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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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Capitolo 8<br />

2.9. Esercizio. Si <strong>di</strong>mostri che ogni successione infinitesima è limitata. Si consiglia <strong>di</strong> usare la<br />

continuità in (0, 0) dell’applicazione (λ, v) ↦→ λv da K × V in V . Si deduca che ogni successione<br />

convergente è limitata.<br />

2.10. Esercizio. Siano V e W due spazi vettoriali topologici e L : V → W lineare e continuo.<br />

Si <strong>di</strong>mostri che, se B è un limitato <strong>di</strong> V , allora L(B) è un limitato <strong>di</strong> W .<br />

Segnaliamo che l’implicazione data nell’ultimo esercizio non può essere invertita nel quadro<br />

generale degli spazi vettoriali topologici. Gli esercizi successivi sono relativi al caso più ristretto<br />

degli spazi localmente convessi e all’interessante problema della normabilità in tale ambito.<br />

2.11. Esercizio. Sia V uno spazio localmente convesso e sia F una famiglia <strong>di</strong> seminorme che<br />

ne genera la topologia. Si <strong>di</strong>mostri che un sottoinsieme B ⊆ V è limitato se e solo se ogni p ∈ F<br />

si mantiene limitata su B .<br />

2.12. Esercizio. Siano V uno spazio localmente convesso e sia I un intorno limitato <strong>di</strong> 0 . Si<br />

<strong>di</strong>mostri che esiste un intorno J <strong>di</strong> 0 che è aperto convesso equilibrato assorbente e limitato.<br />

2.13. Esercizio. Sia V uno spazio localmente convesso. Si <strong>di</strong>mostri che V è normabile, cioè<br />

che esiste una norma che ne genera la topologia, se e solo se l’origine ha un intorno limitato. Si<br />

consiglia <strong>di</strong> rivedere la <strong>di</strong>mostrazione del Teorema 2.4.<br />

2.14. Esercizio. Si deduca che uno spazio localmente convesso V è normabile se e solo se V<br />

contiene almeno un aperto non vuoto e limitato. Questa affermazione è una versione ridotta del<br />

Criterio <strong>di</strong> Kolmogorov <strong>di</strong> normabilità: uno spazio vettoriale topologico è normabile se e solo se<br />

contiene almeno un aperto non vuoto limitato e convesso.<br />

Passiamo ora a questioni <strong>di</strong> metrizzabilità. Sebbene valga un risultato più generale (si veda<br />

l’osservazione successiva), noi ci limitiamo a <strong>di</strong>mostrare il seguente<br />

2.15. Teorema. Sia V uno spazio localmente convesso. Allora sono equivalenti le con<strong>di</strong>zioni<br />

seguenti: i) V è metrizzabile; ii) V è a basi numerabili <strong>di</strong> intorni; iii) ogni famiglia <strong>di</strong> seminorme<br />

che genera la topologia <strong>di</strong> V contiene una famiglia al più numerabile che genera la stessa topologia;<br />

iv) esiste una famiglia F <strong>di</strong> seminorme al più numerabile che genera la topologia <strong>di</strong> V .<br />

Dimostrazione. Ovviamente i) implica ii) e iii) implica iv) . Dimostriamo ora che ii) implica iii) .<br />

Fissiamo una famiglia F <strong>di</strong> seminorme che genera la topologia <strong>di</strong> V e consideriamo, accanto alla base<br />

standard B indotta da F , una base B ′ al più numerabile <strong>di</strong> intorni dell’origine, che esiste per ipotesi. Sia<br />

I ′ ∈ B ′ . Siccome I ′ è un intorno dell’origine nella topologia indotta da F , esiste I ∈ B incluso in I ′ .<br />

Ma tale I si ottiene come intersezione <strong>di</strong> semipalle del tipo B pj<br />

r (0) , j = 1, . . . , m in numero finito, il che<br />

in<strong>di</strong>vidua un numero finito <strong>di</strong> seminorme pj , j = 1, . . . , m , <strong>di</strong> F . Se per ogni I ′ ∈ B ′ consideriamo tali<br />

seminorme, la famiglia <strong>di</strong> seminorme che complessivamente si estrae da F è al più numerabile e induce la<br />

topologia originaria. Infatti, da un lato, la base standard B ′′ associata è estratta da B e, d’altra parte, ogni<br />

elemento <strong>di</strong> B , contenendo un elemento <strong>di</strong> B ′ , contiene anche un elemento <strong>di</strong> B ′′ . Dimostriamo infine che<br />

iv) implica i) . Fissiamo la famiglia F separata e al più numerabile <strong>di</strong> seminorme che induce la topologia<br />

<strong>di</strong> V . Pur <strong>di</strong> ripetere una stessa seminorma infinite volte se necessario, possiamo supporre che F sia<br />

l’immagine <strong>di</strong> una successione {pn} <strong>di</strong> seminorme. Per costruire una metrica che induce la stessa topologia,<br />

scegliamo una funzione ϕ : [0, +∞) → [0, 1) biiettiva, (strettamente) crescente, limitata e subad<strong>di</strong>tiva,<br />

ad esempio ϕ = tanh . Notiamo infatti che, se ϕ(0) = 0 , la subad<strong>di</strong>tività <strong>di</strong> ϕ è garantita dalla concavità.<br />

Infatti si ha per ogni r, s > 0<br />

ϕ(r + s) ≤ ϕ(r) + ϕ(s) se e solo se<br />

ϕ(r + s) − ϕ(r)<br />

s<br />

≤<br />

ϕ(s) − ϕ(0)<br />

s<br />

e la seconda <strong>di</strong>suguaglianza vale appunto se ϕ è concava. Definiamo allora d me<strong>di</strong>ante<br />

198<br />

d(x, y) =<br />

∞�<br />

2 −n ϕ(pn(x − y)) per x, y ∈ V . (2.2)<br />

n=1<br />

Gianni <strong>Gilar<strong>di</strong></strong>

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