2010_01 (PDF) - Orizzonte
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anno 5 - numero 1<br />
gennaio/febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Nr. Iscrizione 45/2006<br />
R.P. Tribunale di Perugia <strong>01</strong>/08/06<br />
www.rivistaorizzonte.com<br />
redazione@rivistaorizzonte.com<br />
Editore<br />
Innovazione S.r.l.<br />
Via Garibaldi, 93<br />
06063 Magione (PG)<br />
Tel. 075-8472263<br />
Fax 075-8478170<br />
Ufficio Pubblicità<br />
info@innovazione2006.com<br />
Direttore Responsabile<br />
David Mariotti Bianchi<br />
Redazione<br />
orizzonte@sifa.it<br />
Collaboratori<br />
ANAG<br />
Giorgio Apostoli<br />
Ennio Baccianella<br />
Erica Battellani<br />
Enrico Bertoli<br />
Antonio Boco<br />
Paolo Braconi<br />
Mario Clelio Corradi<br />
Giancarlo Ferraris<br />
Gianna Ferretti<br />
Massimo Infarinati<br />
Alessia Malloni<br />
Aldo Neri<br />
Stefano Passeri<br />
Andrea Pioppi<br />
Alessandro Sorci<br />
Università dei Sapori<br />
Massimo Valeri<br />
On.le Luca Zaia<br />
Partner Editoriale<br />
SIFA S.r.l.<br />
Via Pievaiola, 45<br />
Perugia<br />
Stampa<br />
Grafiche Benucci S.r.l.<br />
Perugia<br />
SU QUESTO<br />
I N T H I S I S S U E<br />
NUMERO<br />
EDITORIALE<br />
SETTE Il Prosciutto: un’eccellenza italiana<br />
FOCUS<br />
OTTO Gli Appuntamenti dedicati al prosciutto<br />
Redazione<br />
NOVE Prosciutto Toscano DOP<br />
Aldo Neri, Presidente Consorzio Prosciutto Toscano DOP<br />
UNDICI La Battaglia contro l’Agropirateria<br />
On.le Luca Zaia, Ministro delle Politiche Agricole<br />
Alimentari e Forestali<br />
TREDICI Coldiretti: commercializzazione,<br />
contraffazione e mercato del prosciutto<br />
Giorgio Apostoli, Responsabile Zootecnia Coldiretti<br />
QUATTORDICI Il prosciutto: la lavorazione<br />
Stefano Passeri<br />
SEDICI Allevamento allo stato brado e<br />
allevamento intensivo<br />
Mario Clelio Corradi e Stefano Passeri<br />
DICIOTTO I presidi Slow Food<br />
Erica Battellani<br />
DICIANNOVE I grandi prosciutti in Italia e in Europa<br />
Erica Battellani<br />
VENTIDUE Il prosciutto cotto<br />
Mario Clelio Corradi<br />
VENTITRE Non solo suino<br />
Massimo Infarinati<br />
VENTICINQUE Ad ogni prosciutto il vino giusto<br />
Antonio Boco<br />
VENTISEI Perna e perexsuctus: il prosciutto nella storia<br />
Paolo Braconi<br />
VENTOTTO Prosciutto: qualità e proprietà nutrizionali<br />
Enrico Bertoli e Gianna Ferretti<br />
SPAZIO ALLE REGIONI<br />
TRENTADUE Il Lazio<br />
Erica Battellani<br />
TRENTASEI La Toscana<br />
Giancarlo Ferraris<br />
TRENTOTTO Le Marche<br />
Alessia Malloni<br />
QUARANTA L’Umbria<br />
Antonio Boco<br />
RUBRICHE<br />
QUARANTATRE Formazione<br />
Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />
QUARANTAQUATTRO Formazione<br />
Università dei Sapori<br />
QUARANTASEI La parola agli esperti<br />
Massimo Valeri, Alessandro Sorci<br />
QUARANTASETTE IL MONDO CANCELLONI
<strong>Orizzonte</strong> ha scelto di dedicare il focus di<br />
questo numero ad uno dei prodotti che<br />
meglio rappresentano il Made in Italy<br />
gastronomico, uno dei fiori all’occhiello<br />
della norcineria nazionale. Un prodotto<br />
tanto diffuso nel nostro Paese da assumere<br />
forme diverse da Regione a Regione<br />
e, a volte, da Comune a Comune. A<br />
dimostrazione di come faccia parte delle<br />
nostre tradizione, della nostra identità,<br />
delle nostre radici. E di come abbia affinato<br />
le tecniche di produzione nel corso<br />
dei secoli, fino a diventare un’eccellenza<br />
italiana.<br />
Grazie a questo lungo percorso il prosciutto<br />
è riuscito ad arrivare a punte di<br />
eccellenza qualitativa tali da determinare<br />
fenomeni di contraffazione in tutto il<br />
mondo. I più colpiti in questo senso sono<br />
i prodotti tutelati da marchi comunitari<br />
(IGP e DOP), ma associazioni come<br />
Coldiretti, Cia e lo stesso Ministero delle<br />
politiche Agricole e Alimentari, si stanno<br />
impegnando molto per contrastare questo<br />
reato. Un crimine che colpisce non<br />
solo chi lavora nel settore, con un danno<br />
EDITORIALE<br />
Il Prosciutto,<br />
un’eccellenza italiana<br />
economico per l’intero sistema paese, ma<br />
che rischia di colpire anche la salute dei<br />
cittadini.<br />
Il prosciutto, quindi, come uno dei simboli<br />
positivi dell’Italia, come un biglietto<br />
da visita che ci presenta nel mondo: per<br />
questo è importante capire e conoscere.<br />
Così, in questo numero, abbiamo cercato<br />
di spiegare come si produce un prosciutto,<br />
dall’allevamento del suino alla stagionatura<br />
del salume; abbiamo parlato<br />
di alcuni dei migliori d’Italia e d’Europa,<br />
e dei prodotti non a base di suino e<br />
abbiamo mostrato come sia possibile,<br />
grazie proprio al prosciutto, preparare<br />
uno spuntino veloce di qualità. Come<br />
sempre, inoltre, abbiamo proposto una<br />
serie di suggerimenti per l’abbinamento<br />
con il vino.<br />
Non abbiamo dimenticato, poi, l’importanza<br />
storica di un prodotto come<br />
questo, che ha avuto origine millenni fa<br />
per la necessità di conservare la carne<br />
di suino e che si è evoluto nel corso dei<br />
secoli. Un prodotto che, diversamente<br />
da altri salumi, si distingue anche per le<br />
David Mariotti Bianchi<br />
Il prosciutto è<br />
riuscito ad arrivare<br />
a punte di<br />
eccellenza tali da<br />
determinare<br />
fenomeni di<br />
contraffazione<br />
in tutto<br />
il mondo.
<strong>2<strong>01</strong>0</strong> GennAIO<br />
SUA MAESTà IL MAIALE<br />
dal 15 Gennaio tutti i weekend fino<br />
al 21 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Valceno e Solignano, Parma<br />
Il progetto “Sua Maestà il Maiale” nasce<br />
nel 1994 da un’idea della Pro Loco di<br />
Varano de’ Melegari con la collaborazione<br />
dei ristoranti della zona, con l’intenzione<br />
di rivalutare il vero protagonista<br />
della cultura gastronomica<br />
della terra parmense: il maiale. Da<br />
qui, attraverso Valceno in Tavola, viene<br />
riscoperto il piacere dei piatti suini,<br />
la raffinatezza delle sue carni e dei<br />
suoi salumi.<br />
Nel cuore di Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>, dal 15 al<br />
17, ecco le chicche di Valceno in Tavola.<br />
Maiale mon amour, da venerdì 22 a<br />
domenica 24 Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong> gran<br />
galà della rassegna gastronomica<br />
Valceno in Tavola.<br />
I giorni della merla… e di Sua Maestà il Maiale, dal<br />
29 al 31 Gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. Altri appuntamenti<br />
anche a Febbraio con:<br />
San Valentino romantico… con Sua Maestà il<br />
Maiale, da venerdì 12 a domenica<br />
14 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong> le coppie golose<br />
Il PROSCIUTTO<br />
IN LIBRERIA<br />
Salumi fai da te<br />
di Luigi Grazia, Fabio Zambonelli<br />
Il Sole24ore Edagricole<br />
La lavorazione amatoriale delle carni.<br />
Questo libro è dedicato ai cultori del<br />
“fai da te” anche nella preparazione di<br />
salumi e affettati. Come fare? Occorrono<br />
un locale idoneo, tagli di carne di<br />
qualità, conoscere bene i procedimenti<br />
da seguire, le “ricette” con le quantità<br />
necessarie di ogni taglio e di ogni<br />
altro ingrediente, avere attenzione per<br />
gli aspetti igienici. In questo libro gli<br />
autori forniscono tutte le informazioni<br />
necessarie.<br />
possono festeggiare con Valceno in<br />
Tavola.<br />
Chiusura con il botto per Sua Maestà il Maiale,<br />
ultimo weekend di Valceno in Tavola<br />
dal 19 al 21 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
<strong>2<strong>01</strong>0</strong> FeBBRAIO<br />
MIA<br />
Mostra Internazionale<br />
dell’Alimentazione.<br />
Dal 21 al 24 Febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Fiera di Rimini<br />
Da 40 anni Mia rappresenta il principale<br />
punto di riferimento per chi<br />
opera nell’ambito della ristorazione<br />
extradomestica. Si rivolge ai gestori<br />
di ristoranti, pizzerie, fast food, take<br />
away, società di catering e ristorazione<br />
collettiva.<br />
Lo spazio espositivo è suddiviso in 6<br />
aree tematiche:<br />
Frigus, sezione dedicata al prodotto<br />
alimentare surgelato.<br />
Catering, prodotti e attrezzature per<br />
l’alimentazione fuori casa.<br />
Specialità regionali italiane ed estere, prodotti<br />
tipici, alla riscoperta dei sapori di un<br />
Le terre del prosciutto di Modena. Storia, itinerari,<br />
gastronomia<br />
di Andrea Grignaffini<br />
Cairo Publishing<br />
Una storia millenaria racconta che il<br />
Prosciutto di Modena è dolce, intenso e<br />
profumato perché durante il lungo periodo<br />
della stagionatura riceve il “bacio<br />
del Cimone”, un sublime refolo di vento<br />
che scende a valle dall’Appennino.<br />
Affetto in cucina. I salumi tipici e le ricette della<br />
cucina regionale italiana<br />
di Maurizio Falloppi, Luigi Parolin, Amedeo<br />
Sandri<br />
Editore Terra Ferma<br />
Il volume propone una descrizione dei<br />
salumi tipici delle varie regioni d’Italia,<br />
di cui vengono illustrate caratteristiche<br />
e qualità. Presenti numerose ricette di<br />
primi, secondi e piatti completi, anche<br />
Appuntamenti<br />
tempo.<br />
Bio Catering, dedicata al prodotto biologico<br />
consumato fuori casa. Sandwich<br />
& Snacks, dove verranno presentate<br />
le ultime novità in tema. Gluten Free,<br />
vetrina dedicata ai prodotti privi di<br />
glutine.<br />
Logistica, soluzioni logistiche e di<br />
magazzino insieme ai software e<br />
trasporti per il food & beverage.<br />
<strong>2<strong>01</strong>0</strong> MAGGIO<br />
FESTA DEL PROSCIUTTO CRUDO DOLCE<br />
D.O.P.<br />
Dal 21 al 23 Maggio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Montagnana (Padova)<br />
è un appuntamento enogastronomico<br />
di primo piano che ha lo<br />
scopo di promuovere i prodotti<br />
tipici della zona: il prosciutto dolce<br />
DOP, i vini DOC della Cantina<br />
di Merlara, i formaggi Asiago e<br />
Grana Padano a marchio DOP, i<br />
Freschissimi. Durante i tre giorni<br />
di festa, accanto alle degustazioni<br />
ci saranno i tradizionali mercati<br />
dell’artigianato, animazioni in<br />
piazza e mostre.<br />
con foto, che prevedono l’utilizzo di<br />
salumi ed insaccati.<br />
Processo al maiale: inchiesta semiseria su vita,<br />
morte e miracoli “dal nimal” bene o male<br />
fattore dell’umanità.<br />
di A. Beretta<br />
Ed. Monbosco<br />
Il volume raccoglie gli atti del Convegno<br />
dedicato al maiale, che si è svolto<br />
a Pavia nel 2000. L’Alta Corte di Gola<br />
e Accidia ha giudicato il maiale sotto<br />
accusa per attentato alla linea e alla<br />
salute, produzione e spaccio di salumi<br />
stupefacenti. I testimoni della difesa e<br />
dell’accusa hanno analizzato la vita del<br />
maiale, quindi la morte, confrontandosi,<br />
con argomenti seri e faceti, scientifici e<br />
letterari, sempre suffragati da prove a<br />
favore e contro, giungendo alla piena<br />
assoluzione dell’imputato.
Il PROSCIUTTO<br />
NELLA RETE<br />
http://www.ivsi.it/<br />
Portale dell’IstitutoValorizzazione<br />
Salumi<br />
Italiani, Consorzio<br />
nato nel 1985<br />
a difesa dei salumi<br />
italiani, prodotto pregiato della<br />
gastronomia nazionale. Il sito è ricco<br />
di informazioni di carattere generale,<br />
ma anche specifiche legate a norma-<br />
tive e indicatori economici.<br />
http://www.prosciuttodiparma.com<br />
Sito del Consorzio del Prosciutto di<br />
Parma, uno dei<br />
prosciutti più famosi<br />
del mondo.<br />
All’interno, sezioni<br />
dedicate alla<br />
storia di questa<br />
delizia gastronomica<br />
italiana, alla sua lavorazione, ma<br />
anche consigli su come conservarlo e<br />
ricette su come utilizzarlo.<br />
http://www.prosciuttosandaniele.it<br />
Sito del Consorzio del Prosciutto San<br />
Daniele, Consorzio<br />
nato a protezione<br />
di questo<br />
prodotto DOP<br />
italiano; all’interno<br />
ampia descrizione<br />
celebrativa<br />
del territorio da cui nascono questo e<br />
molti altri prodotti gastronomici.<br />
http://www.museidelcibo.it/prosciutto.<br />
asp<br />
Sito di una sezione del museo del<br />
cibo, ampio complesso<br />
museale<br />
realizzato a Parma<br />
e dedicato a tutti<br />
i suoi prodotti più<br />
tipici, tra cui il Pro-<br />
sciutto di Parma.<br />
Il Prosciutto Toscano è uno dei<br />
pilastri della gastronomia toscana<br />
e nasce da un’antica tradizione dei<br />
contadini della regione, che, nel<br />
periodo invernale, macellavano il<br />
maiale ingrassato con passione per<br />
un anno, trasformandolo<br />
in salumi destinati<br />
al consumo familiare. è<br />
intorno al XV secolo, al<br />
tempo dei Medici, che la<br />
produzione del Prosciutto<br />
Toscano viene rego-<br />
lamentata con disposizioni<br />
riguardanti l’intero<br />
processo produttivo e<br />
addirittura sanzioni nei<br />
casi di irregolarità.<br />
A rendere unico il Prosciutto Toscano<br />
sono il clima di questo territorio<br />
e la tradizionale tecnica produttiva<br />
che prevede l’utilizzo di essenze aromatiche<br />
durante la fase di salatura.<br />
Il territorio toscano è vasto e soprattutto<br />
molto vario, e il maiale ha un<br />
posto d’onore, regalando salumi<br />
unici che si sposano perfettamente<br />
al pane “sciocco” e al vino, rappresentando<br />
l’essenzialità della cucina<br />
toscana.<br />
Al fine di custodire questo patrimonio<br />
culturale e gastronomico, i produttori<br />
hanno ritenuto opportuno<br />
stabilire, in un disciplinare di produzione,<br />
il metodo da seguire per<br />
ottenere un prodotto unico dotato<br />
di specifiche caratteristiche. Con tale<br />
scopo nel 1990 è stato costituito il<br />
Consorzio del Prosciutto Toscano<br />
che riunisce attualmente 22 aziende<br />
toscane le quali hanno richiesto<br />
all’Unione Europea il riconoscimento<br />
comunitario della Denominazione di<br />
Origine Protetta (DOP) conseguito<br />
nel 1996 (Reg. CE 1263/96).<br />
Il Consorzio, inoltre, ha conseguito<br />
anche il riconoscimento ministeriale<br />
ai Consorzi di tutela delle DOP e IGP,<br />
che conferisce più poteri di tutela e<br />
valorizzazione, con la facoltà di agire<br />
per contrastare abusi, atti di pirateria<br />
e contraffazione. Il Consorzio, infatti,<br />
Aldo Neri<br />
Presidente Consorzio<br />
Prosciutto Toscano DOP<br />
dispone di un proprio Agente Vigilatore<br />
che, in collaborazione con il Dipartimento<br />
dell’Ispettorato Centrale della<br />
tutela della qualità e repressione<br />
frodi agroalimentari (ICQRF), opera<br />
sul territorio per contrastare abusi e<br />
frodi sulla denominazione<br />
con la possibilità di<br />
intervenire direttamente<br />
anche con sanzioni<br />
amministrative.<br />
Questa azione è fondamentale<br />
per contrastare<br />
i numerosi “falsi” presen-<br />
ti sul mercato e anche<br />
sul web.<br />
Il Consorzio si occupa,<br />
inoltre, della promozione,<br />
valorizzazione e tutela della DOP<br />
Prosciutto Toscano. Svolge azioni<br />
di formazione e informazione nelle<br />
scuole, presso la GDO, partecipa a<br />
eventi e fiere in Italia e all’estero,<br />
collabora con Enti e Università per il<br />
miglioramento qualitativo della produzione;<br />
tutela gli interessi della denominazione<br />
e promuove la conoscenza<br />
a tutti i livelli. Considerando,<br />
inoltre, la forte diffusione e il forte<br />
impatto sociale dei social network,<br />
è stato creato un profilo ufficiale del<br />
Consorzio su Facebook e un gruppo<br />
aperto a tutti per condividere la passione<br />
e l’apprezzamento per il vero<br />
Prosciutto Toscano DOP.<br />
La produzione attuale di Prosciutto<br />
Toscano DOP è di circa 300.000 unità,<br />
e di circa 2.300.000 vaschette di<br />
affettato preconfezionato. A livello<br />
nazionale, in termini di quantità, il<br />
Prosciutto Toscano DOP si colloca<br />
al terzo posto dopo il Parma e il San<br />
Daniele.<br />
CONSORZIO<br />
DEL PROSCIUTTO TOSCANO<br />
Via Giovanni dei Marignolli 21/23<br />
5<strong>01</strong>27 Firenze (FI)<br />
Tel./Fax +39 (0)55 3215115<br />
www.prosciuttotoscano.com<br />
info@prosciuttotoscano.com<br />
consorzioprosciuttotoscano@<br />
pec.prosciuttotoscanodop.it
10<br />
P
La Battaglia contro<br />
l’agropirateria<br />
Intervento dell’ On.le Luca Zaia, Ministro<br />
delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali<br />
L’agropirateria è un<br />
gravissimo problema<br />
che, tanto in ambito<br />
nazionale che internazionale,<br />
colpisce<br />
il nostro patrimonio<br />
agroalimentare.<br />
L’export del comparto<br />
vale circa 24 miliardi<br />
di euro, e continua<br />
a crescere, con un<br />
ritmo del 13% a livello<br />
europeo e dell’11%<br />
nei Paesi extra-Ue;<br />
senza l’agropirateria,<br />
varrebbe 60 miliardi<br />
di euro. I nostri<br />
prodotti sono i più<br />
imitati, perché sono<br />
sinonimo di qualità;<br />
On.le Luca Zaia<br />
Ministro delle Politiche<br />
Agricole Alimentari e<br />
Forestali<br />
tuttavia, non possiamo accettare che su<br />
dieci prodotti venduti come italiani, nove<br />
non lo siano.<br />
Sui mercati del pianeta trovano cittadinanza<br />
prodotti tarocchi, che potrebbero<br />
sembrare, per via delle etichette ingannevoli,<br />
quelli realmente frutto di secoli di fatica<br />
e di cultura, i grandi ambasciatori del<br />
Made in Italy nel mondo: dal Pomodoro<br />
San Marzano ai vini di pregio delle nostre<br />
Regioni, dal Parmigiano ai prosciutti. Il<br />
settore dei prosciutti DOP rappresenta<br />
infatti uno dei comparti più importanti<br />
della produzione agro-industriale italiana.<br />
Tra questi, spiccano il Prosciutto di Parma<br />
e quello di San Daniele DOP che, in totale,<br />
sviluppano una produzione annua di oltre<br />
123 mila tonnellate ed un giro di affari<br />
alla produzione di oltre 1 miliardo di euro.<br />
In particolare il Prosciutto di Parma è molto<br />
amato dai consumatori dei Paesi esteri<br />
ed infatti, nella<br />
prima metà<br />
del 2009, sono<br />
stati venduti<br />
oltre confine 32<br />
milioni di confezioni<br />
(+4,1%<br />
rispetto allo<br />
stesso periodo<br />
del 2008) pari a<br />
quasi 4 milioni<br />
di chilogrammi<br />
di prosciutto.<br />
A trainare il<br />
mercato è stato<br />
il Regno Unito<br />
(+7,6%), seguito<br />
dalla Francia<br />
(+2,3%) e<br />
dal Belgio<br />
(+24,9%).<br />
Proprio per salvaguardare questa grande<br />
ricchezza, dobbiamo combattere in ogni<br />
modo la contraffazione e l’agropirateria e<br />
stiamo facendo innumerevoli battaglie su<br />
questo fronte sia a livello nazionale sia a<br />
livello europeo.<br />
Appena sono arrivato al<br />
Ministero ho inaugurato la<br />
stagione della “tolleranza<br />
zero”, che si è tradotta e si<br />
traduce in una attentissima<br />
attività di controllo. Il<br />
Dipartimento dell’Ispettorato<br />
Centrale della Tutela<br />
della Qualità e Repressione<br />
Frodi dei Prodotti<br />
Agroalimentari (ICQRF),<br />
il Corpo Forestale dello<br />
Stato (CFS) e il Comando generale del<br />
Corpo delle Capitanerie di Porto - Guar-<br />
F O C U S<br />
I prosciutti DOP<br />
rappresentano<br />
uno dei<br />
settori più<br />
importanti della<br />
produzione<br />
agro-industriale<br />
italiana;<br />
è molto amato dai<br />
consumatori esteri,<br />
che privilegiano il<br />
Prosciutto di Parma.<br />
11
F O C U S<br />
Stiamo<br />
portando<br />
avanti, su<br />
tutto il<br />
territorio<br />
nazionale,<br />
in maniera<br />
capillare,<br />
controlli<br />
severi e<br />
puntuali.<br />
Le ricadute della crisi si sono concretizzate<br />
in un ridimensionamento<br />
delle esportazioni che ha colpito<br />
direttamente anche alcuni dei<br />
prodotti di punta del Made in Italy<br />
agroalimentare. In particolare, per<br />
quanto riguarda il comparto dei<br />
prosciutti, le esportazioni dei crudi<br />
sono diminuite del 6,5% a volume<br />
e del 3,3% in termini di corrispettivi<br />
monetari. Confrontando però le<br />
esportazioni del 2009 con quelle<br />
del 2008 emerge una sostanziale<br />
tenuta per le esportazioni nazionali<br />
12<br />
dia Costiera hanno effettuato numerosi<br />
controlli in tutti i settori dell’agroalimentare.<br />
Nel mio primo anno di lavoro al<br />
Ministero, sono state portate a termine<br />
23 maxi-operazioni di sequestro di prodotti<br />
scaduti, in cattivo stato di conservazione<br />
o di cui nessuno sapeva l’origine<br />
né il contenuto.<br />
Abbiamo effettuato controlli anche nelle<br />
realtà più impensate, sequestrando ad<br />
esempio oltre 140 tonnellate di falsi<br />
pomodori San Marzano, oppure 174<br />
tonnellate di pesce spacciato per un<br />
prodotto della nostra acquacoltura e che<br />
invece proveniva dalla Cina. E ancora,<br />
le oltre 50 tonnellate di latte in nero<br />
sequestrate dalle nostre forze dell’ordine<br />
e i 10 quintali di prosciutto cotto andati<br />
a male provenienti dalla Germania, destinati<br />
al mercato italiano ed in particolare<br />
al mondo della ristorazione. Per evitare<br />
commercializzazioni fraudolente di<br />
falsi alimenti “Made in Italy” sul nostro<br />
territorio, l’ICQRF, in collaborazione con<br />
l’Agenzia delle Dogane e le Capitanerie<br />
di Porto, ha intensificato l’attività di monitoraggio<br />
dei flussi d’introduzione dei<br />
prodotti agroalimentari provenienti da<br />
Paesi terzi. Abbiamo voluto intensificare<br />
la sinergia degli interventi dell’ICQRF e<br />
del CFS. Le professionalità dei due Corpi<br />
sono uniche e la loro collaborazione ha<br />
permesso di portare a termine diverse<br />
di prosciutti cotti (+0,2%), con una<br />
riduzione di appena lo 0,7% del<br />
fatturato. L’export dell’insieme dei<br />
salumi italiani si è ridotto del 2,7%<br />
in termini quantitativi e dell’1,2% in<br />
valore. La situazione è migliore per<br />
il settore dei prosciutti DOP, uno tra<br />
i più importanti della produzione<br />
agro-industriale italiana.<br />
Per quanto riguarda l’export di uno<br />
dei prodotti più conosciuti e apprezzati<br />
all’estero, il Prosciutto di Parma,<br />
come già specificato, rappresenta<br />
il prosciutto più venduto all’estero,<br />
operazioni. Per quanto riguarda i controlli<br />
nei settori delle produzioni tutelate,<br />
l’ICQRF ha effettuato, nei primi nove<br />
mesi dell’anno, una serie di accertamenti<br />
che hanno permesso di controllare<br />
11.531 prodotti verificando sia la loro<br />
qualità, che le indicazioni riportate nei<br />
sistemi di etichettatura, presentazione<br />
e pubblicità degli stessi. Nel settore dei<br />
prodotti trasformati a base di carne, dei<br />
223 sopralluoghi svolti, 89 sono stati<br />
effettuati per la verifica della conformità<br />
del “prosciutto” alle disposizioni di legge.<br />
Sono state controllate 85 ditte, 18 delle<br />
quali sono risultate irregolari.<br />
In tutto l’agroalimentare c’è chi gioca<br />
slealmente la partita del mercato, tentando<br />
di offrire ai consumatori produzioni<br />
che nulla hanno a che vedere con<br />
la qualità, la sicurezza e la genuinità del<br />
Made in Italy. La tutela del lavoro, dei sacrifici<br />
dei nostri agricoltori e della salute<br />
dei cittadini italiani non può prescindere<br />
dalla severità e dalla puntualità nei controlli<br />
che stiamo portando avanti su tutto<br />
il territorio nazionale in modo capillare.<br />
Continueremo a lavorare duramente<br />
per individuare e punire i criminali<br />
dell’agroalimentare, un settore fondamentale<br />
per la nostra economia e che,<br />
sebbene in misura minore rispetto ad<br />
altri comparti, ha risentito della crisi<br />
globale.<br />
Dati riguardanti il settore agroalimentare e i prosciutti<br />
con la Gran Bretagna paese trainante<br />
in Europa, seguito da Francia<br />
e Belgio. Oltreoceano, i più grandi<br />
consumatori di Parma in vaschetta<br />
sono stati invece gli americani, con<br />
800 mila confezioni, e i giapponesi,<br />
con circa 250 mila.<br />
I dati ancora parziali rivelano un<br />
incremento delle vendite anche in<br />
Italia. Nella prima metà del 2009 in<br />
Italia sono state vendute 9 milioni<br />
di confezioni di preaffettato, il 5%<br />
in più rispetto allo stesso periodo<br />
dell’anno precedente.
Coldiretti: commercializzazione,<br />
contraffazione e mercato del prosciutto<br />
La Normativa attuale riguardante la commercializzazione, le problematiche della contraffazione e la<br />
situazione attuale del mercato.<br />
Nel contesto attuale di crisi economica<br />
e strutturale del mercato, la filiera<br />
suinicola italiana sta cercando di mantenere<br />
una tradizione produttiva da sempre parte<br />
del patrimonio gastronomico nazionale.<br />
Come rileva la Coldiretti, gli effetti della crisi<br />
sono avvertiti dai suinicoltori italiani che<br />
devono fare i conti con i maggiori costi richiesti<br />
dalle produzioni di qualità, con la difficoltà<br />
di accedere al credito bancario e con<br />
i prezzi bassi dei suini. Questi fattori stanno<br />
determinando la chiusura di molte unità<br />
produttive che non riescono più a rimanere<br />
sul mercato. La produzione suinicola italiana<br />
è indispensabile per una produzione<br />
salumiera di qualità: i suini pesanti prodotti<br />
in Italia rappresentano il 70% della produzione<br />
suinicola nazionale e sono destinati<br />
soprattutto al circuito dei salumi DOP. Al di<br />
fuori del circuito DOP, il prodotto italiano<br />
subisce la spietata concorrenza del prodotto<br />
estero sia nel segmento della carne<br />
fresca, che nella trasformazione in salumi<br />
non marchiati, e addirittura nel segmento<br />
dei salumi IGP. Basti pensare che in Italia,<br />
accanto a poco più di 13 milioni di prosciutti<br />
DOP stagionati, si producono quasi 70<br />
milioni di pezzi cotti e crudi non marchiati,<br />
di cui 56 milioni a partire da cosce provenienti<br />
dall’estero, in massima parte da altri<br />
Paesi membri dell’Unione Europea.<br />
Per quanto riguarda il problema della<br />
contraffazione, costantemente monitorato<br />
dalla Coldiretti, i prodotti DOP recano<br />
un marchio facilmente riconoscibile dal<br />
consumatore e sono sottoposti a un<br />
rigoroso “controllo di prodotto” effettuato<br />
da organismi indipendenti. La promozione<br />
dei prodotti DOP è necessaria per differenziare<br />
i prodotti marchiati da quelli non<br />
marchiati: talvolta la confusione è ingenerata<br />
dalle stesse aziende salumiere che,<br />
producendo sia salumi a marchio DOP<br />
sia prodotti più commerciali, tendono a<br />
utilizzare i primi come “prodotti bandiera”<br />
per il traino di quelli meno pregiati. L’indicazione<br />
in etichetta del luogo di origine o<br />
provenienza dei prodotti non trasformati e<br />
l’indicazione del luogo di allevamento della<br />
materia prima utilizzata nella preparazione<br />
o nella produzione dei prodotti trasformati<br />
rappresenterebbe un traguardo importante<br />
per i consumatori e per l’economia di un<br />
intero settore.<br />
Da ultimo, è doveroso ricordare che uno<br />
dei fattori più rilevanti nel determinare la<br />
progressiva perdita di valore aggiunto della<br />
filiera suinicola è lo strapotere che oggi la<br />
Grande Distribuzione Organizzata esercita<br />
sull’industria alimentare. La GDO ha il potere<br />
di comprimere i prezzi di acquisto delle merci<br />
e di imporre obblighi contrattuali, come<br />
ad esempio i contributi chiesti per l’immissione<br />
a listino di nuovi prodotti, per lo spazio<br />
sugli scaffali o per le spese di pubblicità<br />
e le offerte, la fornitura in esclusiva e, non<br />
ultimi, lunghissimi termini di pagamento.<br />
La distribuzione del valore aggiunto lungo<br />
la filiera privilegia sempre la Distribuzione<br />
Organizzata: fatto 100 il prezzo pagato dai<br />
consumatori per un prodotto di salumeria<br />
– segnala la Coldiretti - il 16,72% costituisce<br />
il valore dei suini, il 31,86% è il valore<br />
aggiunto dell’industria di trasformazione<br />
(macellazione e lavorazione delle carni) ed<br />
il 51,42% è il margine della distribuzione.<br />
Questa ripartizione non equa tra i diversi<br />
segmenti della filiera mette in forte dubbio<br />
la sostenibilità economica dell’intero sistema<br />
delle produzioni suinicole di qualità.<br />
F O C U S<br />
Giorgio Apostoli<br />
Responsabile<br />
Zootecnia Coldiretti<br />
13
F O C U S<br />
Stefano Passeri<br />
Salumiere Gastronomo,<br />
docente dell’Università<br />
dei Sapori di Perugia<br />
1<br />
Il Prosciutto:<br />
la lavorazione<br />
Tutte le fasi del processo produttivo:<br />
dalla macellazione alla stagionatura<br />
La lavorazione del prosciutto è un’arte<br />
antica e complessa. è una manipolazione<br />
attenta e minuziosa in ogni sua<br />
fase, che “trasforma” la coscia del suino in<br />
un prodotto di assoluta qualità.<br />
Non solo le cosce, certamente più pregiate,<br />
ma anche le spalle possono fregiarsi<br />
del nome in questione, indicando la specifica<br />
di prosciutto di spalla. La lavorazione<br />
della coscia inizia il giorno successivo alla<br />
macellazione, che deve avvenire nella<br />
maniera più “dolce” possibile, al fine di evitare<br />
ripercussioni sulle carni. La mezzena<br />
(termine che indica la metà dell’animale<br />
abbattuto) viene posizionata sul tavolo<br />
da lavoro per essere sezionata. La coscia<br />
viene separata per prima, poi rifilata e modellata.<br />
Dopodiché si passa al massaggio,<br />
che può essere effettuato a mano oppure<br />
attraverso l’utilizzo di apposite macchine,<br />
al fine di espellere eventuali residui di sangue,<br />
la cui putrefazione danneggerebbe<br />
irrimediabilmente l’intero prodotto.<br />
Di seguito si effettua la salatura, operazione<br />
delicata e fondamentale<br />
perché<br />
la quantità di sale<br />
utilizzata e la sua<br />
omogenea distribuzione<br />
sopra la coscia<br />
sono determinanti<br />
per il sapore più<br />
o meno intenso<br />
che caratterizzerà<br />
il prodotto finale e<br />
perché questa fase<br />
ha il compito di<br />
espellere la giusta<br />
quantità d’acqua,<br />
che è necessaria<br />
al mantenimento<br />
delle carni. La coscia<br />
poi deve “riposare”, così da permettere al<br />
cloruro di sodio di penetrare al suo interno;<br />
viene quindi lasciata in un ambiente<br />
adeguato, adagiata sotto uno strato di sale<br />
grosso, per tanti giorni a seconda del peso<br />
(per esempio un prosciutto di Norcia di<br />
dieci chili riposa per dieci giorni sotto sale).<br />
Trascorso il tempo che il norcino riterrà<br />
adeguato, la coscia viene ripulita dal sale e<br />
lavata con una soluzione formata in quantità<br />
variabili da acqua, vino rosso e aceto.<br />
Segue poi la stufatura, fase in cui la coscia<br />
è sottoposta a una temperatura leggermente<br />
superiore alla precedente, così da<br />
“indurire” lievemente la parte esterna, sia<br />
quella formata dalla cotenna, sia la parte<br />
superiore non protetta da essa. Si passa<br />
quindi alla sugnatura. La sugna viene<br />
spalmata in modo omogeneo sulla parte<br />
superiore della coscia non protetta dalla<br />
cotenna, addizionandola eventualmente<br />
con pepe nero macinato e/o farina di riso,<br />
in base al prodotto che si vuole ottenere.<br />
A questo punto arriva la fase più lunga<br />
di tutta la filiera, la stagionatura. Durante<br />
questo periodo di maturazione tutto il<br />
lavoro che è stato effettuato a monte<br />
viene concretizzato: la durata e l’ambiente<br />
di stagionatura sono i fattori determinanti<br />
per il risultato finale. Questo periodo varia<br />
in base a una serie di fattori quali per<br />
esempio il tipo di prodotto da ottenere, la<br />
grandezza della coscia con la quale è stato<br />
ottenuto e, non ultimo, il grado di maturazione<br />
che si desidera. Indicativamente<br />
un prodotto di buona qualità non può<br />
stagionare meno di dodici mesi. Infine, per<br />
gustare un buon prosciutto, è consigliabile<br />
effettuare il taglio a mano, operazione che<br />
permette un distacco delle fibre molto<br />
più delicato e di conseguenza un migliore<br />
approccio al palato.
P<br />
1
F O C U S<br />
a cura di<br />
Mario Clelio Corradi<br />
Salumiere Gastronomo,<br />
docente dell’Università<br />
dei Sapori di Perugia<br />
Le carni<br />
risultano<br />
differenti a<br />
seconda<br />
del tipo di<br />
allevamento.<br />
1<br />
Allevamento<br />
allo stato brado e<br />
allevamento intensivo<br />
L<br />
’allevamento suino è una tradizione<br />
millenaria nel nostro paese. Dopo<br />
secoli di allevamento allo stato brado,<br />
alcuni decenni fa si è passati in maniera<br />
massiccia a sistemi di allevamento<br />
intensivo, per ragioni di carattere pratico<br />
e commerciale. Le differenze tra le due<br />
tecniche di allevamento le chiediamo ai<br />
fratelli Rustici, titolari dell’azienda i “Sentieri<br />
del gusto” di Assisi, dove si allevano<br />
maiali sia all’aperto, sia con metodo intensivo.<br />
“Se analizziamo i sistemi di allevamento<br />
dei maiali di qualche decennio fa (tecnica<br />
che fa riferimento all’allevamento allo<br />
stato brado) ci accorgiamo che veniva<br />
adottata per questi animali un’alimentazione<br />
fortemente calorica, composta per<br />
lo più da ghiande, ove era possibile, e da<br />
cereali, per far sì che gli stessi, una volta<br />
abbattuti (parliamo in questo caso di<br />
maiali che spesso pesavano intorno ai 200<br />
kg), fossero in grado di soddisfare nel migliore<br />
dei modi le esigenze della famiglia<br />
in fatto di scorte alimentari. Per quanto<br />
riguarda l’allevamento intensivo, invece,<br />
oggi radicalmente sviluppato e controllato,<br />
bisogna sottolineare innanzitutto<br />
che il suino non vive all’aria aperta, ma in<br />
ambiente chiuso, anche se è ampiamente<br />
tutelata la parte di spazio per ogni singolo<br />
animale; in secondo luogo l’alimentazione<br />
è diversificata rispetto all’altro tipo<br />
di allevamento, basandosi principalmente<br />
su mangimi che garantiscono un appor-<br />
to proteico adeguato e programmato<br />
a raggiungere un peso ottimale di circa<br />
160 kg in un tempo che si aggira intorno<br />
ai sette - otto mesi. Questo tipo di allevamento,<br />
oltre ad essere relativamente più<br />
semplice, offre il vantaggio di un’alimentazione<br />
controllata ed equilibrata”. Queste<br />
considerazioni ci fanno comprendere<br />
che le carni risultano differenti a seconda<br />
del tipo di allevamento. “Noi – in parziale<br />
controtendenza rispetto alla maggior<br />
parte delle aziende del settore – abbiamo<br />
creato da poco un consorzio denominato<br />
S.U.A. (suino umbro allevato all’aperto),<br />
facente parte di un progetto (A.R.U.S.I.A.)<br />
che tende a valorizzare e a riscoprire,<br />
qualora ce ne fosse bisogno, le proprietà<br />
del suino allevato all’aperto. Un sistema<br />
di allevamento semibrado che riduce<br />
l’impatto ambientale e l’investimento di<br />
capitali, rendendo allo stesso tempo le<br />
aree montane capaci di produrre carni di<br />
qualità a prezzi competitivi”.<br />
Entrando più a fondo nell’argomento<br />
possiamo affermare che la diversità che<br />
contraddistingue gli animali allevati allo<br />
stato brado rispetto al metodo intensivo<br />
va proporzionata alle caratteristiche totalmente<br />
diverse della moderna società, nei<br />
metodi di lavoro attuali, del tutto modificati<br />
rispetto al passato. Nel nostro paese<br />
oggi la maggior parte degli allevamenti<br />
è votata al metodo intensivo: sono circa<br />
otto i milioni di maiali attualmente allevati<br />
in Italia; noi siamo il paese al mondo<br />
dove c’è il maggior consumo di prosciutto<br />
e gli animali predisposti per la trasformazione<br />
in salumi vengono macellati non<br />
prima di aver raggiunto i centocinquanta<br />
chili circa, garantendo uno standard qualitativo<br />
di tutto rispetto.
P<br />
1
F O C U S<br />
Erica Battellani<br />
Giornalista<br />
enogastronomica<br />
1<br />
I<br />
I presìdi Slow<br />
Food<br />
Presìdi Slow Food hanno lo scopo di<br />
tutelare la biodiversità, i territori e<br />
le tradizioni e di stimolare l’adozione di<br />
pratiche produttive sostenibili. I prosciutti<br />
italiani tutelati da Presidio sono<br />
il prosciutto Bazzone, il prosciutto del<br />
Casentino e la paletta di Coggiola.<br />
Prosciutto Bazzone<br />
Toscana<br />
Tipico dei territori montani della media<br />
valle del Serchio e della Garfagnana, il<br />
suo nome deriva dalla forma molto allungata<br />
che ricorda il “bazzo”, nel dialetto<br />
locale un mento molto pronunciato.<br />
è ottenuto da suini grigi allevati allo<br />
stato semibrado e nutriti con sfarinati<br />
di farro, mele, pere, castagne, ghiande<br />
e scotta (scarto di lavorazione di piccoli<br />
caseifici della zona).<br />
Di solito i maiali sono macellati quando<br />
raggiungono i 15 mesi di vita e i 180-200<br />
kg di peso. La coscia viene conservata<br />
sotto sale per 2-3 mesi, durante i quali<br />
viene massaggiata varie volte. Successivamente<br />
si toglie il sale in eccesso, si lava<br />
e si asciuga, poi viene lasciata stagionare<br />
per almeno due anni.<br />
Per esaltarne le caratteristiche organolettiche,<br />
deve essere tagliato a coltello.<br />
è perfetto per accompagnare il pane di<br />
patate della Garfagnana.<br />
Prosciutto del Casentino<br />
Toscana<br />
Questo prosciutto un tempo era ottenuto<br />
da cosce di una razza suina oggi<br />
estinta. Attualmente si utilizzano ibridi<br />
di cinta senese o mora romagnola con<br />
large white o landrace, allevati all’aperto.<br />
Vengono macellati quando raggiungono<br />
il peso minimo di 120-160 kg. Secondo<br />
la ricetta tradizionale le cosce, dopo una<br />
refrigerazione di almeno 24 ore, devono<br />
essere rifilate e poi massaggiate con<br />
sale, aglio e, volendo, pepe, peperoncino,<br />
noce moscata e ginepro macinato.<br />
Dopo 5-7 giorni si rimuove il sale residuo<br />
dalla superficie e si passa a una seconda<br />
salagione, che dura circa due settimane.<br />
Dopo una maturazione di 40-50 giorni il<br />
prosciutto può essere leggermente affumicato,<br />
poi deve stagionare per almeno<br />
18 mesi.<br />
Pesa dai 9 ai 12 kg, è di colore rosso vivo<br />
con una buona percentuale di grasso<br />
candido e si abbina bene al classico pane<br />
toscano.<br />
Paletta di Coggiola<br />
Piemonte<br />
è un raro prosciutto di spalla (detta appunto<br />
paletta), preparato nel comune di<br />
Coggiola (BI). La lavorazione è artigianale<br />
e manuale: si sgrassa la parte superiore<br />
della spalla e la si divide in due parti<br />
simmetriche che devono successivamente<br />
essere messe in salamoia per 15-30<br />
giorni, periodo durante il quale vanno<br />
girate e massaggiate. Le palette vengono<br />
poi conciate con un miscuglio segreto<br />
di erbe locali e pepe nero spezzato,<br />
quindi insaccate in un budello naturale<br />
che viene punzecchiato per consentire<br />
la fuoriuscita della salamoia trattenuta e<br />
infine legate con spago. A questo punto<br />
le palette vengono appese in un locale<br />
non condizionato, a una temperatura di<br />
10-16°C, per 20 giorni oppure per 4 mesi.<br />
Nel primo caso deve poi essere bollita a<br />
lungo in acqua non salata e servita calda<br />
con un piatto di polenta o con patate<br />
bollite. Nel secondo caso, invece, si potrà<br />
anche mangiare cruda, insieme a mostarda<br />
dolce di mele.
Grandi Grandi prosciutti prosciutti in<br />
Italia e in Europa<br />
e in Europa<br />
Il prosciutto, un prodotto in apparenza<br />
semplice e quotidiano, può assumere<br />
una miriade di forme differenti, tanto<br />
che in Italia praticamente ogni regione<br />
ne produce almeno una versione. In<br />
molti casi si tratta di prodotti di grande<br />
pregio.<br />
Esistono alcune zone di elezione del<br />
prosciutto, come San Daniele e Sauris in<br />
Friuli o Parma in Emilia Romagna, accanto<br />
alle quali non possiamo non ricordare<br />
Norcia (Umbria) o la Toscana.<br />
Oltre all’abilità del norcino, sono determinanti<br />
per la qualità del prosciutto le<br />
caratteristiche dei suini, il metodo di<br />
allevamento, le condizioni ambientali<br />
e climatiche in cui i prosciutti vengono<br />
lavorati, la concia e la stagionatura.<br />
Il prosciutto di Parma DOP è prodotto nella<br />
provincia di Parma – Langhirano è uno<br />
dei comuni migliori per questo prodotto<br />
– con cosce di almeno 7 kg di suini nazionali<br />
(razze large white, landrace o duroc)<br />
macellati dopo i nove mesi di età. Le<br />
cosce subiscono due salagioni e, dopo la<br />
stuccatura, devono stagionare per 10-12<br />
mesi. Alla fine del processo, il Consorzio<br />
effettua controlli di qualità e appone la<br />
corona ducale a 5 punte come marchio<br />
di garanzia. Si tratta di un prosciutto<br />
piuttosto magro, privo di conservanti,<br />
di buona dolcezza, facile da abbinare ad<br />
altri prodotti (un classico è la piadina con<br />
crudo di Parma e squacquerone).<br />
Il prosciutto San Daniele DOP viene prodotto<br />
solo nell’omonimo comune, contraddistinto<br />
da un clima favorevole alla stagionatura<br />
del prosciutto: scarsa umidità e<br />
aria fredda del nord che si mescola con<br />
quella calda dell’Adriatico dando vita a<br />
condizioni climatiche che migliorano le<br />
caratteristiche della carne. Questo prosciutto<br />
è caratterizzato dalla tipica forma<br />
a violino, ottenuta mediante pressatura,<br />
e la coscia, che comprende lo zampino,<br />
deve stagionare almeno 12 mesi. Privo<br />
di additivi, ha un profumo intenso, un<br />
gusto dolce e un retrogusto deciso.<br />
Sempre in Friuli, a circa 70 km da San<br />
Daniele, troviamo un altro comune noto<br />
per l’eccellente prosciutto, Sauris. In questo<br />
caso si tratta di cosce di suini allevati<br />
in zona, sottoposte a un ciclo di salatura<br />
che si svolge nell’arco di due mesi e che<br />
vengono poi sottoposte ad affumicatura<br />
(per un mese) al fuoco di legna di<br />
piante resinose locali, processo<br />
che conferisce al prodotto un gusto<br />
più deciso ma equilibrato.<br />
In Umbria troviamo un ottimo prosciutto<br />
tutelato da Igp, quello di<br />
Norcia. è ricavato da cosce di suini<br />
adulti di razze bianche incrociate.<br />
Nella versione artigianale viene<br />
conciato per circa 20 giorni con<br />
sale da cucina, poi lavato con<br />
acqua tiepida, condito con pepe e<br />
aglio e stagionato – dopo una leggera<br />
affumicatura – per 22 mesi.<br />
Il sapore è intenso, ma non salato,<br />
leggermente speziato.<br />
Il prosciutto toscano, riconosciuto<br />
DOP dal 1996, viene prodotto in tutta la<br />
regione con l’impiego di cosce di suini<br />
a cui sono aggiunte erbe e spezie e che<br />
vengono sottoposte a sugnatura (con<br />
un impasto di sugna, farina, sale, pepe<br />
e aromi naturali). Viene stagionato per<br />
almeno 10-12 mesi. Gusto deciso, molto<br />
saporito, è perfetto se abbinato a un<br />
F O C U S<br />
a cura di<br />
Erica Battellani<br />
Giornalista enogastronomica<br />
1
20<br />
P
classico pane toscano sciapo.<br />
Questi sono solo alcuni dei migliori<br />
prosciutti italiani, cui si affiancano<br />
molte altre eccellenti produzioni, forse<br />
meno note, ma sempre molto importanti<br />
nel panorama gastronomico<br />
italiano, come quello di Carpegna, del<br />
Casentino, dei Monti Nebrodi, il prosciutto di<br />
montagna irpino, lo jambon de Bosses ecc.<br />
Al di là dei confini nazionali troviamo<br />
altre produzioni di alta qualità. In<br />
Francia, per esempio, si distingue il<br />
prosciutto di Bayonne, leggermente affumicato,<br />
dolce e gustoso, in Germania<br />
sono celebri i prosciutti della Westfalia,<br />
quasi sempre affumicati, in Svizzera<br />
quelli di montagna del cantone dei<br />
Grigioni.<br />
Ma è sicuramente la Spagna a vantare<br />
il primato qualitativo in fatto di<br />
prosciutti. Fra i vari prodotti che si<br />
possono trovare nella penisola iberica,<br />
il migliore è indubbiamente lo<br />
jamon iberico de bellota. Un prosciutto<br />
ottenuto da suini neri di razza iberica<br />
(da qui il nome pata negra), allevati<br />
all’aperto nel sud-est del Paese, che si<br />
alimentano quasi esclusivamente con<br />
ghiande. La produzione di questo<br />
prosciutto è artigianale, molto<br />
lunga e costosa. La stagionatura<br />
può arrivare ai 36 mesi. Le particolari<br />
caratteristiche di un suino<br />
nero allevato allo stato brado e il<br />
lunghissimo processo di lavorazione<br />
danno vita a un prodotto<br />
di straordinaria bontà, molto<br />
saporito ma non salato, con aromi<br />
intensi e un grasso gustosissimo<br />
che si scioglie sul palato. Conservazione<br />
e taglio sono fondamentali<br />
per valorizzare lo jamon iberico:<br />
deve essere mantenuto in un<br />
luogo fresco e asciutto e servito a<br />
temperatura ambiente, tagliandolo<br />
(al momento dell’assaggio) con<br />
panini al prosciutto<br />
Il prosciutto è uno degli ingredienti<br />
principe della nostra alimentazione,<br />
sia dal punto di vista culturale che<br />
nutrizionale, ragione per cui trova largo<br />
impiego nel cosiddetto “fast food”,<br />
spesso in abbinamento ad altri alimenti.<br />
Il prosciutto è prodotto in diverse tipologie<br />
– dolce, affumicato, cotto, tanto<br />
che ogni zona d’Italia ha le proprie<br />
tradizioni in fatto di prosciutto – ed è<br />
un alimento molto versatile. Essendo<br />
ricco di proteine e lipidi, quasi tutti i tipi<br />
di prosciutto si abbinano molto bene a<br />
verdure e ortaggi (meglio freschi per il<br />
crudo, sott’olio per il cotto) che, insieme<br />
agli amidi contenuti nel pane, rappresentano<br />
un valido schema di alimenta-<br />
zione completa, per di più velocissimo<br />
da preparare. Quasi tutte le varietà di<br />
pani e focacce che il panorama della<br />
panificazione italiana mette a disposizione<br />
si adattano al prosciutto, che può<br />
essere affiancato anche da vari tipi di<br />
formaggi, sia teneri che stagionati. Sono<br />
invece sconsigliati gli abbinamenti con<br />
salse troppo pesanti che andrebbero a<br />
coprirne il sapore.<br />
Bisogna comunque ricordare che nel<br />
panorama gastronomico italiano possiamo<br />
trovare i più differenti accostamenti:<br />
sta alla fantasia e alla professionalità<br />
dell’operatore scegliere la combinazione<br />
migliore di ingredienti, anche<br />
in base ai vari momenti della giornata.<br />
F O C U S<br />
a cura di<br />
Andrea Pioppi<br />
Consulente Formatore<br />
in Arte bianca<br />
21
F O C U S<br />
a cura di<br />
Mario Clelio Corradi<br />
Salumiere Gastronomo,<br />
docente dell’Università<br />
dei Sapori di Perugia<br />
La materia<br />
prima, la coscia,<br />
deve essere di<br />
prima<br />
qualità e<br />
proveniente<br />
da un<br />
animale che ha<br />
raggiunto il peso<br />
ottimale per la<br />
macellazione.<br />
22<br />
Il Prosciutto Cotto<br />
Le fasi del processo produttivo<br />
Il prosciutto cotto<br />
è un’autentica<br />
specialità alimentare<br />
della quale noi italiani<br />
non possiamo<br />
proprio fare a<br />
meno. Attualmente,<br />
infatti,<br />
è il salume più<br />
venduto nel<br />
nostro paese e<br />
i dati sembrano<br />
confermare<br />
questo andamento<br />
anche<br />
per gli anni a<br />
venire.<br />
Ma come si ottiene un prosciutto<br />
cotto?<br />
La materia prima (la coscia) deve essere<br />
di prima qualità e proveniente da un<br />
animale che ha raggiunto il peso ottimale<br />
per la macellazione. Superato questo<br />
primo esame ha inizio la vera e propria<br />
manipolazione delle carni. La coscia<br />
subisce l’asportazione completa dell’osso,<br />
compresa anche la parte terminale dello<br />
stesso, gergalmente chiamata gambuccio,<br />
per poi essere refilata di tutte le parti<br />
esterne e interne, anche laddove si è<br />
intervenuti per rimuovere le articolazioni.<br />
Quest’ultima fase è denominata “tolettatura”.<br />
Si passa quindi all’aromatizzazione,<br />
che viene effettuata con una salamoia il<br />
cui composto è formato da acqua, spezie<br />
ed erbe aromatiche (le più importanti<br />
sono la cannella, il pepe, il macis, la noce<br />
moscata, il ginepro, l’alloro, il rosmarino e<br />
così via, secondo ricette che ogni azienda<br />
custodisce gelosamente per sé). Oltre a<br />
questi ingredienti vanno aggiunti il sale e<br />
l’antiossidante. La<br />
salamoia ottenuta<br />
viene iniettata<br />
all’interno delle<br />
carni attraverso la<br />
“siringatura”.<br />
L’ operazione successiva<br />
si chiama<br />
“zangolatura”: la<br />
zangola è un cilindro<br />
in acciaio, che<br />
mantiene al suo interno<br />
una temperatura<br />
+ 2/4 C°, dove vengono<br />
inserite le cosce per poter<br />
essere massaggiate. L’operazione<br />
– che può durare da<br />
sei a otto ore – ha lo scopo di<br />
distribuire la salamoia nelle<br />
carni in modo omogeneo, per dar loro<br />
una perfetta aromatizzazione, e di ottenere<br />
la frantumazione delle cartilagini,<br />
così da renderle estremamente morbide.<br />
Successivamente, si passa alla messa in<br />
stampo, che consiste nel mettere le cosce<br />
in appositi contenitori denominati stampi<br />
di cottura che mantengono le carni in<br />
pressione durante la cottura: questo sistema<br />
è denominato “disareazione”. Nello<br />
specifico potrà definirsi cotto soltanto un<br />
prosciutto che ha raggiunto al cuore almeno<br />
i 70°C. Successivamente il prosciutto<br />
viene raffreddato, tolto dallo stampo<br />
e messo in una busta apposita per il<br />
successivo sottovuoto. Una seguente termizzazione<br />
ne garantirà la conservazione<br />
dopo la chiusura della confezione, rendendolo<br />
idoneo alla messa in commercio,<br />
ma non prima di una settimana di riposo,<br />
così da poter degustare un prodotto di<br />
assoluta qualità.
Non solo<br />
suino<br />
Di Norcia, di San Daniele, di Parma,<br />
Iberico... Il prosciutto.<br />
è il salume per eccellenza della gastronomia<br />
italiana. Sia che venga “fatto in casa”<br />
o sia che sia prodotto da qualche grande<br />
azienda, è importante che sia affettato<br />
sottile e possibilmente a coltello.<br />
La parola prosciutto però non è riferita<br />
solamente all’incontrastabile coscia di<br />
maiale.<br />
La sapiente salatura e l’ essiccamento,<br />
infatti, possono essere riservati anche al<br />
cervo, al daino, al cinghiale e pure a qualche<br />
animale da cortile come il tacchino o la<br />
faraona.<br />
Tutti i tagli anatomici vengono trattati<br />
con cura e fatti “essiccare” per poi essere<br />
consumati.<br />
Se l’Umbria si posiziona tra le regioni<br />
con il maggior consumo e produzione<br />
di insaccati di maiale, altre regioni del<br />
nord, come il Trentino e la Valle d’Aosta,<br />
vantano il buon primato di produzione<br />
di salumi preparati con carni non suine.<br />
La mocetta, per esempio, è un tipico salume<br />
della Valle d’Aosta che generalmente<br />
viene preparato con polpa di capra o<br />
camoscio che, dopo la salagione di circa<br />
quattro mesi, viene consumata a fette<br />
molto sottili.<br />
La carne salada trentina si ricava dai<br />
migliori tagli del bovino adulto. Il taglio<br />
anatomico in questione (che generalmente<br />
proviene dal posteriore), dopo<br />
una perfetta frollatura, viene sottoposto<br />
a marinatura e salatura, in modo da<br />
poter diminuire la percentuale d’acqua<br />
presente nella carne, per poi renderla<br />
commestibile e gustosa.<br />
Le operazioni di salatura si alternano<br />
con passaggi a bassa temperatura (0-<br />
2°C) in modo da permettere alla carne di<br />
poter assorbire lo speciale condimento<br />
a base di sale, erbe aromatiche (come<br />
finocchio selvatico) e spezie triturate<br />
come pepe, anice e ginepro.<br />
Per tutti i salumi, di suino e non, la fase<br />
della stagionatura è tra le più importanti<br />
per una buona riuscita del prodotto<br />
finale. Basti pensare che a Zibello sono<br />
il giusto tasso di umidità, l’aria e<br />
le nebbie che conferiscono<br />
il buon gusto al famoso<br />
culatello. In ogni caso non<br />
si può prescindere da<br />
una materia prima di<br />
qualità.<br />
F O C U S<br />
Massimo Infarinati<br />
Docente di Tecnica Pratica<br />
di Cucina, Università dei<br />
Sapori di Perugia<br />
Per tutti i salumi,<br />
di suino e non,<br />
la fase della<br />
stagionatura<br />
è tra le più<br />
importanti per<br />
un prodotto<br />
finale di<br />
qualità.<br />
23
2<br />
P
Pierre<br />
marcolini e l’arte<br />
Ad ogni prosCIutto<br />
il vINo giusto<br />
Si fa presto a dire abbinamento cibovino.<br />
Non vorrei complicare<br />
troppo le cose, né farla troppo lunga,<br />
però quando si vuole ragionare un po’<br />
più approfonditamente sulla materia<br />
bisogna necessariamente tenere conto<br />
di una serie di variabili. Spesso, infatti, le<br />
considerazioni sul vino giusto da abbinare<br />
sono troppo generiche e sommarie<br />
per tentare di dare un parere esaustivo<br />
o quanto meno sensato. Non dico che<br />
abbinare un vino al prosciutto presenti<br />
innumerevoli problematiche, però<br />
converrete con me che, se alziamo lo<br />
sguardo oltre gli stretti confini geografici<br />
dove ognuno di noi si trova, la materia si<br />
fa un tantino più ingarbugliata di quanto<br />
si possa pensare. Esistono un sacco di<br />
tipologie di prosciutto e l’Italia in questo<br />
mosaico gioca, come sempre, un ruolo<br />
da protagonista. Per non dire poi dei<br />
tempi o delle modalità di stagionatura,<br />
quasi sempre determinanti per le caratteristiche<br />
del prodotto finale. E dunque<br />
anche nel gioco del giusto abbinamento.<br />
Ma partiamo da alcune considerazioni<br />
generali, dunque più o meno valide per<br />
diversi casi. Avere a che fare col prosciutto<br />
significa tenere in considerazione un<br />
livello di sapidità rilevante, dunque bisognerà<br />
pensare a vini di buona morbidezza,<br />
capaci di sposare al meglio questa<br />
tendenza. Il prosciutto inoltre ha un’altra<br />
importante caratteristica: il grasso che,<br />
oltre alla consistenza, regala anche una<br />
lieve tendenza dolce, più o meno accentuata<br />
a seconda dei casi. Questa caratteristica<br />
ci porta in una direzione praticamente<br />
opposta alla precedente e la<br />
nostra ricerca si soffermerà su vini freschi,<br />
dal buon tenore acido, magari rinforzato<br />
dalla presenza delle bollicine, capaci di<br />
ripulire la bocca come nient’altro. Mettiamoci<br />
anche che l’uso delle spezie, e<br />
dunque una certa aromaticità generale,<br />
non è certo cosa da trascurare in molti<br />
prosciutti che troviamo in commercio e<br />
ditemi voi se il quadro non si è complicato<br />
abbastanza. E allora, visto che ci siamo,<br />
cerchiamo di approfondire ancora di più<br />
il discorso. Cominciamo da Norcia, capace<br />
di regalare il nome al mestiere di norcino.<br />
Qui abbiamo un vero e proprio prosciutto<br />
di montagna, aromatico e pepato al<br />
punto giusto, dove la presenza di sale è<br />
decisamente rilevante. Ci serve un vino<br />
abbastanza morbido e giovane. Un Rosso<br />
di Montefalco andrà benissimo, così come<br />
un Rosso Conero, un Ciliegiolo di Narni, o<br />
in alternativa un buon Merlot. Considerazioni<br />
simili per i prosciutti toscani, capaci<br />
se possibile di una componente pepata<br />
ancor più importante. Che ne dite di un<br />
Chianti Classico dell’ultima vendemmia?<br />
Il cuore dell’Emilia regala dolcezze anche<br />
nei prosciutti. Parma e Modena chiamano<br />
abbinamenti territoriali con Malvasie<br />
frizzanti o rossi briosi, dai Lambrusco al<br />
Gutturnio. Il mitico San Daniele, anche’esso<br />
dolce e delicato, potrebbe far coppia<br />
sia con bianchi lievemente aromatici<br />
(un Sauvignon non troppo marcato, ad<br />
esempio) che con rossi delicati e fruttati.<br />
Avete voglia anche voi di due autentiche<br />
perle come culatello di Zibello e Jamon<br />
iberico? Io suggerisco Champagne, o<br />
comunque un grande spumante millesimato,<br />
e addirittura un Pinot Nero della<br />
Borgogna, se ha un po’ di stagionatura in<br />
più. Chiudo infine con il prosciutto cotto,<br />
che vedo bene vicino<br />
a un buon Rosé…<br />
F O C U S<br />
Antonio Boco<br />
Giornalista<br />
enogastronomico<br />
Dato il livello di<br />
sapidità<br />
rilevante del<br />
prosciutto,<br />
bisognerà<br />
pensare<br />
a vini di buona<br />
morbidezza.<br />
2
F O C U S<br />
Paolo Braconi<br />
Professore di Antichità<br />
Romane, Università<br />
degli Studi di Perugia<br />
Ricetta per la<br />
confezione dei<br />
prosciutti<br />
di Catone il Censore<br />
Così bisogna fare i prosciutti, in dolio o<br />
in giara. Una volta comprati i prosciutti,<br />
taglia via lo zampetto. Per ogni pezzo<br />
occorre mezzo moggio di sale fino romano<br />
(ca. 4,3 kg.). Stendi uno strato di sale in<br />
fondo al dolio o alla giara e poggiaci sopra<br />
un prosciutto, con la cotenna in basso.<br />
Copri bene col sale e sopra mettine un<br />
altro e coprilo allo stesso modo. Attento<br />
a non far toccare carne con carne. Coprili<br />
tutti così. Dopo averli sistemati, ricopri<br />
ancora di sale e pareggia: attento che non<br />
si veda la carne. Dopo cinque giorni, tirali<br />
fuori ciascuno col suo sale e risistemali<br />
mettendo adesso per primi quelli che<br />
avevi salato per ultimi; coprili e sistemali<br />
alla stessa maniera. Dopo dodici giorni<br />
in totale, tira fuori i prosciutti, nettali<br />
da tutto il sale e appendili lasciandoli<br />
esposti al vento per due giorni. Al terzo<br />
giorno, lavali bene con la spugna, ungili<br />
con olio e affumicali per due giorni. Il<br />
terzo giorno ungili con olio misto ad aceto<br />
e appendili in dispensa; non li attaccheranno<br />
né tarli né vermi.<br />
26<br />
Perna e perexsuctus:<br />
il prosciutto nella storia<br />
Risale al II secolo a.C. la ricetta di<br />
Catone il Censore per la confezione<br />
dei prosciutti, in latino pernae, fatti alla<br />
maniera di Pozzuoli. Se dal Sud passiamo<br />
al Nord, possiamo ricordare con Varrone<br />
(I secolo a.C.) le pernae comacinae, cioè i “prosciutti<br />
alla maniera di Como”. Pozzuoli<br />
e Como sono solo due esempi di quella<br />
che oggi diremmo Indicazione Geografica<br />
e che, evidentemente, già i nostri<br />
antichi progenitori utilizzavano per<br />
segnalare eccellenze e tipicità alimentari<br />
di determinati territori. L’importanza che<br />
i Romani davano a pernae e petasones (prosciutti<br />
e spalle) è testimoniata anche dalla<br />
specializzazione dei mestieri: esisteva<br />
in fatti il pernarius, cioè il “prosciuttaio”,<br />
confezionatore e mercante specializzato<br />
in prosciutti.<br />
Il “prosciutto”, che deriva il suo nome<br />
dal latino medievale perexsuctus, cioè<br />
prosciugato, reso asciutto da salatura<br />
e stagionatura, ha dunque una storia<br />
molto antica, testimoniata non solo<br />
dalle fonti scritte, ma anche dai ritrovamenti<br />
archeologici, come quello di<br />
un insediamento etrusco nei pressi di<br />
Mantova (Bagnolo S. Vito) risalente al<br />
V secolo a.C. Qui, tra i numerosissimi<br />
reperti ossei classificati (oltre 50.000),<br />
circa il 60% appartiene a suini, ma con<br />
una particolarità: sono rari i resti di arti<br />
posteriori. Questo induce a pensare che<br />
le cosce degli animali macellati venissero<br />
asportate sotto forma di prosciutti.<br />
L’eredità del mondo antico viene raccolta<br />
dalle epoche successive, dal Medioevo<br />
e dall’Età Moderna, che continuerà a<br />
riservare al prosciutto un posto d’onore<br />
nell’immaginario della ricchezza alimentare,<br />
fissatasi a livello popolare nel Paese<br />
della Cuccagna, dove i prosciutti crescono<br />
sugli alberi o lastricano le strade.<br />
Il sale è ovviamente l’ingrediente<br />
indispensabile per la preparazione del<br />
prosciutto e da sempre le comunità<br />
italiche si sono indaffarate a procurarsi<br />
questo prezioso elemento, sia presso le<br />
saline costiere sia presso miniere o affioramenti<br />
all’interno. Ad esempio, le saline<br />
dell’Alto Adriatico (Venezia, Comacchio,<br />
Cervia) fornivano il sale per la salumeria<br />
delle regioni limitrofe, servite anche da<br />
quella grande via d’acqua che era il Po.<br />
Ma questo bene prezioso e vitale era<br />
spesso soggetto a regimi di monopolio,<br />
con forti prelievi fiscali, così che nel<br />
tempo molte comunità hanno cercato<br />
di procurarsi il sale nei loro territori,<br />
ricorrendo alle miniere o, come nel caso<br />
di Parma, alle sorgenti termali, ricche di<br />
sali, i putei salsi di Salsomaggiore. Il sale<br />
così ottenuto aveva caratteristiche conservative<br />
migliori del sale marino, tanto<br />
che ne occorreva una quantità minore<br />
per confezionare i prosciutti; questo<br />
sembra uno dei motivi per cui è nato<br />
il “dolce di Parma”, oggi noto in tutto il<br />
mondo.<br />
Chiudiamo ricordando un uso insolito<br />
del prosciutto. Nel De medicamentis di<br />
Marcello Empirico (IV-V secolo d.C.), si<br />
consiglia di usare l’osso di prosciutto di<br />
scrofa (pernae scrofinae os), bruciato e ridotto<br />
in polvere, come dentifricio. Sembra<br />
l’ennesima conferma, se ce ne fosse<br />
bisogno, che del maiale non si buttava<br />
proprio nulla!
P<br />
2
F O C U S<br />
Enrico Bertoli<br />
Direttore della Scuola di<br />
Specializzazione in<br />
Scienza<br />
dell’Alimentazione,<br />
Istituto di Biochimica,<br />
Università Politecnica<br />
delle Marche, Ancona<br />
Tabella 1: I prosciutti<br />
che possono fregiarsi<br />
del marchio D.O.P.<br />
2<br />
Il prosciutto:<br />
qualità e proprietà<br />
nutrizionali<br />
La qualità del prosciutto<br />
e le sue<br />
caratteristiche organolettiche<br />
sono<br />
strettamente<br />
dipendenti<br />
dalla razza<br />
del maiale<br />
e dal tipo di<br />
allevamento.<br />
Si sono<br />
costituiti dei<br />
consorzi come<br />
Il Consorzio del<br />
Suino Padano, Consorzio del prosciutto<br />
di Parma, o il Consorzio del prosciutto di<br />
San Daniele che sono istituzioni qualificate<br />
che hanno stabilito precisi parametri<br />
da rispettare durante tutta la filiera di<br />
allevamento del suino con l’obiettivo di<br />
valutare e garantire il prodotto finale sul<br />
piano della qualità e sicurezza alimentare.<br />
Diversi prosciutti crudi sono stati certificati<br />
con “Denominazione di origine<br />
protetta”, che è un marchio di tutela giuridica<br />
della denominazione e che viene<br />
attribuito a quegli alimenti le cui peculiari<br />
caratteristiche qualitative sono essen-<br />
zialmente<br />
o<br />
esclusivamenteespressione<br />
del<br />
territorio.<br />
Affinché un<br />
prodotto sia<br />
DOP, le fasi di<br />
produzione, trasformazione<br />
ed elaborazione<br />
devono avvenire in<br />
un’area geografica delimitata (Tabella 1).<br />
Dalla coscia del maiale disossata, sottoposta<br />
ad aromatizzazione e a trattamento<br />
termico si ottiene il prosciutto cotto. Il<br />
trattamento termico è finalizzato a favorire<br />
la coesione tra i muscoli, l’aumento<br />
della conservabilità e la formazione di<br />
particolari caratteristiche organolettiche<br />
che contraddistinguono il prosciutto<br />
cotto.<br />
I valori nutrizionali sia del prosciutto crudo<br />
che cotto ben si prestano a una dieta<br />
sana ed equilibrata.<br />
Il prosciutto come altri salumi, nel recente<br />
passato, sono stati spesso considerati<br />
alimenti da evitare, a causa<br />
della qualità e del contenuto<br />
dei grassi. In realtà, nell’ultimo<br />
decennio, la composizione<br />
della carne suina è<br />
notevolmente cambiata a<br />
seguito di interventi mirati<br />
degli allevatori sulle linee<br />
genetiche e sui mangimi,<br />
rivolti a ottenere carni magre<br />
e di qualità e quindi meglio<br />
rispondenti alle attuali esi-
genze nutrizionali.<br />
Sia il prosciutto crudo che cotto<br />
forniscono circa 220Kcal/100gr di<br />
sostanza fresca (Tabella 2).<br />
Le carni suine, e quindi il prosciutto,<br />
sono dotate di un’elevata<br />
qualità nutrizionale che non deriva<br />
solo dal buon contenuto in proteine<br />
(Tabella 2), ma anche dalla loro<br />
qualità biologica e organolettica.<br />
Infatti, il prosciutto crudo è povero<br />
di tessuto connettivo, costituito da<br />
proteine di bassa qualità (circa il<br />
6% e 8,5% delle proteine totali nel<br />
prosciutto crudo e cotto, rispettivamente),<br />
mentre è ricco di proteine<br />
ad elevata qualità. Queste proteine contengono<br />
tutti gli aminoacidi essenziali,<br />
ossia componenti delle proteine e precursori<br />
di importanti molecole ad attività<br />
biologica, che devono essere assunti con<br />
la dieta, perché il nostro organismo non è<br />
in grado di biosintetizzarli.<br />
Nel prosciutto crudo, inoltre, grazie alla<br />
stagionatura, le proteine diventano più<br />
facilmente digeribili conservando un alto<br />
valore nutrizionale e rendendo questo<br />
alimento particolarmente adatto sia nell’accrescimento<br />
sia nella persona anziana.<br />
In media, un prosciutto crudo contiene<br />
circa 13% di lipidi (Tabella 2); tale quota<br />
scende al 4% se, rinunciando a un po’ di<br />
sapore, si allontana lo strato di grasso<br />
esterno. Analoga situazione si riscontra<br />
nel prosciutto cotto per il quale da un<br />
prodotto con il 15% di grasso si passa<br />
a uno con il 4%, allontanando il grasso<br />
periferico.<br />
Inoltre, occorre sottolineare che la<br />
composizione in acidi grassi e il rapporto<br />
tra le diverse classi di acidi grassi non si<br />
discostano da quelle che sono le<br />
raccomandazioni nutrizionali.<br />
è interessante ricordare che il miglioramento<br />
dell’alimentazione del<br />
suino (prevalentemente vegetariana)<br />
e dei sistemi di allevamento ha<br />
portato anche ad una diminuzione<br />
significativa del contenuto di colesterolo<br />
nei prosciutti (Tabella 2).<br />
Sono presenti anche micronutrienti<br />
come i minerali tra i quali il ferro e lo<br />
zinco in forma altamente biodisponibile,<br />
ossia facilmente assorbibile, e il patrimonio<br />
vitaminico, in particolare le vitamine<br />
del gruppo B (tiamina e riboflavina)<br />
(Tabella 3).<br />
L’unica controindicazione è data dall’elevato<br />
tenore di sodio presente nel<br />
prosciutto crudo, per cui il suo consumo<br />
deve essere limitato nei soggetti ipertesi<br />
(Tabella 3).<br />
Pertanto il prosciutto sia crudo che<br />
cotto ha qualità nutrizionali del tutto<br />
allineate agli attuali modelli alimentari<br />
e può dignitosamente rappresentare un<br />
contributo dietetico prezioso e di facile<br />
consumo sia per i giovani che per gli<br />
adulti.<br />
in collaborazione con Gianna Ferretti<br />
Tabella 3: Contenuto medio in micronutrienti<br />
di vitamine del gruppo B e minerali nel<br />
prosciutto crudo e cotto (fonte: Istituto<br />
Nazionale della Nutrizione)<br />
F O C U S<br />
Tabella<br />
2: Valori<br />
energetici e<br />
nutrizionali<br />
medi del<br />
prosciutto<br />
crudo e cotto<br />
(fonte: Istituto<br />
Nazionale<br />
della<br />
Nutrizione)<br />
2
30<br />
P
P<br />
31
SpazioRegioni<br />
LAZIO<br />
a cura di<br />
Erica Battellani<br />
Ristorante<br />
SANTA CHIARA<br />
via Salaria Vecchia, 10<br />
Torricella in Sabina (RI)<br />
Tel. 0 3 1 3<br />
Notizie dal LAZIO<br />
I Prosciutti laziali<br />
e le loro feste<br />
Bassiano Reggiani (Latina),<br />
metà luglio<br />
Guercino, (Frosinone)<br />
metà luglio<br />
32<br />
I piatti freschi<br />
del santa Chiara<br />
Nel cuore della Sabina, lungo la<br />
storica direttrice per Roma, la<br />
via Salaria, troviamo<br />
un locale molto<br />
ampio, attrezzato<br />
anche per banchetti,<br />
che dispone di una<br />
grande veranda tutta<br />
circondata da vetri,<br />
perfetta in ogni stagione. In attività dal<br />
1982, questo ristorante è famoso per<br />
l’offerta di pesce, affiancata da gustosi<br />
piatti di terra, tutti preparati espressi<br />
nonostante l’elevato numero di coper-<br />
Il Lazio vanta una tradizione salumiera<br />
decisamente invidiabile, con prodotti<br />
rinomati per qualità e continuità nel<br />
tempo, caratteristiche spesso festeggiate<br />
durante le feste patronali di paese.<br />
é questo il caso del prosciutto di Bassiano<br />
Reggiani, in provincia di Latina: in questo<br />
borgo le condizioni climatiche sono particolarmente<br />
propizie alla stagionatura.<br />
A distinguere il prosciutto dei produttori<br />
di Bassiano è un intervento del tutto particolare,<br />
diretto ad aromatizzare, con una<br />
salsa fatta di vino bianco, aglio e pepe, il<br />
prosciutto che poi continua a stagionare<br />
per un anno almeno. L’ultima domenica<br />
di luglio Bassiano dedica un’affollata<br />
ti a disposizione (circa quattrocento).<br />
Francesco, il titolare, ci racconta che<br />
“preferiamo non preparare nulla in anticipo,<br />
ma far aspettare qualche minuto in<br />
più il cliente per offrire piatti di qualità,<br />
realizzati all’istante. E ci riusciamo grazie<br />
ad uno staff numeroso ed efficiente”.<br />
Fra i piatti più richiesti ricordiamo gli<br />
spaghetti Santa Chiara<br />
– una sorta di scoglio<br />
molto ricco e abbondante<br />
– e tutte le ricette di mare,<br />
come gli gnocchi all’astice,<br />
la frittura o la grigliata, ma<br />
anche i ravioli, i piatti con<br />
funghi porcini, l’abbacchio.<br />
sagra al “suo” prosciutto.<br />
Una tradizione di grande affidabilità e<br />
un microclima ideale per la stagionatura<br />
garantiscono la qualità del prosciutto di<br />
Guarcino, centro agricolo vicino Frosinone.<br />
La lavorazione ripete i metodi tradizionali,<br />
ma per la mistura usata per insaporire<br />
il prosciutto è utilizzato il vino rosso di<br />
buona struttura, unito a spezie, peperoncino<br />
e sugna. La stagionatura dura almeno<br />
15/16 mesi. Il prosciutto ha colore tra<br />
il rosso e il rosato semiopaco, la forma è<br />
leggermente allungata, il sapore molto<br />
sapido e aromatico. Sempre nel mese di<br />
luglio in paese ogni anno si organizza la<br />
“Sagra del Prosciutto”.
Per quanto riguarda salumi e prosciutti<br />
in particolare sono utilizzati prodotti<br />
nazionali di qualità.<br />
Sul fronte vini si privilegiano i bianchi<br />
– come Greco di Tufo e Falanghina – visto<br />
il felice abbinamento con il pesce, ma<br />
il titolare ci ricorda che “in un periodo<br />
di crisi come questa, mentre la cucina<br />
La Ricetta<br />
Spaghetti Santa Chiara<br />
Ingredienti:<br />
- 500 g di spaghetti<br />
- 400 g di frutti di mare (calamari, cozze,<br />
gamberetti, scampi, code di gambero)<br />
- 3/4 cucchiai di passata di pomodoro<br />
- Olio extravergine<br />
- Aglio<br />
- Peperoncino<br />
- Sale<br />
continua a funzionare molto bene grazie<br />
anche all’ottimo rapporto qualità/prezzo,<br />
ciò che più accusa il colpo è proprio il<br />
vino, acquistato meno di frequente”.<br />
Il Santa Chiara è uno di quei locali che<br />
riesce a coniugare bene l’ampiezza degli<br />
spazi con la qualità dell’offerta e il contenimento<br />
dei prezzi.<br />
Ristorante SANTA CHIARA<br />
Procedimento:<br />
fate soffriggere in olio extravergine uno<br />
spicchio di aglio e un peperoncino, poi<br />
aggiungete i calamari tagliati fini e di seguito<br />
le cozze, le vongole, i gamberetti, gli<br />
scampi, le code di gambero. Dopo qualche<br />
minuto macchiate con un po’ di pomodoro.<br />
Nel frattempo fate cuocere gli spaghetti in<br />
abbondante acqua salata. Scolateli e fateli<br />
mantecare con il sugo per qualche minuto.<br />
Serviteli ben caldi.<br />
SpazioRegioni<br />
LAZIO<br />
33
3<br />
P
P<br />
3
SpazioRegioni<br />
TOSCAnA<br />
a cura di<br />
Giancarlo Ferraris<br />
Ristorante<br />
CASA MIA<br />
Loc. Malafrasca<br />
SIENA<br />
Tel. 0 0 0<br />
Notizie dalla TOSCANA<br />
Il Premio Giò Renti<br />
Associazione Culturale Enogastronomica<br />
Senese<br />
Strada Chiantigiana,<br />
SIENA<br />
tel. 0 . 0 0<br />
www.acesiena.it<br />
info@acesiena.it<br />
3<br />
Quando i Sapori genuini<br />
sono aromi raffinati<br />
Basterebbe lanciare un semplice<br />
sguardo alla sede che lo ospita per<br />
capire quale passione per la gastronomia<br />
e quali aromi senesi<br />
caratterizzano il<br />
Ristorante Enoteca<br />
Casa Mia. Immerso<br />
nei vigneti del<br />
Chianti e posto sulla<br />
Via Chiantigiana, il<br />
locale ha assunto un<br />
nome così familiare<br />
dal semplice fatto che<br />
il suo proprietario,<br />
Ettore Silvestri, è nato<br />
proprio in questa casa<br />
contadina, dove i genitori<br />
gestivano una<br />
locanda-trattoria. Un<br />
legame così forte con<br />
il mondo della ristorazione<br />
e con la terra<br />
senese si è tradotto in una cucina tradizio-<br />
L’attività del mangiare non è soltanto<br />
finalizzata a soddisfare un bisogno<br />
primario dell’essere umano, ma è anche<br />
un momento, oltre che di piacere, di<br />
convivialità, di dialogo tra le persone, di<br />
incontri tra idee diverse. Proprio per sviluppare<br />
questo concetto è nata l’ A.C.E.S.,<br />
l’Associazione Culturale Enogastronomia<br />
Senese, che si propone di diffondere e<br />
di promuovere la cultura, le tradizioni,<br />
l’enogastronomia, la storia, l’immagine e<br />
i prodotti tipici senesi attraverso manifestazioni,<br />
corsi di formazione, degustazioni<br />
e quant’altro; scopo dell’Associazione<br />
è anche quello di individuare tipicità<br />
alimentari e vinicole la cui produzione è<br />
legata ad un territorio specifico al fine di<br />
salvaguardarne la biodiversità e pro-<br />
nale, dove il termine tradizionale va inteso<br />
nel suo significato aulico ed inserito nel<br />
concetto della “cultura del mangiare”: una<br />
cucina ricca di piatti<br />
tipici locali nella cui<br />
preparazione viene<br />
posta una specifica<br />
attenzione alla scelta<br />
delle materie prime<br />
e alla ricerca del<br />
dettaglio. Al Ristorante<br />
Enoteca Casa<br />
Mia troviamo tortelli<br />
ripieni con pecorino<br />
romano e pepe<br />
pestato, girasoli con<br />
ripieno di burrata<br />
e filetto di pomodoro<br />
e basilico, pici<br />
all’agliona, spaghetti<br />
alla chitarra con ragù<br />
di cortile, spaghetti<br />
con sauté di cozze, vongole e verdure, ta-<br />
muoverne le produzioni ecosostenibili.<br />
Tra gli eventi organizzati ultimamente<br />
dalla A.C.E.S., il Premio Giò Renti – Omaggio<br />
a Giovanni Righi Parenti che è stato<br />
assegnato a Francesco, Giovanni e Marco<br />
Baroni Ricasoli Firidolfi per il loro grande<br />
contributo dato alla promozione della<br />
vitivinicoltura toscana, espressione di<br />
pregio del territorio senese e del Made in<br />
Italy nel mondo. Eredi di Bettino Ricasoli,<br />
personaggio di primo piano nelle vicende<br />
risorgimentali, Francesco, Giovanni<br />
e Marco hanno scritto nuovi capitoli<br />
nella storia del Chianti interpretando e<br />
concretizzando di fatto l’insegnamento<br />
di Giovanni Righi Parenti: soddisfare le<br />
esigenze del mercato senza sacrificare la<br />
qualità alle mode e alle abitudini.
gliatelle all’anatra, tagliata di Cinta grigliata,<br />
fiorentina sui carboni, oltre a verdure,<br />
semifreddi e dolci della casa.<br />
L’Enoteca annovera 400 etichette e 6.000<br />
bottiglie; sono presenti vini toscani come il<br />
Chianti Classico, il Nobile di Montepulciano<br />
e il Brunello di Montalcino, accanto ai<br />
quali trovano posto vini nazionali, bottiglie<br />
rare per intenditori e appassionati, grappe<br />
e oli extravergine di oliva. “Nella gestione<br />
della nostra attività – precisa Ettore – ab-<br />
La Ricetta<br />
Stinco di vitello al forno<br />
Ingredienti per 6 persone:<br />
- 2,5 kg circa di Stinco di vitello<br />
possibilmente di Chianina<br />
- salvia<br />
- rosmarino<br />
- aglio<br />
- sale e pepe<br />
- olio extravergine d’oliva<br />
biamo sempre privilegiato la componente<br />
familiare; io e mia moglie Gabriella teniamo<br />
molto a creare un rapporto diretto tra<br />
noi e i nostri ospiti, tra la cucina e la sala,<br />
dando vita così ad uno scambio continuo<br />
di proposte e di giudizi”. Per quanto riguarda<br />
la struttura, Casa Mia dispone di una<br />
sala principale con 60 posti e di una sala<br />
più raccolta con 30. Con la bella stagione<br />
è disponibile anche una veranda esterna<br />
con 40 coperti.<br />
Ristorante CASA MIA<br />
Procedimento:<br />
pestate le erbe aromatiche con l’aglio,<br />
il sale e il pepe, intaccate la carne e<br />
“pillottate”; cospargete tutta la carne<br />
leggermente oleata . Passate in forno<br />
a convenzione vapore a 150° per circa<br />
180 minuti a seconda del peso.<br />
Servite ben caldo.<br />
Vino in abbinamento: Nobile di Montepulciano<br />
SpazioRegioni<br />
TOSCAnA<br />
3
SpazioRegioni<br />
MARCHe<br />
a cura di<br />
Alessia Malloni<br />
Trattoria<br />
MARCHEGIANA<br />
Piazza Cairoli, 1<br />
Fabriano (AN)<br />
Tel. 0 32 2 00<br />
La Ricetta<br />
Petto di pollo alla marchegiana<br />
Ingredienti:<br />
- 400 g di petto di pollo<br />
- 2 uova intere<br />
- 100 g di prosciutto crudo<br />
- scaglie di tartufo<br />
- 50 g parmigiano grattugiato<br />
- panna e latte<br />
- farina<br />
- olio e sale<br />
3<br />
Semplicità e<br />
tradizione dal 1231<br />
Siamo a Fabriano, nel pieno entroterra<br />
marchigiano, in una piccola cittadina<br />
circondata da montagne, rinomata<br />
per le sue industrie e l’operosità dei suoi<br />
abitanti. Qui, dal 1231, tappa fissa e posto<br />
di ritrovo per gli abitanti<br />
è una trattoria situata in<br />
pieno centro storico, la<br />
Trattoria Marchegiana.<br />
Passando gli anni tra<br />
canti popolari, storie di<br />
paese, anonimi viaggiatori<br />
e personaggi del<br />
luogo, oggi è gestita<br />
da Romualdo Bartolini,<br />
fabrianese doc, ristoratore per passione.<br />
Per accontentare tutta la sua<br />
affezionata clientela, Romualdo ha<br />
diviso il locale in tre ambienti: il primo<br />
è la pizzeria, dove regna, ovviamente, la<br />
pizza, cotta nel forno a legna, che a Fabriano<br />
conoscono tutti per aver vinto per due<br />
anni consecutivi il premio “Pizza in piazza<br />
in Terre di Marca”; una delle pizze “vincitrici”<br />
è detta Europizza (mozzarella di bufala,<br />
pancetta affumicata, pomodori pendolini,<br />
cipolla, rucola e grana). Secondo ambiente<br />
Trattoria MARCHEGIANA<br />
è il ristorante, dove cucina lo chef Luca,<br />
giovane ma già con una grande esperienza<br />
alle spalle. Infine il terzo ambiente, l’enoteca<br />
o osteria, dove è possibile gustare del<br />
buon vino accompagnato da “stuzzicherie”<br />
tipiche locali, come la crescia<br />
con affettati e formaggi<br />
rigorosamente della zona,<br />
trippa, verdure al gratin. La<br />
cucina di questa trattoria<br />
rispetta la migliore tradizione<br />
marchigiana<br />
casereccia; gli<br />
ingredienti sono<br />
prevalentemente<br />
locali e le carni<br />
provengono<br />
da allevamenti<br />
intorno a Fabriano.<br />
Il tutto per presentare nel menu<br />
ottime carni alla griglia e arrosti e primi dai<br />
sapori semplici e genuini come le tagliatelle<br />
all’anatra o le varie zuppe. Da non<br />
perdere i dolci, rigorosamente fatti in casa.<br />
Per quanto riguarda i vini, la cantina offre<br />
circa cinquanta etichette, per la maggior<br />
parte di produttori locali.<br />
Preparazione:<br />
passate il petto di pollo nella farina prima, poi nell’uovo.<br />
Ponete dell’olio in una padella; quando l’olio sarà ben caldo, mettete<br />
il petto di pollo infarinato, cuocete bene su entrambe i lati, spolverate<br />
con le scaglie di tartufo, aggiungete il formaggio e le fette di prosciutto.<br />
Versate la panna e il latte (un paio di mestoli) e fate cuocere a fuoco
SpazioRegioni<br />
MARCHe<br />
3
SpazioRegioni<br />
UMBRIA<br />
a cura di<br />
Antonio Boco<br />
Ristorante<br />
Recanto<br />
c/o Valle Assisi Resort<br />
Via San Bernardino<br />
da Siena<br />
Tordandrea di<br />
Assisi (PG)<br />
Tel. 0 0 0<br />
Notizie dall’UMBRIA<br />
“I Rumori della<br />
Cucina”<br />
Seconda Edizione<br />
Concorso<br />
Unione Regionale<br />
Cuochi Umbri<br />
Informazioni:<br />
Ristorante Bigi Bigi<br />
tel. tel. 075.388160<br />
075.388160<br />
0<br />
La Magica atmosfera<br />
del recanto<br />
Spesso le città d’arte e le mete turistiche<br />
in genere sono avare di luoghi originali,<br />
specie sul fronte delle buone tavole.<br />
Assisi (e le colline<br />
circostanti), che tra<br />
queste mete è una<br />
sorta di icona, non fa<br />
eccezione, anche se le<br />
cose stanno lentamente<br />
cambiando. Tra gli<br />
indirizzi che sono nati<br />
con un’impostazione<br />
accattivante,<br />
riuscendo a<br />
unire qualità<br />
alle sacrosante<br />
aspettative<br />
culinarie di<br />
umbri e turisti,<br />
c’è senza dubbio<br />
il Recanto,<br />
ristorante dai<br />
tratti eleganti,<br />
A seguito del buon successo della prima<br />
edizione, torna il concorso I rumori della<br />
cucina, indetto dal Presidente Alviero Bigi<br />
e da tutta l’Unione Regionale Cuochi<br />
Umbri in collaborazione con la Cancelloni<br />
Food Service S.p.A.<br />
Il concorso prevede la realizzazione, da<br />
parte dei ristoranti aderenti, di un menu<br />
composto esclusivamente da piatti della<br />
tradizione del luogo realizzati con prodotti<br />
tipici umbri. E proprio in occasione<br />
del concorso, la Società Cancelloni ha<br />
realizzato un catalogo speciale tutto<br />
dedicato ai prodotti tipici umbri.<br />
Le portate dovranno essere esposte su<br />
un tavolo (la forma e il materiale del piatto<br />
in cui verranno presentate le pietanze<br />
inserito nello splendido contesto del<br />
Valle di Assisi Resort della famiglia Bianconi.<br />
Il nome la dice lunga, la vista sulla<br />
città di San Francesco<br />
è mozzafiato,<br />
l’atmosfera<br />
magica e rarefatta.<br />
Qui si può<br />
alloggiare per<br />
una vacanza di<br />
assoluto piacere,<br />
ma soprattutto<br />
si può visitare il<br />
ristorante.<br />
La formula è semplice<br />
e proprio per questo<br />
azzeccata. Materie prime<br />
genuine e di prim’ordine<br />
(del territorio, ovviamente,<br />
ma anche pescando<br />
qua e là le cose buone<br />
della penisola), sapori<br />
antichi che trovano una<br />
saranno a discrezione dei partecipanti).<br />
Una giuria composta da 4 membri<br />
(professionisti dell’URCU) assaggerà le<br />
pietanze e valuterà le stesse in base a tre<br />
parametri:<br />
- aspetto visivo;<br />
- aspetto degustativo;<br />
- abbinamento vino/piatto.<br />
Il punteggio di ogni ristorante verrà dato<br />
in busta chiusa e rimarrà anonimo.<br />
Tutte le buste verranno aperte alla fine<br />
del concorso durante una serata dedicata;<br />
per ogni ristorante è previsto un<br />
attestato di partecipazione, oltre a sei<br />
riconoscimenti per i sei migliori piazzamenti<br />
come: primo piatto, secondo<br />
piatto, dolce, miglior presentazione, sod-
dimensione attuale, decisamente contemporanea.<br />
Bello l’assortimento di salumi di maiali<br />
neri, così come le uova strapazzate al<br />
tartufo di Norcia. Tra i primi accompagna<br />
degnamente una fredda serata<br />
d’inverno l’orzotto<br />
con bruschetta<br />
all’olio, ma segnaliamo<br />
anche gli<br />
splendidi rigatoni<br />
al sugo umbro.<br />
L’Umbria, terra di<br />
grandi carni, non<br />
La Ricetta Ristorante RECANTO<br />
Risotto tartufato ai fiori rossi<br />
Ingredienti per 4 persone:<br />
- 400 g riso vialone nano<br />
- 200 g di radicchio rosso di Treviso<br />
- 1 grosso tartufo bianco<br />
- ½ bicchiere di vino bianco secco<br />
- 20 g di cipolla tritata<br />
- 200 g di burro<br />
- 50 g parmigiano grattugiato<br />
- 2 litri di buon brodo<br />
- sale e pepe<br />
disfazione del cliente e miglior abbinamento<br />
vino. Anche il pubblico presente<br />
in sala potrà partecipare all’elezione del<br />
migliore cuoco tramite la compilazione<br />
di un’apposita scheda di gradimento,<br />
che costituirà il parametro di valutazione<br />
per il premio soddisfazione del cliente.<br />
Le iscrizioni sono ancora aperte e la stesura<br />
del calendario delle serate è prevista<br />
per la metà del mese di gennaio.<br />
Informazioni e iscrizioni presso:<br />
Ristorante Bigi<br />
Strada Vestricciano Genna, 2 - Perugia<br />
Sig. Bigi, tel. 075.388160<br />
Cancelloni Food Service S.p.A.<br />
str. L. Ariosto, 10 - Magione (PG)<br />
Dott.ssa Cristina Panico, tel. 075.847771<br />
tradisce le attese con l’agnello scottadito<br />
con patate arrosto, o la sontuosa faraona<br />
alla leccarda con verdurine al vapore.<br />
Non mancano neppure alcuni piatti di<br />
pesce, mentre i dessert spaziano dalla<br />
torta al cioccolato e noci al millefoglie al<br />
caramello.<br />
Ovviamente presenti<br />
in carta gli<br />
ottimi oli extravergine<br />
e i vini prodotti<br />
direttamente<br />
dall’azienda agraria<br />
di proprietà.<br />
SpazioRegioni<br />
UMBRIA<br />
Preparazione:<br />
in una casseruola rosolate la cipolla con circa 50 grammi di burro,<br />
quindi aggiungete il radicchio lavato e tagliato a listarelle, e cuocete<br />
il tutto per 5 minuti.<br />
A questo punto versate il riso, fatelo tostare, annaffiatelo con il vino<br />
bianco e fatelo evaporare.<br />
Ora fate finire la cottura bagnando di tanto in tanto con il brodo, e<br />
alla fine togliete dal fuoco il riso, mantecatelo con il rimanente burro<br />
e parmigiano, aggiustate con sale e pepe, avendo cura di servire il<br />
piatto con le lamelle di tartufo bianco.<br />
V° Concorso enogastronomico<br />
nazionale per IPSSAR <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
“Città di Assisi”<br />
L’Istituto Professionale Alberghiero<br />
di Assisi indice per l’anno scolastico<br />
2009/<strong>2<strong>01</strong>0</strong>, il V° Concorso Enogastronomico<br />
Nazionale sul tema: “Esecuzione di<br />
un primo piatto di pasta farcita per celiaci,<br />
salsa di condimento, abbinamento<br />
enologico e relativo servizio”. Il Concorso<br />
è rivolto agli allievi del monoennio<br />
cucina e sala bar, e agli allievi del IV° e V°<br />
anno ristorazione. Si terrà presso l’Istituto<br />
Alberghiero di Assisi (sede di Via Eremo<br />
delle Carceri n. 19), nei giorni giovedì<br />
22, venerdì 23 aprile <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. è indirizzato agli<br />
Istituti Alberghieri d’Italia.<br />
Informazioni:<br />
Prof. Paolo Pani<br />
tel. 338.1463476<br />
pani.paolo@libero.it<br />
Istituto IPSSAR - Assisi<br />
Tel. 075.813054<br />
www.alberghieroassisi.it<br />
1
2<br />
P
RUBRICA<br />
DIVENTARE ESpERTI DEgUSTATORI<br />
DI<br />
gRAppE E ACQUAVITI<br />
Parla Ennio Baccianella, Presidente Regionale<br />
dell’Umbria dell’Associazione Nazionale<br />
Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />
Ricercare, tutelare e diffondere i<br />
valori tradizionali della grappa e<br />
delle acquaviti è uno degli obiettivi<br />
previsti dallo Statuto costitutivo<br />
dell’ANAG (Associazione Nazionale<br />
Assaggiatori di Grappa e Acquaviti<br />
– www.anag.it). “Non è solo questo<br />
il compito dell’Associazione” dichiara<br />
Ennio Baccianella Presidente della<br />
Delegazione dell’Umbria, “al primo<br />
punto dello Statuto è previsto che<br />
l’Associazione svolga attività di<br />
lotta all’alcolismo mediante lezioni<br />
sugli effetti collaterali dell’abuso<br />
dell’alcol. In questo periodo, in cui<br />
si parla moltissimo di prevenzione e<br />
sicurezza noi, durante i nostri corsi di<br />
formazione e le attività associative,<br />
dedichiamo ampio spazio all’insegnamento<br />
del bere in modo controllato<br />
e consapevole”.<br />
L’ANAG è stata fondata nel 1978 con<br />
il proposito di codificare e divulga-<br />
Prossimi Corsi<br />
Corsi di 1° livello<br />
A partire dal mese di febbraio<br />
<strong>2<strong>01</strong>0</strong>, saranno organizzati corsi<br />
di 1° livello per Assaggiatori di<br />
Grappa e Acquaviti a Perugia, Terni<br />
e Bastia Umbria. Il programma<br />
prevede 6 lezioni con cadenza<br />
settimanale, con inizio alle ore<br />
21.00, e una visita guidata in<br />
distilleria.<br />
re un metodo di valutazione della<br />
grappa e delle altre acquaviti e per<br />
consentire al consumatore scelte<br />
mirate tra prodotti di qualità. Ha<br />
sede presso la Camera di Commercio<br />
di Asti, ed è una Federazione di<br />
Associazioni Regionali a loro volta<br />
suddivise in Sezioni Provinciali.<br />
Queste ultime hanno il compito<br />
di organizzare i corsi per Aspiranti<br />
Assaggiatori e provvedere alla<br />
formazione permanente degli<br />
aderenti al sodalizio. Oltre ai corsi<br />
per assaggiatori, l’ANAG organizza<br />
anche seminari sull’acquavite d’uva,<br />
master sui distillati internazionali,<br />
serate di assaggio, incontri con i<br />
distillatori e seminari all’estero.<br />
“Durante i nostri corsi”, afferma Baccianella,<br />
“si insegna a riconoscere le<br />
varie tipologie di grappa (giovani,<br />
aromatiche, invecchiate e aromatizzate),<br />
oltre ai distillati di frutta e le<br />
Prossimi Appuntamenti<br />
3 a edizione di Acquavite Italia-Mostra<br />
Mercato Nazionale del Distillato.<br />
L’evento si svolgerà da venerdì<br />
29 a domenica 31 gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>,<br />
all’interno della Rocca Paolina<br />
a Perugia. è prevista una serie di<br />
appuntamenti tra cui degustazioni<br />
guidate di distillati Nazionali ed Esteri,<br />
degustazioni di sigaro toscano in abbina-<br />
Associazione Nazionale<br />
Assaggiatori Grappa e Acquaviti<br />
via Manzoni, 217 - Perugia<br />
tel. 075.394162<br />
anagumbria@alice.it<br />
www.anag.it<br />
acquaviti estere. Inoltre, si svolgono<br />
visite didattiche presso distillerie<br />
per imparare i segreti della distillazione.<br />
Perno centrale dei corsi è il<br />
tema della degustazione. Vengono<br />
affrontati i principi su cui la stessa si<br />
basa, l’analisi sensoriale, gli scopi, la<br />
tecnica e i sensi, l’acino dell’uva, la<br />
chimica, la distillazione, gli impianti<br />
e le disposizioni legislative.<br />
Dopo avere frequentato il 1° livello<br />
ed essere diventati Aspiranti Assaggiatori<br />
di Grappa ed Acquaviti, verrà<br />
rilasciato un attestato di frequenza<br />
al corso, che permetterà di iscriversi<br />
al corso di 2° livello e di sostenere gli<br />
esami per ottenere la Patente d’Assaggiatore.<br />
Informazioni al 338.9676936<br />
o anagumbria@alice.it.<br />
mento ad acquaviti, tour tra gli stand<br />
della Mostra Mercato e vendita<br />
delle migliori acquaviti italiane e<br />
internazionali.<br />
Ingresso libero.<br />
Orari di apertura:<br />
venerdì e sabato dalle ore 16.00<br />
alle ore 24.00 e domenica dalle<br />
ore 14.00 alle ore 20.00.<br />
Tutte le informazioni sul sito:<br />
www.acquaviteitalia.it
RUBRICA<br />
Luca Caviezel: maestro<br />
della gelateria moderna<br />
La Scuola Italiana di Gelateria ha<br />
ospitato, dal 10 al 13 novembre 2009,<br />
Luca Caviezel per un seminario-studio<br />
di tre giorni.<br />
L’incontro proposto è unico nel suo<br />
genere; ricordiamo, infatti, che Caviezel,<br />
conosciuto anche come il “chimico<br />
del gelato” ha improntato la storia<br />
della gelateria italiana moderna, non<br />
solo grazie ai suoi studi condotti in<br />
laboratorio - ricordiamo a tal proposito<br />
la tecnica del bilanciamento da<br />
lui introdotta - ma anche per le sue<br />
ricerche teoriche. I suoi libri, inerenti<br />
la scienza e la tecnologia del gelato e<br />
affini, risultano essere ancora gli unici<br />
strumenti validi per chi vuole avere<br />
un approccio competente ed esaustivo<br />
alla materia. Lo abbiamo incontrato<br />
presso l’Università dei Sapori<br />
di Perugia, dove ha sede la Scuola<br />
Italiana di Gelateria, e gli abbiamo<br />
rivolto alcune domande.<br />
Ci spiega la definizione di chimico in riferimento<br />
alla sua attività?<br />
Beh, io non sono chimico, però ho<br />
ritenuto che la chimica fosse la base<br />
per poter meglio gestire il nostro<br />
lavoro. Noi gelatieri lavoriamo<br />
con prodotti alimentari che sono<br />
evidentemente dipendenti da quelle<br />
che sono le trasformazioni chimiche,<br />
di conseguenza conoscere quanto<br />
meno le basi della chimica alimentare<br />
credo sia molto importante.<br />
Quanto è importante, quindi, il bilanciamento<br />
degli ingredienti nell’esecuzione del<br />
gelato?<br />
Si tratta di una tecnica che ho ereditato<br />
e assimilato un po’ dai tecnologi<br />
dell’industria, ma soprattutto da un<br />
grande maestro in questo campo,<br />
che è stato il Prof. Harbuckl che ha<br />
pubblicato negli Stati Uniti un testo<br />
base, un libro molto importante,<br />
oggi considerato una sorta di Bibbia<br />
del settore, un riferimento per tutti.<br />
Queste conoscenze ci hanno<br />
permesso poi di trasformare il<br />
valore della qualità nel settore della<br />
gelateria, in termini di cifre. Questa<br />
è una grande innovazione, credo<br />
che nessun altro settore nel campo<br />
dell’alimentazione possa dare valori<br />
qualitativi in cifre.<br />
Quindi quando noi leggiamo “gelato<br />
artigianale” dobbiamo fare un distinguo:<br />
un conto è il gelato artigianale, con la<br />
presenza di ingredienti preconfezionati, un<br />
conto è il gelato artigianale che nasce da<br />
un lavoro di dosaggio e selezione da parte<br />
del maestro gelatiere.<br />
Questo è fondamentale.<br />
Noi abbiamo<br />
delle regole ben<br />
precise che bisogna<br />
rispettare perché<br />
operiamo nel freddo;<br />
il gelato nasce e<br />
vive nel freddo e di<br />
conseguenza dobbiamo<br />
tener conto<br />
di questa caratteri-<br />
Specializzazioni:<br />
Il gelato per la ristorazione,<br />
quando il gelato sposa il salato<br />
9-10 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Il gelato da bere.<br />
L’arte del dolce freddo declinata nel bar:<br />
basi delle miscelazioni e degli abbinamenti.<br />
22–24 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
La pasticceria del gelatiere.<br />
Le basi della pasticceria fredda.<br />
Tecniche di costruzione e produzione.<br />
1–5 marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
UNIVERSITà DEI SAPORI<br />
Tel. 075.5729935 - Fax 075.5734611<br />
e-mail: uds@universitadeisapori.it www.universitadeisapori.it<br />
Sedi: Via Tornetta, 1 - Perugia<br />
Rocca Albornoziana, Via Feronia - Narni (TR)<br />
Palazzo del Gusto - Orvieto (TR)<br />
SCUOLA ITALIANA DI GELATERIA<br />
Via Tornetta, 1 - Perugia<br />
Tel. 075.5729935 - Fax 075.5734611<br />
www.scuolaitalianagelateria.it<br />
stica particolare, quindi rispettare<br />
alcune regole, come quelle che<br />
dosano la quantità e la qualità dei<br />
grassi, degli zuccheri, delle proteine…<br />
e via discorrendo.<br />
Tutto questo può essere misurato<br />
e trasformato grazie a ricette ben<br />
pensate, equilibrate, bilanciate.<br />
Quanti maestri gelatieri rispettano queste<br />
regole in Italia, secondo lei?<br />
Coloro che hanno seguito i corsi sicuramente<br />
rispettano queste regole,<br />
perché si rendono conto che così<br />
facendo sono loro i cosiddetti “comandanti<br />
del vapore”; al contrario,<br />
se utilizzano prodotti già pronti, lavoreranno<br />
come degli esecutori. Noi,<br />
invece, siamo dei creatori, vogliamo<br />
fare una ricetta ben pensata, studiata,<br />
approfondita. Proprio<br />
per questo ci definiamo<br />
artigiani, perché ogni<br />
giorno, se vogliamo,<br />
possiamo fare qualcosa<br />
di diverso. Se il cliente<br />
ci chiede qualcosa di<br />
particolare, noi siamo in<br />
grado di farlo, anche su<br />
commissione; è questa<br />
una prerogativa fondamentale<br />
dell’artigiano.<br />
Le decorazioni in zucchero e cioccolato. Introduzione<br />
all’arte dell’intaglio di frutta e<br />
verdura.<br />
8–10 marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Prossimi Corsi:<br />
Gelatiere - Professional gelato making<br />
- basic course for non Italian speaking<br />
8-26 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
Iscrizioni aperte, scadenza il 19/<strong>01</strong>/<strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
Gelatiere<br />
- corso in lingua italiana con rilascio di<br />
qualifica professionale riconosciuta ai<br />
sensi della legge 845/78.<br />
1-26 Marzo <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
Iscrizioni aperte, scadenza 15/02/<strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
La Scuola Italiana di Gelateria è l’unica che rilascia qualifica professionale<br />
riconosciuta ai sensi della legge 845/78.
a cura di Massimo Valeri<br />
Lunedì 1 gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI<br />
LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E SUI<br />
REDDITI DI LAVORO AUTONOMO<br />
Versamento delle ritenute relative<br />
ai redditi di lavoro dipendente e<br />
assimilati e sui redditi di lavoro<br />
autonomo, corrisposti nel mese di<br />
dicembre 2009.<br />
IVA - CONTRIBUENTI MENSILI<br />
Termine per procedere alla<br />
liquidazione nonché al versamento<br />
dell’imposta eventualmente a debito<br />
relativa al mese di dicembre 2009.<br />
CONTRIBUTI INPS MENSILI<br />
Versamento all’INPS da parte dei<br />
datori di lavoro dei contributi<br />
previdenziali dei lavoratori<br />
dipendenti, relativi alle retribuzioni<br />
maturate nel mese di dicembre<br />
2009.<br />
IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI<br />
Termine per il versamento<br />
dell’imposta sugli intrattenimenti<br />
del mese di dicembre 2009.<br />
Lunedì 1 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
IVA COMUNITARIA - PRESENTAZIONE ELENCHI<br />
INTRASTAT ANNUALI<br />
Termine ultimo per la presentazione<br />
degli elenchi intrastat delle cessioni<br />
e/o acquisti intracomunitari<br />
effettuati nell’anno 2009 (operatori<br />
annuali).<br />
Martedì 1 febbraio <strong>2<strong>01</strong>0</strong><br />
IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI<br />
LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E SU<br />
REDDITI DI LAVORO AUTONOMO<br />
Versamento delle ritenute relative<br />
ai redditi di lavoro dipendente e<br />
assimilati e sui redditi di lavoro<br />
autonomo, corrisposti nel mese di<br />
gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
IMPOSTA SOSTITUTIVA SULLA<br />
RIVALUTAZIONE DEL TFR<br />
Versamento del saldo dell’imposta<br />
sostitutiva sulla rivalutazione del TFR<br />
per l’anno 2009.<br />
IVA - CONTRIBUENTI MENSILI<br />
Termine per procedere alla<br />
liquidazione nonché al versamento<br />
dell’imposta eventualmente a debito<br />
relativa al mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
CONTRIBUTI INPS MENSILI<br />
Versamento all’INPS da parte dei<br />
datori di lavoro dei contributi<br />
previdenziali dei lavoratori<br />
dipendenti, relativi alle retribuzioni<br />
maturate nel mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
CONTRIBUTI INPS IVS - ARTIGIANI E<br />
COMMERCIANTI<br />
Ultimo giorno utile per il versamento<br />
dei contributi IVS - IV rata fissa 2009.<br />
IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI<br />
Termine per il versamento<br />
dell’imposta sugli intrattenimenti<br />
del mese di gennaio <strong>2<strong>01</strong>0</strong>.<br />
AUTOLIQUIDAZIONE INAIL<br />
Ultimo giorno utile per procedere<br />
all’autoliquidazione Inail saldo 2009/<br />
rata <strong>2<strong>01</strong>0</strong> e pagamento della prima<br />
in caso di rateazione o unica rata.<br />
LA PAROLA AGLI ESPERTI<br />
Comunitaria 200 : INDICAZIONI OBBLIGATORIE NELLA CORRI-<br />
SPONDENZA E NEL SITO WEB<br />
Occhio alle sanzioni<br />
di Massimo Valeri - Commercialista<br />
studiomvaleri@libero.it<br />
In recepimento della direttiva CEE 58/2003,<br />
l’art. 42 della Legge 88/2009 ha introdotto<br />
l’obbligo per le società di capitali di inserire<br />
le informazioni, già contenute tra l’altro<br />
negli atti e nella corrispondenza, anche nel<br />
proprio sito internet.<br />
Riepilogando, quindi, i dati da indicare sia<br />
negli atti che nella corrispondenza (Contratti,<br />
Bilanci, Fatture, DDT, Ricevute Fiscali,<br />
Ordini, Note, Lettere, Fax, E-mail e qualsiasi<br />
altro documento emesso dalla società)<br />
sono:<br />
- Per tutte le società di capitali o di persone:<br />
o Denominazione;<br />
o Sede della Società;<br />
o Ufficio del Registro delle Imprese presso il<br />
quale è iscritta e numero di iscrizione;<br />
A chi di noi non è mai capitato di prenotare<br />
una camera d’albergo? Ma la nostra chiamata<br />
che valore ha? A seguito di questa<br />
siamo obbligati contrattualmente? Tutti<br />
questi interrogativi riguardano il cosiddetto<br />
contratto di albergo, diffusissimo<br />
nella prassi e nella nostra quotidianità. Il<br />
contratto di albergo è un contratto atipico<br />
in quanto non è oggetto di una disciplina<br />
organica da parte del legislatore italiano.<br />
Il codice civile, infatti, si limita a regolare<br />
solo alcuni aspetti del rapporto tra albergatore<br />
e cliente come il deposito in albergo,<br />
la responsabilità dell’albergatore ecc. Il<br />
contratto di albergo è definito come il<br />
contratto con cui una parte (albergatore),<br />
dietro corrispettivo di un prezzo, si obbliga<br />
a fornire all’altra (cliente) l’alloggio ed<br />
eventualmente il vitto e a prestare a essa<br />
tutti i servizi per rendere confortevole un<br />
soggiorno in locali organizzati per l’ospitalità<br />
retribuita. L’impresa alberghiera<br />
esercita - attraverso pubblicità, opuscoli<br />
informativi ecc. - una costante offerta dei<br />
propri servizi di alloggio rivolta ai poten-<br />
<strong>Orizzonte</strong><br />
o Eventuale stato di liquidazione della<br />
società a seguito di scioglimento;<br />
o Codice fiscale e partita IVA.<br />
- Per le sole società di capitali in più:<br />
o Capitale effettivamente versato e quale<br />
risulta dall’ultimo bilancio;<br />
o Eventuale esistenza di un unico socio<br />
(società unipersonali).<br />
Le società di capitali (S.p.a., S.r.l. e S.a.p.a.),<br />
inoltre, a decorrere dal 29 Luglio 2009, dovranno<br />
indicare tutte le informazioni di cui<br />
sopra, anche nel proprio sito Internet.<br />
Le sanzioni previste in caso di omissione negli<br />
atti, nella corrispondenza e nella rete telematica<br />
delle informazioni prescritte, vanno<br />
da € 20 a € 2.0 , per ciascun componente<br />
dell’organo amministrativo.<br />
IL CONTRATTO DI ALBERGO<br />
TRA ATIPICITà E RECENTI<br />
PRONUNCE DELLA CASSAZIONE<br />
di Alessandro Sorci - Avvocato Civilista e Societario<br />
Studio Sorci Commercialisti Avvocati Associati<br />
www.studiosorci.it<br />
ziali clienti. Secondo tale teoria, che viene<br />
confermata dall’attuale orientamento della<br />
Corte di Cassazione, il contratto si conclude<br />
nel momento in cui chi ha fatto la proposta<br />
(l’albergatore) viene a conoscenza dell’accettazione<br />
dell’altra parte (cliente).<br />
Elemento determinante nel rapporto scaturente<br />
dal contratto di albergo è la “prenotazione”<br />
del cliente la quale costituisce<br />
accettazione di una precedente proposta<br />
contrattuale formulata dall’albergatore. La<br />
prenotazione assume rilievo anche nelle<br />
ipotesi in cui venga effettuata ad opera<br />
dell’agenzia di viaggi che opera come<br />
mandataria dell’albergatore e che deve<br />
essere tenuta indenne da parte del cliente<br />
di quanto eventualmente già corrisposto<br />
all’albergatore. In ogni caso l’albergatore e<br />
il cliente, una volta perfezionato l’accordo,<br />
debbono adottare la diligenza richiesta dai<br />
contratti in generale. Il contratto di albergo<br />
sembra inquadrarsi nell’ambito dell’art.<br />
1336 c.c. la cosiddetta offerta al pubblico;<br />
ciò non esclude possibili future riqualificazioni<br />
dell’istituto.
...ED ESCLUSIVO<br />
Il Prosciutto Gran Fetta, come tutti i prodotti a marchio “Etruria”, è stato<br />
studiato in esclusiva per la ristorazione con l’intento di valorizzare le<br />
risorse e le tipicità del territorio dell’Italia Centrale. Prende ispirazione dalle<br />
remote tradizioni della norcineria rivisitandole in chiave moderna per offrire<br />
un prodotto che si caratterizza per facilità di utilizzo e resa all’uso prossima<br />
al 100%. La sua particolare lavorazione consente di avere infatti scarti<br />
Anno 2 - numero <strong>01</strong><br />
GENNAIO<br />
FEBBRAIO<br />
10<br />
Cancelloni Food Service SpA. Da oltre 40 anni al servizio della ristorazione.<br />
In collaborazione con:<br />
CARTA<br />
D’IDENTITà:<br />
NOME<br />
Gran Fetta<br />
COGNOME<br />
Etruria<br />
DENOMINAZIONE<br />
Prosciutto crudo stagionato<br />
ZONA DI LAVORAZIONE<br />
Norcia<br />
MATERIE PRIME<br />
Cosce di suino fresche di<br />
provenienza europee<br />
FASI DELLA LAVORAZIONE<br />
Disosso, squadratura, pulitura<br />
a coltello con rimozione della<br />
cotenna, salagione, pressatura<br />
tipica in stampo, riposo, lavaggio,<br />
asciugamento, sugnatura,<br />
stagionatura, confezionamento in<br />
busta sottovuoto<br />
PROPRIETÀ<br />
ORGANOLETTICHE<br />
Colore uniforme rosso-rosato del<br />
magro con striature di grasso<br />
bianco candido<br />
Profumo intenso e aroma fragrante<br />
Gusto tipico del nostro territorio<br />
Morbidità al taglio<br />
REQUISITI FISICI<br />
Peso medio Kg 5<br />
ridotti al minimo oltreché una forma che si adatta perfettamente all’affettatrice.<br />
La sua comprovata bontà lo elegge a protagonista in qualsiasi<br />
menù, da solo o abbinato agli ingredienti più vari, da quelli tradizionali ai<br />
più estrosi. Che dire poi dei vini. Come non pensare al giusto abbinamento<br />
con un Rosso di Montefalco o un Chianti Classico per sentirsi immersi nella<br />
fantasia dei sapori nostrani e nei ricordi delle nostre genuine tradizioni.
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />
/// CARNE<br />
FRESCA<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
220082<br />
POLLO TZ<br />
CAMPESE<br />
“AMADORI”<br />
KG.1,7<br />
210078<br />
ARROSTO<br />
DI MAIALINO<br />
“SELEZIONE<br />
CANCELLONI”<br />
S/V KG.4<br />
/// La carne bovina irlandese<br />
200294<br />
REALE<br />
SQUADRATO<br />
S/O IRLANDA<br />
KG.6<br />
230000<br />
AGNELLO<br />
INTERO<br />
KG.12/14<br />
Lo scenario<br />
L<br />
’Irlanda è un paese fortemente vocato per<br />
l’allevamento del bestiame. Il pascolo e l’allevamento,<br />
sia bovino che ovino, svolgono in<br />
questo territorio un ruolo preponderante nella<br />
salvaguardia ambientale e nella caratterizzazione<br />
del paesaggio rurale.<br />
La carne bovina irlandese è particolarmente rinomata<br />
ed apprezzata dai consumatori ed ha<br />
potuto conquistare e mantenere questa considerazione<br />
oltre che per la qualità delle carni<br />
Box tecnico<br />
Il bestiame irlandese è equamente distribuito<br />
fra bovini da latte e bovini da carne. I capi<br />
allevati per la carne sono incroci fra diverse<br />
razze, quali: Charolais, Blue Belga, Limousine,<br />
Simmental e derivate; e le tradizionali autoctone<br />
Hereford, Aberdeen Angus. Quando si parla<br />
di carne bovina irlandese ci si riferisce ad un<br />
mercato rappresentato per un 35% da carne di<br />
manzo, per un 35% da carne di scottona, per<br />
un 15% da carne di vitellone e per un 15% da<br />
carne di vacca. Il sistema di produzione, tipicamente<br />
estensivo, si caratterizza per epoche di<br />
macellazione differenziate a seconda delle cate-<br />
In collaborazione con:<br />
anche per i metodi estensivi di allevamento, resi<br />
possibili dall’ampia disponibilità di pascoli (oltre<br />
3 milioni di ettari), che coprono il 73% della superficie<br />
agricola utile irlandese, e da un clima<br />
piovoso che assicura produzioni abbondanti.<br />
Il bestiame può così pascolare per gran parte<br />
dell’anno su distese di prati sempre verdi e rigogliosi,<br />
che conferiscono alla carne proprietà<br />
uniche, sempre più apprezzate oggi anche in ragione<br />
della crescente attenzione dei consumatori<br />
per i metodi di produzione e per la qualità<br />
dell’ambiente di provenienza dei prodotti.<br />
gorie animali. Più in particolare i manzi vengono<br />
macellati a 20-22 mesi, le scottone, ossia le<br />
femmine sopra all’anno che non hanno partorito,<br />
a 16-22 mesi, i vitelloni a 16-24 mesi e le<br />
vacche a fine carriera a 36-40 mesi.<br />
L’alimentazione è costituita essenzialmente da<br />
erba da pascolo, da aprile a novembre, e da fieno<br />
ed insilati per il resto dell’anno. La densità di<br />
allevamento può arrivare a 2 unità di bestiame<br />
adulto per ettaro di pascolo.<br />
Anche gli allevatori irlandesi, come quelli britannici<br />
e scozzesi, hanno negli ultimi tempi intensificato i<br />
metodi di produzione che una volta prevedevano<br />
il “tutto pascolo”, adottando tecniche di finissaggio<br />
nell’ultimo periodo di vita degli animali.<br />
Tendenze<br />
di mercato<br />
Con una produzione annuale di circa<br />
750.000 tonnellate di carne bovina, di cui<br />
più della metà esportata, l’Irlanda conta 6 milioni<br />
di capi di bestiame ed è il maggiore esportatore<br />
di carne bovina nell’emisfero settentrionale,<br />
con 500.000 tonnellate circa su base annua,<br />
50.000 delle quali esportate nel mercato italiano,<br />
che richiede in genere soltanto i tagli più<br />
nobili, dal filetto al roast-beef allo scamone. I<br />
produttori irlandesi che riforniscono il nostro<br />
mercato seguono per il loro bestiame una dieta<br />
particolare in modo da produrre il gusto e il colore<br />
richiesti dai consumatori italiani.
PESCE<br />
Box tecnico<br />
/// Le orate<br />
L<br />
’orata ha un corpo ovale allungato, molto<br />
compresso e ricoperto di grosse squame,<br />
bocca piccola, muso corto ed occhio grande. Su<br />
entrambe le mascelle sono presenti denti aguzzi.<br />
E’ dotata di una sola pinna dorsale e anale,<br />
due pinne ventrali e pettorali, e una pinna codale<br />
forcuta. La colorazione del dorso è grigio chiaro,<br />
i fianchi sono argentei con strisce brune e giallastre<br />
alternate.<br />
E’ una specie eurialina, ossia tollera agevolmente<br />
variazioni notevoli del grado di salinità, cosa che<br />
le consente di abitare anche le lagune e gli stagni<br />
costieri, dove generalmente migra all’inizio della<br />
Tendenze di mercato<br />
Lo scenario<br />
L<br />
’orata (Sparus aurata) deve il suo nome alla<br />
fascia dorata molto evidente sul capo, che<br />
la distingue dalle altre specie della famiglia degli<br />
Sparidi, cui appartiene.<br />
Vive lungo la fascia costiera, in prevalenza su fondali<br />
sabbiosi o in praterie costituite da una pianta<br />
acquatica molto presente nel Mar Mediterraneo<br />
che è la posidonia. Può vivere fino a 20 anni, superare<br />
i 5 kg di peso e arrivare ad un lunghezza<br />
massima di 70 cm.<br />
È uno dei pesci più apprezzati sul mercato per le<br />
carni bianche e sode, per il sapore delicato e la<br />
scarsità di lische. È un pesce di mare e di acque<br />
primavera per rimanervi fino all’inizio dell’inverno;<br />
poi torna in mare e per il periodo della riproduzione<br />
abita in acque più profonde.<br />
È una specie ermafrodita e alle nostre latitudini si<br />
riproduce tra ottobre e dicembre. L’ovario matura<br />
gradatamente e la deposizione delle uova, che<br />
hanno un diametro di circa 1 mm, avviene lungo<br />
un arco temporale che dura 3 mesi.<br />
I giovani vivono in gruppi non molto numerosi,<br />
mentre gli adulti cacciano isolati, soprattutto in<br />
estate. Si nutrono di molluschi e crostacei, che<br />
riescono a triturare grazie a sviluppati denti molariformi,<br />
ma anche di alghe. La ricerca del cibo è<br />
minuziosa e viene eseguita rovistando col muso<br />
nei fondali sabbiosi.<br />
Oggi il 90% circa delle orate vendute al consumo sono di allevamento. Il buon rapporto qualità/prezzo<br />
che ne deriva spiega il trend di crescita della domanda registrato negli ultimi anni.<br />
Nell’ambito dei prodotti ittici freschi importati, le orate sono al terzo posto per quantità (16.780 t nel<br />
2007). I principali mercati di approvvigionamento sono rappresentati da Grecia (77,8%, nel 2007),<br />
Turchia (9,1%) e Malta (5%). L’Italia rappresenta il principale acquirente del prodotto allevato greco, sia<br />
per la prossimità geografica sia per la buona qualità del prodotto. Le oscillazioni dei volumi acquistati<br />
dall’Italia influenzano addirittura l’andamento dei prezzi all’ingrosso in Grecia, dal momento che la quotazione<br />
delle orate greche si forma proprio sul mercato italiano.<br />
salmastre, molto<br />
diffuso non solo lungo le coste del Mediterraneo<br />
ma anche nel Mar Nero e nell’Atlantico orientale,<br />
dalle Isole Britanniche al Senegal. L’orata ben si<br />
presta anche all’allevamento in cattività, raggiungendo<br />
in 8-10 mesi la taglia commerciale in condizioni<br />
ottimali di temperatura (18-26 °C). In Italia<br />
l’allevamento, in vasche o in mare aperto, è diffuso<br />
nell’alto Adriatico, in Sardegna e in Toscana.<br />
Dal punto di vista qualitativo, ovviamente, sono<br />
migliori le orate allevate in mare aperto.<br />
Realizzato in collaborazione con<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Corso di Laurea Ecocal<br />
www.agr.unipg.it/ecocal<br />
In collaborazione con:<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
500030<br />
VONGOLE<br />
VERACI<br />
GRANDI<br />
500008<br />
ORATE<br />
GRECIA<br />
GR.300/<br />
400<br />
330<strong>01</strong>8<br />
TONNO<br />
AFFUMICATO<br />
“LA<br />
RIUNIONE”<br />
KG.2<br />
500<strong>01</strong>2<br />
ROMBO<br />
CHIODATO<br />
SPAGNA<br />
GR.1000/<br />
2000<br />
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />
/// ORTOFRUTTA<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
100022<br />
CAVOL-<br />
FIORE<br />
10<strong>01</strong>30<br />
FUNGHI<br />
CHAMPI-<br />
GNONS<br />
/// Le mele Royal Gala<br />
100215<br />
ARANCE<br />
108<br />
100304<br />
MELE<br />
ROYAL<br />
GALA<br />
Lo scenario<br />
La mela Royal Gala rappresenta la varietà più<br />
importante del gruppo delle Gala, seguita dalla<br />
Mondial Gala. Insieme ad altre undici varietà<br />
coltivate dal Consorzio VOG (Consorzio delle<br />
Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige), la<br />
più grande organizzazione per la commercializzazione<br />
delle mele in Europa, anche la Royal<br />
Gala si può fregiare del marchio IGP riconosciuto<br />
alla Mela Alto Adige. Il principale produttore<br />
italiano di mele Royal Gala certificate IGP (oltre<br />
110.000 t nel 2008) è il Consorzio della mela<br />
Marlene.<br />
Benché un vecchio proverbio ci insegni che<br />
“una mela al giorno toglie il medico di torno”,<br />
i consumi di mele sono in calo, delineando una<br />
tendenza all’abbandono dei principi della dieta<br />
mediterranea soprattutto da parte delle giovani<br />
generazioni e mettendo a rischio la forma e la<br />
Box tecnico<br />
Dal punto di vista organolettico la Royal Gala<br />
ha sapore poco acido, aroma dolce, consistenza<br />
croccante. Deriva da un incrocio fra<br />
Kidd’s Orange e Golden Delicious.<br />
Si tratta di una mela piccola, solitamente rossa<br />
con una parte (circa un quarto lungo la buccia),<br />
a strisce verticali verdi o giallo-verde. La buccia<br />
è più sottile rispetto a quella delle altre varietà di<br />
mele e completamente priva di pezzature.<br />
Tendenze di mercato<br />
In collaborazione con:<br />
salute degli italiani.<br />
È per questo che la Commissione Europea ha<br />
finanziato una campagna di immagine nei tre<br />
Paesi da cui è partita l’iniziativa (Italia, Francia<br />
e Olanda), dal titolo “La mela. Il frutto dei molti<br />
piaceri”, volta a promuovere il consumo delle<br />
mele soprattutto fra i giovani.<br />
Oltre che per le buone qualità organolettiche,<br />
la Royal Gala risulta di particolare interesse<br />
per l’alta produttività e le ottime caratteristiche<br />
agronomiche. Inoltre ha il pregio commerciale di<br />
giungere a maturazione prima delle altre mele,<br />
arrivando sulle tavole degli Italiani, fresca e di<br />
stagione, verso la fine di agosto.<br />
È ideale per il consumo immediato, poiché se<br />
conservata a lungo tende a perdere il suo tipico<br />
aroma, tant’è che viene commercializzata fino<br />
alla fine di febbraio.<br />
L<br />
’Italia, leader in Europa assieme alla Francia, immette annualmente nel mercato circa 2 milioni di<br />
tonnellate di mele, prodotte per il 70% nel Trentino Alto Adige, quota che sale all’89% se si considerano<br />
anche le produzioni del Veneto, Friuli e Piemonte. Dal lato della domanda, i dati mostrano che<br />
le mele sono fra i frutti che in questi ultimi anni hanno maggiormente sofferto della crisi dei consumi.<br />
Nelle annate comprese tra 2000 e 2006 gli acquisiti al dettaglio delle famiglie italiane si sono infatti<br />
ridotti di ben il 16% in quantità (oltre 160.000 t).<br />
La contrazione dei consumi è stata particolarmente<br />
pesante fino al 2004, mentre si è arrestata<br />
successivamente, senza però recuperare i<br />
quantitativi persi (Fonte: Assomela – CSO).
SALUMI<br />
FORMAGGI<br />
Box tecnico<br />
/// La caciotta mista<br />
La caciotta mista di pecora è prodotta con<br />
una miscela di latte vaccino e ovino (in proporzioni<br />
variabili), pastorizzata e inoculata di<br />
idonei fermenti. Il fermento o “caglio” è di provenienza<br />
animale e viene preparato dal ventriglio<br />
(cioè una parte dello stomaco) essiccato e stagionato<br />
di bovino o ovino. Il caglio (in polvere, in<br />
forma liquida o in pasta) provoca la coagulazione<br />
della caseina in una massa granulosa detta<br />
“cagliata”, la quale, oltre alle proteine, contiene<br />
Tendenze<br />
di mercato<br />
a caciotta mista è diffusa soprattutto nelle<br />
Lo scenario Lregioni dell’Italia Centrale. Note sono infatti<br />
le caciotte prodotte in Toscana, Marche, Lazio,<br />
Umbria.<br />
Mentre il formaggio pecorino era conosciuto<br />
ed apprezzato sin dall’antichità, del formaggio<br />
misto di latte di pecora con quello di vacca non<br />
si trovano citazioni bibliografiche e soltanto la<br />
tradizione orale ne parla come di un prodotto<br />
nato nell’ambito delle aziende mezzadrili per<br />
recuperare il latte delle diverse e poche bestie<br />
allevate in ogni famiglia.<br />
Con tale mescolanza si ricavava principalmente<br />
la caciotta, la cui varietà oggi si differenzia a<br />
seconda del tipo e della quantità del latte oltre<br />
che per le tecniche di caseificazione. Diversi<br />
sono i metodi di lavorazione che prevedono:<br />
cagliazione e coagulazione del latte, frantuma-<br />
Realizzato in collaborazione con<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Corso di Laurea Ecocal<br />
www.agr.unipg.it/ecocal<br />
diverse quantità di grasso (a seconda che il processo<br />
sia stato effettuato su latte intero o parzialmente<br />
scremato), e i minerali e le vitamine<br />
che erano presenti nel latte di partenza.<br />
A questo punto la cagliata viene rotta in dimensioni<br />
di una noce, dopodichè la massa caseosa<br />
viene posta in apposite forme e lasciata sgrondare<br />
dal siero e quindi immersa nella salamoia<br />
per la salatura. Segue un periodo di maturazione<br />
che, se pur diverso nei modi e nella durata,<br />
comporta sempre una serie di processi fermentativi.<br />
Con riferimento al composito aggregato dei formaggi, la caciotta mista<br />
rientra fra i formaggi semiduri. L’attività di produzione tende ad essere<br />
localizzata in imprese medio-piccole, per cui il livello di concentrazione dei<br />
rispettivi segmenti è piuttosto basso. In Italia i consumi domestici di formaggi<br />
tipo “caciotta” sono stati pari a 8.255 t nel 2007, per una spesa complessiva<br />
di 68,3 milioni di €, rappresentando poco meno del 10% del consumo dei<br />
formaggi a pasta semidura (96.208 t) (SMEA, Rapporto 2008).<br />
zione della cagliata, compressione, premitura,<br />
sgocciolamento, scottatura e salatura, e variano<br />
a seconda del prodotto che si desidera<br />
ottenere.<br />
In collaborazione con:<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
240022<br />
PROSCIUTTO<br />
COTTO C/C<br />
S/P “GRAN<br />
DOLCEZZA<br />
TRINITÀ”<br />
KG.8<br />
310207<br />
PANNA<br />
PRIMA<br />
BLANCA 38%<br />
“DEBIC”<br />
LT.1<br />
24<strong>01</strong>05<br />
BRESAOLA<br />
“RIGAMONTI”<br />
INTERA S/V<br />
KG.2,5<br />
310002<br />
CACIOTTA<br />
MISTA DI<br />
PECORA<br />
“TREVALLI<br />
MONTAGNO-<br />
LO” KG.1,5<br />
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI<br />
/// ALIMENTARI<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
255111<br />
OLIVE NERE<br />
DENOCCIOLA-<br />
TE “DI VITA”<br />
CC.1700<br />
290025<br />
OLIO EXTRA<br />
VERGINE<br />
“OLITALIA”<br />
PET LT.5<br />
/// Le olive da tavola<br />
340008<br />
KETCHUP<br />
MONOPOR-<br />
ZIONE “GAIA”<br />
GR.12X132<br />
380<strong>01</strong>0<br />
CREMA<br />
CATALANA<br />
“ALSA”<br />
GR.516<br />
Lo scenario<br />
Le olive da tavola possono essere verdi<br />
(raccolte prima dell’invaiatura), cangianti<br />
(di colore rosato, raccolte un po’ prima della<br />
completa maturazione) o nere (raccolte in piena<br />
maturazione).<br />
L’impiego di olive come alimento per l’uomo ha<br />
origini antiche, tanto che già in corredi funebri<br />
egizi, risalenti a circa 3400 anni fa, sono state<br />
trovate ciotole ricolme di olive fra il cibo destinato<br />
al viaggio nell’aldilà dei defunti. I Romani<br />
Box tecnico<br />
Le olive non possono essere consumate tal<br />
quali, ma devono essere sottoposte a lavorazioni<br />
particolari, che vanno sotto il nome di<br />
“concia”, allo scopo di rimuovere l’oleuropeina,<br />
un composto fenolico molto amaro. Per le olive<br />
verdi il trattamento avviene principalmente con<br />
fermentazione (alla spagnola) o senza fermentazione<br />
(all’americana). Per le olive semimature<br />
il processo tipico è quello alla Californiana ovvero<br />
in salamoia (tra il 2,5% e il 10%) e al riparo<br />
dall’aria. Per le olive mature o nere si attua<br />
l’elaborazione al naturale in salamoia oppure in<br />
sale secco.<br />
Commercialmente le olive da tavola possono<br />
essere classificate in olive verdi in salamoia, oli-<br />
Tendenze<br />
di mercato<br />
La produzione mondiale di olive da tavola<br />
(1.800.000 t/anno) è ottenuta per il 40%<br />
in Europa, seguita da Turchia (12%), Stati Uniti<br />
(11%), Marocco (9%), Siria (7%).<br />
L’Italia, con circa 70.000 t, è al terzo posto nella<br />
comunità europea per la produzione, dopo Spagna<br />
e Grecia, e al secondo per il consumo dopo<br />
la Spagna. Circa l’80% della produzione proviene<br />
da Sicilia, Puglia e Calabria. Tale produzione<br />
è però insufficiente a coprire il fabbisogno interno<br />
(circa 150.000 t), per cui si ricorre all’importazione<br />
soprattutto da Spagna e Grecia.<br />
In collaborazione con:<br />
in epoca imperiale servivano le olive in tutte le<br />
cene.<br />
A differenza della Spagna e della Grecia, dove<br />
la produzione di olive da mensa è basata essenzialmente<br />
su due cultivar, rispettivamente la<br />
Manzanilla e la Gordal e la Conservolia e la Kalamata,<br />
in Italia il numero di cultivar destinate alla<br />
produzione di olive da tavola è molto elevato<br />
per cui l’offerta sul mercato è caratterizzata da<br />
forte difformità e frazionamento. Ciò da un lato<br />
rappresenta un punto di debolezza, dall’altro un<br />
punto di forza in termini di tipicità e differenziazione<br />
dei prodotti.<br />
ve nere in salamoia, olive sott’olio verdi o nere,<br />
con o senza nocciolo, e olive da essiccare raccolte<br />
a piena maturazione.<br />
Tra le cultivar specializzate adatte per la preparazione<br />
in verde si ricordano la Nocellara del Belice<br />
(DOP), la Nocellara etnea, la Sant’Agostino,<br />
la Bella di Cerignola (DOP), l’Intosso e l’Ascolana<br />
tenera (DOP). Quest’ultima, preparata anche con<br />
farcitura, è considerata tra le migliori cultivar da<br />
mensa italiane. Per la preparazione di olive nere<br />
si ricordano l’Ogliarola messinese, la Moresca,<br />
la Grossa di Cassano, la Majatica, l’Itrana e la<br />
Bosana. La siciliana Giarraffa è preparata sia in<br />
nero sia in verde. Ci sono poi cultivar da olio<br />
con drupe di media dimensione, come il Leccino,<br />
Intosso, Itrana, Tonda Iblea, Carolea, adatte<br />
anche alla produzione di olive da tavola.
SURGELATI<br />
/// I peperoni<br />
Lo scenario<br />
Il peperone (Capsicum annuum L.) è una pianta<br />
erbacea annuale appartenente alla famiglia<br />
delle Solanaceae, la stessa del pomodoro e<br />
della patata. Oltre al noto peperone, il genere<br />
comprende varie specie di peperoncini piccanti,<br />
ornamentali e dolci.<br />
È originario del Messico e di tutta l’America<br />
Centrale e del Sud. Fu introdotto in Spagna alla<br />
fine del XV secolo e nel secolo successivo si<br />
è diffuso soprattutto nelle zone mediterranee e<br />
balcaniche.<br />
La coltivazione di questa specie e le diverse destinazioni<br />
d’uso hanno determinato il diffondersi<br />
Box tecnico<br />
Il peperone è caratterizzato da un apparato<br />
radicale superficiale composto da un piccolo<br />
fittone e da numerose radici secondarie di ridotta<br />
dimensione. Il frutto è una bacca carnosa<br />
inizialmente verde, che a maturazione assume<br />
colorazione rossa o gialla di diverse tonalità. Il<br />
frutto contiene un alcaloide responsabile del sapore<br />
piccante, la “capsicina”, presente in quantità<br />
variabile nelle diverse cultivar.<br />
Il peperone viene coltivato in pieno campo nel<br />
periodo primaverile-estivo, con trapianto da aprile<br />
a giugno in file semplice o binate e densità di<br />
3 piante m2 . Negli ambienti litoranei meridionali<br />
Realizzato in collaborazione con<br />
Università degli Studi di Perugia<br />
Corso di Laurea Ecocal<br />
www.agr.unipg.it/ecocal<br />
di cultivar caratterizzate da una grande eterogeneità<br />
di forme, pezzatura e colore delle bacche.<br />
La scelta delle cultivar è condizionata anche<br />
dagli usi e costumi delle diverse aree in cui il<br />
prodotto si è diffuso e viene commercializzato.<br />
Le diverse tipologie coltivate in Italia si possono<br />
suddividere in quattro<br />
gruppi, a loro<br />
volta suddivisibili<br />
in più sottogruppi:<br />
1) squadrata;<br />
2) rettangolare;<br />
3) a trottola (es.<br />
Cuneo, Topepo);<br />
4) a corno (es. Corno<br />
di bue).<br />
può spingere il suo ciclo fino all’autunno.<br />
Predilige terreni soffici e freschi, di medio impasto<br />
o tendenzialmente sciolti, abbastanza fertili<br />
e con elevato regime idrico. Rifugge i terreni<br />
compatti che facilmente divengono asfittici. È<br />
molto sensibile alle variazioni di temperatura e<br />
di luminosità, nonché alle forti escursioni termiche<br />
tra il giorno e la notte; l’optimum di vegetazione<br />
si realizza nelle giornate di sole con temperature<br />
pari a 26°C di giorno e 16°C di notte.<br />
La raccolta del peperone avviene a mano, scalarmente<br />
in più turni e può durare per 3-4 mesi.<br />
I frutti possono essere raccolti ancora verdi, allo<br />
stadio di incipiente invasatura, o a maturazione fisiologica,<br />
quando la colorazione è rossa o gialla.<br />
Tendenze di mercato<br />
La superficie mondiale coltivata a peperone<br />
si attesta su 1,5 milioni di ettari. I maggiori<br />
produttori sono la Cina, seguita da Indonesia,<br />
Corea del Sud, Nigeria, Turchia e Spagna.<br />
Dopo la Spagna, l’Italia è il secondo Paese europeo<br />
per produzione e superfici investite, con<br />
circa 340.000 tonnellate di peperoni prodotti<br />
e 13.500 ettari coltivati in pieno campo e in<br />
serra (Istat, 2009). Le regioni maggiormente<br />
interessate dalla coltura sono Sicilia, Puglia,<br />
Campania, Calabria e Lazio.<br />
In collaborazione con:<br />
/// LA NOSTRA VETRINA<br />
250056<br />
GNOCCHI<br />
AI 4<br />
FORMAGGI<br />
“MANTOVA<br />
GNOCCHI”<br />
KG.5<br />
250615<br />
CARCIOFI<br />
SPICCHI<br />
“AGRIFOOD<br />
GRANDI<br />
PANIERI”<br />
KG.2,5<br />
250766<br />
STICK DI<br />
ORTAGGI<br />
PASTELLATI<br />
“PIZZOLI”<br />
(peperoni,<br />
zucchine,<br />
melanzane) KG.1<br />
320037<br />
PROFITEROL<br />
NERO<br />
VASSOIO<br />
“LA DONA-<br />
TELLA”<br />
GR.1200<br />
PER INFORMAZIONI SULLE NOSTRE PROPOSTE CONTATTARE L’AGENTE CANCELLONI O L’UFFICIO CLIENTI
PEr InFormAzIonI SullE noStrE ProPoStE ContAttArE l’AGEntE CAnCEllonI o l’uFFICIo ClIEntI<br />
/// BEVERAGE<br />
/// lA noStrA VEtrInA<br />
4<strong>01</strong>742<br />
PIGnolEtto<br />
SPumAntE<br />
Brut “QuAttroVIllE”<br />
lt.0,75<br />
402230<br />
PASSErInA<br />
oFFIDA ‘08<br />
“monCAro”<br />
lt.0,75<br />
/// Lo Chardonnay<br />
402140<br />
AmBASCIAtorE<br />
‘06<br />
“CAStElnuo-<br />
Vo tAnCrEDI”<br />
lt.0,75<br />
411042<br />
GrAPPA<br />
CHArDonnAY<br />
“DI SArno”<br />
lt.0,7<br />
lo scenario<br />
lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca<br />
originario della Provenza francese della<br />
zona di Champagne e della Borgogna. Sembra<br />
che il suo nome sia originario di un villaggio del<br />
Maconnais. Come molti vitigni, pare che abbia<br />
avuto origine nel Medio Oriente, anche se alcuni<br />
studiosi sostengono che sia nato nel territorio<br />
che va dalla attuale Slovenia all’Albania.<br />
In Italia veniva confuso inizialmente con il Pinot<br />
Bianco ma dopo il 1963, per merito degli studi<br />
dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige che<br />
impiantò un vitigno di Chardonnay in purezza<br />
proveniente dalla Francia, non fu difficile scoprire<br />
le differenze tra i due vitigni e verificare le<br />
superiori qualità dello Chardonnay.<br />
Oggi viene utilizzato con grande successo e ne<br />
è stata intensificata la produzione tanto che attualmente<br />
se ne coltivano oltre 11.800 ettari di<br />
tendenze di mercato<br />
In collaborazione con:<br />
vigna, perlopiù nel Nord Italia. Uva vigorosa e<br />
dall’alta resa, viene utilizzata per la creazione<br />
di spumanti e vini fermi ed è spesso preferito<br />
a vitigni più tradizionali. è vinificato in purezza<br />
o insieme ad altre uve ed utilizzato insieme al<br />
Pinot Nero e Pinot Menier per la creazione dello<br />
Champagne, mentre in Italia dà luogo ai migliori<br />
spumanti metodo classico. Si adatta perfettamente<br />
a quasi tutti i terreni e i climi, dando<br />
notevoli risultati in cantina, ed è considerato a<br />
ragione vitigno internazionale in quanto utilizzato<br />
in tutto il mondo. Essendo un vitigno molto<br />
“generoso”, per ottenere ottimi vini, bisogna<br />
limitarne la produzione a circa 30 hl/ha. Perde<br />
velocemente la sua acidità e quindi va studiato<br />
attentamente il momento della raccolta e vinificato<br />
immediatamente.<br />
Come per gli altri vitigni, lo scenario che si profila per il futuro, a meno che non si corra ai ripari, è<br />
di un mantenimento della qualità dei vini con una diminuzione però della quantità di uve prodotte.<br />
Questo a causa della crisi economica che si sta attraversando in questi ultimi anni, per la quale i prezzi<br />
di mercato sono decisamente scesi. Lo Chardonnay rimane uno dei vini preferiti dai viticoltori e anche<br />
dai consumatori, che lo possono trovare in vendita con fasce di prezzo che vanno da pochi euro ad<br />
alcune decine per le tipologie di vino e spumanti più pregiate.<br />
Box tecnico<br />
Vino per tutte le stagioni e da considerarsi<br />
a tutto pasto. Lo Chardonnay va servito ad<br />
una temperatura di 8-10 °C in calici di media<br />
grandezza mentre come spumante o Champagne,<br />
a circa 2 °C in meno e servito nelle classiche<br />
flûte. Nei vini fermi prevalgono profumi di<br />
banana, ananas, pesca, note minerali e floreali<br />
mentre negli spumanti regala profumi di crosta<br />
di pane, frutta secca esotica e fiori bianchi. è un<br />
ottimo aperitivo, ed è perfetto su tartine, crostini<br />
anche di fegato, voul au vent e grana a scaglie.<br />
Idoneo ad accompagnare tutti gli antipasti, in<br />
In collaborazione con:<br />
Associazione Italiana<br />
Sommeliers Umbria<br />
particolare con prosciutto e salame, va benissimo<br />
su primi a base di carne magra e con sughi<br />
di pesce in bianco. Con i secondi piatti, specie<br />
se di notevole struttura, si accompagna con orate<br />
al forno e può sostituire il Chianti Classico con<br />
il tradizionale caciucco alla livornese.<br />
Lo spumante a base Chardonnay, usato come<br />
“entrata” di una cena importante, accompagna<br />
benissimo una tartina di salmone o di foie gras.<br />
Perfetto con l’insalata di mare, può accompagnare<br />
tutta la serata unendolo a un risotto alla crema<br />
di scampi e proseguendo con delle mazzancolle<br />
e calamari arrosto. Da gustare la versione Blanc<br />
de Blancs con Chardonnay in purezza.
NO FOOD<br />
ATTREZZATURE<br />
/// L’affettatrice professionale<br />
tendenze di mercato<br />
l<br />
’Italia, nota per la secolare tradizione nel<br />
settore della norcineria, si colloca tra i maggiori<br />
produttori di affettatrici professionali nel<br />
mondo.<br />
Negli ultimi anni tuttavia il mercato italiano ha<br />
subito una forte flessione a causa di tre principali<br />
componenti: la saturazione del mercato<br />
lo scenario<br />
Per scoprire la nascita dell’affettatrice dobbiamo<br />
fare un salto nel passato alla fine<br />
dell’800 quando un macellaio olandese di nome<br />
Wilhelm Van Berkel, stanco di usare il coltello e<br />
desideroso di stupire i clienti offrendogli tagli di<br />
carne di forma regolare, inventò la prima affettatrice<br />
manuale (a volano).<br />
Dopo il successo dei primi modelli, che univano<br />
la semplicità di utilizzo alla qualità del taglio,<br />
Berkel decise di aprire nel 1898 la prima fabbrica<br />
di affettatrici che ben presto si diffusero in<br />
tutto il mondo. Lo sviluppo tecnologico, l’evoluzione<br />
dei modelli e la diffusione dell’affettatrice<br />
elettrica hanno reso questo strumento sempre<br />
più veloce, preciso e indispensabile per negozianti,<br />
ristoratori, e operatori del settore alimen-<br />
Box tecnico<br />
(dovuta alla durata lunga dei macchinari che non<br />
ne favorisce la sostituzione), l’attuale calo dei<br />
consumi e la concorrenza dei prodotti cinesi sicuramente<br />
più economici ma con requisiti qualitativi<br />
inferiori. Discorso diverso merita il settore<br />
domestico (delle “affettatrici giocattolo” come<br />
vengono chiamate dall’utenza professionale)<br />
dove la concorrenza cinese assume un peso<br />
senza dubbio più rilevante.<br />
tare che oggi possono scegliere tra differenti<br />
tipologie di macchine:<br />
Affettatrice a volano manuale: la prima, il modello<br />
essenziale, non necessita di energia elettrica<br />
e viene apprezzata e utilizzata ancora oggi<br />
Affettatrice automatica: con piano d’appoggio<br />
inclinato e verticale, impiegata in tutti i negozi<br />
e nelle attività dove si deve affettare velocemente<br />
in grandi quantità e in sicurezza<br />
Affettatrice verticale: molto diffusa in Italia<br />
per il taglio di salumi di grandi dimensioni e<br />
soprattutto con osso, grazie al braccio particolare<br />
(a cigno o colonnina) e al piatto che la<br />
compongono<br />
Affettatrice a gravità: la più popolare, si differenzia<br />
dalla verticale proprio per le dimensioni<br />
più ridotte: sono proprio il diametro della lama<br />
e la misura del piatto a determinarne modello<br />
e utilizzo.<br />
le caratteristiche principali comuni a tutte le affettatrici sono: i materiali con i quali vengono prodotte<br />
(l’alluminio anodizzato e l’acciaio inox per le parti a contatto con gli alimenti e i piedini in gomma<br />
a garanzia di stabilità del macchinario) e i sistemi di sicurezza conformi alle direttive della Comunità<br />
Europea. Ciò che distingue un’affettatrice ad uso casalingo da un’affettatrice ad uso professionale<br />
risiede prevalentemente nelle dimensioni e nelle componenti meccaniche che garantiscono risultati<br />
finali completamente diversi. Le affettatrici professionali si presume debbano lavorare tutto il giorno e<br />
spesso sono utilizzate da più persone, per cui devono essere prodotte nel rispetto di tutta una serie<br />
di normative molto rigide in termini di funzionalità, di qualità e in particolare di sicurezza. La dotazione<br />
di un affilatoio, ad esempio, garantisce alle affettatrici professionali una buona qualità di taglio e una<br />
maggiore durata della lama, così come motori in classe differente e molto più potenti consentono a<br />
queste di lavorare tutto il giorno, a differenza dei modelli ad uso casalingo che hanno un tempo massimo<br />
di utilizzo che non supera i 15 minuti.<br />
In collaborazione con:<br />
/// lA noStrA VEtrInA<br />
271<strong>01</strong>4<br />
SACCo<br />
PAttumIErA<br />
rInForzAto<br />
80x120<br />
KG.20<br />
800087<br />
“SADI” mAtIC<br />
ultrA PEr<br />
lAVAStoVI-<br />
GlIE KG.25<br />
310042<br />
AllumInIo<br />
PEllIColA<br />
BoX<br />
“ContItAl”<br />
mt.150<br />
mm.300<br />
AFFEttAtrICE<br />
Pro-<br />
FESSIonAlE<br />
SErIE<br />
“DollY”<br />
moD. 300/S<br />
lAmA Cm.30<br />
PEr InFormAzIonI SullE noStrE ProPoStE ContAttArE l’AGEntE CAnCEllonI o l’uFFICIo ClIEntI
NOTIZIE /// Dal Mondo Cancelloni<br />
Come una<br />
grande famiglia<br />
Come ogni anno e ogni buona tradizione che<br />
si rispetti, i Collaboratori della Cancelloni<br />
Food Service Spa, con i propri familiari, si sono<br />
ritrovati per festeggiare insieme il Natale e l’anno<br />
appena trascorso, pensando già agli impegnativi<br />
obiettivi del <strong>2<strong>01</strong>0</strong>. E al pari di una grande<br />
famiglia, che diventa ogni anno più solida e più<br />
numerosa, sono stati festeggiati i “compleanni”<br />
di quei collaboratori che hanno raggiunto importanti<br />
traguardi di anzianità aziendale.<br />
Gli auguri e i ringraziamenti, con<br />
tanto di targhe premio, sono andati<br />
a:<br />
Giovanni Auricchio, Alessio<br />
Bozza, Elisabetta Carloni e<br />
Michela Pacilli per 10 anni,<br />
Claudio Agnolucci, Antonino<br />
Brugnoni e Luciano Valiani per<br />
15 anni,<br />
Nadia Marini che, con 25 anni,<br />
a significare un traguardo molto<br />
prestigioso, è stata premiata con un<br />
coupon viaggio e un augurio sincero<br />
di “Buone Vacanze” da parte di tutti i<br />
colleghi.<br />
Così la Presidenza:<br />
“Trovare Trovare dipendenti così fedeli, all’inter- all’inter- all’inter<br />
no di un mondo del lavoro caratterizzato da un<br />
alto turnover, è sicuramente un positivo segnale<br />
di benessere che ci inorgoglisce. Il ringraziamento<br />
va a tutto lo Staff che, con il proprio impegno<br />
e la propria dedizione rafforza anno dopo<br />
anno la nostra immagine e il nostro successo e<br />
soprattutto a tutti i Clienti che ci rinnovano ogni<br />
giorno la loro fiducia”.<br />
Il Mondo Cancelloni è un’iniziativa:<br />
Strada L. Ariosto, 41<br />
06063 Magione (PG)<br />
T. 075.847.771<br />
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Comunicazione integrata<br />
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Editoria<br />
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Fax 075.50592.50<br />
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