G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />
5.5. Definizione. Una terna hilbertiana è una terna (V, H, V ∗ ) verificante le con<strong>di</strong>zioni seguenti:<br />
i) V e H sono spazi <strong>di</strong> Hilbert e V ∗ è il duale <strong>di</strong> V ; ii) V è un sottospazio vettoriale<br />
<strong>di</strong> H denso in H ; iii) l’immersione <strong>di</strong> V in H è continua; iv) H è identificato a un sottospazio<br />
<strong>di</strong> V ∗ me<strong>di</strong>ante la con<strong>di</strong>zione seguente: il generico elemento u ∈ H denota anche il funzionale<br />
v ↦→ (u, v) , v ∈ V .<br />
Osserviamo che anche l’immersione <strong>di</strong> H in V ∗ è continua. Infatti, se c denota la norma<br />
dell’immersione continua <strong>di</strong> V in H , abbiamo<br />
|〈u, v〉| ≤ |u| |v| ≤ c|u| �v� da cui �u�∗ ≤ c|u| per ogni u ∈ H<br />
e <strong>di</strong>mostreremo che H è denso in V ∗ . Dunque su V coesistono due topologie, la prima più fine<br />
della seconda: quelle indotte dalla norma � · � e dalla restrizione a V della norma | · | . Allo stesso<br />
modo su H coesistono due topologie, la prima più fine della seconda: quelle indotte dalla norma<br />
| · | e dalla restrizione ad H della norma � · �∗ , duale in V ∗ della norma � · � . Notiamo infine<br />
che la (5.4) con u = v ∈ V implica |v| 2 = (v, v) = 〈v, v〉 ≤ �v�∗ �v� . Conclu<strong>di</strong>amo che<br />
che è una <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> tipo interpolazione.<br />
|v| ≤ �v� 1/2<br />
∗ �v� 1/2 per ogni v ∈ V (5.5)<br />
5.6. Osservazione. Notiamo che nella costruzione della terna hilbertiana (V, H, V ∗ ) è in<br />
qualche modo nascosta l’identificazione <strong>di</strong> H con H ∗ tramite l’isomorfismo RH <strong>di</strong> Riesz dello<br />
spazio H . Infatti, se conserviamo la notazione I per l’immersione <strong>di</strong> H in V ∗ , ve<strong>di</strong>amo che,<br />
per u ∈ H , il funzionale Iu ∈ V ∗ coincide con la restrizione a V del funzionale RHu ∈ H ∗ .<br />
Se dunque introduciamo l’applicazione <strong>di</strong> restrizione R : H ∗ → V ∗ data da f ↦→ f|V , abbiamo<br />
I = R ◦ RH e l’iniettività e la continuità (già viste) <strong>di</strong> I seguono ora da quelle <strong>di</strong> RH e <strong>di</strong> R . Si<br />
scrive dunque spesso V ⊆ H = H ∗ ⊆ V ∗ , l’uguaglianza essendo l’identificazione tramite RH e la<br />
seconda inclusione essendo frutto dell’identificazione <strong>di</strong> H ∗ a un sottospazio <strong>di</strong> V ∗ tramite R .<br />
Cogliamo anche l’occasione per osservare che non è lecito identificare V con V ∗ tramite<br />
l’isomorfismo <strong>di</strong> Riesz RV <strong>di</strong> V , se non in situazioni estreme e sostanzialmente prive <strong>di</strong> interesse.<br />
Infatti V , in quanto sottospazio <strong>di</strong> H , è già identificato ad un sottospazio <strong>di</strong> V ∗ e l’identificazione<br />
<strong>di</strong> V con V ∗ tramite questo altro altro isomorfismo deve essere compatibile con quella già effettuata,<br />
vale a <strong>di</strong>re, deve essere RV = I ◦ ι ove ι è l’immersione <strong>di</strong> V in H . Ma ciò implica, in<br />
particolare, che ι sia suriettiva, data la suriettività <strong>di</strong> RV . Dunque V e H devono essere lo<br />
stesso spazio vettoriale. Se poi c è la costante introdotta sopra, per ogni v ∈ V deve valere la<br />
relazione �v� = �v�∗ ≤ c|v| , che unita alla <strong>di</strong>suguaglianza |v| ≤ c�v� implica che le due norme<br />
� · � e | · | sono equivalenti. Dunque V e H devono avere anche la stessa topologia.<br />
5.7. Esempio. Un esempio tipico <strong>di</strong> terna hilbertiana si ottiene prendendo H = L 2 (R d ) e<br />
V = H k (R d ) con k > 0 . In tal caso, se R è l’isomorfismo <strong>di</strong> Riesz <strong>di</strong> V , l’equazione Ru = ϕ<br />
con ϕ ∈ V ∗ assegnato è un’equazione alle derivate parziali in senso generalizzato. In particolare,<br />
se ϕ ∈ H , si ottiene un’equazione “concreta”. Ricor<strong>di</strong>amo che in V si possono scegliere prodotti<br />
scalari <strong>di</strong>versi da quello standard ma ad esso equivalenti. In tal caso l’equazione a derivate parziali<br />
che si ottiene può avere coefficienti non costanti.<br />
5.8. Perturbazioni singolari astratte. Sia (V, H, V ∗ ) una terna hilbertiana. Denotiamo con<br />
R ∈ L(V ; V ∗ ) l’isomorfismo <strong>di</strong> Riesz dello spazio V e introduciamo un parametro ε > 0 che poi<br />
faremo tendere a 0 . Per ogni f ∈ V ∗ consideriamo il problema <strong>di</strong> trovare uε ∈ V verificante<br />
uε + ε 2 Ruε = f cioè (uε, v) + ε 2 ((uε, v)) = 〈f, v〉 per ogni v ∈ V (5.6)<br />
ove (( · , · )) è il prodotto scalare <strong>di</strong> V . Usando il Corollario 1.23, ve<strong>di</strong>amo imme<strong>di</strong>atamente che il<br />
problema considerato ha una e una sola soluzione. Infatti la forma aε : V × V → R definita dalla<br />
<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />
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