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Fiumicino - Radio Dimensione Musica

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Il problema pesa come un macigno sul nuovo approdo di <strong>Fiumicino</strong><br />

Porto turistico: ora dovrà essere<br />

eliminato il rischio idraulico<br />

di Danilo Chierici<br />

La recente cerimonia di posa della prima pietra<br />

del porto turistico di <strong>Fiumicino</strong>, secondo il<br />

progetto selezionato dalla Conferenza di servizi<br />

composta da 29 enti pubblici, impone di precisare<br />

alcune circostanze che, se meglio ponderate<br />

nell’applicazione di leggi e sentenze, avrebbero<br />

consentito uno spazio di confronto utile<br />

alla concorrenza, vantaggioso per la collettività<br />

e di risultato più rapido e corretto. Ad esempio<br />

tra il costruendo porto e le istanze concorrenti<br />

SOFIM e CONSORZIO PORTO TURISTICO<br />

non c’è stata comparazione tecnica con la soluzione<br />

portuale proposta a suo tempo dalla<br />

società Santa Rita, orientata a ridurre il rischio<br />

idraulico, perchè la Conferenza di servizi esaminatrice<br />

costituita in forza del D.P.R. 509/97,<br />

decise di procedere escludendo il comma 2 dell’art.<br />

10 di detto D.P.R. stabilente: per le istanze<br />

già esaminate, il prosieguo dell’istruttoria<br />

concessoria nell’ambito della normativa in cui<br />

erano state istruite con conclusione della<br />

Conferenza di servizi entro 120 giorni dall’entrata<br />

in vigore. Alla società Santa Rita, già in<br />

attesa da 25 anni della conclusione dell’iter<br />

della propria istanza, era stata anche resa la<br />

seguente sentenza definitiva: “Il Tribunale<br />

Amministrativo del Lazio sez. Terza definitivamente<br />

pronunciando sul ricorso presentato dalla<br />

soc. Santa Rita come in epigrafe: dichiara il<br />

difetto di legittimazione passiva della Regione e<br />

del Comune di Roma: accoglie il ricorso e per<br />

l’effetto dichiara l’obbligo del Ministero della<br />

Marina mercantile di provvedere in ordine all’istanza<br />

di concessione avanzata dalla ricorrente:<br />

dispone l’integrale compensazione tra le parti<br />

delle spese ed onorari di giudizio; ordina che la<br />

presente sentenza sia eseguita dall’Autorità<br />

amministrativa. Così deciso in Roma il 17<br />

Maggio 1989 dal Tribunale Amministrativo del<br />

Lazio sez. Terza in camera di consiglio”. Essa si<br />

oppose fermamente all’arbitrio, ma il contrasto<br />

si risolse con l’eliminazione dalla gara, senza<br />

disamina del progetto, della sua istanza mentre<br />

l’iter concessorio continuò per altri 12 anni.<br />

L’istanza della società Santa Rita sarebbe stata<br />

osteggiata anche dalla tenace volontà della<br />

Regione a non provvedere all’alienazione, con<br />

incanto/asta pubblica, delle aree di sua proprietà,<br />

in contrasto all’obbligo impostole dalla L.R.<br />

n° 13/84. Nella concezione progettuale della<br />

soc. Santa Rita, le aree regionali erano indispensabili<br />

per la realizzazione di ormeggi sulle<br />

sponde di un canale navigabile collegante le<br />

attività nautiche, interne al Tevere, al mare e di<br />

un secondo canale di scolmo delle piene eccezionali<br />

del Tevere. Senza la realizzazione di<br />

questi impianti, riducenti il grave rischio idraulico<br />

gravante sul progettato porto, Isola Sacra,<br />

<strong>Fiumicino</strong>-aeroporto compreso e parte di Ostia,<br />

l’iniziativa risultava troppo rischiosa per i soci<br />

fruitori che la finanziavano. Le istanze della<br />

SOFIM, soc. I.P. Iniziative Portuali e della soc.<br />

Consorzio Porto Turistico sarebbero state eliminate<br />

per la mancata disponibilità di dette aree<br />

progettualmente destinate ad usi diversi da<br />

quelli previsti dall’istanza della soc. Santa Rita.<br />

La situazione venne sbloccata, con prassi non<br />

contemplata nella citata legge regionale, dal<br />

Presidente del Consiglio della Regione che<br />

invitò a partecipare, alla seduta della<br />

Conferenza di servizi del 20 Maggio 2000, un<br />

funzionario per dichiarare: “Le aree sono a disposizione<br />

della società che sarà selezionata per<br />

la realizzazione del porto attraverso il rilascio di<br />

una concessione onerosa”. La soluzione, immediatamente<br />

adottata dalla Conferenza, non<br />

sarebbe stata comunque compatibile con l’istanza<br />

della soc. Santa Rita in quanto 30 ettari<br />

delle aree, eventualmente ottenute in concessione,<br />

si dovevano progettualmente trasformare<br />

negli specchi liquidi dei canali, scolmatore e<br />

scolmatore navigabile, pertanto non più restituibili<br />

alla proprietaria concedente. Nella stessa<br />

condizione ricadeva l’istanza del Consorzio<br />

Porto Turistico, proponitrice di grandi darsene<br />

interne e altre opere idrauliche da realizzarsi<br />

nell’ambito di dette aree regionali. Questa utilizzazione<br />

motivò l’eliminazione dell’istanza.<br />

Delle due rimaste in gara, quella della SOFIM<br />

venne riconosciuta idonea alla seconda fase<br />

procedurale per la redazione del progetto definitivo<br />

in forza della procedura contestata dalla<br />

soc. Santa Rita. Alcuni componenti della<br />

Conferenza di servizi non approvarono l’elaborato<br />

definitivo e l’istanza SOFIM venne eliminata.<br />

Finita la lista, l’Iniziative portuali ebbe lo<br />

stesso incarico di progettazione definitiva del<br />

proprio progetto, che portò a termine con<br />

ammirevole costanza, riuscendo anche a superare,<br />

ormai per mancanza di confrontabili concorrenti,<br />

il selettivo giudizio sociale imposto<br />

dall’art. 37 del Codice della Navigazione prescrivente:<br />

“Nel caso di più domande di concessione<br />

è preferito il richiedente che offra maggiori<br />

garanzie di proficua utilizzazione della<br />

concessione e si proponga di avvalersi di questa<br />

per un uso che, a giudizio dell’Amministrazione<br />

risponda ad un più rilevante interesse pubblico“.<br />

In questo indirizzo, se non fosse stata<br />

esclusa, all’istanza della soc. Santa Rita,<br />

l’Amministrazione marittima avrebbe dovuto<br />

considerare, nel confronto con le altre istanze,<br />

le seguenti progettuali prerogative: 1) durata<br />

della concessione di 50 anni; dopo tutte le opere<br />

portuali sarebbero passate in proprietà allo<br />

Stato mentre per l’istanza del porto selezionato<br />

il passaggio avverrà dopo i 90 anni della durata<br />

della concessione con un significativo minor<br />

provento da parte dell’erario; 2)realizzazione, a<br />

propria cura e spese, di un canale con due ponti<br />

di sorpasso idoneo a scolmare il 10% della<br />

massima portata di piena eccezionale del<br />

Tevere prevista; 3)realizzazione a propria cura e<br />

spese, per superare le turbolenze dell’esfocio<br />

del Tevere e sottrarlo a dispendiosi e dannosi<br />

dragaggi, di un canale navigabile lungo 2 chilometri,<br />

largo 100 metri e con profondità costante<br />

di 4 metri, idoneo a smaltire il 20% della<br />

massima piena eccezionale del Tevere prevista<br />

e tutto il traffico marittimo dal fiume al mare e<br />

viceversa; 4) offerta scritta, rivolta agli interessati<br />

e al Comune di <strong>Fiumicino</strong>, di messa a disposizione<br />

in proprietà gratuita ai detentori della<br />

golena terminale del Tevere “Passo Della<br />

Sentinella” della stessa superficie occupata in<br />

altra zona edificabile; questo trasferimento,<br />

dalla golena, del villaggio “turistico” era ed è<br />

improcrastinabile per i rischi che corrono gli<br />

occupanti e per ristabilire la naturale funzione<br />

idraulica della golena per il migliore defluimen-<br />

to delle piene eccezionali del Tevere nell’impatto<br />

con il mare; oggi la foce del Tevere è<br />

ristretta in un canale di soli duecento metri di<br />

larghezza, ne occorrono almeno altri ottocento<br />

altrimenti prima o poi sarà il disastro; 5)l’offerta,<br />

in caso di ritorno al rilascio delle sabbie trasportate<br />

al mare dal Tevere, ora asportate e<br />

commercializzate, di dotare l’opera portuale di<br />

una costosa diga foranea e adeguato impianto di<br />

disinsabbiamento, all’ingresso del porto, favorenti<br />

il passaggio delle sabbie sottomarine,<br />

verso Capo Linaro, per il ripascimento naturale<br />

delle spiagge Fiumicinesi e Laziali. Gli oneri<br />

economici per sopperire agli impegni sopraelencati<br />

rientravano nelle possibilità e convenienze<br />

economiche degli associati alla soc.<br />

Santa Rita compartecipi all’iniziativa quindi<br />

esonerati dal versamento di utili, di norma piuttosto<br />

consistenti, al concessionario promotore.<br />

Questa impostazione finanziaria collettiva per<br />

la realizzazione dell’opera marittima consentiva<br />

di raggiungere, per tutte le utilizzazioni prodotte<br />

nell’ambito di concreta sicurezza e quindi<br />

di maggior valore anche per l’ambiente esterno,<br />

costi sensibilmente inferiori a quelli correnti di<br />

mercato. Sull’incongruenza dei 37 anni dell’iter<br />

istruttorio del porto turistico di Roma, resa<br />

ancor più inammissibile nel confronto con i<br />

meno di 37 mesi impiegati per avviare il porto<br />

turistico di Ostia, si può aggiungere che dopo<br />

tanti anni, di “oculate scelte e prescrizioni” da<br />

parte della Conferenza di servizi, le vicende del<br />

nuovo porto turistico non sono finite. Ora lo<br />

aspetta la realtà di un ambiente talmente violentato<br />

che ha costretto gli idraulici dell’ A.R.D.I.S.<br />

a prescrivere la seguente richiesta esecutiva per<br />

la progettazione definitiva del porto da concessionare:<br />

“l’intera recinzione dell’opera dovrà<br />

avere caratteristiche tali da non creare ostacolo<br />

ad eventuale scorrimento delle acque fluviali<br />

verso il mare e pertanto, in tale ottica, dovrà<br />

essere costituita da una semplice inferriata su<br />

basamento totalmente interrato”. Sembra poca<br />

cosa, invece vuol dire che è previsto, dall’Ente<br />

specifico alla gestione fluviale, che parte delle<br />

piene eccezionali del Tevere transiteranno dentro<br />

al porto stesso dalle sue spalle al mare.<br />

Contestualmente l’A.R.D.I.S. stava progettando<br />

a Capo Due Rami un ripartitore avviante in<br />

Fiumara Grande 3.000 mcs. di portata delle<br />

piene eccezionali previste (quelle recenti non<br />

hanno superato i 1.300 mcs) nella prospettiva<br />

che un’ onda paragonabile ad uno tsunami<br />

della durata di parecchie ore, proveniente da<br />

terra anziché dal mare, ricca di milioni di metri<br />

cubi di sabbie invada l’asta terminale del Tevere<br />

con probabile fuoriuscita dall’alveo e percorra,<br />

per arrivare al mare, le aree perimetrate in R 4<br />

del litorale i cui abitanti non sono stati neanche<br />

informati della vita a rischio che stanno conducendo.<br />

Si conclude quanto brevemente riassunto<br />

con un appello alla stampa che tanto interesse<br />

ha dimostrato per la cerimonia di posa della<br />

prima pietra del nuovo porto, come merita<br />

un’opera di grande impegno, per sollecitarla ad<br />

occuparsi di tutti i degradi, che non sono solo<br />

quelli naturali, del litorale compreso l’obbligo,<br />

delle pubbliche Amministrazioni, di garantire<br />

subito il defluimento di qualsiasi piena eccezionale<br />

in mare senza che questa possa coinvolgere<br />

le cose e la vita dei cittadini.

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