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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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2. Lo spazio duale<br />

Operatori e funzionali<br />

Lo spazio duale dello spazio normato V si ottiene specializzando lo spazio L(V ; W ) e prendendo<br />

come W lo spazio K degli scalari.<br />

2.1. Definizione. Se (V, � · �) è uno spazio normato, lo spazio V ∗ = L(V ; K) si chiama duale<br />

<strong>di</strong> V . La norma � · �∗ = � · � L(V ;K) si chiama norma duale della norma � · � .<br />

Va detto che le notazioni possono variare. Spesso il duale <strong>di</strong> V è denotato con V ′ e alcuni<br />

usano il simbolo V ∗ per denotare il duale algebrico <strong>di</strong> V , cioè lo spazio Hom(V ; K) .<br />

2.2. Osservazione. Per f ∈ V ∗ abbiamo dunque<br />

�f�∗ = sup<br />

x∈V \{0}<br />

|f(x)|<br />

�x�<br />

= inf{M ≥ 0 : |f(x)| ≤ M�x� per ogni x ∈ V }<br />

(e potremmo continuare con una catena <strong>di</strong> uguaglianze in accordo con la Proposizione 1.1). Osserviamo<br />

inoltre che l’estremo inferiore che compare nella formula precedente è, <strong>di</strong> fatto, un minimo.<br />

Notiamo poi che, nel caso degli spazi reali, il modulo è superfluo: infatti uno dei due numeri reali<br />

f(±x) = ±f(x) è non negativo e �−x� = �x� . Collegandoci infine all’Osservazione 1.18, se<br />

f è definito solo su un sottospazio D(L) ed è lineare e continuo (rispetto alla topologia indotta<br />

da V su D(L) ) la sua norma �f�∗ è la minima delle costanti M che verificano, ad esempio,<br />

|f(x)| ≤ M�x� per ogni x ∈ D(L) . La notazione �f�∗ non è in questo caso ambigua, dato che<br />

il dominio <strong>di</strong> f è parte essenziale del funzionale f stesso. In particolare, se F è un’estensione<br />

<strong>di</strong> F , ha senso confrontare �f�∗ con �F �∗ e si vede subito che �F �∗ ≥ �f�∗ .<br />

Tuttavia, se f ∈ V ∗ e x ∈ V , si preferisce sostituire il simbolo f(x) con uno <strong>di</strong>verso. Osservato<br />

che l’applicazione (f, x) ↦→ f(x) <strong>di</strong> V ∗ × V in K è una forma bilineare, <strong>di</strong>amo la seguente<br />

2.3. Definizione. Siano V uno spazio normato e V ∗ il suo duale. La forma bilineare su V ∗ ×V<br />

che a ogni (f, x) ∈ V ∗ × V associa f(x) si chiama dualità fra V ∗ e V e si denota con uno dei<br />

due simboli 〈 · , · 〉 o V ∗〈 · , · 〉V .<br />

2.4. Osservazione. Abbiamo dunque<br />

〈f, x〉 = f(x) e |〈f, x〉| ≤ �f�∗�x� per ogni x ∈ V e f ∈ V ∗ (2.1)<br />

dato che la definizione <strong>di</strong> �f�∗ si riscrive come<br />

�f�∗ = sup<br />

x∈V \{0}<br />

|〈f, x〉|<br />

�x�<br />

= inf{M ≥ 0 : |〈f, x〉| ≤ M�x� per ogni x ∈ V }<br />

(e potremmo continuare. . . ) il modulo essendo superfluo nel caso degli spazi reali.<br />

Come ovvio corollario del Teorema 1.20 abbiamo l’importante risultato seguente:<br />

2.5. Teorema. Il duale <strong>di</strong> ogni spazio normato è uno spazio <strong>di</strong> Banach.<br />

2.6. Osservazione. Nel caso <strong>di</strong> uno spazio normato complesso V si può considerare anche il<br />

cosiddetto antiduale <strong>di</strong> V : esso è lo spazio dei funzionali f : V → C antilineari e continui.<br />

Tutto quanto abbiamo detto per il duale si potrebbe allora ripetere per l’antiduale, ma preferiamo<br />

semplicemente notare che un funzionale f : V → C appartiene all’antiduale se e solo se il funzionale<br />

f : V → C definito da x ↦→ f(x) appartiene al duale.<br />

2.7. Osservazione. Se V è uno spazio vettoriale e � · � ′ e � · � ′′ sono due norme in V <strong>di</strong>verse<br />

ma equivalenti, allora i due spazi duali che si ottengono a partire dai due spazi normati sono lo stesso<br />

spazio vettoriale V ∗ . Infatti il concetto <strong>di</strong> funzionale f : V → K lineare e continuo è lo stesso<br />

nei due casi. Gli spazi normati che si ottengono prendendo in V ∗ le corrispondenti norme duali<br />

� · � ′ ∗ e � · � ′′<br />

∗ , invece, sono <strong>di</strong>versi, dato che <strong>di</strong>verse saranno le norme duali. Queste, tuttavia, sono<br />

equivalenti, per cui in V ∗ si ha la stessa topologia. Se, infatti, c1 e c2 verificano le <strong>di</strong>suguaglianze<br />

�x� ′ ≤ c1�x� ′′ e �x� ′′ ≤ c2�x� ′ per ogni x ∈ V , si ha anche �f� ′′<br />

∗ ≤ c1�f� ′ ∗ e �f� ′ ∗ ≤ c2�f� ′′<br />

∗ per<br />

ogni f ∈ V ∗ .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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