G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 1<br />
Dimostrazione. Supponiamo dapprima µ(Ω) < +∞ e introduciamo in M la relazione ∼ , che si verifica<br />
imme<strong>di</strong>atamente essere <strong>di</strong> equivalenza, ponendo: A ∼ B quando µ(A \ B) = µ(B \ A) = 0 . Considerato il<br />
quoziente M/ ∼ , si verificano tre casi i) esso ha un solo elemento; ii) esso è finito con più <strong>di</strong> un elemento;<br />
iii) esso è infinito. Dimostriamo che ciascuno <strong>di</strong> tali casi corrisponde a quelli dell’enunciato e che il caso iii)<br />
dell’enunciato si presenta anche quando µ(Ω) = +∞ . i) Risulta ω ∼ ∅ per ogni ω ∈ M , per cui l’unica<br />
funzione misurabile (intesa come classe <strong>di</strong> funzioni) è la funzione nulla e la tesi segue imme<strong>di</strong>atamente. ii) e<br />
iii) Se Ω ha misura positiva ed è un atomo, lo spazio delle funzioni misurabili è costituito dalle funzioni che<br />
sono (q.o. uguali a funzioni) costanti. Tale spazio, che ha <strong>di</strong>mensione 1 , viene automaticamente a coincidere<br />
con ogni Lp (Ω) . Vale dunque con m = 1 quanto affermato in ii) . Per trattare i casi restanti eseguiamo un<br />
proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> “bisezione”. Supponiamo che Ω abbia misura positiva e non sia un atomo. Allora esiste una<br />
partizione {Ω1, Ω2} in due insiemi misurabili <strong>di</strong> misura positiva. Se ciascuno <strong>di</strong> questi è un atomo arrestiamo<br />
la procedura. In caso contrario sud<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo i sottoinsiemi non atomici (dunque Ω1 o Ω2 o entrambi a<br />
seconda della situazione che si presenta) in due sottoinsiemi <strong>di</strong> misura positiva. Per induzione, eseguito il<br />
passo n -esimo, se tutti gli insiemi trovati sono atomi ci fermiamo; in caso contrario sud<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo in due<br />
insiemi <strong>di</strong> misura positiva ciascuno degli insiemi non atomici del passo n -esimo. Si danno due casi: a) dopo<br />
un numero finito <strong>di</strong> passi otteniamo solo atomi; b) ogni passo produce almeno un sottoinsieme non atomico.<br />
Caso a) : arriviamo a una partizione {ωi : i = 1, . . . , m} <strong>di</strong> Ω in un numero m ≥ 2 <strong>di</strong> atomi. Allora<br />
ogni funzione misurabile è semplice, precisamente essa è (q.o. uguale a una funzione) costante su ciascuno<br />
degli ωi . In particolare, qualunque sia p ∈ [1, +∞] , ogni elemento <strong>di</strong> Lp (Ω) è <strong>di</strong> quel tipo. Pertanto tutti<br />
gli spazi Lp (Ω) coincidono con lo spazio <strong>di</strong> tali funzioni, il quale è generato dalle funzioni caratteristiche<br />
degli ωi e, dunque, ha <strong>di</strong>mensione m . Ciò conclude la trattazione del caso ii) dell’enunciato. Nel caso b) ,<br />
dalla famiglia degli insiemi misurabili ottenuta con le infinite bisezioni si può estrarre una successione {Ωn}<br />
<strong>di</strong> insiemi tale che Ωn+1 ⊂ Ωn e µ(Ωn+1) < µ(Ωn) per ogni n . Con un proce<strong>di</strong>mento abituale si costruisce<br />
allora una successione {ωn} <strong>di</strong> insiemi misurabili, <strong>di</strong> misura positiva e mutuamente <strong>di</strong>sgiunti. Dato che<br />
lo spazio <strong>di</strong> misura è σ -finito, una successione {ωn} <strong>di</strong> insiemi <strong>di</strong> misura finita con le stesse proprietà si<br />
ottiene nel caso µ(Ω) = +∞ . A partire da tale successione {ωn} , mostriamo che valgono le proprietà del<br />
caso iii) dell’enunciato. Chiaramente le funzioni caratteristiche degli ωn appartengono a Lp (Ω) per ogni<br />
p ∈ [1, +∞] e sono linearmente in<strong>di</strong>pendenti. Dunque tutti gli spazi Lp (Ω) hanno <strong>di</strong>mensione infinita.<br />
Mostriamo che essi sono <strong>di</strong>versi l’uno dall’altro. Poniamo per como<strong>di</strong>tà µn = µ(ωn) e ℓ = lim infn→∞ µn .<br />
Consideriamo due casi a) e b) . a) Supponiamo ℓ > 0 (eventualmente infinito). Allora esiste δ > 0 tale<br />
che µn ≥ δ per ogni n . In particolare deduciamo che µ(Ω) ≥ �∞ n=1 µn = +∞ per cui la funzione costante<br />
1 appartiene a L∞ (Ω) ma non a Lp (Ω) se p < +∞ , così che L∞ (Ω) �= Lp (Ω) per ogni p < +∞ . Siano<br />
ora p, q ∈ [1, +∞) tali che p < q . Definiamo v : Ω → R ponendo v(x) = (nµn ln 2 n) −1/q se x ∈ ωn , ciò<br />
per n = 1, 2, . . . , e v(x) = 0 se x non appartiene ad alcuno degli ωn . Allora<br />
�<br />
Ω<br />
|v| q dx =<br />
∞�<br />
�<br />
n=1<br />
ωn<br />
|v| q dx =<br />
∞�<br />
n=1<br />
D’altra parte, essendo p/q < 1 , da cui anche µ 1−p/q<br />
n<br />
�<br />
|v|<br />
Ω<br />
p ∞�<br />
�<br />
dx = |v|<br />
ωn n=1<br />
p ∞� �<br />
1<br />
dx =<br />
n ln n=1<br />
2 �p/q µ<br />
n<br />
1−p/q<br />
n<br />
Ω<br />
1<br />
n ln 2 n < +∞ da cui v ∈ Lq (Ω).<br />
≥ δ1−p/q , abbiamo<br />
≥ δ 1−p/q<br />
∞� �<br />
1<br />
n ln 2 �p/q = +∞<br />
n<br />
da cui v �∈ L p (Ω).<br />
b) Supponiamo ora ℓ = 0 . Allora, procedendo ricorsivamente, si costruisce facilmente una sottosuccessione<br />
{µnk } tale che µnk ≤ 2−k per ogni k . Supponiamo dapprima 1 ≤ p < q < +∞ . Allora p = r − ε e<br />
q = r + ε per certi r ∈ (1, +∞) e ε > 0 . Definiamo v : Ω → R ponendo v(x) = µ −1/r<br />
nk se x ∈ ωnk , ciò<br />
per k = 1, 2, . . . , e v(x) = 0 se x non appartiene ad alcuno degli ωnk . Allora<br />
�<br />
|v| p ∞�<br />
�<br />
dx = |v| p ∞�<br />
dx = µ −p/r+1<br />
∞�<br />
nk = µ ε/r<br />
nk ≤<br />
∞�<br />
2 −kε/r < +∞ da cui v ∈ L p (Ω).<br />
Ω<br />
k=1<br />
ωn k<br />
k=1<br />
ωn k<br />
k=1<br />
D’altra parte, essendo {µnk } infinitesima, abbiamo<br />
�<br />
|v| q ∞�<br />
�<br />
dx = |v| q ∞�<br />
dx = µ −q/r+1<br />
∞�<br />
nk = µ −ε/r<br />
nk = +∞ da cui v �∈ Lq (Ω).<br />
18<br />
k=1<br />
k=1<br />
k=1<br />
n=1<br />
k=1<br />
Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>