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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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In particolare vale la <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Bessel<br />

∞�<br />

n=1<br />

e, per ogni u ∈ H , le tre con<strong>di</strong>zioni<br />

i) u =<br />

Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

�Pnu� 2 ≤ �u� 2 per ogni u ∈ H (2.7)<br />

∞�<br />

Pnu, ii)<br />

n=1<br />

∞�<br />

n=1<br />

�Pnu� 2 = �u� 2 , iii) u ∈ V∞ (2.8)<br />

sono equivalenti. Infine, per ogni u ∈ H , la (2.6) è l’unica decomposizione <strong>di</strong> u nella forma<br />

u = � ∞<br />

n=1 un + u⊥ con un ∈ Vn per ogni n e u⊥ ∈ V ⊥ ∞ .<br />

Dimostrazione. Per ogni n denotiamo con V n il sottospazio generato dall’unione dei sottospazi Vk ,<br />

k = 1, . . . , n . Esso è chiuso per il Teorema 2.8. Denotiamo inoltre con P n l’operatore <strong>di</strong> proiezione su V n .<br />

Possiamo allora applicare la Proposizione 2.9 alla successione {V n } . Osservato che V∞ è anche la chiusura<br />

del sottospazio generato dall’unione dei V n e combinando con il Teorema 2.8, otteniamo per ogni u ∈ H<br />

P∞u = lim<br />

n→∞ P n u = lim<br />

n→∞<br />

k=1<br />

n�<br />

∞�<br />

Pku = Pnu.<br />

Allora le (2.6) seguono dai Teoremi 2.6 e 2.8 e dalla Proposizione 2.5. I due punti successivi dell’enunciato<br />

si verificano poi imme<strong>di</strong>atamente: la (2.7) è ovvia conseguenza della seconda delle (2.6) e l’equivalenza<br />

delle (2.8) è chiara in quanto ciascuna <strong>di</strong> esse equivale a P⊥u = 0 . Conclu<strong>di</strong>amo verificando l’unicità<br />

della decomposizione. Con le notazioni dell’enunciato, il vettore � ∞<br />

n=1 un appartiene a V∞ , per cui, per il<br />

Teorema 2.6, esso è la proiezione P u <strong>di</strong> u su tale spazio. Per lo stesso teorema u⊥ = P⊥u . Fissiamo ora<br />

m ≥ 1 . Siccome Pm è lineare e continuo, tenendo conto del Lemma 2.7 deduciamo che<br />

∞� ∞�<br />

Pmu = PmP u = Pm un =<br />

n=1<br />

n=1<br />

n=1<br />

Pmun = um<br />

dato che, per n �= m , Vm ⊆ V ⊥ n per cui Pmun = 0 . Ciò conclude la <strong>di</strong>mostrazione.<br />

2.11. Osservazione. Nel caso particolare in cui l’unione dei Vn è densa, si ha V∞ = H e<br />

V ⊥ ∞ = {0} . Allora le proiezioni su V ⊥ ∞ sono sistematicamente nulle e si usa condensare questo<br />

fatto nella scrittura<br />

H =<br />

∞�<br />

n=1<br />

e <strong>di</strong>re che H è la somma hilbertiana della successione {Vn} . Si noti che, nelle con<strong>di</strong>zioni dette,<br />

le i) e ii) della (2.8) valgono per ogni u ∈ H .<br />

Ora specializziamo la scelta dei sottospazi Vn nel teorema precedente: pren<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>m Vn = 1<br />

per ogni n . Conviene allora assegnare ciascuno dei Vn me<strong>di</strong>ante un generatore un . Abbiamo<br />

pertanto un �= 0 per ogni n e (un, um) = 0 per m �= n . Possiamo anche normalizzare tutto e<br />

richiedere �un� = 1 per ogni n . Tenendo conto dell’Esempio 1.13, il risultato che <strong>di</strong>amo dopo la<br />

definizione che segue è un banale corollario del Teorema 2.10 e non necessita <strong>di</strong> alcuna <strong>di</strong>mostrazione.<br />

2.12. Definizione. Siano H uno spazio <strong>di</strong> Hilbert e {un} una successione <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> H .<br />

Diciamo che essa è ortonormale quando (un, um) = 0 per m �= n e �un� = 1 per ogni n .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

Vn<br />

(2.9)<br />

77

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