13.01.2013 Views

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

cioè la successione {xk,k} converge debolmente a y .<br />

Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

Diamo due applicazioni del Teorema <strong>di</strong> compattezza debole mettendoci in ambito reale per<br />

semplicità. La prima è una <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> una parte del Teorema <strong>di</strong> Lax-Milgram, valida<br />

in un caso particolare; la seconda è una tecnica <strong>di</strong> regolarizzazione <strong>di</strong> tipo astratto.<br />

5.2. Applicazione. Supponendo lo spazio <strong>di</strong> Hilbert H separabile, <strong>di</strong>mostriamo in altro modo<br />

la parte del Teorema 1.24 <strong>di</strong> Lax-Milgram riguardante l’esistenza. Nell’ipotesi fatta vale la proprietà<br />

seguente (si veda ad esempio la <strong>di</strong>mostrazione del Teorema 2.22):<br />

esiste una successione non decrescente {Vn} <strong>di</strong> sottospazi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione finita la cui unione è densa in H .<br />

Il proce<strong>di</strong>mento che utilizziamo è detto metodo <strong>di</strong> Faedo-Galerkin ed è usato spesso sia per scopi<br />

teorici in vista <strong>di</strong> risultati <strong>di</strong> esistenza sia nelle applicazioni <strong>di</strong> tipo numerico, eventualmente in<br />

qualche forma variata, ad esempio senza l’ipotesi <strong>di</strong> monotonia della successione <strong>di</strong> sottospazi<br />

oppure con una famiglia <strong>di</strong> sottospazi <strong>di</strong>pendenti da un parametro reale anziché intero.<br />

Seguendo le notazioni del Teorema 1.24, introduciamo la successione <strong>di</strong> problemi appossimati<br />

seguenti: per n fissato, trovare un ∈ Vn che verifica<br />

a(un, v) = 〈f, v〉 per ogni v ∈ Vn . (5.1)<br />

L’esistenza <strong>di</strong> una soluzione del problema (1.8) si ottiene sviluppando i passi seguenti: i) il problema<br />

approssimato (5.1) ha almeno un soluzione un (unica in realtà); ii) la successione {un} è<br />

limitata e, <strong>di</strong> conseguenza, ha una sottosuccessione debolmente convergente; iii) il limite debole<br />

<strong>di</strong> cui al punto precedente risolve il problema (1.8).<br />

Risolviamo il problema (5.1) presentandolo nella forma <strong>di</strong> sistema lineare. Siccome n è fissato,<br />

non sempre evidenziamo la <strong>di</strong>pendenza da n <strong>di</strong> certe quantità. Posto m = <strong>di</strong>m Vn , sia<br />

{w1, . . . , wm} una base <strong>di</strong> Vn . Le “vere incognite” del problema sono allora i coefficienti λj della<br />

rappresentazione della soluzione un nella forma un = � m<br />

j=1 λjwj . La (5.1) <strong>di</strong>venta<br />

n�<br />

aijλj = 〈f, wi〉 per i = 1, . . . , m<br />

j=1<br />

ove abbiamo posto aij = a(wj, wi) per i, j = 1, . . . , m . Infatti è equivalente richiedere la (5.1) per<br />

ogni v ∈ Vn oppure solo per gli elementi della base. Per <strong>di</strong>mostrare che il sistema lineare ottenuto<br />

è risolubile, verifichiamo che la matrice A = (aij) è definita positiva. Sia dunque ξ ∈ R m non<br />

nullo. Posto v = �m j=1 ξjwj , si ha v �= 0 da cui<br />

ξ T m�<br />

m�<br />

A ξ = aij ξjξi = a(ξjwj, ξiwi) = a(v, v) ≥ α�v� 2 > 0.<br />

i,j=1<br />

i,j=1<br />

Allora la matrice A è anche invertibile e il problema (5.1) ha una e una sola soluzione. Passiamo<br />

a ii) , che è imme<strong>di</strong>ato. Per ogni n abbiamo infatti<br />

α�un� 2 ≤ a(un, un) = 〈f, un〉 ≤ �f�∗ �un� da cui �un� ≤ 1<br />

α �f�∗<br />

per cui il Teorema 5.1 <strong>di</strong> compattezza debole assicura l’esistenza <strong>di</strong> una sottosuccessione {unk }<br />

convergente debolmente a un certo u ∈ H . Dimostriamo allora quanto affermato in iii) : l’elemento<br />

u risolve la (1.8). Sia dapprima v appartenente all’unione dei sottospazi Vn . Sia allora n0 tale<br />

che v ∈ Vn0 e sia k0 tale che nk0 ≥ n0 . Allora Vnk ⊇ Vn0 se k ≥ k0 e possiamo scrivere<br />

a(unk , v) = 〈f, v〉 per ogni k ≥ k0 da cui a(u, v) = 〈f, v〉<br />

per definizione <strong>di</strong> convergenza debole, in quanto l’applicazione z ↦→ a(z, v) <strong>di</strong> H in R è un<br />

funzionale lineare e continuo su H . Sia ora v ∈ H . Siccome l’unione dei Vn è densa, possiamo<br />

trovare una successione {vi} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> tale unione che converge (fortemente, e basterebbe<br />

debolmente) a v . Abbiamo allora<br />

a(u, vi) = 〈f, vi〉 per ogni i da cui a(u, v) = 〈f, v〉<br />

cioè u risolve (1.8).<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

91

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!