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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 2<br />

tale affermazione sviluppando la traccia seguente. Fissati la funzione u ∈ C 0 [0, 1] e ε > 0 , si<br />

prolunghi u a una funzione w ∈ C 0 (−1, 2) a supporto compatto. Si regolarizzi w (imitando<br />

quanto è stato suggerito per la (3.3)) ottenendo wε ∈ C ∞ c (−1, 2) tale che �w − wε�∞ ≤ ε , ove la<br />

norma è intesa relativamente all’intervallo [−1, 2] . Si sviluppi il prolungamento 3 -perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> wε<br />

in serie <strong>di</strong> Fourier rispetto al sistema {e 2πni(x+1)/3 }n∈Z (ottenuto adeguando il sistema standard<br />

alla situazione) e si applichi la teoria classica per dedurre che la serie converge uniformemente in R<br />

a wε . Detta s n ε la ridotta n -esima, si scelga n tale che �s n ε − wε�∞ ≤ ε , ove ora la norma è<br />

intesa relativamente all’intervallo [0, 1] . Si sviluppi s n ε in serie <strong>di</strong> Taylor. Si controlli che la serie<br />

converge uniformemente in ogni intervallo limitato e come polinomio Pε si prenda una ridotta tale<br />

che �Pε − s n ε �∞ ≤ ε . Si concluda che la restrizione uε = Pε| [0,1] verifica �uε − u�∞ ≤ 3ε .<br />

3.7. Esercizio. Si determini la chiusura in C 0 [0, 1] , rispetto alla norma del massimo, del sottospazio<br />

costituito dalle funzioni v ∈ C ∞ [0, 1] verificanti v(0) = v(1) e v ′ (1) = 0 .<br />

3.8. Esempio. Sia V = C 0 [0, 1] munito della norma � · �2 come descritto nell’Esempio I.3.18.<br />

Nemmeno questo spazio è completo. In questo caso, però, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avveniva negli<br />

esempi precedenti, non abbiamo a <strong>di</strong>sposizione uno spazio completo <strong>di</strong> cui V sia sottospazio e<br />

non possiamo procedere per chiusure. Un completamento � V , cioè, è uno spazio nuovo e V resta<br />

immerso in � V solo se si effettua un’identificazione. Come � V pren<strong>di</strong>amo L 2 (0, 1) con l’usuale<br />

norma � · �2 e ve<strong>di</strong>amo V non come sottospazio denso ma come spazio isometricamente isomorfo<br />

a un sottospazio denso. L’applicazione lineare isometrica I : V → � V si ottiene come segue: per<br />

v ∈ V denotiamo con Iv la classe <strong>di</strong> funzioni misurabili che ha v come rappresentante. Allora I<br />

è un’isometria e I(V ) è denso (si veda l’esempio successivo) in � V . Fatta questa operazione, poi,<br />

si interpreta I come identificazione e si scrive comunemente C 0 [0, 1] ⊂ L 2 (0, 1) .<br />

3.9. Esempio. Siano Ω un aperto limitato <strong>di</strong> R d e p ∈ [1, +∞] . Consideriamo lo spazio<br />

C ∞ c (Ω) (ve<strong>di</strong> Definizione I.5.50) costituito dalle funzioni v <strong>di</strong> classe C ∞ in Ω a supporto compatto.<br />

Se consideriamo la norma � · �p non otteniamo uno spazio completo e la struttura del<br />

completamento è essenzialmente <strong>di</strong>versa nei due casi p < +∞ e p = +∞ . Nel primo caso come<br />

completamento possiamo prendere L p (Ω) , e abbiamo una situazione analoga a quella dell’esempio<br />

precedente: ogni v ∈ C ∞ c (Ω) viene identificata alla classe <strong>di</strong> funzioni misurabili che la contiene. Il<br />

fatto che L p (Ω) sia un completamento equivale allora all’affermazione:<br />

C ∞ c (Ω) è denso in L p (Ω) per 1 ≤ p < +∞ . (3.4)<br />

Ciò è vero per ogni aperto Ω <strong>di</strong> R d , limitato o meno, e può essere <strong>di</strong>mostrato in vari mo<strong>di</strong>. Noi lo<br />

<strong>di</strong>mostreremo successivamente utilizzando il Teorema <strong>di</strong> Hahn-Banach. Nel caso p = +∞ abbiamo<br />

invece uno spazio ambiente già pronto, lo spazio C 0 (Ω) , e il completamento richiesto è la chiusura<br />

in tale spazio. Si può <strong>di</strong>mostrare che questa è costituita dalle funzioni continue nulle al bordo,<br />

ovvero uniformemente continue e infinitesime nei punti del bordo.<br />

3.10. Esercizio. Per p ∈ [1, +∞] , si determini la chiusura in L p (0, 1) del sottospazio costituito<br />

dalle funzioni v ∈ C ∞ [0, 1] verificanti v(0) = v(1) e v ′ (1) = 0 .<br />

3.11. Esercizio. Sia V lo spazio delle successioni x = {xn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> K che si annullano a<br />

partire da un certo in<strong>di</strong>ce (variabile con la successione considerata). Si prenda la norma �x� = �x�p<br />

con p ∈ [1, +∞] fissato. Si determini un completamento.<br />

3.12. Esercizio. Si determini la chiusura <strong>di</strong> ℓ 1 in ℓ ∞ .<br />

3.13. Esercizio. Si <strong>di</strong>mostri ricorrendo a meto<strong>di</strong> elementari che, se µ(Ω) < +∞ , lo spazio<br />

L ∞ (Ω) è incluso e denso in L p (Ω) per ogni p ≥ 1 . Per ogni u ∈ L p (Ω) si costruisca esplicitamente<br />

una successione {un} costituita da funzioni limitate convergente a u nella norma � · �p .<br />

3.14. Esercizio. Sia p ∈ [1, +∞] e sia V lo spazio delle successioni x = {xn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong><br />

K tali che {nxn} ∈ ℓ p . Si trovi: i) una norma che rende V completo; ii) un completamento <strong>di</strong><br />

V rispetto all’usuale norma <strong>di</strong> ℓ p .<br />

42<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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