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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

la i) <strong>di</strong> (2.12). Di conseguenza ogni u <strong>di</strong> questo tipo verifica anche la iii) <strong>di</strong> (2.12). Dunque<br />

C ∞ c (−π, π) ⊆ V∞ . Siccome C ∞ c (−π, π) è denso in H , V∞ è denso a maggior ragione. Siccome<br />

V∞ è chiuso per definizione, deduciamo che V∞ = H . Esplicitato il calcolo dei coefficienti <strong>di</strong><br />

Fourier, ve<strong>di</strong>amo allora che per ogni u ∈ L 2 (−π, π) abbiamo<br />

u(t) =<br />

+∞�<br />

n=−∞<br />

αne int<br />

la serie convergendo nel senso <strong>di</strong> L 2 (−π, π) .<br />

ove αn = 1<br />

� π<br />

u(t)e<br />

2π −π<br />

−int dt per n ∈ Z (2.13)<br />

2.18. Esempio (serie <strong>di</strong> soli seni e <strong>di</strong> soli coseni). Con le notazioni dell’esempio precedente,<br />

consideriamo ora il sistema {sn}n≥1 definito dalla formula sn(t) = π −1/2 sin nt per n = 1, 2, . . . .<br />

Anche questo è un sistema ortonormale in H . Tuttavia esso non è completo: infatti ogni combinazione<br />

lineare finita degli sn è necessariamente <strong>di</strong>spari e quin<strong>di</strong> la stessa proprietà vale per tutti<br />

gli elementi <strong>di</strong> V∞ , che ora chiamiamo Vsin . Abbiamo dunque che Vsin è incluso nel sottospazio<br />

Hd = {v ∈ H : v(−x) = −v(x) q.o.} delle funzioni <strong>di</strong>spari. Vedremo che Vsin = Hd . Consideriamo<br />

l’analogo sistema {cn}n≥0 ove cn è data dalla formula cn(t) = π −1/2 cos nt per n = 1, 2, . . . e c0 è<br />

la funzione costante (2π) −1 . Allora valgono considerazioni analoghe: la chiusura del sottospazio generato<br />

dal sistema {cn} , cioè lo spazio V∞ da considerare ora, che naturalmente chiamiamo Vcos ,<br />

è incluso nel sottospazio Hp = {v ∈ H : v(−x) = v(x) q.o.} delle funzioni pari. D’altra parte<br />

l’unione dei due sistemi {sn} e {cn} è un sistema ancora ortogonale (come si verifica) e completo,<br />

non essendo altro che una versione reale del sistema {un} considerato nell’esempio precedente. Sia<br />

ora u ∈ H ad arbitrio. Scritta la (2.13) per u , riscritta la serie in termini <strong>di</strong> seni e coseni e separati<br />

i seni e i coseni in due serie, ve<strong>di</strong>amo che deve valere una decomposizione del tipo<br />

u =<br />

∞�<br />

∞�<br />

bnsn +<br />

n=1<br />

con certi coefficienti bn e an . Ciò mostra, in particolare, che H = Vsin + Vcos e, siccome i due<br />

sottospazi sono ortogonali, la somma è necessariamente <strong>di</strong>retta. Ma possiamo andare oltre. Infatti<br />

le due serie <strong>di</strong> Fourier <strong>di</strong> u rispetto ai due sistemi {sn} e {cn} costituiscono una decomposizione<br />

<strong>di</strong> u dello stesso tipo. Conclu<strong>di</strong>amo che le due serie sono proprio le serie <strong>di</strong> Fourier <strong>di</strong> u rispetto ai<br />

due sistemi (fatto che poteva essere controllato <strong>di</strong>rettamente, ma in modo laborioso, calcolandone<br />

davvero i coefficienti). Proseguiamo. Lo spazio H è anche somma (<strong>di</strong>retta) <strong>di</strong> Hd e Hp , dato<br />

che, per ogni u ∈ H , si ha<br />

n=0<br />

ancn<br />

u = ud + up ove ud(x) = 1<br />

2 (u(x) − u(−x)) e up(x) = 1<br />

(u(x) + u(−x))<br />

2<br />

e, come è ovvio, ud ∈ Hd e up ∈ Hp . Combinando ciò con le inclusioni Vsin ⊆ Hd e Vcos ⊆ Hp ,<br />

conclu<strong>di</strong>amo che Vsin = Hd e Vcos = Hp e che i due adden<strong>di</strong> <strong>di</strong> ciascuna delle due decomposizioni<br />

<strong>di</strong> u sono le proiezioni <strong>di</strong> u su tali sottospazi.<br />

2.19. Osservazione. Se gli esempi precedenti sono importanti e storici, dobbiamo sottolineare<br />

che la teoria astratta delle serie <strong>di</strong> Fourier ha una vasta gamma <strong>di</strong> applicazioni in svariate <strong>di</strong>rezioni,<br />

ad esempio nella teoria delle equazioni a derivate parziali <strong>di</strong> tipo ellittico nei domini limitati, in<br />

quanto i sistemi <strong>di</strong> autofunzioni associate agli operatori <strong>di</strong>fferenziali <strong>di</strong> una vasta classe sono sistemi<br />

ortonormali completi nello spazio L 2 (Ω) .<br />

Terminiamo il paragrafo con qualche risultato collaterale, fra cui un importante teorema <strong>di</strong><br />

isomorfismo. Ricor<strong>di</strong>amo che uno spazio topologico è separabile quando contiene un sottoinsieme<br />

al più numerabile denso. Tale insieme è necessariamente infinito, dunque numerabile, se lo spazio<br />

topologico considerato è uno spazio <strong>di</strong> Hilbert non ridotto allo zero. La nozione <strong>di</strong> separabilità verrà<br />

<strong>di</strong>scussa con un certo dettaglio successivamente e <strong>di</strong>mostreremo, in particolare, che sono separabili<br />

gli spazi L 2 (Ω) e H k (Ω) qualunque sia l’aperto Ω ⊆ R d .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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