />

solamente all’incontrastabile coscia di<br />

maiale.<br />

La sapiente salatura e l’ essiccamento,<br />

infatti, possono essere riservati anche al<br />

cervo, al daino, al cinghiale e pure a qualche<br />

animale da cortile come il tacchino o la<br />

faraona.<br />

Tutti i tagli anatomici vengono trattati<br />

con cura e fatti “essiccare” per poi essere<br />

consumati.<br />

Se l’Umbria si posiziona tra le regioni<br />

con il maggior consumo e produzione<br />

di insaccati di maiale, altre regioni del<br />

nord, come il Trentino e la Valle d’Aosta,<br />

vantano il buon primato di produzione<br />

di salumi preparati con carni non suine.<br />

La mocetta, per esempio, è un tipico salume<br />

della Valle d’Aosta che generalmente<br />

viene preparato con polpa di capra o<br />

camoscio che, dopo la salagione di circa<br />

quattro mesi, viene consumata a fette<br />

molto sottili.<br />

La carne salada trentina si ricava dai<br />

migliori tagli del bovino adulto. Il taglio<br />

anatomico in questione (che generalmente<br />

proviene dal posteriore), dopo<br />

una perfetta frollatura, viene sottoposto<br />

a marinatura e salatura, in modo da<br />

poter diminuire la percentuale d’acqua<br />

presente nella carne, per poi renderla<br />

commestibile e gustosa.<br />

Le operazioni di salatura si alternano<br />

con passaggi a bassa temperatura (0-<br />

2°C) in modo da permettere alla carne di<br />

poter assorbire lo speciale condimento<br />

a base di sale, erbe aromatiche (come<br />

finocchio selvatico) e spezie triturate<br />

come pepe, anice e ginepro.<br />

Per tutti i salumi, di suino e non, la fase<br />

della stagionatura è tra le più importanti<br />

per una buona riuscita del prodotto<br />

finale. Basti pensare che a Zibello sono<br />

il giusto tasso di umidità, l’aria e<br />

le nebbie che conferiscono<br />

il buon gusto al famoso<br />

culatello. In ogni caso non<br />

si può prescindere da<br />

una materia prima di<br />

qualità.<br />

F O C U S<br />

Massimo Infarinati<br />

Docente di Tecnica Pratica<br />

di Cucina, Università dei<br />

Sapori di Perugia<br />

Per tutti i salumi,<br />

di suino e non,<br />

la fase della<br />

stagionatura<br />

è tra le più<br />

importanti per<br />

un prodotto<br />

finale di<br />

qualità.<br />

23


2<br />

P


Pierre<br />

marcolini e l’arte<br />

Ad ogni prosCIutto<br />

il vINo giusto<br />

Si fa presto a dire abbinamento cibovino.<br />

Non vorrei complicare<br />

troppo le cose, né farla troppo lunga,<br />

però quando si vuole ragionare un po’<br />

più approfonditamente sulla materia<br />

bisogna necessariamente tenere conto<br />

di una serie di variabili. Spesso, infatti, le<br />

considerazioni sul vino giusto da abbinare<br />

sono troppo generiche e sommarie<br />

per tentare di dare un parere esaustivo<br />

o quanto meno sensato. Non dico che<br />

abbinare un vino al prosciutto presenti<br />

innumerevoli problematiche, però<br />

converrete con me che, se alziamo lo<br />

sguardo oltre gli stretti confini geografici<br />

dove ognuno di noi si trova, la materia si<br />

fa un tantino più ingarbugliata di quanto<br />

si possa pensare. Esistono un sacco di<br />

tipologie di prosciutto e l’Italia in questo<br />

mosaico gioca, come sempre, un ruolo<br />

da protagonista. Per non dire poi dei<br />

tempi o delle modalità di stagionatura,<br />

quasi sempre determinanti per le caratteristiche<br />

del prodotto finale. E dunque<br />

anche nel gioco del giusto abbinamento.<br />

Ma partiamo da alcune considerazioni<br />

generali, dunque più o meno valide per<br />

diversi casi. Avere a che fare col prosciutto<br />

significa tenere in considerazione un<br />

livello di sapidità rilevante, dunque bisognerà<br />

pensare a vini di buona morbidezza,<br />

capaci di sposare al meglio questa<br />

tendenza. Il prosciutto inoltre ha un’altra<br />

importante caratteristica: il grasso che,<br />

oltre alla consistenza, regala anche una<br />

lieve tendenza dolce, più o meno accentuata<br />

a seconda dei casi. Questa caratteristica<br />

ci porta in una direzione praticamente<br />

opposta alla precedente e la<br />

nostra ricerca si soffermerà su vini freschi,<br />

dal buon tenore acido, magari rinforzato<br />

dalla presenza delle bollicine, capaci di<br />

ripulire la bocca come nient’altro. Mettiamoci<br />

anche che l’uso delle spezie, e<br />

dunque una certa aromaticità generale,<br />

non è certo cosa da trascurare in molti<br />

prosciutti che troviamo in commercio e<br />

ditemi voi se il quadro non si è complicato<br />

abbastanza. E allora, visto che ci siamo,<br />

cerchiamo di approfondire ancora di più<br />

il discorso. Cominciamo da Norcia, capace<br />

di regalare il nome al mestiere di norcino.<br />

Qui abbiamo un vero e proprio prosciutto<br />

di montagna, aromatico e pepato al<br />

punto giusto, dove la presenza di sale è<br />

decisamente rilevante. Ci serve un vino<br />

abbastanza morbido e giovane. Un Rosso<br />

di Montefalco andrà benissimo, così come<br />

un Rosso Conero, un Ciliegiolo di Narni, o<br />

in alternativa un buon Merlot. Considerazioni<br />

simili per i prosciutti toscani, capaci<br />

se possibile di una componente pepata<br />

ancor più importante. Che ne dite di un<br />

Chianti Classico dell’ultima vendemmia?<br />

Il cuore dell’Emilia regala dolcezze anche<br />

nei prosciutti. Parma e Modena chiamano<br />

abbinamenti territoriali con Malvasie<br />

frizzanti o rossi briosi, dai Lambrusco al<br />

Gutturnio. Il mitico San Daniele, anche’esso<br />

dolce e delicato, potrebbe far coppia<br />

sia con bianchi lievemente aromatici<br />

(un Sauvignon non troppo marcato, ad<br />

esempio) che con rossi delicati e fruttati.<br />

Avete voglia anche voi di due autentiche<br />

perle come culatello di Zibello e Jamon<br />

iberico? Io suggerisco Champagne, o<br />

comunque un grande spumante millesimato,<br />

e addirittura un Pinot Nero della<br />

Borgogna, se ha un po’ di stagionatura in<br />

più. Chiudo infine con il prosciutto cotto,<br />

che vedo bene vicino<br />

a un buon Rosé…<br />

F O C U S<br />

Antonio Boco<br />

Giornalista<br />

enogastronomico<br />

Dato il livello di<br />

sapidità<br />

rilevante del<br />

prosciutto,<br />

bisognerà<br />

pensare<br />

a vini di buona<br />

morbidezza.<br />

2


F O C U S<br />

Paolo Braconi<br />

Professore di Antichità<br />

Romane, Università<br />

degli Studi di Perugia<br />

Ricetta per la<br />

confezione dei<br />

prosciutti<br />

di Catone il Censore<br />

Così bisogna fare i prosciutti, in dolio o<br />

in giara. Una volta comprati i prosciutti,<br />

taglia via lo zampetto. Per ogni pezzo<br />

occorre mezzo moggio di sale fino romano<br />

(ca. 4,3 kg.). Stendi uno strato di sale in<br />

fondo al dolio o alla giara e poggiaci sopra<br />

un prosciutto, con la cotenna in basso.<br />

Copri bene col sale e sopra mettine un<br />

altro e coprilo allo stesso modo. Attento<br />

a non far toccare carne con carne. Coprili<br />

tutti così. Dopo averli sistemati, ricopri<br />

ancora di sale e pareggia: attento che non<br />

si veda la carne. Dopo cinque giorni, tirali<br />

fuori ciascuno col suo sale e risistemali<br />

mettendo adesso per primi quelli che<br />

avevi salato per ultimi; coprili e sistemali<br />

alla stessa maniera. Dopo dodici giorni<br />

in totale, tira fuori i prosciutti, nettali<br />

da tutto il sale e appendili lasciandoli<br />

esposti al vento per due giorni. Al terzo<br />

giorno, lavali bene con la spugna, ungili<br />

con olio e affumicali per due giorni. Il<br />

terzo giorno ungili con olio misto ad aceto<br />

e appendili in dispensa; non li attaccheranno<br />

né tarli né vermi.<br />

26<br />

Perna e perexsuctus:<br />

il prosciutto nella storia<br />

Risale al II secolo a.C. la ricetta di<br />

Catone il Censore per la confezione<br />

dei prosciutti, in latino pernae, fatti alla<br />

maniera di Pozzuoli. Se dal Sud passiamo<br />

al Nord, possiamo ricordare con Varrone<br />

(I secolo a.C.) le pernae comacinae, cioè i “prosciutti<br />

alla maniera di Como”. Pozzuoli<br />

e Como sono solo due esempi di quella<br />

che oggi diremmo Indicazione Geografica<br />

e che, evidentemente, già i nostri<br />

antichi progenitori utilizzavano per<br />

segnalare eccellenze e tipicità alimentari<br />

di determinati territori. L’importanza che<br />

i Romani davano a pernae e petasones (prosciutti<br />

e spalle) è testimoniata anche dalla<br />

specializzazione dei mestieri: esisteva<br />

in fatti il pernarius, cioè il “prosciuttaio”,<br />

confezionatore e mercante specializzato<br />

in prosciutti.<br />

Il “prosciutto”, che deriva il suo nome<br />

dal latino medievale perexsuctus, cioè<br />

prosciugato, reso asciutto da salatura<br />

e stagionatura, ha dunque una storia<br />

molto antica, testimoniata non solo<br />

dalle fonti scritte, ma anche dai ritrovamenti<br />

archeologici, come quello di<br />

un insediamento etrusco nei pressi di<br />

Mantova (Bagnolo S. Vito) risalente al<br />

V secolo a.C. Qui, tra i numerosissimi<br />

reperti ossei classificati (oltre 50.000),<br />

circa il 60% appartiene a suini, ma con<br />

una particolarità: sono rari i resti di arti<br />

posteriori. Questo induce a pensare che<br />

le cosce degli animali macellati venissero<br />

asportate sotto forma di prosciutti.<br />

L’eredità del mondo antico viene raccolta<br />

dalle epoche successive, dal Medioevo<br />

e dall’Età Moderna, che continuerà a<br />

riservare al prosciutto un posto d’onore<br />

nell’immaginario della ricchezza alimentare,<br />

fissatasi a livello popolare nel Paese<br />

della Cuccagna, dove i prosciutti crescono<br />

sugli alberi o lastricano le strade.<br />

Il sale è ovviamente l’ingrediente<br />

indispensabile per la preparazione del<br />

prosciutto e da sempre le comunità<br />

italiche si sono indaffarate a procurarsi<br />

questo prezioso elemento, sia presso le<br />

saline costiere sia presso miniere o affioramenti<br />

all’interno. Ad esempio, le saline<br />

dell’Alto Adriatico (Venezia, Comacchio,<br />

Cervia) fornivano il sale per la salumeria<br />

delle regioni limitrofe, servite anche da<br />

quella grande via d’acqua che era il Po.<br />

Ma questo bene prezioso e vitale era<br />

spesso soggetto a regimi di monopolio,<br />

con forti prelievi fiscali, così che nel<br />

tempo molte comunità hanno cercato<br />

di procurarsi il sale nei loro territori,<br />

ricorrendo alle miniere o, come nel caso<br />

di Parma, alle sorgenti termali, ricche di<br />

sali, i putei salsi di Salsomaggiore. Il sale<br />

così ottenuto aveva caratteristiche conservative<br />

migliori del sale marino, tanto<br />

che ne occorreva una quantità minore<br />

per confezionare i prosciutti; questo<br />

sembra uno dei motivi per cui è nato<br />

il “dolce di Parma”, oggi noto in tutto il<br />

mondo.<br />

Chiudiamo ricordando un uso insolito<br />

del prosciutto. Nel De medicamentis di<br />

Marcello Empirico (IV-V secolo d.C.), si<br />

consiglia di usare l’osso di prosciutto di<br />

scrofa (pernae scrofinae os), bruciato e ridotto<br />

in polvere, come dentifricio. Sembra<br />

l’ennesima conferma, se ce ne fosse<br />

bisogno, che del maiale non si buttava<br />

proprio nulla!


P<br />

2


F O C U S<br />

Enrico Bertoli<br />

Direttore della Scuola di<br />

Specializzazione in<br />

Scienza<br />

dell’Alimentazione,<br />

Istituto di Biochimica,<br />

Università Politecnica<br />

delle Marche, Ancona<br />

Tabella 1: I prosciutti<br />

che possono fregiarsi<br />

del marchio D.O.P.<br />

2<br />

Il prosciutto:<br />

qualità e proprietà<br />

nutrizionali<br />

La qualità del prosciutto<br />

e le sue<br />

caratteristiche organolettiche<br />

sono<br />

strettamente<br />

dipendenti<br />

dalla razza<br />

del maiale<br />

e dal tipo di<br />

allevamento.<br />

Si sono<br />

costituiti dei<br />

consorzi come<br />

Il Consorzio del<br />

Suino Padano, Consorzio del prosciutto<br />

di Parma, o il Consorzio del prosciutto di<br />

San Daniele che sono istituzioni qualificate<br />

che hanno stabilito precisi parametri<br />

da rispettare durante tutta la filiera di<br />

allevamento del suino con l’obiettivo di<br />

valutare e garantire il prodotto finale sul<br />

piano della qualità e sicurezza alimentare.<br />

Diversi prosciutti crudi sono stati certificati<br />

con “Denominazione di origine<br />

protetta”, che è un marchio di tutela giuridica<br />

della denominazione e che viene<br />

attribuito a quegli alimenti le cui peculiari<br />

caratteristiche qualitative sono essen-<br />

zialmente<br />

o<br />

esclusivamenteespressione<br />

del<br />

territorio.<br />

Affinché un<br />

prodotto sia<br />

DOP, le fasi di<br />

produzione, trasformazione<br />

ed elaborazione<br />

devono avvenire in<br />

un’area geografica delimitata (Tabella 1).<br />

Dalla coscia del maiale disossata, sottoposta<br />

ad aromatizzazione e a trattamento<br />

termico si ottiene il prosciutto cotto. Il<br />

trattamento termico è finalizzato a favorire<br />

la coesione tra i muscoli, l’aumento<br />

della conservabilità e la formazione di<br />

particolari caratteristiche organolettiche<br />

che contraddistinguono il prosciutto<br />

cotto.<br />

I valori nutrizionali sia del prosciutto crudo<br />

che cotto ben si prestano a una dieta<br />

sana ed equilibrata.<br />

Il prosciutto come altri salumi, nel recente<br />

passato, sono stati spesso considerati<br />

alimenti da evitare, a causa<br />

della qualità e del contenuto<br />

dei grassi. In realtà, nell’ultimo<br />

decennio, la composizione<br />

della carne suina è<br />

notevolmente cambiata a<br />

seguito di interventi mirati<br />

degli allevatori sulle linee<br />

genetiche e sui mangimi,<br />

rivolti a ottenere carni magre<br />

e di qualità e quindi meglio<br />

rispondenti alle attuali esi-


genze nutrizionali.<br />

Sia il prosciutto crudo che cotto<br />

forniscono circa 220Kcal/100gr di<br />

sostanza fresca (Tabella 2).<br />

Le carni suine, e quindi il prosciutto,<br />

sono dotate di un’elevata<br />

qualità nutrizionale che non deriva<br />

solo dal buon contenuto in proteine<br />

(Tabella 2), ma anche dalla loro<br />

qualità biologica e organolettica.<br />

Infatti, il prosciutto crudo è povero<br />

di tessuto connettivo, costituito da<br />

proteine di bassa qualità (circa il<br />

6% e 8,5% delle proteine totali nel<br />

prosciutto crudo e cotto, rispettivamente),<br />

mentre è ricco di proteine<br />

ad elevata qualità. Queste proteine contengono<br />

tutti gli aminoacidi essenziali,<br />

ossia componenti delle proteine e precursori<br />

di importanti molecole ad attività<br />

biologica, che devono essere assunti con<br />

la dieta, perché il nostro organismo non è<br />

in grado di biosintetizzarli.<br />

Nel prosciutto crudo, inoltre, grazie alla<br />

stagionatura, le proteine diventano più<br />

facilmente digeribili conservando un alto<br />

valore nutrizionale e rendendo questo<br />

alimento particolarmente adatto sia nell’accrescimento<br />

sia nella persona anziana.<br />

In media, un prosciutto crudo contiene<br />

circa 13% di lipidi (Tabella 2); tale quota<br />

scende al 4% se, rinunciando a un po’ di<br />

sapore, si allontana lo strato di grasso<br />

esterno. Analoga situazione si riscontra<br />

nel prosciutto cotto per il quale da un<br />

prodotto con il 15% di grasso si passa<br />

a uno con il 4%, allontanando il grasso<br />

periferico.<br />

Inoltre, occorre sottolineare che la<br />

composizione in acidi grassi e il rapporto<br />

tra le diverse classi di acidi grassi non si<br />

discostano da quelle che sono le<br />

raccomandazioni nutrizionali.<br />

è interessante ricordare che il miglioramento<br />

dell’alimentazione del<br />

suino (prevalentemente vegetariana)<br />

e dei sistemi di allevamento ha<br />

portato anche ad una diminuzione<br />

significativa del contenuto di colesterolo<br />

nei prosciutti (Tabella 2).<br />

Sono presenti anche micronutrienti<br />

come i minerali tra i quali il ferro e lo<br />

zinco in forma altamente biodisponibile,<br />

ossia facilmente assorbibile, e il patrimonio<br />

vitaminico, in particolare le vitamine<br />

del gruppo B (tiamina e riboflavina)<br />

(Tabella 3).<br />

L’unica controindicazione è data dall’elevato<br />

tenore di sodio presente nel<br />

prosciutto crudo, per cui il suo consumo<br />

deve essere limitato nei soggetti ipertesi<br />

(Tabella 3).<br />

Pertanto il prosciutto sia crudo che<br />

cotto ha qualità nutrizionali del tutto<br />

allineate agli attuali modelli alimentari<br />

e può dignitosamente rappresentare un<br />

contributo dietetico prezioso e di facile<br />

consumo sia per i giovani che per gli<br />

adulti.<br />

in collaborazione con Gianna Ferretti<br />

Tabella 3: Contenuto medio in micronutrienti<br />

di vitamine del gruppo B e minerali nel<br />

prosciutto crudo e cotto (fonte: Istituto<br />

Nazionale della Nutrizione)<br />

F O C U S<br />

Tabella<br />

2: Valori<br />

energetici e<br />

nutrizionali<br />

medi del<br />

prosciutto<br />

crudo e cotto<br />

(fonte: Istituto<br />

Nazionale<br />

della<br />

Nutrizione)<br />

2


30<br />

P


P<br />

31


SpazioRegioni<br />

LAZIO<br />

a cura di<br />

Erica Battellani<br />

Ristorante<br />

SANTA CHIARA<br />

via Salaria Vecchia, 10<br />

Torricella in Sabina (RI)<br />

Tel. 0 3 1 3<br />

Notizie dal LAZIO<br />

I Prosciutti laziali<br />

e le loro feste<br />

Bassiano Reggiani (Latina),<br />

metà luglio<br />

Guercino, (Frosinone)<br />

metà luglio<br />

32<br />

I piatti freschi<br />

del santa Chiara<br />

Nel cuore della Sabina, lungo la<br />

storica direttrice per Roma, la<br />

via Salaria, troviamo<br />

un locale molto<br />

ampio, attrezzato<br />

anche per banchetti,<br />

che dispone di una<br />

grande veranda tutta<br />

circondata da vetri,<br />

perfetta in ogni stagione. In attività dal<br />

1982, questo ristorante è famoso per<br />

l’offerta di pesce, affiancata da gustosi<br />

piatti di terra, tutti preparati espressi<br />

nonostante l’elevato numero di coper-<br />

Il Lazio vanta una tradizione salumiera<br />

decisamente invidiabile, con prodotti<br />

rinomati per qualità e continuità nel<br />

tempo, caratteristiche spesso festeggiate<br />

durante le feste patronali di paese.<br />

é questo il caso del prosciutto di Bassiano<br />

Reggiani, in provincia di Latina: in questo<br />

borgo le condizioni climatiche sono particolarmente<br />

propizie alla stagionatura.<br />

A distinguere il prosciutto dei produttori<br />

di Bassiano è un intervento del tutto particolare,<br />

diretto ad aromatizzare, con una<br />

salsa fatta di vino bianco, aglio e pepe, il<br />

prosciutto che poi continua a stagionare<br />

per un anno almeno. L’ultima domenica<br />

di luglio Bassiano dedica un’affollata<br />

ti a disposizione (circa quattrocento).<br />

Francesco, il titolare, ci racconta che<br />

“preferiamo non preparare nulla in anticipo,<br />

ma far aspettare qualche minuto in<br />

più il cliente per offrire piatti di qualità,<br />

realizzati all’istante. E ci riusciamo grazie<br />

ad uno staff numeroso ed efficiente”.<br />

Fra i piatti più richiesti ricordiamo gli<br />

spaghetti Santa Chiara<br />

– una sorta di scoglio<br />

molto ricco e abbondante<br />

– e tutte le ricette di mare,<br />

come gli gnocchi all’astice,<br />

la frittura o la grigliata, ma<br />

anche i ravioli, i piatti con<br />

funghi porcini, l’abbacchio.<br />

sagra al “suo” prosciutto.<br />

Una tradizione di grande affidabilità e<br />

un microclima ideale per la stagionatura<br />

garantiscono la qualità del prosciutto di<br />

Guarcino, centro agricolo vicino Frosinone.<br />

La lavorazione ripete i metodi tradizionali,<br />

ma per la mistura usata per insaporire<br />

il prosciutto è utilizzato il vino rosso di<br />

buona struttura, unito a spezie, peperoncino<br />

e sugna. La stagionatura dura almeno<br />

15/16 mesi. Il prosciutto ha colore tra<br />

il rosso e il rosato semiopaco, la forma è<br />

leggermente allungata, il sapore molto<br />

sapido e aromatico. Sempre nel mese di<br />

luglio in paese ogni anno si organizza la<br />

“Sagra del Prosciutto”.


Per quanto riguarda salumi e prosciutti<br />

in particolare sono utilizzati prodotti<br />

nazionali di qualità.<br />

Sul fronte vini si privilegiano i bianchi<br />

– come Greco di Tufo e Falanghina – visto<br />

il felice abbinamento con il pesce, ma<br />

il titolare ci ricorda che “in un periodo<br />

di crisi come questa, mentre la cucina<br />

La Ricetta<br />

Spaghetti Santa Chiara<br />

Ingredienti:<br />

- 500 g di spaghetti<br />

- 400 g di frutti di mare (calamari, cozze,<br />

gamberetti, scampi, code di gambero)<br />

- 3/4 cucchiai di passata di pomodoro<br />

- Olio extravergine<br />

- Aglio<br />

- Peperoncino<br />

- Sale<br />

continua a funzionare molto bene grazie<br />

anche all’ottimo rapporto qualità/prezzo,<br />

ciò che più accusa il colpo è proprio il<br />

vino, acquistato meno di frequente”.<br />

Il Santa Chiara è uno di quei locali che<br />

riesce a coniugare bene l’ampiezza degli<br />

spazi con la qualità dell’offerta e il contenimento<br />

dei prezzi.<br />

Ristorante SANTA CHIARA<br />

Procedimento:<br />

fate soffriggere in olio extravergine uno<br />

spicchio di aglio e un peperoncino, poi<br />

aggiungete i calamari tagliati fini e di seguito<br />

le cozze, le vongole, i gamberetti, gli<br />

scampi, le code di gambero. Dopo qualche<br />

minuto macchiate con un po’ di pomodoro.<br />

Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti in<br />

abbondante acqua salata. Scolateli e fateli<br />

mantecare con il sugo per qualche minuto.<br />

Serviteli ben caldi.<br />

SpazioRegioni<br />

LAZIO<br />

33


3<br />

P


P<br />

3


SpazioRegioni<br />

TOSCAnA<br />

a cura di<br />

Giancarlo Ferraris<br />

Ristorante<br />

CASA MIA<br />

Loc. Malafrasca<br />

SIENA<br />

Tel. 0 0 0<br />

Notizie dalla TOSCANA<br />

Il Premio Giò Renti<br />

Associazione Culturale Enogastronomica<br />

Senese<br />

Strada Chiantigiana,<br />

SIENA<br />

tel. 0 . 0 0<br />

www.acesiena.it<br />

info@acesiena.it<br />

3<br />

Quando i Sapori genuini<br />

sono aromi raffinati<br />

Basterebbe lanciare un semplice<br />

sguardo alla sede che lo ospita per<br />

capire quale passione per la gastronomia<br />

e quali aromi senesi<br />

caratterizzano il<br />

Ristorante Enoteca<br />

Casa Mia. Immerso<br />

nei vigneti del<br />

Chianti e posto sulla<br />

Via Chiantigiana, il<br />

locale ha assunto un<br />

nome così familiare<br />

dal semplice fatto che<br />

il suo proprietario,<br />

Ettore Silvestri, è nato<br />

proprio in questa casa<br />

contadina, dove i genitori<br />

gestivano una<br />

locanda-trattoria. Un<br />

legame così forte con<br />

il mondo della ristorazione<br />

e con la terra<br />

senese si è tradotto in una cucina tradizio-<br />

L’attività del mangiare non è soltanto<br />

finalizzata a soddisfare un bisogno<br />

primario dell’essere umano, ma è anche<br />

un momento, oltre che di piacere, di<br />

convivialità, di dialogo tra le persone, di<br />

incontri tra idee diverse. Proprio per sviluppare<br />

questo concetto è nata l’ A.C.E.S.,<br />

l’Associazione Culturale Enogastronomia<br />

Senese, che si propone di diffondere e<br />

di promuovere la cultura, le tradizioni,<br />

l’enogastronomia, la storia, l’immagine e<br />

i prodotti tipici senesi attraverso manifestazioni,<br />

corsi di formazione, degustazioni<br />

e quant’altro; scopo dell’Associazione<br />

è anche quello di individuare tipicità<br />

alimentari e vinicole la cui produzione è<br />

legata ad un territorio specifico al fine di<br />

salvaguardarne la biodiversità e pro-<br />

nale, dove il termine tradizionale va inteso<br />

nel suo significato aulico ed inserito nel<br />

concetto della “cultura del mangiare”: una<br />

cucina ricca di piatti<br />

tipici locali nella cui<br />

preparazione viene<br />

posta una specifica<br />

attenzione alla scelta<br />

delle materie prime<br />

e alla ricerca del<br />

dettaglio. Al Ristorante<br />

Enoteca Casa<br />

Mia troviamo tortelli<br />

ripieni con pecorino<br />

romano e pepe<br />

pestato, girasoli con<br />

ripieno di burrata<br />

e filetto di pomodoro<br />

e basilico, pici<br />

all’agliona, spaghetti<br />

alla chitarra con ragù<br />

di cortile, spaghetti<br />

con sauté di cozze, vongole e verdure, ta-<br />

muoverne le produzioni ecosostenibili.<br />

Tra gli eventi organizzati ultimamente<br />

dalla A.C.E.S., il Premio Giò Renti – Omaggio<br />

a Giovanni Righi Parenti che è stato<br />

assegnato a Francesco, Giovanni e Marco<br />

Baroni Ricasoli Firidolfi per il loro grande<br />

contributo dato alla promozione della<br />

vitivinicoltura toscana, espressione di<br />

pregio del territorio senese e del Made in<br />

Italy nel mondo. Eredi di Bettino Ricasoli,<br />

personaggio di primo piano nelle vicende<br />

risorgimentali, Francesco, Giovanni<br />

e Marco hanno scritto nuovi capitoli<br />

nella storia del Chianti interpretando e<br />

concretizzando di fatto l’insegnamento<br />

di Giovanni Righi Parenti: soddisfare le<br />

esigenze del mercato senza sacrificare la<br />

qualità alle mode e alle abitudini.


gliatelle all’anatra, tagliata di Cinta grigliata,<br />

fiorentina sui carboni, oltre a verdure,<br />

semifreddi e dolci della casa.<br />

L’Enoteca annovera 400 etichette e 6.000<br />

bottiglie; sono presenti vini toscani come il<br />

Chianti Classico, il Nobile di Montepulciano<br />

e il Brunello di Montalcino, accanto ai<br />

quali trovano posto vini nazionali, bottiglie<br />

rare per intenditori e appassionati, grappe<br />

e oli extravergine di oliva. “Nella gestione<br />

della nostra attività – precisa Ettore – ab-<br />

La Ricetta<br />

Stinco di vitello al forno<br />

Ingredienti per 6 persone:<br />

- 2,5 kg circa di Stinco di vitello<br />

possibilmente di Chianina<br />

- salvia<br />

- rosmarino<br />

- aglio<br />

- sale e pepe<br />

- olio extravergine d’oliva<br />

biamo sempre privilegiato la componente<br />

familiare; io e mia moglie Gabriella teniamo<br />

molto a creare un rapporto diretto tra<br />

noi e i nostri ospiti, tra la cucina e la sala,<br />

dando vita così ad uno scambio continuo<br />

di proposte e di giudizi”. Per quanto riguarda<br />

la struttura, Casa Mia dispone di una<br />

sala principale con 60 posti e di una sala<br />

più raccolta con 30. Con la bella stagione<br />

è disponibile anche una veranda esterna<br />

con 40 coperti.<br />

Ristorante CASA MIA<br />

Procedimento:<br />

pestate le erbe aromatiche con l’aglio,<br />

il sale e il pepe, intaccate la carne e<br />

“pillottate”; cospargete tutta la carne<br />

leggermente oleata . Passate in forno<br />

a convenzione vapore a 150° per circa<br />

180 minuti a seconda del peso.<br />

Servite ben caldo.<br />

Vino in abbinamento: Nobile di Montepulciano<br />

SpazioRegioni<br />

TOSCAnA<br />

3


SpazioRegioni<br />

MARCHe<br />

a cura di<br />

Alessia Malloni<br />

Trattoria<br />

MARCHEGIANA<br />

Piazza Cairoli, 1<br />

Fabriano (AN)<br />

Tel. 0 32 2 00<br />

La Ricetta<br />

Petto di pollo alla marchegiana<br />

Ingredienti:<br />

- 400 g di petto di pollo<br />

- 2 uova intere<br />

- 100 g di prosciutto crudo<br />

- scaglie di tartufo<br />

- 50 g parmigiano grattugiato<br />

- panna e latte<br />

- farina<br />

- olio e sale<br />

3<br />

Semplicità e<br />

tradizione dal 1231<br />

Siamo a Fabriano, nel pieno entroterra<br />

marchigiano, in una piccola cittadina<br />

circondata da montagne, rinomata<br />

per le sue industrie e l’operosità dei suoi<br />

abitanti. Qui, dal 1231, tappa fissa e posto<br />

di ritrovo per gli abitanti<br />

è una trattoria situata in<br />

pieno centro storico, la<br />

Trattoria Marchegiana.<br />

Passando gli anni tra<br />

canti popolari, storie di<br />

paese, anonimi viaggiatori<br />

e personaggi del<br />

luogo, oggi è gestita<br />

da Romualdo Bartolini,<br />

fabrianese doc, ristoratore per passione.<br />

Per accontentare tutta la sua<br />

affezionata clientela, Romualdo ha<br />

diviso il locale in tre ambienti: il primo<br />

è la pizzeria, dove regna, ovviamente, la<br />

pizza, cotta nel forno a legna, che a Fabriano<br />

conoscono tutti per aver vinto per due<br />

anni consecutivi il premio “Pizza in piazza<br />

in Terre di Marca”; una delle pizze “vincitrici”<br />

è detta Europizza (mozzarella di bufala,<br />

pancetta affumicata, pomodori pendolini,<br />

cipolla, rucola e grana). Secondo ambiente<br />

Trattoria MARCHEGIANA<br />

è il ristorante, dove cucina lo chef Luca,<br />

giovane ma già con una grande esperienza<br />

alle spalle. Infine il terzo ambiente, l’enoteca<br />

o osteria, dove è possibile gustare del<br />

buon vino accompagnato da “stuzzicherie”<br />

tipiche locali, come la crescia<br />

con affettati e formaggi<br />

rigorosamente della zona,<br />

trippa, verdure al gratin. La<br />

cucina di questa trattoria<br />

rispetta la migliore tradizione<br />

marchigiana<br />

casereccia; gli<br />

ingredienti sono<br />

prevalentemente<br />

locali e le carni<br />

provengono<br />

da allevamenti<br />

intorno a Fabriano.<br />

Il tutto per presentare nel menu<br />

ottime carni alla griglia e arrosti e primi dai<br />

sapori semplici e genuini come le tagliatelle<br />

all’anatra o le varie zuppe. Da non<br />

perdere i dolci, rigorosamente fatti in casa.<br />

Per quanto riguarda i vini, la cantina offre<br />

circa cinquanta etichette, per la maggior<br />

parte di produttori locali.<br />

Preparazione:<br />

passate il petto di pollo nella farina prima, poi nell’uovo.<br />

Ponete dell’olio in una padella; quando l’olio sarà ben caldo, mettete<br />

il petto di pollo infarinato, cuocete bene su entrambe i lati, spolverate<br />

con le scaglie di tartufo, aggiungete il formaggio e le fette di prosciutto.<br />

Versate la panna e il latte (un paio di mestoli) e fate cuocere a fuoco


SpazioRegioni<br />

MARCHe<br />

3


SpazioRegioni<br />

UMBRIA<br />

a cura di<br />

Antonio Boco<br />

Ristorante<br />

Recanto<br />

c/o Valle Assisi Resort<br />

Via San Bernardino<br />

da Siena<br />

Tordandrea di<br />

Assisi (PG)<br />

Tel. 0 0 0<br />

Notizie dall’UMBRIA<br />

“I Rumori della<br />

Cucina”<br />

Seconda Edizione<br />

Concorso<br />

Unione Regionale<br />

Cuochi Umbri<br />

Informazioni:<br />

Ristorante Bigi Bigi<br />

tel. tel. 075.388160<br />

075.388160<br />

0<br />

La Magica atmosfera<br />

del recanto<br />

Spesso le città d’arte e le mete turistiche<br />

in genere sono avare di luoghi originali,<br />

specie sul fronte delle buone tavole.<br />

Assisi (e le colline<br />

circostanti), che tra<br />

queste mete è una<br />

sorta di icona, non fa<br />

eccezione, anche se le<br />

cose stanno lentamente<br />

cambiando. Tra gli<br />

indirizzi che sono nati<br />

con un’impostazione<br />

accattivante,<br />

riuscendo a<br />

unire qualità<br />

alle sacrosante<br />

aspettative<br />

culinarie di<br />

umbri e turisti,<br />

c’è senza dubbio<br />

il Recanto,<br />

ristorante dai<br />

tratti eleganti,<br />

A seguito del buon successo della prima<br />

edizione, torna il concorso I rumori della<br />

cucina, indetto dal Presidente Alviero Bigi<br />

e da tutta l’Unione Regionale Cuochi<br />

Umbri in collaborazione con la Cancelloni<br />

Food Service S.p.A.<br />

Il concorso prevede la realizzazione, da<br />

parte dei ristoranti aderenti, di un menu<br />

composto esclusivamente da piatti della<br />

tradizione del luogo realizzati con prodotti<br />

tipici umbri. E proprio in occasione<br />

del concorso, la Società Cancelloni ha<br />

realizzato un catalogo speciale tutto<br />

dedicato ai prodotti tipici umbri.<br />

Le portate dovranno essere esposte su<br />

un tavolo (la forma e il materiale del piatto<br />

in cui verranno presentate le pietanze<br />

inserito nello splendido contesto del<br />

Valle di Assisi Resort della famiglia Bianconi.<br />

Il nome la dice lunga, la vista sulla<br />

città di San Francesco<br />

è mozzafiato,<br />

l’atmosfera<br />

magica e rarefatta.<br />

Qui si può<br />

alloggiare per<br />

una vacanza di<br />

assoluto piacere,<br />

ma soprattutto<br />

si può visitare il<br />

ristorante.<br />

La formula è semplice<br />

e proprio per questo<br />

azzeccata. Materie prime<br />

genuine e di prim’ordine<br />

(del territorio, ovviamente,<br />

ma anche pescando<br />

qua e là le cose buone<br />

della penisola), sapori<br />

antichi che trovano una<br />

saranno a discrezione dei partecipanti).<br />

Una giuria composta da 4 membri<br />

(professionisti dell’URCU) assaggerà le<br />

pietanze e valuterà le stesse in base a tre<br />

parametri:<br />

- aspetto visivo;<br />

- aspetto degustativo;<br />

- abbinamento vino/piatto.<br />

Il punteggio di ogni ristorante verrà dato<br />

in busta chiusa e rimarrà anonimo.<br />

Tutte le buste verranno aperte alla fine<br />

del concorso durante una serata dedicata;<br />

per ogni ristorante è previsto un<br />

attestato di partecipazione, oltre a sei<br />

riconoscimenti per i sei migliori piazzamenti<br />

come: primo piatto, secondo<br />

piatto, dolce, miglior presentazione, sod-


dimensione attuale, decisamente contemporanea.<br />

Bello l’assortimento di salumi di maiali<br />

neri, così come le uova strapazzate al<br />

tartufo di Norcia. Tra i primi accompagna<br />

degnamente una fredda serata<br />

d’inverno l’orzotto<br />

con bruschetta<br />

all’olio, ma segnaliamo<br />

anche gli<br />

splendidi rigatoni<br />

al sugo umbro.<br />

L’Umbria, terra di<br />

grandi carni, non<br />

La Ricetta Ristorante RECANTO<br />

Risotto tartufato ai fiori rossi<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

- 400 g riso vialone nano<br />

- 200 g di radicchio rosso di Treviso<br />

- 1 grosso tartufo bianco<br />

- ½ bicchiere di vino bianco secco<br />

- 20 g di cipolla tritata<br />

- 200 g di burro<br />

- 50 g parmigiano grattugiato<br />

- 2 litri di buon brodo<br />

- sale e pepe<br />

disfazione del cliente e miglior abbinamento<br />

vino. Anche il pubblico presente<br />

in sala potrà partecipare all’elezione del<br />

migliore cuoco tramite la compilazione<br />

di un’apposita scheda di gradimento,<br />

che costituirà il parametro di valutazione<br />

per il premio soddisfazione del cliente.<br />

Le iscrizioni sono ancora aperte e la stesura<br />

del calendario delle serate è prevista<br />

per la metà del mese di gennaio.<br />

Informazioni e iscrizioni presso:<br />

Ristorante Bigi<br />

Strada Vestricciano Genna, 2 - Perugia<br />

Sig. Bigi, tel. 075.388160<br />

Cancelloni Food Service S.p.A.<br />

str. L. Ariosto, 10 - Magione (PG)<br />

Dott.ssa Cristina Panico, tel. 075.847771<br />

tradisce le attese con l’agnello scottadito<br />

con patate arrosto, o la sontuosa faraona<br />

alla leccarda con verdurine al vapore.<br />

Non mancano neppure alcuni piatti di<br />

pesce, mentre i dessert spaziano dalla<br />

torta al cioccolato e noci al millefoglie al<br />

caramello.<br />

Ovviamente presenti<br />

in carta gli<br />

ottimi oli extravergine<br />

e i vini prodotti<br />

direttamente<br />

dall’azienda agraria<br />

di proprietà.<br />

SpazioRegioni<br />

UMBRIA<br />

Preparazione:<br />

in una casseruola rosolate la cipolla con circa 50 grammi di burro,<br />

quindi aggiungete il radicchio lavato e tagliato a listarelle, e cuocete<br />

il tutto per 5 minuti.<br />

A questo punto versate il riso, fatelo tostare, annaffiatelo con il vino<br />

bianco e fatelo evaporare.<br />

Ora fate finire la cottura bagnando di tanto in tanto con il brodo, e<br />

alla fine togliete dal fuoco il riso, mantecatelo con il rimanente burro<br />

e parmigiano, aggiustate con sale e pepe, avendo cura di servire il<br />

piatto con le lamelle di tartufo bianco.<br />

V° Concorso enogastronomico<br />

nazionale per IPSSAR <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

“Città di Assisi”<br />

L’Istituto Professionale Alberghiero<br />

di Assisi indice per l’anno scolastico<br />

2009/<strong>2<strong>01</strong>0</strong>, il V° Concorso Enogastronomico<br />

Nazionale sul tema: “Esecuzione di<br />

un primo piatto di pasta farcita per celiaci,<br />

salsa di condimento, abbinamento<br />

enologico e relativo servizio”. Il Concorso<br />

è rivolto agli allievi del monoennio<br />

cucina e sala bar, e agli allievi del IV° e V°<br />

anno ristorazione. Si terrà presso l’Istituto<br />

Alberghiero di Assisi (sede di Via Eremo<br />

delle Carceri n. 19), nei giorni giovedì<br />

22, venerdì 23 aprile <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. è indirizzato agli<br />

Istituti Alberghieri d’Italia.<br />

Informazioni:<br />

Prof. Paolo Pani<br />

tel. 338.1463476<br />

pani.paolo@libero.it<br />

Istituto IPSSAR - Assisi<br />

Tel. 075.813054<br />

www.alberghieroassisi.it<br />

1


2<br />

P


RUBRICA<br />

DIVENTARE ESpERTI DEgUSTATORI<br />

DI<br />

gRAppE E ACQUAVITI<br />

Parla Ennio Baccianella, Presidente Regionale<br />

dell’Umbria dell’Associazione Nazionale<br />

Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />

Ricercare, tutelare e diffondere i<br />

valori tradizionali della grappa e<br />

delle acquaviti è uno degli obiettivi<br />

previsti dallo Statuto costitutivo<br />

dell’ANAG (Associazione Nazionale<br />

Assaggiatori di Grappa e Acquaviti<br />

– www.anag.it). “Non è solo questo<br />

il compito dell’Associazione” dichiara<br />

Ennio Baccianella Presidente della<br />

Delegazione dell’Umbria, “al primo<br />

punto dello Statuto è previsto che<br />

l’Associazione svolga attività di<br />

lotta all’alcolismo mediante lezioni<br />

sugli effetti collaterali dell’abuso<br />

dell’alcol. In questo periodo, in cui<br />

si parla moltissimo di prevenzione e<br />

sicurezza noi, durante i nostri corsi di<br />

formazione e le attività associative,<br />

dedichiamo ampio spazio all’insegnamento<br />

del bere in modo controllato<br />

e consapevole”.<br />

L’ANAG è stata fondata nel 1978 con<br />

il proposito di codificare e divulga-<br />

Prossimi Corsi<br />

Corsi di 1° livello<br />

A partire dal mese di febbraio<br />

<strong>2<strong>01</strong>0</strong>, saranno organizzati corsi<br />

di 1° livello per Assaggiatori di<br />

Grappa e Acquaviti a Perugia, Terni<br />

e Bastia Umbria. Il programma<br />

prevede 6 lezioni con cadenza<br />

settimanale, con inizio alle ore<br />

21.00, e una visita guidata in<br />

distilleria.<br />

re un metodo di valutazione della<br />

grappa e delle altre acquaviti e per<br />

consentire al consumatore scelte<br />

mirate tra prodotti di qualità. Ha<br />

sede presso la Camera di Commercio<br />

di Asti, ed è una Federazione di<br />

Associazioni Regionali a loro volta<br />

suddivise in Sezioni Provinciali.<br />

Queste ultime hanno il compito<br />

di organizzare i corsi per Aspiranti<br />

Assaggiatori e provvedere alla<br />

formazione permanente degli<br />

aderenti al sodalizio. Oltre ai corsi<br />

per assaggiatori, l’ANAG organizza<br />

anche seminari sull’acquavite d’uva,<br />

master sui distillati internazionali,<br />

serate di assaggio, incontri con i<br />

distillatori e seminari all’estero.<br />

“Durante i nostri corsi”, afferma Baccianella,<br />

“si insegna a riconoscere le<br />

varie tipologie di grappa (giovani,<br />

aromatiche, invecchiate e aromatizzate),<br />

oltre ai distillati di frutta e le<br />

Prossimi Appuntamenti<br />

3 a edizione di Acquavite Italia-Mostra<br />

Mercato Nazionale del Distillato.<br />

L’evento si svolgerà da venerdì<br />

29 a domenica 31 gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>,<br />

all’interno della Rocca Paolina<br />

a Perugia. è prevista una serie di<br />

appuntamenti tra cui degustazioni<br />

guidate di distillati Nazionali ed Esteri,<br />

degustazioni di sigaro toscano in abbina-<br />

Associazione Nazionale<br />

Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />

via Manzoni, 217 - Perugia<br />

tel. 075.394162<br />

anagumbria@alice.it<br />

www.anag.it<br />

acquaviti estere. Inoltre, si svolgono<br />

visite didattiche presso distillerie<br />

per imparare i segreti della distillazione.<br />

Perno centrale dei corsi è il<br />

tema della degustazione. Vengono<br />

affrontati i principi su cui la stessa si<br />

basa, l’analisi sensoriale, gli scopi, la<br />

tecnica e i sensi, l’acino dell’uva, la<br />

chimica, la distillazione, gli impianti<br />

e le disposizioni legislative.<br />

Dopo avere frequentato il 1° livello<br />

ed essere diventati Aspiranti Assaggiatori<br />

di Grappa ed Acquaviti, verrà<br />

rilasciato un attestato di frequenza<br />

al corso, che permetterà di iscriversi<br />

al corso di 2° livello e di sostenere gli<br />

esami per ottenere la Patente d’Assaggiatore.<br />

Informazioni al 338.9676936<br />

o anagumbria@alice.it.<br />

mento ad acquaviti, tour tra gli stand<br />

della Mostra Mercato e vendita<br />

delle migliori acquaviti italiane e<br />

internazionali.<br />

Ingresso libero.<br />

Orari di apertura:<br />

venerdì e sabato dalle ore 16.00<br />

alle ore 24.00 e domenica dalle<br />

ore 14.00 alle ore 20.00.<br />

Tutte le informazioni sul sito:<br />

www.acquaviteitalia.it


RUBRICA<br />

Luca Caviezel: maestro<br />

della gelateria moderna<br />

La Scuola Italiana di Gelateria ha<br />

ospitato, dal 10 al 13 novembre 2009,<br />

Luca Caviezel per un seminario-studio<br />

di tre giorni.<br />

L’incontro proposto è unico nel suo<br />

genere; ricordiamo, infatti, che Caviezel,<br />

conosciuto anche come il “chimico<br />

del gelato” ha improntato la storia<br />

della gelateria italiana moderna, non<br />

solo grazie ai suoi studi condotti in<br />

laboratorio - ricordiamo a tal proposito<br />

la tecnica del bilanciamento da<br />

lui introdotta - ma anche per le sue<br />

ricerche teoriche. I suoi libri, inerenti<br />

la scienza e la tecnologia del gelato e<br />

affini, risultano essere ancora gli unici<br />

strumenti validi per chi vuole avere<br />

un approccio competente ed esaustivo<br />

alla materia. Lo abbiamo incontrato<br />

presso l’Università dei Sapori<br />

di Perugia, dove ha sede la Scuola<br />

Italiana di Gelateria, e gli abbiamo<br />

rivolto alcune domande.<br />

Ci spiega la definizione di chimico in riferimento<br />

alla sua attività?<br />

Beh, io non sono chimico, però ho<br />

ritenuto che la chimica fosse la base<br />

per poter meglio gestire il nostro<br />

lavoro. Noi gelatieri lavoriamo<br />

con prodotti alimentari che sono<br />

evidentemente dipendenti da quelle<br />

che sono le trasformazioni chimiche,<br />

di conseguenza conoscere quanto<br />

meno le basi della chimica alimentare<br />

credo sia molto importante.<br />

Quanto è importante, quindi, il bilanciamento<br />

degli ingredienti nell’esecuzione del<br />

gelato?<br />

Si tratta di una tecnica che ho ereditato<br />

e assimilato un po’ dai tecnologi<br />

dell’industria, ma soprattutto da un<br />

grande maestro in questo campo,<br />

che è stato il Prof. Harbuckl che ha<br />

pubblicato negli Stati Uniti un testo<br />

base, un libro molto importante,<br />

oggi considerato una sorta di Bibbia<br />

del settore, un riferimento per tutti.<br />

Queste conoscenze ci hanno<br />

permesso poi di trasformare il<br />

valore della qualità nel settore della<br />

gelateria, in termini di cifre. Questa<br />

è una grande innovazione, credo<br />

che nessun altro settore nel campo<br />

dell’alimentazione possa dare valori<br />

qualitativi in cifre.<br />

Quindi quando noi leggiamo “gelato<br />

artigianale” dobbiamo fare un distinguo:<br />

un conto è il gelato artigianale, con la<br />

presenza di ingredienti preconfezionati, un<br />

conto è il gelato artigianale che nasce da<br />

un lavoro di dosaggio e selezione da parte<br />

del maestro gelatiere.<br />

Questo è fondamentale.<br />

Noi abbiamo<br />

delle regole ben<br />

precise che bisogna<br />

rispettare perché<br />

operiamo nel freddo;<br />

il gelato nasce e<br />

vive nel freddo e di<br />

conseguenza dobbiamo<br />

tener conto<br />

di questa caratteri-<br />

Specializzazioni:<br />

Il gelato per la ristorazione,<br />

quando il gelato sposa il salato<br />

9-10 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Il gelato da bere.<br />

L’arte del dolce freddo declinata nel bar:<br />

basi delle miscelazioni e degli abbinamenti.<br />

22–24 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

La pasticceria del gelatiere.<br />

Le basi della pasticceria fredda.<br />

Tecniche di costruzione e produzione.<br />

1–5 marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

UNIVERSITà DEI SAPORI<br />

Tel. 075.5729935 - Fax 075.5734611<br />

e-mail: uds@universitadeisapori.it www.universitadeisapori.it<br />

Sedi: Via Tornetta, 1 - Perugia<br />

Rocca Albornoziana, Via Feronia - Narni (TR)<br />

Palazzo del Gusto - Orvieto (TR)<br />

SCUOLA ITALIANA DI GELATERIA<br />

Via Tornetta, 1 - Perugia<br />

Tel. 075.5729935 - Fax 075.5734611<br />

www.scuolaitalianagelateria.it<br />

stica particolare, quindi rispettare<br />

alcune regole, come quelle che<br />

dosano la quantità e la qualità dei<br />

grassi, degli zuccheri, delle proteine…<br />

e via discorrendo.<br />

Tutto questo può essere misurato<br />

e trasformato grazie a ricette ben<br />

pensate, equilibrate, bilanciate.<br />

Quanti maestri gelatieri rispettano queste<br />

regole in Italia, secondo lei?<br />

Coloro che hanno seguito i corsi sicuramente<br />

rispettano queste regole,<br />

perché si rendono conto che così<br />

facendo sono loro i cosiddetti “comandanti<br />

del vapore”; al contrario,<br />

se utilizzano prodotti già pronti, lavoreranno<br />

come degli esecutori. Noi,<br />

invece, siamo dei creatori, vogliamo<br />

fare una ricetta ben pensata, studiata,<br />

approfondita. Proprio<br />

per questo ci definiamo<br />

artigiani, perché ogni<br />

giorno, se vogliamo,<br />

possiamo fare qualcosa<br />

di diverso. Se il cliente<br />

ci chiede qualcosa di<br />

particolare, noi siamo in<br />

grado di farlo, anche su<br />

commissione; è questa<br />

una prerogativa fondamentale<br />

dell’artigiano.<br />

Le decorazioni in zucchero e cioccolato. Introduzione<br />

all’arte dell’intaglio di frutta e<br />

verdura.<br />

8–10 marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Prossimi Corsi:<br />

Gelatiere - Professional gelato making<br />

- basic course for non Italian speaking<br />

8-26 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

Iscrizioni aperte, scadenza il 19/<strong>01</strong>/<strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

Gelatiere<br />

- corso in lingua italiana con rilascio di<br />

qualifica professionale riconosciuta ai<br />

sensi della legge 845/78.<br />

1-26 Marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

Iscrizioni aperte, scadenza 15/02/<strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

La Scuola Italiana di Gelateria è l’unica che rilascia qualifica professionale<br />

riconosciuta ai sensi della legge 845/78.


a cura di Massimo Valeri<br />

Lunedì 1 gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI<br />

LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E SUI<br />

REDDITI DI LAVORO AUTONOMO<br />

Versamento delle ritenute relative<br />

ai redditi di lavoro dipendente e<br />

assimilati e sui redditi di lavoro<br />

autonomo, corrisposti nel mese di<br />

dicembre 2009.<br />

IVA - CONTRIBUENTI MENSILI<br />

Termine per procedere alla<br />

liquidazione nonché al versamento<br />

dell’imposta eventualmente a debito<br />

relativa al mese di dicembre 2009.<br />

CONTRIBUTI INPS MENSILI<br />

Versamento all’INPS da parte dei<br />

datori di lavoro dei contributi<br />

previdenziali dei lavoratori<br />

dipendenti, relativi alle retribuzioni<br />

maturate nel mese di dicembre<br />

2009.<br />

IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI<br />

Termine per il versamento<br />

dell’imposta sugli intrattenimenti<br />

del mese di dicembre 2009.<br />

Lunedì 1 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

IVA COMUNITARIA - PRESENTAZIONE ELENCHI<br />

INTRASTAT ANNUALI<br />

Termine ultimo per la presentazione<br />

degli elenchi intrastat delle cessioni<br />

e/o acquisti intracomunitari<br />

effettuati nell’anno 2009 (operatori<br />

annuali).<br />

Martedì 1 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />

IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI<br />

LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E SU<br />

REDDITI DI LAVORO AUTONOMO<br />

Versamento delle ritenute relative<br />

ai redditi di lavoro dipendente e<br />

assimilati e sui redditi di lavoro<br />

autonomo, corrisposti nel mese di<br />

gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

IMPOSTA SOSTITUTIVA SULLA<br />

RIVALUTAZIONE DEL TFR<br />

Versamento del saldo dell’imposta<br />

sostitutiva sulla rivalutazione del TFR<br />

per l’anno 2009.<br />

IVA - CONTRIBUENTI MENSILI<br />

Termine per procedere alla<br />

liquidazione nonché al versamento<br />

dell’imposta eventualmente a debito<br />

relativa al mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

CONTRIBUTI INPS MENSILI<br />

Versamento all’INPS da parte dei<br />

datori di lavoro dei contributi<br />

previdenziali dei lavoratori<br />

dipendenti, relativi alle retribuzioni<br />

maturate nel mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

CONTRIBUTI INPS IVS - ARTIGIANI E<br />

COMMERCIANTI<br />

Ultimo giorno utile per il versamento<br />

dei contributi IVS - IV rata fissa 2009.<br />

IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI<br />

Termine per il versamento<br />

dell’imposta sugli intrattenimenti<br />

del mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />

AUTOLIQUIDAZIONE INAIL<br />

Ultimo giorno utile per procedere<br />

all’autoliquidazione Inail saldo 2009/<br />

rata <strong>2<strong>01</strong>0</strong> e pagamento della prima<br />

in caso di rateazione o unica rata.<br />

LA PAROLA AGLI ESPERTI<br />

Comunitaria 200 : INDICAZIONI OBBLIGATORIE NELLA CORRI-<br />

SPONDENZA E NEL SITO WEB<br />

Occhio alle sanzioni<br />

di Massimo Valeri - Commercialista<br />

studiomvaleri@libero.it<br />

In recepimento della direttiva CEE 58/2003,<br />

l’art. 42 della Legge 88/2009 ha introdotto<br />

l’obbligo per le società di capitali di inserire<br />

le informazioni, già contenute tra l’altro<br />

negli atti e nella corrispondenza, anche nel<br />

proprio sito internet.<br />

Riepilogando, quindi, i dati da indicare sia<br />

negli atti che nella corrispondenza (Contratti,<br />

Bilanci, Fatture, DDT, Ricevute Fiscali,<br />

Ordini, Note, Lettere, Fax, E-mail e qualsiasi<br />

altro documento emesso dalla società)<br />

sono:<br />

- Per tutte le società di capitali o di persone:<br />

o Denominazione;<br />

o Sede della Società;<br />

o Ufficio del Registro delle Imprese presso il<br />

quale è iscritta e numero di iscrizione;<br />

A chi di noi non è mai capitato di prenotare<br />

una camera d’albergo? Ma la nostra chiamata<br />

che valore ha? A seguito di questa<br />

siamo obbligati contrattualmente? Tutti<br />

questi interrogativi riguardano il cosiddetto<br />

contratto di albergo, diffusissimo<br />

nella prassi e nella nostra quotidianità. Il<br />

contratto di albergo è un contratto atipico<br />

in quanto non è oggetto di una disciplina<br />

organica da parte del legislatore italiano.<br />

Il codice civile, infatti, si limita a regolare<br />

solo alcuni aspetti del rapporto tra albergatore<br />

e cliente come il deposito in albergo,<br />

la responsabilità dell’albergatore ecc. Il<br />

contratto di albergo è definito come il<br />

contratto con cui una parte (albergatore),<br />

dietro corrispettivo di un prezzo, si obbliga<br />

a fornire all’altra (cliente) l’alloggio ed<br />

eventualmente il vitto e a prestare a essa<br />

tutti i servizi per rendere confortevole un<br />

soggiorno in locali organizzati per l’ospitalità<br />

retribuita. L’impresa alberghiera<br />

esercita - attraverso pubblicità, opuscoli<br />

informativi ecc. - una costante offerta dei<br />

propri servizi di alloggio rivolta ai poten-<br />

<strong>Orizzonte</strong><br />

o Eventuale stato di liquidazione della<br />

società a seguito di scioglimento;<br />

o Codice fiscale e partita IVA.<br />

- Per le sole società di capitali in più:<br />

o Capitale effettivamente versato e quale<br />

risulta dall’ultimo bilancio;<br />

o Eventuale esistenza di un unico socio<br />

(società unipersonali).<br />

Le società di capitali (S.p.a., S.r.l. e S.a.p.a.),<br />

inoltre, a decorrere dal 29 Luglio 2009, dovranno<br />

indicare tutte le informazioni di cui<br />

sopra, anche nel proprio sito Internet.<br />

Le sanzioni previste in caso di omissione negli<br />

atti, nella corrispondenza e nella rete telematica<br />

delle informazioni prescritte, vanno<br />

da € 20 a € 2.0 , per ciascun componente<br />

dell’organo amministrativo.<br />

IL CONTRATTO DI ALBERGO<br />

TRA ATIPICITà E RECENTI<br />

PRONUNCE DELLA CASSAZIONE<br />

di Alessandro Sorci - Avvocato Civilista e Societario<br />

Studio Sorci Commercialisti Avvocati Associati<br />

www.studiosorci.it<br />

ziali clienti. Secondo tale teoria, che viene<br />

confermata dall’attuale orientamento della<br />

Corte di Cassazione, il contratto si conclude<br />

nel momento in cui chi ha fatto la proposta<br />

(l’albergatore) viene a conoscenza dell’accettazione<br />

dell’altra parte (cliente).<br />

Elemento determinante nel rapporto scaturente<br />

dal contratto di albergo è la “prenotazione”<br />

del cliente la quale costituisce<br />

accettazione di una precedente proposta<br />

contrattuale formulata dall’albergatore. La<br />

prenotazione assume rilievo anche nelle<br />

ipotesi in cui venga effettuata ad opera<br />

dell’agenzia di viaggi che opera come<br />

mandataria dell’albergatore e che deve<br />

essere tenuta indenne da parte del cliente<br />

di quanto eventualmente già corrisposto<br />

all’albergatore. In ogni caso l’albergatore e<br />

il cliente, una volta perfezionato l’accordo,<br />

debbono adottare la diligenza richiesta dai<br />

contratti in generale. Il contratto di albergo<br />

sembra inquadrarsi nell’ambito dell’art.<br />

1336 c.c. la cosiddetta offerta al pubblico;<br />

ciò non esclude possibili future riqualificazioni<br />

dell’istituto.


...ED ESCLUSIVO<br />

Il Prosciutto Gran Fetta, come tutti i prodotti a marchio “Etruria”, è stato<br />

studiato in esclusiva per la ristorazione con l’intento di valorizzare le<br />

risorse e le tipicità del territorio dell’Italia Centrale. Prende ispirazione dalle<br />

remote tradizioni della norcineria rivisitandole in chiave moderna per offrire<br />

un prodotto che si caratterizza per facilità di utilizzo e resa all’uso prossima<br />

al 100%. La sua particolare lavorazione consente di avere infatti scarti<br />

Anno 2 - numero <strong>01</strong><br />

GENNAIO<br />

FEBBRAIO<br />

10<br />

Cancelloni Food Service SpA. Da oltre 40 anni al servizio della ristorazione.<br />

In collaborazione con:<br />

CARTA<br />

D’IDENTITà:<br />

NOME<br />

Gran Fetta<br />

COGNOME<br />

Etruria<br />

DENOMINAZIONE<br />

Prosciutto crudo stagionato<br />

ZONA DI LAVORAZIONE<br />

Norcia<br />

MATERIE PRIME<br />

Cosce di suino fresche di<br />

provenienza europee<br />

FASI DELLA LAVORAZIONE<br />

Disosso, squadratura, pulitura<br />

a coltello con rimozione della<br />

cotenna, salagione, pressatura<br />

tipica in stampo, riposo, lavaggio,<br />

asciugamento, sugnatura,<br />

stagionatura, confezionamento in<br />

busta sottovuoto<br />

PROPRIETÀ<br />

ORGANOLETTICHE<br />

Colore uniforme rosso-rosato del<br />

magro con striature di grasso<br />

bianco candido<br />

Profumo intenso e aroma fragrante<br />

Gusto tipico del nostro territorio<br />

Morbidità al taglio<br />

REQUISITI FISICI<br />

Peso medio Kg 5<br />

ridotti al minimo oltreché una forma che si adatta perfettamente all’affettatrice.<br />

La sua comprovata bontà lo elegge a protagonista in qualsiasi<br />

menù, da solo o abbinato agli ingredienti più vari, da quelli tradizionali ai<br />

più estrosi. Che dire poi dei vini. Come non pensare al giusto abbinamento<br />

con un Rosso di Montefalco o un Chianti Classico per sentirsi immersi nella<br />

fantasia dei sapori nostrani e nei ricordi delle nostre genuine tradizioni.


PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />

/// CARNE<br />

FRESCA<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

220082<br />

POLLO TZ<br />

CAMPESE<br />

“AMADORI”<br />

KG.1,7<br />

210078<br />

ARROSTO<br />

DI MAIALINO<br />

“SELEZIONE<br />

CANCELLONI”<br />

S/V KG.4<br />

/// La carne bovina irlandese<br />

200294<br />

REALE<br />

SQUADRATO<br />

S/O IRLANDA<br />

KG.6<br />

230000<br />

AGNELLO<br />

INTERO<br />

KG.12/14<br />

Lo scenario<br />

L<br />

’Irlanda è un paese fortemente vocato per<br />

l’allevamento del bestiame. Il pascolo e l’allevamento,<br />

sia bovino che ovino, svolgono in<br />

questo territorio un ruolo preponderante nella<br />

salvaguardia ambientale e nella caratterizzazione<br />

del paesaggio rurale.<br />

La carne bovina irlandese è particolarmente rinomata<br />

ed apprezzata dai consumatori ed ha<br />

potuto conquistare e mantenere questa considerazione<br />

oltre che per la qualità delle carni<br />

Box tecnico<br />

Il bestiame irlandese è equamente distribuito<br />

fra bovini da latte e bovini da carne. I capi<br />

allevati per la carne sono incroci fra diverse<br />

razze, quali: Charolais, Blue Belga, Limousine,<br />

Simmental e derivate; e le tradizionali autoctone<br />

Hereford, Aberdeen Angus. Quando si parla<br />

di carne bovina irlandese ci si riferisce ad un<br />

mercato rappresentato per un 35% da carne di<br />

manzo, per un 35% da carne di scottona, per<br />

un 15% da carne di vitellone e per un 15% da<br />

carne di vacca. Il sistema di produzione, tipicamente<br />

estensivo, si caratterizza per epoche di<br />

macellazione differenziate a seconda delle cate-<br />

In collaborazione con:<br />

anche per i metodi estensivi di allevamento, resi<br />

possibili dall’ampia disponibilità di pascoli (oltre<br />

3 milioni di ettari), che coprono il 73% della superficie<br />

agricola utile irlandese, e da un clima<br />

piovoso che assicura produzioni abbondanti.<br />

Il bestiame può così pascolare per gran parte<br />

dell’anno su distese di prati sempre verdi e rigogliosi,<br />

che conferiscono alla carne proprietà<br />

uniche, sempre più apprezzate oggi anche in ragione<br />

della crescente attenzione dei consumatori<br />

per i metodi di produzione e per la qualità<br />

dell’ambiente di provenienza dei prodotti.<br />

gorie animali. Più in particolare i manzi vengono<br />

macellati a 20-22 mesi, le scottone, ossia le<br />

femmine sopra all’anno che non hanno partorito,<br />

a 16-22 mesi, i vitelloni a 16-24 mesi e le<br />

vacche a fine carriera a 36-40 mesi.<br />

L’alimentazione è costituita essenzialmente da<br />

erba da pascolo, da aprile a novembre, e da fieno<br />

ed insilati per il resto dell’anno. La densità di<br />

allevamento può arrivare a 2 unità di bestiame<br />

adulto per ettaro di pascolo.<br />

Anche gli allevatori irlandesi, come quelli britannici<br />

e scozzesi, hanno negli ultimi tempi intensificato i<br />

metodi di produzione che una volta prevedevano<br />

il “tutto pascolo”, adottando tecniche di finissaggio<br />

nell’ultimo periodo di vita degli animali.<br />

Tendenze<br />

di mercato<br />

Con una produzione annuale di circa<br />

750.000 tonnellate di carne bovina, di cui<br />

più della metà esportata, l’Irlanda conta 6 milioni<br />

di capi di bestiame ed è il maggiore esportatore<br />

di carne bovina nell’emisfero settentrionale,<br />

con 500.000 tonnellate circa su base annua,<br />

50.000 delle quali esportate nel mercato italiano,<br />

che richiede in genere soltanto i tagli più<br />

nobili, dal filetto al roast-beef allo scamone. I<br />

produttori irlandesi che riforniscono il nostro<br />

mercato seguono per il loro bestiame una dieta<br />

particolare in modo da produrre il gusto e il colore<br />

richiesti dai consumatori italiani.


PESCE<br />

Box tecnico<br />

/// Le orate<br />

L<br />

’orata ha un corpo ovale allungato, molto<br />

compresso e ricoperto di grosse squame,<br />

bocca piccola, muso corto ed occhio grande. Su<br />

entrambe le mascelle sono presenti denti aguzzi.<br />

E’ dotata di una sola pinna dorsale e anale,<br />

due pinne ventrali e pettorali, e una pinna codale<br />

forcuta. La colorazione del dorso è grigio chiaro,<br />

i fianchi sono argentei con strisce brune e giallastre<br />

alternate.<br />

E’ una specie eurialina, ossia tollera agevolmente<br />

variazioni notevoli del grado di salinità, cosa che<br />

le consente di abitare anche le lagune e gli stagni<br />

costieri, dove generalmente migra all’inizio della<br />

Tendenze di mercato<br />

Lo scenario<br />

L<br />

’orata (Sparus aurata) deve il suo nome alla<br />

fascia dorata molto evidente sul capo, che<br />

la distingue dalle altre specie della famiglia degli<br />

Sparidi, cui appartiene.<br />

Vive lungo la fascia costiera, in prevalenza su fondali<br />

sabbiosi o in praterie costituite da una pianta<br />

acquatica molto presente nel Mar Mediterraneo<br />

che è la posidonia. Può vivere fino a 20 anni, superare<br />

i 5 kg di peso e arrivare ad un lunghezza<br />

massima di 70 cm.<br />

È uno dei pesci più apprezzati sul mercato per le<br />

carni bianche e sode, per il sapore delicato e la<br />

scarsità di lische. È un pesce di mare e di acque<br />

primavera per rimanervi fino all’inizio dell’inverno;<br />

poi torna in mare e per il periodo della riproduzione<br />

abita in acque più profonde.<br />

È una specie ermafrodita e alle nostre latitudini si<br />

riproduce tra ottobre e dicembre. L’ovario matura<br />

gradatamente e la deposizione delle uova, che<br />

hanno un diametro di circa 1 mm, avviene lungo<br />

un arco temporale che dura 3 mesi.<br />

I giovani vivono in gruppi non molto numerosi,<br />

mentre gli adulti cacciano isolati, soprattutto in<br />

estate. Si nutrono di molluschi e crostacei, che<br />

riescono a triturare grazie a sviluppati denti molariformi,<br />

ma anche di alghe. La ricerca del cibo è<br />

minuziosa e viene eseguita rovistando col muso<br />

nei fondali sabbiosi.<br />

Oggi il 90% circa delle orate vendute al consumo sono di allevamento. Il buon rapporto qualità/prezzo<br />

che ne deriva spiega il trend di crescita della domanda registrato negli ultimi anni.<br />

Nell’ambito dei prodotti ittici freschi importati, le orate sono al terzo posto per quantità (16.780 t nel<br />

2007). I principali mercati di approvvigionamento sono rappresentati da Grecia (77,8%, nel 2007),<br />

Turchia (9,1%) e Malta (5%). L’Italia rappresenta il principale acquirente del prodotto allevato greco, sia<br />

per la prossimità geografica sia per la buona qualità del prodotto. Le oscillazioni dei volumi acquistati<br />

dall’Italia influenzano addirittura l’andamento dei prezzi all’ingrosso in Grecia, dal momento che la quotazione<br />

delle orate greche si forma proprio sul mercato italiano.<br />

salmastre, molto<br />

diffuso non solo lungo le coste del Mediterraneo<br />

ma anche nel Mar Nero e nell’Atlantico orientale,<br />

dalle Isole Britanniche al Senegal. L’orata ben si<br />

presta anche all’allevamento in cattività, raggiungendo<br />

in 8-10 mesi la taglia commerciale in condizioni<br />

ottimali di temperatura (18-26 °C). In Italia<br />

l’allevamento, in vasche o in mare aperto, è diffuso<br />

nell’alto Adriatico, in Sardegna e in Toscana.<br />

Dal punto di vista qualitativo, ovviamente, sono<br />

migliori le orate allevate in mare aperto.<br />

Realizzato in collaborazione con<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Corso di Laurea Ecocal<br />

www.agr.unipg.it/ecocal<br />

In collaborazione con:<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

500030<br />

VONGOLE<br />

VERACI<br />

GRANDI<br />

500008<br />

ORATE<br />

GRECIA<br />

GR.300/<br />

400<br />

330<strong>01</strong>8<br />

TONNO<br />

AFFUMICATO<br />

“LA<br />

RIUNIONE”<br />

KG.2<br />

500<strong>01</strong>2<br />

ROMBO<br />

CHIODATO<br />

SPAGNA<br />

GR.1000/<br />

2000<br />

PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI


PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />

/// ORTOFRUTTA<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

100022<br />

CAVOL-<br />

FIORE<br />

10<strong>01</strong>30<br />

FUNGHI<br />

CHAMPI-<br />

GNONS<br />

/// Le mele Royal Gala<br />

100215<br />

ARANCE<br />

108<br />

100304<br />

MELE<br />

ROYAL<br />

GALA<br />

Lo scenario<br />

La mela Royal Gala rappresenta la varietà più<br />

importante del gruppo delle Gala, seguita dalla<br />

Mondial Gala. Insieme ad altre undici varietà<br />

coltivate dal Consorzio VOG (Consorzio delle<br />

Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige), la<br />

più grande organizzazione per la commercializzazione<br />

delle mele in Europa, anche la Royal<br />

Gala si può fregiare del marchio IGP riconosciuto<br />

alla Mela Alto Adige. Il principale produttore<br />

italiano di mele Royal Gala certificate IGP (oltre<br />

110.000 t nel 2008) è il Consorzio della mela<br />

Marlene.<br />

Benché un vecchio proverbio ci insegni che<br />

“una mela al giorno toglie il medico di torno”,<br />

i consumi di mele sono in calo, delineando una<br />

tendenza all’abbandono dei principi della dieta<br />

mediterranea soprattutto da parte delle giovani<br />

generazioni e mettendo a rischio la forma e la<br />

Box tecnico<br />

Dal punto di vista organolettico la Royal Gala<br />

ha sapore poco acido, aroma dolce, consistenza<br />

croccante. Deriva da un incrocio fra<br />

Kidd’s Orange e Golden Delicious.<br />

Si tratta di una mela piccola, solitamente rossa<br />

con una parte (circa un quarto lungo la buccia),<br />

a strisce verticali verdi o giallo-verde. La buccia<br />

è più sottile rispetto a quella delle altre varietà di<br />

mele e completamente priva di pezzature.<br />

Tendenze di mercato<br />

In collaborazione con:<br />

salute degli italiani.<br />

È per questo che la Commissione Europea ha<br />

finanziato una campagna di immagine nei tre<br />

Paesi da cui è partita l’iniziativa (Italia, Francia<br />

e Olanda), dal titolo “La mela. Il frutto dei molti<br />

piaceri”, volta a promuovere il consumo delle<br />

mele soprattutto fra i giovani.<br />

Oltre che per le buone qualità organolettiche,<br />

la Royal Gala risulta di particolare interesse<br />

per l’alta produttività e le ottime caratteristiche<br />

agronomiche. Inoltre ha il pregio commerciale di<br />

giungere a maturazione prima delle altre mele,<br />

arrivando sulle tavole degli Italiani, fresca e di<br />

stagione, verso la fine di agosto.<br />

È ideale per il consumo immediato, poiché se<br />

conservata a lungo tende a perdere il suo tipico<br />

aroma, tant’è che viene commercializzata fino<br />

alla fine di febbraio.<br />

L<br />

’Italia, leader in Europa assieme alla Francia, immette annualmente nel mercato circa 2 milioni di<br />

tonnellate di mele, prodotte per il 70% nel Trentino Alto Adige, quota che sale all’89% se si considerano<br />

anche le produzioni del Veneto, Friuli e Piemonte. Dal lato della domanda, i dati mostrano che<br />

le mele sono fra i frutti che in questi ultimi anni hanno maggiormente sofferto della crisi dei consumi.<br />

Nelle annate comprese tra 2000 e 2006 gli acquisiti al dettaglio delle famiglie italiane si sono infatti<br />

ridotti di ben il 16% in quantità (oltre 160.000 t).<br />

La contrazione dei consumi è stata particolarmente<br />

pesante fino al 2004, mentre si è arrestata<br />

successivamente, senza però recuperare i<br />

quantitativi persi (Fonte: Assomela – CSO).


SALUMI<br />

FORMAGGI<br />

Box tecnico<br />

/// La caciotta mista<br />

La caciotta mista di pecora è prodotta con<br />

una miscela di latte vaccino e ovino (in proporzioni<br />

variabili), pastorizzata e inoculata di<br />

idonei fermenti. Il fermento o “caglio” è di provenienza<br />

animale e viene preparato dal ventriglio<br />

(cioè una parte dello stomaco) essiccato e stagionato<br />

di bovino o ovino. Il caglio (in polvere, in<br />

forma liquida o in pasta) provoca la coagulazione<br />

della caseina in una massa granulosa detta<br />

“cagliata”, la quale, oltre alle proteine, contiene<br />

Tendenze<br />

di mercato<br />

a caciotta mista è diffusa soprattutto nelle<br />

Lo scenario Lregioni dell’Italia Centrale. Note sono infatti<br />

le caciotte prodotte in Toscana, Marche, Lazio,<br />

Umbria.<br />

Mentre il formaggio pecorino era conosciuto<br />

ed apprezzato sin dall’antichità, del formaggio<br />

misto di latte di pecora con quello di vacca non<br />

si trovano citazioni bibliografiche e soltanto la<br />

tradizione orale ne parla come di un prodotto<br />

nato nell’ambito delle aziende mezzadrili per<br />

recuperare il latte delle diverse e poche bestie<br />

allevate in ogni famiglia.<br />

Con tale mescolanza si ricavava principalmente<br />

la caciotta, la cui varietà oggi si differenzia a<br />

seconda del tipo e della quantità del latte oltre<br />

che per le tecniche di caseificazione. Diversi<br />

sono i metodi di lavorazione che prevedono:<br />

cagliazione e coagulazione del latte, frantuma-<br />

Realizzato in collaborazione con<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Corso di Laurea Ecocal<br />

www.agr.unipg.it/ecocal<br />

diverse quantità di grasso (a seconda che il processo<br />

sia stato effettuato su latte intero o parzialmente<br />

scremato), e i minerali e le vitamine<br />

che erano presenti nel latte di partenza.<br />

A questo punto la cagliata viene rotta in dimensioni<br />

di una noce, dopodichè la massa caseosa<br />

viene posta in apposite forme e lasciata sgrondare<br />

dal siero e quindi immersa nella salamoia<br />

per la salatura. Segue un periodo di maturazione<br />

che, se pur diverso nei modi e nella durata,<br />

comporta sempre una serie di processi fermentativi.<br />

Con riferimento al composito aggregato dei formaggi, la caciotta mista<br />

rientra fra i formaggi semiduri. L’attività di produzione tende ad essere<br />

localizzata in imprese medio-piccole, per cui il livello di concentrazione dei<br />

rispettivi segmenti è piuttosto basso. In Italia i consumi domestici di formaggi<br />

tipo “caciotta” sono stati pari a 8.255 t nel 2007, per una spesa complessiva<br />

di 68,3 milioni di €, rappresentando poco meno del 10% del consumo dei<br />

formaggi a pasta semidura (96.208 t) (SMEA, Rapporto 2008).<br />

zione della cagliata, compressione, premitura,<br />

sgocciolamento, scottatura e salatura, e variano<br />

a seconda del prodotto che si desidera<br />

ottenere.<br />

In collaborazione con:<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

240022<br />

PROSCIUTTO<br />

COTTO C/C<br />

S/P “GRAN<br />

DOLCEZZA<br />

TRINITÀ”<br />

KG.8<br />

310207<br />

PANNA<br />

PRIMA<br />

BLANCA 38%<br />

“DEBIC”<br />

LT.1<br />

24<strong>01</strong>05<br />

BRESAOLA<br />

“RIGAMONTI”<br />

INTERA S/V<br />

KG.2,5<br />

310002<br />

CACIOTTA<br />

MISTA DI<br />

PECORA<br />

“TREVALLI<br />

MONTAGNO-<br />

LO” KG.1,5<br />

PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI


PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />

/// ALIMENTARI<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

255111<br />

OLIVE NERE<br />

DENOCCIOLA-<br />

TE “DI VITA”<br />

CC.1700<br />

290025<br />

OLIO EXTRA<br />

VERGINE<br />

“OLITALIA”<br />

PET LT.5<br />

/// Le olive da tavola<br />

340008<br />

KETCHUP<br />

MONOPOR-<br />

ZIONE “GAIA”<br />

GR.12X132<br />

380<strong>01</strong>0<br />

CREMA<br />

CATALANA<br />

“ALSA”<br />

GR.516<br />

Lo scenario<br />

Le olive da tavola possono essere verdi<br />

(raccolte prima dell’invaiatura), cangianti<br />

(di colore rosato, raccolte un po’ prima della<br />

completa maturazione) o nere (raccolte in piena<br />

maturazione).<br />

L’impiego di olive come alimento per l’uomo ha<br />

origini antiche, tanto che già in corredi funebri<br />

egizi, risalenti a circa 3400 anni fa, sono state<br />

trovate ciotole ricolme di olive fra il cibo destinato<br />

al viaggio nell’aldilà dei defunti. I Romani<br />

Box tecnico<br />

Le olive non possono essere consumate tal<br />

quali, ma devono essere sottoposte a lavorazioni<br />

particolari, che vanno sotto il nome di<br />

“concia”, allo scopo di rimuovere l’oleuropeina,<br />

un composto fenolico molto amaro. Per le olive<br />

verdi il trattamento avviene principalmente con<br />

fermentazione (alla spagnola) o senza fermentazione<br />

(all’americana). Per le olive semimature<br />

il processo tipico è quello alla Californiana ovvero<br />

in salamoia (tra il 2,5% e il 10%) e al riparo<br />

dall’aria. Per le olive mature o nere si attua<br />

l’elaborazione al naturale in salamoia oppure in<br />

sale secco.<br />

Commercialmente le olive da tavola possono<br />

essere classificate in olive verdi in salamoia, oli-<br />

Tendenze<br />

di mercato<br />

La produzione mondiale di olive da tavola<br />

(1.800.000 t/anno) è ottenuta per il 40%<br />

in Europa, seguita da Turchia (12%), Stati Uniti<br />

(11%), Marocco (9%), Siria (7%).<br />

L’Italia, con circa 70.000 t, è al terzo posto nella<br />

comunità europea per la produzione, dopo Spagna<br />

e Grecia, e al secondo per il consumo dopo<br />

la Spagna. Circa l’80% della produzione proviene<br />

da Sicilia, Puglia e Calabria. Tale produzione<br />

è però insufficiente a coprire il fabbisogno interno<br />

(circa 150.000 t), per cui si ricorre all’importazione<br />

soprattutto da Spagna e Grecia.<br />

In collaborazione con:<br />

in epoca imperiale servivano le olive in tutte le<br />

cene.<br />

A differenza della Spagna e della Grecia, dove<br />

la produzione di olive da mensa è basata essenzialmente<br />

su due cultivar, rispettivamente la<br />

Manzanilla e la Gordal e la Conservolia e la Kalamata,<br />

in Italia il numero di cultivar destinate alla<br />

produzione di olive da tavola è molto elevato<br />

per cui l’offerta sul mercato è caratterizzata da<br />

forte difformità e frazionamento. Ciò da un lato<br />

rappresenta un punto di debolezza, dall’altro un<br />

punto di forza in termini di tipicità e differenziazione<br />

dei prodotti.<br />

ve nere in salamoia, olive sott’olio verdi o nere,<br />

con o senza nocciolo, e olive da essiccare raccolte<br />

a piena maturazione.<br />

Tra le cultivar specializzate adatte per la preparazione<br />

in verde si ricordano la Nocellara del Belice<br />

(DOP), la Nocellara etnea, la Sant’Agostino,<br />

la Bella di Cerignola (DOP), l’Intosso e l’Ascolana<br />

tenera (DOP). Quest’ultima, preparata anche con<br />

farcitura, è considerata tra le migliori cultivar da<br />

mensa italiane. Per la preparazione di olive nere<br />

si ricordano l’Ogliarola messinese, la Moresca,<br />

la Grossa di Cassano, la Majatica, l’Itrana e la<br />

Bosana. La siciliana Giarraffa è preparata sia in<br />

nero sia in verde. Ci sono poi cultivar da olio<br />

con drupe di media dimensione, come il Leccino,<br />

Intosso, Itrana, Tonda Iblea, Carolea, adatte<br />

anche alla produzione di olive da tavola.


SURGELATI<br />

/// I peperoni<br />

Lo scenario<br />

Il peperone (Capsicum annuum L.) è una pianta<br />

erbacea annuale appartenente alla famiglia<br />

delle Solanaceae, la stessa del pomodoro e<br />

della patata. Oltre al noto peperone, il genere<br />

comprende varie specie di peperoncini piccanti,<br />

ornamentali e dolci.<br />

È originario del Messico e di tutta l’America<br />

Centrale e del Sud. Fu introdotto in Spagna alla<br />

fine del XV secolo e nel secolo successivo si<br />

è diffuso soprattutto nelle zone mediterranee e<br />

balcaniche.<br />

La coltivazione di questa specie e le diverse destinazioni<br />

d’uso hanno determinato il diffondersi<br />

Box tecnico<br />

Il peperone è caratterizzato da un apparato<br />

radicale superficiale composto da un piccolo<br />

fittone e da numerose radici secondarie di ridotta<br />

dimensione. Il frutto è una bacca carnosa<br />

inizialmente verde, che a maturazione assume<br />

colorazione rossa o gialla di diverse tonalità. Il<br />

frutto contiene un alcaloide responsabile del sapore<br />

piccante, la “capsicina”, presente in quantità<br />

variabile nelle diverse cultivar.<br />

Il peperone viene coltivato in pieno campo nel<br />

periodo primaverile-estivo, con trapianto da aprile<br />

a giugno in file semplice o binate e densità di<br />

3 piante m2 . Negli ambienti litoranei meridionali<br />

Realizzato in collaborazione con<br />

Università degli Studi di Perugia<br />

Corso di Laurea Ecocal<br />

www.agr.unipg.it/ecocal<br />

di cultivar caratterizzate da una grande eterogeneità<br />

di forme, pezzatura e colore delle bacche.<br />

La scelta delle cultivar è condizionata anche<br />

dagli usi e costumi delle diverse aree in cui il<br />

prodotto si è diffuso e viene commercializzato.<br />

Le diverse tipologie coltivate in Italia si possono<br />

suddividere in quattro<br />

gruppi, a loro<br />

volta suddivisibili<br />

in più sottogruppi:<br />

1) squadrata;<br />

2) rettangolare;<br />

3) a trottola (es.<br />

Cuneo, Topepo);<br />

4) a corno (es. Corno<br />

di bue).<br />

può spingere il suo ciclo fino all’autunno.<br />

Predilige terreni soffici e freschi, di medio impasto<br />

o tendenzialmente sciolti, abbastanza fertili<br />

e con elevato regime idrico. Rifugge i terreni<br />

compatti che facilmente divengono asfittici. È<br />

molto sensibile alle variazioni di temperatura e<br />

di luminosità, nonché alle forti escursioni termiche<br />

tra il giorno e la notte; l’optimum di vegetazione<br />

si realizza nelle giornate di sole con temperature<br />

pari a 26°C di giorno e 16°C di notte.<br />

La raccolta del peperone avviene a mano, scalarmente<br />

in più turni e può durare per 3-4 mesi.<br />

I frutti possono essere raccolti ancora verdi, allo<br />

stadio di incipiente invasatura, o a maturazione fisiologica,<br />

quando la colorazione è rossa o gialla.<br />

Tendenze di mercato<br />

La superficie mondiale coltivata a peperone<br />

si attesta su 1,5 milioni di ettari. I maggiori<br />

produttori sono la Cina, seguita da Indonesia,<br />

Corea del Sud, Nigeria, Turchia e Spagna.<br />

Dopo la Spagna, l’Italia è il secondo Paese europeo<br />

per produzione e superfici investite, con<br />

circa 340.000 tonnellate di peperoni prodotti<br />

e 13.500 ettari coltivati in pieno campo e in<br />

serra (Istat, 2009). Le regioni maggiormente<br />

interessate dalla coltura sono Sicilia, Puglia,<br />

Campania, Calabria e Lazio.<br />

In collaborazione con:<br />

/// LA NOSTRA VETRINA<br />

250056<br />

GNOCCHI<br />

AI 4<br />

FORMAGGI<br />

“MANTOVA<br />

GNOCCHI”<br />

KG.5<br />

250615<br />

CARCIOFI<br />

SPICCHI<br />

“AGRIFOOD<br />

GRANDI<br />

PANIERI”<br />

KG.2,5<br />

250766<br />

STICK DI<br />

ORTAGGI<br />

PASTELLATI<br />

“PIZZOLI”<br />

(peperoni,<br />

zucchine,<br />

melanzane) KG.1<br />

320037<br />

PROFITEROL<br />

NERO<br />

VASSOIO<br />

“LA DONA-<br />

TELLA”<br />

GR.1200<br />

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PEr InFormAzIonI SullE noStrE ProPoStE ContAttArE l’AGEntE CAnCEllonI o l’uFFICIo ClIEntI<br />

/// BEVERAGE<br />

/// lA noStrA VEtrInA<br />

4<strong>01</strong>742<br />

PIGnolEtto<br />

SPumAntE<br />

Brut “QuAttroVIllE”<br />

lt.0,75<br />

402230<br />

PASSErInA<br />

oFFIDA ‘08<br />

“monCAro”<br />

lt.0,75<br />

/// Lo Chardonnay<br />

402140<br />

AmBASCIAtorE<br />

‘06<br />

“CAStElnuo-<br />

Vo tAnCrEDI”<br />

lt.0,75<br />

411042<br />

GrAPPA<br />

CHArDonnAY<br />

“DI SArno”<br />

lt.0,7<br />

lo scenario<br />

lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca<br />

originario della Provenza francese della<br />

zona di Champagne e della Borgogna. Sembra<br />

che il suo nome sia originario di un villaggio del<br />

Maconnais. Come molti vitigni, pare che abbia<br />

avuto origine nel Medio Oriente, anche se alcuni<br />

studiosi sostengono che sia nato nel territorio<br />

che va dalla attuale Slovenia all’Albania.<br />

In Italia veniva confuso inizialmente con il Pinot<br />

Bianco ma dopo il 1963, per merito degli studi<br />

dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige che<br />

impiantò un vitigno di Chardonnay in purezza<br />

proveniente dalla Francia, non fu difficile scoprire<br />

le differenze tra i due vitigni e verificare le<br />

superiori qualità dello Chardonnay.<br />

Oggi viene utilizzato con grande successo e ne<br />

è stata intensificata la produzione tanto che attualmente<br />

se ne coltivano oltre 11.800 ettari di<br />

tendenze di mercato<br />

In collaborazione con:<br />

vigna, perlopiù nel Nord Italia. Uva vigorosa e<br />

dall’alta resa, viene utilizzata per la creazione<br />

di spumanti e vini fermi ed è spesso preferito<br />

a vitigni più tradizionali. è vinificato in purezza<br />

o insieme ad altre uve ed utilizzato insieme al<br />

Pinot Nero e Pinot Menier per la creazione dello<br />

Champagne, mentre in Italia dà luogo ai migliori<br />

spumanti metodo classico. Si adatta perfettamente<br />

a quasi tutti i terreni e i climi, dando<br />

notevoli risultati in cantina, ed è considerato a<br />

ragione vitigno internazionale in quanto utilizzato<br />

in tutto il mondo. Essendo un vitigno molto<br />

“generoso”, per ottenere ottimi vini, bisogna<br />

limitarne la produzione a circa 30 hl/ha. Perde<br />

velocemente la sua acidità e quindi va studiato<br />

attentamente il momento della raccolta e vinificato<br />

immediatamente.<br />

Come per gli altri vitigni, lo scenario che si profila per il futuro, a meno che non si corra ai ripari, è<br />

di un mantenimento della qualità dei vini con una diminuzione però della quantità di uve prodotte.<br />

Questo a causa della crisi economica che si sta attraversando in questi ultimi anni, per la quale i prezzi<br />

di mercato sono decisamente scesi. Lo Chardonnay rimane uno dei vini preferiti dai viticoltori e anche<br />

dai consumatori, che lo possono trovare in vendita con fasce di prezzo che vanno da pochi euro ad<br />

alcune decine per le tipologie di vino e spumanti più pregiate.<br />

Box tecnico<br />

Vino per tutte le stagioni e da considerarsi<br />

a tutto pasto. Lo Chardonnay va servito ad<br />

una temperatura di 8-10 °C in calici di media<br />

grandezza mentre come spumante o Champagne,<br />

a circa 2 °C in meno e servito nelle classiche<br />

flûte. Nei vini fermi prevalgono profumi di<br />

banana, ananas, pesca, note minerali e floreali<br />

mentre negli spumanti regala profumi di crosta<br />

di pane, frutta secca esotica e fiori bianchi. è un<br />

ottimo aperitivo, ed è perfetto su tartine, crostini<br />

anche di fegato, voul au vent e grana a scaglie.<br />

Idoneo ad accompagnare tutti gli antipasti, in<br />

In collaborazione con:<br />

Associazione Italiana<br />

Sommeliers Umbria<br />

particolare con prosciutto e salame, va benissimo<br />

su primi a base di carne magra e con sughi<br />

di pesce in bianco. Con i secondi piatti, specie<br />

se di notevole struttura, si accompagna con orate<br />

al forno e può sostituire il Chianti Classico con<br />

il tradizionale caciucco alla livornese.<br />

Lo spumante a base Chardonnay, usato come<br />

“entrata” di una cena importante, accompagna<br />

benissimo una tartina di salmone o di foie gras.<br />

Perfetto con l’insalata di mare, può accompagnare<br />

tutta la serata unendolo a un risotto alla crema<br />

di scampi e proseguendo con delle mazzancolle<br />

e calamari arrosto. Da gustare la versione Blanc<br />

de Blancs con Chardonnay in purezza.


NO FOOD<br />

ATTREZZATURE<br />

/// L’affettatrice professionale<br />

tendenze di mercato<br />

l<br />

’Italia, nota per la secolare tradizione nel<br />

settore della norcineria, si colloca tra i maggiori<br />

produttori di affettatrici professionali nel<br />

mondo.<br />

Negli ultimi anni tuttavia il mercato italiano ha<br />

subito una forte flessione a causa di tre principali<br />

componenti: la saturazione del mercato<br />

lo scenario<br />

Per scoprire la nascita dell’affettatrice dobbiamo<br />

fare un salto nel passato alla fine<br />

dell’800 quando un macellaio olandese di nome<br />

Wilhelm Van Berkel, stanco di usare il coltello e<br />

desideroso di stupire i clienti offrendogli tagli di<br />

carne di forma regolare, inventò la prima affettatrice<br />

manuale (a volano).<br />

Dopo il successo dei primi modelli, che univano<br />

la semplicità di utilizzo alla qualità del taglio,<br />

Berkel decise di aprire nel 1898 la prima fabbrica<br />

di affettatrici che ben presto si diffusero in<br />

tutto il mondo. Lo sviluppo tecnologico, l’evoluzione<br />

dei modelli e la diffusione dell’affettatrice<br />

elettrica hanno reso questo strumento sempre<br />

più veloce, preciso e indispensabile per negozianti,<br />

ristoratori, e operatori del settore alimen-<br />

Box tecnico<br />

(dovuta alla durata lunga dei macchinari che non<br />

ne favorisce la sostituzione), l’attuale calo dei<br />

consumi e la concorrenza dei prodotti cinesi sicuramente<br />

più economici ma con requisiti qualitativi<br />

inferiori. Discorso diverso merita il settore<br />

domestico (delle “affettatrici giocattolo” come<br />

vengono chiamate dall’utenza professionale)<br />

dove la concorrenza cinese assume un peso<br />

senza dubbio più rilevante.<br />

tare che oggi possono scegliere tra differenti<br />

tipologie di macchine:<br />

Affettatrice a volano manuale: la prima, il modello<br />

essenziale, non necessita di energia elettrica<br />

e viene apprezzata e utilizzata ancora oggi<br />

Affettatrice automatica: con piano d’appoggio<br />

inclinato e verticale, impiegata in tutti i negozi<br />

e nelle attività dove si deve affettare velocemente<br />

in grandi quantità e in sicurezza<br />

Affettatrice verticale: molto diffusa in Italia<br />

per il taglio di salumi di grandi dimensioni e<br />

soprattutto con osso, grazie al braccio particolare<br />

(a cigno o colonnina) e al piatto che la<br />

compongono<br />

Affettatrice a gravità: la più popolare, si differenzia<br />

dalla verticale proprio per le dimensioni<br />

più ridotte: sono proprio il diametro della lama<br />

e la misura del piatto a determinarne modello<br />

e utilizzo.<br />

le caratteristiche principali comuni a tutte le affettatrici sono: i materiali con i quali vengono prodotte<br />

(l’alluminio anodizzato e l’acciaio inox per le parti a contatto con gli alimenti e i piedini in gomma<br />

a garanzia di stabilità del macchinario) e i sistemi di sicurezza conformi alle direttive della Comunità<br />

Europea. Ciò che distingue un’affettatrice ad uso casalingo da un’affettatrice ad uso professionale<br />

risiede prevalentemente nelle dimensioni e nelle componenti meccaniche che garantiscono risultati<br />

finali completamente diversi. Le affettatrici professionali si presume debbano lavorare tutto il giorno e<br />

spesso sono utilizzate da più persone, per cui devono essere prodotte nel rispetto di tutta una serie<br />

di normative molto rigide in termini di funzionalità, di qualità e in particolare di sicurezza. La dotazione<br />

di un affilatoio, ad esempio, garantisce alle affettatrici professionali una buona qualità di taglio e una<br />

maggiore durata della lama, così come motori in classe differente e molto più potenti consentono a<br />

queste di lavorare tutto il giorno, a differenza dei modelli ad uso casalingo che hanno un tempo massimo<br />

di utilizzo che non supera i 15 minuti.<br />

In collaborazione con:<br />

/// lA noStrA VEtrInA<br />

271<strong>01</strong>4<br />

SACCo<br />

PAttumIErA<br />

rInForzAto<br />

80x120<br />

KG.20<br />

800087<br />

“SADI” mAtIC<br />

ultrA PEr<br />

lAVAStoVI-<br />

GlIE KG.25<br />

310042<br />

AllumInIo<br />

PEllIColA<br />

BoX<br />

“ContItAl”<br />

mt.150<br />

mm.300<br />

AFFEttAtrICE<br />

Pro-<br />

FESSIonAlE<br />

SErIE<br />

“DollY”<br />

moD. 300/S<br />

lAmA Cm.30<br />

PEr InFormAzIonI SullE noStrE ProPoStE ContAttArE l’AGEntE CAnCEllonI o l’uFFICIo ClIEntI


NOTIZIE /// Dal Mondo Cancelloni<br />

Come una<br />

grande famiglia<br />

Come ogni anno e ogni buona tradizione che<br />

si rispetti, i Collaboratori della Cancelloni<br />

Food Service Spa, con i propri familiari, si sono<br />

ritrovati per festeggiare insieme il Natale e l’anno<br />

appena trascorso, pensando già agli impegnativi<br />

obiettivi del <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. E al pari di una grande<br />

famiglia, che diventa ogni anno più solida e più<br />

numerosa, sono stati festeggiati i “compleanni”<br />

di quei collaboratori che hanno raggiunto importanti<br />

traguardi di anzianità aziendale.<br />

Gli auguri e i ringraziamenti, con<br />

tanto di targhe premio, sono andati<br />

a:<br />

Giovanni Auricchio, Alessio<br />

Bozza, Elisabetta Carloni e<br />

Michela Pacilli per 10 anni,<br />

Claudio Agnolucci, Antonino<br />

Brugnoni e Luciano Valiani per<br />

15 anni,<br />

Nadia Marini che, con 25 anni,<br />

a significare un traguardo molto<br />

prestigioso, è stata premiata con un<br />

coupon viaggio e un augurio sincero<br />

di “Buone Vacanze” da parte di tutti i<br />

colleghi.<br />

Così la Presidenza:<br />

“Trovare Trovare dipendenti così fedeli, all’inter- all’inter- all’inter<br />

no di un mondo del lavoro caratterizzato da un<br />

alto turnover, è sicuramente un positivo segnale<br />

di benessere che ci inorgoglisce. Il ringraziamento<br />

va a tutto lo Staff che, con il proprio impegno<br />

e la propria dedizione rafforza anno dopo<br />

anno la nostra immagine e il nostro successo e<br />

soprattutto a tutti i Clienti che ci rinnovano ogni<br />

giorno la loro fiducia”.<br />

Il Mondo Cancelloni è un’iniziativa:<br />

Strada L. Ariosto, 41<br />

06063 Magione (PG)<br />

T. 075.847.771<br />

F. 075.847.77.77<br />

www.cancelloni.it<br />

info@cancelloni.it<br />

Progettazione a cura di:<br />

via alessi 28 perugia<br />

Tel. 328.455.51.82 / Fax 075.571.76.78<br />

www.iktome.it / info@iktome.it<br />

Comunicazione integrata<br />

Immagine coordinata<br />

Editoria<br />

Web<br />

Multimedia<br />

Offerte esclusive riservate ai lettori de Il Mondo Cancelloni.


AsiAgo Food spA<br />

Veggiano (Pd)<br />

Tel. 049.5082260<br />

Fax 049.5082270<br />

www.asiagofood.it<br />

BernArdini gAstone srl<br />

Cenaia Crespina (Pi)<br />

Tel. 050.644100<br />

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www.bernardinigastone.it<br />

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Giano dell’Umbria (Pg)<br />

Tel. 0742.847145<br />

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B:line<br />

San Sisto (Perugia)<br />

Tel. 075.3741227<br />

Fax 075.3748914<br />

b.line@agenzie-vodafone.it<br />

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Tel. 0541.74<strong>01</strong>02<br />

Fax 0541.741<strong>01</strong>8<br />

www.canuti.com<br />

cesAre regnoli & Figlio srl<br />

Bologna<br />

Tel. 051.222483<br />

Fax 051.269938<br />

www.regnoli.it<br />

Gli<br />

INSERZIONISTI<br />

cgM<br />

Pollenza (Mc)<br />

Tel. 0733.<strong>2<strong>01</strong>0</strong>25<br />

Fax 0733.<strong>2<strong>01</strong>0</strong>16<br />

www.cmgsurgelati.it<br />

clAi scA<br />

Sasso Morelli - Imola (Bo)<br />

Tel. 0542.55711<br />

Fax 0542.55777<br />

www.clai.it<br />

conserve itAliA soc. coop. AgricolA<br />

S. Lazzaro di Savena (Bo)<br />

Tel. 051.6228311<br />

Fax 051.6228312<br />

www.conserveitalia.it<br />

ennegi srl<br />

Spoleto (Pg)<br />

Tel. 0743.225171<br />

Fax 0743.225179<br />

www.ennegi.net<br />

ForMec BiFFi spA<br />

San Rocco di Porto (Lo)<br />

Tel. 0377.454<strong>01</strong><br />

Fax 0377.569331<br />

www.formec.it<br />

FresysteM spA<br />

Caivano (Na)<br />

Tel. 081.400816<br />

Fax 081.419059<br />

www.fresystem.com<br />

di questo numero<br />

FrieslAnd Foods<br />

proFessionAl itAly srl<br />

Nogarole Rocca (Vr)<br />

Tel. 045.6395234<br />

Fax 045.6395253<br />

www.debic.com<br />

guglielMo spA<br />

Copanello (Cz)<br />

Tel. 0961.911063<br />

Fax 0961.911143<br />

www.caffeguglielmo.it<br />

grAFiche Benucci srl<br />

Ponte San Giovanni (Pg)<br />

Tel. 075.394441<br />

Fax 075.394726<br />

www.grafichebenucci.it<br />

irrigAzione riccini srl<br />

Ponte Felcino (Pg)<br />

Tel. 075.5918<strong>01</strong>0<br />

Fax 075.5913103<br />

www.riccini.it<br />

ModulAr spA<br />

San Vendemiano (Tv)<br />

Tel. 0438.7714<br />

Fax 0438.778399<br />

www.modular.it<br />

pizzoli spA<br />

Budrio (Bo)<br />

Tel. 051.6924511<br />

Fax 051.6920293<br />

www.pizzoli.it<br />

pucciuFFicio<br />

Perugia<br />

Tel. 075.50592.1<br />

Fax 075.50592.50<br />

www.pucciufficio.com<br />

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