G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Norme e prodotti scalari<br />
del prodotto, un’altra scelta possibile è �(v, w)� = max{�v�V , �w�W } = |(�v�V , �w�W )| ∞ , ove<br />
|x|∞ è la “norma infinito” in R 2 . Questa, poi, è equivalente all’altra grazie al Teorema 3.20.<br />
In generale sono effettivamente norme in V × W tutte quelle costruite con una formula del tipo<br />
�(v, w)� = |(�v�V , �w�W )| ove | · | è una norma in R 2 che verifica la proprietà seguente: da<br />
0 ≤ xi ≤ yi per i = 1, 2 segue |x| ≤ |y| . Tutte queste norme, poi, sono fra loro equivalenti.<br />
Naturalmente, però, non vi è motivo perché esse siano indotte da prodotti scalari, anche nel caso<br />
in cui le norme originarie in V e W siano prehilbertiane. Infine, è ovvio che la costruzione degli<br />
spazi prodotto, intersezione e somma si estende senza <strong>di</strong>fficoltà alcuna al caso <strong>di</strong> un numero finito<br />
qualunque <strong>di</strong> spazi.<br />
6.5. Osservazione. Le norme definite dal Teorema 6.1 inducono nei vari spazi considerati esattamente<br />
le topologie che ognuno si aspetta. Ad esempio, nel caso i) , la topologia indotta è la<br />
topologia <strong>di</strong> V0 come sottospazio topologico dello spazio topologico V e, nel caso ii) , si ottiene<br />
la topologia prodotto delle due topologie <strong>di</strong> V e <strong>di</strong> W indotte dalle rispettive norme.<br />
6.6. Esercizio. Approfon<strong>di</strong>re l’osservazione precedente.<br />
6.7. Corollario. Ogni spazio normato è uno spazio vettoriale topologico.<br />
Dimostrazione. Dobbiamo verificare che le operazioni della struttura vettoriale definite sugli spazi<br />
prodotto adeguati sono continue. Siccome gli spazi prodotto sono essi stessi normati, possiamo procedere<br />
per successioni. Supponiamo che (xn, yn) → (x, y) nello spazio normato V × V . Allora xn → x e yn → y<br />
in V . Essendo �(xn + yn) − (x + y)� ≤ �xn − x� + �yn − y� , si deduce subito che xn + yn → x + y in V .<br />
Se poi (λn, xn) → (λ, x) in K × V , abbiamo che λn → λ in K e che xn → x in V . D’altra parte si ha<br />
�λnxn − λx� ≤ �λnxn − λnx� + �λnx − λx� = |λn| �xn − x� + |λn − λ| �x�<br />
e la successione {λn} è limitata. Dunque λnxn → λx in V .<br />
6.8. Osservazione. Per quanto riguarda il linguaggio vale un commento analogo a quello<br />
dell’Osservazione 3.7, dato che la frase corretta sarebbe: se (V, � · �) è uno spazio normato, la<br />
topologia indotta dalla norma rende V spazio vettoriale topologico. Infatti due norme equivalenti<br />
darebbero lo stesso spazio vettoriale topologico anche se <strong>di</strong>verse.<br />
6.9. Osservazione. Torniamo all’enunciato del Teorema 6.1, alcuni punti del quale richiedono<br />
l’esistenza <strong>di</strong> uno spazio vettoriale topologico nel quale gli spazi considerati sono inclusi con immersione<br />
continua. Nei casi concreti si riesce sempre a costruire un tale spazio. Ad esempio, se Ω è un<br />
aperto <strong>di</strong> Rd , si può munire lo spazio C0 (Ω) delle funzioni v : Ω → K continue <strong>di</strong> una topologia<br />
che lo rende spazio vettoriale topologico in modo che tutti gli spazi <strong>di</strong> funzioni regolari considerati<br />
negli esempi che abbiamo riportato siano inclusi in esso con immersione continua. Considerazioni<br />
analoghe valgono per lo spazio L 1 loc<br />
(Ω) delle funzioni misurabili che risultino integrabili su tutti<br />
i compatti inclusi in Ω : ognuno degli L p (Ω) vi viene immerso con continuità. Tuttavia queste<br />
topologie verranno introdotte molto più avanti, quando parleremo <strong>di</strong> spazi localmente convessi.<br />
<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />
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