G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Appen<strong>di</strong>ce<br />
2.5. Definizione. Uno spazio <strong>di</strong> misura è una terna (Ω, M, µ) ove: i) Ω è un insieme non<br />
vuoto; ii) M è una σ -algebra <strong>di</strong> sottoinsiemi <strong>di</strong> Ω ; iii) µ è una misura in Ω avente M come<br />
dominio; iv) per ogni coppia <strong>di</strong> sottoinsiemi A, B ⊆ Ω vale l’implicazione: se A ⊆ B , B ∈ M e<br />
µ(B) = 0 allora A ∈ M . Gli elementi <strong>di</strong> M si chiamano sottoinsiemi misurabili <strong>di</strong> Ω .<br />
2.6. Osservazione. Spesso già nella definizione <strong>di</strong> misura si richiede che il dominio <strong>di</strong> µ sia<br />
una σ -algebra. Noi abbiamo invece richiesto sono che esso sia un semianello. Inoltre, nella Definizione<br />
2.5, abbiamo imposto la con<strong>di</strong>zione iv) detta <strong>di</strong> completezza della misura. Talora questa<br />
non viene richiesta. Ma ciò fa poca <strong>di</strong>fferenza, grazie al risultato enunciato <strong>di</strong> seguito.<br />
2.7. Teorema. Siano Ω un insieme non vuoto e µ0 una misura in Ω avente come dominio un<br />
semianello S ⊆ 2 Ω . Allora esiste una e una sola misura µσ definita sulla σ -algebra σ(S) che<br />
prolunga µ0 . Sia inoltre M = σ(M0 ∪ σ(S)) ove M0 è la famiglia costituita dai sottoinsiemi<br />
A ⊆ Ω aventi la proprietà seguente: esiste B ∈ σ(S) tale che B ⊇ A e µσ(B) = 0 . Allora esiste<br />
una e una sola misura µ : M → [0, +∞] che prolunga µσ e che rende (Ω, M, µ) uno spazio <strong>di</strong><br />
misura nel senso della Definizione 2.5.<br />
2.8. Osservazione. Dunque, a partire da un semianello S e da una misura definita solo in S ,<br />
è sempre possibile costruire uno spazio <strong>di</strong> misura nel senso della Definizione 2.5. Aggiungiamo che<br />
gli insiemi misurabili dello spazio (Ω, M, µ) fornito dal teorema sono caratterizzati dalla proprietà<br />
seguente: un sottosinsieme A ⊆ Ω appartiene a M se e solo se esistono B ∈ σ(S) e A0 ∈ M0<br />
tali che A = B ∪ A0 . Inoltre, in tali con<strong>di</strong>zioni, si ha µ(A) = µσ(B) .<br />
2.9. Osservazione. Siano (Ω, M, µ) uno spazio <strong>di</strong> misura e Ω ′ ∈ M . Allora resta definito in<br />
modo canonico lo spazio <strong>di</strong> misura (Ω ′ , M ′ , µ ′ ) come segue: M ′ è costituito dagli elementi <strong>di</strong> M<br />
che sono inclusi in Ω ′ e µ ′ è la restrizione <strong>di</strong> µ a M ′ . Effettivamente ciò che si ottiene è uno<br />
spazio <strong>di</strong> misura. Resta inteso che, quando si considera un sottoinsieme misurabile, si pensa <strong>di</strong><br />
costruire su questo lo spazio <strong>di</strong> misura come detto sopra. Ciò, in particolare, consente <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong><br />
funzioni misurabili o integrabili (ve<strong>di</strong> i richiami tra breve) anche su sottoinsiemi misurabili.<br />
2.10. Osservazione. Una possibile definizione della misura <strong>di</strong> Lebesgue in R d si ottiene come<br />
segue: si applica il Teorema 2.7 a partire dal semianello R dei rettangoli <strong>di</strong> R d e dalla misura<br />
µ0 : R → [0, +∞) definita per via elementare. Denotato con (R d , L(R d ), L d ) lo spazio <strong>di</strong> misura<br />
ottenuto, <strong>di</strong>ciamo che un sottoinsieme A ⊆ R d è misurabile secondo Lebesgue quando A ∈ L(R d ) .<br />
In tali con<strong>di</strong>zioni L d (A) è la sua misura <strong>di</strong> Lebesgue. Notiamo che σ(R) = B(R d ) e che, per<br />
l’ultima parte dell’Osservazione 2.8, un sottoinsieme A ⊆ R d è misurabile secondo Lebesgue se e<br />
solo se esistono un insieme <strong>di</strong> Borel B ⊆ A tale che A \ B è incluso in un insieme <strong>di</strong> Borel <strong>di</strong><br />
misura nulla. Se poi Ω è un aperto <strong>di</strong> R d (o più in generale un sottoinsieme misurabile secondo<br />
Lebesgue), si costruisce lo spazio <strong>di</strong> misura su Ω come detto nell’Osservazione 2.9.<br />
2.11. Proposizione. Siano (Ω, M, µ) uno spazio <strong>di</strong> misura e {An} una successione <strong>di</strong> insiemi<br />
misurabili. Allora valgono le proprietà seguenti <strong>di</strong> monotonia <strong>di</strong> µ<br />
i) µ(A) = lim<br />
n→∞ µ(An) se An ⊆ An+1 per ogni n e A =<br />
∞�<br />
An ;<br />
ii) µ(A) = lim<br />
n→∞ µ(An) se An ⊇ An+1 per ogni n, µ(A1) < +∞ e A =<br />
2.12. Definizione. Si <strong>di</strong>ce che lo spazio <strong>di</strong> misura (Ω, M, µ) è finito quando la misura <strong>di</strong> Ω<br />
è finita e che esso è σ -finito quando esiste una successione {Ωn} <strong>di</strong> insiemi misurabili <strong>di</strong> misura<br />
finita tale che Ω = � ∞<br />
n=1 Ωn .<br />
2.13. Osservazione. Se Ω è un insieme con vuoto, possiamo considerare lo spazio <strong>di</strong> misura<br />
(Ω, 2 Ω , #) ove #(A) è il numero <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> A se A è finito e #(A) = +∞ se A è infinito.<br />
Effettivamente si ottiene uno spazio <strong>di</strong> misura e # è detta misura che conta. Lo spazio è σ -finito<br />
se e solo se Ω è al più numerabile.<br />
224<br />
n=1<br />
∞�<br />
n=1<br />
An .<br />
Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>