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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Norme e prodotti scalari<br />

Supponiamo ora 1 ≤ p < q = +∞ . Fissato r ∈ (p, +∞) , definiamo v : Ω → R esattamente come sopra.<br />

Procedendo analogamente ve<strong>di</strong>amo che v ∈ Lp (Ω) . D’altra parte, essendo {µnk } infinitesima, la successione<br />

{µ −1/r<br />

nk } non è limitata, per cui v �∈ L∞ (Ω) .<br />

5.37. Osservazione. Sottolineiamo che i casi i) e iii) escludono che Ω sia l’unione <strong>di</strong> un<br />

numero finito <strong>di</strong> atomi. Inoltre, nel caso iii) e solo in quello, esiste una funzione u ∈ L ∞ (Ω) tale<br />

che �u�∞ = 1 e |u(x)| < 1 q.o. in Ω . Tale funzione, infatti, non può esistere nei casi i) e ii) ;<br />

d’altra parte, nel caso iii) , considerata una successione {ωn} <strong>di</strong> insiemi misurabili, <strong>di</strong> misura<br />

positiva e mutuamente <strong>di</strong>sgiunti (la cui esistenza è garantita nella <strong>di</strong>mostrazione), per sod<strong>di</strong>sfare<br />

quanto richiesto basta definire v : Ω → R me<strong>di</strong>ante le con<strong>di</strong>zioni seguenti: v(x) = 1 − 1/n se<br />

x ∈ ωn , ciò per n = 1, 2, . . . ; v(x) = 0 se x non appartiene ad alcuno degli ωn .<br />

Consideriamo ora spazi legati all’operazione <strong>di</strong> derivazione. Conviene introdurre una notazione.<br />

Sia Ω un aperto <strong>di</strong> R d . Se α = (α1, . . . , αd) è un vettore, detto multi-in<strong>di</strong>ce in questo contesto,<br />

con componenti intere non negative poniamo<br />

|α| =<br />

d�<br />

αi e D α =<br />

i=1<br />

∂x α1<br />

1<br />

∂ |α|<br />

. . . ∂xαd<br />

d<br />

. (5.18)<br />

Notiamo che la notazione D α v è sensata se v è una funzione regolare, in modo che l’or<strong>di</strong>ne delle<br />

derivazioni sia inessenziale.<br />

5.38. Esempio (funzioni <strong>di</strong>fferenziabili con continuità). Siano Ω un aperto limitato <strong>di</strong><br />

R d e k un intero non negativo. Ricordando l’Esempio 5.5, poniamo<br />

C k (Ω) = {v : Ω → K <strong>di</strong> classe C k } e C k (Ω) = {v ∈ C k (Ω) : D α v ∈ C 0 (Ω) per |α| ≤ k }<br />

e muniamo C k (Ω) della norma<br />

�v� = max<br />

|α|≤k �Dα v�∞ = max<br />

|α|≤k sup |Dα v|. (5.19)<br />

Lo spazio normato che si ottiene non è prehilbertiano. Conviene anche osservare un fatto, in<br />

connessione con l’ultima frase dell’Esempio 5.5: se v ∈ C k (Ω) , |α| ≤ k e x0 ∈ ∂Ω , ha senso<br />

considerare il “valore” D α v(x0) . A rigore la funzione D α v è definita solo in Ω ; tuttavia essa ha<br />

un unico prolungamento continuo in Ω . Allora D α v(x0) è il valore in x0 <strong>di</strong> tale prolungamento.<br />

5.39. Esercizio. Dimostrare che una norma in Ck (Ω) equivalente a quella definita sopra è<br />

data dalla formula �v� = �<br />

|α|≤k�Dαv�∞ . Sebbene l’equivalenza delle due norme possa essere<br />

facilmente <strong>di</strong>mostrata in modo <strong>di</strong>retto, consigliamo il lettore <strong>di</strong> seguire anche la strada seguente.<br />

Si or<strong>di</strong>nino i multi-in<strong>di</strong>ci α tali che |α| ≤ k (in un modo qualunque ma fissato) così che l’insieme<br />

<strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>ci sia visto in realtà come una N -upla, ove N è il numero <strong>di</strong> multi-in<strong>di</strong>ci in questione.<br />

Fatto ciò, per v ∈ Ck (Ω) , si vedano le due norme <strong>di</strong> v da prendere in considerazione come le norme<br />

|y|1 e |y|∞ (ve<strong>di</strong> (5.1)) del vettore y ∈ KN la cui componente α -esima è �Dαv�∞ e si sfrutti il<br />

Teorema 3.20. Questa ottica è spesso produttiva. Usando la (5.17) si trovi un’intera famiglia <strong>di</strong><br />

norme in Ck (Ω) equivalenti alla (5.19).<br />

5.40. Esercizio. Sia V0 il sottospazio <strong>di</strong> C k [a, b] costituito dalle funzioni v verificanti<br />

v (j) (a) = 0 per 0 ≤ j < k . Verificare che la norma in V0 definita da �v� = �v (k) �∞ è equivalente<br />

a quella indotta dalla (5.19). Dedurre che pure è equivalente a quella ciascuna delle norme<br />

in V0 definite da �v�S = maxj∈S�v (j) �∞ ove S è un sottoinsieme <strong>di</strong> {0, . . . , k} che contiene k .<br />

5.41. Esercizio. Siano Ω è un aperto qualunque <strong>di</strong> R d e k ∈ N e si introduca lo spazio<br />

C k b (Ω) = {v ∈ Ck (Ω) : D α v ∈ Cb(Ω) per |α| ≤ k } (5.20)<br />

costituito dalle funzioni continue e limitate con le derivate fino all’or<strong>di</strong>ne k (ve<strong>di</strong> l’Esempio 5.3).<br />

Si <strong>di</strong>mostri che esso è completo rispetto alla norma definita ancora dalla (5.19). Si <strong>di</strong>mostri inoltre<br />

che, se Ω è limitato, lo spazio Ck (Ω) è un sottospazio chiuso <strong>di</strong> Ck b (Ω) .<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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