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G. Gilardi, Analisi Funzionale - Dipartimento di Matematica

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I teoremi fondamentali <strong>di</strong> Banach<br />

purché c + λ − (2/α)�b�2 ∞ ≥ α/2 . Scegliamo dunque λ > 0 in modo che tale con<strong>di</strong>zione sia<br />

sod<strong>di</strong>sfatta e abbiamo la coercività debole. Valgono pertanto le conclusioni del Teorema 7.26 e<br />

ciò che rimane da fare è capire il significato dei problemi coinvolti e quello delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

compatibilità sul dato che assicurano l’esistenza della soluzione. Osserviamo preliminarmente che<br />

è equivalente far variare v in tutto V oppure solo in C∞ c (Ω) nella (7.21) in quanto C∞ c (Ω)<br />

è denso in V = H1 0 (Ω) per definizione e, per ogni u ∈ V fissata, il primo membro definisce<br />

un funzionale lineare e continuo su V . Ora l’equazione variazionale (7.21) ha un significato più<br />

generale della (8.1), in quanto il dato f ∗ può essere un elemento <strong>di</strong> V ∗ . Tuttavia, se f ∗ è dato da<br />

〈f ∗ �<br />

, v〉 =<br />

Ω<br />

fv dx per v ∈ V , con f ∈ L 2 (Ω) (8.30)<br />

(il che significa f ∗ = f ∈ H nel senso delle identificazioni fatte nella terna hilbertiana) allora si<br />

ottiene una situazione più concreta. Precisamente la (7.21) equivale al problema<br />

u ∈ H 1 0 (Ω) e − <strong>di</strong>v(A∇u) + b · ∇u + cu = f nel senso delle <strong>di</strong>stribuzioni<br />

e la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> risolubilità <strong>di</strong>venta<br />

�<br />

fw dx = 0 per ogni soluzione w del problema (7.22). (8.31)<br />

Ω<br />

Ma l’equazione (7.22) può essere trattata allo stesso modo in quanto la forma aggiunta è data da<br />

a ∗ �<br />

(u, v) = ((A T ∇u + bu) · ∇v + cuv) dx per u, v ∈ V .<br />

Dunque la (7.22) significa<br />

Ω<br />

w ∈ H 1 0 (Ω) e − <strong>di</strong>v(A T ∇w + bw) + cw = 0 nel senso delle <strong>di</strong>stribuzioni. (8.32)<br />

Notiamo che, grazie al Teorema 7.26, lo spazio dato dalle (8.32) ha <strong>di</strong>mensione finita, per cui<br />

la (8.31) equivale a un numero finito <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni in<strong>di</strong>pendenti. Osserviamo che quanto detto nella<br />

Sezione 7.30 altro non è che la <strong>di</strong>scussione concreta, in una situazione elementare, delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> risolubilità appena trovate.<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>Funzionale</strong><br />

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