G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 4<br />
1.19. Esercizio. Siano H = ℓ 2 e V0 il suo sottospazio costituito dalle successioni {xn} tali<br />
che xn = 0 per ogni n pari. Verificare che V0 è chiuso e determinare l’operatore <strong>di</strong> proiezione<br />
su V0 .<br />
1.20. Esercizio. Siano H uno spazio <strong>di</strong> Hilbert reale e P ∈ Hom(H; H) tale che P 2 = P e<br />
verificante la con<strong>di</strong>zione seguente <strong>di</strong> simmetria: (P x, y) = (x, P y) per ogni x, y ∈ H . Si <strong>di</strong>mostri<br />
che l’immagine R(P ) è un sottospazio chiuso e che P coincide con l’operatore <strong>di</strong> proiezione<br />
ortogonale su R(P ) . Si consiglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare prima che �P x� ≤ �x� per ogni x ∈ H . Viceversa,<br />
si verifichi che, se P è l’operatore <strong>di</strong> proiezione ortogonale su un qualunque sottospazio chiuso <strong>di</strong> H ,<br />
allora P verifica tutte le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui sopra.<br />
Il Teorema delle proiezioni, come si è detto, è importante. Una sua applicazione fondamentale è<br />
il successivo Teorema <strong>di</strong> Riesz che fornisce una rappresentazione del duale <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> Hilbert.<br />
1.21. Teorema (<strong>di</strong> rappresentazione <strong>di</strong> Riesz). Sia H uno spazio <strong>di</strong> Hilbert. Allora per<br />
ogni f ∈ H ∗ esiste uno e un solo y ∈ H tale che<br />
Inoltre �y� = �f�∗ .<br />
(x, y) = 〈f, x〉 per ogni x ∈ H . (1.4)<br />
Dimostrazione. Per quanto riguarda l’esistenza, osserviamo che possiamo prendere y = 0 se f = 0 .<br />
Supponiamo dunque f �= 0 . Per intuire la <strong>di</strong>rezione da prendere supponiamo che y verifichi la (1.4): allora<br />
y è ortogonale a tutti i vettori del nucleo <strong>di</strong> f . Consideriamo pertanto il nucleo N <strong>di</strong> f e cerchiamo <strong>di</strong><br />
costruire y ortogonale a tutti gli elementi <strong>di</strong> N che verifichi la (1.4). Innanzi tutto, N è un sottospazio<br />
chiuso (in quanto f è lineare e continuo) <strong>di</strong>verso da H per ipotesi. Possiamo allora fissare z ∈ H tale che<br />
z �∈ N e prendere la proiezione z0 <strong>di</strong> z su N . Siccome z0 ∈ N e z �∈ N , abbiamo z0 �= z e cerchiamo y<br />
fra i multipli del vettore non nullo z −z0 , che è ortogonale a tutti gli elementi <strong>di</strong> N . Poniamo per como<strong>di</strong>tà<br />
e0 =<br />
z − z0<br />
�z − z0�<br />
e yλ = λe0 per λ ∈ K<br />
e cerchiamo <strong>di</strong> determinare λ ∈ K in modo che y = yλ verifichi la (1.4). Supponiamo dapprima x ∈ N .<br />
Allora, per ogni λ e con ovvia scelta dello scalare cλ , si ha (x, yλ) = cλ(x, z − z0) = 0 , per definizione<br />
<strong>di</strong> z0 . D’altra parte 〈f, x〉 = 0 . Dunque (x, yλ) = 〈f, x〉 per ogni λ . Supponiamo ora x ∈ span{e0} , cioè<br />
x = ke0 per un certo k ∈ K . Allora<br />
(x, yλ) = kλ (e0, e0) = kλ e 〈f, x〉 = k〈f, e0〉.<br />
Pren<strong>di</strong>amo pertanto λ = 〈f, e0〉 e mostriamo che, con tale scelta <strong>di</strong> λ , il punto y = yλ verifica la (1.4) per<br />
ogni x ∈ H e non solo per le scelte particolari <strong>di</strong> x appena fatte. A tale scopo osserviamo che λ �= 0 dato<br />
che 〈f, e0〉 = �z − z0� −1 〈f, z − z0〉 = �z − z0� −1 〈f, z〉 �= 0 . Dunque, se x ∈ H , sono ben definiti i vettori<br />
u = (〈f, x〉/λ) e0 e v = x − u . Allora u ∈ span{e0} , ovviamente, e v ∈ N in quanto 〈f, u〉 = 〈f, x〉 per<br />
come sono stati scelti λ e u . Segue (u, y) = 〈f, u〉 e (v, y) = 〈f, v〉 per quanto visto sopra. Dunque<br />
(x, y) = (u + v, y) = (u, y) + (v, y) = 〈f, u〉 + 〈f, v〉 = 〈f, u + v〉 = 〈f, x〉.<br />
Ciò conclude la <strong>di</strong>mostrazione dell’esistenza. Dimostriamo ora l’uguaglianza �y� = �f�∗ e deduciamone<br />
l’unicità. Se y verifica la (1.4), si ha |〈f, x〉| = |(x, y)| ≤ �y� �x� per ogni x ∈ H , da cui �f�∗ ≤ �y� . Ma<br />
si ha anche, in particolare, �y� 2 = (y, y) = 〈f, y〉 ≤ �f�∗ �y� , da cui �y� ≤ �f�∗ . Segue �y� = �f�∗ per<br />
tutti gli y verificanti la (1.4). Ciò implica unicità quando f = 0 , dunque per ogni f ∈ H ∗ per linearità.<br />
1.22. Osservazione. Ripren<strong>di</strong>amo l’Esempio III.3.2. La formula<br />
〈Ry, x〉 = (x, y) per ogni x, y ∈ H (1.5)<br />
effettivamente definisce un’applicazione R : H → H ∗ (il che giustifica a posteriori l’uso del prodotto<br />
<strong>di</strong> dualità) che chiamiamo mappa <strong>di</strong> Riesz dello spazio H . Il Teorema <strong>di</strong> Riesz afferma che R è<br />
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Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>