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Dimensione di uno spazio vettoriale. Dimensione di sottospazi

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2 18.1. DIMENSIONE DI UNO SPAZIO VETTORIALE<br />

che non è possibile se, come stiamo supponendo, i vettori w1, . . . , wm sono linearmente<br />

in<strong>di</strong>pendenti. Conclu<strong>di</strong>amo che m ≤ n. �<br />

La più importante conseguenza del precedente lemma è<br />

Corollario 18.1.2. Sia V <strong>uno</strong> <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su k = R, C. Allora se B = (v1, . . . , vn) e<br />

D = (w1, . . . , wm) sono basi <strong>di</strong> V risulta m = n.<br />

Dimostrazione. Poiché v1, . . . , vn sono generatori <strong>di</strong> V e w1, . . . , wm sono linearmente<br />

in<strong>di</strong>pendenti, per il Lemma 18.1.1 risulta m ≤ n. D’altra parte, poiché w1, . . . , wm sono<br />

generatori <strong>di</strong> V e v1, . . . , vn sono linearmente in<strong>di</strong>pendenti, ancora per il Lemma 18.1.1<br />

risulta anche m ≥ n. �<br />

In particolare ciò significa che in <strong>uno</strong> <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> finitamente generato e non nullo<br />

tutte le basi hanno lo stesso numero <strong>di</strong> elementi. Questa osservazione ci permette <strong>di</strong><br />

introdurre la seguente definizione.<br />

Definizione 18.1.3. Sia V <strong>uno</strong> <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su k = R, C finitamente generato. Se<br />

V �= { 0V } definiamo <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> V il numero <strong>di</strong>mk(V ) <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> una qualsiasi sua<br />

base. Se V = { 0V } poniamo <strong>di</strong>mk(V ) = 0. Nel caso in cui il campo k sia evidente dal<br />

contesto, si scrive semplicemente <strong>di</strong>m(V ).<br />

Esempio 18.1.4. Poiché una base <strong>di</strong> R 3 è la base canonica C = (e1, e2, e3) (si veda<br />

Esempio 17.2.5), segue che <strong>di</strong>mR(R 3 ) = 3.<br />

Più in generale sia k = R, C. Allora la base canonica C = (e1, . . . , en) <strong>di</strong> k n (si veda<br />

l’Esempio 17.2.6) è formata da n vettori, dunque <strong>di</strong>mk(k n ) = n. �<br />

Esempio 18.1.5. Lo <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> C 2,2 ha B = (E1,1, E1,2, E2,1, E2,2) come base,<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>mC(C 2,2 ) = 4 (si veda l’esempio 17.2.7).<br />

Più in generale se k = R, C, <strong>di</strong>mk(k m,n ) = mn.<br />

Esempio 18.1.6. Sia V <strong>uno</strong> <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su C. Poiché R ⊆ C, allora V è anche <strong>uno</strong><br />

<strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su R: l’operazione <strong>di</strong> somma rimane la stessa, quella <strong>di</strong> prodotto per <strong>uno</strong><br />

scalare si ottiene restringendo quella definita in V a R ×V ⊆ C ×V .<br />

Per esempio C è <strong>uno</strong> <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su C, 1 ∈ C è linearmente in<strong>di</strong>pendente e genera<br />

C come <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su C, poiché a + bi = (a + bi)1, dunque <strong>di</strong>mC(C) = 1, come già<br />

sappiamo dall’Esempio 18.1.4.<br />

D’altra parte C è anche <strong>spazio</strong> <strong>vettoriale</strong> su R. Da questo punto <strong>di</strong> vista 1 non è più<br />

generatore <strong>di</strong> C su R: infatti se lo fosse ogni suo elemento sarebbe combinazione lineare <strong>di</strong><br />

1 a coefficienti in R e, in questo modo, possiamo ottenere solo i numeri complessi con parte<br />

immaginaria nulla. Per generare C su R occorrono almeno due elementi: per esempio 1<br />

ed i sono generatori <strong>di</strong> C su R, poiché a + bi = (a)1 + (b)i per ogni a, b ∈ R. Inoltre sono<br />

linearmente in<strong>di</strong>pendenti: infatti se a, b ∈ R, risulta a + bi = 0 se e solo se s = b = 0, per<br />

definizione <strong>di</strong> 0 in C. Conclu<strong>di</strong>amo che <strong>di</strong>mR(C) = 2.<br />

Più in generale si può <strong>di</strong>mostrare che se <strong>di</strong>mC(V ) = n allora <strong>di</strong>mR(V ) = 2n.<br />

Conclu<strong>di</strong>amo il paragrafo con la seguente conseguenza della Proposizione 17.2.8.

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