G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Spazi <strong>di</strong> Hilbert<br />
Notiamo che nella (1.13) si ha una <strong>di</strong>versa ripartizione fra parte principale (la prima somma)<br />
e termini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne inferiore rispetto alla prima delle (1.12).<br />
Nel caso più elementare in cui d = 1 , i coefficienti sono costanti (con A non nullo) e f = 0<br />
un’equazione <strong>di</strong> tipo (1.12) o (1.13) non ha soluzione unica: la soluzione, infatti, <strong>di</strong>pende da due<br />
parametri arbitrari. In generale, cioè in <strong>di</strong>mensione qualunque, a una delle equazioni precedenti<br />
vanno affiancate con<strong>di</strong>zioni ulteriori se si vuole avere la speranza <strong>di</strong> ottenere un problema ben posto<br />
in qualche classe funzionale. La più semplice <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni aggiuntive è la cosiddetta con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> Dirichlet, che consiste nell’assegnare i valori che u deve avere nei punti del bordo ∂Ω . Più<br />
in generale, se si vuole sperare in un problema ben posto, occorre assegnare una con<strong>di</strong>zione su<br />
u in ogni punto del bordo. In particolare, nel caso mono<strong>di</strong>mensionale in cui Ω sia un intervallo<br />
limitato, va assegnata una con<strong>di</strong>zione in ciascuno dei due estremi. Il sistema che si ottiene abbinando<br />
l’equazione alla con<strong>di</strong>zione al bordo è detto problema ai limiti per l’equazione considerata. Nel caso<br />
della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dirichlet si parla <strong>di</strong> problema <strong>di</strong> Dirichlet, omogeneo o non omogeneo a seconda<br />
che all’incognita si impongano valori al bordo nulli o generici, per l’equazione alle derivate parziali<br />
considerata. Tuttavia l’applicazione del Teorema <strong>di</strong> Lax-Milgram consiste nello stu<strong>di</strong>o, piuttosto<br />
che <strong>di</strong> un problema ai limiti per l’equazione (1.12), <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong>verso, anche se in qualche<br />
modo collegato a quello, detto <strong>di</strong> tipo variazionale.<br />
Si considerino la forma bilineare a : H × H → R e il funzionale lineare F : H → R definiti<br />
dalle formule<br />
�<br />
a(u, v) =<br />
Ω<br />
�<br />
�<br />
�<br />
(A∇u)·∇v dx+ ∇u·bv dx+ cuv dx e F (v) = fv dx per u, v ∈ H (1.14)<br />
Ω<br />
Ω<br />
Ω<br />
ove H = H 1 (Ω) o un suo sottospazio chiuso e f ∈ L 2 (Ω) è fissata. La forma e il funzionale sono<br />
ben definiti grazie alle ipotesi fatte sui coefficienti e alla <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Hölder (Esercizio I.5.20).<br />
Per lo stesso motivo entrambi sono continui. Notiamo che a è una forma simmetrica se A è<br />
una matrice simmetrica e b = 0 , mentre non lo è nel caso generale. Cerchiamo con<strong>di</strong>zioni sui<br />
coefficienti perché essa sia coerciva. La richiesta naturale perché la sua parte principale (il primo<br />
degli integrali) domini il quadrato della seminorma | · |1,2 <strong>di</strong> H = H 1 (Ω) è la cosiddetta con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> ellitticità uniforme seguente<br />
esiste α > 0 tale che (A(x)ξ) · ξ ≥ α|ξ| 2 per ogni ξ ∈ R d e q.o. x ∈ Ω . (1.15)<br />
In tali con<strong>di</strong>zioni abbiamo infatti per ogni v ∈ H<br />
(A∇v) · ∇v ≥ α|∇v| 2 �<br />
q.o. in Ω , da cui<br />
Ω<br />
�<br />
(A∇v) · ∇v dx ≥ α |∇v|<br />
Ω<br />
2 dx = α|v| 2 1,2 .<br />
Allora, se b = 0 e inf c = δ > 0 (estremo inferiore essenziale), deduciamo che<br />
a(v, v) ≥ α|v| 2 1,2 + δ�v� 2 2 ≥ min{α, δ}�v� 2 1,2 per ogni v ∈ H<br />
e a è coerciva. Nel caso in cui b �= 0 , senza pretendere nulla <strong>di</strong> ottimale, abbiamo per ogni ε > 0<br />
��<br />
�<br />
�<br />
�<br />
� ∇v · bv dx<br />
Ω<br />
e quin<strong>di</strong> riunendo tutto deduciamo che<br />
� ≤ �∇v�2 �b�∞ �v�2 = ε|v|1,2 ε −1 �b�∞ �v�2 ≤ ε 2 |v| 2 1,2 + ε −2 �b� 2 ∞ �v� 2 2<br />
a(v, v) ≥ (α − ε 2 )|v| 2 1,2 + (inf c − ε −2 �b� 2 ∞)�v� 2 2 .<br />
Prendendo ad esempio ε = (α/2) 1/2 e supponendo c − (2/α)�b� 2 ∞ ≥ δ > 0 , conclu<strong>di</strong>amo che<br />
<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />
a(v, v) ≥ min{α/2, δ}�v� 2 1,2 per ogni v ∈ H .<br />
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