13.01.2013 Views

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Capitolo 8<br />

della base standard associata alla famiglia <strong>di</strong> seminorme (3.2). Una base <strong>di</strong> intorni <strong>di</strong> f nel prodotto<br />

topologico P si ottiene prendendo tutti i possibili prodotti cartesiani �<br />

x∈V Ax sotto le due con<strong>di</strong>zioni:<br />

i) Ax = {y ∈ Ix : |y − f(x)| < rx} con un certo rx > 0 per un numero finito <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> x ; ii) Ax = Ix<br />

per tutti gli x restanti. Dunque l’intersezione fra B ∗ e il generico intorno della base considerata del prodotto<br />

si scrive come {g ∈ B ∗ : |g(xi) − f(xi)| < ri, i = 1, . . . , n} ove n , i punti x1, . . . , xn ∈ V e i numeri<br />

reali r1, . . . , rn > 0 sono fissati. Ma questo <strong>di</strong>fferisce dall’intersezione fra B ∗ e il generico intorno della<br />

base standard associata alla famiglia <strong>di</strong> seminorme (3.2) solo per il fatto che in quel caso i raggi ri sono<br />

tutti uguali, per cui le due famiglie sono basi <strong>di</strong> intorni della stessa topologia. Per verificare il punto b) ,<br />

supponiamo che f ∈ P appartenga alla chiusura <strong>di</strong> B ∗ nel prodotto topologico P . Fissiamo x, y ∈ V ,<br />

α, β ∈ K e ε > 0 e consideriamo l’insieme I = {g ∈ P : |g(z) − f(z)| < ε per z = x, y, αx + βy} . Siccome<br />

I è un intorno <strong>di</strong> f nella topologia prodotto, esso contiene un elemento g ∈ B ∗ . Abbiamo pertanto<br />

|f(αx + βy) − αf(x) − βf(y)| = |f(αx + βy) − g(αx + βy) + αg(x) + βg(y) − αf(x) − βf(y)|<br />

≤ |f(αx + βy) − g(αx + βy)| + |α| |g(x) − f(x)| + |β| |g(y) − f(y)| < (1 + |α| + |β|) ε.<br />

Dall’arbitrarietà <strong>di</strong> ε segue f(αx + βy) = αf(x) + βf(y) . Dunque f ∈ B ∗ e B ∗ è chiuso.<br />

3.24. Osservazione. Ci si può chiedere se ci sia un legame abbastanza stretto fra il teorema<br />

precedente e il Teorema V.6.6 <strong>di</strong> compattezza debole* sequenziale. Tale legame effettivamente c’è e<br />

il motivo è il seguente: se V è separabile e B ∗ è, come sopra, la palla unitaria chiusa <strong>di</strong> V ∗ , allora<br />

la topologia indotta su B ∗ dalla topologia debole* è metrizzabile (mentre l’intero spazio V ∗ non<br />

lo è, se non nel caso banale della <strong>di</strong>mensione finita). D’altra parte B ∗ , che è compatta rispetto alla<br />

topologia debole* per il teorema precedente, è chiusa anche rispetto a tale topologia, in quanto ogni<br />

compatto è chiuso se la topologia ambiente è <strong>di</strong> Hausdorff. In particolare, se V è separabile, B ∗ è<br />

compatta se e solo se è sequenzialmente compatta. Cogliamo l’occasione per segnalare un’altra<br />

conseguenza della metrizzabilità enunciata sopra: se V è separabile, una funzione f : B ∗ → Y a<br />

valori in uno spazio topologico Y è continua rispetto alla topologia indotta su B ∗ dalla topologia<br />

debole* <strong>di</strong> V ∗ se e solo se essa è continua per successioni. Tenendo conto del Lemma 3.10 abbiamo<br />

allora: se V è riflessivo e separabile, una funzione f : B → Y dalla palla unitaria chiusa B <strong>di</strong> V<br />

in uno spazio topologico Y è continua rispetto alla topologia indotta su B dalla topologia debole<br />

<strong>di</strong> V se e solo se essa è continua per successioni.<br />

Il risultato successivo riguarda la compattezza della palla unitaria chiusa dello spazio <strong>di</strong><br />

partenza e stabilisce uno stretto legame fra tale compattezza e la riflessività dello spazio ambiente.<br />

Tuttavia non <strong>di</strong>mostreremo completamente il teorema. Lasceremo infatti senza giustificazione il<br />

lemma (<strong>di</strong> Goldstein). Una sua <strong>di</strong>mostrazione si fonda sulla possibilità <strong>di</strong> estendere le forme geometriche<br />

del Teorema <strong>di</strong> Hahn-Banach agli spazi localmente convessi.<br />

3.25. Lemma. Siano V uno spazio normato, B la palla chiusa unitaria <strong>di</strong> V e B ∗∗ la palla<br />

chiusa unitaria <strong>di</strong> V ∗∗ . Allora l’immagine J(B) tramite l’iniezione canonica J : V → V ∗∗ è densa<br />

in B ∗∗ rispetto alla topologia debole*.<br />

3.26. Teorema (<strong>di</strong> Kakutani). Sia V uno spazio <strong>di</strong> Banach. Allora la palla unitaria chiusa<br />

B <strong>di</strong> V è compatta rispetto alla topologia debole se e solo se V è riflessivo.<br />

Dimostrazione. Seguiamo le notazioni del Lemma 3.25. Supponiamo V riflessivo. La Proposizione 3.10<br />

implica che J|B è un omeomorfismo <strong>di</strong> B su B ∗∗ quando i due insiemi sono muniti delle topologie indotte<br />

dalla topologia debole <strong>di</strong> V e, rispettivamente, dalla topologia debole* <strong>di</strong> V ∗∗ . Siccome B ∗∗ è compatta<br />

rispetto a quest’ultima per il Teorema 3.23 applicato a V ∗ , segue che B è compatta nella topologia debole.<br />

Supponiamo ora B compatta nella topologia debole. Allora, sempre per la Proposizione 3.10, J(B) è<br />

compatta rispetto alla topologia indotta dalla topologia debole* <strong>di</strong> V ∗∗ . Ma tale topologia è separata, per<br />

cui J(B) è un chiuso e, <strong>di</strong> conseguenza, coincide con la sua chiusura, cioè con B ∗∗ grazie al Lemma 3.25.<br />

Dunque J(B) = B ∗∗ . Sia ora F ∈ V ∗∗ non nullo. Allora F/�F �∗∗ ∈ B ∗∗ . Quin<strong>di</strong> F/�F �∗∗ ∈ J(B) ,<br />

cioè esiste x ∈ B tale che F/�F �∗∗ = Jx . Segue F = �F �∗∗ Jx = J(�F �∗∗ x) e dunque F ∈ J(V ) . Ciò<br />

mostra che J : V → V ∗∗ è suriettivo e che V è riflessivo.<br />

206<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!