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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 4<br />

4.18. Esercizio. Siano f : R → R <strong>di</strong> classe C 2 tale che f(t) = O(|t|) per |t| → +∞ e<br />

p ∈ [1, +∞) . Si <strong>di</strong>mostri che la formula (F (v))(x) = f(v(x)) per q.o. x ∈ (0, 1) definisce<br />

un’applicazione F <strong>di</strong> L p (0, 1) in sé continua. Si supponga inoltre che f non sia un polinomio <strong>di</strong><br />

grado ≤ 1 e si costruisca una successione {vn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> L p (0, 1) che converge debolmente<br />

a una certa v in tale spazio tale che la successione corrispondente {F (vn)} non converga a F (v)<br />

in L p (0, 1) . Ciò mostra che F è sequenzialmente continua rispetto alle convergenze deboli solo<br />

nel caso in cui f è un polinomio <strong>di</strong> grado ≤ 1 . Si consiglia <strong>di</strong> sfruttare la formula <strong>di</strong> Taylor per<br />

f vicino a un punto t0 in cui f ′′ (t0) �= 0 e i due esercizi precedenti.<br />

Notiamo che, spesso, ad esempio in situazioni simili a quelle dell’Esercizio 4.16, si ha convergenza<br />

debole in L p (Ω) ma non convergenza q.o. Ciò nonostante i due tipi <strong>di</strong> convergenza sono<br />

“compatibili”, come afferma il risultato che enunciamo <strong>di</strong> seguito senza <strong>di</strong>mostrazione.<br />

4.19. Proposizione. Siano (Ω, M, µ) uno spazio <strong>di</strong> misura σ -finito e 1 ≤ p < +∞ . Se<br />

allora u = v q.o.<br />

un ⇀ u in L p (Ω) e lim<br />

n→∞ un(x) = v(x) q.o.<br />

5. Compattezza debole sequenziale negli spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

Più avanti <strong>di</strong>mostreremo che, ad<strong>di</strong>rittura in un generico spazio normato, ogni successione debolmente<br />

convergente è limitata. Qui <strong>di</strong>mostriamo, limitatamente al caso hilbertiano, che ogni successione<br />

limitata ha una sottosuccessione debolmente convergente. Abbiamo infatti il seguente<br />

5.1. Teorema (<strong>di</strong> compattezza debole sequenziale). Siano H uno spazio <strong>di</strong> Hilbert. Allora<br />

da ogni successione {xn} limitata <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> H si può estrarre una sottosuccessione debolmente<br />

convergente a un punto <strong>di</strong> H .<br />

Dimostrazione. Sia {xn} la successione in questione e sia M ≥ 0 tale che �xn� ≤ M per ogni n .<br />

Usiamo, come nella <strong>di</strong>mostrazione del Teorema <strong>di</strong> Ascoli, il metodo <strong>di</strong>agonale <strong>di</strong> Cantor. Osserviamo preliminarmente<br />

che, per ogni n fissato, si ha |(xn, xk)| ≤ �xn� �xk� ≤ M 2 per ogni k , per cui si può<br />

applicare il Teorema <strong>di</strong> Bolzano-Weierstrass a ciascuna <strong>di</strong> tali successioni e, ovviamente, anche a ogni sottosuccessione<br />

eventualmente estratta. Allora, procedendo ricorsivamente, si estraggono dalla successione data<br />

infinite sottosuccessioni {x1,k} , {x2,k} . . . , ciascuna essendo sottosuccessione della precedente, in modo che<br />

tutti i limiti limk→∞(xn, xn,k) esistano finiti. Consideriamo allora la successione {xk,k} : questa è una<br />

sottosuccessione della successione data e, a meno <strong>di</strong> un numero finito <strong>di</strong> termini, anche una sottosuccessione<br />

<strong>di</strong> ciascuna delle estratte, così che, per ogni n , il limite limk→∞(xn, xk,k) esiste finito. Introduciamo i<br />

funzionali fk ∈ H ∗ definiti da 〈fk, x〉 = (x, xk,k) per x ∈ H e l’insieme S = {x1, x2, . . .} immagine della<br />

successione {xn} , osservando che �fk�∗ = �xk,k� ≤ M . Per costruzione, la successione {〈fk, x〉} converge<br />

se x ∈ S . La stessa cosa avviene allora se x ∈ span S dato che ogni fk è lineare. Posto H0 = span S ,<br />

la chiusura <strong>di</strong> span S , sia x ∈ H0 . Verifichiamo che anche in questo caso {〈fk, x〉} converge. Fissiamo<br />

ε > 0 . Allora esiste y ∈ span S tale che �x − y� ≤ ε . Per k, m arbitrari abbiamo<br />

|〈fk, x〉 − 〈fm, x〉| ≤ |〈fk, x − y〉| + |〈fk, y〉 − 〈fm, y〉| + |〈fm, y − x〉| ≤ 2Mε + |〈fk, y〉 − 〈fm, y〉|.<br />

Siccome la successione {〈fk, y〉} converge dato che y ∈ span S , essa è <strong>di</strong> Cauchy e l’ultimo addendo<br />

della catena scritta è ≤ ε per k, m abbastanza gran<strong>di</strong>. Ciò mostra che anche {〈fk, x〉} è <strong>di</strong> Cauchy e<br />

quin<strong>di</strong> convergente. Sia infine x ∈ H . Dette x ′ e x ′′ le sue proiezioni su H0 e H⊥ 0 , abbiamo subito<br />

〈fk, x〉 = 〈fk, x ′ 〉 + 〈fk, x ′′ 〉 = 〈fk, x ′ 〉 + (x ′′ , xk,k) = 〈fk, x ′ 〉 dato che xk,k ∈ S ⊆ H0 . Dunque {〈fk, x〉}<br />

converge. A questo punto ha senso porre f(x) = limk→∞〈fk, x〉 per x ∈ H . Si vede imme<strong>di</strong>atamente che<br />

f è lineare. Inoltre f è anche limitato in quanto |f(x)| ≤ M�x� dato che l’analoga <strong>di</strong>suguaglianza vale<br />

per tutti gli fk . Per il Teorema 1.21 <strong>di</strong> Riesz esiste dunque y ∈ H tale che 〈f, x〉 = (x, y) per ogni x ∈ H .<br />

Abbiamo allora<br />

lim<br />

k→∞ (x, xk,k) = lim<br />

k→∞ 〈fk, x〉 = 〈f, x〉 = (x, y) per ogni x ∈ H<br />

90<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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