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n° 63 - Eco della Brigna

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Bimestrale di informazione religiosa,<br />

cultura e attualità<br />

Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (Pa) - Italia - ecobrigna@libero.it<br />

Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo<br />

Numero <strong>63</strong><br />

Maggio 2008<br />

• Papàs Marco, nuovo Parroco di San Nicolò di Mira • Gli auguri del Vescovo<br />

• Mezzojuso: luogo di responsabilità • Il culto dell’Odigitria a Contessa Entellina<br />

• Bona mente mundum decipere • L’impegno “delle invisibili” • Democrazia? forse<br />

• Mezzojuso dal 1093 al 1812 • San Giuseppe • Settimana Santa • Vandalismo a scuola


editoriale<br />

e2<br />

e2<br />

LA FARFALLA<br />

E LO<br />

TSUNAMI<br />

Può un batter d’ali di una farfalla<br />

nella Foresta Amazzonica provocare<br />

uno tsunami in mezzo all’Oceano<br />

Pacifico?<br />

La domanda che si poneva un famoso<br />

scienziato deceduto un mese fa, al di<br />

là <strong>della</strong> risposta, suscita alcune riflessioni<br />

sull’interconnessione tra tutto<br />

ciò che accade vicino a noi o lontano<br />

da noi. Tanto più adesso con l’immersione<br />

totale nella globalizzazione. A<br />

livello non fisico ma etico ci fa riflettere<br />

su valori che per noi cristiani<br />

sono, pensiamo, acquisiti. Valori quali<br />

cattolicità, comunione, ecumenismo ci<br />

ricordano che probabilmente il batter<br />

d’ali dell’interrogativo aforisma non<br />

ci riguarderà, ma qualsiasi problema<br />

che angustia l’altro, questo sì.<br />

“I care”, rispondeva don Milani contro<br />

l’imperante disinteresse che vedeva<br />

attorno a sé su alcuni importanti problemi<br />

che egli nel suo piccolo cercava<br />

di risolvere. Ci interessa. Ci interessa<br />

non per cortileggiare ma perché siamo<br />

una grande famiglia. Specialmente se<br />

prossimi. Cioè vicini.<br />

La vicenda dell’alternarsi dei parroci<br />

in una parrocchia del nostro paese,<br />

qualunque essa sia, ci riguarda.<br />

Riguarda adesso anche i latini come<br />

più di vent’anni fa anche i greci. Ci<br />

riguarda perché siamo un’unica comunità<br />

che si esprime con modalità<br />

diverse, ma con un unico fine.<br />

Silenziosamente va fatta una riflessione.<br />

Si possono proporre alcune<br />

domande: a noi stessi innanzitutto.<br />

Quando e perché diventa tanto traumatico<br />

un avvicendamento di parroci?<br />

Qual è il ruolo dei laici all’interno di<br />

una parrocchia? Come intervenire per<br />

far sentire la propria voce, tenendo<br />

sempre alto il livello del dibattito?<br />

Cosa mettiamo nello zaino, che ci<br />

possa servire per il nostro cammino?<br />

Vogliono solo essere degli spunti di<br />

riflessione affinché la comunità ecclesiale<br />

di Mezzojuso trovi sempre la<br />

serenità per andare avanti: poiché<br />

lunga è la strada ed irta.<br />

Papàs Marco, nuovo parroco<br />

di San Nicolò di Mira<br />

Carissimi Mezzojusari,<br />

colgo l’occasione offertami dal<br />

Giornale “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>” per salutare<br />

tutti voi presenti nella nostra cittadina<br />

e soprattutto coloro che sono lontani,<br />

emigrati in vari Paesi del mondo. A tutti<br />

giunga il mio saluto e il mio augurio.<br />

Sono a Mezzojuso dal 20 aprile e già mi<br />

vado adattando alla nuova vita, alla<br />

nuova situazione culturale e tradizionale<br />

del paese, dei parrocchiani, insomma<br />

al vostro modo di essere, di vivere, di<br />

pensare. Certo, ho bisogno, per adattarmi,<br />

<strong>della</strong> vostra comprensione e <strong>della</strong><br />

vostra e mia pazienza, perché non sono<br />

più giovanissimo, ho cinquant’anni,<br />

ma il mio animo è giovane. Il Signore<br />

che mi ha chiamato a lavorare in questa<br />

porzione <strong>della</strong> sua vigna, certamente mi<br />

infonderà coraggio e quella forza d’animo<br />

tanto necessari per dare una svolta<br />

così radicale alla mia vita. Spero di non<br />

deludere nessuno, anche se sono convinto<br />

che nessuno ha grazia per tutti.<br />

Tuttavia la vostra bontà e il vostro affetto,<br />

dimostratomi nella vostra calorosa<br />

accoglienza, mi infondono fiducia in un<br />

domani sempre migliore per me e per<br />

tutti. Tutti di cuore benedico e raccomando<br />

alle preghiere <strong>della</strong> Tuttasanta<br />

Madre di Dio e sempre Vergine Maria,<br />

affinché ci protegga sotto il suo manto e<br />

tutti ci porti al suo Figlio Gesù, che è<br />

benedetto nei secoli dei secoli.<br />

Vostro<br />

papàs Marco V. Sirchia<br />

MARCO V. SIRCHIA Nasce a Piana<br />

degli Albanesi il 29 Gennaio del 1958.<br />

Compie il ciclo degli studi obbligatori a<br />

Piana degli Albanesi, studiando nel contempo<br />

nel Seminario Diocesano “P.<br />

Giorgio Guzzetta”. Compiuti gli studi classici<br />

presso il Pontificio Seminario Benetto<br />

XV di Grottaferrata e conseguita la licenza<br />

liceale, viene iniziato alla vita monastica<br />

presso i Benedettini Cassinesi. Col permesso<br />

dei Superiori, prosegue gli studi teologici<br />

presso il Pontificio Collegio Greco, conseguendo<br />

il grado Accademico di Licenza<br />

in Teologia Patristica e Storia <strong>della</strong><br />

Teologia. Chiede la Sacra Ordinazione<br />

all’Eparca di Piana degli Albanesi Mons.<br />

Ercole Lupinacci, il quale lo Ordina<br />

Presbitero il 25 Aprile del 1983, incaricandolo<br />

nel Clero Eparchiale e affidandogli<br />

con la Chirotesìa di Protopresbitero il<br />

Ministero Pastorale <strong>della</strong> Parrocchia<br />

Cattedrale di San Demetrio Megalomartire<br />

di Piana degli Albanesi. In seguito il vescovo<br />

Ferrara gli Conferisce l’incarico di cancelliere<br />

Eparchiale. Il 24 Dicembre del<br />

1999 il vescovo Sotir Ferrara gli conferisce<br />

l’Abito Angelico e la Chirotesìa ad<br />

Archimandrita destinandolo alla pastorale<br />

<strong>della</strong> vita religiosa. Ha prestato anche servizio<br />

alla Chiesa dell’Ordinariato Militare,<br />

dedicandosi anche alla pastorale familiare<br />

e giovanile. Ha esercitato ed è tuttora<br />

impegnato nella direzione spirituale e<br />

monastica presso vari Istituti Religiosi sia<br />

maschili che femminili. Dottorando in<br />

Scienze Ecclesiastiche Orientali è autore di<br />

numerose pubblicazioni teologiche e patristiche<br />

nonché Direttore di Corsi di iconografia<br />

a Roma e Palermo. Nel 2008 è mandato<br />

per volontà di Sua Eccellenza a guidare,<br />

quale Parroco, la Parrocchia Greca “San<br />

Nicolò di Mira” in Mezzojuso.


Il saluto di papàs<br />

Francesco Masi<br />

Nel momento in cui mi appresto a<br />

lasciare la Parrocchia, dopo 40<br />

anni di vita pastorale, un atto di riconoscenza<br />

elevo a Dio per quanto mi ha<br />

dato e un pensiero di riconoscenza va<br />

a tutta la comunità di Mezzojuso che<br />

sempre mi ha aiutato nella mia attività<br />

pastorale ed in modo particolare in<br />

questo ultimo anno e mezzo e mi ha<br />

incoraggiato a superare la grave<br />

malattia che mi ha colpito. Dico grazie<br />

a tutti per quanto insieme abbiamo<br />

realizzato: la nuova iconostasi, l’incontro<br />

ecumenico con la Chiesa di<br />

Creta. Ricordo sempre con simpatia<br />

tutti gli emigrati, che sempre sono<br />

stati vicino alla parrocchia e sempre<br />

sono rimasti attaccati alle tradizioni<br />

del nostro paese. Ringrazio il nostro<br />

Eparca che sempre ha avuto fiducia in<br />

me e specialmente in quest’ultimo<br />

periodo mi ha sostenuto sia moralmente<br />

che materialmente. Ai bambini,<br />

che tanto mi hanno amato e tanto amo,<br />

auguro che crescano bene e possano<br />

avere uno splendido futuro.<br />

A papàs Marco Sirchia, che subentra<br />

nella Parrocchia, auguro un proficuo<br />

apostolato.<br />

Nuovamente grazie a tutti per quanto<br />

mi avete dato.<br />

papàs Fracesco Masi<br />

Al Clero, alle Religiose, ai Religiosi ed ai Fedeli dell’Eparchia<br />

La Liturgia del giorno di Pasqua<br />

prolunga e sviluppa l’esultanza<br />

dell’Esperinòs, elaborando in chiave<br />

ecclesiale e personale il sentimento di<br />

una vittoria conseguita. Così, laddove<br />

si parla in termini teologici de «la notte<br />

in cui Cristo, spezzando i vincoli <strong>della</strong><br />

morte, risorge vincitore del sepolcro»,<br />

oggi la sequenza degli Evangeli drammatizza<br />

questo asserto, invitando ad<br />

immaginare «un prodigioso duello» in<br />

cui morte e vita s’affrontano, e il<br />

Signore <strong>della</strong> vita, morto, ma «ora,<br />

vivo, trionfa». In questo spirito si debbono<br />

leggere le parole di San Pietro<br />

nella casa del centurione Cornelio:<br />

rammentando la morte di Cristo, l’apostolo<br />

dichiara che «Dio lo ha resuscitato<br />

al terzo giorno» costituendolo «giudice<br />

dei vivi e dei morti» (At 10, 40-<br />

41). La lettera ai colossesi sviluppa<br />

tale tesi, presentando Cristo come<br />

ormai «assiso alla destra di Dio» ed<br />

invitandoci a cercare pertanto «le realtà<br />

di lassù», perché «quando si manifesterà<br />

Cristo, la vostra vita, allora anche<br />

voi sarete manifestati con lui nella gloria»<br />

(Col 3, 1-4). La lettera ai corinzi ci<br />

coinvolge nella realtà pasquale, esortando<br />

a celebrare la festa «non con lievito<br />

vecchio, né con lievito di malizia,<br />

e di perversità, ma con azzimi di sincerità<br />

e di verità» (1 Cor 5, 8). Accanto<br />

all’icona del «Trionfatore», altri passi<br />

<strong>della</strong> Santa Scrittura offrono anche<br />

immagini di reazioni personali alla<br />

resurrezione. La prima è descritta<br />

dall’Evangelo di Giovanni 20, 1-9,<br />

dove Maria di Magdala si reca al<br />

sepolcro di buon mattino, trova la pietra<br />

di chiusura ribaltata e corre ad<br />

informare Pietro e il discepolo diletto.<br />

Questi a loro volta accorrono, entrando<br />

nella tomba, vedono il sudario e le<br />

bende e finalmente credono. Un analogo<br />

clima di gradualità nella comprensione<br />

ed accettazione dell’evento <strong>della</strong><br />

resurrezione qualifica l’Evangelo di<br />

Luca, martedì di Pasqua, nel brano dell’incontro<br />

col Risorto di due discepoli<br />

i quali, il pomeriggio del giorno di<br />

Pasqua, erano in cammino per il villaggio<br />

di Emmaus. Come la<br />

Maddalena (che aveva scambiato<br />

Cristo per un giardiniere), anche questi<br />

dapprima non riconoscono il Signore<br />

che secondo Marco «apparve…loro<br />

con altro aspetto» (Mc 16,12); San<br />

Luca, che narra l’episodio in modo<br />

dettagliato, ribalta quest’affermazione,<br />

dicendo che i discepoli «erano incapaci<br />

di conoscerlo» (Lc 24, 16). Cristo in<br />

ogni caso non si rivelò subito, ma,<br />

mentre camminava con loro, rivolse<br />

domande ed offrì chiarimenti intorno<br />

agli eventi accaduti a Gerusalemme<br />

nei giorni precedenti, aiutandoli a<br />

capire che il Messia preannunciato<br />

doveva infatti soffrire prima di entrare<br />

nella gloria. Arrivati a Emmaus, quando<br />

Egli si apprestava a proseguire il<br />

cammino, i due insistettero: «Resta<br />

con noi perché si fa sera e il giorno<br />

volge al declino» (Lc 24, 29). Il misterioso<br />

compagno accetta l’invito dei<br />

discepoli, li segue in città, e «quando<br />

fu a tavola con loro, prese il pane,<br />

disse la benedizione, lo spezzò e lo<br />

diede loro. Allora si aprirono loro gli<br />

occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì<br />

dalla loro vista» (Lc 24, 30-31) - evento<br />

questo, che ovviamente ricalca le<br />

modalità <strong>della</strong> Cena Mistica, quando<br />

Cristo «prese un pane, rese grazie, lo<br />

spezzò e lo diede»<br />

ai presenti affermando<br />

che era<br />

il suo Corpo<br />

(Lc 22, 19). La<br />

cena di Emmaus conferma<br />

cioè, dopo la<br />

Resurrezione, la promessa<br />

fatta dal Salvatore<br />

prima di morire, di<br />

«rimanere» sempre con<br />

i suoi amici nel<br />

Mistero del pane<br />

spezzato.<br />

Buona Pasqua 2008<br />

Sotir Ferrara,<br />

vescovo<br />

e3


e4<br />

Mezzojuso:<br />

luogo di<br />

responsabilità<br />

Altare di San Giuseppe, foto F. Brancato<br />

Può forse mai venire qualcosa di<br />

buono da Nazaret? Da quando fu<br />

posto l’interrogativo, esso percorre<br />

tempi e stagioni senza risparmiare nessuno,<br />

a tal punto che siamo capaci di<br />

annullare il Vangelo pur di dare ragioni<br />

e convenienze alle nostre visioni. Anzi,<br />

può accadere che proprio i santi diventano<br />

ragione delle nostre colpe, pur di<br />

starcene in pace e pane.<br />

Entriamo a Nazaret, non dalle finestre<br />

o dal tetto, ma dalla porta centrale del<br />

mistero: “Alle soglie del Nuovo<br />

Testamento, come già all’inizio<br />

dell’Antico, c’è una coppia” (RC, 7).<br />

La Famiglia Santa… dalla quale deve<br />

venire fuori non solo qualcosa di<br />

buono, ma tutto il bene. Di quale<br />

Nazaret parliamo? Quella evangelica<br />

ha già le sue improbabilità (appunto…<br />

Cosa può venire da Nazaret?). Se poi<br />

dilatiamo lo sguardo e la casa <strong>della</strong><br />

Famiglia si amplia, l’interrogativo si fa<br />

ancora più pressante e la Chiesa entra<br />

nella responsabilità di ogni cristiano:<br />

può mai venire qualcosa di buono da<br />

Mezzojuso, dai cristiani di Mezzojuso?<br />

Stando a quello che credono, pregano e<br />

festeggiano, si tratta di pagine evangeliche<br />

tra le più feconde. Se di venerazione<br />

alla famiglia Santa si tratta, si<br />

tratta allora nientemeno del “santuario<br />

dell’amore e <strong>della</strong> culla <strong>della</strong> vita”<br />

(RC, 7). Vita ed amore sono legati, a tal<br />

punto che – scusatemi – può venire mai<br />

vita e amore da Mezzojuso? Come scrive<br />

qualche storico, “in tempi di grande<br />

scarsezza, quando abbondavano i<br />

poveri e quelli che vivevano in gravi<br />

ristrettezze erano numerosi, la festa del<br />

Santo portava loro non poco sollievo<br />

materiale”, e oggi? Quale sollievo può<br />

venir fuori da Mezzojuso? Ne va di<br />

mezzo la credibilità, non solo di devozioni<br />

e tradizioni legate alla Famiglia<br />

Santa, ma delle radici di verità e cultura,<br />

perché s’è tutta ipocrisia è un<br />

imbroglio che caldeggia disonestà.<br />

Questioni grosse che non intendo direttamente<br />

affrontare, ma affondare con la<br />

visione positiva del piccolo seme di<br />

bene che dovunque il Seminatore<br />

sovrabbondante sparge. Sì, molto bene<br />

viene fuori da Mezzojuso e non è detto<br />

che sia misurabile, visibile, quantificabile.<br />

Anzi, il bene, a immagine di<br />

Nazaret, è nascosto, irriconoscibile,<br />

anonimo. Sì, non solo qualcosa di<br />

buono potrebbe venir fuori da<br />

Mezzojuso, ma già viene. E non è detto


che qualcuno lo debba riconoscere per<br />

essere tale. Il bene si fa strada da sé.<br />

Appunto, come Giuseppe, il silenzioso,<br />

il santo <strong>della</strong> “puvirtà”, il santo giusto,<br />

perché tutto relativo alla volontà<br />

dell’Altissimo. Dentro questa verità è<br />

da collocare l’evento Nazaret <strong>della</strong><br />

Santa Famiglia, per cui Mezzojuso<br />

diventa testimonianza privilegiata,<br />

anche se solamente mantenesse nella<br />

verità <strong>della</strong> tradizione, tanta devozione.<br />

Poiché né tradizione, né devozione<br />

sono aspetti negativi, soprattutto lì<br />

dove, al posto di cercare “aiutu, riparu<br />

e cunsigghiu”, “sono subentrate le<br />

grandi aziende di consumo” (Tonino<br />

Bello). Dunque, il mantenere la purezza<br />

di una tradizione come questa, in<br />

cuore devoto, è qualcosa di bene<br />

apprezzabile, più che “abbandonare<br />

all’incuria” (Pino Di Miceli) o dedicarsi<br />

a moderne soluzioni senza continuità<br />

evangeliche. Per questo non amo quelle<br />

definizioni che tacciano o quantomeno<br />

definiscono “devozionali”, eventi<br />

non tanto liturgici o para, ma evangelici.<br />

Non vi sembra evangelico l’andare<br />

di casa in casa con l’icona <strong>della</strong> Santa<br />

Famiglia, pregare insieme, ascoltare la<br />

Parola, condividere? Ha il sapore di<br />

piccole comunità, di Nazaret semplici.<br />

Accade, ancora, a Mezzojuso! Come<br />

non dare risalto, valorizzare e arricchire,<br />

non la devozione, ma la verità di<br />

queste occasioni “tra le più sentite e<br />

celebrate nella nostra Comunità” (Don<br />

Enzo Cosentino)? Le icone stesse sono<br />

catechesi di cui presto ci siamo sbarazzati<br />

presentandole come melliflue, non<br />

adatte all’oggi pastorale, come se avessimo<br />

raggiunto chissà quali vette di<br />

purezza e forza evangelica!<br />

Contemplate l’Icona <strong>della</strong> Trinità che<br />

presenta la Famiglia Santa. E’ tutta<br />

Vangelo.<br />

Può mai venir fuori qualcosa di buono<br />

da Nazaret? In primo piano, in movimento,<br />

con braccia spalancate già in<br />

forma di croce e sguardo volitivo,<br />

viene fuori il Bambino, che non si presenta<br />

da sé, ma è dall’Alto inondato di<br />

luce trinitaria (il Triangolo, la<br />

Colomba) e lo avvolge di un bianco<br />

che sfuma d’azzurro per indicare le due<br />

nature dell’unica persona Gesù. Viene<br />

fuori sicuro, intrepido, pronto ad accogliere,<br />

discostato da Maria e Giuseppe,<br />

come se si facesse strada da sé, in forza<br />

dell’inondazione trinitaria, a testimonianza<br />

che un’altra è la paternità di cui<br />

“Non vi sembra<br />

evangelico l’andare di casa<br />

in casa con l’icona <strong>della</strong><br />

Santa Famiglia,<br />

pregare insieme,<br />

ascoltare la Parola,<br />

condividere?”<br />

porta il sigillo. Sembra un bambino<br />

qualunque. Ma chi potrebbe dubitare<br />

<strong>della</strong> sua identità? Chi dubita non vede<br />

da Nazaret nulla di buono e anche il<br />

solo essere bambino ( verità d’innocenza<br />

inaudita) gli sembrerà banale, scontato,<br />

niente di buono. Per caso i concittadini<br />

di Giuseppe lo hanno riconosciuto?<br />

Attenti, Mezzojuso, alla responsabilità<br />

che pende sulla Nazaret <strong>della</strong> tradizione<br />

<strong>della</strong> Famiglia Santa! A destra<br />

è Giuseppe, non così anziano come ci<br />

si ostina a raffigurarlo per evitare questioni<br />

d’alcova che impauriscono i celibi<br />

e gli sposati invidiano. Il manto di<br />

cui è rivestito è tutto giustizia, “Uomo<br />

giusto”, per questo di un unico colore.<br />

Non c’è spazio per altro in questo giovane<br />

“singolare depositario del mistero”<br />

(RC, 5). Potrebbe far ridere il giglio<br />

<strong>della</strong> mano sinistra se non fosse il<br />

segno per indicare non solo la ripetuta<br />

verginità, ma la benevola provvidenza<br />

nei suoi riguardi. Giuseppe non è il giovane<br />

sfortunato che ebbe in sorte un<br />

destino crudele: è la persona più fortunata<br />

che ha avuto la gioia di trovarsi<br />

nella “fase culminante dell’autorivela-<br />

zione di Dio in Cristo”, di essere stato<br />

scelto per questo inaudito progetto;<br />

infatti il giglio è in direzione <strong>della</strong><br />

Gloria <strong>della</strong> Trinità. Con la mano destra<br />

tiene il bastone, non segno di potere,<br />

ma di ricerca e responsabilità. Con esso<br />

apre la strada, sonda il pericolo, fa<br />

cammino, ma non si antepone al Figlio,<br />

infatti è dietro di Lui. Il bastone che<br />

agli occhi dei più sembra il bastone dell’anziano,<br />

indica invece la sapienza di<br />

chi è responsabilmente accorto e provvido.<br />

Chi ha esperienza di campagna,<br />

comprende. Lei, la madre, con le mani<br />

incrociate sul cuore, in atteggiamento<br />

riverente e adorante, lo guarda, ma è<br />

contemplazione. Accenna ad un movimento,<br />

ma è come se indietreggiasse di<br />

fronte alla manifestazione del figlio<br />

suo, ma non suo. Ecco, è come se i due,<br />

dentro la luce <strong>della</strong> Trinità, stessero a<br />

testimoniare che il Bambino è Figlio di<br />

Dio, Dio egli stesso.<br />

Chi osa disprezzare simili raffigurazioni?<br />

Colui che diabolicamente separa<br />

con l’illusione <strong>della</strong> purezza <strong>della</strong> verità,<br />

dimenticando che l’incarnazione è<br />

opera dell’Amore. Verrebbe da dire: se<br />

non credete alla sua Parola, credete ai<br />

segni! E’ così che tradizioni, immagini,<br />

feste, ecc. diventano fonte di segni che<br />

ci portano alla Sorgente, fontane da<br />

dove scorre il bene impossibile (per<br />

questo è opera di Dio)… e ci sarà sempre<br />

qualcuno che di fronte alla casa di<br />

Nazaret e alle case di Mezzojuso, oserà<br />

affermare: potrà mai venire fuori qualcosa<br />

di buono? Mi piacerebbe raccogliere<br />

quello che la gente prova quando<br />

in casa arriva l’icona <strong>della</strong> Famiglia<br />

Santa: segno che si tramuta in realtà<br />

attraverso la preghiera, l’ascolto e l’accoglienza.<br />

Oggi forse non ci sono più i<br />

poveri materiali di cui parlava l’autore<br />

antico per giustificare la pomposità per<br />

le feste di San Giuseppe. E si sbagliava.<br />

Perché la Festa non fu inventata per<br />

dare da mangiare ai poveri, ma perché<br />

è pagina di verità evangelica. Chissà, i<br />

poveri siamo diventati noi: coloro che<br />

hanno bisogno di nutrirsi del Pane <strong>della</strong><br />

Parola, stimolati dalle immagini antiche,<br />

come pagine antichissime d’un<br />

Vangelo da far rivivere dentro le nostre<br />

case per rendere credibile e visibile la<br />

verità. Davvero San Giuseppe è più<br />

attuale che mai!<br />

Sac. Pietro Gullo<br />

Comunità Trinità <strong>della</strong> Pace<br />

e5


e6<br />

Il Simulacro <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Favara<br />

Premessa<br />

La festa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Favara,<br />

celebrata ogni anno a Contessa Entellina<br />

il giorno otto settembre, è l’avvenimento<br />

locale più importante.<br />

In tale occasione si rinnovano secolari<br />

tradizioni, che testimoniano peculiari<br />

aspetti <strong>della</strong> identità culturale <strong>della</strong><br />

comunità italo-greco-albanese di<br />

Contessa.<br />

Leonardo Lala (1906-2006), contadino<br />

scrittore arbëresh, noto ai concittadini<br />

col nome familiare NARDUCI, nel testo<br />

di seguito riportato, in italiano ed in<br />

albanese, «Festa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Favara», interpreta e descrive in maniera<br />

autentica l’antica e profonda devozione<br />

popolare dei contessioti verso la<br />

Madonna <strong>della</strong> Favara.<br />

Il testo di Calogero Raviotta descrive<br />

invece un peculiare aspetto storico e culturale<br />

sulle diverse espressioni artistiche<br />

(statua, icona, mosaico) dell’Odigitria di<br />

Contessa Entellina.<br />

Il culto dell’Odigitria a Contessa Entellina<br />

Mosaico, icona, statua: notizie storiche e culturali<br />

Kremtja e shën Mërisë e Favarës te hora e Kundisës<br />

Sot e tetëta ditë të shtatorit, te hora<br />

jonë, te hora e kundisës, isht kremtja<br />

e Shën Mërisë e Favarës, sot te gjithë jeta<br />

krishtere isht kremte përçë isht dita çë leu<br />

gruaja m’e bukura e më pamëkate te gjithë<br />

gratë e jetës e çila ka Ynzot kle zgledhur<br />

t’ish mëma e Krishtit, mëma e<br />

Perëndisë.<br />

Na gjithë gjindja e horës e Kundisës:<br />

arbëreshë dhe jò arbëreshë, po më shumë<br />

na arbëreshët, ditë për ditë, te lipëset e<br />

gjèllës tënë, të kësaj jetje, priremi gjithëherë<br />

me Shën Mërinë e Favarës përçë Ajò<br />

isht mëma jonë, Ajò isht ndihma jonë,<br />

Ajò isht shpresa jonë.<br />

«Biri im Shën Mëria e Favarës ka të ruanj<br />

ka gjithë rrëziqet e ka të ndihënj» thot<br />

mëma Arbëreshe, kute klar, kur ndahet<br />

me të birin, çë di se janë e te qellën te<br />

lufta.<br />

«O Shën Mërize e Favarës shëlbom,<br />

ndihëm» i thërret Shën Mërisë njariu<br />

arbëresh çë shihet i zbierrë përpara njëj<br />

rrëziku.<br />

«O Shën Mërizë e Favarës, mëma e<br />

Krishtit e mëma ime, ëm dorën tënde te<br />

ku të mbahem sa të ec te ky dhrom, çë<br />

shoh përpara syve t’im: ashtù i errur,<br />

ashtù i zi ku kam të ec nanì çë zbora burrim<br />

t’im e shihem e vetme me aqë bilë të<br />

vegëlë pa tatë» i thot Shën Mërisë gruaja<br />

arbëreshe çë i vdiq i shoqi e qëndrojti e<br />

vetme me aqë fëmilë.<br />

«O Shën Mërizë e Favarës ëm ndihmë e<br />

zëmëri të duronj këta dhimbje çë më siell<br />

plaksia çë ndienj mi kurmin t’im» i thotë<br />

Shën Mërisë plaku arbëresh çë ndien se<br />

gjella e tij i vete kute rënduar e vete kute<br />

parë përpara atij një errësi ashtù e zezë.<br />

«O Shën Mërizë e Favarës bëm të përvistin<br />

të bëhem mirë» i thot Shën Mërisë<br />

arbëreshi i sëmur, çë ndien se sëmundja<br />

gjellën ja vete kute losur.<br />

«O Shën Mërizë e Favarës, bëm përvistin<br />

të vinj edhé mua kopili, t’e kem edhé u<br />

burrin t’im të më det mirë, të më mbronj,<br />

dhe të kem edhé u më të madhin gëzim çë<br />

mënd ket gruaja te kjò jetë, të jet thërritur:<br />

‘mëmë’ «, i thot Shën Mërisë kopilja<br />

arbëreshe çë shihet se vete kute bënur e<br />

madhe e shihet pamartuame e marrë<br />

trëmbësije, një ditë, të gëndronj e vetme<br />

«O Shën Mërizë e Favarës ëm ndihmë e<br />

zëmëri te gjella gruas e martuame çë sot<br />

jam e zë fill u: të jem një soqe e nderme,<br />

e mirë e një mëmë si jé ti o mëma e<br />

Krishtit» i thot Shën Mërisë kopilja arbëreshe<br />

te dita çë martohet.<br />

«Nusja ime isht e bukurë dhe e pangarë si<br />

Shën Mëria e Favarës» thot kopili dhëndërri<br />

arbëresh, i çili për vënj nder nuses e<br />

tij ngë gjen tjera fjalë më të plota se të<br />

thot se nusja e tij isht si Shën Mëria e<br />

Favarës. Nga vit si sot te hora shom aqë<br />

vëllezërë arbëreshë çë vijën ka America e<br />

ka Gjermania, o ka mi tjer vende çë vijënë<br />

të shonë kremtjen e të nderën Shën<br />

Mërinë, këta ftojën se me gjithë se kanë<br />

rrijtur te vende llargu e të huajë Shën<br />

Mërinë e Favarës ng’e kanë harruar.<br />

Mënd thuhet se te gjithë vendet të jetës<br />

ku janë arbëreshë të horës e Kundisës,<br />

atjé nomatiset e parkaleset Shën Mëria e<br />

Favarës, ditë për ditë. Te dita e kremtjes,<br />

te hora jonë Shën Mëria nderet e krëmtohet<br />

shumë mbrëmënet kur dilet Shën<br />

Mëria ka klisha vënë te avara. Shihen një<br />

shumizë kopilësh vën nënë avarës çë nga<br />

njëj i mëshon te krahu përçë isht e rëndë.<br />

Shihen kopilët çë qellën avarën me Shën<br />

Mërinë se me gjithë se janë të lodhët, të<br />

kute qellur avarën për hjimave e hjipjerve<br />

te udhët e horës, ftojënë aqë gëzim<br />

kute thërritur: ‘Rroft Shën Mëria e<br />

Favarës!’.<br />

Sot dita e kremtjes e Shën Mërisë e<br />

Favarës te hora e Kundisës shihen shërbise<br />

çë ngë shihen te gjithë tjera ditë të gjithë<br />

vitit.<br />

Vetëm si sot shihet klisha e Shën Mërisë<br />

ashtù plotë me gjinde te mesha pontifikalle.<br />

Vetëm si sonde shihet një e tërë horë gjindesh,<br />

çë brënda ngë qëndron mosnjarì;<br />

gjithë çë ecën pas avarës me Shën Mërinë<br />

për udhëve e horës.<br />

Te mosnjera ditë të vitit na arbëreshët e<br />

horës e Kundisës ndihemi të jemi ashtù<br />

vëllezërë si te dita e sotëme, përçë isht<br />

dita çë më shumë se tjerat ditë të vitit,<br />

ndihemi gjithë të jemi të bilët e kësaj<br />

mëmje shpirtore: Shën Mëria e Favarës.<br />

Arbëreshi e horës e Kundisës ndien ashtù<br />

fortë e vënë në mesë zëmërës e tji, këtë<br />

mëmë, se si Shën Mërinë e Favarës e vërrèn,<br />

me syt e zëmërës, mi lartarin te klisha<br />

e saje me atë shprehje e mëmëshme:<br />

ashtù e bukurë dhe ashtù e t’ëmble me<br />

kryendullin te krahu ashtù i nduris përpara<br />

mendimit i tji, për gjithë gjellën e tij,<br />

gjithëherë, te gjithë herët dhe te gjithë<br />

vendet e jetës çë ai mënd ndodhet.


Festa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Favara a Contessa Entellina<br />

Oggi, l’ottava giornata di settembre,<br />

nel nostro paese, il paese di Contessa<br />

Entellina, è festa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Favara. Oggi in tutto il mondo cristiano è<br />

festa perchè è la giornata in cui nacque la<br />

Donna la più bella e la più pura fra tutte le<br />

donne del mondo, la quale da Nostro<br />

Signore fu scelta ad essere la mamma di<br />

Cristo, la mamma di Dio.<br />

Noi, tutto il popolo di Contessa Entellina,<br />

arbëreshë e non arbëreshë, ma un pò di<br />

più noi arbëreshë, giorno per giorno,<br />

nelle necessità <strong>della</strong> nostra vita di questo<br />

mondo, ci rivolgiamo sempre verso la<br />

Madonna <strong>della</strong> Favara, perchè Lei è la<br />

mamma nostra, Lei è l’aiuto nostro, Lei è<br />

la speranza nostra.<br />

«Figlio mio, la Madonna <strong>della</strong> Favara ti<br />

preservi da ogni pericolo e ti aiuti»<br />

implora la mamma arbëreshe, piangendo,<br />

quando si separa dal figlio, che sa che lo<br />

porteranno alla guerra».<br />

«O Madonna <strong>della</strong> Favara, salvami,<br />

aiutami» invoca la Madonna l’uomo<br />

arbëresh, che si sente perduto di fronte<br />

ad un pericolo.<br />

«O Madonna <strong>della</strong> Favara, mamma di<br />

Cristo e mamma mia, porgimi la mano<br />

tua per sostenermi a camminare in questa<br />

strada che vedo dinanzi ai miei occhi:<br />

così buia, così nera, dove ho da camminare<br />

ora che ho perduto il mio uomo e mi<br />

vedo sola con tanti figli piccoli orfani»<br />

implora la Madonna la donna arbëreshe,<br />

cui è morto il marito ed è rimasta sola con<br />

una numerosa famiglia.<br />

«O Madonna <strong>della</strong> Favara, dammi aiuto e<br />

coraggio a sopportare questi dolori, conseguenza<br />

<strong>della</strong> vecchiaia che sento sul<br />

mio corpo» invoca la Madonna il vecchio<br />

arbëresh che sente che la sua vita diventa<br />

più pesante e gli si prospetta un avvenire<br />

così buio e nero.<br />

«O Madonna <strong>della</strong> Favara, concedimi il<br />

miracolo che guarisca» invoca la<br />

Madonna l’arbëresh malato che sente<br />

che la malattia gli va consumando la<br />

vita. «O Madonna <strong>della</strong> Favara, concedimi<br />

la grazia di trovare anch’io un giovane,<br />

che anch’io abbia il mio uomo che<br />

mi ami, mi protegga e che abbia anch’io<br />

la più grande gioia che può avere la<br />

donna in questo mondo di essere chiamata<br />

‘mamma’» invoca la Madonna la<br />

giovane arbëreshë che si vede all’età<br />

inoltrata e nubile, presa dalla paura di,<br />

un giorno, rimanere sola in casa.<br />

«O Madonna <strong>della</strong> Favara, dammi aiuto e<br />

coraggio nella vita matrimoniale che io<br />

oggi mi accingo ad iniziare: di essere una<br />

moglie onorata, buona ed una mamma<br />

come sei Tu o mamma di Cristo»<br />

implora la Madonna la giovane arbëreshe<br />

il giorno delle nozze.<br />

«La mia fidanzata è bella e pura come la<br />

Madonna <strong>della</strong> Favara» esclama il giovane<br />

fidanzato arbëresh, il quale per onorare<br />

la sua fidanzata non trova altri confronti<br />

più validi che dire che la sua fidanzata è<br />

come la Madonna <strong>della</strong> Favara.<br />

Ogni anno, come oggi, in paese, vediamo<br />

tanti fratelli arbëreshë che vengono<br />

dall’America o dalla Germania o da altri<br />

luoghi, venuti a godere la festa e ad onorare<br />

la Madonna: questi mostrano che<br />

quantunque hanno vissuto in luoghi lontani<br />

e stranieri la Madonna <strong>della</strong> Favara non<br />

l’hanno dimenticata. Si può dire che in<br />

tutti i luoghi del mondo dove vivono arbëreshë<br />

del paese di Contessa, là si nomina<br />

e si venera la Madonna <strong>della</strong> Favara giorno<br />

per giorno. Nel giorno <strong>della</strong> festa, nel<br />

nostro paese la Madonna si onora e si<br />

festeggia molto la sera all’uscita dalla<br />

chiesa <strong>della</strong> Madonna posta nella Vara.<br />

Si vedono una moltitudine di giovani<br />

con la Vara a spalla che ad ognuno pesa<br />

nella spalla perchè molto pesante. Si<br />

vedono i giovani che portano la Vara<br />

per discese e salite nelle strade del<br />

paese, mostrando tanto gaudio gridando:<br />

«Evviva la Madonna <strong>della</strong> Favara!».<br />

Oggi giornata <strong>della</strong> festa <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> Favara, nel paese di Contessa, si<br />

vedono cose che non si vedono in tutte le<br />

altre giornate dell’anno. Solo come oggi<br />

si vede la chiesa <strong>della</strong> Madonna così<br />

affollata di popolo nella messa pontificale.<br />

Solo come questa sera si vede una<br />

marea di popolo, che a casa non rimane<br />

nessuno, tutti che seguono la Vara con la<br />

Madonna per le strade del paese.<br />

In nessun giorno dell’anno noi arbëreshë<br />

del paese di Contessa Entellina ci sentiamo<br />

di essere così fratelli come nella giornata<br />

odierna: perchè è la giornata che di<br />

più degli altri giorni dell’anno ci sentiamo<br />

tutti di essere figli di questa mamma spirituale:<br />

la Madonna <strong>della</strong> Favara.<br />

L’arbëresh del paese di Contessa lo<br />

sente così forte l’inserimento in mezzo<br />

al suo cuore di questa mamma che<br />

come la Madonna <strong>della</strong> Favara lo osserva,<br />

con gli occhi del cuore, sull’altare,<br />

nella sua chiesa, con quella espressione<br />

così materna, così bella e così dolce col<br />

Bambino in braccio, così gli rimane<br />

impressa nella sua mente, per tutta la<br />

sua vita, sempre in ogni ora ed ogni<br />

luogo del mondo che lui si trova.<br />

Preghiera di<br />

Leonardo Lala<br />

dedicata alla Madonna<br />

PREGHIERA<br />

PARKALESME<br />

O Madonna <strong>della</strong> Favara,<br />

O Shën Mërizë e Favarës<br />

Mamma di Cristo,<br />

Mëma e Krishtit<br />

Noi siamo figli tuoi,<br />

Na jemi bilët tot.<br />

Tu sei la mamma nostra,<br />

Ti jé mëma jonë,<br />

Noi ti vogliamo bene,<br />

Na të duam mirë,<br />

Come tutti i figli,<br />

Si gjithë bilët,<br />

Vogliono bene alla mamma.<br />

Duanë mirë mëmën.<br />

Vogliaci bene tu a noi<br />

Duajena mirë Ti neve<br />

Come tutte le mamme<br />

Si gjithë mëmat<br />

Vogliono bene ai figli.<br />

Duanë mirë bilët.<br />

Proteggici dal maligno,<br />

Ruajëna ka i ligu,<br />

Preservaci dal peccato,<br />

Ruajëna ka mëkata,<br />

Proteggici dai cattivi,<br />

Ruajëna ka gjindja e ligë,<br />

Proteggici da tutte<br />

Ruajëna ka gjithë<br />

Le altre cose cattive<br />

Tjera shërbesa të liga<br />

Che ci sono in questo mondo.<br />

Çë janë te kjò jetë.<br />

Calogero Raviotta<br />

e7


e8<br />

La presente monografia storica ha<br />

ottenuto il secondo premio al concorso<br />

di “Storiografia municipale” indetto<br />

dalla Provincia Regionale di<br />

Palermo.<br />

Palermo, 17 dicembre 1991<br />

Ho il piacere di comunicarle che la<br />

Giuria del premio di Storiografia<br />

municipale indetto da questa<br />

Provincia regionale, in riconoscimento<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> sua opera in<br />

concorso, ha deliberato di conferirle,<br />

relativamente alla sezione di appartenenza,<br />

il secondo premio.<br />

L’assessore<br />

Dott. Salvatore Mangano<br />

Motivazione<br />

“MEZZOJUSO DAL 1093 AL 1812” di<br />

Santi Mario Gebbia si pone sulla scia di<br />

numerose opere apparse recentemente.<br />

In tono garbato e con una costruzione<br />

organica ed ordinata dei materiali di<br />

cui dispone, Santi Mario Gebbia dipinge<br />

un quadro assai variegato delle origini<br />

di Mezzojuso, <strong>della</strong> sua storia e<br />

degli sviluppi <strong>della</strong> comunità siculoalbanese.<br />

Offre, altresì, un’approfondita<br />

disamina dei più rappresentativi<br />

monumenti architettonici del paese.<br />

La Giuria<br />

di Carlo Parisi<br />

Pur risiedendo fisicamente<br />

a Palermo,<br />

Santi Mario Gebbia<br />

“vive” sempre a<br />

Mezzojuso; non ha mai reciso, infatti,<br />

il cordone ombelicale che lo lega alla<br />

propria origine, anzi, questa sua lontananza<br />

corporea gli ha forse permesso<br />

di osservare le nostre tradizioni, con<br />

una straordinaria e diversa visuale.<br />

Questa è la prevalente impressione, che<br />

ho percepito in tutti gli scritti dell’autore<br />

in questione, considerata una celata<br />

commozione per le nostre tradizioni storiche,<br />

culturali ed agro-pastorali, oltre ad<br />

un significativo desiderio di rivivere il<br />

tempo attraverso l’appassionata ricerca<br />

di eventi e rivisitazioni, a volte anche<br />

con personaggi di fantasia (vedi Le pleiadi),<br />

<strong>della</strong> storia mezzojusara.<br />

I suoi lavori, alcuni ospitati su <strong>Eco</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, hanno certamente onorato<br />

ed alzato il tono culturale del<br />

nostro giornale che, per Santi Mario e<br />

per certi versi, credo sia stato anche un<br />

mezzo emozionale di vincolo sentimentale.<br />

Le eccellenti osservazioni, direi quasi<br />

puntigliose, degli avvenimenti storici,<br />

esaltano in modo naturale la propensione<br />

dell’autore a mantenere viva<br />

Il Marabito visto da Pizzo Chasu<br />

MEZZOJUSO DAL 1093 AL 1812<br />

Una nuova rivisitazione storiografica di Santi Mario Gebbia<br />

l’opinione che la “storia” non può<br />

essere assolutamente travisata ad uso<br />

e consumo personale.<br />

Alterare il passato, per idiozia, per<br />

vanagloria, o ancor peggio per percepire<br />

finanziamenti pubblici, come<br />

spesso accade oggi, di certo non nobilita<br />

il nostro avvenire!<br />

Comprendere con coscienza il corso<br />

degli eventi, invece, può in qualche<br />

modo sostenerci sul nostro futuro.<br />

Questo, in poche parole credo sia, l’insegnamento<br />

che il Gebbia vuole trasmetterci<br />

con il suo ultimo lavoro,<br />

MEZZOJUSO DAL 1093 AL 1812,<br />

edito nel 2007, ma che in realtà è una<br />

rivisitazione di una monografia storica<br />

che nel 1991 ottenne il secondo premio<br />

al concorso di “Storiografia municipale”<br />

indetto dalla Provincia Regionale di<br />

Palermo, e che nell’anno 2000 andò in<br />

stampa con il patrocinio del Centro<br />

Studi Dimidii Iussi Universitas.<br />

Nuovi particolari, in questo lavoro, che<br />

rivoluzionano l’impostazione <strong>della</strong><br />

precedente opera storiografica,<br />

Mezzojuso - Origini Aspetti Folklore,<br />

ma che risaltano lo spirito d’autentica<br />

ricerca dell’autore. L’onestà intellettuale<br />

dello storiografo, si manifesta<br />

proprio con questa persistente evoluzione<br />

documentata dei fatti. In un<br />

mondo globalizzato dove tutto ci viene


Panorama di Mezzojuso, foto D. Figlia<br />

propinato per scontato, il Gebbia si<br />

contrappone con un consapevole continuato<br />

approfondimento culturale.<br />

Non un libro ed una storia risolta, ma<br />

un’analisi ininterrotta e perseverata.<br />

Non una verità assoluta, ma l’assidua,<br />

obiettiva, ma spesso anche discutibile<br />

e ridiscussa, ricerca storica.<br />

La descrizione ordinata e dai toni<br />

vivaci degli avvenimenti e dei luoghi,<br />

<strong>della</strong> monografia in questione, entusiasma<br />

il lettore sin dalle prime pagine,<br />

e non ultima la quasi consueta<br />

impaginazione “casereccia”, direi<br />

anche ben fatta ed alla faccia del consumismo,<br />

che evidenzia la nobiltà<br />

d’animo dell’autore, che a tutti i<br />

“costi”, ma in assenza di “compromessi<br />

politico-editoriali”, desidera<br />

rendere partecipi i lettori delle proprie<br />

esperienze di scrupoloso cultore.<br />

Un affettuoso grazie a Santi Mario<br />

Gebbia per i suoi studi che, al momento<br />

giusto, sembrano mettere un poco<br />

d’ordine nella nostra storia paesana.<br />

Pubblichiamo di seguito uno stralcio<br />

del libro.<br />

In sintesi<br />

Mezzojuso fu fondato dagli Arabi<br />

nello scorcio del Decimo o all’inizio<br />

dell’Undicesimo secolo. Il suo nome<br />

originario fu quello di Menzil Jusuf, il<br />

quale avrebbe avuto dall’Emiro di<br />

Palermo Abu al Fata Jusuf, e che in<br />

arabo vuol dire Paese di Jusuf o<br />

Giuseppe.<br />

L’esistenza di Mezzojuso è documentata<br />

a partire dal 1093, anno in cui il<br />

conte Ruggero d’Altavilla assegnò alla<br />

diocesi di Agrigento la città di Chasu,<br />

un grosso centro abitato che si ergeva<br />

ai piedi di Pizzo di Casa, e alla cui giurisdizione<br />

appartenevano i villaggi di<br />

Mezzojuso, Fitalia e Guddemi.<br />

La città di Chasu andò interamente<br />

distrutta intorno alla metà del 1200.<br />

Verso il 1050 sarebbe stato costruito il<br />

castello che trovasi attualmente al<br />

centro del paese di Mezzojuso.<br />

Nel 1132 il re normanno Ruggero II<br />

investì del feudo e casale di<br />

Mezzojuso i Benedettini di San<br />

Giovanni degli Eremiti di Palermo.<br />

Nei primi anni del governo normanno,<br />

vicinissima al castello, venne edificata<br />

la chiesetta <strong>della</strong> Gloriosa<br />

Vergine Maria. La stessa, sotto il<br />

nome di Maria Santissima Annunziata<br />

o di Santa Maria Annunziata, venne,<br />

nel Cinquecento, restaurata ed opportunamente<br />

ingrandita.<br />

Nel 1434 gli Aragonesi, padroni <strong>della</strong><br />

Sicilia dal 1282, spodestarono i<br />

Benedettini del titolo di proprietari di<br />

Mezzojuso, e li retrocessero al rango di<br />

commendatari. In tale qualità però essi<br />

continuarono ad esercitare la giurisdizione<br />

civile e penale sul territorio e sulla<br />

popolazione di Mezzojuso fino al 1524,<br />

anno in cui la commenda passo ai sei<br />

Canonici <strong>della</strong> Cattedrale di Palermo.<br />

Nel 1490 i Benedettini concessero<br />

regolare albergaria ad un gruppo di<br />

profughi albanesi, costretti dai Turchi<br />

invasori ad abbandonare intempestivamente<br />

il loro Paese. Ma le clausole<br />

dell’albergaria vennero sancite il 3<br />

dicembre del 1501 per mano del notaio<br />

Matteo Fallera di Palermo.<br />

Gli Albanesi vennero fatti sistemare in<br />

una zona allora interamente disabitata,<br />

quella dell’Albergheria, la quale ebbe<br />

tale denominazione proprio dall’ albergaria<br />

loro concessa dai Benedettini.<br />

Fu questo quartiere che, completamente<br />

staccato dal resto del paese, ma<br />

vicinissimo ad esso, ebbe per pochi<br />

anni la denominazione di Casale dei<br />

Greci di Mezzojuso. Ma nei primi anni<br />

del 1500, quando le abitazione degli<br />

Albanesi, espandendosi a macchia<br />

d’olio, si affiancarono a quelle esistenti<br />

del lontano Medioevo, scomparve<br />

definitivamente la denominazione<br />

di Casale dei Greci di Mezzojuso, e<br />

l’intero paese si chiamò, come in passato,<br />

soltanto Casale di Mezzojuso.<br />

e9


e10<br />

BONA MENTE MUNDUM DECIPERE<br />

Da alcuni mesi è in circolazione<br />

un volume di Matteo Mandalà -<br />

docente di Lingua e Letteratura<br />

Albanese all’Università di Palermo -<br />

dal sardonico titolo Mundus vult<br />

decipi e dal sottotitolo più esplicativo<br />

I miti <strong>della</strong> storiografia arbëreshe.<br />

L’opera raccoglie e amplia i<br />

testi di alcune relazioni presentate in<br />

diversi convegni a cui l’autore,<br />

come afferma nella prefazione, ha<br />

partecipato negli ultimi anni. Scopo<br />

del lavoro è quello dichiarato di<br />

smascherare alcune “falsificazioni<br />

imperanti nella storiografia arbëreshe”.<br />

L’autore analizza una serie di<br />

documenti - spesso acriticamente<br />

accettati come autentici anche nel<br />

passato più recente - da cui deriva<br />

buona parte <strong>della</strong> grande costruzione<br />

culturale dell’identità <strong>della</strong> popolazione<br />

arbëreshe. Identità e storiografia<br />

che hanno dato per scontati avvenimenti,<br />

legami parentali, origini<br />

più o meno militari e più o meno<br />

nobiliari, distinzioni antropologiche,<br />

ecc. riguardanti il complesso fenomeno<br />

dell’immigrazione albanese in<br />

di Pino Di Miceli<br />

Il portale <strong>della</strong> Chiesa di Santa Maria di Tutte le Grazie, foto Pino di Miceli<br />

Italia dal XV secolo in poi.<br />

Certamente, siamo davanti a una<br />

forte provocazione culturale condotta<br />

in maniera sapiente anche dal<br />

punto di vista <strong>della</strong> suspense letteraria;<br />

ed ha mille ragioni l’autore nel<br />

dedicare l’opera “agli arbëreshë, in<br />

particolare a coloro che, dopo aver<br />

ascoltato le… conferenze, manifestavano<br />

con lo sguardo i segni di un<br />

profondo smarrimento”. Ma motivando<br />

le finalità che sottostavano<br />

alla creazione/falsificazione di<br />

documenti (difesa e nobilitazione<br />

degli immigrati albanesi in Italia) il<br />

Mandalà “rassicura” gli stessi smarriti<br />

uditori.<br />

Infatti, venendo meno la veridicità<br />

di alcuni miti fondanti, non viene<br />

meno in nessun modo la dignità<br />

degli arbëreshë, tenaci portatori di<br />

cultura in tutto il meridione d’Italia,<br />

cultura che ancor oggi meraviglia<br />

chi vi si avvicina, dallo studioso al<br />

turista più o meno distratto.<br />

Purtroppo il vezzo di “inventare tradizioni”,<br />

di falsificare documenti, di<br />

leggere il passato con pie o interes-<br />

sate finalità apologetiche continua<br />

imperante ancor oggi. Non si intende<br />

in questa sede aprire un varco a<br />

problematiche attuali che riguardano<br />

operazioni sconfinanti nel revisionismo<br />

storico. Si vuole solo<br />

affermare che, essendo buona parte<br />

<strong>della</strong> storiografia locale del passato<br />

anche recente finalizzata alla<br />

costruzione di identità culturali, il<br />

vacillare di elementi strutturali alla<br />

base di tali costruzioni può provocare<br />

a volte danni irreparabili a tutto<br />

quell’edificio (leggi “smarrimento”),<br />

specialmente se quell’edificio<br />

lo si è voluto reggere solo su quei<br />

pilastri. Ed infatti il volume ha già<br />

suscitato una serie di polemiche,<br />

specialmente in Calabria, dove è<br />

stato presentato in alcune iniziative<br />

culturali. Molte certezze interiorizzate<br />

e a volte anche “privatizzate”<br />

in maniera esclusivistica per giustificare<br />

distanze culturali, sociali e di<br />

classe potrebbero sgretolarsi in<br />

poco tempo.<br />

Il titolo dell’opera mette bene in<br />

evidenza non tanto la capacità di


ingannare che può prendere la mano<br />

di un eventuale ingannatore, quanto<br />

la predisposizione dell’ingannato a<br />

farsi ingannare. Il contesto a volte<br />

richiede quella tale “verità”, quel<br />

tale documento: per cui il gioco è<br />

presto fatto e cu avi un puntiddu ri<br />

littra superchiu ’mpupa nzoccu ci<br />

addumannanu.<br />

Il discorso si fa ampio: se da un lato<br />

Matteo Mandalà analizzando alcuni<br />

documenti si pone il problema dello<br />

scopo <strong>della</strong> loro produzione, dall’altro<br />

lato alcuni lettori già si sono<br />

domandati quale sia lo scopo di tale<br />

“demolizione”, anticipando secondo<br />

una struttura mentale ideologicamente<br />

già predisposta le conclusioni<br />

ancora da venire: cui prodest quest’opera<br />

di demolizione? Per chi<br />

suona la campana?<br />

La tematica di cui si occupa Matteo<br />

Mandalà qualche secolo fa avrebbe<br />

avuto dei risvolti nel vissuto quotidiano<br />

quando, anche per organizzare<br />

una festa patronale o per affermare<br />

la supremazia di una parrocchia<br />

su un’altra, illustri parroci e interessati<br />

intellettuali locali prendevano<br />

carta e penna e motivavano richieste<br />

e/o proteste agli organi competenti<br />

(curia romana, curia arcivescovile,<br />

autorità politiche, ecc.) facendo<br />

riferimento a quei miti e/o eventi di<br />

cui sopra. Questi risvolti sembrano<br />

non avere più cittadinanza. Ma a<br />

volte tornano… e qualcuno si lascia<br />

attanagliare da inutili dispute di<br />

millimetrico spessore, dispute a<br />

peri ri vancu, come si suole dire.<br />

Ma… l’epistemologia di una disciplina<br />

(la storiografia) e la deontologia<br />

professionale (dello storico)<br />

portano in continuazione, se non al<br />

revisionismo come supporto organico<br />

ad una ideologia prefissata, alla<br />

rilettura del passato alla luce di<br />

nuovi documenti o di documenti<br />

analizzati in maniera più completa e<br />

meno interessata. Ecco allora che la<br />

problematica affrontata dal Mandalà<br />

è di attualità, sia perché sollecita<br />

continue ricerche, sia perché tali<br />

ricerche riportano a rivedere molti<br />

aspetti, e la qualità di tali aspetti,<br />

<strong>della</strong> cultura degli arbëreshë.<br />

Ed infine induce i possessori di rari,<br />

unici, esclusivi, esplosivi, originali<br />

documenti a venir allo scoperto per<br />

misurarsi sul terreno del dibattito cul-<br />

turale, l’unico che possa almeno far<br />

giustizia alla verità, benché nel<br />

migliore dei casi possiamo parlare<br />

soltanto di sue possibili “rappresentazioni”:<br />

ma che siano almeno oneste.<br />

Un ultimo pensiero corre all’uso di<br />

questi “miti” (un po’ in sordina, ma<br />

a Mezzojuso vengono coltivati<br />

anche quelli di parte latina, con<br />

templi classici e moschee a bizzeffe)<br />

nella cosiddetta divulgazione<br />

culturale attraverso pubblicazioni,<br />

opuscoli, pieghevoli, locandine,<br />

lance, spade, castagnole e tricche<br />

tracche: beh, la sacralizzazione dell’oggetto<br />

‘libro’ e <strong>della</strong> carta stampata<br />

non prevede alcuna obiezione,<br />

pena l’eresia.<br />

“Lo sappiamo che si tratta di un<br />

falso, ma porta turisti”, “A noi sta<br />

bene credere che le cose siano andate<br />

così come finora abbiamo letto<br />

sui libri”. Sono due chiarificatrici<br />

risposte raccolte qua e là durante<br />

qualche dibattito culturale a<br />

Mezzojuso: Mundus vult decipi<br />

ovvero CVD, secondo la conclusione<br />

dei professori di matematica.<br />

Matteo Mandalà<br />

Mundus vult decipi,<br />

I miti <strong>della</strong> storiografia arbëreshe,<br />

Mirror editore, Palermo 2007<br />

e11


e12<br />

Festa di San Giuseppe<br />

MARZO<br />

Giovedì 6<br />

Ha inizio la Novena di preparazione<br />

alla festa di San Giuseppe.<br />

Lunedì 10<br />

Di buon mattino, nella Casa di S.<br />

Giuseppe, i membri del Comitato e<br />

numerosi devoti del Santo Patriarca<br />

danno inizio alla preparazione dei tradizionali<br />

panuzza. Il lavoro di panificazione<br />

vedrà impegnati i fedeli fino<br />

al 14 marzo. Come ogni anno, anche<br />

quest’anno numerose le persone che<br />

hanno collaborato e tanti sono stati i<br />

visitatori del pane, in particolar modo<br />

i bambini, durante questi giorni di<br />

lavoro e di festa comunitaria.<br />

Mercoledì 12<br />

Ultimo Mercoledì di San Giuseppe:<br />

per tutto il pomeriggio, dopo la<br />

S.Messa, il parroco e alcuni membri<br />

del Comitato provvedono a ritirare<br />

dalla case dei fedeli di Mezzojuso e di<br />

Villafrati i Quadri di San Giuseppe.<br />

Venerdì 14<br />

Alle 18.30 sono celebrati i Vespri<br />

Solenni in onore di S. Giuseppe.<br />

Alle 19:00 In ricordo del Glorioso<br />

Transito del Santo Patriarca riecheggiano<br />

i tradizionali Tocchi. Finita la celebrazione<br />

il parroco don Enzo insieme<br />

con papàs Jani Stassi e don Salvatore<br />

Ruffino, seguiti dalla banda musicale e<br />

da un folto corteo di fedeli, procedono<br />

alla Benedizione del pane esposto nel<br />

salone del Collegio di Maria.<br />

Sabato 15<br />

Festa di S. Giuseppe:<br />

Alle 03.30, ha inizio, con partenza dal<br />

sagrato dell’Annunziata, la Sveglia cantata<br />

lungo alcune vie del paese.<br />

Alle 06.30, il Parroco celebra la S.<br />

Messa dell’Aurora.<br />

Per tutta la mattinata i membri del<br />

Comitato distribuiscono i sacchetti di<br />

panuzza a tutte le famiglie del<br />

paese.<br />

Alle 11.30, don Enzo celebra la<br />

S. Messa Solenne, a cui segue<br />

la Benedizione <strong>della</strong> minestra e<br />

la sua distribuzione ai numerosi<br />

fedeli presenti in piazza.


MARZO<br />

Venerdì 7<br />

Alle 20.30, dopo la Celebrazione<br />

Eucaristica, ha luogo il Pio esercizio<br />

<strong>della</strong> Via Crucis, che a causa del cattivo<br />

tempo, si svolge all’interno <strong>della</strong><br />

chiesa anzichè per la vie del paese<br />

come previsto dal programma.<br />

Domenica 16<br />

Domenica delle Palme:<br />

Alle 11.15, con partenza dalla chiesa<br />

del Collegio di Maria, ha inizio la processione<br />

di Commemorazione dell’ingresso<br />

di Gesù a Gerusalemme. La processione<br />

termina in Parrocchia con la S.<br />

Messa. Come ormai consuetudine,<br />

anche quest’anno sono presenti alla<br />

Celebrazione le Suore Collegine <strong>della</strong><br />

Missione in Tanzania che portano la<br />

loro testimonianza ed animano con<br />

canti <strong>della</strong> loro Terra la Divina Liturgia.<br />

Lunedì 17<br />

Alle 15.00 in Parrocchia, i bambini<br />

del catechismo, ACR e dei gruppi parrocchiali<br />

partecipano ad un precetto di<br />

preparazione alla Santa Pasqua e alla<br />

Liturgia Penitenziale; segue, alla<br />

16.30 la Liturgia Eucaristica.<br />

Venerdì 14<br />

Alle 21.00, con partenza dalla chiesa<br />

di San Nicolò di Mira, ha inizio il<br />

canto del Mirë Mbrëma, portato per la<br />

vie del paese.<br />

Mercoledì 19<br />

Alle 09.30, nella chiesa dell’Annunziata<br />

don Enzo celebra la S. Messa di Precetto<br />

Pasquale per gli alunni <strong>della</strong> Scuola<br />

dell’Infanzia e Primaria di Mezzojuso, a<br />

cui segue, l’incontro con i ragazzi <strong>della</strong><br />

Scuola Primaria di 2° grado.<br />

Giovedì 20<br />

Giovedì Santo:<br />

-Alle 17.00, il parroco don Enzo celebra la<br />

Liturgia Eucaristica Vespertina “In Cena<br />

Domini”, con la “Lavanda dei piedi”.<br />

- Alle 21.00, si svolge per le vie del<br />

paese la processione con il simulacro<br />

dell’Addolorata.<br />

Venerdì 21<br />

Venerdì Santo: nel pomeriggio, nelle<br />

due Parrocchie, si svolgono la<br />

“Celebrazione <strong>della</strong> Passione del<br />

Signore”, la “Deposizione dalla croce<br />

del Cristo morto” e “l’Adorazione del<br />

Cristo morto”.<br />

- Alle 21.00, dalla chiesa di S. Nicolò<br />

di Mira, ha inizio la processione con<br />

L’Urna del Cristo morto.<br />

Sabato 22<br />

Sabato Santo: alle 23.30 il Parroco celebra<br />

la Veglia Pasquale nella Notte Santa.<br />

Domenica 23<br />

Pasqua di Resurrezione:<br />

- Durante le prime ore del giorno di<br />

Pasqua un coro di fedeli di rito bizantino<br />

compie il giro del paese per<br />

annunciare, con il canto del Christòs<br />

anèsti, che Cristo è risorto.<br />

- Alle 11.30 si svolge la Liturgia<br />

Eucaristica in entrambe la parrocchie<br />

con la distribuzione fra i fedeli che vi<br />

partecipano delle tradizionali “uova<br />

rosse” nella chiesa di San Nicolò di<br />

Mira e delle “colombine” nella chiesa<br />

dell’Annunziata.<br />

Settimana Santa<br />

e13


e14<br />

di Concetta Lala<br />

Oggi nella nostra società<br />

così frenetica, così<br />

evoluta e sviluppata in<br />

molteplici direzioni, sembra<br />

quasi obsoleta l’idea di affrontare la<br />

questione dell’uguaglianza tra i sessi,<br />

visti i miglioramenti delle condizioni di<br />

vita delle donne cui si è giunti nel<br />

tempo. Eppure nonostante l’argomento<br />

non debba essere considerato più un<br />

problema da risolvere vista la crescita<br />

<strong>della</strong> presenza femminile nel mondo<br />

dell’istruzione, del lavoro e nella vita<br />

culturale, è opportuno sottolineare<br />

come in realtà la piena uguaglianza tra<br />

uomini e donne è ben lontana dall’essere<br />

acquisita. L’esempio forse più eclatante<br />

è quello che riguarda l’ambito<br />

delle istituzioni politiche, dove la pre-<br />

L’impegno “delle invisibili”<br />

senza femminile è costantemente inferiore<br />

a quella maschile. Lo stesso<br />

Presidente <strong>della</strong> Repubblica Napolitano<br />

ha denunciato la poca presenza di<br />

donne in Parlamento, ritenendolo un<br />

problema da risolvere. Ha citato i principi<br />

contenuti nell’art. 3 <strong>della</strong> nostra<br />

Costituzione che hanno come obiettivo<br />

quello di “rimuovere gli ostacoli” che<br />

“impediscono il pieno sviluppo <strong>della</strong><br />

persona umana” senza distinzioni di<br />

sesso e di razza.<br />

Dai dati forniti dall’ISTAT si evince,<br />

però, che, contrariamente a quanto<br />

appena detto, tale concetto regge bene<br />

nella teoria ma meno nella pratica<br />

(come tanti altri del resto!). Infatti,<br />

nonostante la rappresentanza femminile<br />

nel Parlamento si sia rafforzata nell’ultima<br />

legislatura (alla Camera i deputati<br />

donne sono pari al 17,1% degli eletti,<br />

mentre al Senato le senatrici costituiscono<br />

il 14% dell’assemblea), nel confronto<br />

con i Paesi dell’Unione Europea<br />

la rappresentanza parlamentare delle<br />

donne italiane risulta minima.<br />

È ancor di più se rapportata alle equivalenti<br />

rappresentanze dei paesi nordici e<br />

<strong>della</strong> Spagna (tutte superiori al 36%).<br />

Sotto certi aspetti anche nelle amministrazioni<br />

locali, come nelle nostra, tale<br />

percentuale è stata negli anni molto<br />

bassa. A tal proposito basta analizzare i<br />

dati relativi ai diversi periodi: nel 1979<br />

alle elezioni comunali la Sinistra Unita<br />

candidava Alida Lo Coco e Francesca<br />

Zambito; nel 1984 Alternativa<br />

Democratica candidava Anna Cozzuto,<br />

Francesca Tavolacci e Francesca<br />

Zambito; alle elezioni comunali del<br />

1989 la lista Per Mezzojuso propose<br />

Irene Paradisi; nel 1993 Insieme per<br />

Mezzojuso proponeva Silvana La<br />

Gattuta (candidata sindaco), Giuseppa<br />

La Barbera, Antonietta Reina; nel 1997<br />

con la lista Movimento e Rinnovamento<br />

si candidavano Antonella Parisi, Silvana<br />

La Gattuta, Emanuela Spata; nel 2002<br />

con Nuova Rinascita Reres Antonina e<br />

nel 2007 Mezzojuso al Centro candidava<br />

Caterina Cusimano, Maria Giovanna<br />

Morales, Rosalia Tavolacci e Giulia<br />

Valenti.<br />

Dati alla mano e sforzandoci di risalire<br />

al nocciolo <strong>della</strong> questione e alle possibili<br />

cause reali, ci rendiamo conto di<br />

come i motivi di questa “nostra” difettata<br />

applicazione del concetto di uguaglianza<br />

e, di conseguenza, la mancata<br />

rappresentanza femminile nelle istituzioni<br />

sono diversi e legati sia alla crisi<br />

<strong>della</strong> rappresentanza (in senso stretto, si<br />

pensi alla differenza tra il numero di<br />

candidate e il numero delle elette) sia a<br />

fattori socio-culturali. Da un lato la<br />

politica è da sempre erroneamente<br />

luogo di lobby e potere maschile difficilmente,<br />

perciò, penetrabile dalle<br />

donne; dall’altro le forme, i modi e i<br />

tempi <strong>della</strong> politica non attirano le<br />

donne. In relazione alle possibili soluzioni,<br />

ritengo che, forse, il primo passo<br />

dovrebbe essere fatto in tal senso, cioè<br />

facendo diventare la politica più attraente<br />

per le donne, anche attraverso un<br />

cambiamento nella direzione di una<br />

maggiore concretezza e trasparenza.<br />

Il fenomeno va, inoltre, analizzato e<br />

rapportato al contesto storico in cui stiamo<br />

vivendo. Non si tratta di rivendicare<br />

diritti negati, come avveniva negli<br />

anni ’70, ma si tratta di sensibilizzare su<br />

tale “problema” l’opinione pubblica e<br />

modificare una pratica che ancor oggi<br />

considera l’uomo legittimo protagonista<br />

<strong>della</strong> gestione dello Stato.<br />

Quanto detto, comunque non significa<br />

che le donne siano del tutto assenti da<br />

ogni sede politica; ed inoltre è da sottolineare<br />

come siano molto presenti nelle<br />

organizzazioni di utilità sociale, di<br />

volontariato che agiscono direttamente<br />

sul territorio. Il contatto con delle realtà,<br />

come la scuola, gli ospedali, “zone a<br />

rischio”, le associazioni, maturato<br />

durante la propria esperienza di figlia,<br />

moglie e madre, ha dato alle donne una<br />

singolare capacità di analizzare la<br />

società, per capire i problemi e tentare<br />

di risolverli, spesso con successo. È in<br />

questi contesti che le donne fanno politica,<br />

quotidianamente mettendo cervello,<br />

cuore, ma soprattutto passione.<br />

Quella <strong>della</strong> partecipazione equilibrata<br />

di uomini e donne ai processi decisionali<br />

che riguardano il Paese è una questione<br />

cruciale poiché non può esserci sviluppo<br />

sostenibile a livello economico,<br />

sociale e democratico se prima non sarà<br />

possibile per le donne prendere parte al<br />

progresso sociale mediante piena ed<br />

equa partecipazione.


Democrazia? Forse….<br />

Da qualche anno, assistiamo in<br />

sordina a dei grossi cambiamenti<br />

nel panorama politico nazionale. La<br />

sensazione è che la democrazia diventi,<br />

ogni giorno che passa, sempre più a<br />

rischio, creando campanelli d’allarme,<br />

che a volte possono richiamare<br />

alla mente un passato non molto lontano<br />

(l’ascesa al potere di Hitler e<br />

Mussolini), e rievocare uno stato di<br />

inconsapevolezza diffuso. Ci troviamo<br />

di fronte a situazioni pericolose<br />

che minano la base stessa <strong>della</strong> nostra<br />

democrazia e che sempre più frequentemente<br />

avvengono nel nostro bel<br />

Paese.<br />

Iniziamo con la limitazione <strong>della</strong><br />

libertà d’informazione: il 90% dei<br />

mezzi di comunicazione di massa più<br />

influenti, è controllato da poche persone,<br />

cosa che rende facile la manipolazione<br />

e la strumentalizzazione delle<br />

notizie, che così assumono il “significato”<br />

voluto. Uomini di stato che<br />

affermano pubblicamente di voler<br />

“marciare su Roma” e imbracciare i<br />

fucili. Politici condannati e sotto<br />

inchiesta che seduti sulle loro poltrone,<br />

governano liberamente. La<br />

Magistratura messa sotto accusa continuamente<br />

dalla politica. Leggi create<br />

ad personam per depenalizzare<br />

reati vari. L’indulto, concesso con la<br />

scusa di evitare il sovraffollamento<br />

delle carceri. Una legge elettorale,<br />

definita una “porcata” dagli stessi<br />

politici, che non permette più ai cittadini<br />

di eleggere direttamente i rappresentati<br />

alla Camera e al Senato; facendoli<br />

scegliere così alle segreterie dei<br />

partiti.<br />

Questo è solo una piccola parte, dei<br />

fatti gravissimi avvenuti negli ultimi<br />

dieci anni, percepiti dall’opinione<br />

pubblica come ordinari, e non sentiti<br />

come un pericolo per la democrazia.<br />

Questo per quanto riguarda il quadro<br />

politico nazionale, spostandoci a quello<br />

regionale, le cose non cambiano,<br />

anzi si aggiunge la non libertà di voto<br />

che molte persone, soprattutto di giovane<br />

età e in cerca di un impiego,<br />

sono “costrette” a subire. Mi riferisco<br />

al clientelismo o come molti lo defini-<br />

di Danilo Figlia<br />

scono “voto di scambio”, attuato indistintamente,<br />

pur con varie sfaccettature,<br />

da tutti gli schieramenti politici.<br />

Fare pressioni, nei confronti di chi è<br />

in cerca di un’occupazione, con la<br />

promessa elettorale di un lavoro, pur<br />

nella sua gravità, ormai non stupisce<br />

più, visto che è l’unico modo per sperare<br />

in un impiego. Ma oltre alle false<br />

promesse, è inaccettabile il tipo di<br />

occupazione che si cerca di “inventare”:<br />

impieghi in pubblici uffici, cooperative<br />

ed enti vari, già pieni di personale<br />

in esubero; provocando, così,<br />

un ulteriore aggravio nelle casse dello<br />

stato, e di riflesso a tutti i cittadini.<br />

Forse sta nel nostro DNA vivere nell’assistenzialismo,<br />

a volte ho la sensazione<br />

che stiamo bene così, e chi lotta<br />

per cercare di cambiare questo nostro<br />

modo di fare, sembra ottenere lo stesso<br />

risultato di Don Chisciotte contro i<br />

mulini a vento. Sono consapevole<br />

delle difficoltà da superare per creare<br />

un vero sviluppo economico, e di conseguenza<br />

impieghi realmente produttivi;<br />

ma forse manca la volontà politica<br />

di provarci, perché il “rischio” una<br />

volta sviluppata economicamente la<br />

nostra amata isola, sarebbe quello di<br />

non poter continuare a controllare i<br />

voti. La gente mostrerebbe più interesse<br />

verso i programmi dei partiti, i<br />

comizi, le propagande elettorali,<br />

comincerebbe a riflettere seriamente<br />

per cercare di capire da chi farsi rappresentare;<br />

nascerebbe un nuovo<br />

modo di fare politica, dove i candidati<br />

convincerebbero gli elettori a farsi<br />

votare, sulla base di veri programmi<br />

elettorali rivolti all’intera collettività,<br />

e non più con promesse verso singoli<br />

cittadini.<br />

Io voglio credere che lentamente il<br />

panorama politico nazionale e regionale<br />

cambierà, arriverà il giorno in cui<br />

tutti saranno liberi di votare e se “sbaglieremo”<br />

nell’esprimere il nostro<br />

voto, perché il candidato o la lista<br />

votata avrà deluso le nostre aspettative,<br />

avremo sbagliato liberamente,<br />

senza condizionamenti e strumentalizzazioni,<br />

liberi di ribaltare il voto<br />

appena se ne riproporrà l’occasione.<br />

e15


S.O.S.<br />

Vandalismo & Bullismo<br />

e16<br />

Alcuni episodi di vandalismo (danneggiamento<br />

più o meno grave di<br />

due automobili di due docenti) verificatesi<br />

in questo ultimo periodo e qualche<br />

micro episodio di bullismo all’interno<br />

dell’ambiente scolastico, ci<br />

costringono a riflettere con maggiore<br />

attenzione sul mondo dei ragazzi e dei<br />

giovani <strong>della</strong> nostra comunità, ma<br />

anche sull’azione di noi adulti che li<br />

abbiamo “in consegna” per guidarli e<br />

fare da ponte verso la vita.<br />

Nella Scuola e nella Società di oggi è<br />

sempre più evidente e diffuso il malessere<br />

del mondo adolescenziale e giovanile.<br />

Le cronache dei media con una<br />

certa frequenza ci informano di episodi<br />

che lo denotano.<br />

Questo malessere, dovuto in parte ad<br />

un disagio evolutivo comune a tutti i<br />

giovani e provocato dalla situazione<br />

critica dell’età adolescenziale e dalla<br />

difficoltà ad affrontare i compiti<br />

evolutivi e in parte ai<br />

condiziona-<br />

menti<br />

<strong>della</strong> società complessa<br />

in cui viviamo, si esprime<br />

in molteplici forme e dimensioni<br />

come l’abbandono precoce <strong>della</strong> scuola,<br />

lo scarso rendimento scolastico, le<br />

difficoltà d’apprendimento, la fuga<br />

dalle regole del vivere civile e sociale,<br />

originando fenomeni di bullismo, di<br />

conflittualità più o meno latenti, di<br />

microdelinquenza,…<br />

La riunione straordinaria del Consiglio<br />

d’Istituto, tenutasi il 4 Aprile nei locali<br />

<strong>della</strong> Scuola Primaria di Mezzojuso,<br />

alla quale hanno partecipato i Sindaci<br />

dei comuni di Campofelice di Fitalia e<br />

Mezzojuso con altri rappresentanti<br />

delle due amministrazioni, il<br />

Comandante <strong>della</strong> Stazione dei<br />

Carabinieri, una rappresentanza del<br />

personale dell’istituzione scolastica e<br />

dei genitori (quest’ultima piuttosto esigua),<br />

un’autorità religiosa,… è stata<br />

l’occasione per riflettere assieme e<br />

prendere coscienza di una problematica<br />

che, a diversi livelli, investe tutti:<br />

scuola, famiglia, istituzioni civili e<br />

religiose, forze dell’ordine,… e che<br />

necessita di essere affrontata ad ampio<br />

raggio con un’azione mirata e sinergica<br />

di tutte le istituzioni e agenzie educative<br />

del territorio, per contenere il<br />

disagio, incanalandolo in esperienze<br />

costruttive e significative e prevenire<br />

così anche comportamenti deviati.<br />

Ma per fare ciò occorre un’analisi più<br />

accurata e sistematica delle problematiche<br />

che ruotano attorno al mondo<br />

adolescenziale e giovanile individuandone<br />

bisogni e aspettative e “costruire<br />

possibili risposte” agli stessi.<br />

A tale proposito sarebbe opportuno,<br />

per esempio, istituire un<br />

Osservatorio i<br />

cui<br />

componenti<br />

facessero<br />

capo a tutte le istituzioni e<br />

agenzie educative presenti nel territorio<br />

e, successivamente programmare<br />

degli interventi mirati.<br />

Mi auguro che l’onda emotiva dei fatti<br />

ormai scemata non faccia andare nel<br />

dimenticatoio tutti i buoni propositi<br />

emersi nell’incontro e che prevalga il<br />

senso di responsabilità di noi adulti nei<br />

confronti dei ragazzi e <strong>della</strong> loro vita.<br />

Cecilia Maria La Gattuta


Alla luce degli ultimi fatti verificatisi<br />

all’interno <strong>della</strong> Comunità di<br />

Mezzojuso, mi sento in dovere di puntualizzare<br />

circa quanto accaduto al<br />

fine di dirimere quell’intrecciata serie<br />

di fila poste alla base di un problema<br />

che, ormai, da un capo all’altro<br />

d’Italia, interessa giovani e giovanissimi<br />

studenti di ogni età.<br />

Anche se ancora all’inizio, e per questo<br />

ancora privo di una sua precipua definizione,<br />

il fenomeno del “bullismo” non<br />

rappresenta altro che una sfaccettatura<br />

di un altro annoso problema<br />

riguardante la<br />

società<br />

moderna: il<br />

“mobbing”. Per questa<br />

ragione, studiosi e ricercatori delle più<br />

rinomate università europee sono<br />

giunti alla conclusione di identificare<br />

nel “bullismo” il “mobbing” che<br />

avviene tra gli adolescenti. Ma cosa si<br />

cela dietro questo vocabolo? Ovvero,<br />

quali comportamenti, azioni, modi di<br />

essere, abitudini, risiedono nel significato<br />

<strong>della</strong> locuzione “bullismo”? In<br />

generale, con questo termine si intendono<br />

una serie di azioni ripetute che<br />

hanno lo scopo di creare un dominio<br />

psicologico dei più forti nei confronti<br />

dei più deboli. Perseverare in ciò può,<br />

a lungo andare, trasformarsi in una<br />

vera e propria persecuzione e causare<br />

danni gravissimi alla psiche <strong>della</strong> vittima.<br />

Ne sono protagonisti sempre più<br />

giovani che, ormai nella stragrande<br />

maggioranza dei luoghi di aggregazione<br />

adolescenziale, si divertono ad<br />

esercitare una sorta di “potere oscuro”<br />

nei confronti dei più deboli, attraverso<br />

differenti forme di violenze fisiche o<br />

verbali.<br />

A destare maggiore preoccupazione è<br />

oltremodo la forte componente di cinismo,<br />

indifferenza e disprezzo che i<br />

bulli manifestano quando cercano di<br />

dominare la propria vittima. Da ciò ne<br />

deriva un progressivo annullamento<br />

<strong>della</strong> personalità <strong>della</strong> vittima, la<br />

quale, presa dall’angoscia dettata<br />

dalla prospettiva di un danno maggiore,<br />

non trova il coraggio di denunciarne<br />

i rei. Se allo scenario sopra descritto<br />

si aggiungono ancora tensioni<br />

all’interno del nucleo familiare, violenze<br />

nascoste o manifeste, insoddisfazioni<br />

relative ad un’esperienza<br />

deludente<br />

<strong>della</strong><br />

vita scolastica,<br />

condizioni di vita<br />

precarie e quant’altro, ne scaturisce<br />

un campo fertile, dentro al quale si<br />

radicano insidiose condizioni di disagio,<br />

disadattamento, devianza, humus<br />

di un problema da prevenire!<br />

Detto ciò, mi auguro che una società<br />

moderna come la nostra, sempre più<br />

attenta ai bisogni degli adolescenti,<br />

riesca a far nascere nella coscienza di<br />

tutti, una maggiore consapevolezza e<br />

una maggiore riflessione su tale fenomeno,<br />

facendo in modo di riuscire a<br />

dare ai giovani un adeguato sostegno,<br />

inteso sia come spazio affettivo che<br />

come spazio sociale. Per concludere,<br />

la mia speranza e la<br />

mia fiducia<br />

vanno a<br />

tutti gli insegnanti,<br />

chiamati ogni giorno a tradurre<br />

pensieri e parole di un mondo adolescenziale<br />

in continua evoluzione, e<br />

alla loro fondamentale misione pedagogica.<br />

Per tutti voi, immersi nelle<br />

mille difficoltà dei nostri tempi, mi<br />

auguro una serena e fattiva opera di<br />

dialogo, affinchè si riesca a dar vita ad<br />

una società ricca di valori e di buon<br />

senso, capace di gestire e indirizzare<br />

al meglio le generazioni che verranno.<br />

R. S.<br />

e17


e18<br />

“A SCUOLA: LA VITA E’ IN DIRETTA”<br />

E<br />

’ il 22 aprile 2008…presso la<br />

scuola dell’ infanzia “I. Gattuso”<br />

si attende con ansia…: ad un certo<br />

punto un alunno scopre che un uovo<br />

ha un buco, dal quale, a poco a poco,<br />

si affaccia ad esplorare un pulcino<br />

tutto bagnato, il suo pigolare attrae<br />

tutti, con stupore ed interesse, vicino<br />

l’ incubatrice dove, 21 giorni prima,<br />

erano state deposte tante uova accompagnate<br />

da altrettante speranze:<br />

nascerà un pulcino per ogni bambino?<br />

Gli alunni hanno osservato periodicamente<br />

le uova che si trovavano nell’incubatrice<br />

fino al momento in cui si<br />

sono schiuse.<br />

Questa esperienza pratica è stata<br />

molto significativa e ha creato un<br />

positivo clima di esplorazione e scoperta,<br />

nel quale ogni bambino, con le<br />

sue ipotesi, elaborazioni e spiegazioni,<br />

ha potuto costruire una mentalità<br />

scientifica, sviluppando atteggiamenti<br />

di base nei confronti del mondo, tra<br />

cui il rispetto per la natura.<br />

L’esperienza educativa nella scuola<br />

dell’ Infanzia deve tener presente<br />

alcuni principi etici, pedagogici e<br />

didattici: abbiamo di fronte un bambino<br />

curioso, pronto a scoprire i perché<br />

di ogni cosa, ma con un bagaglio di<br />

consapevolezze e competenze già<br />

consolidate che rendono la conoscenza<br />

un reticolo di componenti. Per questo<br />

motivo a scuola si cerca di mettere<br />

l’alunno in condizione di fare esperienza,<br />

formulare ipotesi, verificale e<br />

riflettere su quanto contestato. Così<br />

facendo la percezione e la riflessione<br />

diventano strategie fondamentali per<br />

la costruzione del sapere.<br />

L’esperienza, già svolta nell’anno<br />

scolastico precedente dagli alunni<br />

<strong>della</strong> scuola dell’infanzia “V. da<br />

Feltre” di Campofelice di Fitalia, ha<br />

permesso ai bambini di far propria,<br />

con facilità, la sequenza temporale<br />

che prima creava dubbi immani: la<br />

chioccia depone le uova e le cova per<br />

alcuni giorni, alla loro schiusa escono<br />

i pulcini.<br />

Tale acquisizione ha richiesto, certamente,<br />

molti sacrifici: la collaboratrice<br />

scolastica e le insegnanti si sono<br />

recate a scuola agli orari più impensati,<br />

e anche nei giorni di vacanza, al<br />

fine di accudire le uova, prima, e,<br />

dopo la schiusa, i pulcini. Ma, a detta<br />

di tutte, la gioia e la grande meraviglia<br />

che si coglievano nei visetti dei<br />

giovani alunni sono state la ricompensa<br />

migliore. Un ringraziamento particolare<br />

va a Don Enzo Cosentino che,<br />

per il secondo anno consecutivo, ha<br />

messo a disposizione l’ incubatrice.<br />

L’arrivo dei nuovi nati è stato festeggiato<br />

con un brindisi, fatto rigorosamente<br />

con spumante analcolico, a cui<br />

ha partecipato, come ospite d’eccezione,<br />

anche il Dirigente Scolastico.<br />

Il 30 aprile 2008, in occasione <strong>della</strong><br />

chiusura del tempo pasquale, si è<br />

tenuta alla presenza di tutti, compresi<br />

i genitori degli alunni, che hanno<br />

organizzato un simpatico rinfresco, la<br />

cerimonia di consegna dei pulcini e di<br />

apertura <strong>della</strong> “tutela”: ogni alunno,<br />

dopo aver scelto un nome per il proprio<br />

“piccolo amico”, lo ha portato a<br />

casa promettendo solennemente di<br />

accudirlo “vita natural durante”, che<br />

speriamo sia più lunga possibile!<br />

Liana La Gattuta


Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo<br />

25 maggio 2008<br />

Ottava del SS.mo Sacramento<br />

Percorso delle Processioni<br />

Martedì 27 maggio 2008<br />

Piazza Umberto I°, Via Balilla, Via<br />

Daniele Manin, Via Notar Tommaso,<br />

Via San Francesco, Piazza Principe<br />

Corvino, Via Fonte Vecchia, Via Duca<br />

degli Abruzzi, Vicolo Trento, Via S.<br />

Anna, Via Principe di Piemonte, Via<br />

Madonna dell’ Udienza, Via Padre G.<br />

Guzzetta, Via Scanderberg, Via Nicolò<br />

Garzilli, Via Archimede, Via dei<br />

Poveri, Via Barone Sirchia, Via<br />

Barone Schiròs, Via Gabriele Buccola,<br />

Piazza Umberto I°, Parrocchia.<br />

Mercoledì 28 maggio 2008<br />

Via Gioacchino Romano, Via Solferino,<br />

Via Silvio Pellico, Via Rossini, Via<br />

Ruggero Settimo, Via Giovanni Meli,<br />

Via Simone Cuccia, Via Arciprete<br />

Gebbia, Via Nicolò Di Marco, Piazza<br />

Nicolò Romano, Via Teatro, Via<br />

Giovanni da Procida, Via Madonna dei<br />

Miracoli, Via Simone Cuccia, Via<br />

Pietro Micca, Corso Vittorio Emanuele,<br />

Piazza Umberto I°, Via Filippo<br />

Accascina, Via don Angelo Franco,<br />

Via Francesco Bentivegna, Via<br />

Albergheria, Via Enrico Berlinguer<br />

(case cooperative), Via Ignazio<br />

Gattuso, Via Anna Accascina, Via<br />

Conte di Torino, Via Generale La<br />

Masa, Via Forno, Via Nicolò<br />

Cacciatore, Via Generale la Masa, Via<br />

Francesco Riso, Via Pietro Ciulla, Via<br />

Mons. Trippodo, Via don Angelo<br />

Franco, Via Ugo Bassi, Via San<br />

Martino, Via Cristoforo Colombo, Via<br />

Ugo Bassi, Via Barone Schiros, Via<br />

Filippo Accascina, Piazza Umberto I°,<br />

Parrocchia.<br />

Giovedì 29 maggio 2008<br />

Piazza Francesco Spallitta, Via Balilla,<br />

Vicolo dei Sospiri, Via Daniele Manin,<br />

Via Notar Tommaso, Via Mulino,<br />

Corso Garibaldi, Piazza Caporale<br />

Gebbia Andrea, Via Francesco Crispi,<br />

Via Archimede, Via IV Novembre, Via<br />

Vittorio Emanuele, Via Ettore<br />

Fieramosca, Via Barone Sirchia, Via<br />

Nicolò Garzilli, Via 22 Novembre, Via<br />

Agesilao Milano, Via 22 Novembre,<br />

Via San Rocco, Via don Angelo<br />

Franco, Via Arciprete Anselmo, Via<br />

Barone Schiròs, Via Dario Battaglia,<br />

Piazza Umberto I°, Parrocchia.<br />

Venerdì 30 maggio 2008<br />

Piazza Umberto I°, Via Avv. Nicolò<br />

Schirò, Corso Vittorio Emanuele, Via<br />

Ugo Foscolo, Via Marco Botzari, Via<br />

Avv. Filippo Accascina, Via don Angelo<br />

Franco, Via Castelnuovo, Via Vittorio<br />

Emanuele, Via Stazzone, Via Mons.<br />

Onofrio Trippodo, Via Sandro Pertini,<br />

Via Babba Santa, Via Giovanni da<br />

Bormida, Via Ten. Galliani, Via Toselli,<br />

Via Americo Vespucci, (Contrada<br />

Pignaro) Via Pio la Torre, Via SS.<br />

Crocifisso, Via Vittorio Emanuele,<br />

Piazza Umberto I°, Parrocchia.<br />

Sabato 31 maggio 2008<br />

Giro di tutto il paese<br />

PARROCCHIA S. NICOLO’ DI MIRA.<br />

OGNI SERAINIZIO PROCESSIONE<br />

ORE 21,15 (puntuale)<br />

Mons. Dimitrios Salachas accanto al Santo<br />

Padre durante un’udienza<br />

Il Rev.do Mons. Dimitrios<br />

Salachas Esarca Apostolico per i<br />

cattolici greci di rito bizantino<br />

Il 23 Aprile 2008, il Papa ha nominato<br />

il Rev.do Mons. Dimitrios<br />

Salachas Esarca Apostolico per i cattolici<br />

greci di rito bizantino, assegnandogli<br />

la sede vescovile titolare di<br />

Carcabia.<br />

Il Rev.do Mons. Dimitrios Salachas è<br />

nato ad Atene il 7 giugno 1939 ed è<br />

stato ordinato Sacerdote a<br />

Gerusalemme il 9 febbraio 1964. Si è<br />

laureato in Diritto Civile e Canonico<br />

presso l’Università di Atene. Nel 1971<br />

è stato nominato professore presso<br />

l’Istituto Ecumenico di Bari; ha successivamente<br />

insegnato diritto canonico<br />

orientale al Pontificio Istituto<br />

Orientale, in varie Università romane<br />

ed all’ Institut Catholique di Parigi.<br />

Attualmente è membro <strong>della</strong><br />

Commissione teologica per il dialogo<br />

ecumenico con le Chiese ortodosse;<br />

Consultore <strong>della</strong> Congregazione per le<br />

Chiese Orientali, del Pontificio<br />

Consiglio per la Promozione<br />

dell’Unità dei Cristiani e del<br />

Pontificio Consiglio per<br />

l’Interpretazione dei Testi Legislativi.<br />

E’, inoltre, Referendario del Supremo<br />

Tribunale <strong>della</strong> Segnatura Apostolica<br />

e Membro <strong>della</strong> Commissione<br />

Speciale per la trattazione delle cause<br />

di scioglimento di matrimonio “in<br />

favorem Fidei”. Dal 2006 è Cappelano<br />

di Sua Santità. E’ stato Presidente<br />

<strong>della</strong> Commissione Giuridica del<br />

Sinodo Intereparchiale celebrato a<br />

Grottaferrata nell’anno 2004-2005. E’<br />

autore di numerosi libri di diritto<br />

canonico orientale.<br />

La Redazione, unendosi all’esultanza<br />

<strong>della</strong> Chiesa Cattolica di Grecia, augura<br />

al nuovo Esarca un fecondo<br />

Apostolato.<br />

e19


e20<br />

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREV<br />

A cura di Francesca Brancato<br />

MARZO 2008<br />

Domenica 2<br />

Alle 11.30, nella chiesa di San Nicolò<br />

di Mira, S.E. il Vescovo celebra il<br />

Pontificale.<br />

Martedì 4<br />

Alle 21.00, nei locali parrocchiali <strong>della</strong><br />

Casa di San Giuseppe, il neogruppo di<br />

Capi Scout di Mezzojuso si ritrova per<br />

un incontro di formazione con i Capi<br />

Scout AGESCI di Piana degli Albanesi.<br />

Mercoledì 5<br />

Di pomeriggio, dopo la celebrazione<br />

<strong>della</strong> S. Messa, sfilano in processione<br />

verso varie case di fedeli, annunciati<br />

dal suono del tamburo e portati dai<br />

membri del Comitato, quindici Quadri<br />

di San Giuseppe.<br />

Giovedì 6<br />

Alle 20.30, nella chiesa del Sacro<br />

Cuore di Gesù, don Enzo tiene l’ultimo<br />

incontro di preparazione alla Santa<br />

Pasqua dal tema “La vita” con riflessioni<br />

su “La resurrezione di Lazzaro”.<br />

Domenica 16<br />

Alle 17.00, in Corso Vittorio Emanuele<br />

86, è stato inaugurato “Gallery”, il<br />

nuovo negozio di intimo, abbigliamento<br />

ed accessori di Giusy Corrao.<br />

Durante la cerimonia di inaugurazione,<br />

il parroco don Enzo ha benedetto i<br />

locali <strong>della</strong> nuova attività commerciale,<br />

presente il Sindaco e numerosi parenti<br />

ed amici <strong>della</strong> giovane proprietaria.<br />

Mercoledì 19<br />

Alle 21.00, nella chiesa dell’<br />

Immacolata del ex Convento Latino,<br />

ha luogo la sacra rappresentazione dal<br />

titolo “Festa dell’amore” a cura <strong>della</strong><br />

Comunità Trinità <strong>della</strong> Pace di<br />

Pizzillo - Contessa Entellina.<br />

Lunedì 31<br />

Festa di Maria SS. Annunziata:<br />

Alle 18.00, il parroco don Enzo celebra<br />

la S. Messa Solenne in onore <strong>della</strong><br />

Titolare <strong>della</strong> Parrocchia. Al termine<br />

<strong>della</strong> S. Messa viene distribuito, in<br />

chiesa ed in piazza, del pane benedetto.<br />

Quest’anno non si è svolta la tradizionale<br />

processione perché la statue <strong>della</strong><br />

Vergine e dell’Angelo sono ancora in<br />

restauro.<br />

APRILE<br />

Venerdì 4<br />

Alle 16.00, si riunisce il Consiglio di<br />

Istituto del I. C. “Gabriele Buccola” di<br />

Mezzojuso, invitando a prendere parte<br />

alla seduta la Autorità Civili, Militari,<br />

Religiose e i Rappresentanti dei<br />

docenti e dei genitori, per discutere di<br />

incresciosi atti di vandalismo ai danni<br />

di alcune automobili di docenti e al<br />

cancello <strong>della</strong> scuola.<br />

Sabato 5<br />

Alle 18.00, in piazza, si tiene un comizio<br />

elettorale del Partito Democratico<br />

con la presenza <strong>della</strong> candidata alla<br />

Camera dei Deputati Alessandra<br />

Siragusa.<br />

Sabato 19<br />

In mattinata, nella Sala del Castello<br />

Comunale di Mezzojuso, si è svolto<br />

un incontro di formazione scientifica<br />

sugli aspetti multidisciplinari relativi<br />

ai disturbi cardio-respiratori sonnocorrelati<br />

a cura dell’Help Care Onlus,<br />

rivolto a tutti i medici del territorio del<br />

Distretto Socio-Sanitario di Misilmeri.<br />

Domenica 20<br />

Nella chiesa di San Nicolò di Mira, con<br />

la celebrazione <strong>della</strong> Divina Liturgia<br />

delle 11.00, alla presenza di S.E. Mons.<br />

Sotìr Ferrara, si è ufficialmente insediato<br />

il nuovo parroco, l’Archimandrita<br />

papàs Marco V. Sirchia.<br />

Mercoledì 23<br />

Un gruppo di studenti albanesi visitano<br />

i paesi di Piana degli Albanesi e di<br />

Santa Cristina Gela.<br />

Venerdì 25<br />

A Piana degli Albanesi, in mattinata,<br />

nella Cattedrale di S. Demetrio,<br />

l’Archimandrita papàs Marco V.<br />

Sirchia celebra il 25° anniversario<br />

<strong>della</strong> sua consacrazione sacerdotale.<br />

Il gruppo di preghiera “Fonte d’Acqua<br />

Viva” di Contessa Entellina, guidato<br />

dalle Suore Carmelitane Messagere<br />

dello Spirito Santo, trascorre l’intera<br />

giornata a Mezzojuso in contrada<br />

Croce, nella casa delle Suore<br />

Collegine, per un Ritiro di Effusione e<br />

Preghiera. A celebrare la S. Messa con<br />

i giovani di Contessa Entellina è stato<br />

padre Massimiliano Purpura.<br />

Domenica 27<br />

Alle 17.00, in piazza Giuseppe Bellone,<br />

è stata inaugurata la Sede di Mezzojuso<br />

dell’Associazione di Protezione Civile<br />

Nazionale “Progetto Genesi Italia”.


IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBRE<br />

All’inaugurazione erano presenti le<br />

Autorità Civili, Militari e Religiose di<br />

Mezzojuso; il Presidente Nazionale<br />

dell’Associazione Francesco Nicosia; il<br />

Vicepresidente Nazionale nonché<br />

Responsabile <strong>della</strong> Sede Salvatore<br />

Burriesci; il Viceresponsabile Giuseppe<br />

Ribaudo; il Tesoriere Caterina<br />

Cusimano. La benedizione è stata<br />

impartita da papàs Pietro Lascari.<br />

Alle 21.00, nella chiesa del<br />

Monastero di Santa Maria di Tutte le<br />

Grazie, ha inizio il Triduo di preghiera<br />

in onore alla Madonna, con la<br />

Celebrazione Eucaristica officiata dal<br />

parroco papàs Marco.<br />

Lunedì 28<br />

Alle 20.30, si svolge, presso la sala del<br />

Castello Comunale un’assemblea cittadina,<br />

convocata dal Presidente del<br />

Consiglio Comunale di Mezzojuso,<br />

per discutere sulla privatizzazione<br />

delle acque potabili.<br />

Mercoledì 30<br />

Festa di Santa Maria di Tutte le<br />

Grazie:<br />

- Alle 11.00, nella chiesa del<br />

Monastero di Santa Maria di Tutte le<br />

Grazie, il parroco papàs Marco celebra<br />

la Divina Liturgia, durante la<br />

quale vengono benedetti e consacrati<br />

alla Vergine tutti i bambini <strong>della</strong><br />

Comunità che hanno ricevuto il Santo<br />

Battesimo nel 2007.<br />

- Alle 18.00, la via Andrea Reres si<br />

riempie di bambini e ragazzi accorsi<br />

per partecipare al tradizionale “iocu ri<br />

pignateddi”.<br />

- Alle 21.00, ha inizio la processione<br />

per la vie del paese del simulacro <strong>della</strong><br />

Madonna con Gesù Bambino.<br />

ERRATA CORRIGE: nel Numero 62<br />

di <strong>Eco</strong> a pag.17, a proposito dell’inaugurazione<br />

del “Marabella Pub”, svoltasi<br />

il 20 gennaio 2008, interpretando<br />

erroneamente le foto dei momenti<br />

d’inaugurazione, ho fatto uno scambio<br />

di “sacerdoti benedicenti”. A benedire<br />

il nuovo Locale aperto a Mezzojuso<br />

non è stato don Enzo ma papàs Pietro<br />

Lascari, presente infatti nella foto dietro<br />

al Sindaco che taglia il nastro rosso.<br />

Mi scuso per questo equivoco, con<br />

papàs Pietro, con il parroco don Enzo,<br />

con i proprietari del “Marabella Pub” e<br />

con voi tutti pazienti lettori.<br />

RACCOLTA MISSIONE PRO TANZANIA 2008<br />

Domenica delle Palme<br />

16 Marzo 2008<br />

Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

(messa ore 11:00) € 1.136,00<br />

Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

(messa ore 18:00) € 350,00<br />

Chiesa dell’Immacolata<br />

(Convento Latino) € 70,00<br />

Chiesa Sacro Cuore di Gesù € 194,00<br />

Chiesa Maria SS. dei Miracoli € 150,00<br />

TOTALE € 1.900,00<br />

(Domenica delle Palme 2007 € 1.753,50)<br />

e21


e22<br />

ELEZIONI POLITICHE<br />

13-14 APRILE 2008<br />

CAMERA DEI DEPUTATI<br />

COMUNE DI MEZZOJUSO<br />

Movimento per l’Autonomia 58<br />

Il Popolo <strong>della</strong> libertà 623<br />

Di Pietro Italia dei valori 34<br />

Partito Democratico 525<br />

Unione Democr. per i Consumatori 4<br />

Forza Nuova 1<br />

Unione di Centro 422<br />

Per il bene comune 11<br />

Partito Socialista 9<br />

Partito Comunista dei Lavoratori 15<br />

La Destra-fiamma Tricolore 26<br />

La Sinistra l’Arcobaleno 38<br />

Partito Liberale Italiano 16<br />

Aborto? no, grazie! 6<br />

Sinistra Critica 16<br />

TOTALE VOTI VALIDI<br />

PER LE LISTE 1804<br />

SENATO DELLA REPUBBLICA<br />

COMUNE DI MEZZOJUSO<br />

Movimento per l’Autonomia 53<br />

Il Popolo <strong>della</strong> libertà 543<br />

Di Pietro Italia dei valori 22<br />

Partito Democratico 470<br />

Unione Democr. per i Consumatori 4<br />

Forza Nuova 1<br />

Unione di Centro 393<br />

Per il bene comune 9<br />

Partito Socialista 10<br />

Partito Comunista dei Lavoratori 14<br />

La Destra-fiamma Tricolore 18<br />

La Sinistra l’Arcobaleno 39<br />

Partito Liberale Italiano 7<br />

Partito del Sud - All. Meridionale 2<br />

Sinistra Critica 9<br />

TOTALE VOTI VALIDI<br />

PER LE LISTE 1594<br />

ELEZIONI REGIONALI<br />

DEL 13 E 14 APRILE 2008<br />

COMUNE DI MEZZOJUSO<br />

Candidati alla Presidenza<br />

<strong>della</strong> Regione<br />

ALFANO Sonia 18<br />

LOMBARDO Raffaele 1333<br />

RAZZA Ruggero Benedetto Italo 7<br />

BONANNO CONTI Giuseppe 0<br />

FINOCCHIARO Anna 564<br />

TOTALE VOTI VALIDI<br />

PER LE LISTE REGIONALI 1922<br />

VII Saggio di Pianoforte<br />

Se è vero che le comunità sono, nel<br />

senso lato del termine, delle aggregazioni<br />

di individui che si organizzano<br />

per vivere secondo usi e costumi<br />

condivisi, è pur vero che all’interno<br />

delle comunità medesime sono le iniziative<br />

politiche, culturali, educative,<br />

religiose, che contribuiscono a crearne<br />

la “storia”.<br />

Tutto ciò che si fa oggi è il ponte fra<br />

passato e futuro, e la storia insegna<br />

che la crescita ed il progresso dell’uomo<br />

in quanto tale vivono di iniziative<br />

talvolta poco importanti nella contemporaneità<br />

ma utili e decisive per i<br />

posteri.<br />

La nostra piccola comunità vive un<br />

periodo non prospero di cotali iniziative;<br />

questo fatto già adesso impoverisce<br />

la tradizione culturale di<br />

Mezzojuso, il significato stesso <strong>della</strong><br />

nostra comunità; ma, se da un lato<br />

questa superficiale riflessione mi<br />

incupisce un po’, subito dopo mi rallegro<br />

pensando alla serata del 4 Maggio<br />

scorso, data in cui, nella sala convegni<br />

del Castello Comunale si è svolta la<br />

VII edizione del Saggio di Pianoforte,<br />

organizzato e diretto magistralmente<br />

da Donatella Cannizzaro: un grande<br />

successo di pubblico, di consensi e di<br />

emozioni che gli allievi sono riusciti a<br />

trasmettere durante l’esecuzione di<br />

brani di vario genere.<br />

Voglio esprimere il mio plauso e la<br />

mia gratitudine a Donatella a titolo<br />

personale certo, ma - sono sicuro –<br />

anche a nome <strong>della</strong> comunità intera<br />

per l’impegno profuso nel “creare”<br />

una realtà davvero encomiabile.<br />

Ho avuto l’ennesima conferma dei<br />

sacrifici, <strong>della</strong> passione di insegnante<br />

ed allievi, nel diventare ormai una tradizione<br />

quasi irrinunciabile per loro<br />

da protagonisti, per i genitori entusiasti<br />

attori indiretti, per i parenti orgogliosi,<br />

per chi come me gioisce nel<br />

vedere tale comunione di intenti.<br />

Ancora ho avuto la conferma che questo<br />

tipo di attività coniuga educazione<br />

musicale, disciplina, orgoglio, voglia<br />

di crescere, interesse di gruppo, comunicazione<br />

ed interscambio personali,<br />

e, non ultimo, capacità di presentarsi<br />

dinanzi ad una platea eterogenea, vincendo<br />

timori e timidezze.<br />

Il tutto fuori da schemi preordinati, da<br />

interessi di qualsivoglia genere permeato<br />

soltanto dall’amore per la musica<br />

e per ciò che si vuole trasmettere.<br />

Mi sia consentito: brava Donatella!!!<br />

Don Enzo<br />

Allievi<br />

Amedeo Aldegheri<br />

Ludovico Ribaudo<br />

Emanuela Ribaudo<br />

Caterina Nuccio<br />

Alessandro Bisulca<br />

Miriam Farini<br />

Alberto Cosentino<br />

Aurora Magnate<br />

Giusianna Vitale<br />

Silvia Burriesci<br />

Elena Siragusa<br />

Nicola Di Grigoli


I nostri lettori ci scrivono<br />

Reverendissimi Confratelli Parroci,<br />

sono padre Cesare Rattoballi parroco da<br />

appena nove anni nel paese di Godrano,<br />

<strong>della</strong> Diocesi di Palermo, paese che<br />

come il vostro ricade sullo Scorrimento<br />

Veloce “Palermo – Agrigento” per il<br />

collegamento viario e per gli svincoli.<br />

Con la presente sono a scrivervi per<br />

l’ennesimo incidente mortale accaduto<br />

08.03.2008 Sabato sera, nello svincolo<br />

di Bolognetta del su citato scorrimento.<br />

È da anni che assisto a questa ecatacombe<br />

di giovani, di fratelli, di sorelle,<br />

di lavoratori e intere famiglie distrutte.<br />

Credo che insieme potremo organizzare<br />

una petizione per creare il raddoppiamento<br />

delle corsie di marcia nei due<br />

rispettivi sensi di marcia, per sensibilizzare<br />

fattivamente le due rispettive<br />

Province interessate, la Regione<br />

Siciliana e il Governo Centrale per mettere<br />

fine a questa tristissima realtà.<br />

Perché noi non possiamo starcene a<br />

guardare e a dover fare continuamente<br />

funerali causati da incidenti stradali per<br />

scontri frontali. Non possiamo sopire la<br />

nostra coscienza morale e civica di<br />

fronte a tanto sangue che grida giustizia,<br />

ma semmai dobbiamo essere capaci<br />

d’impegnarci per dare speranza, per<br />

trovare una nuova risoluzione e non<br />

solo per consolare.<br />

Non basta mettere cartelli stradali per<br />

limitare la velocità, perché vi sono tratti<br />

veramente pericolosi ed insidiosi che<br />

andrebbero rivisti e rifatti tecnicamente,<br />

per la sicurezza di tutti. Credo che un<br />

primo passo sarà quello d’attivarsi per<br />

sensibilizzare le nostre comunità parrocchiali<br />

e cittadine, inoltre sensibilizzare<br />

le varie amministrazioni comunali<br />

affinché prendano qualche forte iniziativa<br />

in tal senso. Ho pensato pure di<br />

farmi dare le percentuali di incidenti<br />

mortali dalla polizia stradale, per poter<br />

avere ulteriormente dati e non solo<br />

parole al fine di sostenere questo impegno<br />

per il bene comune. Consapevole di<br />

essere l’ultimo tra tutti voi parroci, vi<br />

chiedo scusa se involontariamente ho<br />

creato qualche minimo disagio in merito;<br />

ma con umiltà ho pregato insieme<br />

alla mia comunità per questi fatti.<br />

Spinto anche dalla certezza e dalla speranza<br />

che ognuno di noi può far qualco-<br />

sa con l’aiuto di Dio, per tutto questo ho<br />

messo mano alla penna raggiungendovi.<br />

Vi ringrazio di cuore, con affetto fraterno<br />

in Cristo.<br />

La mia e-mail è: p.rattoballic@libero.it<br />

Per ulteriore comunicazione o iniziative<br />

Godrano 09.03.2008<br />

La ringrazio tanto per avermi inviato<br />

regolarmente L’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, che<br />

reca tanta gioia a noi che siamo emigrati<br />

e lontani dal nostro paese. Mi<br />

congratulo per Lei e tutto lo staff <strong>della</strong><br />

redazione per il lavoro che svolgete<br />

dandoci notizie <strong>della</strong> nostra cara<br />

Mezzojuso. Vi faccio tanti auguri di<br />

andare avanti sempre con l’entusiasmo<br />

e la tenacità dimostrata in questi anni.<br />

Grazie di cuore.<br />

Mr. Ignazio Meli e Antonina Bellone<br />

Ozone Park - New York, USA<br />

LAUREA<br />

Il 31 Marzo scorso, presso la Facoltà<br />

di Architettura dell’Università degli<br />

Studi di Palermo, Salvatore Fucarino<br />

si è laureato in Pianificazione<br />

Territoriale Urbanistica e Ambientale,<br />

con la votazione di 108/110, discutendo<br />

la tesi “Programmazione Negoziata<br />

e Programmi Complessi a Palermo”,<br />

relatore è stato il prof. Giuseppe<br />

Gangemi. Al neolaureato i migliori<br />

auguri <strong>della</strong> Redazione.<br />

A V V I S O<br />

Si sta provvedendo alla sostituzione<br />

dei banchi <strong>della</strong> Chiesa Madre. Ogni<br />

banco (vedi foto) costerà Euro 375,00.<br />

Chi volesse partecipare con un’offerta<br />

o con l’acquisto di un banco, può contattare<br />

il Parroco.<br />

OFFERTE RICEVUTE<br />

Mr. I. Meli e A. Bellone € 30,00<br />

Meli Natale € 20,00<br />

Schillizzi Antonio € 20,00<br />

La Gattuta Salvatore, Svizzera € 30,00<br />

La Gattuta Franca, Mezzojuso € 20,00<br />

D’Arrigo Giuseppe, Mezzojuso € 20,00<br />

Schillizzi Marcello, Mezzojuso € 50,00<br />

Vagante Liberto, Campofelice € 40,00<br />

NN. (B.d.A), Mezzojuso € 40,00<br />

Zerilli Antonina, Palermo € 20,00<br />

Terrano Giovanni, California $ 100,00<br />

Lopes Vincenza, Palermo € 20,00<br />

Cusimano Francesca, Villafrati € 5,00<br />

Di Grigoli Michelina,Villafranca VR € 30,00<br />

Viscardi Andrea, Vimodrone € 20,00<br />

Lo Monte Desiderata, Castagnole L. € 30,00<br />

Cozzo Gioacchino, Villabate € 20,00<br />

Achille Nicola, Presso MI € 20,00<br />

Cusintino Carmela, Palermo € 15,00<br />

Bonanno Antonina, Mezzojuso € 20,00<br />

Sgroi Antonino, Saronno € 20,00<br />

Morales Franca, Palermo € 25,00<br />

Perniciaro Paolo, Poltobera PV € 20,00<br />

Cuccia Peppino, Palermo € 30,00<br />

Matteo Fucarino, S. Cruz d. Tenerife € 30,00<br />

Catania Paolo, Verbania € 25,00<br />

La Gattuta Vincenzo, Roma € 20,00<br />

Como Nicolò, S. Vito al T. € 50,00<br />

Barone Rosetta, Villafrati € 20,00<br />

Costa Carmela, Palazzo Adriano € 20,00<br />

Bisulca Maria, Agrigento € 25,00<br />

La Gattuta Frank, USA $ 50,00<br />

Muscarello Antonina, Mezzojuso € 50,00<br />

Lala Dora Maria, Milazzo € 20,00<br />

RIPOSANO NEL SIGNORE<br />

NICOLO’ BURRIESCI<br />

25/05/1930 - 03/12/2007<br />

ANTONINA SCHILLIZZI<br />

10/04/1945 - 02/03/2008<br />

GIUSEPPA PERNICIARO<br />

06/12/1917 - 07/03/2008<br />

ROSALIA PRINCIOTTA<br />

07/09/1923 - 14/03/2008<br />

PIETRO CANOBY<br />

01/01/1931 - 02/04/2008<br />

GESUALDA CHISESI<br />

27/08/1918 - 23/04/2008<br />

I NUOVI ARRIVATI<br />

SOFIA ILARDI<br />

di Vincenzo e Maria Plescia<br />

SOFIA MUSCARELLO<br />

di Giovanni e Francesca Di Gregoli<br />

JENNIFER ILARDI<br />

di Giuseppe e Rosa Maria Bravatà<br />

SERENA BURRIESCI<br />

di Giancarlo e Rossella Gnerre<br />

e23


Giovedì Santo<br />

Processione dell’Addolorata<br />

(foto Danilo Figlia)<br />

eECO<br />

BRIGNA<br />

<strong>della</strong><br />

In copertina:<br />

L’ingresso del<br />

nuovo Parroco<br />

(foto Danilo Figlia)<br />

PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO<br />

Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97<br />

Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino<br />

Condirettore: Carlo Parisi<br />

Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello<br />

Indirizzo: Piazza Francesco Spallitta - 90030 Mezzojuso (Pa) - tel e fax 091.8203179 - ccp n. 20148904 - e-mail: ecobrigna@libero.it<br />

Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi<br />

Stampa: Consorzio ASTER Stampa - Roccapalumba (Pa)

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