G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 8<br />
per cui possiamo prendere ψ = |ϕ| . Sia ora ψ ∈ L p<br />
per semplificare e con la convenzione sign 0 = 0 , abbiamo u ∈ L q<br />
loc (Ω) , ψ sign u ∈ Lp<br />
loc (Ω) e<br />
|L −1 �<br />
�<br />
f|ψ = |u|ψ = ψ |u| dx = (ψ sign u) u dx = 〈f, ψ sign u〉 = |〈f, ψ sign u〉|<br />
Ω<br />
Ω<br />
loc (Ω) . Per ogni f ∈ Lp c(Ω) ∗ , posto u = L −1 f<br />
per cui possiamo prendere ϕ = ψ sign u . Sia ora L : L q<br />
loc (Ω) → Lp c(Ω) ∗ il secondo isomorfismo<br />
della Proposizione 4.38 e mostriamo che L e L −1 sono operatori continui se il duale L p c(Ω) ∗ <strong>di</strong><br />
L p c(Ω) è munito della topologia generata dalla famiglia <strong>di</strong> seminorme definita come segue<br />
|f|∗,K = sup{|〈f, v〉| : v ∈ L p c(Ω), �v�p ≤ 1, v = 0 in Ω \ K} per f ∈ L p c(Ω) ∗<br />
al variare del compatto K ⊂ Ω .<br />
La verifica è semplice. Infatti, se f ∈ L p c(Ω) ∗ e u ∈ L q<br />
loc (Ω) sono associati tramite la (4.12), cioè<br />
sono tali che f = Lu o in modo equivalente u = L−1f , per ogni compatto K ⊂ Ω abbiamo<br />
�<br />
�<br />
uv dx�<br />
: v ∈ L p �<br />
(K), �v�p ≤ 1 = �u|K�q = |u|q,K<br />
���� �<br />
|f|∗,K = sup<br />
K<br />
così che L e L −1 stabiliscono ad<strong>di</strong>rittura una corrispondenza biiettiva fra le seminorme delle due<br />
famiglie.<br />
4.40. Osservazione. Siccome L p c(Ω) è un sottospazio vettoriale <strong>di</strong> L p (Ω) , avremmo potuto<br />
considerare la topologia indotta su L p c(Ω) da L p (Ω) . Avremmo trovato uno spazio normato, che<br />
denotiamo con Vp , ben <strong>di</strong>verso dallo spazio dell’Esempio 4.37 che non è nemmeno metrizzabile.<br />
Il suo duale V ∗<br />
p sarebbe stato isomorfo a L q (Ω) , l’isomorfismo essendo ancora dato dalla for-<br />
mula (4.12), che ora farebbe corrispondere f ∈ V ∗<br />
p e u ∈ L q (Ω) . Infatti L p c(Ω) è denso in L p (Ω) ,<br />
per cui gli elementi <strong>di</strong> V ∗<br />
p sono tutte e sole le restrizioni a Vp degli elementi <strong>di</strong> L p (Ω) ∗ e il Teorema<br />
<strong>di</strong> Riesz permette <strong>di</strong> concludere. Per chiarire ulteriormente possiamo aggiungere quanto segue. Sia<br />
u ∈ L q<br />
loc (Ω) e si definisca il funzionale f ∈ Hom(Lp c(Ω); R) me<strong>di</strong>ante la (4.12). Allora f è continuo<br />
rispetto alla topologia dell’Esempio 4.37 senza altre ipotesi su u , mentre f è continuo anche<br />
rispetto alla topologia che L p (Ω) induce su L p c(Ω) se e solo se u ∈ L q (Ω) .<br />
218<br />
Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>