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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Dimostrazione. Dimostriamo subito l’ultima parte dell’enunciato. Abbiamo<br />

a(u1, u1 − v) ≤ 〈f1, u1 − v〉 e a(u2, u2 − v) ≤ 〈f2, u2 − v〉 per ogni v ∈ C .<br />

Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />

prendendo v = u2 nella prima e v = u1 nella seconda, sommando poi membro a membro e utilizzando<br />

l’ipotesi (1.7) <strong>di</strong> coercività otteniamo<br />

α�u1 − u2� 2 ≤ a(u1 − u2, u1 − u2) ≤ 〈f1 − f2, u1 − u2〉 ≤ �f1 − f2�∗ �u1 − u2�<br />

e la <strong>di</strong>suguaglianza richiesta segue imme<strong>di</strong>atamente. Notiamo che da qui seguirebbe facilmente anche un<br />

risultato <strong>di</strong> unicità, per cui resterebbe da <strong>di</strong>mostrare solo l’esistenza della soluzione. Tuttavia il metodo<br />

che utilizziamo, che ricalca nei limite del possibile la <strong>di</strong>mostrazione che abbiamo dato del Teorema <strong>di</strong> Lax-<br />

Milgram, <strong>di</strong>mostra contemporaneamente esistenza e unicità. Seguiamo le notazioni della <strong>di</strong>mostrazione citata<br />

e introduciamo le parti simmetrica e antisimmetrica <strong>di</strong> a e la famiglia <strong>di</strong> forme at <strong>di</strong>pendenti dal parametro<br />

reale t . Ancora valgono le (1.10). Mo<strong>di</strong>fichiamo il problema (1.9) come segue<br />

per ogni f ∈ H ∗ esiste uno e un solo u ∈ C tale che at(u, u − v) ≤ 〈f, u − v〉 per ogni v ∈ C (1.22)<br />

e denotiamo con T l’insieme dei t ∈ R tali che l’affermazione (1.22) è vera. Ancora la tesi equivale al<br />

fatto che 1 ∈ T e noi <strong>di</strong>mostriamo, come nel caso del Teorema <strong>di</strong> Lax-Milgram, che T = R verificando<br />

che: i) 0 appartiene a T ; ii) se δ = α/(2M) , per ogni t0 ∈ T , vale l’inclusione [t0 − δ, t0 + δ] ⊆ T .<br />

Ora, però, il punto i) è un poco più delicato. Fissato f ∈ H ∗ , applichiamo il Corollario 1.23 alla forma<br />

simmetrica a0 : troviamo z ∈ H tale che a0(z, v) = 〈f, v〉 per ogni v ∈ H . Quin<strong>di</strong> il problema da risolvere<br />

può essere riscritto nella forma equivalente<br />

u ∈ C e a0(u, u − v) ≤ a0(z, u − v) per ogni v ∈ C<br />

nella quale si riconosce il problema della proiezione <strong>di</strong> z sul convesso C , proiezione nel senso del nuovo<br />

prodotto scalare a0 . Applicando dunque il Teorema 1.1, deduciamo che 0 ∈ T . Passiamo a ii) e supponiamo<br />

t0 ∈ T . Ancora presentiamo la (1.22) per t generico come un problema <strong>di</strong> punto fisso che fa<br />

intervenire la forma at0 . Fissato dunque f0 ∈ H ∗ , dobbiamo trovare u verificante<br />

u ∈ C e at0 (u, u − v) ≤ 〈f0, u − v〉 + (t0 − t) b(u, u − v) per ogni v ∈ C . (1.23)<br />

Per u ∈ H fissato, consideriamo il problema ausiliario <strong>di</strong> trovare w ∈ C verificante<br />

w ∈ C e at0 (w, u − v) ≤ 〈f0, u − v〉 + (t0 − t) b(u, u − v) per ogni v ∈ C .<br />

Troviamo una e una sola soluzione w in quanto t0 ∈ T e il problema ha la forma<br />

w ∈ C e at0(w, u − v) ≤ 〈f, u − v〉 per ogni v ∈ C ove f : v ↦→ 〈f0, v〉 + (t0 − t) b(u, v)<br />

e f ∈ H ∗ . Ancora l’applicazione F : H → H che a ogni u ∈ H associa tale soluzione consente <strong>di</strong> vedere<br />

la (1.23) come l’equazione F(u) = u . Controlliamo che, con la scelta annunciata <strong>di</strong> δ , F è una contrazione<br />

in H . Siano u1, u2 ∈ H . Poniamo per como<strong>di</strong>tà wi = F(ui) per i = 1, 2 . Scrivendo tali posizioni,<br />

scegliendo v = u2 nella prima e v = u1 nella seconda, sommando poi membro a membro e utilizzando la<br />

coercività come abbiamo fatto all’inizio, otteniamo<br />

α�w1 − w2� 2 ≤ at0 (w1 − w2, w1 − w2) ≤ |t0 − t| |b(u1 − u2, w1 − w2)| ≤ |t0 − t| M �u1 − u2� �w1 − w2�.<br />

Dunque �F(u1) − F(u2)� ≤ (M|t0 − t|/α) �u1 − u2� e possiamo applicare il Teorema delle contrazioni se,<br />

appunto, |t − t0| ≤ δ con δ = α/(2M) .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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