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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 2<br />

3. Completamenti <strong>di</strong> spazi metrici, normati, prehilbertiani<br />

Siccome la completezza è importante, è bene possedere un risultato generale <strong>di</strong> completamento.<br />

Il teorema che segue comprende i tre casi degli spazi metrici, degli spazi normati, degli spazi<br />

prehilbertiani.<br />

3.1. Definizione. Un completamento <strong>di</strong> uno spazio metrico è uno spazio metrico completo che<br />

contiene un sottoinsieme denso che è isometrico allo spazio dato. Un completamento <strong>di</strong> uno spazio<br />

normato è uno spazio <strong>di</strong> Banach che contiene un sottospazio denso che è isometricamente isomorfo<br />

allo spazio dato.<br />

3.2. Teorema. Ogni spazio metrico (rispettivamente normato) ha almeno un completamento e<br />

due completamenti qualunque sono isometrici (rispettivamente, isometricamente isomorfi). Inoltre<br />

ogni completamento <strong>di</strong> uno spazio prehilbertiano è uno spazio <strong>di</strong> Hilbert.<br />

Dimostrazione. Iniziamo dal caso degli spazi metrici. In vista del caso degli spazi normati, usiamo<br />

già la notazione usuale V per denotare lo spazio, anche se V non possiede alcuna struttura vettoriale.<br />

Naturalmente d denota la metrica. L’idea è la seguente. Se V è proprio un sottoinsieme denso <strong>di</strong> � V e<br />

quest’ultimo è completo, gli elementi <strong>di</strong> �x ∈ � V sono limiti <strong>di</strong> successioni {xn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> V , cioè <strong>di</strong><br />

successioni <strong>di</strong> Cauchy in V , e, viceversa, ogni successione <strong>di</strong> Cauchy in V converge in � V . Inoltre due<br />

<strong>di</strong> tali successioni, <strong>di</strong>ciamo {xn} e {yn} , convergono allo stesso punto <strong>di</strong> � V se e solo se la successione<br />

{d(xn, yn)} delle <strong>di</strong>stanze è infinitesima. Dunque gli elementi <strong>di</strong> � V sono biunivocamente associati alle<br />

classi <strong>di</strong> equivalenza <strong>di</strong> successioni <strong>di</strong> Cauchy in V , l’equivalenza essendo quella delle <strong>di</strong>stanze infinitesime.<br />

Realizziamo ora questa idea a partire dal generico spazio metrico (V, d) , senza ovviamente ipotizzare già<br />

l’esistenza <strong>di</strong> un completamento.<br />

Denotiamo con C l’insieme <strong>di</strong> tutte le successioni <strong>di</strong> Cauchy in V e, per {xn}, {yn} ∈ C , <strong>di</strong>ciamo che<br />

{xn} ∼ {yn} quando la successione {d(xn, yn)} delle <strong>di</strong>stanze è infinitesima. Si vede imme<strong>di</strong>atamente che<br />

∼ è una relazione <strong>di</strong> equivalenza in C . Poniamo allora � V = C/∼ . Definiamo ora una metrica � d in � V<br />

come segue:<br />

�d(�x, �y) = lim<br />

n→∞ d(xn, yn) se �x, �y ∈ � V , {xn} ∈ �x e {yn} ∈ �y. (3.1)<br />

Dobbiamo verificare che: i) il limite limn→∞ d(xn, yn) esiste finito; ii) esso <strong>di</strong>pende solo da �x e �y e non<br />

dalle successioni <strong>di</strong> Cauchy che rappresentano tali classi. Visto ciò, la (3.1) è ben definita e potremo procedere<br />

nella <strong>di</strong>mostrazione. Osserviamo una volta per tutte che |d(x, y) − d(x ′ , y ′ )| ≤ d(x, x ′ ) + d(y, y ′ )<br />

per ogni quaterna <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> V , come si vede facilmente. Con le notazioni della (3.1) si ha allora<br />

|d(xn, yn) − d(xm, ym)| ≤ d(xn, xm) + d(yn, ym) . Siccome {xn}, {yn} appartengono a C , segue subito<br />

che la successione reale {d(xn, yn)} è <strong>di</strong> Cauchy, dunque convergente. Passando a ii) , siano {x ′ n} e {y ′ n}<br />

altri due rappresentanti <strong>di</strong> �x e <strong>di</strong> �y rispettivamente. Allora |d(x ′ n, y ′ n) − d(xn, yn)| ≤ d(x ′ n, xn) + d(y ′ n, yn)<br />

e il secondo membro è infinitesimo per definizione. Ciò prova ii) .<br />

Controllare che � d sia una metrica in � V non è <strong>di</strong>fficile, per cui passiamo al punto successivo: esiste<br />

un’isometria I <strong>di</strong> (V, d) in ( � V , � d) . Questa si costruisce facilmente: se x ∈ V denotiamo con Ix la classe<br />

<strong>di</strong> equivalenza della successione {xn} definita da xn = x per ogni n . Si verifica banalmente che I è<br />

un’isometria e ora mostriamo che I(V ) è denso in � V . A questo scopo osserviamo che<br />

se �x ∈ � V e {xn} ∈ �x allora {Ixn} converge a �x in � V . (3.2)<br />

Infatti, se si prendono rappresentanti ovvi <strong>di</strong> �x e <strong>di</strong> Ixn , si vede subito che � d(�x, Ixn) = limk→∞ d(xk, xn) .<br />

Segue allora che limn→∞ � d(�x, Ixn) = 0 esplicitando il fatto che {xn} è una successione <strong>di</strong> Cauchy in V .<br />

In particolare I(V ) è denso in � V . Passiamo all’ultimo punto: la completezza <strong>di</strong> ( � V , � d) . Sia dunque {�xn}<br />

una successione <strong>di</strong> Cauchy in tale spazio. Per la (3.2) possiamo trovare una successione {xn} <strong>di</strong> elementi<br />

<strong>di</strong> V tale che � d(�xn, Ixn) ≤ 1/n per ogni n . Siccome I è un’isometria e {�xn} è una successione <strong>di</strong> Cauchy<br />

in � V , segue facilmente che {xn} è una successione <strong>di</strong> Cauchy in V . Denotiamo allora con �x la classe <strong>di</strong><br />

{xn} e <strong>di</strong>mostriamo che {�xn} converge a �x in � V . Ma ciò segue subito dalle <strong>di</strong>suguaglianze<br />

40<br />

�d(�xn, �x) ≤ � d(�xn, Ixn) + � d(Ixn, �x) ≤ 1/n + � d(Ixn, �x)<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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