G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica
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Capitolo 8<br />
Consideriamo ora la convergenza <strong>di</strong> una successione: anche in questo caso vogliamo tradurre la<br />
definizione <strong>di</strong> limite in una con<strong>di</strong>zione che fa intervenire solo le seminorme che generano la topologia.<br />
1.16. Proposizione. Siano V uno spazio vettoriale e F una famiglia separata <strong>di</strong> seminorme<br />
in V . Allora una successione {xn} <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> V converge all’elemento x ∈ V nella topologia<br />
generata da F se e solo se vale la con<strong>di</strong>zione<br />
lim<br />
n→∞ p(xn − x) = 0 per ogni p ∈ F . (1.6)<br />
Dimostrazione. La convergenza xn → x equivale a: per ogni intorno I dell’origine <strong>di</strong> V esiste m ∈ N<br />
tale che xn − x ∈ I per ogni n ≥ m . Inoltre non è restrittivo limitarsi a considerare gli intorni I della<br />
forma I = �<br />
p∈F ′ B p ε (0) ove ε > 0 e la famiglia finita F ′ ⊆ F sono arbitrari. Allora la convergenza in<br />
questione equivale alla con<strong>di</strong>zione: per ogni ε > 0 e per ogni famiglia finita F ′ ⊆ F , esiste m ∈ N tale che<br />
p(xn − x) ≤ ε per ogni n ≥ m e ogni p ∈ F ′ . Ciò, a sua volta, equivale e <strong>di</strong>re che, per ogni ε > 0 e p ∈ F<br />
esiste m ∈ N tale che p(xn − x) ≤ ε per ogni n ≥ m . Ma quest’ultima frase è la definizione <strong>di</strong> (1.6).<br />
2. Spazi localmente convessi<br />
Come abbiamo anticipato all’inizio del capitolo, gli spazi localmente convessi costituiscono la classe<br />
più importante <strong>di</strong> spazi vettoriali topologici e tutti gli spazi normati e molti degli spazi funzionali <strong>di</strong><br />
interesse nelle applicazioni dell’<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong> sono localmente convessi. D’altra parte, parlare<br />
<strong>di</strong> spazi localmente convessi significa semplicemente rovesciare la medaglia: essi, infatti, sono tutti<br />
e soli gli spazi vettoriali topologici la cui topologia è indotta da una famiglia <strong>di</strong> seminorme.<br />
Il punto centrale <strong>di</strong> questo paragrafo è la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> tale affermazione. A complemento,<br />
daremo un risultato <strong>di</strong> metrizzabilità. Naturalmente, però, iniziamo dalla definizione.<br />
2.1. Definizione. Uno spazio localmente convesso è uno spazio vettoriale topologico ogni punto<br />
del quale ha una base <strong>di</strong> intorni convessi.<br />
2.2. Osservazione. Siccome in ogni spazio vettoriale topologico le traslazioni sono omeomorfismi<br />
che trasformano convessi in convessi, richiedere che ogni punto abbia una base <strong>di</strong> intorni<br />
convessi equivale a richiedere che l’origine abbia una base <strong>di</strong> intorni convessi. Il lemma successivo,<br />
propedeutico al risultato principale, afferma che l’origine ha anche una base più speciale <strong>di</strong> intorni.<br />
A tale proposito ricor<strong>di</strong>amo che la nozione <strong>di</strong> insieme equilibrato è stata data nella Definizione V.9.3.<br />
2.3. Lemma. Sia V uno spazio localmente convesso. Allora l’origine ha una base <strong>di</strong> intorni<br />
aperti convessi ed equilibrati.<br />
Dimostrazione. Basta provare che ogni intorno dell’origine contiene un intorno dell’origine che è aperto<br />
convesso ed equilibrato. Fissato dunque un intorno I dell’origine, <strong>di</strong>mostriamo che: i) esiste un intorno<br />
E dell’origine incluso in I che è anche aperto ed equilibrato; ii) esiste un intorno C dell’origine incluso<br />
in I che è anche aperto, convesso ed equilibrato. Dato che V è localmente convesso, I contiene un<br />
intorno convesso dell’origine. Inoltre, siccome l’interno <strong>di</strong> un convesso è pure convesso per l’Esercizio I.4.6,<br />
l’interno dell’intorno convesso trovato è un intorno aperto e convesso incluso in I . Per non introdurre<br />
troppe notazioni, supponiamo che I stesso sia convesso e aperto. Dimostriamo il punto i) costruendo E .<br />
Sfruttiamo la continuità in (0, 0) ∈ K × V dell’applicazione (λ, x) ↦→ λx da K × V in V . Esistono allora<br />
δ > 0 e un intorno J dell’origine <strong>di</strong> V tali che, se |λ| ≤ δ e x ∈ J , risulti λx ∈ I . Possiamo supporre<br />
che J sia anche aperto. Definiamo allora E come segue<br />
E = {λx : |λ| ≤ δ, x ∈ J} = �<br />
|λ|≤δ<br />
λJ = �<br />
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