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CAPITOLO 3: ANALISI DI SOLIDI ELASTO-PLASTICI - DICAT

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<strong>CAPITOLO</strong> 3: <strong>ANALISI</strong> <strong>DI</strong> SOLI<strong>DI</strong> <strong>ELASTO</strong>-<strong>PLASTICI</strong><br />

3.1 Introduzione<br />

Scopo di questo capitolo è mostrare come il calcolo a rottura possa essere applicato, in presenza di<br />

uno stato di sollecitazione generico, anche a strutture bi e tridimensionali.<br />

Nel primo paragrafo vengono brevemente riportati i criteri di snervamento pluri-assiali di più<br />

frequente impiego tecnico, peraltro in parte presentati nel corso di Scienza delle Costruzioni.<br />

Nel secondo paragrafo viene presentata in modo unitario la classica teoria della plasticità (flow<br />

theory) a partire dal postulato della dissipazione massima mentre nel paragrafo successivo<br />

vengono discusse le equazioni costitutive elasto-plastiche, incrementali.<br />

3.2 Criteri di snervamento e di crisi pluri-assiali<br />

Non si ripete in questi appunti la discussione delle basi meccaniche dei criteri di crisi per i materiali<br />

metallici o lapidei per cui si rimanda al testo di Scienza delle Costruzioni (L. Gambarotta, L.<br />

Nunziante, A. Tralli op. cit. capitolo 7, pp. 485-520).<br />

Supposto di poter considerare un comportamento plastico e sufficientemente duttile per il materiale<br />

solido in esame e ciò è possibile non solo per i materiali metallici ma anche, in molte circostanze,<br />

per i terreni si ricorda che la funzione di snervamento (yield surface) f(σ) =0 definisce l’insieme<br />

degli stati di tensione per cui il materiale presenta flusso plastico:<br />

→f( σ ) < 0 Stati elastici;<br />

→f( σ ) = 0 Stati plastici;<br />

→f( σ ) > 0Stati<br />

non ammissibili.<br />

• Per semplicità si considereranno solo materiali che presentano funzioni di snervamento di<br />

tipo isotropo (ossia uguali in tutte le direzioni) che dipendono pertanto solo dalle tensioni<br />

(tensioni principali) e/o dagli invarianti di tensione.<br />

Nel seguito con Σ si indicherà il tensore delle tensioni e con σ il vettore di delle tensioni secondo<br />

la convenzione di Voigt.<br />

⎡σ11 Σ= ⎢<br />

⎢<br />

σ12 ⎢⎣σ13 σ12 σ22 σ23 σ13 ⎤<br />

σ<br />

⎥<br />

23 ⎥<br />

σ ⎥ 33 ⎦<br />

⎡σ1 Σ=<br />

⎢<br />

⎢<br />

0<br />

⎢⎣0 0<br />

σ2<br />

0<br />

0 ⎤<br />

0<br />

⎥<br />

⎥<br />

σ ⎥ 3 ⎦<br />

σ = { σ11 σ22 σ33 σ12 σ13 T<br />

σ 23} σ = { σ1 σ2 σ3<br />

0 0<br />

T<br />

0}<br />

riferimento generico<br />

riferimento principale<br />

Nel seguito si farà riferimento sia al tensore delle tensioni di Cauchy Σ per cui si ha:<br />

I = tr Σ =σ +σ +σ ,<br />

1 1 2 3<br />

( ) 2 1<br />

2<br />

I2 = ⎡ tr Σ − tr Σ ⎤ =σσ 1 2 +σσ 1 3+σ2σ3, 2 ⎣ ⎦<br />

I = detΣ<br />

=σσ σ ;<br />

3 1 2 3<br />

o al tensore degli sforzi deviatorici<br />

D<br />

Σ<br />

1


σ +σ +σ<br />

= ,<br />

3<br />

D<br />

1 2 3<br />

Σ = Σ −pI, dove con p si indica la pressione idrostatica p<br />

dal quale invece si ottiene:<br />

D<br />

J1= tr = 0<br />

Σ ,<br />

1 D2 1 D2 D2 D2 1<br />

2 2 2<br />

J2 = tr ( Σ ) = ( σ 1 +σ 2 +σ 3 ) = ⎡( σ1−σ 2) + ( σ2 −σ 3) + ( σ1−σ3) ⎤ ,<br />

2 2 6⎣ ⎦<br />

J = detΣ<br />

=σσσ .<br />

D D D D<br />

3 1 2 3<br />

I principali criteri che comunemente vengono utilizzati nelle applicazioni sono:<br />

• Funzione di snervamento di Huber Henky von Mises:<br />

τ 0 parametro del materiale.<br />

• Funzione di snervamento di Tresca:<br />

1<br />

max<br />

2<br />

( )<br />

f J = J −τ = 0<br />

2 2 0<br />

τ= ( σ−σ ) =τ ( σ ≥σ ≥σ )<br />

I III 0<br />

I II III<br />

( ) 3 2 4 4 6<br />

f I , J , J = 4J − 27 J + 36 τ J + 96τ J −64τ = 0 .<br />

• Funzione di snervamento di Mohr.Coulomb:<br />

c = coesione ; ϕ=angolo di attrito interno.<br />

• Funzione di snervamento di Drucker-Prager:<br />

1 2 3 2 3 0 2 2 0<br />

max τ = c −σtanϕ ( )<br />

f I , I =α I + J −τ = 0.<br />

1 2 1 2 0<br />

3.3 Il comportamento dei materiali in campo plastico (Flow Theory of Plasticity)<br />

Si assumono le seguenti ipotesi :<br />

• Nel caso mono-assiale, studiato nel primo capitolo, si possono avere deformazioni plastiche<br />

se e solo se σ = σ0 ; in generale è possibile uno stato di deformazione plastica caratterizzato<br />

dal vettore εp solo se il vettore degli sforzi σ, che rappresenta un punto nello spazio delle<br />

tensioni, verifica la condizione di snervamento:<br />

f(σ)=0.<br />

• Nell’ipotesi di piccoli spostamenti, come nel caso mono-assiale, il vettore di deformazione ε<br />

può essere decomposto nella somma di una parte elastica εe e di una parte plastica εp<br />

(decomposizione additiva).<br />

ε = εe + εp<br />

• Il tensore degli sforzi σ dipende linearmente dal tensore delle deformazioni elastiche εe<br />

σ = C εe<br />

2


Avendo indicato con C=C T il tensore costitutivo (iper)elastico, simmetrico e definito<br />

positivo.<br />

• Materiale plastico incrementale standard.<br />

3.3.1 Materiale plastico incrementale standard<br />

Nel capitolo 2, nel caso mono-assiale, il postulato risulta una semplice conseguenza delle<br />

condizioni di ammissibilità plastica, nel caso generale, invece, esso deve essere assunto a priori.<br />

• Postulato della massima dissipazione plastica (o di Hill)<br />

ε� indichi un generico stato di deformazione plastica incrementale, fra tutti gli stati di tensione<br />

p<br />

D ε� = σ ε�<br />

.<br />

ammissibili σ* , lo stato di tensione effettivo σ rende massima la potenza dissipata ( ) T<br />

* T T<br />

( σ ε�p) σ ε�p ( ε �p)<br />

( ) T<br />

* T T<br />

*<br />

p p p<br />

p p<br />

max = = D ≤0<br />

I materiali il cui comportamento verifica questo postulato vengono detti materiali standard. Per<br />

questi materiali in conseguenza del postulato risultano verificate le seguenti proprietà che<br />

spontaneamente risultano verificate dal dominio di interazione N-M:<br />

• La superficie f(σ)=0 di snervamento è convessa<br />

( Convessità: un dominio di snervamento è convesso se dati due stati di tensione<br />

ammissibili σ1 ed σ2 risulta ammissibile un qualunque stato σ = ασ1 + βσ2 (0


Osservazioni<br />

O<br />

σ<br />

*<br />

σ<br />

( ) T<br />

*<br />

σ− σ ε� < 0<br />

p<br />

Fig.3.1<br />

f (σ) =0<br />

σ * σ −<br />

1-Nel testo di L. Corradi, a pag. 53, la relazione<br />

( ) T<br />

*<br />

σ−σ ε� p ≥0<br />

viene assunta come ipotesi indipendente e definita Postulato di Stabilità di Drucker.<br />

Conviene ricordare come Drucker sulla base di considerazioni di carattere termodinamico abbia<br />

proposto due disuguaglianze.<br />

I disuguaglianza o stabilità in piccolo.<br />

T<br />

σε� p ≥ 0<br />

Questa condizione esprime semplicemente che occorre fornire dall’esterno energia per modificare<br />

lo stato di deformazione del materiale.<br />

Si osservi tuttavia che un materiale che in una prova mono-assiale presenta un tratto softening<br />

viene a violare questa disuguaglianza.<br />

Tuttavia per ottenere un tratto discendente nella curva carico-spostamento occorre sottoporre il<br />

campione sperimentale (di cls o di qualunque altro materiale elasto-fragile o con incrudimento<br />

negativo) ad una prova a spostamento controllato in grado di seguire il materiale in un tratto<br />

instabile.<br />

II disuguaglianza o postulato di Drucker<br />

Il secondo principio della termodinamica ( disuguaglianza di Clausius-Duhem) richiede peraltro che<br />

sia non negativa la potenza lungo un qualunque ciclo chiuso nello spazio delle deformazioni.<br />

Se si considera un ciclo a partire da un generico punto di tensione σ* interno alla funzione di<br />

snervamento fino a giungere al punto di tensione σ sulla superficie esterna, poiché il lavoro<br />

associato alle deformazioni elastiche è nullo perché uguale nei due sensi, la potenza dissipata totale<br />

risulta ( ) T<br />

*<br />

σ−σ ε� ≥0.<br />

p<br />

2-La legge di normalità si scrive dunque nel modo seguente:<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

ε� p = nλ= �<br />

⎜ ⎟λ�<br />

λ≥ � 0 moltiplicatore plastico<br />

⎝∂σ⎠ εp<br />

n<br />

4


In alcuni casi , e.g. i terreni che presentano fenomeni di dilatanza ossia i materiali di tipo attritivo, le<br />

deformazioni plastiche non sono dirette lungo la normale alla funzione di snervamento. Leggi di<br />

flusso di questo tipo vengono dette leggi di flusso non associate:<br />

⎛ ∂g<br />

⎞<br />

materiali con legame non associato ε�<br />

p = vλ= �<br />

⎜ ⎟λ�<br />

( v≠n )<br />

⎝∂σ⎠ La funzione g(σ) viene definita potenziale plastico e nel caso associato il potenziale viene assunto<br />

coincidente con la funzione di snervamento: g(σ) = f(σ).<br />

3-In un punto o linea di discontinuità della superficie limite ove f è non differenziabile (punti o<br />

linee di discontinuità sono presenti in vari criteri e.g. Tresca, Mohr-Coulomb .. oltre che nei<br />

materiali che presentano criteri con più superfici di snervamento, Fig.3.2) il postulato della<br />

massima dissipazione implica che ε� p deve appartenere al cono delle normali uscenti<br />

ε� p =λ� ini λ� i ≥0<br />

.<br />

Con riferimento alla Fig.3.9 si può scrivere:<br />

n<br />

ε�p= ∑ hε�ph 1<br />

n<br />

⎛∂fh⎞ = h⎜ ⎟λ�<br />

∑ h<br />

1 ⎝ ∂σ<br />

⎠<br />

f k (σ)<br />

β<br />

σ<br />

ε εp<br />

f (σ) = 0<br />

1<br />

n<br />

σ α<br />

fh (σ) = 0<br />

Fig.3.2<br />

3.4 Forma incrementale dell’ equazione costitutiva elasto-perfettamente plastico<br />

(EPP)<br />

Qualitativamente continuano a valere tutte le considerazioni fatte in precedenza per le equazioni<br />

costitutive mono-assiali , occorre tuttavia tener conto del fatto che lo stato di tensione e di<br />

deformazione sono ora rappresentati da due grandezze σ e ε.<br />

Le relazioni che reggono il problema ora risultano:<br />

( p )<br />

σ� = C ε�−ε� legge costitutiva elastica<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

ε�<br />

p = λ�<br />

⎜ ⎟ regola del flusso associato<br />

⎝∂σ⎠ f ( σ)<br />

≤ 0 condizione di ammissibilità plastica<br />

f ( σ)<br />

λ= � 0 condizione di consistenza<br />

λ≥ � 0 .<br />

5


(Si osserva come le ultime tre relazioni possano essere interpretate come condizione di vincolo-la<br />

condizione di ammissibilità- come moltiplicatore Lagrangiano del vincolo il moltiplicatore plastico<br />

λ � e come condizione di complementarietà. Nel loro insieme vengono definite condizioni di Karush-<br />

Kuhn-Tucker).<br />

Si ha risposta elastica del materiale se il punto tensione è :<br />

a- all’interno del dominio di ammissibilità<br />

(a) f ( σ) < 0 ⇒λ> � 0 ⇒ ε�<br />

p = 0 ( λ � = 0)<br />

b- sulla superficie di snervamento ma è in atto uno scarico elastico<br />

f σ = 0, f � σ < 0 ⇒λ= � 0 ⇒ε<br />

� = 0<br />

(b) ( ) ( ) p<br />

Si ha una risposta plastica se il punto è sulla superficie e non tende a rientrare in campo elastico.<br />

∂f<br />

f ( σ) = f � ( σ) = 0 ⇒λ> � 0 ⇒ε� p=<br />

λ�<br />

∂σ<br />

Per quanto riguarda il tensore costitutivo si ha:<br />

a- nel caso in cui il punto si trovi all’interno del dominio si ha l’equazione costitutiva elastica<br />

f σ < 0 ⇒ ε� = 0 , ε� = ε�<br />

( ) p e<br />

⇒ σ� = Cε �<br />

Si ha la stessa risposta incrementale nel caso in cui f(σ)=0 e si ha scarico elastico<br />

T<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟ C ε�<br />

< 0 condizione di scarico<br />

⎝∂σ⎠ b- nel caso in cui il punto tensione resti sulla superficie di snervamento<br />

T<br />

f<br />

f � ∂<br />

( σ) = σ=<br />

0<br />

∂σ<br />

L’equazione costitutiva elastica come noto è σ� = Cε �e, dunque si ha:<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

σ� = C ⎜ε�− λ�<br />

⎟<br />

⎝ ∂σ<br />

⎠<br />

Procedendo come riportato nel seguito, in analogia al modulo elasto-plastico Eep del caso monoassiale<br />

(par. 1.3), è utile definire in vista di analisi agli elementi finiti il tensore costitutivo<br />

elasto-plastico C ep .<br />

Imponendo la permanenza in fase plastica f� = 0 si ottiene:<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

T<br />

f f<br />

⎜ ⎟ C ε�<br />

⎛ ∂ ⎞ ⎛ ∂ ⎞ ∂<br />

− λ = 0 ⇒ λ=<br />

⎝ ⎠<br />

⎜ ⎟ ⎜<br />

� � � σ<br />

C ε ⎟<br />

T<br />

⎝∂σ⎠ ⎝ ∂σ<br />

⎠ ⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟ C⎜<br />

⎟<br />

⎝������� ∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ⇒ Essendo per definizione λ≥ � 0 ⇒ si ottiene il criterio di permanenza in fase plastica nella<br />

forma:<br />

T<br />

> 0<br />

6


T<br />

⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟ C ε�<br />

> 0<br />

⎝∂σ⎠ cui corrisponde l’incremento della deformazione plastica in funzione dell’incremento di<br />

deformazione totale:<br />

e quindi l’incremento di tensione:<br />

essendo ep<br />

⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟⎜ ⎟ C<br />

� ⎝∂σ⎠⎝∂σ ε<br />

⎠<br />

p = ε�<br />

T<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟ C⎜<br />

⎟<br />

⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ T<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

σ� = C ε� 1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

− C T ⎢⎜ ⎟⎜ ⎟<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞ ⎢⎣⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎜ ⎟ C⎜<br />

⎟<br />

⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ⎥Cε�<br />

= C �<br />

epε,<br />

⎥⎦<br />

C la matrice di rigidezza tangente elasto-plastica<br />

T<br />

simmetrica e semi definita positiva C = C .<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⇒ Cep = C− C T ⎢⎜ ⎟⎜ ⎟ ⎥ C ,<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞ ⎢⎣ ⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎥⎦<br />

⎜ ⎟ C⎜<br />

⎟<br />

⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ep ep<br />

Esempio: Le equazioni costitutive di Prandtl-Reuss per i metalli<br />

Funzione di snervamento di Huber-Henky-Von Mises ( σ ) 2 0<br />

∂<br />

= ⇒ = λ ⇒ ∆ = + + = 0<br />

∂ τ τ<br />

D<br />

f σ 1 D<br />

ε�pσ � �<br />

p ε�p1 ε� � p2 εp3<br />

σ 2 0 2 0<br />

dove<br />

D<br />

σ e<br />

f = J −τ = 0<br />

incomprimibilità plastica<br />

D<br />

σ risultano rispettivamente i seguenti vettori rappresentati in un riferimento generico:<br />

Ricordando la forma analitica di 2 J<br />

σ<br />

σ<br />

{ 11 22 33 2 12 2 13 2 23}<br />

{ 11 22 33 12 13<br />

T<br />

23}<br />

= σ σ σ σ σ σ<br />

D D D D D D D<br />

= σ σ σ σ σ σ<br />

D D D D D D D<br />

1<br />

2 2 2 2 2 2<br />

J2 = ⎡( σ11−σ 22) + ( σ22 −σ 33) + ( σ33−σ 11) + 6(<br />

σ 12 +σ 23+σ31) ⎤<br />

6 ⎣ ⎦ ,<br />

la funzione di snervamento diventa:<br />

1 1 2 1 2 1<br />

2 2 2 2<br />

f ( σ ) = ( σ11 −σ 22 ) + ( σ22 −σ 33 ) + ( σ33 −σ 11) + 3( σ 12 +σ 23 +σ31) −τ 0 = 0.<br />

3 2 2 2<br />

Derivandola per la prima e la quarta componente del vettore σ si ottiene:<br />

T<br />

7


∂f ∂σ<br />

=<br />

1 1<br />

( 2σ<br />

−σ −σ ) =<br />

3 ⎡<br />

σ<br />

1<br />

− ( σ +σ +σ<br />

⎤<br />

) =<br />

1<br />

τ<br />

σ =<br />

1<br />

τ<br />

σ<br />

∂f<br />

∂σ<br />

=<br />

1 1<br />

( 6σ<br />

1<br />

) = σ<br />

τ<br />

1<br />

= σ<br />

τ<br />

=<br />

1<br />

τ<br />

σ<br />

D D<br />

11 22 33 11 11 22 33 11 11<br />

11 2 3 3J 3 2 2 2 3 3J<br />

⎢<br />

2 ⎣<br />

⎥<br />

⎦ 0 2 0<br />

D D<br />

12 2 3<br />

D<br />

3J2<br />

12<br />

0<br />

12<br />

0<br />

12<br />

2 0<br />

12<br />

∂f<br />

σ<br />

⇒ =<br />

∂σ2τ Sapendo che<br />

0<br />

c.v.d.<br />

∂ f σ<br />

=<br />

∂σ2τ Elasticità isotropa<br />

D<br />

0<br />

è possibile scrivere la matrice elasto-plastica nella seguente forma:<br />

1<br />

D DT<br />

Cep = C− C⎡ ⎤<br />

DT D ⎣σ σ ⎦ C .<br />

σ C σ<br />

Nel caso di elasticità la parte deviatorica della risposta prende la forma:<br />

•<br />

D D<br />

Cσ = 2Gσ<br />

, dove<br />

E<br />

G= è il modulo di elasticità tangenziale<br />

21+v ( )<br />

D DT D DT D D<br />

T<br />

2 D DT<br />

• C ⎡σ σ ⎤C= ⎡Cσ ⎤⎡σ C⎤ = ⎡Cσ⎤⎡Cσ ⎤ = 4G ( σ σ )<br />

•<br />

⎣ ⎦ ⎣ ⎦⎣ ⎦ ⎣ ⎦⎣ ⎦<br />

σ C σ = 2G σ σ = 2G ⋅ 2J = 4G τ<br />

DT D DT D 2<br />

2 0<br />

G<br />

⇒ C = C− ⎣σ σ ⎦.<br />

D DT ⎡ ⎤<br />

ep 2<br />

τ0<br />

3.4.2 Modelli di incrudimento<br />

Per descrivere l’evolversi della superficie di snervamento al variare della storia di deformazione si<br />

assume che essa dipenda dalla parte plastica della deformazione:<br />

( σε � p )<br />

f , = 0<br />

• Incrudimento isotropo<br />

Si assume che la funzione di snervamento dipenda da una variabile scalare χ (work hardening)<br />

Ed evolva in modo omotetico come mostrato in Fig.3.3.<br />

( )<br />

εp<br />

χ ε� = ∫ σ dε<br />

� Lavoro plastico incrudente<br />

T<br />

p p<br />

0<br />

( )<br />

Funzione di snervamento σ ( ε<br />

� p )<br />

f , χ = 0<br />

.<br />

8


σ 2<br />

σ<br />

f ( σ)<br />

=0<br />

Fig.3.3<br />

T T<br />

dχ = σ d ε� ⇒ χ � = σ ε � incremento di lavoro plastico<br />

p p<br />

• Punto tensione sulla superficie di snervamento:<br />

T T<br />

f f f<br />

T<br />

f� ⎡∂ ⎤ ∂ ⎡∂ ⎤<br />

= σ� + χ� = 0⇒ σ� − hσ ε�p=<br />

0<br />

⎢<br />

⎣∂σ⎥ ⎦<br />

avendo definito<br />

∂f<br />

h =− .<br />

∂ χ<br />

∂σ ⎢<br />

⎣∂σ⎥ ⎦<br />

∆σ<br />

f p<br />

( σ, χ ( ε )) = 0<br />

σ 1<br />

funzione di snervamento attuale<br />

funzione di snervamento iniziale<br />

È possibile determinare ora il moltiplicatore plastico λ� , il vettore delle deformazioni plastiche �ε p e<br />

la matrice elasto-plastica tangente.<br />

T T<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎡⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞⎤<br />

⇒ ⎜ ⎟ Cε� = ⎢⎜ ⎟ C⎜ ⎟+ σ ⎜ ⎟⎥<br />

�<br />

⎝∂σ⎠ ⎢⎣⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠⎥ ������������� ⎦<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

ε�p= ⎢⎜ ⎟⎜ ⎟ C⎥ε� D ⎢⎣⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎥⎦<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

Cep = C− C⎢⎜ ⎟⎜ ⎟ ⎥C<br />

D ⎢⎣⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎥⎦<br />

D<br />

T<br />

h λ<br />

9


• Incrudimento cinematico<br />

Per descrivere l’effetto Bauschinger si trasla l’origine degli assi nello spazio delle tensioni in cui è<br />

definita la funzione di snervamento f di uno stato di sforzo σb detto back stress, Fig.3.4 .<br />

f σσ , = f σ−σ Funzione di snervamento ( ) ( )<br />

b b<br />

In genere il back stress è definito nel modo seguente:<br />

regola di incrudimento di Melan-Prager σ� b = Cε �p<br />

σ 2<br />

σ<br />

b<br />

σ<br />

f ( σ)=0<br />

Fig.3.4<br />

• Punto tensione sulla superficie di snervamento:<br />

T<br />

f<br />

f � ⎛ ∂ ⎞<br />

= ⎜ ⎟ ( σ� − σ�<br />

b ) = 0<br />

⎝∂σ⎠ ⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞<br />

⎜ ⎟=−⎜ ⎟<br />

∂σ ⎝∂σ ⎠<br />

σ−σ<br />

b<br />

f b<br />

( σ−σ ) = 0<br />

σ 1<br />

Funzione di snervamento iniziale<br />

Funzione di snervamento attuale<br />

⎝ b ⎠<br />

È possibile determinare ora il moltiplicatore plastico λ� , il vettore delle deformazioni plastiche �ε p e<br />

la matrice elasto-plastica tangente.<br />

T<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎧ ⎡ ⎛ ∂f ⎞ ⎤ ⎛ ∂f<br />

⎞ ⎫<br />

⎜ ⎟ ⎨C⎢ε�− λ� ⎜ ⎟ ⎥−C<br />

⎜ ⎟λ�<br />

⎬=<br />

0<br />

⎝∂σ⎠ ⎩ ⎣ ⎝∂σ⎠ ⎦ ⎝∂σ⎠ ⎭<br />

T T T<br />

⎛ ∂f ⎞ ⎡⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f ⎞ ⎛ ∂f<br />

⎞⎤<br />

⎜ ⎟ Cε�= ⎢⎜ ⎟ C⎜ ⎟+ C ⎜ ⎟ ⎜ ⎟⎥λ�<br />

⎝∂σ⎠ ⎢⎣⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠ ⎝∂σ⎠⎥ ����������������� ⎦<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

ε�p= ⎢⎜ ⎟⎜ ⎟ C ⎥ε�<br />

D ⎢⎣⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎥⎦<br />

T<br />

⎡ ⎤<br />

1 ⎛ ∂f ⎞⎛ ∂f<br />

⎞<br />

Cep = C− C⎢⎜ ⎟⎜ ⎟ ⎥C<br />

D ⎢⎣⎝∂σ⎠⎝∂σ⎠ ⎥⎦<br />

D<br />

10

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